Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Sentite già un po' la letizia del Natale? E questa letizia deve conservarla ognuna. E poi, la vita religiosa è una vita di letizia, /quando la si vive/ (a) e poi si risolve nella letizia eterna. Oh, quindi gli auguri, gli auguri cioè che si faccia un progresso in santificazione.
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Prepararsi al Natale, prepararsi al primo dell'anno, prepararsi al giubileo straordinario concesso dal Papa. E poi, prepararsi all'entrata in paradiso. Sì. Ora, perché la letizia sia piena occorrono /due cose: la/ (a) purificazione e la santificazione.
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La purificazione, cioè togliere il peccato e togliere, quanto ci è possibile, i difetti, gradatamente lavorando per correggerci. E in modo particolare ci serve l'esame di coscienza. L'esame di coscienza ripetuto al mattino e nella giornata e alla sera. E poi, la santificazione.
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La santificazione che consiste nel vivere con progresso. Con progresso la vita. E se vi è la giovinezza, e se vi è la vita religiosa, il noviziato e poi tutta quanta la vita della pastorella. Sì. Quindi, il lavoro che noi dobbiam fare sulla terra è preparazione al cielo. E in cielo non entra niente di macchiato, ma entra Iddio, ecco. E cioè entriamo con Gesù. Allora il gaudio eterno. Che bel posto vi /prepara/ (a) il Signore!
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Però compiere sulla terra questo duplice compito: purificazione e santificazione fino al momento in cui il male, la malattia... Quindi la purificazione e la confessione anche in punto di morte, e l'eucarestia. Ecco quello che sarebbe grande grazia: di morire con questa preparazione. L'ultima purificazione è /l'ultima/ (a) pietà eucaristica, /il santo viatico/ (b).
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Per la purificazione e santificazione, ho detto, vi sono molti mezzi, ma i due mezzi che sono principali, per la purificazione e santificazione, i due mezzi sono la confessione e la pietà eucaristica, l'eucaristia. Perché? Purificazione che è sacramento, l'eucaristia che è sacramento e comunione e adorazione, quindi è pietà eucaristica.
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Questo vi auguro di avere nel corso /di tutto l'anno/ (a): sempre ottime confessioni, ottime comunioni. Non solo si può dir comunione, ma si può dire pietà eucaristica in quanto che è consecrazione, messa, sacrificio; e come messa non solo, ma come comunione e come adorazione.
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Ecco, se noi andando avanti nella vita, miglioriamo con le nostre confessioni e con la nostra pietà eucaristica, facciamo la preparazione di ingresso in cielo, cioè per mezzo della strada più sicura. Più sicura. Ecco. La confessione.
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La confessione, è in sé un grande sacramento di valore infinito; ma il sacramento, che è infinito in sé, ci si applica /nella misura/ (a) in cui noi portiamo le disposizioni. E così avviene della pietà eucaristica, sì. Allora bisogna che noi facciamo meglio le nostre confessioni e sempre meglio la pietà eucaristica.
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Per la confessione, sì: è sacramento. Ma dopo il sacramento, c'è la virtù della penitenza. Di questa si parla meno, di questa virtù, della penitenza; si parla d'ordinario di altre virtù. Ma è una virtù secondo la teologia, la virtù della penitenza. Quanto al sacramento [occorre] la preparazione per ricavare il maggior frutto. La preparazione. Voi sapete bene le condizioni e primo: l'esame di coscienza.
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L'esame di coscienza che sia un po' più intimo. E quindi non tanto badare al difetto o alla mancanza, ma alla causa. La causa. Perché? Perché se la pianta produce i frutti, bisogna che si guardi quello che è la radice. E poi, a rovescio, se facciamo delle mancanze, e vi è qualche radice dentro intimo in noi. E perché c'è stato quel dispiacere, quella mancanza di carità, ecc.? E c'è l'orgoglio, la causa; o c'è l'ira, la causa. Allora sradicare, sradicare. Perché se noi togliamo la radice, la pianta muore da sé, secca! Quanto all'esame.
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Quanto poi /alle due condizioni/ (a), sono il dolore e il proposito, che sono intimamente congiunti. Proposito e, prima, il dolore. Perché se uno si pente davvero, ha sbagliato strada, allora non la prende più, e prende la strada giusta. Sono collegati assieme, e cioè il dolore e il proposito. E così nel corso di un anno qualche cosa si toglierà di male e di difetti. Si /insiste in/ (b) una confessione, in un'altra, e la grazia del Signore e l'impegno che abbiamo, nella misura che abbiamo nelle disposizioni. Quindi procurare il dolore e il proposito che sono uniti e sono due elementi essenzialissimi, cioè assolutamente necessari.
