Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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VI.
LA SACRA SCRITTURA E IL RELIGIOSO

Giunti al terzo giorno degli Esercizi è molto utile vedere se noi li abbiamo già incominciati, e ciò significa: vedere se siamo entrati non nell'orario degli Esercizi soltanto - e ciò sarebbe facile - ma nello spirito. Gli Esercizi Spirituali esigono soprattutto l'esame di coscienza: tanto più nella prima parte in cui dobbiamo conoscere noi stessi, per vedere ciò che nella nostra vita vi sia da riformare. Hanno per fine gli Esercizi Spirituali ciò che S. Ignazio ha messo nell'intestazione del suo preziosissimo libro: «Exercitia Spiritualia, ut homo valeat vincere semetipsum et vitam suam ordinare quin determinetur ab aliqua humana affectione». Sono Esercizi,
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cioè sono un complesso di opere spirituali: esercizi di meditazione, esercizi di preghiera, esercizi di virtù: un complesso di pratiche disposte così, che l'uomo possa vincere se stesso e per l'avvenire riordinare, riorganizzare la sua vita senza viste umane, ma solo con la vista della volontà divina, con la vista dell'eternità, del Paradiso.
E noi siamo già venuti a questo: «Vincere semetipsum? Vitam suam ordinare»? Gli Esercizi non si conoscono tanto dalla fedeltà all'orario, sebbene questa sia necessaria, quanto dalla profondità degli esami di coscienza. Facciamo dunque questo.
E stamattina veniamo ad un argomento che noi abbiamo già considerato e di cui abbiamo già altre volte parlato: La Sacra Scrittura.
Ieri abbiamo già anche accennato che il religioso tra gli altri sostegni ha quello della Bibbia, la quale è lume per tutti, ma specialmente è lume per i religiosi. Perché se Dio ha affidato alla povera umanità un «pane» e una «lampada», il Pane Eucaristico e la Lampada Evangelica, «lucerna ardente», questo specialmente l'ha fatto per i religiosi.
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I. - Che cosa è la Sacra Scrittura. Materialmente noi sappiamo che essa è il Libro per eccellenza che si compone di settantadue libri, che sarebbero più propriamente i capitoli di uno stesso libro, tanto che spesso i libri successivi cominciano con «et» quasi a congiungimento: perché l'autore, Dio, avendo finito di scrivere un capitolo, chiamato un altro amanuense, diciamo così, che è il Sacro Scrittore, gliene fa scrivere un altro capitolo; come San Paolo che dettava la sua lettera al primo scrittore che si trovava con lui, secondo il luogo di dove egli faceva partire le sue lettere. Questa la Sacra Scrittura.
La Scrittura poi ben intesa è il libro divino, autore del quale è il Signore, il quale indirizzò questo libro agli uomini facendosi loro compagno. E prima ordinò che fosse custodito tra le cose più sacre, coi pani della proposizione, cioè col simbolo dell'Eucaristia, nell'Arca Santa. Poi comandò alla Chiesa di custodirlo, di interpretarlo e di proporlo ai fedeli. Cosicché è Iddio che l'ha fatto, è Dio che lo custodisce, ed è lo Spirito Santo che dà la luce e la forza di interpretarlo sapientemente, giustamente come esso deve essere
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inteso. Gli uomini sono strumenti, Dio è il grande autore.
Inoltre che cos'è la Sacra Scrittura per noi? Per noi è la sorgente di tutto. Che cosa vuol dire? Per noi è la fonte della Teologia dogmatica, per noi è la fonte della Teologia morale, per noi è la fonte della Teologia ascetica, per noi è la fonte della Teologia pastorale, per noi è la fonte della Teologia mistica. È l'anima, è lo spirito, è l'autorità, è la pratica, è tutto in questo. Quindi per noi non è un libro estraneo, ma un libro il quale ha un'estrema, necessaria, essenziale connessione col nostro studio, anzi, forma la sostanza vera della nostra scienza, la sostanza vera del nostro studio. Quindi, nella pratica, non possiamo avere in realtà alcuna scienza che non sia giusta. La Bibbia è la scienza che Dio ha dato all'uomo, scritta da Dio per noi: è la sua mente, è il suo cuore.
