Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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32. COMUNIONE SACRAMENTALE E COMUNIONE SPIRITUALE

Esercizi Spirituali (9-17 ottobre) alle Superiore Pie Discepole del Divin Maestro.
Ariccia, Casa Divin Maestro, 11 ottobre 1961 1

Per te sciamus de Patrem / noscamus atque Filium / teque utriusque Spiritum / credamus omni tempore2. Vuol dire: Per la tua grazia, o Spirito Santo, che noi conosciamo il Padre celeste e che conosciamo il suo Figlio e che conosciamo ancora te, Spirito Santo, che discendi dal Padre e dal Figlio. Quindi la grazia di conoscere sempre meglio il Signore. Il Signore, il quale è colui che ci ha creati, colui che ci ama, colui che ci ha mandato il Figlio suo: sic Deus dilexit mundum ut Filium suum unigenitum daret3, colui che ci aspetta nella patria celeste. Essere figli di Dio, che grande cosa! Altro che esser figli di un re. Figli di Dio! Si filii, et haeredes: haeredes Dei, cohaeredes Christi4. Eredi di Dio, coeredi con Gesù Cristo e che ci aspetta lassù in paradiso. La grazia grande di essere anime consacrate a Dio, se si guarda come è il mondo, come va questo mondo scristianizzandosi. E allora siete state fiori eletti, raccolti dalla mano di Gesù e portati all'altare per la consacrazione. Fiori eletti. Siete viole di umiltà? E siete rose di amore? E siete tutti gigli di purezza? Ecco, quello che ogni giorno si domanda al Signore, lo siamo? Sempre di più, non è vero? Attendere alla perfezione.
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Allora, dopo il primo grande mezzo: la confessione, come mezzo sacramentale, secondo grande mezzo: la comunione.
La comunione, la quale è, in primo luogo, quella che riceviamo durante la Messa o dopo la Messa: Gesù-Ostia, presente Gesù in corpo, sangue, anima e divinità. Il grande sacramento, perché non solo contiene la grazia, ma ancora vi è in essa l'autore della grazia, cioè Gesù Cristo.
Comunioni belle e ciò vuol dire: preparazione e ringraziamento belli, se, anzitutto, abbiamo adoperato la confessione spirituale, abbiamo preparato a Gesù un lettino caldo e candido nel nostro cuore, perché abbiamo tolto tutto ciò che è macchiato e dispiace a Gesù.
La Madonna ebbe cura, tanta, di mettere il Bambino a posto, sì, in umile posto, sulla paglia - ma la paglia non ha peccato né veniale né mortale - e i pannilini preparati dalle sue mani.
Che la comunione sia preparata dall'impegno che avete, da voi stesse, sì. Preparazione dal mezzodì all'indomani mattina al momento della comunione, e preparazione poi più prossima - quella era remota -, più prossima e cioè, quando si devono fare atti di fede, speranza e di carità. E poi ringraziamento che segue la comunione fino a mezzodì. Ringraziamento.
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Gli atti per ricevere meno indegnamente Gesù sono sempre: fede, speranza e carità, dolore. Questi atti si fanno prima che Gesù venga e quindi si fanno in ordine a Gesù che deve venire, e poi si fanno, in secondo luogo, ancora gli stessi atti verso Gesù venuto, abitante nel cuore.
Allora alla comunione portare la fede. Grande fede nell'Eucaristia: è proprio Gesù, quel Bambino che stava sulla paglia nel presepio, quel Bambino che obbediva alla madre, quel Gesù che lavorava un giorno al banco di falegname, quel Gesù che predicava, che perdonava i peccatori, che amava i bambini; quel Gesù che è morto sulla croce per noi, ecco, Gesù. Fede.
E speranza. Perché viene a noi? Perché viene per portare qualche cosa. E' venuto al mondo e ha portato la sua salute, la salute spirituale. E viene a noi, a ciascheduno, portando la sua salute spirituale, cioè la sua grazia.
E amore. L'Atto di carità. Amare il Signore con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutta la volontà.
— Con tutto il cuore: mai sentimenti che dispiacciono a lui, desideri che gli dispiacciono. Con tutto il cuore.
— E con tutta la mente: i pensieri siano santi.
— E con tutte le forze: fare sempre la volontà di Dio: cibus meus est ut faciam voluntatem Patris mei qui in coelis est1: il mio cibo è di fare la volontà del Padre mio che è nei cieli.
Questi atti poi son seguiti dall'Atto di dolore, perché se ci fosse ancora qualche debolezza venga scancellata.
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Ma questi stessi atti si fanno, dopo, indirizzati a Gesù, non più che è nel tabernacolo, ma a Gesù che è nel cuore, quando il tuo cuore è trasformato in tabernacolo. Allora i più bei propositi; allora i nostri sentimenti tutti indirizzati all'amore verso Gesù e ai propositi perché la giornata sia buona. Quello è il pane quotidiano. Al mattino fortificarci col pane eucaristico.
