Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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5. LO SPIRITO DEL DIGIUNO QUARESIMALE
Vincere le tentazioni, come Gesù
Domenica I di Quaresima, Meditazione, Castel Gandolfo, 15 febbraio 19591

È una cosa tanto bella e buona che facciate ricreazione insieme e che vi sia sempre tra di voi la letizia. La ricreazione fatta assieme serve a stabilire l’unione e la cordialità, la familiarità con le sorelle. Oltre che poi vi sono tutti i vantaggi che riguardano la salute: necessariamente nella vostra vita avete già da fare parecchio moto nelle vostre cose, nelle vostre occupazioni della giornata; tuttavia, un po’ di tempo impiegato in queste ricreazioni così serene alle quali partecipano tutte, fa tanto bene sia al fisico quanto allo spirito.
Adesso poi che avete in questo tempo da pregare, sempre continuare a pregare per la Madre2; e in questa Quaresima è utile che preghiate anche - mettete l’intenzione adesso - per l’Italia, per i bisogni che ha la nostra patria3, perché i nemici di Cristo cercano di portarla ad un abisso di mali, ma noi
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confidiamo nell’abisso della misericordia di Dio: Dio che ha amato l’Italia, Dio che ha voluto che l’Italia fosse la sede del Vicario del Figliolo suo Gesù Cristo...

Adesso leggiamo il Vangelo, e poi sopra di esso alcune riflessioni.

«In quel tempo: Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per essere tentato dal diavolo. E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, finalmente ebbe fame. E il tentatore, accostandosi disse: Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane. Ma Gesù rispose: Sta scritto: Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che procede dalla bocca di Dio. Allora il diavolo lo trasportò nella città santa e avendolo posto sul pinnacolo del tempio gli disse: Se tu sei il Figlio di Dio, gettati di sotto, poiché sta scritto che agli Angeli suoi ha commessa la cura di te; ed essi ti sosterranno, affinché il tuo piede non inciampi in qualche pietra. E Gesù a lui: Sta anche scritto: Non tentare il Signore Dio tuo. Di nuovo il diavolo lo menò sopra un monte altissimo e, mostrandogli tutti i regni del mondo e la loro magnificenza, gli disse: Tutto questo io ti darò, se prostrandoti, mi adorerai. Allora Gesù rispose: Va’ via, Satana, ché sta scritto: Adorerai il Signore Dio tuo e servirai a lui solo. Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco gli Angeli vennero a servirlo»4.

