Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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29. ROSARIO E VITA RELIGIOSA

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via Portuense 739, ... ottobre 19611
Abbiamo incominciato il mese che vien dedicato al rosario. E allora è utile che noi impariamo a recitarlo santamente, cioè con intelligenza, amore.
La meditazione dei misteri. In ogni mistero si può ricavare, considerare una verità che insegna la Chiesa e poi un insegnamento morale, ascetico, e, in terzo luogo, una grazia particolare da chiedersi.
Primo mistero gaudioso:
— il mistero dell'incarnazione, verità fondamentale;
— l'umiltà di Maria nell'accettare l'incarico, [insegnamento];
— la grazia della docilità alla volontà del Signore; la grazia di accettar le grazie bene per corrispondere. Ecco: una verità che si medita, un insegnamento che si ricava e una grazia da chiedersi. Così in ogni mistero.
Il rosario è una breve teologia se la si considera nel suo complesso dei misteri gaudiosi, dei misteri dolorosi e dei misteri gloriosi. E' un riassunto del catechismo e un riassunto di teologia e quindi si può chiamare anche: La piccola teologia di Gesù e di Maria. Perché si intrecciano assieme le verità, la vita di Gesù, la vita di Maria. Ma si può anche ricavare un insieme di verità, di insegnamenti, di pensieri e quindi delle grazie principali da chiedersi per mezzo della corona.
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Nei misteri gaudiosi, cinque misteri gaudiosi, imparare l'amore e la pratica della vita privata, santificazione della vita interna, della vita religiosa, il progresso spirituale di ogni anima. Mistero dell'annunziazione. Mistero della visita di Maria a santa Elisabetta. Mistero della nascita del Salvatore. Mistero della presentazione al tempio. Mistero della rivelazione di Gesù, la prima sua manifestazione innanzi ai dottori della legge, dove là, dove i dottori della legge facevano le loro adunanze per leggere e discutere la legge e a cui Gesù, fanciullo di dodici anni, volle intervenire e far risplendere la sua dottrina, così che si stupivano della sua sapienza1. Un saggio della sua futura missione, ma un saggio privato, limitato a quella piccola schiera, quella piccola adunanza di dottori della legge. E poi si considera nel mistero quinto, si considera, sia perché si ha una luce che è proiettata in avanti... Gesù, dopo questo episodio, discese a Nazaret con Maria e Giuseppe: et erat subditus illis2. Ed era obbediente a Maria ed a Giuseppe. E quello che è ancora più significativo, più per noi: proficiebat sapientia, aetate et gratia3 fino a 30 anni.
La maggior parte della vita di Gesù è stata vissuta nel silenzio. Trent'anni, contro i tre anni della vita pubblica. La vita privata di Gesù c'insegna a viver la vita religiosa nell'interno della comunità e nel continuo progresso in virtù, cioè in amore, in fede, in speranza, in umiltà, in carità, in obbedienza. Oh!
La famiglia di Nazaret: Gesù, Maria, Giuseppe è messa come protettrice di tutte le famiglie religiose, secondo il Decreto del papa Pio XII quando ha istituito l'Unione Vocazionaria, l'unione, cioè, per le vocazioni religiose4.
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Santificare la vita interna prima della vita di apostolato. Che significa: una vita di regolarità, una vita di puntualità, una vita di continuata sottomissione, perché la giornata ha le sue ore che vengono distribuite secondo le disposizioni e conforme allo spirito delle Costituzioni. Quindi una continua sottomissione, un'agilità di volontà sempre pronta a ciò che piace al Signore. Non soltanto l'obbedienza, voglio dire che l'obbedienza è più facile, può essere anche, alle volte, soltanto un'esteriorità. Ma quello che più importa: docilità. Docilità che è uniformazione ai pensieri, ai desideri, ai fini per cui viene disposto questo o quello; questo o quello da farsi nella determinata ora, nella determinata maniera, accettando ufficio, orario, e accettando anche tutto quello che viene dal Signore sia che ci piaccia, sia che non ci piaccia, in un abbandono sereno nelle braccia di Dio che guida. Allora il perfezionamento interno dello spirito.
