Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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7. GESÙ MEDICO DIVINO1


In questo giorno onoriamo Gesù medico. Gesù è il grande medico. E tutti coloro che compiono un ufficio di cura spirituale o un ufficio di cura corporale sono collaboratori, collaboratrici di Gesù medico. Le nostre malattie possono essere spirituali e possono essere corporali, allora abbiamo bisogno di un medico per lo spirito e di un medico per il corpo. Il medico per lo spirito generalmente è il sacerdote. Invece il medico per il corpo è colui che esercita la professione propria, e tutti coloro che cooperano nella cura corporale, cooperano al medico e cooperano al medico per eccellenza: Gesù medico. Infatti noi possiamo avere malattie spirituali e certamente tutti ne abbiamo: Febris nostra malitia est; febris nostra luxuria est; febris nostra ira est, dice S. Gregorio2. La nostra febbre può essere l’avarizia, può essere la lussuria, l’invidia, l’orgoglio, lo scoraggiamento, può essere un accecamento spirituale, ecc. D’altra parte le venialità sono tutte ferite dell’anima e hanno bisogno del medico spirituale.
Quanto poi alle medicine corporali, voi ne siete bene a conoscenza, o almeno avete una conoscenza sufficiente. Quanto alle malattie corporali non si può stabilire: sono tante e ve ne sono sempre di nuove.
Gesù in questa casa è il vero medico. La sua opera si esercita dal tabernacolo, riceve le persone che entrano qui e, in primo luogo, le cura spiritualmente con la sua luce celeste, con la sua grazia, con il suo conforto, con l’invito a entrare in se stesse e a migliorare la propria vita religiosa; cura in primo luogo le malattie spirituali. Queste malattie spirituali a volte le
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cura direttamente lui, e a volte attraverso i confessori, i sacerdoti e anche attraverso sorelle, attraverso le stesse infermiere, le quali qui non hanno solamente un ufficio che riguarda il corpo, ma anche un ufficio che riguarda lo spirito. Del resto tutta la casa è conformata al raccoglimento e ordinata con orari che sono adatti per stabilire un risanamento spirituale o una maggiore robustezza spirituale quando uno già è spiritualmente sano. Da nobis salutem animae et corporis, diciamo nell’oremus: Signore, dà a noi la salute dell’anima e del corpo. A lui, la chiediamo, a Gesù nel tabernacolo. La Chiesa ce la fa chiedere: Da nobis salutem animae et corporis.
Chi entra, viene generalmente per bisogno di cura corporale, per bisogno di cura fisica. E anche qui, il medico principale è Gesù, il quale, a sua volta, illumina, perché la scienza è una luce che parte da Dio, dal Verbo incarnato: «Erat lux vera: La luce vera è lui». Tutta la scienza, anche la scienza medica, è un barlume della luce che è Dio, che è Gesù: «Erat lux vera, quae illuminat omnem hominem»3, che illumina ogni uomo. Gesù ci ha dato la ragione e, come Dio, continua a illuminarci. Egli è il principale medico a cui dobbiamo rivolgerci. Poi vi sono tutte le persone che operano nella casa per la salute fisica, e con quanta premura! La casa è attrezzata nel miglior modo. Quest’anno si è fatto anche un progresso così che si possono fare ricerche più abbondanti, quelle che la scienza mette a disposizione dell’uomo, del medico, dell’infermiera. I progressi nuovi, come vi sono sempre malattie nuove.
Gesù è il medico spirituale e il medico corporale. «Non hanno bisogno del medico i sani, ma i malati»4. E chi non è malato? Chi non è malato? Quando diceva così, Gesù si riferiva ai peccatori, a quelli che erano profondamente ammalati, dei quali alcuni erano addirittura morti spiritualmente nella loro anima, perché chi vive in peccato mortale è privo della vita soprannaturale, quindi ha una morte spirituale. Gesù andava volentieri con i peccatori per guarirli. Lo accusavano: Se la fa buona con i peccatori. Ma con i peccatori si può andare o per