Il Vangelo in principio ci parla del digiuno di Gesù: digiunò quaranta giorni e quaranta notti. Adesso, in memoria di quel digiuno, ecco che la Chiesa ha stabilito questo digiuno quaresimale che è iniziato. Ora vi è un digiuno materiale, corporale, e vi è un digiuno spirituale. Il digiuno materiale consiste nell’astenersi dai cibi in quella misura come prescrive il Codice e poi praticare le astinenze: questo il digiuno quaresimale. Nessuna di voi però è tenuta a questo digiuno quaresimale, diciamo corporale, sia per l’età o sia per le occupazioni, sia anche per la debolezza di salute. Ma tutti siamo tenuti al digiuno spirituale, e se consideriamo quel che dice
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san Paolo nell’Epistola della Messa che si è celebrata stamattina5, ecco, si rileva questo: che bisogna approfittare del tempo quaresimale per la mortificazione e per il rinvigorimento dello spirito.
La mortificazione. La mortificazione che importa quello che dobbiamo fare per compiere i nostri doveri: e la levata al mattino e gli orari della giornata e lo studio e l’apostolato e le varie occupazioni e il sopportare gli incomodi di salute e sopportare vicendevolmente le persone, anche che possono talvolta esserci moleste o che non hanno il nostro carattere... le mortificazioni che importa il nostro dovere, in sostanza, il nostro dovere. E qui vengono le mortificazioni anche della volontà: le obbedienze; le mortificazioni per la pratica della carità e le mortificazioni per compiere l’apostolato.
In secondo luogo, oltre a queste mortificazioni, abbiamo da rinvigorire lo spirito e utilizzare questo tempo quaresimale per rafforzare la pietà, l’amore a Dio, per ricevere meglio i sacramenti, per assistere meglio alla santa Messa, per dire più bene i rosari, per fare Comunioni più sante. Ecco, rinvigorir lo spirito di fede, lo spirito di amore a Gesù, la fiducia nel Signore, questa unione sempre più stretta, più intima con Gesù, in maniera che possiamo vivere bene la nostra vocazione. Sì.
Poi il Vangelo, andando avanti, ci parla delle tentazioni che ha subìto Gesù. Sono notate tre qui.
La prima tentazione è una tentazione che riguarda il corpo; infatti il demonio disse a Gesù: Se tu sei il figlio di Dio, ordina che queste pietre divengano pane, e naturalmente dopo quaranta giorni e quaranta notti di digiuno doveva esserci la fame, e il demonio prende l’occasione. Oh! Questa tentazione è rivolta a quello che riguarda il corpo.
Le tentazioni sono specialmente di tre qualità, quelle che provengono da noi - poi ci sono quelle che provengono dal demonio e dal mondo -, ma quelle che provengono da noi:
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prima le tentazioni della carne che sono tre, e cioè la golosità, la pigrizia e la lussuria. E quindi la prima tentazione che il demonio rivolge a Gesù è quella che egli accontentasse la carne, ordinando di cambiarsi quelle pietre in pane, per saziarsi; ma Gesù diede una risposta sapientissima: Non di solo pane vive l’uomo, ma vive di ogni Parola che procede dalla bocca di Dio. Vedete, Gesù risponde con la sapienza di Dio alle insinuazioni di satana. Il demonio è sapiente ed è astuto, e vedete che ha ingannato anche Eva [cf Gen 3,1-6]. Noi, per vincere le sue astuzie, le sue insinuazioni, eccetera... bisogna sempre che ci richiamiamo ad un’altra sapienza più grande della sua, è la sapienza di Dio, quindi alla Parola di Dio: L’uomo non vive di solo pane, ma vive di ogni Parola che procede dalla bocca di Dio. Quindi il demonio in generale è più sapiente; noi per vincerlo abbiamo da richiamarci a un’altra sapienza, la sapienza di Dio, e cioè quella che è registrata nelle Scritture, l’insegnamento che ci viene dalla Bibbia, dal Vangelo.
Allora satana ricorse ad un’altra tentazione. Il diavolo trasportò Gesù nella città santa, Gerusalemme, e avendolo posto sul terrazzo del tempio, gli disse: Se tu sei il figlio di Dio, gettati giù, poiché sta scritto che agli angeli suoi ha ordinato il Signore di aver cura di te; perciò ti porteranno nelle mani affinché tu non inciampi con il tuo piede nella pietra, e cioè che non ti faccia male. Questo è una tentazione. Buttarsi giù dalla terrazza del tempio e aspettare un miracolo è una presunzione. Il Signore i miracoli li fa quando sono necessari, non quando noi giochiamo - diciamo così - e mettiamo a prova la sua bontà, la sua misericordia. Il Signore fece e fa continuamente miracoli per mostrar la sua potenza e la sua presenza nel mondo, ma li fa con sapienza questi miracoli, mica per gioco: che uno voglia buttarsi nel fuoco e mettere a prova Dio se interviene a liberarlo... Anzitutto liberati tu, e cioè non buttarti nel fuoco! E se sei sul terrazzo del tempio, liberati dall’inciampare nelle pietre e dal farti male, e discendendo per mezzo delle scale e non per mezzo di un volo simile! Questo sarebbe presunzione: mettere Dio
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a prova. Anime che non vogliono sacrificarsi, non vogliono lavorare spiritualmente, non vogliono muoversi a pregare, e pretendono le grazie e pretendono di farsi sante. Ci vuole la lotta con sacrificio! Persone che si mettono nelle occasioni cattive: ma se ti metti nelle occasioni cattive, dopo cadi! Chi va volontariamente nella occasione cattiva, non può pretendere da Dio poi la grazia di essere liberato, no. La grazia l’hai già, poiché tu possiedi la forza di evitare l’occasione pericolosa... questa grazia di evitare l’occasione pericolosa il Signore ce la dà: allora siamo noi che dobbiamo evitare di metterci nell’occasione e non pretendere assolutamente che il Signore ci venga a liberare quando noi ci facciamo l’occasione. È un orgoglio questo, presumere delle forze nostre, oppure volersi far santi senza fatica, o voler vivere santamente pure entrando nelle compagnie pericolose, assistendo a divertimenti pericolosi, facendo letture pericolose: questa è una presunzione, un orgoglio. Allora che cosa rispose Gesù a questa tentazione? Rispose questo: Non tentare il Signore Dio tuo; è scritto così nella Bibbia: Non tentare il Signore [cf Dt 6,16], cioè non mettere a prova il Signore se egli voglia venire a liberarti, eh!
Ecco un’altra tentazione, la terza. Di nuovo il demonio condusse Gesù sopra un monte altissimo e di là gli mostrò i regni, le terre, i regni con le loro magnificenze. Oh! Ed ecco l’ardire, la temerità di satana: Ti darò tutto questo, se tu ti inginocchierai per adorarmi. La temerità di satana: sa-tana pretende che Gesù Cristo, Dio-Uomo, adori lui. Vedete quale temerità! Ma questo ci deve far capire che satana non risparmia le tentazioni a nessuno: anche se uno è vestito con l’abito religioso, anche se uno è persona consecrata a Dio, non risparmia le tentazioni. Vedete che è venuto a tentare il Figliolo di Dio incarnato Gesù Cristo. E pensare così, che alle anime che sono consecrate a Dio il demonio mette avanti le più terribili, le più astute tentazioni, gli inganni, come ha fatto con [Gesù]6, come ha fatto con lui. Potrebbe
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un’anima consecrarsi a Dio, [e] credersi sicura? Nessuno è sicuro della sua salvezza eterna, se non c’è una rivelazione speciale, nessuno è sicuro della sua salvezza eterna. Ora un’anima consecrata a Dio alle volte va soggetta a tentazioni maggiori di quelle tentazioni che hanno coloro che vivono nel mondo, perché il demonio vorrebbe strappare dalle mani di Gesù quest’anima consecrata a Dio. Egli vuole - per dir così - i cibi migliori: e sono proprio le anime più belle, più sante, le anime consecrate a Dio a cui egli si rivolge7 come si rivolse a tentare Gesù Cristo. Sì, perciò non stupirsi delle tentazioni ma armarsi contro la tentazione. «E non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male» [Mt 6,13]: preghiera e fuga delle occasioni. Oh! E Gesù rispose: Va’ via satana, perché sta scritto: adorerai il Signore Dio tuo e servirai a lui solo! E il diavolo allora lo lasciò.
E perché Gesù aveva vinto le sue tre tentazioni, vennero gli angeli a servirlo: sì, quando uno vince le tentazioni, dopo riceve molta più grazia. Le anime che sono maggiormente tentate, se sono forti, coraggiose, dopo sono maggiormente favorite dal Signore e progrediranno assai più. La santità è dei coraggiosi, è delle anime generose. Allora, combattere e vincere, e poi le grazie aumenteranno 8ogni giorno [...].
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1 Nastro originale 51/59 (Nastro archivio 52c. Cassetta 52bis, lato 1. File audio AP 052c). Titolo Cassetta: “Le tentazioni di Gesù”.