Oh, ora il ringraziamento si può prolungare fino a mezzodì facendo bene quello che vuole che facciamo nella mattinata, come nella serata si va facendo bene quel che si deve fare nella serata in preparazione alla comunione del giorno seguente. Ecco la comunione sacramentale.
Che ci siano due cose, cioè: stato di grazia, retta intenzione. Quelle sono le esigenze, le necessità assolute. Ma poi queste disposizioni possono essere quelle di santa Teresa1 e possono essere quelle di una povera donnetta. Ma la disposizione di amore può essere uguale in santa Teresa, in una donnetta del popolo.
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Oh, oltre la comunione sacramentale - si riceve Gesù e c'è tutto in lui e si chiede a lui ogni bene - oltre questa comunione sacramentale, quella che è il pane per la vita spirituale, c'è la comunione spirituale. «Io sono il pane di vita»1. Come il corpo ha bisogno di pane: primo per crescere, fanciulli, per crescere fino a una certa età, e poi per mantenerci in vita. Ecco il pane quotidiano eucaristico: per crescere in santità, il grande mezzo, il secondo grande mezzo di santificazione. E' vero che Gesù vuole che la religiosa sia santa. Ma che cosa ha fatto Gesù? Ha disposto che avesse due sacramenti: confessione e comunione. Confessione, per purificazione e comunione per ricevere il Sommo Bene, Gesù, che è anche l'eterna felicità, ecco. Oh, tutti i beni, quindi l'aumento di fede, di speranza, di carità, di merito. Tutto.
Ora, c'è anche la comunione spirituale. La sacramentale si può fare una volta al giorno; la spirituale quante volte uno vuole nella giornata. Quindi la comunione spirituale si può fare mentre si è in chiesa alla Visita, si può fare anche mentre che si lavora, anche mentre si è in viaggio, si è in casa, fuori di casa, in qualunque posto. Basta un desiderio di ricevere Gesù e poi fargli un'accoglienza buona, a Gesù.
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Allora, ecco, la comunione spirituale è modellata sulla comunione sacramentale, sì. La comunione spirituale può essere - ho detto - in tante forme. Abbiamo stampato un libro in cui si parlava di 30 comunioni spirituali, tante formule. Può bastare anche dire così: "Gesù è con noi, noi siamo con Gesù". La comunione spirituale rinnova i frutti e l'unione con Gesù che si è contratta nella santa comunione sacramentale.
Bisogna, però, anche notare questo: vi sono persone che fanno una comunione spirituale più volitiva, altre più sentimentale e cioè di cuore, col cuore, e altre una comunione spirituale più intellettuale.
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Vi sono persone le quali studiando il catechismo, sentendo una predica, facendo la meditazione, ecco, conformano i loro pensieri ai pensieri di Gesù, agli insegnamenti del Vangelo: «Beati i poveri, beati i miti, beati quei che soffrono, beati quei che han fame e sete della giustizia, ecc.»1. Comunione spirituale di pensiero e anche quando si è alla predica. Ma si può dire: "Io, adesso, non penso proprio a Gesù". Ma quando si pensano le verità che ha insegnate Gesù, si unisce la mente con Gesù. Comunione spirituale. Di che carattere? Intellettuale. Ecco allora, l'unione di mente. Vi sono persone che seguono meglio questa unione di mente e altre invece seguono meglio le unioni di cuore.
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L'unione di cuore, quando c'è l'unione di amore e cioè amore verso il Padre celeste, amore verso le anime, verso il prossimo. Allora c'è una... il cuore nostro è unito al cuore di Gesù. Quindi comunioni di sentimento o di cuore. Persone che si uniscono più facilmente col cuore e fanno proteste di amore, specialmente con tutto il cuore, come chi fa la comunione più intellettuale, con tutta la mente.
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Poi vi è la comunione spirituale più volitiva, cioè più di volontà. Vi è quella persona che dice: "E io sono tutta applicata al mio lavoro, come faccio a pensare a Gesù? Eh, mi dimentico". Quando si sta facendo la volontà di Dio si è uniti a Dio, è comunione spirituale. Stai facendo questo: è quello che ti è stato ordinato, ci metti tutta la volontà perché riesca bene, ti impegni anche un po' con le tue forze fisiche o morali, e allora? C'è l'unione con Gesù, con la sua volontà. Quella persona vive in comunione spirituale, anche abituale. Di conseguenza ci son comunioni spirituali più intellettuali, più sentimentali o più di cuore e comunioni spirituali più volitive. Non si affanni la persona: "Mi sono applicata tanto che ho dimenticato Gesù, stamattina". Hai fatto tutta la mattina la volontà di Gesù? Sei stata sempre unita a lui. "Ma non mi sono orientata direttamente con la mente, col cuore". Se fai bene anche qualche istante a rivolgerti con la mente, col cuore, tanto meglio, ma anche se tu hai offerto il tuo lavoro prima di cominciarlo e l'hai offerto con intenzione di farlo per obbedienza, di compiere la volontà di Dio, tu stai in comunione spirituale un'ora, due, tre, quanto dura il tuo lavoro.
