Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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27. IN MORTE DI SUOR TARCISIA PILLAI1


L’unica tristezza che si può avere nella vita è questa: non aver santificato bene la vita. Questa è la tristezza vera. Invece, la letizia vera è: «Laetatus sum in his quae dicta sunt mihi: in domum Domini ibimus: Mi rallegro in questo: che vado nella casa del Signore»2.
Ecco, pregare l’Eterno riposo. Quando però vi è stata una vita buona, una vita spesa per il Signore, una vita di continuo perfezionamento, allora si parte bene e si arriva là dove Gesù aspetta tutte le anime, ma specialmente quelle a lui consacrate.
Gesù ha detto questa parabola: «Vi erano dieci vergini: cinque prudenti, cinque stolte, che attendevano lo Sposo per accompagnarlo alla festa nuziale. Ma le cinque prudenti presero le loro lampade, perché l’accompagnamento era notturno, e si rifornirono di olio. Le stolte invece, portarono le lampade, ma non si provvidero dell’olio. E siccome lo Sposo tardava a venire, ecco cominciarono a dormicchiare e finirono con l’addormentarsi totalmente. Passato un po’ di tempo, all’improvviso un chiasso: Arriva lo sposo! Occorre accompagnarlo. Si alzano tutte e dieci le vergini, ma le cinque stolte trovano le loro lampade vuote, senz’olio e ricorrono alle vergini prudenti: Dateci un poco del vostro olio. Ma le prudenti rispondono: No. Se ne diamo a voi, non ne resterà né per voi, né per noi. Ne abbiamo appena a sufficienza. Andate piuttosto dai commercianti a comprarne. E le cinque stolte corsero a comprare, ma prima che ritornassero, già era passato lo sposo, già le cinque prudenti erano entrate con lui nella casa del convito, già era chiusa la porta. Picchiano: «Aperi nobis». Ma di dentro si risponde: «Nescio vos». Tardi, non vi riconosco. Ecco, la parabola si conchiude dicendo: «Così lo sposo arriverà all’im-
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provviso: Vigilate. State sveglie, perché non sapete né il giorno né l’ora»3.
Chi ha vigilato, sebbene non sappia né il giorno né l’ora, è sempre pronto. Non si tratta in punto di morte di aver tempo, di correre di qua, di là, di cercare altri mezzi, di volere altro tempo per prepararsi, ecc. Già le lampade sono fornite d’olio, poi la luce è la luce eterna: eccole, pronte per il cammino verso Gesù, verso lo Sposo che le attende. Quindi, ciò che è da considerare non è come è avvenuta la morte, ma è piuttosto come è stata la vita. Se ogni giorno si tengono le lampade rifornite d’olio, allora anche se non sappiamo quando verrà lo sposo celeste, sappiamo però che si è preparati.
Quando, invece, la vita è stata tiepida, quando si è fatto una vita poco cristiana, allora si può, se il Signore da tempo, se vi sono tutte le circostanze che combinano, per grazia di Dio, avere il sacerdote. Quindi avere ancora la sufficiente cognizione, la coscienza per una bella Confessione, per ricevere bene il Viatico, ma tutto si riduce a poco, a un giorno o due. Ma è tutta la vita. Il Signore, quando si va a lui, non esamina solamente l’ultimo giorno della vita, le ultime ore, non esamina soltanto le ultime settimane: il Signore premia tutta la vita. Ogni giorno della vita.
Quando si passano bene le ore, le giornate, i mesi, le annate bene, oh, allora! Queste persone addizionano meriti con meriti. Sempre addizionano, non sottraggono. Non è che camminano con incertezza, e cioè un giorno fervorose e un altro giorno tiepide; un giorno un passo avanti e un altro un passo indietro; un giorno sulla via buona e un’altra volta un passo sulla via di traverso, no! Camminano, camminano, con passi misurati, costanti, ecco sempre addizionano meriti con meriti. Mai sottrarre. Guardarsi dal lasciarsi trasportare da entusiasmo momentaneo oppure lasciarsi abbattere per qualche incidente, per qualche indisposizione, no. In ogni momento possiamo sempre acquistare meriti. Quando c’è la gioia, i meriti della gioia, e quando c’è lo scoraggiamento, i meriti dello scoraggiamento, cioè sostenendosi nonostante che si senta dentro, nello spirito,
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nel cuore, qualche abbattimento. Sempre avanti, sempre avanti, continuando a fare le proprie cose. Allora sempre si addizionano meriti con meriti. Ma se negli addendi dell’addizione ci sono dei posti vuoti, l’addizione darà un risultato minore, un totale minore.
Invece, ecco le vergini prudenti, sempre rifornite di olio. E, o che lo Sposo venga all’improvviso, o invece che sia preceduto da avvisi e atteso da chi lo va aspettando, ecco sempre si è pronti, sempre l’olio nella lampada, subito si può accendere e con quella luce arrivare al cielo. Ecco la suora fervorosa, la suora che va avanti continuamente giorno dopo giorno, compiendo il volere santo di Dio. È questo che guadagna i meriti, perché il Signore premia quello che si fa secondo la sua volontà.
Il muratore può anche essere di cattivo umore, ma se costruisce la casa, lo pagate. E così, se anche c’è un abbattimento, uno scoraggiamento, un tempo di scrupoli, di aridità, ecc., se anche vi sono contrarietà, oh! questo non impedisce che facciamo il volere di Dio! Si ha da fare un po’ diversamente un giorno dall’altro il volere di Dio, ma non c’è nulla che ci impedisca di fare il volere di Dio. Noi sempre possiamo farlo. E il Signore paga tutto quello che si fa secondo la sua volontà.
La suora che è passata all’eternità era una suora fervorosa, cioè tra le vergini prudenti. Ora, da una parte suffragare, perché nonostante tutta la buona volontà qualche cosa di umano, a volte, si accumula. È vero che si può detestare, riparare. E allora sempre ci vogliono i suffragi. Noi dobbiamo suffragare per fare meriti per noi, perché il suffragio è grande carità, e anche per aiutare coloro, colei che è passata all’eternità. D’altra parte vi sono da raccogliere gli esempi: il fervore nel compimento del volere santo di Dio.
Allora tutte nel numero delle vergini prudenti, nessuna nel numero delle vergini stolte. Tutte sempre pronte con la lampada rifornita di olio, che sono i meriti. L’olio che illumina e accompagna in cielo nel festino con Gesù che si è cercato, si è amato e finalmente si raggiunge.
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1 Omelia tenuta ad Albano il 16 ottobre 1959. Trascrizione da nastro: A6/an 70b = ac 121a. Stampata in RA, settembre-ottobre (1959) p. 2. Suor Tarcisia Pillai (1913-1959), Figlia di San Paolo.
2 Cf Sal 122,1.

3 Cf Mt 25,1-13.