Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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17. INVOCARE LO SPIRITO CONSOLATORE
Il fervore di spirito
Domenica tra l'Ottava dell'Ascensione, Meditazione, Castel Gandolfo, 10 maggio 19591

«In quel tempo: Gesù disse ai suoi discepoli: Quando sarà venuto il Consolatore – e cioè il Paraclito, Consolatore –, ch’io vi manderò dal Padre, cioè lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza; e voi pure mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin da principio. Vi ho detto queste cose affinché non vi scandalizziate. Vi cacceranno dalle sinagoghe, anzi, vengono i giorni in cui, chi vi uccide, crederà di onorare Dio. E vi tratteranno così perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma questo ve l’ho detto, affinché quando avverrà vi rammentiate ch’io ve ne ho parlato»2.

Ci prepariamo alla festa di Pentecoste, cioè a ricordare, commemorare il gran giorno in cui è nata la Chiesa; la Chiesa come società gerarchica: e cioè con il suo capo visibile, il Papa, i Vescovi, ministri di Dio, il popolo, sì. Ed è nata sotto il calore dello Spirito Santo, sotto la luce dello Spirito Santo; ed è nata insieme - diciamo - alla buona volontà, e cioè è nata per la preghiera di Maria con gli apostoli, ed è nata per le loro buone disposizioni, ed è nata per le promesse che aveva fatto Gesù, ed è nata perché Gesù aveva già raccolti gli elementi costitutivi della Chiesa che sono la moltitudine dei fedeli e il capo, il capo sommo; perché la Chiesa è una società e le
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società sono composte di membri che si muovono, operano sotto un capo per un fine determinato. E il fine della Chiesa è condurre gli uomini a salvezza eterna. Quindi: Chiesa militante, Chiesa purgante, Chiesa trionfante3.
Quando verrà il Consolatore - dice Gesù -, cioè lo Spirito Santo", perché lo Spirito Santo con la sua grazia consola. Andando avanti nella vita, troviamo tutti delle difficoltà: le nostre passioni, il diavolo, lo spirito del mondo che ti attira... troviamo tutti delle difficoltà. E qualche volta può essere che sorga lo scoraggiamento: ecco il Consolatore. Sempre ricorrere al Consolatore, cioè a Gesù che mandi lo Spirito Santo: più forza, più luce, più coraggio, più fede! Sì, e allora siamo consolati. Vi sono quelli che quando hanno delle difficoltà vanno lamentandosi a destra e a sinistra, oppure si abbattono. No! Quelle sono le prove! Sono come tentazioni da vincersi... e allora è il momento di ricorrere alla preghiera per compiere il volere di Dio! Gli scoraggiamenti, le tentazioni, le lusinghe del mondo, eccetera, non cessano, e cioè: non [è] perché uno abbia un bell'abito [religioso, che] il diavolo se ne stia lontano... [non è] perché [si] ha un bell'abito, [che] non si è più una persona [senza tentazioni]... cioè una persona umana che sia già pienamente e definitivamente stabilita in Dio! Sempre, finché siamo sulla terra, avremo difficoltà, tentazioni e prove: sempre! Ma... il Consolatore!
Cercare consolazioni dagli uomini con il lamentarsi, con il dire a tutti le nostre pene, non consola niente, perché quello che ci possono dire gli altri - seppure ci dicono qualcosa di buono -, sta fuori, [si ascolta] dalle orecchie; invece la consolazione ha da essere nell'anima, nel cuore, e cioè dobbiamo sentire la grazia di Dio aumentata a superare le tentazioni e le prove, a sopportare quel male che può venire dall'interno
-che può essere un male quasi secondo lo spirito -, e può venire dal corpo, dalla salute, può venire da altri impedimenti, da difficoltà fra gli uomini, dalle cose che succedono, dagli insuccessi: sempre il Consolatore divino.
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Gesù, per prepararsi alla sua passione, è andato a pregare nell'orto, e fino a sudare sangue [Lc 22,39-44]. Ricorrere sempre a Dio in tutte le nostre necessità: il Consolatore che Gesù ha promesso e che manderà a noi.
E dice: Voi mi renderete testimonianza, perché siete stati con me da principio". Perché la predicazione degli apostoli è dire quel che Gesù ha detto, quello che essi hanno sentito da Gesù e quello che hanno visto fare da Gesù, quello che hanno visto fare da Gesù: Gesù che visse santissimamente, Gesù che predicò una dottrina altissima e santissima, Gesù che istituì i mezzi di grazia... Mi renderete testimonianza: direte queste cose che avete veduto e che avete sentito, ecco.