E per il religioso che cos'è la Sacra Scrittura? Per il religioso la Sacra Scrittura è il libro di maggior luce e di maggior forza.
È il libro di maggior luce. Infatti lo Stato Religioso non è ben conosciuto dagli uomini: lo Stato Religioso è la più perfetta imitazione di Dio sulla terra.
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Cos'è l'essenza della religione? L'essenza della religione è imitare Dio, vivere come Dio, «sicut Angeli» anzi, «Dii estis» come Dei, «alter Christus»! Perciò lo Stato Religioso non si deve neppure pretendere dai buoni cristiani, dalle nostre famiglie, ma da noi sì. Eccetto casi specialissimi, ordinariamente essi non hanno lo studio, e tutt'al più il loro lume è quello di un buon padre e di una buona madre che ha la grazia, di dire al figlio: Fa' ciò che Dio ti indica. Ma l'essenza, il sostegno, i doveri, i premi, ecc. non li possono indicare i semplici cristiani, e neppure del tutto i Sacerdoti secolari, perché i Sacerdoti secolari giungono fino a un punto che è molto prossimo e, se vogliamo, in qualche punto oltrepassano anche, ma nella sostanza, nella pratica, il nostro vero maestro è Iddio. Ed è per questo che i religiosi che sono esenti, sono direttamente sotto la giurisdizione della Santa Sede: perché essi devono prendere direttamente dal Vicario di Gesù Cristo a cui è data una sapienza e a cui sono dati doni straordinari e che è direttamente illuminato dallo Spirito Santo anche per i religiosi. E il Papa è anche infallibile quando ha da definire che una regola conduce alla santità
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e nel dire che quella regola ben praticata è capace di far dei santi, e quindi nell'approvare una regola. Ora vedete: il Papa e la Scrittura sono i lumi del religioso, i lumi propriamente detti. E il Papa prende dalla Scrittura e i religiosi devono leggere la Scrittura. La Bibbia è il gran libro del religioso. Diremo che è il libro di tutti: sì, è il libro di tutti. Ma se ai secolari, ai buoni cristiani si può fare un estratto delle massime che là si contengono, il religioso deve prenderla intiera perché possa prendere tutto lo spirito di Dio. Solamente la Bibbia può innalzare il religioso alla sua vera altezza, illuminarlo nel sentiero particolare che egli deve tenere per raggiungere la perfezione; e, nella Bibbia, particolarmente il Nuovo Testamento.
E non basta: la Bibbia è per il religioso forza. Quando si è scoraggiati, la lettura della Bibbia. Voi, man mano che andate avanti, avete sempre più bisogno di direzione spirituale, ve ne accorgerete; ma la direzione spirituale non si può sempre rivolgere sugli stessi punti: non si può arrivare in quarta teologia e ancora dover dire: quando sei tentato di' una giaculatoria: questa è già un'abitudine fatta, che si deve già fare, che si deve già aver imparato.
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Come in 4ª elementare abbiamo certe materie che non abbiamo più in teologia, - e si capisce -, così il religioso fa un corso teologico ed ha bisogno di conforti che non si possono prendere altrimenti che dalla Sacra Scrittura. E quindi è importantissimo che il religioso dica: questo è il mio libro.
Perciò i religiosi dei primi tempi, i religiosi di vero spirito avevano tutti una grande tendenza alla Bibbia, alla Sacra Scrittura. E nel deserto gli antichi Padri, e i Basiliani e i figli di Sant'Agostino, e i seguaci di San Benedetto, e i discepoli di San Francesco d'Assisi... tutti hanno una grande tendenza, una grande preferenza a questo libro che forma gli eroi: perché dà una mentalità che è divina, dà una virtù che è divina, dà uno spirito, una vita che è divina. Se voi non leggete Gesù Cristo che è il suo Vangelo e il grande Teologo del Nuovo Testamento, San Paolo, che ha organizzato gli insegnamenti sparsi e quasi occasionalmente dati in gran copia dal Divin Maestro, che dobbiamo dire?... Leggendo un Santo secolare, avete un secolare; ma voi avete Gesù Cristo da imitare, Dio, e ci sono certe virtù che non si trovano che in Gesù Cristo, in Dio, e queste
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sono le virtù religiose: di colui che deve lasciare tutto, di colui che deve sottomettere la sua volontà, di colui che deve fare una vita nuova. Di conseguenza il vostro libro è la Sacra Scrittura. Quanto, dunque, noi dovremmo mettere di amore alla Sacra Scrittura!
