Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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INTRODUZIONE

Per le sette prime novizie dell’Istituto Regina Apostolorum per le vocazioni, il 1959 è stato l’anno della professione religiosa privata, avvenuta l’8 settembre, festa della Natività della B.V. Maria. Così, questa data ha segnato la nascita ufficiale della Congregazione, secondo il volere stesso del Fondatore.
Nell'anno in cui Giovanni XXIII annunciava nella basilica di San Paolo (era il 25 gennaio) l'apertura del Concilio Vaticano II, continuava per le giovani Apostoline il noviziato, iniziato sotto la direzione di Don Alberione il 22 agosto 1958. Il cammino verso la consacrazione religiosa proseguì in questo anno 1959 con la costante predicazione settimanale e le confessioni da parte del Primo Maestro, ma anche con le sue brevi e frequenti visite. Possiamo dire questo con una certa sicurezza perché, pur non possedendo molte registrazioni delle meditazioni di questo tempo, sono soprattutto gli appunti delle sorelle che erano presenti a fornire informazioni sulle sue visite alla nostra Comunità.
Infatti, anche dell'anno 1959 mancano alcuni audio di meditazioni di cui non abbiamo trovato le bobine, perché smarrite o mai registrate. In questa pubblicazione riportiamo così 31 meditazioni; alcune sono incomplete o partono a commento iniziato; una ha soltanto pochi minuti di registrazione... L'audio non è sempre buono all'interno di una registrazione, e in alcuni casi è risultato anche del tutto incomprensibile.
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Oltre la professione religiosa emessa in forma privata al termine del noviziato, due avvenimenti in particolare hanno segnato per le Apostoline la vita di questo anno 1959.
Il primo riguarda la lunga degenza nella clinica Regina Apostolorum delle Figlie di San Paolo in Albano Laziale (RM) di Rosa De Luca, a cui il Primo Maestro aveva dato l’incarico di Madre, che fu ricoverata per un intervento urgente e grave, e che rimase in ospedale dal 16 gennaio al 3 maggio.
Il secondo fu il trasferimento da Castel Gandolfo a Torino di quattro sorelle (due partite il 24 giugno e due il giorno successivo), che ebbero l'incarico di impiegate" per alcuni anni negli uffici della Saie (Società Azionaria Internazionale Editrice), la Società laica" di vendita rateale della Pia Società San Paolo.
La degenza ospedaliera di Rosa De Luca, protratta per circa quattro mesi, fu probabilmente uno tra i motivi che indusse il Primo Maestro ad una presenza più assidua a Castel Gandolfo per incoraggiare, sostenere e dirigere le novizie Apostoline.
La sua predicazione di questo periodo verteva soprattutto sulla fede e la fiducia, sulla docilità e l'obbedienza, sull'accoglienza della grazia e il cammino di santificazione; era impregnata di concretezza, con un richiamo costante alla regolarità nella vita comune, nei doveri della giornata da compiere bene, nelle relazioni fraterne da purificare, nell'obbedienza da praticare, nella correzione reciproca da vivere… In sostanza, l'insistenza del Primo Maestro era mossa dalla coscienza che in quel momento era necessario per le novizie fare il passo per entrare con decisione nella vita religiosa (cf pp. 45-46). Il suo desiderio era che esse riuscissero a camminare aiutandosi reciprocamente, senza il bisogno di far arrivare qualche suora esterna alla Congregazione a dare un supporto...: circostanza che egli cercava fortemente di evitare e di non dover attuare (cf p. 46). La sua premura arrivava addirittura alle indicazioni più minute: ad esempio, la penitenza" di scrivere un cartellone con gli orari della giornata... (perché venissero rispettati, chiaramente!), e di servirsi di un
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campanello perché il tempo fosse ben scandito e si arrivasse a portare la vita esterna all'andamento religioso" (cf p. 63).
Egli sottolineò di frequente in tutto questo anno la necessità di una formazione nella fede, di estendere la cultura religiosa, di crescere nella vita di santità attraverso i mezzi che venivano offerti: meditazioni, letture spirituali, Visita eucaristica, esame di coscienza, ecc… Nel ritiro mensile in cui dava spiegazione dell'esame di coscienza (cf pp. 171-180), indicando lo spirito paolino di questa pratica di pietà", offriva anche le indicazioni minuziose e più spicciole su come usare concretamente il quadernino apposito che nella Famiglia Paolina era adottato per questo scopo.
Anche l'uso comune dei predicatori di additare gli esempi della vita o del pensiero dei santi, il Primo Maestro lo utilizzò molto sia per rendere più semplici e chiari i concetti, e sottolineare le virtù umane e religiose da coltivare e far crescere, sia per motivare sempre più in profondità le Apostoline nella vita consacrata e nella missione, fino a spingersi" all'analogia tra l'esperienza dei santi Sette Fondatori dei Servi di Maria e quella a cui erano chiamate queste sette novizie del nascente Istituto (cf pp. 81-83).
Il Primo Maestro era ben cosciente che nel gruppo bisognava ancora capire molte cose che riguardano la vocazione, riguardano proprio il vostro apostolato" (pp. 85-86), che si era solo ai primi passi in questa nuova Famiglia Religiosa; e chiedeva di mettersi nelle mani di Dio... come piccole bambine" (p. 57) per poter comprendere il senso di questa missione vocazionale nella Chiesa, dono dello Spirito che fa nascere il prodigio di Dio, una cosa nuova, un miracolo del Signore" (p. 56). Invitava ad avere, come egli aveva, una grandissima fede nella Provvidenza: il Padre provvederà quei mezzi che sono necessari per la santità e per lo sviluppo della vostra Congregazione" (p. 25).
L'altro avvenimento cui abbiamo accennato sopra, l'avvio di una comunità a Torino, fu anch'esso ben accompagnato da Don Alberione. Pur non avendone una registrazione,
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rileviamo dagli appunti di sr. Maddalena Verani che egli tenne un incontro in cui spiegò a tutte quanto fosse importante vivere questa esperienza", anche se non riguardava direttamente la missione specifica e appariva rischiosa l'apertura di una nuova Casa, data l'esiguità del gruppo. Il 30 giugno, pochi giorni dopo la partenza, egli è sicuramente presente a Torino, visto che la stessa sr. Maddalena, una delle 4 novizie inviate" alla Saie, annota nel suo quaderno la confessione settimanale dal Primo Maestro. In ogni modo, Don Alberione ha sicuramente visitato, confessato e tenuto delle meditazioni a Torino nei successivi mesi del 1959, ma non ne abbiamo attualmente rinvenuto le registrazioni, anche se è più plausibile pensare che non siano state eseguite.