2 Vedi p. 33, nota 4.

3 Il 26 gennaio era caduto il Governo Fanfani, accusato di aver affrettato i tempi nell'apertura verso i socialisti; il 7 febbraio Antonio Segni ricevette l'incarico di formare un nuovo Governo più moderato: dalle consultazioni che seguirono uscì un Governo “monocolore" proprio il giorno successivo a questa meditazione. Nei giorni della crisi di Governo, L'Osservatore Romano, nella sezione Notizie italiane (p. 4), diede sempre ampio spazio alle informazioni su questa situazione politica. Negli stessi giorni, poi, ricorreva anche il 30° anniversario dei Patti Lateranensi tra l'Italia e la Santa Sede, alla cui commemorazione fu ugualmente data molta risonanza... Inoltre, è utile ricordare che questi sono anni di grande tensione politica in cui la Chiesa è schierata a livello partitico, per fronteggiare le ideologie comuniste.

4 Vangelo: Mt 4,1-11. Il brano viene letto da una Apostolina, e citato liberamente dal PM all’interno della meditazione.

5 Epistola: 2Cor 6,1-10.

6 La parola nell’audio risulta incomprensibile.

7 Il PM dice: si rivolse.

8 Da questo punto, l’audio nel Nastro archivio si interrompe. Le due parole conclusive sono ricavate dal Nastro originale.