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/Dopo si fa/ (a) l'accusa con semplicità e chiarezza, umiltà. E quasi quasi come facevano i santi: quasi, quasi esageravano. Ma non era una vera esagerazione, era la verità, e cioè per trovare e perché la confessione sia più umile e quindi abbia più frutto.
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La confessione poi si conchiude con la penitenza. La penitenza sarà una preghiera d'ordinario. Una preghiera. La preghiera che può essere breve, come tre Ave Maria, e può essere lunga come la parte di un rosario. La penitenza è collegata al sacramento, è parte del sacramento. Quindi il valore della penitenza è superiore, quindi si merita di più, si ha più frutto. Più frutto perché /quel rosario dato/ (a) e stabilito dal confessore ha maggior valore che se fosse /un rosario/ (b) che recitiamo di nostra disposizione. Ecco il vero augurio: migliorar le confessioni, il sacramento.
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Poi ci vuole la virtù della penitenza. La penitenza è sacramento in sé, ma la virtù è il prolungamento della confessione. E cioè staremo attenti per non commetterne più. Faremo qualche penitenza perché non ricadiamo, e che anzi facciamo la penitenza del passato /e accettiamo qualche mortificazione/ (a), qualche sacrificio. Qualche sacrificio: il sacrificio degli orari, ad esempio, prontezza dal mattino alla sera. E poi anche piccole sofferenze e mortificazioni e preghiere. Che noi dobbiamo sempre ricordare: il peccato è perdonato, ma io ho disgustato il mio Padre celeste. Ho disgustato Gesù e ho dei debiti con Dio. Non ho fatto la penitenza totale /del mio/ (b) male.
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Nella messa, ad esempio, come è /organizzata la/ (a) liturgia, nella messa /sono nove le volte/ (b) che si domanda al Signore perdono, specialmente il sacerdote, se si segue totalmente la liturgia. Comincia dal Confiteor e poi al[la] fine: Domine non sum dignus, Agnus Dei qui tollis peccata mundi. E poi ci sono cinque preghiere. Hanno cinque preghiere che sono il Kyrie eleison, [in cui per] nove volte si domanda perdono, e poi le altre cinque volte in cui si domanda perdono. E questo perché i santi /andavano/ (c) cercando qualche mortificazione, qualche umiliazione, qualche sacrificio.
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Eh già, la natura nostra non è inclinata così. La natura nostra vorrebbe solamente le soddisfazioni. Quindi la virtù della penitenza. Quando le piccole mancanze che hanno commesso tanti santi e tuttavia /si sono/ (a) sentiti sempre più umili, umili. "Io ho disgustato il mio Signore. /Non ho soddisfatto/ (b) i desideri di Dio. Il mio tempo è stato perduto o in questo o in quello. E poi mancanze".
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In secondo luogo migliorare le comunioni o meglio migliorare la pietà eucaristica. La pietà eucaristica. E sarà ancora la pietà eucaristica. Dopo la confessione sarà il viatico. Tolto il male, purificato l'intimo: purificazione. Allora si parte con Gesù e [ci] si incontra con Gesù: di qua si parte con Gesù nel dolore e si arriva con Gesù nel gaudio eterno Gesù è alla destra del Padre, e allora lui chiama a sé le anime che lo hanno seguito, amato.
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Ora questo gran dono dell'eucaristia che Gesù ha stabilito, [lo] aveva promesso e poi [lo] ha compiuto, [lo] ha realizzato nell'ultima cena: "Prendete e mangiate: questo è il mio corpo" [Mt 26,26]. Ecco.
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La messa è la ripetizione /del sacrificio/ (a) del calvario, che viene portato sopra gli altari. Viene portato sugli altari. E lo stesso, però la forma è diversa /dalla/ (b) l'immolazione che c'è stata sul calvario [e] /la medesima vittima/ (c), ma questa vittima [è] offerta in una maniera diversa. Ma la sostanza è uguale. Allora nella messa seguire la parte liturgica e ricordarsi che la messa /è adorazione/ (d), attraverso Gesù Cristo, /al/ (e) Padre celeste. [E'] ringraziamento di tutto quello che si è ricevuto da Dio, specialmente la grazia del battesimo, la grazia della vocazione, ecc..
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E poi dopo: la soddisfazione che è il sangue di Gesù che lava l'anima nostra. Quindi: il dolore, la soddisfazione dei mali che ci sono stati in noi e che ci sono stati nel mondo, nel luogo stesso dove si fa il ministero, l'apostolato pastorale: /in quella/ (a) parrocchia, in quel paese... Soddisfare per i peccati che si commettono in quegli ambienti.
