Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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21. L'OBBEDIENZA DI MARIA*

Nella vita di S. Bernardo abate si legge questo fatto. Aveva un discepolo che si era scelto a proposito principale di tutta la sua vita l'obbedienza. Era tanto divoto di Maria Assunta e ne attendeva la festa sempre con impazienza.
Un anno S. Bernardo volle mettere a prova la sua obbedienza: lo mandò in campagna al pascolo delle pecore (i Trappisti hanno la campagna) coll'ordine di non tornare prima del 16 [agosto]. Egli andò in nome di santa obbedienza, ma non poté trattenere le lacrime.
Quando alla vigilia dell'Assunta sentì suonare i primi Vespri, vedendo che le pecore pascolavano bene, egli si mise in ginocchio per terra e incominciò a dire delle Ave Maria, fino al mezzogiorno dell'indomani. Nel sermone della notte, S. Bernardo che conobbe in visione il merito di quel frate, disse che fu superiore a quello di tutti gli altri monaci.
Parliamo questa mattina dell'obbedienza della Madonna.
Diciamo subito che per piacere a lei bisogna essere obbedienti e piaceranno molto alla Madonna le novene d'obbedienza.
Come il mondo fu rovinato per una disobbedienza, così per l'obbedienza di Gesù tutti fummo costituiti giusti.
Ma accanto a Gesù redentore vi è Maria corredentrice, come accanto ad Adamo vi fu Eva.
Si può dire che, cronologicamente, l'obbedienza di Maria incomincia prima della obbedienza di Gesù come uomo. Ella dice all'angelo: «Fiat»1 e possiamo dire che lo ripete sul Calvario. Questa è veramente obbedienza!
La volontà di Dio si manifesta nei comandamenti, nelle disposizioni dei superiori, nelle circostanze esterne (d'estate sopportare
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il caldo). Rimettersi bene a Dio, con semplicità senza tante distinzioni.
L'obbedienza di Maria fu continua per tutta la vita. Prima obbedì a Gioacchino ed Anna di cui ella era più santa, ma la santità non è l'autorità. Ella si adattava in tutto ai suoi genitori. Anche nella culla prendeva la posizione in cui era messa. È vero che questo lo fanno tutti i bambini, ma notiamo che Maria era obbediente consapevolmente anche prima dei sette anni, non avendo il peccato originale.
Poi fu presentata al Tempio e stette parecchi anni in quella specie di collegio, fedelissima a tutti i suoi doveri, mirabile esempio a tutte le compagne.
Poi venne a casa, fu obbediente a S. Giuseppe, come suo vero sposo; gli fu soggetta, pur avendo consacrato a Dio la sua verginità: e gli obbedì in tutto, finché Dio lo lasciò su questa terra.
Fu obbediente a Dio sul Calvario, dove, più generosa di Abramo, gli sacrificò il suo Figliuolo e poi rimase sulla terra finché Dio lo volle, malgrado il suo grande desiderio di andare in cielo.
La sua obbedienza fu ardua, difficile ed in certe circostanze2 fu difficilissima.
L'obbedienza di Maria fu ardua. Fu ardua specialmente nel recarsi da Nazaret a Betlemme, nel presentare al Tempio Gesù Bambino, pur non essendo obbligata alla purificazione; fu ardua quando si trattò di andare in Egitto, ma tanto più fu penosa l'obbedienza di Maria nel sacrificare Gesù sulla croce e nell'accettare di divenire nostra madre.
Ella che era la madre di Gesù, il più puro, il più santo, divenne la madre di noi impastati di fango e di peccato.
Ella non investigava mai, obbediva. E quando non capiva, obbediva lo stesso attendendo dal tempo di capire ciò che aveva già fatto.
L'obbedienza di Maria fu semplicissima: obbediva solo per il Signore e questa è la pratica che deduciamo da questa meditazione.
Obbedire solo per il Signore, vedere in chi comanda, nelle disposizioni, nelle circostanze esterne solo la volontà di Dio. Ed allora l'obbedienza sarà pronta, cieca, generosa.
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Invece quando non si obbedisce solo per il Signore, si fanno tante restrizioni: si obbedisce a chi piace, quando si capisce, quando si vuole. Oh, povera umanità!
Consideriamo il nostro modello divino: Gesù, che sulla croce piegò la testa, accettando la morte volontariamente. Il Crocifisso col capo inclinato ci insegna a dire sempre di sì.
Anche la Madonna negli atti comuni di sua vita ci viene sempre rappresentata col capo leggermente inclinato, nell'atto di dire sì al Signore. Imitiamola.
Davanti alla sua immagine e davanti al Crocifisso, impariamo anche noi a dir sempre di sì: «Fiat voluntas tua», come diciamo più volte al giorno nel Pater.
S. Giuliana3, dopo aver detta l'Ave Maria, soggiungeva abitualmente sempre: «Ecce ancilla Domini, fiat mihi secundum verbum tuum!»4.
Ora recitiamo un Padre nostro e una Salve Regina, per chiedere a Gesù ed alla Madonna la grazia di saper obbedire sempre, di saper dire sempre di sì al Signore, in tutta la nostra vita.
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* Meditazione stampata in CI, 8[1937]3-4. La cronaca dice: «In questa novena dell'Assunta vi tornerà certo gradita una breve considerazione sulla grande virtù di Maria, considerazione fattaci dal Primo Maestro il 7 agosto».

1 Lc 1,38.

2 Originale: aggiunte.

3 Tra le molte che portano questo nome, il riferimento sembra riguardare S. Giuliana Falconieri (1270-1341). Nipote del co-fondatore dei Servi di Santa Maria, sant'Alessio, si fece terziaria Servita e divenne la prima superiora del nuovo Ordine.

4 Lc 1,38: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto».