Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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IL GIUDIZIO PARTICOLARE

VII
LA PRESENTAZIONE DELL'ANIMA

Oltre la morte è utile meditare il Giudizio Particolare. Se piacerà al Maestro Divino, noi lo considereremo in tre meditazioni: 1) La presentazione dell'anima; 2) L'esame; 3) La sentenza.
La presentazione dell'anima: «Statutum est hominibus semel mori, et post mortem judicium»: è stabilito che gli uomini tutti debbono morire una sola volta, e che dopo la morte vi sia un giudizio1. La morte non è terribile tanto in sé stessa; quanto per quello che segue.
Lavoriamo per renderci propizio Gesù benedetto, e prima di incontrarne la giustizia, approfittiamo della misericordia che ci offre. Un giorno Gesù Cristo innalzerà il suo tribunale davanti a noi, per giudicarci; ora è innalzata l'Ostia davanti a noi per salvarci darci i Suoi meriti e arricchirci di grazie preziose; un giorno cadranno i veli eucaristici; Egli siederà giusto giudice. Chiniamo la testa e adoriamoLo con fede, speranza, amore e dolore.

1. Ci presenteremo a Gesù Giudice sapientissimo. - Allora si paragonerà il regno dei cieli a dieci vergini, le quali, prese le loro lampade, andarono incontro allo sposo e alla sposa. Or cinque di esse
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erano stolte e cinque prudenti. Le stolte, nel prendere le loro lampade, non s'eran provviste d'olio: le prudenti invece, con le lampade, presero anche l'olio nei vasetti. Or, tardando lo sposo, s'appisolarono tutte e si addormentarono. E sulla mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, uscitegli incontro. Allora, tutte quelle vergini si alzarono, ed acconciarono le loro lampade. E le stolte dissero alle prudenti: Dateci dell'olio vostro, perché le nostre lampade si spengono. Ma le prudenti risposero: Affinché poi non manchi e a noi e a voi, andate piuttosto dai venditori e compratene. Or mentre quelle andavano a comprarne, giunse lo sposo, e quelle che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e fu chiuso l'uscio. Da ultimo arrivarono anche le altre vergini, e cominciarono a dire: Signore, Signore, aprici. Ma egli rispose: in verità vi dico: non vi conosco. Vegliate adunque, perché ignorate il giorno e l'ora (Mt 25,1-13).
Noi morremo, ed in quella medesima stanza dove saremo morti, si compirà il giudizio. Mentre il nostro cadavere sarà ancor caldo e i parenti si domanderanno forse se già siamo spirati, l'anima nostra, uscita dal corpo, si incontrerà con Gesù Cristo. È eretto un tribunale: noi saremo soli, accompagnati soltanto dalle opere compiute buone o cattive. Gesù non ha bisogno di testimoni, né delle accuse del demonio, né delle difese dei Santi. Egli conosce tutto; Egli è Giudice sapientissimo. Gesù vede la nostra mente, i pensieri che vi sono passati, e ne sa la storia minuta precisa. dal principio alla fine. Gesù conosce tutti i sentimenti che sono passati nel cuore, dai più cattivi ai più santi; li conosce in tutte le particolarità, in tutte le sfumature, in tutta l'intensità. Gesù sa tutte le parole dette, dal primo momento d'uso di ragione fino all'ultima aperta di bocca parole vane, parole sante, parole di
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mendicate: tutte sono scritte nel libro della vita: «Judicium sedit, et libri aperti sunt»: siede in giudizio, e sono aperti i libri1. Gesù sa tutte le opere, tutti i movimenti delle nostre mani, da quelli che il Sacerdote fa per distribuire la santa Comunione e innalzare il Corpo Eucaristico all'adorazione dei fedeli alle azioni più materiali e comuni e cattive. Egli sa quante lettere escono dalla penna e quante azioni sono compiute. Egli sa tutti i passi dati, tutti i nostri studi, il nostro lavoro, le nostre relazioni, tutte le faccenduole domestiche, quotidiane. Egli è Giudice sapientissimo.