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E poi la supplica: domandare tutte le grazie che riguardano l'umanità, e tutti gli uomini che vivono, e tutti gli uomini che seguono religioni che non sono la religione cristiana, e poi tanti distaccati dalla Chiesa, e poi tanti peccatori nella Chiesa, e poi forse anche negli ambienti, nelle famiglie. Si domandino le grazie necessarie. Oltre la soddisfazione, le grazie necessarie.
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La comunione poi deve considerarsi così: noi abbiamo tutti /da/ (a) alimentare il corpo. E' necessario dar da mangiare al corpo perché viva. E fino alla vostra età, piccole, per crescere. E l'anima no? L'anima ha il suo cibo, e quale cibo? Panem de coelo praestitisti eis, il pane che è venuto dal cielo. "Prendete e mangiate, questo è il mio corpo" [Mt 26,26]. E' Gesù Cristo il nostro pane per l'anima. E' Gesù Cristo stesso. E che cosa riceviamo? Riceviamo Gesù. E che cos'è Gesù? Lui ha detto: "Io sono la via, la verità e [la] vita" [Gv 14,6]. E allora? Ti dà la vita, ti dà la fede, ti dà l'amore, la grazia, l'amore a Dio, l'amore al prossimo.
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Lo prendiamo come alimentazione, ma l'anima nostra ha una intelligenza, la mente; ha una volontà; ha un sentimento, un cuore. Gesù viene a nutrire queste tre facoltà: /dell'intelligenza/ (a) della volontà e del sentimento, del cuore. E' proprio un alimento completo. Un alimento completo. Ci sono degli alimenti che nutrono sotto un aspetto il corpo, e non hanno l'altro aspetto per nutrire il corpo del tutto. Ma qui c'è un alimento prezioso di infinito valore, che è per tutte e [per] ogni anima. Allora le comunioni siano fatte molto bene, molto bene. E poi, oltre a questo, ricordiamo l'adorazione.
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La pietà eucaristica comprende queste tre parti e quindi: la messa e la comunione e l'adorazione. Questo è stato all'inizio del secolo, come abbiamo incominciato il secolo attuale, alla presenza /del Santissimo/ (a) esposto, dopo la messa, a mezzanotte. Oh. Così. Poi i Papi hanno insistito tanto riguardo alla devozione eucaristica. C'è stata l'enciclica di Leone XIII nel 1902 (1) e poi c'è stata l'ultima l'enciclica del Papa Paolo VI (2) [nel] settembre passato. E s. Pio X che ha voluto che le anime accedessero di più all'eucaristia e quindi che i bambini a sette anni, potessero già all'uso di ragione ricevere la comunione, e poi frequentare la comunione nella vita come fate. Ecco.
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Allora, questa vita eucaristica, questa pietà eucaristica è la principale. Nel decreto che riguarda la fede, si ripete: "L'uomo ha bisogno di due alimenti, la parola di Dio e l'ostia". La parola di Dio che nutre la mente, l'intelligenza, e l'eucaristia che nutre il nostro intimo, il nostro essere. Il nostro essere, fino [a che] man mano che si progredisce, si arriva al vivit vero in me Christus [Gal 2,20].
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Vi possono essere delle anime che progrediscono in continuità. Si nutrono bene e son nutrite bene. /E si fortificano/ (a) sempre di più e aumentano i meriti. Qualche volta *** (1). Anche quando si è fatta la professione, c'è bisogno di aumentare questa alimentazione. Quest'alimentazione perché la suora cresca in grazia e santità. Ma questo, cominciando non solo /dalla/ (b) professione ma dall'uso di ragione. Nutrirsi bene dell'eucaristia: messa come sacrificio e comunione e adorazione.
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Ecco gli auguri: che progrediate spiritualmente in questi due punti nel ricevere questi due grandi sacramenti. Per la purificazione il sacramento della confessione con la virtù della penitenza. E il sacramento dell'eucaristia che noi consideriamo nel completo suo senso /della pietà/ (a) eucaristica: sacrificio, comunione e adorazione.
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Così il Bambino vi porti tante grazie e questa grazia di sante confessioni e di sante /comunioni/ (a) cioè della pietà eucaristica. Crescerete molto, progredirete molto allora. E sarete sempre più liete e più sante nella vostra vita fino ad essere purificati: /non si passerà/ (b) più al purgatorio e /rivestiti/ (c) di Gesù Cristo nostro cibo spirituale. Allora /si entra in cielo/ (d).
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Così siano gli auguri. Poi /anche tutti gli altri/ (a) auguri che si uniscono a questi auguri per voi e per tutte le persone care.

