Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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III
COME PREPARARSI ALLA MORTE

Chiediamo al Maestro Divino la grazia di poterci preparare convenientemente all'ultimo passo negli estremi momenti della vita. Particolarmente chiediamo la grazia di fare santamente ogni confessione come se fosse l'ultima della vita e, quindi, bene l'ultima confessione, di ricevere santamente il Viatico di ricevere santamente l'Estrema Unzione. Inoltre preghiamo Gesù Maestro qui presente, affinché, per Sua misericordia, voglia concedere a tutti i moribondi la grazia di ricevere i Sacramenti, o almeno di partire da questa terra perfettamente riconciliati con Dio: portando con se soltanto i meriti, e nessun debito verso la Divina Giustizia.
Faremo come conclusione il proposito di confessarci sempre bene, come vorremmo confessarci in punto di morte; di ricevere la Santa Comunione ogni volta come se dovessimo morire subito dopo, e di nutrire una grande devozione a S. Giuseppe, protettore dei moribondi.

1. Chiedere la grazia di fare santamente la Confessione. - Giunta dunque la sera di quel giorno, il primo dopo il saziato, ed essendo, per paura dei Giudei, chiuse le porte di quel luogo dove i discepoli erano andati, Gessi venite e stette in mezzo a loro, e disse: Pace a voi. E, ciò detto, mostrò loro le mani ed il costato,
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e i discepoli gioirono al vedere il Signore. Disse loro di nuovo Gesù: Pace a voi. Come il Padre ha mandato me, così io mando voi. E, detto questo, alitò opra di loro e disse: Ricevete lo Spirito Santo. Saranno rimessi i peccati a chi li rimetterete, e ritenuti, a chi li riterrete (Giov. 20,19-23).
Il Maestro Divino conferisce agli Apostoli, e, in essi, a tutti i loro successori e a tutti i Sacerdoti, il potere divino della remissione dei peccati. Quando stanchi, affranti, ammalati, giaceremo in un letto, il nostro pensiero volerà alla vita trascorsa; ai debiti contratti con la Divina Giustizia. Penseremo sbigottiti al giudizio vicino; ci immagineremo di comparire davanti a Gesù Giudice e che un demonio venga a recitare la triste storia di certi nostri giorni. E davvero il nostro sbigottimento ci porterebbe alla disperazione se non sapessimo voltarci alla parete dove pende il Crocifisso, conforto di chi spera in Lui. Gesù, prima di dare la potestà della remissione dei peccati, mostrò il suo costato aperto, mostrò le ferite delle sue mani. Ecco la nostra speranza: il sangue e la passione di Gesù Cristo, lei ferite delle mani e dei piedi del Divin Salvatore. Il costato è ancora aperto, perché la lancia che lo ha | aperto non l'ha chiuso; il peccato ha ferito quel Cuore, ma la misericordia di Dio ha tenuto aperta la ferita affinché potessimo rifugiarci in essa in qualunque giorno e momento della vita. Il nostro cuore sarà rallegrato da una speranza nuova, cioè da quel divino potere che Gesù Crocifisso e Risorto conferì agli Apostoli: «A chiunque rimetterete i peccati, saranno rimessi»1.
Voglia il Signore concederci la grazia di poter ricevere in punto di morte i Sacramenti dei moribondi Chi ha rispetto per il Sacerdote, dice Sant'Alfonso
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merita di essere assistito in punto di morte da un buon Sacerdote. S. Teresa diceva che avrebbe volentieri baciato la terra dove passava un Sacerdote. Affermava che per lei la mano del Sacerdote, destinata a scioglierla dai suoi debiti con Dio, era sacra quanto quella di Gesù Cristo. Rispettiamolo il Sacerdote, poiché dovrà aprirci la porta del Cielo in punto di morte.
Allora incontreremo certamente molte difficoltà che ci renderanno difficile una buona confessione: il male con la febbre che d'ordinario lo accompagna; l'angustia del tempo, il timore di manifestare certe, mancanze, il diavolo della disperazione che ci mostrerà le colpe forse troppo numerose e troppo gravi. In quel momento avremo bisogno di tanta confidenza: confidenza nelle piaghe di Gesù, nel Suo costato aperto. Ma questa confidenza verrà certo concessa a chi si abitua a confessarsi bene. Chi si confesserà bene allora? Chi si abitua a fare bene il Ritiro Mensile. Il Ritiro Mensile, dice un pio autore, è uno dei più bei segni di fervore, se viene praticato bene e costantemente; perché fa sì che ogni mese si aggiustino i conti con Dio.
Cantiamo ora il salmo: «Laudate Dominum, omnes gentes» per lodare Gesù Maestro che ha istituito il Sacramento della Penitenza, ancora di salvezza, per chi fa naufragio della sua innocenza. E recitiamo le «Litanie degli agonizzanti».

