Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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2. VIVERE IL BATTESIMO

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Alba, Casa Madre, 12 gennaio 19611

Nel corso dell'anno ripetiamo ogni giorno: «Vi ringrazio di avermi creato e fatto cristiano»2. Oggi questa espressione «fatto cristiano» è da dirsi con più cuore e con riconoscenza al Signore, riconoscenza più viva: «Vi ringrazio». Pensare al giorno in cui siamo stati portati alla chiesa, bambinetti, appena nati. Eravamo figliuoli dei nostri genitori e là, al fonte della chiesa, al battistero, siamo diventati figli di Dio oltre che figli dei genitori.
Gesù parlando con Nicodemo disse: «E' necessario nascere un'altra volta»3. E Nicodemo si stupiva di quella espressione, non capiva. Ma Gesù gli disse chiaro: «Se non nascerete una seconda volta non avrete parte al regno di Dio»4.
Ecco, bambini che non ricevono il battesimo, quanti nel mondo! L'Oriente, l'Africa, in tante parti del mondo; anche, alle volte, nei nostri paesi, genitori increduli che non pensano a procurare ai loro figliuoli la seconda vita, cioè la vita della grazia, quella che ci rende partecipi della vita divina. Perché oggi? Perché commemoriamo il battesimo di Gesù, oggi.
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Giovanni Battista era uscito dalla casa quando Gesù già si trovava circa ai trent'anni ed era ritenuto come il figlio del fabbro del paese e lui stesso un fabbro comune, falegname comune. Il Battista ritirandosi nel deserto si era dato ad una vita di penitenza e di preghiera e aveva cominciato la sua predicazione: «Il Messia è vicino, preparatevi a riceverlo». E per riceverlo bene, penitenza dei peccati: «pentitevi dei vostri peccati». E allora [a] quelli che erano ben disposti e che lo chiedevano, dava un battesimo che era battesimo di acqua, ma era un segno esterno del pentimento, un segno che erano pentiti dei loro peccati e che volevano ricevere degnamente il Messia vicino.
Un giorno arrivò presso di lui, sulle sponde del Giordano, Gesù. Oh! Avevano domandato a Giovanni: «Come mai battezzi se non sei né il Messia, né Elia, né un altro Profeta?» E Giovanni aveva risposto: «Io battezzo nell'acqua, ma verrà, dopo di me, Uno che battezza nello Spirito Santo». E cioè, conferirà la grazia, un battesimo che è sacramento e imprime il carattere e ci rende figli di Dio.
Gesù si presentò a domandare il battesimo, diciamo, in fila con gli altri peccatori che venivano a ricevere questo segno di penitenza, questo segno che erano pentiti nel cuore e che volevano fare una vita buona, ricevere il Messia degnamente. Quando Giovanni vide Gesù lo riconobbe che era il Figlio di Dio, era il Messia. E allora disse Giovanni a Gesù: «Io dovrei ricevere il battesimo da te, non che tu riceva il battesimo da me». Ma Giovanni si sentì una risposta da Gesù: «Lascia che si compia tutto quel che ha disposto il Padre, il Padre celeste».E allora Giovanni cedette e versò l'acqua sul capo di Gesù1, il battesimo che era indizio di penitenza. Ma Gesù era santissimo, non aveva mica da togliere il peccato o da pentirsi di qualche peccato, ma era un segno che egli si umiliava e scontava i peccati di altri, ed era venuto proprio per questo: per pagare i debiti contratti con Dio per i peccati. Così incominciava con una profonda umiliazione, Gesù, il suo ministero pubblico che stava per iniziare.
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Il battesimo ci comunica la vita divina. Il bambino, se moriva prima di entrare là al battistero e di ricevere il sacramento, sarebbe stato escluso dal cielo, così. Ricevuto il battesimo, se passa all'eternità prima dell'uso di ragione, è certamente salvo, va sicuramente in paradiso.
Il battesimo conferisce a noi la vita divina che è immensamente superiore alla vita umana perché il battesimo dandoci la grazia ci fa figli di Dio e amici di Dio e santi, santi interiormente e quindi come figli di Dio, eredi di Dio1. I figli ricevono l'eredità dal Padre e, come eredi di Dio, coeredi, eredi insieme, cioè, a Gesù Cristo. Finché non si commette peccato grave si è figli di Dio col diritto al cielo, con la fiducia in molte grazie. Ma se si commette il peccato la vita divina cessa, se si tratta del peccato grave, il quale si chiama peccato mortale, cioè, perché priva della vita divina in noi, nell'anima che pecca. E, se sapesse quale disgrazia è il peccato colui che commette il peccato, che orrore [ne] avrebbe! Si chiama mortale... Quando c'è la morte fisica, la morte naturale, l'anima vien separata dal corpo, il corpo resta senza vita. Per il peccato mortale si perde la vita divina, l'anima è separata da Dio che è vita, che è «la vita», anzi. Allora, orrore grande al peccato, notando, però, che questa vita divina si può crescere ogni giorno.
