Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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JMJP.

G.D.P.H.

4. HOMO DEI

[«]Ipsius (Dei et Christi) enim sumus factura, creati in Christo Jesu - in operibus bonis, - quae praeparavit Deus ut in ipso ambulemus» (Ef. II, 4)10[.]
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a) «Ipsius enim sumus factura»; il Sacerdote è un nuovo essere, straordinario; oltre la seconda nascita «nasci denuo»; egli è l'uomo di Dio, perché trasformato ed arricchito ed unito a Cristo in opere proprie di Dio. Colmato, trasformato da la11 grazia, da colui che è «dives in misericordia» [.] Da persecutore ad apostolo.
Ogni sacerdote, degno della sua missione, è un miracolo della grazia. Comanda al peccato ed al demonio; dispone delle grazie e vien obbedito da Dio; i popoli vi intravedono un essere ultramondano; e quando tutto è perduto ancora sperano in Lui. Il sacro crisma ha trasformato l'aspirante in un essere del tutto di Dio, perché fatto nuovo «ipsius factura».
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b) Tratta le cose di Dio; che a lui sono affidate: Canta a Dio: «Media autem nocte Paulus et Silas orantes laudabant Dominum» [At. 16, 25]; il Breviario è l'opus Dei. La preghiera del prete è ben diversa da la preghiera del semplice cristiano[.]
Muove gli uomini a lodare Dio: «Nuntiabo nomen tuum fratibus meis». Il prete è banditore ed araldo di Dio.
Difende i diritti di Dio e porta gli uomini a Dio. Senza il prete si adorano il vitello d'oro, [B]acco, [V]enere... Così era il mondo pagano prima del cristianesimo; così dove tace il prete. Il prete è Cristo-Dio; se si allontana subentrano altre divinità, che sono il demonio, tra gli uomini; tolta la grazia, entra nel cuore il demonio.
Il prete: «ad hoc enim apparui tibi. ut constituam te ministrum et testem eorum, quae vidisti, et eorum quibis apparebo tibi... aperire oculos eorum ut convertantur a tenebris ad lucem, et de potestate satanae ad Deum, ut accipiant remissionem peccatorum et sortem inter sanctos per fidem quae est in me» (Att. XXVI, 12)12[.]
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c) Uomo impegnato, obbligato a Dio. È per Dio: «Segregate mihi Paulum et Barnabam». Vive per Dio, non per la carne, non per interessi umani, non per le posizioni e gli onori... «Tu autem, o homo Dei, haec fuge». Sarebbe triste umiliante, demolitore... «qui dicis non furandum furaris». Esclusivamente per Dio: «Tu autem, o homo Dei, sectare pietatem»; [«]nostra conversatio in coelis est»[.]
Essere famigliari di Dio; convertire il mondo è cosa solo di chi è davvero di Dio. Il beniamino di Dio. Dio lo difende, lo consola, lo santifica come tale. È la pupilla dell'occhio di Dio. Vive in pace anche se il mondo marreggia13 sotto i suoi piedi, come Pietro su le onde, sostenuto da Cristo.
Il prete: «Si enim vivimus Domino vivimus; sive morimur, Deo morimur. Sive ergo vivimus, sive morimur, Domini sumus» [Cf. Rom 14,8][.]
Signore «qui ponens in ministerio, qui prius blasphemus fui... sed misericordiam Dei consecutus sum» (1Tim. I, 12 [-13]) - Dunque: nobiltà, riconoscenza, umiltà, corrispondenza.
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A G[esù] Maestro

La vostra misericordia è infinita: non la potrò mai comprendere del tutto. Voglio più adorarla che scrutarla. Come mai avete scelto per essere Sacerdote, homo Dei, un essere così meschino, così gran peccatore, che prevedevate vi avrebbe tradito nelle vostre aspettazioni?... Fu tutta e sola misericordia vostra.
Sono un miracolo di Dio! infinite vostre misericordie mi hanno portato al sacerdozio: «gratia Dei sum id quod sum»14. L'ordinazione trasformò i [D]odici; l'ordinazione mi fece un essere nuovo, Dio in terra.
Io sono immedesimato a Cristo: i suoi interessi sono i miei; le sue intenzioni le mie; io parlo le sue parole; la mia dottrina è la sua; la mia vita è quella di Cristo; io compio le opere di Cristo: o meglio è Cristo che le compie per me: «Petrus baptizat hic est qui baptizat; Judas baptizat hic est pui baptizat[»].
Sono obbligato a Dio: devo vivere secondo Gesù Cristo. Devo solo occuparmi di quello che riguarda il suo onore: «Nesciebatis quia in iis quae Patris mei sunt oportet me esse?»[.]
Perdonatemi tante indegnità, sciupìo di grazie, di tempo.
Rosario; miserere.
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10 La citazione esatta è Ef 2,10 e non 2,4. Inoltre l'A. altera il testo sostituendo illis riferito alle buone opere con ipso riferito al Cristo.

11 È frequente incontrare negli scritti di D. Alberione l'uso delle preposizioni nella forma antica, come in questo caso.

12 La citazione esatta è At 26,16.18. Inoltre l'A. modifica l'ablativo quibus apparebo in quae apparebo.

13 L'espressione italiana è mareggiare, ed indica il movimento agitato delle onde. Nell'edizione dattiloscritta l'espressione è riportata nella forma corretta.

14 Nel testo l'A. scrive: gratia Dei sum id quod sumus nota l'alternanza singolare - plurale.