Verranno le difficoltà - dice Gesù -, ma vi ho detto queste cose perché non vi scandalizziate. Si verrà fino al punto - dice Gesù - che quelli che uccideranno i cristiani, crederanno con questo di fare ossequio a Dio", e cioè di togliere di mezzo, supponiamo, la superstizione o della gente inutile. E così han perseguitato la Chiesa: quanti martiri vi sono stati nella Chiesa, quanti martiri ci sono adesso che soffrono nelle prigioni o sono stati messi a morte in questi ultimi tempi, in varie maniere. Non crediamo che pensino tutti di far del male... intanto però realmente fanno il male, sì, realmente fanno il male. Oh, anche quelli che si oppongono alle vocazioni, alle volte credono di far bene: è dovere di quella figlia che stia in famiglia perché i suoi genitori avranno bisogno, eccetera. Crederanno...". Noi li compatiamo ma non li seguiamo; e quindi piuttosto: preghiere per noi e preghiere per gli altri.
Oh! Allora, che cosa è necessario fare? In questa novena domandare lo spirito religioso, domandare la grazia delle vocazioni. In questa novena domandare il fervore di spirito, il fervore di spirito. Il fervore si mostra - primo - nel voler studiare le cose di religione, le cose di ascetica, il catechismo, la lettura della Bibbia, i libri in generale che insegnano la vita religiosa, eccetera: conoscere, conoscere - è vero? -.
Secondo: il fervore si manifesta nel tendere con tutte le forze a Dio, tendere con tutte le forze al compimento della volontà di Dio; e quindi non nella sola preghiera, nel solo
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voler stare in chiesa, ma nell'attività esterna, nel fare giorno per giorno, momento per momento quello che piace a Dio. Ci può prendere la pigrizia spirituale, come ci può prendere la pigrizia fisica, corporale, sì: allora si cade in tiepidezza. Quando non c'è l'osservanza degli orari, quando non c’è l’ordine nelle cose, quando non c'è decisione, ci si perde in parole, quando non si sa neppure disporre bene e in una Casa si vedono delle cose che non stanno secondo l'ordine, secondo la dignità... allora c'è la tiepidezza. Quando si comincia a guardare... l’una a guardar l’altra cosa fa, quando pensiamo più a giudicare gli altri che noi stessi, allora c’è la tiepidezza. Quando ancora si guarda volentieri il mondo, e [si] ricontinua4 a pensare le cose e parlare delle cose secondo lo spirito del mondo, c'è tiepidezza. O di Dio intieramente... o uno prende la strada della famiglia! E anche nella famiglia occorre un certo fervore nel servizio di Dio per compiere i propri doveri, poiché il mondo, quando offre i suoi godimenti, mostra solamente una parte della medaglia; quando poi invece la medaglia è presa, ecco, viene a scoprirsi anche il retro della medaglia, il rovescio della medaglia. E il mondo non sa darci il Consolatore in pieno5: sa dare delle illusioni, non le vere consolazioni... Quindi il fervore si mostra nelle attività, nello spirito d'iniziativa, nella generosità, nella prontezza, nella sveltezza semplice e pronta! Sì.
Terzo: il fervore si mostra poi nella pietà, e cioè in quella intimità con Dio, nell'amore ai sacramenti e alle funzioni, particolarmente la Messa, la Comunione, la Confessione, la Visita, e poi nella preghiera in generale e nell'uso delle giaculatorie nella giornata, delle comunioni spirituali; e in quella generosità di donarsi, perché il fervore è amare il Signore con tutto il cuore -non a metà -, con tutta la mente - non a metà -, con tutte le forze - non a metà -. Il fervore...
E gli apostoli trovavano le loro difficoltà e pensavano ancora a un regno temporale, sì... ma venne il Consolatore, cioè
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venne lo Spirito Santo, e cambiarono. Domandiamo dunque a Gesù che mandi il suo Spirito; lo Spirito Santo è lo Spirito di Gesù: egli procede dal Padre e dal Figlio. Allora questi giorni santi, sì, sempre in attesa dei doni di Dio, sempre. Sappiamo noi fino a che punto ci voglia condurre il Signore in santità? No! Però, noi sappiamo che corrispondendo alle grazie di ogni giorno, arriveremo a quell'altezza di virtù, di santità e di gloria celeste a cui ci ha destinato il Signore6. Siano giorni di umiltà e di fiducia quindi, confidenza nella grazia dello Spirito Santo.
Chiediamo lo Spirito Santo, per intercessione di Maria, anche. Maria ha pregato con gli apostoli ed ecco che ha ottenuto con essi lo Spirito Santo.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 56/59 (Nastro archivio 56c. Cassetta 56bis, lato 1. File audio AP 056c). Titolo Cassetta: “Vivere bene la novena di Pentecoste".

2 Vangelo: Gv 15,26-27; 16,1-4. Il brano viene letto da una Apostolina, e citato liberamente dal PM all’interno della meditazione.

3 Vedi AP 1958/2, p. 196.

4 Il PM dice: e ricontinuano.

5 Parola incerta.

6 Questo pensiero è particolarmente esplicitato nella preghiera del Patto o Segreto di riuscita. Vedi anche p. 56, nota 4.