Inoltre sa quanto si doveva fare, corrispondendo a tutte le grazie di Dio; quanto si aveva di salute, di intelligenza, di perspicacia, di memoria, di abilità; quanto si aveva di grazie sacerdotali, religiose; nella fanciullezza, gioventù, virilità; conosce le ispirazioni, le mozioni, le occasioni avute...
Tu dici: Io ho compiuto quella cosa di notte... ero chiuso nella stanza, ero protetto dall'oscurità..., si trattava semplicemente di un sentimento del cuore, un desiderio, un odio..., tutto fu coperto, nessuno ha saputo, neppure il confessore... Stolto ragionamento! mentre ti credevi tutelato dall'oscurità, un Angelo era davanti a te, una mano sagace scriveva, poiché vi è un occhio che tutto e sempre e dappertutto vede; vi è un orecchio che sempre e dappertutto e tutto sente; vi è una mano che sempre e dappertutto e tutto annota: e l'occhio, e l'orecchio, e la mano sono di Dio.
Dio mi vede; e tutto comparirà davanti a quel Giudice Divino, Sapientissimo. Tutto si riflette in Lui come in uno specchio, tutto Egli tiene registrato. È proprio della Sapienza Divina aver sempre tutto
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presente; per Lui non c'è passato, né futuro, ma tutto è presente.
Consolazione grande per i buoni, per noi che adoriamo! Lo ricorderà Gesù, Giudice sapientissimo. Nei più teneri anni la nostra mamma ci indicava il quadro della Madonna e il Crocifisso; noi congiungevamo allora le nostre manine innocenti e le labbra si aprivano a dire: «Gesù, Maria». Da quel giorno fino all'ultimo bacio del Crocifisso, oh, quante opere!... Gesù ricorderà tutto; ricorderà anche questa adorazione. Vittorie sulle nostre passioni, repressioni dell'ira, tante diligenze usate, giaculatorie dette... Vi sono persone diligenti e nascostamente diligenti!... Nessuno sospetterà forse mai il bene di quelle anime. Sulla terra nessun premio; ma sarà sempre così? Oh, viva il nostro Dio! che è onnisciente, sapientissimo. Il bene è scritto nel Cuore di Gesù e non si cancella in eterno. Il bene ce lo portiamo appresso; esso è proprietà di chi lo compie.
Gesù è sapientissimo! Si rallegrino dunque i buoni! Egli sa tutti i nostri pii desideri, conosce lo sforzo, l'amore che portiamo nel cuore, anche quando non riusciamo davanti agli uomini. Temano i cattivi per il proprio stolto ragionamento: nessuno mi sente, non c'è alcuno che mi vede, nessuno saprà; neppure il confessore, neppure l'aria; l'ho fatta franca... Chi ragiona così commetterà due colpe: cioè la mancanza e l'ostinazione nell'occultarla.
Cantiamo il «Dixit Dominus» che ci mostra Gesù Giudice e trionfatore dei Suoi nemici, dopo aver bevuto al torrente del dolore, e recitiamo le prime due parti della coroncina all'Angelo Custode perché ci ottenga un giudizio favorevole.
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SALMO 109

Dixit Dominus Domino meo * sede a dextris meis.
Donec ponam inimicos tuos, * scabellum pedum tuorum.
Virgam virtutis tuae emittet Dominus ex Sion: * dominare in medio inimicorum tuorum.
Tecum principium in die virtutis tuae in splendoribus sanctorum; * ex utero ante luciferum genui te.
Iuravit Dominus et non poenitebit eum: * Tu es sacerdos in aeternum secundum ordinem Melchisedech.
Dominus a dextris tuis: * confregit in die irae suae reges.
Iudicabit in nationibus, implebit ruinas: * conquassabit capita in terra multorum.
De torrente in via bibet: * propterea exaltabit caput.
Gloria Patri, etc.

CORONCINA ALL'ANGELO CUSTODE

1. Angelo mio Custode, voi siete un purissimo spirito sempre vicinissimo a me e tuttavia sempre inabissato, con tutta la corte celeste, nella contemplazione e nel gaudio della SS. Trinità.
Nella vostra intimità con Dio, ottenetemi viva fede, ferma speranza, ardente desiderio del Paradiso. Fatemi conoscere sempre meglio che sono creato per Dio e che Egli è il sommo ed unico Bene ed eterna mia felicità. Comunicatemi la suprema sapienza di considerarmi pellegrino sopra la terra, ordinare tutta la vita al cielo ed in ogni cosa cercare prima il regno di Dio e la sua giustizia.