SALMO 116

Laudate Dominum, omnes gentes: * laudate eum, omnes populi.
Quoniam confirmata est super nos misericordia eius * et veritas Domini manet in aeternum.
Gloria Patri et Filio * et Spiritui sancto.
Sicut erat in principio et nunc et semper * et in saecula saeculorum. Amen.
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LITANIE DEGLI AGONIZZANTI

Kyrie, eleison
Christe, eleison
Kyrie, eleison Sancta Maria, ora pro nobis
Omnes sancti Angeli et Arcangeli, orate
Sancte Abel, ora
Omnis chorus justorum, orate
Sancte Abraham, ora
Sancte Joannes Baptista, ora
Sancte Joseph, ora
Omnes sancti Patriarchae et Prophetae, orate
Sancte Petre, ora
Sancte Paule, ora
Sancte Andrea, ora
Sancte Joannes, ora
Omnes sancti Apostoli et Evangelistae, orate
Omnes sancti Discipuli Domini, orate
Omnes sancti Innocentes, orate
Sancte Stephane, ora
Sancte Laurenti, ora
Omnes sancti Martyres, orate
Sancte Silvester, ora
Sancte Gregori, ora
Sancte Augustine, ora
Omnes sancti Pontifices et Confessores, orate
Sancte Benedicte, ora
Sancte Francisce, ora
Sancte Camille, ora
Sancte Joannes de Deo, ora
Omnes sancti Monachi et Eremitae, orate
Sancta Maria Magdalena, ora
Sancta Lucia, ora
Omnes sanctae Virgines et Viduae, orate
Omnes Sancte et Sanctae Dei, intercedite pro nobis
Propitius esto, parce nobis Domine
Propitius esto, libera nos Domine
Propitius esto, exaudi nos Domine
Ab ira tua, libera
A periculo mortis, libera
A mala morte, libera
A poenis inferni, libera
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Ab omni malo, libera
A potestate diaboli, libera
Per nativitatem tuam, libera
Per crucem et passionem tuam, libera
Per mortem et sepulturam tuam libera
Per gloriosam resurrectionem tuam, libera
Per admirabilem ascensionem tuam, libera
Per gratiam Spiritus Sancti Paracliti, libera
In die judicii, libera Peccatores te rogamus; audi nos
Ut nobis parcas, te rogamus; audi nos
Kyrie, eleison
Christe eleison
Kyrie eleison
S. Giuseppe, padre putativo di Gesù Cristo, e vero sposo di Maria Vergine, pregate per noi e per gli agonizzanti di questo giorno.