Il bambino appena nato è piccolo, incapace di tutto, ma se viene alimentato e cresce e arriva a 21 anno, arriva all'età matura e cioè, alla maggiore età. Che differenza, allora: 21 anno, tutto in attività, l'uomo, in attività mentale, attività fisica, materiale; e quante cose può fare e quante cose conosce. Così la vita della grazia. Si può possedere questa vita in un primo grado come il bambino battezzato e si può crescere, questa vita, fino all'età matura, cioè quando si vive in Cristo. Che differenza, allora, fra il bambino che esce dal battesimo che ha la prima grazia e un uomo maturo che ha fatto una vita santa, una persona che ha fatto la sua vita santa per anni, anni, anni, dalla fanciullezza sino, forse, a 60, 70 anni, di più. Per esempio sant'Alfonso de' Liguori, quale santità, quando passò all'eternità a 90 anni, dopo aver fatto ogni sorta di beni che si presentavan sulla sua strada: predicazioni, confessioni, mortificazioni, penitenze, privazioni, umiliazioni e attività, come scrittore insigne.
Suore che arrivano a una certa età e sono così ricche di meriti, cioè così ricche di grazia! Perché aumentare i meriti vuol dire aumentar la vita divina in noi; così ricche di meriti.
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Ma bisogna dire che, per questo grande dono della grazia di Dio nel battesimo, si è fatto un patto col Signore, l'han fatto non i bambini per essere battezzati, ma i padrini a nome dei bambini. E quale patto? Impegnarsi a vivere cristianamente, vivere da buoni cristiani, sì. E allora: Si vis ad vitam ingredi, serva mandata1: se vuoi entrare nella vita eterna, osserva i comandamenti. E i padrini, rappresentando il bambino che non poteva certo parlare né capire, i padrini hanno accettato questa condizione. E allora viene dato il sacramento, cioè, il sacerdote versa l'acqua e pronuncia le parole sacramentali e nel bambino entra un'altra vita, la vita divina, partecipe della vita divina.
Quali sono gli impegni che ci vengono dal battesimo?
Credere;
— vivere secondo Gesù Cristo, cioè imitare i suoi esempi osservando i comandamenti e le virtù di Gesù Cristo
— e, terzo, conservare la grazia e aumentarla.
Quindi, fede e morale, cioè santità e vita di grazia, cioè sempre fuggire il peccato, crescere, aumentare la grazia. Questi sono gli impegni contratti.
E il bene del battesimo è immenso, e ciò che il Signore ha richiesto è relativamente poco, cioè:
— credere alla parola di Gesù Cristo, cioè crescerla, la fede;
— vivere secondo Gesù Cristo, cioè secondo la sua legge;
— terzo, conservare e aumentare la grazia.
Lì sta la santità: aumento di fede e imitazione di Gesù Cristo, vita in grazia, crescendo la grazia come il bambino che dal momento in cui nasce e che non è capace di allungar la manina, all'uomo adulto, 20 anni, nel maggiore sviluppo delle sue forze.
Abbiamo mantenuti gli impegni contratti nel battesimo? Fede viva, imitazione di Gesù Cristo, aumento di grazia, di meriti? Persone che badano molto alla salute e badano poco alla salute spirituale, cioè a crescere, rinvigorirsi nello spirito, crescere nei meriti. Ah, per quanto a salute fisica non risparmierebbero nulla, ma alle volte per l'anima non san fare un piccolo sacrificio. Alle volte la vita dell'anima è languida, qualche volta c'è come qualche cosa che rode dentro, qualche microbo: l'orgoglio, l'invidia, la pigrizia. Oh, allora, crescere in grazia come Gesù proficiebat sapientia, aetate et gratia2.
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Oggi è il giorno di rinnovare i voti battesimali, celebrando il battesimo di Gesù. La giornata in ringraziamento dell'immenso beneficio della grazia di Dio, ricevuta nel battesimo. Pochi capiscono sufficientemente. Ma cerchiamo di capirlo sempre meglio. L'uomo è immensamente superiore a una bestia. Perché? Ha un'anima spirituale, ragionevole, è dotato di volontà, di libertà. C'è una gran distanza tra la bestia, il gatto, all'uomo. Oh, ma la distanza fra l'uomo senza battesimo, quindi senza grazia, e l'uomo battezzato, la distanza è immensamente più grande, perché tutto ciò che ha un uomo è secondo la natura, quando nasce; ma battezzato riceve la grazia soprannaturale, cioè la vita soprannaturale. Chi sa valutare la superiorità? Può essere che ci sia un povero infelice, storpio, ammalato, scalzo, stracciato, che soffra il freddo e la fame, quasi disprezzato. C'è un altro che siede in alto, prepotente, magari, ricco, istruito. Ma quell'infelice, se ha la grazia di Dio, è immensamente superiore all'altro che fa una così bella figura nel mondo.
Allora, Deo gratias per il battesimo. E adesso rinnoviamo i voti battesimali. Rinnovarli di cuore e impegnarci a vivere secondo le promesse contratte e fatte nel battesimo.
E, nella Visita, ognuna può fare di nuovo questa rinnovazione dopo aver ben pensato e pregato anche da sola, ringraziando bene il Signore: non solo «mi avete creato», ma vi ringrazio di avermi «fatto cristiano» per mezzo del battesimo.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 104/a (= cassetta 85/b). Per la datazione, cf PM: «...commemoriamo il Battesimo di Gesù, oggi». - In dAS in data 8 gennaio 1961 si legge: «Subito dopo pranzo [il PM] parte per Torino col treno delle 10,30 (...); predica il Ritiro ad Alba e dopo a Torino. Ritorna a Roma il 14 gennaio 1961 alle ore 1,15 (notte)».

2 Riferimento alla preghiera Vi adoro. mio Dio..., in Le Preghiere della Famiglia Paolina, ed. 1960, p. 14.

3 Cf Gv 3,7.

4 Cf Gv 3,5.

1 Cf Mt 3,2ss e Gv 1,25ss.

1 Cf Rm 8,17.

1 Mt 19,17.

2 Lc 2,52.