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Oh, sentire poi la comunione spirituale abituale. Vedete un poco se potete arrivare al nono grado di orazione, o almeno all'ottavo che è l'unione con Gesù. Però di unioni ce ne son tre specie: semplice; e poi c'è l'unione estatica; c'è l'unione mistica. Non sono unioni straordinarie di visioni, no, né di profezie e né di far miracoli. Sono le unioni a cui l'anima religiosa, specialmente la suora, deve aspirare, ed ha la grazia, e può giungerci, e il Signore lo vuole. Unione di mente, di spirito con Gesù, ecco.
Allora, ecco, questa unione semplice e poi estatica e poi trasformante, viene chiamata con quelle parole un po' più difficili, ma che sono poi semplici, in fondo; un po' più difficili in sé e del resto un po' semplici per le anime di vita interiore, e cioè: il fidanzamento spirituale con Gesù e il matrimonio spirituale con Gesù. Il fidanzamento che vuol dire: "Io voglio esser tutta tua". E Gesù risponde: "E io sarò tutto tuo. Ti occuperò la mente, il cuore, la volontà, te stessa". Prima, quindi, c'è la promessa, come è un fidanzamento nel matrimonio e, secondo, c'è il matrimonio, cioè l'unione. L'anima è unita a Gesù. L'anima, è ancora lei che vuole, che pensa, che desidera, ecc. Però c'è Gesù, è lui che guida l'anima, che ispira i pensieri, che infonde i suoi sentimenti di amore, che guida la volontà. Come se uno fosse in macchina, sull'automobile, e chi guida è l'autista e la suora è guidata, portata. Allora si arriva a quel: Vivit vero in me Christus1: Vive veramente in me Gesù Cristo. Quello sarebbe il nono grado di orazione. Però bisogna dire, che anche il nono grado di orazione ha delle differenze fra una persona e l'altra; dove è più intenso, dove meno intenso. Quindi anche lì si può progredire continuamente.
Oh, allora, la comunione spirituale ha questi frutti.
E quante volte al giorno? La puoi fare alla sera prima di addormentarti, come la puoi fare al mattino appena sei sveglia, la puoi fare ovunque e la puoi fare molto bene. Allora, ecco: progresso spirituale. Questo è il secondo gran mezzo per santificarsi.
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Sì, non troppi libri, non troppe cose rare: confessioni ben fatte, comunioni ben fatte. I due mezzi sacramentali per farci santi. Diamo l'importanza soprattutto a questi due mezzi. Chi suggerisce questo, chi suggerisce quello; ma se Gesù li ha istituiti, questi due mezzi, aveva bene un fine. E se la Chiesa ha cura che negli Istituti religiosi ci sia la confessione frequente e la comunione frequente e, per quanto è possibile, anche quotidiana, la Chiesa ci fa capire che questi sono i mezzi di santificazione: purificazione e acquisto di virtù, acquisto di santità, di merito.
Penetrarli, spiegarli bene; studiare bene il catechismo sulla confessione e comunione, studiar bene anche la teologia: confessione e comunione; studiar bene le Costituzioni nei due capitoli: confessione e comunione.
Adoperare di preferenza questi due grandi mezzi. Che cosa ci può essere di più che Gesù in noi? Di Gesù che è Dio? Che cosa ci può esser di più? Questo è veramente possedere colui che è il Sommo Bene e l'eterna felicità. Che cosa ci mancherebbe? Avanti! Esame di coscienza sopra la divozione nel ricevere questi due sacramenti; propositi di ricevere sempre meglio i due sacramenti; insegnare che tutti ricevano sempre questi due sacramenti, e li ricevano bene. Qualche volta il diavoletto, anche riguardo alla confessione, sa infiltrarsi con delle tentazioni che sono veramente tentazioni e cioè, pericoli. E così avviene anche, qualche volta, che la comunione non venga così ben preparata e non sia seguita così bene dal ringraziamento. Esaminarsi sopra l'uso di questi sacramenti. Progredirete tanto perché c'è Gesù con noi e finirà con l'esser lui che guida l'anima, che la illumina, la sostiene, la consola, la conforta, la tiene sulla via giusta. Avanti dunque.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 46/a (= cassetta 100/a). - Per la datazione, cf PM: «...dopo il 1° grande mezzo, la confessione» (cf c250 in PM), 2° grande mezzo, la comunione». - dAS e VV (cf c250).

2 Liber Usualis Missae et Officii, in Festo Pentecostes, Hymnus Veni creator ai Vespri, strofa 6.

3 Gv 3,16.

4 Rm 8,17.

1 Cf Gv 4,34: più esattamente è: ...voluntatem eius qui misit me.

1 Le Sante con nome Teresa sono diverse; ricordiamo Teresa di Gesù (1515-1582); Teresa di Gesù Bambino (1873-1897), Teresa Margherita del Sacro Cuore di Gesù (Redi) (1747-1770), Teresa di Gesù (Jornet Ibars) (1843-1897), e altre.

1 Gv 6,35.

1 Cf Mt 5,3ss.

1 Gal 2,20.