2. Chiedere la grazia di ricevere santamente il Viatico. - Gli (a Gesù) dissero i Giudei: I nostri Padri mangiarono la manna del deserto, come sta scritto: Diede loro a mangiare pane venuto dal cielo. E Gesù rispose loro: In verità vi dico: Mosè non vi diede il pane del cielo, ché pane di Dio è quello che discende dal cielo e dà al mondo la vita. Gli risposero: Signore dacci sempre di codesto pane. E Gesù disse loro: Io sono il pane di vita: chi viene a me non avrà mai più fame; e chi crede in me non avrà mai più sete (Giov. 6,31-35).
Questo discorso, contiene la promessa dell'Eucarestia. In punto di morte, mentre la vita terrena ci sfuggirà, noi gusteremo più che altre volte la bellezza di questa divina promessa: «Chi mangia la mia carne... vivrà in eterno»1. Pensando alle nostre ore già contate e ridotte a poche, alla promessa di una vita che
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non finirà, quanto ci sarà di conforto e di consolazione il ricordo della S. Comunione! L'Ostia Santa è un divino germoglio di vita. L'albero della vita naturale verrà atterrato. Ma un nuovo innesto verrà fuori dalla cenere di quell'albero. «Tu, essendo un olivastro, sei stato innestato su una buona oliva»1. E questo innesto sarà animato dalla vita di Gesù Cristo. Noi siamo sue membra. Sentiremo che, unendoci a Gesù nell'Eucarestia, noi vivremo della sua vita eterna. Chiediamo sempre al Signore la grazia di poter ricevere la Comunione in punto di morte e riceverla con fervore; ma meritiamola facendo delle Comunioni sante. Se un'anima per anni ed anni, con fedeltà, con amore, con sacrificio, si è comunicata quotidianamente, ha meritato tanto presso il Signore. Ed ecco là quel buon servo di Dio, ammalato, affranto, sfinito: le sue labbra non possono quasi più sillabare preghiera; i dolori l'hanno inchiodato sul letto e quasi non può più fare movimento, ma il suo cuore è acceso: egli ha amato Gesù. In quel momento Gesù si partirà dalla Chiesa, portato dalla mano Consacra h di un buon Sacerdote. Questo figliuolo non ha cercato altri che Gesù; ha dato il suo cuore a Gesù, ogni giorno; e Gesù lo ha amato: ora s'incontrano come due amici sul letto di morte. Felice incontro, quando quest'anima potrà dire: Mi sono consumata di amore! E Gesù risponderà: Ed io sono il Sommo bene, io sarò con te. «Ego... merces tua magna nimis»2.
Un secondo mezzo per meritare la grazia di ricevere bene il Viatico è il fare i nove primi venerdì del mese. Ecco la grande promessa di Gesù stesso: «Io prometto, nell'eccesso della mia misericordia, che coloro i quali per nove mesi, il primo venerdì, si accosteranno alla Comunione,
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non moriranno all'improvviso o senza i Santi Sacramenti, o in mia disgrazia».
Grande promessa, legata ad una pratica tanto facile: fare nove Comunioni al primo venerdì, per nove mesi consecutivi. Per un'anima religiosa o molto pia la Comunione è cosa così consueta, che quasi non si ricorda di essere al primo venerdì. Ma si metta l'intenzione ora: poi, ancorché ci se ne dimentichi, sarà sufficiente. Soprattutto sia la Comunione molto fervorosa!
Sublime la preghiera del Sacerdote nell'assistere il moribondo. Canteremo «Adoro te devote». Reciteremo un'altra parte della raccomandazione dell'anima.

ADORO TE, DEVOTE

Adoro Te, devote latens Deitas
quae sub his figuris vere latitas.
Tibi, se cor meum totum subjicit,
quia Te contemplans, totum deficit.

Visus, tactus, gustus in Te fallitur,
sed auditu solo tuto creditur:
credo quidquid dixit Dei filius
nihil hoc verbo veritatis verius.

O memoriale mortis Domini;
panis vivus, vitam praestans homini.
Praesta meae menti de te vivere,
et te illi semper dulce sapere.

Pie Pellicane, Jesu Domine,
me immundum munda tuo sanguine,
cuius una stilla salvum facere
totum mundum quit ab omni scelere.

Jesu, quem velatum nunc adspicio,
oro fiat illud quod tam sitio:
ut te revelata cernens facie,
visus sim beatus tuae gloriae. Amen.