Albano Laziale (Roma)
23 dicembre 1965

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(1) Albano Laziale (Roma), 23 dicembre 1965
694 (a) R: quando la si la si vuo[le] la si vive.

695 (a) R: due cose del resto la vita eh sono le due cose la.

697 (a) R: attende.

698 (a) R: l'ultima l'ultima.
(b) R: il tabe[rnacolo] il santo viatico.

700 (a) R: dell'anno tutto dell'anno.

702 (a) R: nella misu nella misura.

705 (a) R: ai due alle due condizioni.
(b) R: insiste sopra una in.

706 (a) R: si capisce dopo che si fa

707 (a) R: quel quel rosario fatto da.
(b) R: un un.

708 (a) R: e accettiamo qualche sod[disfazione] mortificazione (b) R: del mio del mio.

709 (a) R: org organizzata la la.
(b) R: ci sono nove volte.
(c) R: andevano.

710 (a) R: si son, si sono.
(b) R: non ho non ho soddis. ho soddisfatto non ho soddisfatto.

713 (a) R: del sacr del sacrificio.
(b) R: fra.
(c) R: la medesima illi la medesima ill allora vittima.
(d) R: per adorazione.
(e) R: il.

714 (a) R: in quella in quella.

716 (a) R: di.

717 (a) R: della men[te] dell'intelligenza.

718 (a) R: dell'alta del Santissimo.
(1) Mirae Caritatis.
(2) Mysterium fidei.

720 (a) R: e si e si e si fortificano.
(1) R: sembra dica: Qualche volta sembra la tiepidezza allora.
(b) R: dalla dala.

721 (a) R: della vita della pietà.

722 (a) R: comunion comunioni.
(b) R: non passar.
(c) R: vissuti.
(d) R: entra ingresso si entra l'ingresso in cielo.

723 (a) R: tutti anche gli.