Può essere che si cada in un errore e cioè: e finché si è in formazione, questo: studiare progredire, ecc. Questo, invece, è cosa di tutta la vita. Non si è chiamate alla vita religiosa per perfezionarci per quattro o cinque, sei anni di formazione, così detta formazione, ma lì è un avviamento, è come fare i propositi e poi fare una prova se si è capaci. Ma veramente il perfezionamento comincia con la Professione prima, e riceve il suo sigillo definitivo con la Professione perpetua. E' poi lì che particolarmente si vive, si santifica la vita privata, la vita religiosa. Gesù fino a 30 anni. E generalmente le suore fan la Professione sui 24, 25, 26 anni, Professione perpetua. Gesù, fino a 30, vita privata, vita di perfezionamento. Proficere, cioè progredire, camminare nella santità. Poi Gesù incomincia la vita pubblica, ma aveva fatto la lunga preparazione. Di questo poi si può parlare dopo.
Ma intanto nei cinque misteri gaudiosi domandar la grazia di santificare la vita interna dell'Istituto, vita privata di comunità, e più la vita spirituale onde ci sia sempre più lo spirito religioso. E in continuità proficiebat sapientia, aetate et gratia1, sempre; così come si cammina tutti i giorni nell'età, tutti i giorni si aggiunge un pezzo alla nostra vita, così, nella stessa maniera che progredisce il tempo, l'età, [progredire in] sapienza e grazia, cioè, sapienza celeste e unione con Dio, l'amore a Dio, lo spirito di fede.
Quindi si può meditare mistero per mistero. Ma si può anche fermarsi a considerare l'insieme dei cinque misteri gaudiosi: santificazione della vita privata, specialmente la santificazione del lavoro interiore, di emendazione, di conquista delle virtù.
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Secondo, ci sono poi i misteri dolorosi che corrispondono all'apostolato.
L'apostolato di Gesù Cristo è stato la redenzione degli uomini, la sua missione in riguardo al mondo. Nella vita privata egli onorava di più, direttamente, non di più nel senso intrinseco, intimo, ma nella considerazione che, generalmente, noi siam capaci a fare. Allora, la sua dipendenza, l'onore che continuamente dava al Padre celeste: «gloria a Dio»1. E poi la vita pubblica: pax hominibus1. La redenzione operata da Gesù Cristo mediante i suoi esempi, la sua parola e specialmente con la passione e morte, sì. Lì c'è la salute, perché dalla morte vien la vita a noi, dalla morte di Gesù Cristo, e cioè la grazia, viene la vita.
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Che cosa, allora, bisogna considerare? Considerare questo: vi è un apostolato nell'Istituto, è il secondo articolo delle Costituzioni. Chiedere la grazia di capire l'apostolato. Capirlo, l'apostolato vostro, capirlo; secondo, amarlo e amarlo tanto e amare proprio quella parte di apostolato che è assegnata ad ognuna, per oggi, per ogni giorni dell'anno; non solo amarlo, ma compierlo sempre più perfettamente; perché come andando nella prima classe elementare, i primi giorni della prima classe elementare, s'impara a scrivere in qualche modo, era una calligrafia poco bella, eh? ma se c'è l'impegno, in quarta... in quinta c'è già una calligrafia bella e può essere anche una calligrafia un po' speciale, supponiamo, carattere inglese. Oh, tanto più poi quel che riguarda i pensieri.
Così l'apostolato: perfezionarsi. E, in primo luogo, si faran delle prove, come fate le prove per cantare, ma poi giorno per giorno perfezionare, mettendoci bene l'applicazione della mente, mettendoci bene l'affetto del cuore e impegnandosi per il buon esito così da diventare anche maestre nell'apostolato, perché, anno per anno perfezionandosi si potrà, a sua volta, fare, da queste persone l'insegnamento ad altre.