Gloria al Padre. Angelo di Dio.

2. Angelo mio Custode, voi siete il ministro della mia eterna salvezza, destinato a sempre illuminare, custodire reggere e governare me che vi fui affidato dalla pietà celeste. Dio vi elesse; portarmi nelle mani, perché non inciampi nei pericoli dell'anima e del corpo; a prevedere gl'inganni del mondo e sventare tutti
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gli ostacoli, perché l'anima mia possa conservarsi illibata in mezzo a questa peste di errori e di vizi.
Ispiratemi il santo volere di Dio, illuminate chi mi guida, tenetemi sulla retta via, presentate al Signore le mie preghiere. Soprattutto difendetemi dagli assalti del nemico nell'ora della mia morte, perché spiri in pace l'anima mia

Gloria al Padre. Angelo di Dio.

2. Ci presenteremo a Gesù Giudice sapientissimo. - Disse ancora Gesù ai suoi discepoli: C'era un ricco, il quale aveva un fattore che fu accusato davanti a lui come dissipatore dei suoi beni. Ed egli, chiamatolo, gli disse: Che è mai quello che sento di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più tenerla. E il fattore disse fra sé: Ed ora che farò, che il padrone mi leva la fattoria? A zappare non son buono, a limosinare mi vergogno. So ben io quel che farò, affinché, levata che mi sia la fattoria, ci sia chi mi riceva in casa sua. Chiamati pertanto ad uno ad uno i debitori del padrone, disse al primo: Tu quanto devi al mio padrone? E quello rispose: Cento barili d'olio. Ed egli: Prendi la tua scritta, siedi presto e scrivi cinquanta. Poi chiese ad un altro: E tu quanto devi? E quello: Cento staia di grano. Gli dice: Prendi la tua carta e scrivi ottanta.
Il padrone lodò il fattore infedele, perché aveva agito con accortezza; che i figli di questo secolo sono, nel loro genere, più avveduti dei figli della luce. Ed io vi dico: fatevi degli amici colle ricchezze ingiuste; affinché, quando veniate a mancare, quelli vi ricevano nelle tende eterne
(Luca 16,1-9).
Nel giorno del Giudizio, chiuso il tempo della misericordia, Gesù farà valere la giustizia e il potere ricevuto dal Padre: «Omne judicium dedit Filio»: il
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Padre ha dato a Gesù aoristo l'autorità di giudicare, i buoni e i cattivi. E Gesù rimunererà con giustizia tutto il bene e punirà tutto il male.
Tutto il bene: anche le minime azioni avranno la loro ricompensa. Un bicchier d'acqua dato a un povero per amor di Dio, non rimarrà senza premio e premio abbondante. Quante opere buone si compiono e non se ne riceve ricompensa alcuna sulla terra! Si può dire che la maggior parte dei doveri compiuti nel segreto della famiglia, la maggior parte dei sacrifici fatti nel segreto del nostro cuore, il più bello dell'amore con cui le anime cercano il Signore, rimane occulto. Gesù però lo pesa e dà a ogni opera il merito e il premio proporzionato. In ogni opera entrano: l'intenzione con cui si opera; lo stato dell'anima, in grazia o meno, durante le azioni; il grado di cognizione, conoscenza e avvertenza che precede; la intensità, più o meno grande, del consenso della volontà; il valore dell'opera in sé, più o meno buona o cattiva il modo di compierla, cioè quanto santamente o meschinamente. Per acquistare merito, il bene deve essere completo: «Bonum ex integra causa»; il male è tale «ex quocumque defectu»: il bene deve constare dalla totalità; il male, da qualunque deficienza. Ora nel mondo vi è una bilancia ingannatrice: si giudica dalle apparenze: «Statera dolosa in manu eius»; Dio invece tiene conto di ogni elemento: nulla Gli sfugge. Particolarmente della nostra vita noi ci rendiamo meritevoli o colpevoli. Il bene si accumula...: sembrerebbe quasi che Iddio se ne dimentichi: mano! Sarà portato tutto al suo tribunale. Si accumula pure il male in certe anime. Sembrerebbe quasi che Iddio taccia, anche quando il male diviene ostinato, sfacciato. Dio è buon rimuneratore anche quando ritarda.
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Viene il giudizio, e quale gioia sarà per l'anima quando finalmente s'incontrerà con Gesù e contemplerà il volto sorridente e buono di questo Padre, di questo Gesù che essa ha cercato ed amato! Oh, voi che vi siete consacrati al Signore e che Gli avete dato tutto il cuore: pensate un giorno quale incontro farete! Sarà l'incontro di un figliuolo che vede il padre desiderato, amatissimo; di un amico che finalmente si trova tra le braccia dell'amico. Sarà il momento della gran festa.
Viene il giudizio; quanto sarà terribile l'incontro del peccatore con Gesù sdegnato! un accusato nel comparire al tribunale umano, morì! un figlio ingrato, che causava la morte della madre con i suoi delitti, e avvicinatosi al letto della morente, nel sentirsi dire: Ah, figlio, come hai trattato tua madre!, svenne. Che sarà nel comparire innanzi a Dio?
Analizziamo le nostre opere: non fermiamoci alla superficie, alle apparenze. «Nolite timere eos qui occidunt corpus; timete eum qui potest et animam et corpus perdere in Gehennam»: «non temete coloro che uccidono il corpo; temete colui che può gettare l'anima e il corpo nella geenna»1.
Non badiamo al giudizio degli uomini, ma alla realtà delle opere. Diceva S. Paolo: «Qui judicat me, Dominus est»: chi mi giudica è il Signore2. Si devono evitare: l'ipocrisia che copre il male con un mantello di innocenza; il rispetto umano che lascia il bene per timore degli uomini. Se le nostre opere sono sostanzialmente di bene, avranno il premio; ma se sono mancanti, che sarà di noi? Facciamo il bene; e con ogni rettitudine!
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Canto: «Confitebor tibi Domine», ricordando bene: «Initium sapientiae, timor Domini»: principio della vita buona è il timor di Dio. Continuiamo la coroncina all'Angelo Custode.