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accompagnarli nel peccato, nei vizi o curare il loro spirito. E per che cosa andava Gesù? «Murmurabant, dicentes, quod ad hominem peccatorem divertisset: Stavano mormorando, perché era andato in casa di un peccatore»5. Gli uomini facevano presto a giudicare chi era in peccato. Gesù medicò tante infermità spirituali e diede i rimedi. Lasciò alla Chiesa i rimedi, perché la Chiesa deve medicare le anime. Il rimedio fondamentale è la Confessione che cancella tutti i peccati veniali ed è capace di risuscitare chi è morto alla grazia, cioè è in peccato grave. La Chiesa esercita una grande medicina, la medicina più sapiente.
La Chiesa è un grande ospedale di anime, di malati spirituali. E le malattie sono tante quanti sono i vizi e quanti possono essere i peccati. Chi studia morale, ed è bene, vede che in quei trattati si vanno numerando i peccati delle più diverse forme. Chi legge libri ascetici, libri di mistica, libri dei santi vede subito come l’ascetica insegna a curare le malattie spirituali. Gesù è un medico, e dopo che ha risuscitato l’anima nella Confessione o l’ha guarita da malattie minori che sono i peccati veniali, ha un ricostituente che non è paragonabile a nessun ricostituente: è il Pane eucaristico che si viene a ricevere qui, il Pane eucaristico.
Se leggiamo il Vangelo, sembra che Gesù in quei tre anni più di tutto si sia curato di guarire infermi, e più di tutto guarire quelli che erano malati spiritualmente. Ecco, guarire infermi e quanti ne ha risanati! Egli aveva un potere che non hanno i medici e non hanno le infermiere. Il potere, per esempio, con il paralitico che era vicino alla piscina probatica, e da trentotto anni era così. «Ma vuoi guarire?» domanda Gesù. «Sì, soltanto che quando l’acqua della piscina è agitata dall’angelo io non ho una persona che mi aiuti, non ho un aiuto». Allora Gesù gli dice: «Prendi il tuo lettuccio, va’ a casa»6. Che voleva dire: Sei risanato. Come ha guarito l’emorroissa che soffriva da tanti anni e che aveva speso tutto in medici e in medicine7. Qua-
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si come prima guarigione notata nel Vangelo, non è proprio la prima ma quasi, la guarigione della suocera di Pietro dalla febbre8, poi tutte le infermità. Quando sapevano che doveva passare da un certo punto gli portavano gli infermi da tutte le parti e li mettevano davanti a lui perché li guarisse. Così guariva i ciechi, guariva i sordi, ecc. Medico corporale, ma è venuto appositamente per la medicazione spirituale. Egli ha questo potere che nessun uomo ha: risuscitare spiritualmente e risuscitare corporalmente.
Nel Vangelo si leggono tre fatti di risurrezione corporale9, ma quanti saranno stati gli altri che non sono notati nel Vangelo! E d’altra parte la risurrezione spirituale risulta da ogni pagina del Vangelo. Ma è eccezionale che un medico morto risusciti se stesso. Ecco la sua potenza.
Quando si viene in casa di cura, in primo luogo andare dal medico Gesù in chiesa e mettersi in cura da lui: Guarisci le mie ferite spirituali, guarisci, se ti piace, anche le mie infermità corporali. Egli è il medico onnipotente, però noi dobbiamo sempre ricordarci che la nostra preghiera deve essere fatta bene e cioè nell’ordine della volontà di Dio: Se ti piace. Perché il Signore ha i suoi disegni santissimi, tutti disegni di amore, e può essere che una persona non la risani sebbene abbia le cure più amorose, più sapienti dei medici e delle infermiere, perché, se il Signore guarisce tutti, chi andrebbe in Paradiso?
La maggior parte degli uomini vorrebbe ancora stare un po’ sulla terra, a volte anche i buoni. Il Signore ha i suoi disegni sapientissimi, a volte vuole accettare le sofferenze solo perché le anime collaborino con lui nella redenzione, nella salvezza degli uomini. Noi dobbiamo soffrire in tante maniere e unire i nostri patimenti, le nostre sofferenze alle sue. Le sue sofferenze sulla croce hanno redento il mondo, e noi adesso diamo aiuto con l’offerta delle nostre sofferenze, diamo aiuto a Gesù perché la redenzione venga applicata. Questa sembra una parola esagerata. Sì, Dio ha bisogno degli uomini e infatti se il sacerdote non celebra, chi riceve la Comunione? Dio ha biso-
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gno degli uomini. Il Signore a volte permette che una persona santissima viva anni e anni, magari un’intera vita in un letto, perché compia l’apostolato della sofferenza.
