Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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JMJP.

G.D.P.H.

5. PRO HOMINIBUS CONSTITUTUS

«Omnis pontifex... pro hominibus constituitur in iis quae sunt ad Deum ut offerat dona et sacrificia pro peccatis» (Ebr. V, 1) [.]
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a) Il primo posto tra gli uffici è «offerat dona et sacrificia pro peccatis»; non il predicare, organizzare opere.
Ufficio «in iis quae sunt ad Deum»; non scienziato, artista, politico, in primo luogo: «nemo militans Deo implicat se negotiis saecularibus; ut ei placeat [c]lui se probavit». [2Tim. 2,4].
Onorare, ringraziare, soddisfare Dio per mezzo di Gesù-Ostia è il motivo ed il fine della Messa.
La Messa abbia per il Sacerdote il primo posto; sia il centro della giornata; l'esercizio di quel potere per cui opera in cielo, in purgatorio, in tutta la Chiesa, nel mondo. Essa è un perpetuo «Gloria in excelsis Deo» ed un perenne «pax hominibus bonae voluntatis»; porta il più gran sollievo e la più sicura salvezza all'umanità.
Altro ufficio: dirigere. Di Gesù è detto: «Et exiens vidit turbam multam Jesus: et misertus est super eos, quia erant sicut oves non habentes pastorem; et coepit illos docere multa» (Marc. VI, 34)[.]
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b) Pro hominibus, non per la salute fisica, nè per la scienza umana, ecc. ma nelle loro relazioni, bisogni, doveri verso Dio, rispetto all'eternità: [«]in iis quae sunt ad Deum[»]. Non è il popolo per il prete; ma il prete per il popolo. Terribile la sentenza: «Omnes quae sua sunt quaerunt, non quae sunt Jesu Christi». Ed Egli attesta di sé: «Ego per omnia omnibus placeo; non quaerens quod mihi utile est, sed quod multis; ut salvi fiant[»].
All'incontro: si trovano indirizzi ascetici personalistici di vivere per sè; un pessimismo opprimente, forse per insuccessi; un lavoro unilaterale.
Occorre: essere per tutti, vivere a contatto, mirare alle masse, con cuore compassionevole, per i peccatori, per gli uomini di oggi.
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c) Capire e sentire con gli uomini: «Non habemus pontificem qui non possit compati infirmitatibus nostris; tentatum autem per omnia pro similitudine absque peccato» [(]Ebr. IV, 15[).]
Avere sentimenti simili a Gesù: [«]veni salvum facere[»].
Tenendosi umili «qui possit condolere iis qui ignorant et errant, quoniam et ipse circumdatus est infirmitate; propterea debet quemadmodum pro populo, ita etiam pro semetipso offerre pro peccatis» [Eb. 5, 2-31][.]
Consolare gli afflitti; sostenere e difendere i tentati e gli innocenti; guadagnare i peccatori. Mai abbattere al modo farisaico; ma sanare come Gesù: «Ego sum resurrectio et vita».
Gesù «unde debuit per omnia fratribus assimilari15 ut misericors fieret» (Ebr. II, 17)[.] «In eo enim in quo passus est ipse et tentatus, potens est et eis qui tentantur auxiliari» [(]Ebr. II, 18[).]
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A Gesù Maestro

Il mio ministero fu troppo azione, insufficiente in preghiera. Presunsi di me, non temetti i pericoli. Spesso ero io da correggere, anziché gli altri. Fui spesso debole; spesso, poi, violento. Più semplicità, meno astuzia. Più le anime che l'organizzazione.
Costituito per gli uomini tutti, non ebbi sempre presenti tutti i mezzi; sopra[t]tutto l'umiltà.
Sono certo della vocazione; ma non corrisposi come dovevo: non ebbi il vostro Cuore, o Gesù, sempre.
Maestro Divino, dovrei essere Voi.
Maestro Divino, solo voi dovreste apparire.
Maestro Divino, tutto il bene è vostro.
Maestro Divino, sono servo inutile.
Maestro Divino, sono servo dannoso.
Maestro Divino, a voi solo l'onore[.]
Maestro Divino, a me tutto il disprezzo.
Maestro Divino, datemi spazio di penitenza.
Maestro Divino, moltiplicate il disprezzo su me.
Maestro Divino, associatemi alla vostra passione.
Maestro Divino, che soffra quanto basta per i peccati miei.
Maestro Divino, che soffra quanto occorre per i peccati commessi per causa mia.
Maestro Divino, che soffra quanto devo perché cresca il seme sparso.
Maestro Divino, che col patire e col pregare soccorra a tutti i figli spirituali[.]
Maestro Divino, che essendo niente ottenga il tutto per le Messe.
Rosario, Miserere, Agnus Dei.
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15 Il verbo latino è similari e non assimilari. Evidentemente l'A. cita a memoria.