SALMO 110

Confitebor tibi, Domine, in toto corde meo: * in consilio iustorum et congregatione.
Magna opera Domini: * exquisita in omnes voluntates eius.
Confessio et magnificentia opus eius: * et iustitia eius manet in saeculum saeculi.
Memoriam fecit mirabilium suorum, misericors et miserator Dominus: * escam dedit timentibus se.
Memor erit in saeculum testamenti sui: * virtutem operum suorum adnuntiabit populo suo:
Ut det illis hereditatem gentium: * opera manuum eius veritas et judicium.
Fidelia omnia mandata eius, confirmata in saeculum saeculi: * facta in veritate et aequitate.
Redemptionem misit populo suo: * mandavit in aeternum testamentum suum.
Sanctum et terribile nomen eius: * initium sapientiae et timor Domini.
Intellectus bonus omnibus facientibus eum: * laudatio eius manet in saeculum saeculi.

Gloria Patri, etc.

CORONCINA ALL'ANGELO CUSTODE
(Seguito)

3. Angelo di Dio, voi avete accettato e compiuto finora l'ufficio di custodire me tanto indegno e di accompagnarmi nella vita. Vi ringrazio di cuore. Vi chiedo pure umilmente perdono per essere stato tante volte sordo alle vostre ispirazioni. Non vogliate abbandonarmi. Fu ignoranza, fragilità od anche malizia; ma per me la vostra amicizia è gran tesoro. Vogliate, anzi, mostrarvi tanto più premuroso quanto più mi vedete debole ed infelice.
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Ottenetemi queste grazie da Gesù e da Maria: cuore aperto e docile ai vostri consigli; rispetto in ogni luogo alla vostra presenza; fiducia Continua nella vostra sollecita custodia; vera divozione verso di voi, mio fratello, benefattore, per esservi un giorno, concittadino in cielo.