II. - Veniamo a considerare un momento la Bibbia e noi, e l'Apostolato cioè. La Bibbia, per riguardo all'Apostolato, come abbiamo considerato, è di nuovo la luce, la via e la vita.
È la luce perché tutte le verità si prendono di là.
È la via perché che cosa vorrete praticare, che cosa vorrete scrivere se non quello che Dio dà e nel modo che Dio lo dà? Come vorrete avere i ragionamenti che persuadono? Sant'Agostino dice che ragionamenti dei filosofi e umani non persuadono. «Non in persuasibilibus humanae sapientiae verbis, sed in ostensione spiritus et virtutis, sermo meus» (1 Cor 2,4) dice San Paolo: e questo è la Bibbia. Il religioso colla lettura della Bibbia si innalza a Dio: egli è l'uomo che diventa Dio: «ut homo fieret Deus» (S. Agostino). Il religioso che prende la Bibbia
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e la medita e la spiega poi, è Dio che discende all'uomo per istruirlo. E porta la lampada che è Dio, e porta il metodo che è divino, e porta la vita che è soprannaturale e che è sparsa, nelle pagine non morte, mai! non verranno mai morte! ma sempre vive e fragranti di ogni profumo soprannaturale della Bibbia.
Quindi la Bibbia è tutto per il nostro Apostolato: luce, via o metodo, e vitalità. Non ragionate, non persuadete, ma dite semplicemente: «Ipse dixit»: l'ha detto Gesù, l'ha detto Dio. E chi volete che vi colpisca quando l'ha detto Dio, quando ripetete solo la parola di Dio? Colpiranno chi, Iddio? Noi siamo la sua voce, noi siamo i suoi ripetitori, noi siamo i suoi tipografi, noi siamo i suoi messaggeri, i suoi postini che portano la sua lettera agli uomini. L'ambasciatore non porta pena: egli ha autorità e forza per colui che lo ha mandato, cioè per Dio e da Dio.
Sia benedetto il Signore, che noi non dobbiamo cercare argomenti sottilissimi, cavilli umani, arzigogoli dell'eloquenza profana, artifizi della rettorica... Noi dobbiamo dire: «il Signore l'ha detto» ed è chiaro, e basta che ripetiamo la sua parola. Iddio ha fatto il cuore umano e poi
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gli ha adattato la sua parola. Gesù vedeva come è fatto il cuore dell'uomo e adattava sempre la parola al cuore. Gesù vedeva i bisogni degli uomini, e diceva quello che agli uomini conviene. È come dire: se un individuo ha fatto la testa di un uomo, gli farà anche il cappello, anzi modellerà il cappello appunto sulla testa che ha già fatto. Modella le sue parole Iddio sopra il cuore dell'uomo: perché quando si riferisce la parola di Dio, si va subito al cuore ed i libri che riproducono la parola di Dio, come sono l'Imitazione di Gesù Cristo, gli Esercizi di Sant'Ignazio, gli scritti di San Bernardo, di San Gregorio Magno ecc. sono subito letti con avidità e ognuno vi sente come un istinto là dentro. Di conseguenza ecco il vostro libro.
