Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

19. LA PERSONA È IMMAGINE DELLA TRINITÀ
La Visita secondo i quattro fini:
adorare, ringraziare, riparare, supplicare
Festa della SS. Trinità, Meditazione, Castel Gandolfo, 24 maggio 19591

«In quel tempo: Gesù disse ai suoi discepoli: Mi è stato dato ogni potere, in cielo ed in terra. Andate dunque ad ammaestrare tutte le genti, battezzandole in nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutte le cose che vi ho comandate. Ed ecco, io son con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo»2.

Sì. Quest'oggi la giornata è consecrata alla Santissima Trinità. È vero che ogni preghiera che noi facciamo è già sempre indirizzata alla Trinità, Dio uno e trino, però quest'oggi dobbiamo in modo particolare onorare questo mistero, il più grande dei misteri che ci ha rivelato Nostro Signore.
Vediamo come è l'anno liturgico. Primo, c’è l’Avvento in cui si attende la venuta del Figliolo di Dio Messia; poi si celebra la sua venuta e si ricorda la sua vita privata a Betlemme, Egitto, Nazaret; quindi si considera Gesù nella sua vita pubblica, nel suo insegnamento e nei suoi esempi; poi la sua passione, la sua morte in Redenzione nostra; e si arriva quindi alla Pasqua di Risurrezione; dopo quaranta giorni l'Ascensione al Cielo; e dopo altri dieci giorni la
~
Pentecoste, la venuta dello Spirito Santo. Così è il Ciclo della Redenzione3.
Da questa domenica in avanti, noi abbiamo da considerare i benefici della Redenzione e considerare i mezzi che Gesù ci ha dato per arrivare alla salvezza nostra, arrivare al Cielo; e quindi profittare: credere sempre di più, amare sempre di più, osservare sempre meglio i voleri di Dio: i comandamenti, e i consigli evangelici per chi è chiamato alla perfezione.
Questi sei mesi dalla Pentecoste, e particolarmente da questa Domenica della Trinità, sono il Tempo in cui abbiamo da accogliere e poi approfittare delle ricchezze che sono comprese nella Redenzione. Le ricchezze della Redenzione sono la fede: aumento di fede quindi; sono la grazia: quindi aumento di carità, migliore unione con Dio; e sono i suoi esempi, i suoi insegnamenti; e sono le ricchezze della fede comprese nei sacramenti, nell'istituzione della Chiesa, nell'istituzione del sacerdozio, nell'istituzione dello stato religioso. Queste ricchezze abbiamo da assimilare, sì. Quindi il Tempo dopo Pentecoste: aumento di fede, di speranza e di carità4.
Dopo aver onorato Gesù, nato a Betlemme e morto per noi e risuscitato nel giorno di Pasqua, ed aver onorato lo Spirito Santo disceso nella Pentecoste sugli apostoli, noi comprendiamo5 le tre Persone della Santissima Trinità oggi e le onoriamo assieme. Onoriamo sempre Dio uno e trino, ma particolarmente oggi, questo mistero; ed è l'unica volta nell'anno che i sacerdoti devono recitare il Quicumque6, il cosiddetto salmo o professione di fede: chiunque vuole salvarsi, è necessario che creda che vi è un solo Dio in tre
~
Persone realmente distinte; che il Figliolo di Dio si è incarnato, ci ha redento, che egli poi ci giudicherà alla fine del mondo e darà a ciascheduno quello che ciascheduno avrà meritato. Sì, l’unica volta nell’anno che si recita questo inno, possiamo dire, o, meglio, questa professione di fede.
Uno è Dio, tre sono le Persone. Noi siamo una persona, un essere, ed abbiamo tre facoltà. Noi siamo fatti ad immagine e somiglianza di Dio, di Dio uno e Dio trino: e quindi anche in noi c'è la mente, l'intelligenza come il Figlio è la sapienza; in noi c'è il cuore come lo Spirito Santo procede... è l'amore del Padre e del Figlio; e in noi c'è la volontà... come il Padre è onnipotente: e come noi possiamo fare qualcosa, abbiamo volontà di far qualche cosa, così egli è l'onnipotente, sì. In noi si è stampato Dio non solamente come uno, ma anche come trino nelle Persone. Oh! Tutte le opere che vengono fatte da Dio esteriormente sono di Dio, cioè della Santissima Trinità. Ma noi siamo abituati a riferire piuttosto al Padre le opere di onnipotenza, di potenza; e siamo abituati a riferire al Figlio le opere di sapienza; e abituati a riferire allo Spirito Santo le opere di amore. Oh! Diamo a Dio Padre specialmente la volontà, a Dio Figlio specialmente la mente, l'intelligenza, a Dio Spirito Santo specialmente la sentimentalità, il cuore nostro, il nostro cuore.
Che cosa fare in questa giornata?
La Visita dovrebbe essere così: adorazione della Trinità, Dio uno e Dio trino principio di tutto - tutto è uscito dalle sue mani - e fine di tutto - noi dobbiam tornare lassù -; e intanto che facciamo questo viaggio - usciti da Dio per tornare a Dio -, c'è la Provvidenza che ci guida ogni giorno e ci accompagna: Dio non abbandona i suoi figli.
Poi ringraziare la Trinità. Il Battesimo ci fu dato in nome della Trinità, la Cresima nel nome della Trinità, l'assoluzione nel nome della Trinità; così ogni sacramento viene amministrato nel nome della Santissima Trinità: ringraziare. Ringraziare Dio di tutto quel che abbiamo esteriormente, di tutto quel che siamo. Quando arrivassimo a pensare che Dio
~
è tutto e che noi siamo il niente, allora saremmo nella vera posizione in cui la grazia fluisce di più... cioè restiamo, staremo nell'umiltà, e l’acqua va proprio a cercar le valli, cioè discende nelle valli.
Poi riparare. Riparare le nostre ingratitudini operate con Dio. Riparare perché noi non abbiamo santificato abbastanza la mente, non abbiamo santificato abbastanza il cuore, non abbiamo santificato abbastanza la volontà: riparare. Riparare anche la mancanza d'istruzione che dipese da noi, istruzione religiosa; e poi la mancanza di attività, di energia... di preghiera sì, ma di attività, di energia, perché l'uomo è nato alla fatica, come dice la Scrittura: Come l'uccello al volo, così l'uomo nasce per lavorare"7, per faticare, impegnare le sue forze, esercitare le sue forze... e più esercitiamo le nostre forze, più rassomigliamo a Dio, che è atto purissimo.
Poi supplicare la Trinità per avere questa grazia di vivere più uniti a Dio, sì, di ricevere meglio i sacramenti, di tendere sempre di più alla perfezione: Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro che è nei cieli" [Mt 5,48], tendere sempre di più... Dare a Dio tutto quel che abbiamo ricevuto, tutto quel che abbiamo ricevuto, sì, e cioè, se sono8 a servizio di Dio la mente, il cuore, gli occhi, la lingua, e poi le forze del corpo, dare a Dio tutto quello che lui ci ha dato, usando bene: tutto è di Dio, e dobbiamo usarlo al suo servizio e secondo la sua volontà.
Oh! Ecco, oggi giornata indirizzata alla Santissima Trinità: «Soli Deo honor et gloria» [1Tm 1,17], a Dio solo è dovuto ogni onore e gloria"; e questo onore e gloria noi lo diamo a Dio per mezzo di Gesù Cristo. Chi crede, vedrà Dio più profondamente in Cielo: e la nostra fede quindi sempre più profonda. Chi ama il Signore, godrà Dio sempre più profondamente, in un gaudio sempre più profondo. E chi opera il bene, possederà Dio in eterno: Dio somma ricchezza, sommo bene e nostra eterna felicità.
~
Dunque una giornata di piena gloria a Dio e di piena riconoscenza e di piena riparazione e di piena supplica alla Santissima Trinità.
Poi questi sei mesi circa che passano da oggi all'Avvento, impegnarsi a crescere nella fede, nella speranza e nella carità.
Sia lodato Gesù Cristo.
~