Gloria al Padre. Angelo di Dio.

4. Angelo mio Custode, fedele e forte in virtù, voi siete uno degli Angeli che in cielo, guidati da S. Michele. vinsero satana ed i suoi seguaci. La lotta di un giorno in cielo continua ora sopra la terra: il principe del male ed i suoi seguaci contro Gesù Cristo, vivente nella Chiesa, si disputano le anime.
Ottenetemi fedeltà alla rinuncia al demonio e alle sue opere, e fedeltà alle promesse fatte per me nel battesimo; accrescete in me la fortezza per vivere unito a Gesù Cristo, di cui divenni soldato nella Cresima. Guardate alla mia debolezza ed al pericolo in cui sono di perdermi. Datemi anche vero spirito di apostolato. La lotta è contro il demonio. Scopritemi le sue insidie combattete accanto a me, ottenetemi la perseveranza finale, perché porti al tribunale di Dio la veste bianca per innocenza od almeno per penitenza.

Gloria al Padre. Angelo di Dio.

3. Ci presenteremo a Gesù Giudice onnipotente. - Un uomo stando per viaggiare, chiamati i suoi servi consegnò loro i suoi beni: a chi diede cinque talenti a chi due, a chi uno, a ciascuno secondo la sua capacità e subito partì. Or colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a negoziarli e ne guadagnò altri cinque Similmente quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Ma colui che ne aveva ricevuto uno, andò a fare una buca nella terra e ivi nascose il denaro del suo padrone. Or molto tempo dopo ritornò il padrone di quei servi e li chiamò a render conto. E venuto quello che aveva ricevuto cinque talenti, ne
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presentò altri cinque. E il padrone a lui: Bene, servo buono e fedele, perché sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; entra nella gioia del tuo Signore. E, presentatosi l'altro che aveva ricevuto due talenti disse: Signore, me ne hai affidati due: eccone guadagnati altri due. E il padrone a lui: Bene, servo buono e fedele, perché sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; entra nella gioia del tuo Signore. Presentatosi poi anche quello che aveva ricevuto un talento solo: Signore, disse, so che tu sei un uomo duro e che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; e, temendo, nascosi il mio talento sotterra: eccoti il tuo. Ma il padrone gli rispose: Servo iniquo ed infingardo, tu sapevi che io mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; e quindi dovevi portare il mio denaro ai banchieri, così al ritorno avrei ritirato il mio con l'interesse; toglietegli perciò il talento e datelo a quello che ne ha dieci. A chi dunque ha, sarà dato e sovrabbonderà; ma a chi non ha, sarà tolto anche quel poco che sembra avere. E l'inutile servo gettatelo fuori nel buio: ivi sarà pianto e stridor di denti (Mt 25,14-30).
Gesù Cristo è Giudice onnipotente. Egli dirà a chi avrà fatto bene: «Entra nel gaudio del tuo Signore»; e il servo buono s'innalzerà, e i cieli s'apriranno sopra di lui; nonostante la rabbia di Lucifero, entrerà nel regno dei beati, portato dalla onnipotente parola di Gesù. Dirà agli Angeli riguardo al servo iniquo: «Levatelo di qua, gettatelo nel buio». Il servo iniquo sarà precipitato immediatamente; non varranno le preghiere né i pianti; che la parola onnipotente di Gesù lo piomberà in quegli abissi oscuri, dove sarà pianto e stridor di denti.
Si fa poco conto di Gesù sulla terra. I Farisei lo accusarono, Pilato lo flagellò e lo condannò, i soldati
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lo crocifissero e lo schernirono. Si fa poco conto di Gesù: si disprezzano i suoi comandamenti e si trascurano i suoi consigli, le sue ispirazioni; lo si offende liberamente perfino in chiesa; lo si bestemmia anche pubblicamente, e v'è pure qualche infelice che s'induce a tradire Gesù Cristo, quando si comunica macchiato di colpa! Ma Gesù tacerà sempre? Egli non saprà far valere la sua autorità? i suoi comandamenti? i suoi consigli? No, non tacerà sempre. Verrà giorno in cui noi saremo davanti alla sua onnipotenza, come bimbi piccolissimi dinanzi al gigante Golia.
Quale frutto dobbiamo ricavare? Siamo sempre pronti e, quindi, fedeli all'esame di coscienza. Chi si esamina e si condanna, non sarà esaminato e non sarà condannato. Le mancanze che accusiamo davanti a Dio, e di cui chiediamo perdono, e detestiamo nella confessione, vengono scannellate. Quanto è cieco, chi, spensieratamente, dissimulando i rimorsi della coscienza, se ne va al Giudizio con l'anima macchiata!
Esame di coscienza al mattino; esame di coscienza nella giornata; esame di coscienza alla fine della settimana per la confessione; esame di coscienza alla fine del mese, nel ritiro mensile; esame di coscienza annuale, negli esercizi spirituali. Scopriamo, scandagliamo bene il nostro cuore per trovare tutto. Quanto più troviamo e detestiamo del nostro male, tanto meno ne porteremo al giudizio.
Ricordiamoci: al giudizio non avremo difese, ma sulla terra abbiamo un gran mezzo; quello cioè di poterci esaminare, di poterci pentire e ricevere il perdono. Abbiamo il timore di Dio. Vedendoci così poveri di meriti, lavoriamo intensamente, diligentemente per acquistarne; supplichiamo Gesù Cristo a darci i suoi. Allora noi ci incontreremo con cuore tranquillo con il nostro Giudice che sarà il nostro rimuneratore,
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il Padre che ci verrà incontro per introdurci nella beata casa celeste.
Recitiamo l'ultima parte della coroncina all'Angelo, dopo il canto del «Beati quorum».