III. - Veniamo alla pratica.
a) Primo pensiero: riparazione. Ripariamo se abbiamo perso nelle elementari o nelle ginnasiali o nelle liceali tempi, minuti a leggicchiare troppe cose umane, facendo torto alla parola di Dio. Quando entrò dal Pellico quel fanciullo gli disse: «Dacché lei non legge più quel libraccio...». Eh! la Scrittura fu proprio
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gettata via come un libraccio, neh!? Quante volte, anche da noi fu messa da parte! Il Pellico si sentì ferito e obbligato a riparare, sebbene in quei momenti il suo cuore fosse in preda ad una crisi. Ripariamo! E ripariamo con dolore, chiediamo perdono. Esaminatevi anche qui sopra: perché verrete sicuro Apostoli della Stampa se leggete la Bibbia bene.
Ripariamo! Ripariamo con giaculatorie, con Comunioni, ma specialmente col metterla nel cassetto al primo posto la Bibbia, e poi leggerla tutti i giorni e farvi subito il metodo, come diremo in seguito, per leggerla. Leggerla nella Visita. Che la Bibbia divenga il vostro libro. San Filippo Benizi diceva: «Il Crocifisso: ecco il mio libro». Voi dite: «La Bibbia: ecco il mio libro».
Nessuno vi accuserà di essere ignoranti, state sicuri, se voi saprete la Bibbia. E foste anche l'ultimo della classe in liceo: se voi siete umili e leggete la Bibbia e poi vi applicate allo studio con docilità, con cuore desideroso, io vi garantisco una buona riuscita. Io ho ancora le orecchie piene di quello che in questi giorni mi facevano notare i maestri. Mi dicevano: «Guardi, nella tal classe, il tale era tra i
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primi; ma adesso, passato in seconda, in terza, in quarta e in quinta..., quante storie ha per la testa e quante sciocchezze! Nella tal classe era degli ultimi; ma guardi, non c'è più paragone ora: sembra impossibile che abbia raggiunto quel grado di studio, di sapere!...».
Figliuoli, siate sapienti! Ma se tutti vi dicessero: questo è un bel libro... leggi quell'altro... «Ma se aveste anche diecimila pedagoghi, uno solo è il vostro maestro» (1 Cor 4,15). Rispettate quel che vi dico! Uno solo è il vostro maestro: se vi voglio nutrire con le Ostie e con la sapienza di Dio, voi andrete a cercare invece l'acqua delle cisterne e il pane affumicato del mondo, marcio, ammuffito, e senza sostanza a cui manca l'essenza e non c'è altro che un po' di biancume e di apparenza? Vi è un pane che si chiama bugia. Sapete quali sono le bugie? Sono certe frittelle che fanno una grande apparenza, ma... sono solo apparenza. Volete nutrirvi di bugie? «Ut quid diligitis vanitatem, et quaeritis mendacium?» (Sal 4,3). Contano delle frottole, e delle fantasie; e dei romanzi... Ma ci credete che è proprio stato, supponiamo D. Chisciotte con quel cappello che era un catino preso ad
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un barbiere... Ma ci credete proprio? - Oh, fantasticate ancora! Sì, sì, vi son di quelli fra di voi che fantasticano tutta la giornata. In un'ora di adorazione, fantasticano mezzo il tempo, e poi?... Se nell'ora di adorazione che è il luogo più raccolto si fantastica tutto il tempo, cosa dire poi dello studio e della ricreazione? Anche in questi giorni ci sono di quelli che fantasticano. Stamattina ho cominciato... Non volevo dirlo, ma mi sono messo sulla cattiva strada e bisogna che lo dica: Stamattina ho cominciato la conferenza con quelle parole, perché anche ieri ho visto qualcuno che leggeva... Otto giorni l'anno almeno là, a Dio e alla serietà e all'anima: «Attende tibi», almeno otto giorni!
b) Secondo: Leggere la Bibbia con metodo. Quale metodo? Uno dei tre metodi: ma siccome siete già tutti in filosofia o l'avete oltrepassata, lasciamo stare il metodo popolare, che sarebbe leggere i libri storici del Nuovo Testamento e poi i libri profetici, ed in ultimo i libri sapienziali e morali: veniamo al metodo vostro. Prendete dal Genesi e venite fino all'Apocalissi, l'ordine che è dato dal Concilio di Trento: per voi è più utile.