Riguardo alla preparazione più immediata alla professione religiosa, sappiamo che essa fu preceduta dagli esercizi spirituali, che non vennero registrati perché le Apostoline rimaste a Castel Gandolfo parteciparono ad un Corso delle Suore Pastorelle ad Albano, dove Don Alberione dettò alcune Istruzioni1, dal 24 agosto al 1° settembre. L'8 settembre, poi, emisero i voti privati. Il giorno precedente avevano ricevuto la visita del Primo Maestro, come segnalano gli appunti di sr. Nazarena De Luca: egli collegò alla festa della Natività di Maria l'evento della loro professione religiosa come un'esperienza di rinascita, di vita nuova".
Le Apostoline di Torino iniziarono gli esercizi spirituali il 14 agosto. Don Alberione le confessò il giorno prima, ma per ora non è stato possibile accertare se abbia anche dettato qualche Istruzione nei giorni successivi. Queste sorelle emisero la professione religiosa in forma privata, sempre l'8 settembre, nella cappella della Saie.

Dalla fine di giugno in avanti, è stato più difficoltoso ricostruire i movimenti" del Primo Maestro circa la sua
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presenza nelle nostre due Case. Da un lato le registrazioni delle meditazioni diminuiscono, dall'altro gli appunti delle sorelle segnalano la sua presenza. È probabile che molte registrazioni non siano state effettuate, come abbiamo detto, oppure che Don Alberione non abbia tenuto la meditazione; ma si può anche ipotizzare qualche possibile errore di ordinamento delle bobine, poiché la datazione delle feste da marzo a dicembre 1959 corrisponde esattamente a quella dell'anno bisestile 1964.
Come per i precedenti volumi, anche in questo testo i brani biblici della liturgia del giorno (Vangelo e/o Epistola), che Don Alberione commenta liberamente e cita in latino o in italiano all’interno della stessa meditazione, vengono indicati in nota solo la prima volta. Tranne qualche variante, i testi letti da una Apostolina o dal Primo Maestro sono conformi alla versione in italiano del Messale Romano Quotidiano, III edizione ampliata, Pia Società San Paolo, Alba 1953. Se non corrispondono a questa traduzione, viene indicato in nota. Dall'ascolto degli audio, abbiamo constatato che i brani della Parola di Dio, dopo la partenza delle quattro novizie per Torino, non venivano proclamati più dalla solita Apostolina, che era una delle sorelle trasferite, ma direttamente dal Primo Maestro.
Abbiamo riportato in nota la traduzione italiana delle citazioni latine solo nel caso in cui non vengano tradotte esplicitamente da Don Alberione. Queste traduzioni sono conformi al testo della Bibbia CEI, edizione 2008.
Per l’edizione latina della Bibbia, abbiamo seguito la Vulgata Sisto–Clementina [Biblia Sacra Vulgata Editionis, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo 2003]. Il testo latino è sempre corsivo.
Mentre ricordiamo che in Don Alberione alle Apostoline il criterio adottato per la trascrizione di Meditazioni e Istruzioni è sempre quello della FEDELTÀ AL PARLATO, rimandiamo al volume AP 1958/1, pp. 11-13, per indicazioni più precise sulle scelte redazionali.
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1 Cf GIACOMO ALBERIONE, Alle Suore di Gesù Buon Pastore, (AAP), 1959, Roma 1984, pp. 117-162.