PREGHIERA

Parti, anima cristiana, da questo mondo, in nome di Dio padre onnipotente che ti creò; in nome di Gesù
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Cristo, Figliuolo di Dio vivo, che patì per te; in nome dello Spirito Santo, che fu infuso in te; in nome della gloriosa e Santa Madre di Dio, la Vergine Maria; in nome di San Giuseppe, augusto Sposo della stessa Vergine; in nome degli Angeli e degli Arcangeli; in nome dei Troni e delle Dominazioni; in nome dei Principati e delle Potestà; in nome delle Virtù dei Cherubini e dei Serafini; in nome dei Patriarchi e dei Profeti; in nome dei Santi Apostoli ed Evangelisti, in nome dei Santi Martiri e Confessori, in nome dei Santi Monaci ed Eremiti; in nome delle Sante Vergini e di tutti i Santi, e Sante di Dio: oggi sia nella pace il tuo soggiorno e la tua dimora nella Santa Sionne. Per lo stesso Cristo Signor Nostro.
Dio misericordioso, Dio clemente, Dio che nell'immensa tua misericordia cancelli i peccati dei pentiti e rimetti col beneficio del perdono le colpe dei delitti passati, riguarda propizio su questo tuo servo N., e donagli, pietoso, la remissione di tutti i suoi peccati che ti domanda con sincera confessione di cuore. Rinnova in lui, Padre piissimo, quanto fu corrotto dalla terrena fragilità o violato dalla malizia diabolica, e riunisci all'unità del corpo della Chiesa questo membro redento. Signore, abbi pietà dei suoi gemiti, abbi pietà delle sue lacrime: e dacché non ha fiducia che nella tua misericordia ammettilo al sacramento della tua riconciliazione. Per Cristo Signor nostro. Così sia.

3. Chiedere la grazia di ricevere santamente l'Estrema Unzione. - Dice San Giacomo: Si ammala qualcheduno tra di voi? Faccia chiamare i Sacerdoti della Chiesa ed essi preghino sopra di lui, ungendolo con l'olio nel nome del Signore. E la preghiera della fede salverà il malato, e il Signore gli darà sollievo; e se avesse dei peccati, gli saranno perdonati. Confessate adunque l'uno all'altro i vostri peccati, e pregate l'uno per l'altro per essere salvi perché molto vale l'assidua preghiera del giusto (Giac. 5,14-16).
L'Unzione degli infermi ha principalmente l'effetto di
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sciogliere l'anima dagli ultimi debiti contratti con Dio, e cioè da certi peccati veniali, da certe colpe che magari erano state dimenticate o non si sono più potute confessare; di togliere quelle pene che ancora si dovrebbero scontare nell'altra vita, almeno in parte, e di dare anche la salute corporale, se è volontà di Dio, utile ed espediente per l'anima. E particolarmente l'Estrema Unzione porterà conforto, pazienza, serenità, amore di Dio, disposizione a sopportare il male e ad accettare volentieri la morte, se tale è il volere di Dio. Questo Sacramento spesso per trascuratezza viene conferito quando il malato è ormai fuori dei sensi; come se le cose più sante dovessero confinarsi per quei momenti in cui l'infermo è incosciente e, quindi, quando il Sacramento più non gioverebbe o raramente e, certo, scarsamente. Ah, che torto si fa a Dio! E questo sotto il pretesto di carità verso l'infermo! Carità veramente inconcepibile per i cristiani che hanno fede; carità crudele. Ma noi meritiamoci la grazia di ricevere per tempo e con le dovute disposizioni questo Sacramento.

Ecco alcuni mezzi:
a) Assistere bene i moribondi e gli ammalati affidati alle nostre cure. Quando v'è un ammalato bisogna pensare in primo luogo alla sua anima. L'infermeria è da santificarsi. Vi sono dei malati per i quali la malattia diventa come un corso di Esercizi: riflettono, entrano in sé stessi e, se guariscono con la divina grazia, si rialzano migliorati, cambiati. Ma vi sono degli ammalati, specialmente fra i giovani, che guariscono nel corpo ma diventano malati nello spirito. Santificare il dolore, santificare i giorni di malattia.
b) se dobbiamo assistere gli ammalati, eccitiamoli alla pazienza, all'unione con Dio, alla speranza nel Crocifisso; aiutiamoli a recitare qualche preghiera, anche
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brevissima, ma frequente. Eccitarli al bacio del Vangelo, a fare la novena del bacio e della lettura almeno di qualche versetto di Vangelo, specialmente di quei tratti che più si riferiscono alla passione di Gesù Cristo. Con questa pratica che bel triduo, che belle novene si potrebbero fare!
c) Se l'ammalato si aggrava, pensiamo per tempo ad aiutarlo con tanta carità a ricevere i Sacramenti. S. Camillo de Lellis, tanto devoto di Gesù agonizzante, assisteva i malati con amore. Qualche volta gli Angeli venivano a suggerirgli sensibilmente all'orecchio le parole da dire all'ammalato. E quindi il suo nome è stato aggiunto nelle litanie dei Santi.
d) Procuriamo che i malati ricevano per tempo i Sacramenti. Non crediamo di fare troppo presto. Per farci santi non è mai troppo presto, tanto più quando si prevede che la fine della vita sta per concludersi. Chi ha tempo non aspetti tempo! Tramandare è arrischiare! E nessuna sicurezza è soverchia, quando è in gioco l'eternità, dice S. Agostino.
e) Altro mezzo: La divozione a San Giuseppe, protettore dei moribondi. Egli ebbe la grazia di morire tra le braccia di Gesù e di Maria; e perciò noi vogliamo coltivare questa divozione speciale a S. Giuseppe, protettore degli agonizzanti. Si ripetano bene le giaculatorie; si recitino le litanie; si reciti la sua coroncina. Specialmente si cerchi di santificare il primo mercoledì del mese, ed il mese di Marzo dedicati al suo nome.
Cantiamo il «Te Ioseph» ad onore di S. Giuseppe e recitiamo ancora un'altra parte della raccomandazione dell'anima.