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Fatevi quindi un bel piano, quando leggere la Bibbia: contate bene, poi ve la dividete per il tempo che volete impiegare a leggerla... e dopo avanti, con metodo, il metodo vostro, che è il vedere lo svilupparsi della Rivelazione: e quindi cominciate dal Genesi e venite avanti. Vi sono di quelli tra di voi che hanno molta memoria, e la potrebbero anche studiare; ma non fate dei propositoni! Siccome nella scuola ne avete già studiata tanta, fissate quelle parti che avete già studiato. Imparano persino le canzoni dei merli certuni e non volete imparare la voce di Dio? E chi sei tu che non conosci la voce di tuo padre, e che conosci il canto dei merli e sai imitare la voce dell'usignuolo?
Vi siete già esaminati qualche volta come state lì sopra? Nel tempo degli esami degli Esercizi potete farlo. Fatevi un bel metodo, una bella divisione
c) Poi, continuando la pratica, stamparla e diffonderla. Stamparla bene: quando si ha proprio divozione alla Sacra Scrittura, si compone bene, si corregge bene, si stampa bene, si brossura bene. L'amore non è mica fatto di sentimentalità, l'amore è fatto di pratica, di opere. Di conseguenza: cercate di fare le cose bene in questo.
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Altro punto: diffonderla. Lo so che si è fatto parecchio sopra questo punto, e so che si fa: questo va bene. Facciamo anche in maniera che la diffusione sia sempre più abbondante e più sapiente: non insisto tanto nel fare coraggio, ma fare con amore e attenzione.
E che cosa dobbiamo dire come conclusione? Come conclusione ricordiamo che quando l'Angelo comparve a Maria e la trovò là, raccolta, stava leggendo la Scrittura, pensava alla Scrittura. Ci è bello rappresentarci Sant'Anna difatti che insegnava a Maria a leggere la Scrittura. Ci è caro rappresentarci la Madonna che faceva leggere al fanciullo Gesù la Sacra Scrittura. Gesù sapeva tutto perché è la Sapienza di Dio, quel che la Sapienza di Dio aveva scritto nella Bibbia; ma egli si è fatto simile a noi, perché, sebbene non avesse nessun bisogno di studiare, egli voleva crescere in sapienza, età e grazia e quindi si è fatto da maestro: e dove ha imparato la sua scienza? Imitiamolo quindi Iddio, leggiamo il suo libro. «Io son di Pietro, io son di Paolo, io son di Apollo...». Voi siate tutti di Dio! Non soltanto del Manzoni di Dante, del Tasso...
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Vi sono diversi Padri di cui si legge che avevano tanto meditato la Scrittura che i loro discorsi, le loro prediche, i loro scritti sembravano un intreccio continuato di testi biblici, molto ben scelti: e perché? Perché nella Scrittura si contiene tutto quello che dobbiamo scrivere e dire agli altri, e perché facendo così si ha assai più forza. La sapienza della Sacra Scrittura è infinita: non si ferma lì a qualche cosa, ma è la Sapienza divina. Di conseguenza, molto maggior frutto spirituale.
Ho fiducia non solo che voi confermiate il proposito che avete già, anzi la pratica che avete già da molto tempo di leggere la Scrittura, ma ho fiducia anche che in questo facciate sempre meglio, sempre con più spirito, e se qualcheduno ha ancor bisogno di riorganizzare meglio la sua materia, lo faccia: gli Esercizi sono un riordinamento della vita, e anche delle letture, parte così importante degli studi. Guardatevi dal fare l'esame di coscienza solo sopra lo spirito. Bisogna che sia fatto su tutta la vita religiosa, e cioè sullo spirito, sugli studi, sull'apostolato, sulla povertà: sia completo. E riorganizzate tutta la vita: affrontate le cose anche più penose che non osate affrontare durante l'anno.
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«Quella materia lì mi è sempre stata così difficile...».
Facciamo il proposito, preghiamo, affrontiamo con generosità: a chi sarà generoso, Dio darà abbondantemente.
Sia lodato Gesù Cristo!
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