Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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12. LA CATTEDRA DI SAN PIETRO*

Come vi avevo promesso, quest'oggi terrò una predichina sulla festa di domani la quale ha questo titolo: la Cattedra di S. Pietro a Roma.
Mi è stato detto: S. Pietro e S. Paolo si accompagnano sempre; è vero. Dopo la conversione di S. Paolo i due Apostoli divennero intimi da trovarsi non solo compagni di lavoro ma di prigionia e di martirio. Quando si celebra la festa di S. Paolo si fa sempre menzione di S. Pietro e viceversa nella solennità di S. Pietro. Persino nella basilica vi è la statua di S. Pietro e dall'altra quella di S. Paolo; Dio li ha uniti. S. Pietro è tuttavia superiore come Papa, poiché a lui non solo era sottomesso il gregge di Gesù Cristo, cioè le pecorelle, ma anche i pastori. S. Paolo lavorò più degli altri nella diffusione del regno di Cristo, e siccome il popolo gentile divenne l'erede del regno, a lui in modo speciale si dedicò. Egli è l'Apostolo delle genti. Così fu designato allorché lo Spirito Santo gli ordinò di separarsi dagli altri Apostoli che predicavano in Antiochia. Immense furono le fatiche di S. Paolo per guadagnare a Gesù Cristo la moltitudine di persone che obbediva alla città di Roma.
Venne poscia alla città eterna che aveva cercato di ammaestrare con le sue epistole, e in essa, dopo aver portato le catene nei vari carceri1, poté offrire a nostro Signore Gesù Cristo il suo ultimo attestato di amore. E noi viviamo in questa città. Questa località deve ricordarci continuamente la dottrina dell'Apostolo.
Questa mattina nel Breviario un tratto di S. Giovanni Crisostomo dice: «Io mi sento di piangere allorché penso all'Apostolo Paolo, e intanto vengo a ricordarvi che vi sono tanti che ne ignorano il nome»2.
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Viva l'Apostolo Paolo nel cuore di tutti! Quest'anno nel diciannovesimo centenario della sua conversione, lo commemoreremo nella basilica di S. Paolo, sebbene la festa noi la trasferiamo all'ultima domenica del mese; tuttavia non bisogna che noi dimentichiamo l'argomento e cioè: la Cattedra di S. Pietro a Roma. S. Pietro venne a Roma dopo aver santificato tante anime a Gerusalemme ed invitato tutti a ricevere il Battesimo in penitenza dei peccati; venne dopo aver fondato la Chiesa d'Antiochia, dopo aver stabilito la sua prima cattedra. I disegni di Dio erano questi: che dove vi fosse la capitale del regno civile vi fosse la capitale del regno cristiano e che Roma governasse tutto il mondo colla dottrina nuova di bontà, di carità e di preghiera. Noi attualmente siamo nella diocesi di S. Pietro, il successore è il Papa il quale è Vescovo3 di Roma. Perciò il Papa, anche si trovasse a Venezia o ad Avignone, è sempre Vescovo di Roma. A Roma ci sono tanti vescovi, ma uno è il vescovo della Diocesi: il Papa. È una gloriosa schiera di duecentosessanta regnanti e più che si sono succeduti.
Notiamo che un centinaio di essi è nuovamente tra i santi e ad ognuno si dà una venerazione speciale per la dottrina e la santità dei costumi. Domani la basilica di S. Pietro sarà addobbata in modo speciale. La Cattedra di S. Pietro sarà illuminata; essa è sostenuta dai quattro Dottori, simbolo della loro altissima stima, profonda obbedienza e immutabile attaccamento al Vicario di Cristo. Ciò è vero ed anche storico. Tutti devono ricevere con venerazione la dottrina che viene da quella Cattedra, tutti debbono ricevere l'indirizzo sapiente.
«Dove è Pietro, ivi è la Chiesa»4; e dove è la Chiesa, ivi è Pietro; e chi si trova colla Chiesa si trova con Cristo.
Ah! Noi vogliamo essere gli agnelli della Chiesa, ma agnelli docili e per questo: 1) domani pregheremo per il Papa; la Visita, la Comunione, la santa Messa siano offerte al Signore in modo speciale a beneficio del santo Padre. 2) Domanderemo la grazia d'accrescere sempre più in noi la fede alle parole del suo
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Vicario. In Pietro parla Gesù Cristo, la nostra testa si pieghi perché in lui è avvenuto un gran miracolo: da ignorantissimo quale era fu fatto infallibile da Gesù Cristo. Prodigio immenso! Fede dunque nella parola del Papa. Leggiamone i documenti e teniamo per fermo questo: chi è contro la dottrina della Chiesa è fuori di essa. "Ma... pare abbia ragione..."; è fuori vi dico, poiché la ragione l'ha sempre Gesù Cristo. Fermi dunque alla dottrina della Chiesa. Signore, ch'io creda sempre di più! Nella Chiesa il fondamento è l'obbedienza: i vescovi al Papa, i sacerdoti ai vescovi, i fedeli ai sacerdoti.
Ricordate che la prova dell'amor di Dio si manifesta coll'obbedienza. Se noi la rompiamo, rompiamo l'ordine e dispiacciamo a Dio.
Ascoltiamo il Signore, ascoltiamo il Signore.

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* Meditazione stampata in un ottavo (pp. 6-7) con altre quattro prediche indicate nella nota della meditazione n. 5. La data è ricavata dal calendario liturgico: 21 febbraio 1937.

1 Originale: ove, eliminato perché ripetitivo del precedente “in essa”.

2 Cf Prefazione all'Omelia sulla Lettera ai Romani, PG 60, 301-302.

3 Corretto l'originale: Vicario, perché il Papa è Vicario di Gesù Cristo e Vescovo di Roma.

4 S. Ambrogio, Enarratio in Psalmum XL, n. 30; PL 14, 1134B.