SALMO 31

Beati quorum remissae sunt iniquitates * et quorum tecta sunt peccata.
Beatus vir, cui non imputavit Dominus peccatum * nec est in spiritu eius dolus.
Quoniam tacui, inveteraverunt ossa mea, * dum clamarem tota die.
Quoniam die ac nocte gravata est super me manus tua * conversus sum in aerumna mea, dum configitur mihi spina.
Delictum meum cognitum tibi feci: * et injustitiam meam non abscondi.
Dixi: Confitebor adversum me injustitiam meam Domino: * et tu remisisti impietatem peccati mei.
Pro hac orabit ad te omnis sanctus, * in tempore opportuno.
Veruntamen in diluvio aquarum multarum * ad eum non approximabunt.
Tu es refugium meum a tribulatione, quae circumdedit me * exultatio mea, erue me a circumdantibus me.
Intellectum tibi dabo, et instruam te in via hac, qua gradieris: * firmabo super te oculos meos.
Nolite fleri sicut equus et mulus, * quibus non est intellectus.
In camo et freno maxillas eorum constringe, * qui non adproximant ad te,
Multa flagella peccatoris, * sperantem autem in Domino misericordia circumdabit.
Laetamini in Domino et exultate, justi * et gloriamini, omnes recti corde.

Gloria Patri, etc.
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CORONCINA DELL'ANGELO CUSTODE
(Seguito)

O Angeli tutti del Signore, voi siete chiamati a fare nobile corte, dare lode e benedire incessantemente l'Augusta Trinità; a riparare alle nostre dimenticanze. Siete i veri amatori di Dio e delle anime e continuate il canto «Gloria a Dio nel cielo altissimo e pace in terra agli uomini di buona volontà».
Formate l'esercito celeste contro l'esercito dell'inferno, perché sia Santificato il nome di Dio, venga il regno di Gesù Cristo, si compia la sua volontà, come in cielo così in terra. Supplicate l'Immacolata Regina degli Apostoli per la Chiesa di Gesù Cristo; vegliate sopra tutta l'umanità, perché viva nella pace e riconosca il suo Dio e l'eterno giudice. Stendete la vostra protezione sopra i governanti, i lavoratori, i sofferenti. Cacciate nell'inferno i demoni, salvate tutti dalle loro arti e dallo spiritismo: affinché si stabilisca il regno della verità, della giustizia e dell'amore. Così sia.
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1 Eb 9,27.

1 Dn 7,10.

1 Mt 10,28.

2 1Cor 4,4.