Ma noi domandiamo la grazia della guarigione in quanto è di gradimento a Dio, in quanto è nella linea dei suoi disegni. Dobbiamo pregare e pregare mettendo sempre: «Fiat voluntas tua»10. Cioè avere la disposizione dell’animo, questa disposizione santissima: «Non la mia volontà ma la tua sia fatta»11. Tuttavia dobbiamo domandare la guarigione e usare i mezzi che il Signore ci dà, perché sono mezzi di Provvidenza, e bisogna usare i mezzi della Provvidenza. Mezzi di Provvidenza sono prima di tutto le persone che devono curarsi, poi vi sono gli elementi che vengono applicati e la cooperazione della persona, perché la persona deve cooperare con il medico e con coloro che assistono e accompagnano l’opera del medico. La persona deve cooperare, perché la medicina aiuta la natura, non crea le forze della natura, ma le sviluppa, mette in attività quelle che ci sono.
Quindi onorare oggi Gesù, il medico divino; pensare un poco alle malattie spirituali che abbiamo. Ci sono tante malattie spirituali, non è vero? Alcune malattie spirituali sono più nella testa, altre più nel cuore, altre più nella volontà. Quante volte c’è debolezza di volontà, fiacchezza di spirito. Malattie spirituali nelle quali si può sempre trovare un pericolo e in questi pericoli anche cadere. Poi chiedere la salute corporale a questo medico divino.
Oggi che è la festa della Maestra che guida questa casa, alzare i pensieri in alto, i nostri sguardi in alto al medico divino Gesù. Nessuna di noi pensi soltanto alla guarigione corporale, ma salutem mentis et corporis, salutem animae et corporis. Prima alla santificazione dell’anima e poi alla salute corporale.
E allora, le preghiere per la Maestra che guida la casa. Tutti i giorni pregare, ma specialmente in questo giorno ricordando che le grazie che devono discendere su voi passano da chi guida a chi è in casa, sia sano o sia infermo. Noi dobbiamo sempre
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vedere in coloro che ci guidano il Signore che ci comunica la sua volontà. Ma dobbiamo vedere in chi ci guida anche il canale per cui ci vengono le grazie. Chi guida, chi ha un ufficio ha le grazie di ufficio. Sulle grazie di ufficio bisogna che conti chiunque ha un ufficio, perché sicuramente sono preparate dal momento in cui uno è immesso in un ufficio, e sono disposte per lui le grazie perché compia bene quell’ufficio. Allora le grazie passano di lì e discendono su chi dipende. Quindi anche per utilità nostra pregare perché chi guida abbia sempre più abbondanza di grazie. Ma sempre tenendo presente la duplice serie di grazie: le grazie che riguardano salutem animae, le grazie che riguardano salutem corporis. E la giornata può corrispondere all’Introito di oggi: Laetare: Rallegratevi12 e tutto l’Introito è intonato alla letizia spirituale.
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1 Meditazione tenuta ad Albano l’8 marzo 1959, IV domenica di Quaresima, “Domenica Laetare”. Trascrizione da nastro: A6/an 61b = ac 105a. Sul nastro è riportata la data: 11 marzo 1959. Dal Diario SP. risulta che: “Verso le ore 6.30 [il Primo Maestro] va ad Albano, alla Casa di Cura “Regina Apostolorum”per dettare la meditazione alle Suore che festeggiano oggi, anticipando di tre giorni, l’onomastico della direttrice, suor Costantina Bignante (1909-2003).
2 Probabilmente si tratta invece di S. Ambrogio, Esp. Luc. IV, 4.

3 Cf Gv 1,9: «Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo».
4 Cf Mt 9,12.

5 Cf Lc 19,7.
6 Cf Gv 5,5-8.
7 Cf Lc 8, 43-48.

8 Cf Lc 4,38-39.
9 Cf Lc 7,11-17; Lc 8,41-42.49-56; Gv 11,1-44.

10 Cf Mt 6,10: «Sia fatta la tua volontà».
11 Cf Lc 22,42.

12 Cf Antifona d’ingresso della quarta domenica di Quaresima: «Laetare, Jerusalem, et conventum facite omnes qui diligitis eam. Gaudete cum laetitia, qui in tristitia fuistis: ut exsultetis, et satiemini ab uberibus consolationis vestrae: Rallégrati, Gerusalemme, e voi tutti che l’amate, riunitevi. Esultate e gioite, voi che eravate nella tristezza: saziatevi dell’abbondanza della vostra consolazione» (Is 66,10-11).