TE JOSEPH

Te, Joseph, celebrent agmina coelitum,
Te cuncti resonent christiadum chori,
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Qui clarus meritis, iunctus es inclytae
Casto foedere Virgini.

Almo cum tumidam germine coniugem
Admirans, dubio tangeris anxius,
Afflatu superi Flaminis Angelus
Conceptum puerum docet,

Tu natum Dominum stringis, ad exteras
Aegypti profugum tu sequeris plagas;
Amissum Solymis quaeris, et invenis,
Miscens gaudia fletibus.

Post mortem reliquos sors pia consecrat,
Palmamque emeritos gloria suscipit:
Tu vivens, Superis par, frueris Deo,
Mira sorte beatior.

Nobis, summa Trias, parce precantibus,
Da Joseph meritis sidera scandere:
Ut tandem liceat nos tibi perpetim
Gratum promere canticum. Amen.

PREGHIERA

Ricevi, Signore, il tuo servo nel posto della salvezza che gli dà a sperare la tua misericordia. Così sia.
Libera Signore, l'anima del tuo servo da tutti i pericoli dell'inferno, dai lacci delle pene e da tutte le tribolazioni. Così sia.
Libera, Signore, l'anima del tuo servo, siccome liberasti Enoc ed Elia dalla comune morte del mondo. Così sia.
Libera, Signore, l'anima del tuo servo, come liberasti Noè dal diluvio. Così sia.
Libera, Signore, l'anima del tuo servo, come liberasti Abramo da Ur dei Caldei. Così sia.
Libera, Signore, l'anima del tuo servo, come liberasti Giobbe dalle sue sofferenze. Così sia.
Libera, Signore, l'anima del tuo servo, come liberasti Isacco dall'essere immolato dalla mano di suo padre Abramo. Così sia.
Libera, Signore, l'anima del tuo servo, come liberasti Lot dai Sodomiti e dalla fiamma del fuoco. Così sia.
Libera, Signore, l'anima del tuo servo, come liberasti
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Mosè dalle mani di Faraone re d'Egitto. Così sia.
Libera, Signore, l'anima del tuo servo, come liberasti Daniele dalla fossa dei leoni. Così sia.
Libera, Signore, l'anima del tuo servo, come liberasti i tre fanciulli dalla fornace ardente e dalle mani dell'iniquo re. Così sia.
Libera, Signore, l'anima del tuo servo, come liberasti Susanna dalla falsa accusa. Così sia.
Libera, Signore, l'anima del tuo servo, come liberasti David dalle mani del re Saulle e dalle mani del re Golia. Così sia.
Libera, Signore, l'anima del tuo servo, come liberasti Pietro e Paolo dalle carceri. Così sia.
E come liberasti la beatissima Tecla, Vergine e Martire tua, da tre atrocissimi tormenti, così degnati di liberare l'anima di questo tuo servo e di farlo gioire con te nei beni celesti. Così sia.
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1 Gv 20,23.

1 Gv 6,55.

1 Rm 11,24.

2 Gn 15,1.