1 Nastro originale 50/59 (Nastro archivio 57b. Cassetta 57, lato 2. File audio AP 057b). Titolo Cassetta: “La Trinità e la nostra vita".

2 Vangelo: Mt 28,18-20. Il brano viene letto da una Apostolina, e citato liberamente dal PM all’interno della meditazione.

3 L'anno liturgico era chiamato Ciclo della Redenzione.

4 Su come era scandito l'Anno Liturgico, vediAP 1958/1, p. 69, nota 2; p. 105, nota 8.

5 Sta per: prendiamo insieme, consideriamo insieme...

6 Quicumque vult salvus esse... (Chiunque vuole salvarsi...) sono le prime parole del cosiddetto Symbolum Athanasianum (Credo di Atanasio), che i sacerdoti recitavano alla festa della SS. Trinità (cf Breviarium Romanum, Dominica ad Primam). Nella Liturgia delle Ore Ambrosiana, questo inno sostituisce il Te Deum al termine dell'Ufficio delle Letture nella Solennità della Trinità (cf Liturgia delle Ore Ambrosiana secondo il Rito della Santa Chiesa Ambrosiana, vol. IV, Milano 1988, pp. 578-580).

7 Cf Gb 5,7 nella Vulgata: «Homo ad laborem nascitur et avis ad volatum». Questa frase è nota anche come proverbio: “L'uomo nasce al lavoro come l'uccello al volo".

8 Il PM dice: se è.