Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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6. «ECCO TUO FIGLIO...»*
Terza parola di Gesù in croce

Abbiamo già considerato due delle parole pronunziate da Gesù in croce; esse son da riceversi con gran rispetto. I figli che circondano il letto del padre moribondo si raccolgono meditabondi cercando di raccogliere tutte le espressioni, tutti gli ammonimenti che il padre lascia loro prima di morire. Raccogliamoci ai piedi della croce e ascoltiamo silenziosi le parole di Gesù morente. Dalla croce Gesù parla all'umanità. Tre sorta di persone assistevano a quella scena straziante:
1) I curiosi, che stavano a godersi, diciamo così, lo spettacolo così terribile di tre giustiziati prossimi a rendere la loro anima a Dio, gente sempre lieta di rompere la monotonia della giornata quotidiana.
2) I nemici di Gesù, i quali cercavano di aggiungere al suo cuore sofferenza a sofferenza. Ormai non potendolo più colpire cogli schiaffi, coi flagelli e colle spine e battiture, essendo già in croce, gli lanciavano degli insulti facendogli bere fino all'ultima goccia l'amaro calice della sua passione.
3) Persone sante, alle quali dovremmo unirci anche noi. Queste persone hanno seguito tutti i gemiti e i rantoli del Salvatore, ne notavano il volgere degli occhi, tutti i suoi movimenti, e nel loro cuore tutto si ripercuoteva con un continuo crescere di dolori e di pene. Vi era la Madonna: «Stabat iuxta crucem mater eius»1; assistevano pure S. Giovanni ed alcuni discepoli fedeli i quali portavano a Gesù il conforto e la riparazione che in quel momento era possibile dare. Gesù, ai piedi della croce cercava conforto dalla Madonna, dai fedeli, dal discepolo amato.
Fu in quel momento solenne, in cui gli avversari rimasero un istante silenziosi, che Gesù, indicando alla santissima Vergine il discepolo prediletto, le disse: «Donna, ecco il tuo figlio»;
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poi, rivoltosi a Giovanni: «Giovanni, ecco la tua madre»2 e più collo sguardo che colle parole gli fece comprendere che parlava di Maria.
Figliuole di San Paolo, ecco la vostra madre! Siamo figli di Maria. Ella è nostra madre perché tante volte ci ha ottenuto la grazia che è la vita spirituale, soprannaturale e perché tale fu proclamata da Gesù. Se il mondo conoscesse la madre sua, presto si raccoglierebbe attorno a lei.
Quando un'anima si rivolge a Maria, ella, tutta premurosa, la conduce a Gesù. Chiunque ricorre a questa Madre è condotto da lei a vedere il presepio, il Crocifisso, il Paradiso.
Ma noi, siamo veramente figlie di Maria? E cioè: vogliamo bene alla Madonna ma proprio di cuore?
«Se l'amo! Essa è mia madre», diceva quel giovane3. Questo nome di madre c'intenerisce il cuore; risveglia in noi vivi sentimenti d'affetto.
Vi sono figlie che quando si dice loro: Fa' questo per la Madonna, non han più bisogno che si ripeta loro il comando; per la Madonna farebbero qualunque cosa ancorché dovesse costare loro qualche sacrificio.
Ebbene, sappiamo anche noi fare qualcosa che piaccia alla nostra madre. Maria è nostra madre; e noi siamo suoi figli? I figli debbono aver confidenza colla mamma. Domandiamo con fiducia a Maria che ravvivi in noi la fede, la speranza e la carità? Maria è nostra madre, e noi ci diportiamo da veri figli? In una famiglia ciò che piace alla mamma è che i figli si vogliano bene, e voi vi volete bene? Vogliatevi bene. Ci saranno piccoli difetti ma la carità è come il fuoco che brucia le pagliuzze e, se esso è ben acceso, brucia anche il legno.
Chi ama veramente le sorelle non fa conto dei loro difetti, vedendo solo in esse persone che le vogliono bene. Maria è nostra madre, siamo suoi figli! In lei confidenza, a lei amore, rispetto. Accondiscendete ai desideri della Madonna e vogliatevi bene in famiglia.
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In questa Casa la Madonna deve essere come la madre di tutti. In ogni pena, fatica, sacrificio è necessario ricoverarsi sotto il manto di Maria.
In questo momento facciamo un piccolo atto di consacrazione: Maria, ti eleggo per mia madre da oggi fino al punto della morte; in Paradiso voglio stare con te.
Prendiamo la Madonna in casa nostra serbando per lei quell'amore, quel rispetto e quella confidenza che i figli debbono avere verso la mamma.
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* Meditazione stampata nell'ottavo (pp. 3-4) di cui sopra, alla meditazione n. 5.

1 Cf Gv 19,25.

2 Cf Gv 19,26-27.

3 Allusione a S. Giovanni Berchmans.