Oh, e allora, chiedere la grazia di santificare l'apostolato, con intelligenza: l'applicazione della mente; con l'affetto: amarlo, proprio quello che è dato perché è volontà del Signore, piace a lui; e terzo, metterci l'impegno per imparare, eseguirlo sempre meglio; imparare da chi già ha fatto esperienze e quindi già ci precede, e poi seguire e anche sforzarci perché ogni giorno, e ogni volta che si compie un apostolato, sempre fatto meglio. E allora si ama il Signore con tutta la volontà, con tutte le forze.
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Poi vi sono i cinque misteri gloriosi. Prima c'è la vita privata; secondo, la vita di apostolato; e terzo, la vita celeste.
La vita presente ha un fine, non ha fine a se stessa, ma ha un fine di là, ed è una preparazione alla vita dell'al di là e quindi, misteri gloriosi. La risurrezione: si risusciterà. L'ascensione al cielo: si salirà al cielo. La discesa dello Spirito Santo: di lassù si faran piovere le grazie sulla terra. L'incoronazione di Maria. E Maria assunta in cielo. Questo ricorda il suo trionfo e il suo particolare privilegio perché, tanto ha santificato il corpo, da meritare di non andar soggetto alla corruzione, ma dopo il suo pellegrinaggio terrestre, è stata assunta in cielo, anima e corpo. E poi all'ufficio di Maria in cielo, la sua gloria, [il] suo posto in paradiso, la sua incoronazione e l'ufficio: distribuzione delle grazie, mediatrice della grazia.
Allora pensare alla vita eterna. Desiderare il paradiso. Pensare alle persone che ancora son sulla terra, tutte le persone che compongono l'Istituto. Pensare alle persone che son già passate all'eternità che possono trovarsi in bisogno di preghiere. Pensare alle persone che possono già essere lassù nell'eterna beatitudine e che possono pregare per noi, intercedere per noi. Pensare che ci aspettano. E, una persona manca da un certo tempo, e allora la si aspetta che arrivi, se è una persona cara. Lassù ci aspettano, sì, perché ci amano, e ci aiutano con le preghiere e ci desiderano e ci sperano compagni nel loro eterno gaudio, nella visione beatifica.
Oh, allora: vita privata e vita di apostolato ordinate alla vita eterna, paradiso.
Considerare i novissimi: la morte non solo, che è nei misteri dolorosi, ma il nostro ingresso in paradiso, la risurrezione finale e l'ufficio che si ha in paradiso, di pregare che lo Spirito Santo discenda abbondante sulla Chiesa, e poi, quello che sarà la piena glorificazione: «Venite o benedetti, nel regno del Padre mio»1. Giudizio finale e quindi l'eternità felice.
Allora nella nostra considerazione pensiamo a ciò che ci aspetta e pensiamo a santificar la vita privata, la vita intima e l'apostolato per giungere a quella vita eterna, per il cielo. Il rosario prende, allora, una certa unità. E possono essere tre considerazioni generali che possono servire anche a ciaschedun mistero inteso nella sua maniera, nella verità che ci mette davanti e nell'insegnamento che ci dà.
Allora il mese di ottobre vi sarà di molto profitto. E domandare la grazia di un amore più intenso a Gesù. Domandare anche le benedizioni sopra la nuova iniziativa del pre-vocazionario2. E domandare la grazia del progresso, non solo di ognuna, ma di tutto l'Istituto assieme.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 43/b (= cassetta 98/b). - Per la datazione, cf PM: «Abbiamo incominciato il mese che vien dedicato al rosario». «Domandare anche le benedizioni sopra la nuova iniziativa del pre-vocazionario». - In dAS, in data 18/9/1961, si legge: «[il PM] ha ricevuto Madre Maestra per il pre-vocazionario di Thiene». - In dAC, in data 18/9/1961, si legge: «Madre Maestra riferisce al PM l'ottenuta autorizzazione per il pre-vocazionario di Thiene, il quale dice di iniziare con 15 ragazzini per metà di ottobre». - dAS (nessun accenno per questa meditazione).

1 Cf Lc 2,46-47.

2 Lc 2,51.

3 Lc 2,52.

4 Pio XII, Motu proprio Cum supremae, De Pontificio Opere Primario Religiosarum Vocationum, 11.2.1955. AAS 47 (1955) 266. - Statuta preparati dalla S:C: dei Religiosi, 11.2.1955. AAS 47 (1955) 290-299.

1 Lc 2,52.

1 Lc 2,14.

1 Mt 25,34.

2 Pre-vocazionario maschile di Thiene, e più esattamente di Centrale di Zugliano (Vicenza), affidato alle Pie Discepole del Divin Maestro.