APPENDICE
CAPO I.
Esumazione delle ossa
L'Anno Santo del Signore millenovecento 33, accogliendo il desiderio unanime dei Cooperatori e specialmente dei membri e degli Alunni della Pia Società San Paolo. il Rev.mo Primo Maestro della Pia Società San Paolo, Sig. Teol. Giacomo Alberione, deliberava si procedesse all'esumazione dei resti mortali del Servo di Dio Vigolungo Maggiorino, nato il 6 maggio 1904, alunno nella Pia Società San Paolo negli anni 1916 - 1918, morto nel suo paese di origine, Benevello d'Alba, il giorno 27 luglio
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1918 e seppellito in quel Cimitero. Perciò, ottenuta la debita autorizzazione dal Prefetto di Cuneo, S. E. Mariano, e dal Podestà di Alba, Sig. Ing. Molineris il giorno 26 di Ottobre del 1933, i tre Sacerdoti sottoscritti, membri della Pia Società San Paolo, per mandato ricevuto dal Rev.mo Primo Maestro, Sig. Teol. Alberione suddetto, si portavano al cimitero di Benevello, dove la salma precedentemente esumata venne posta in una cassa nuova rivestita internamente di zinco, e trasportata ad Alba nel Tempio di San Paolo, dove rimase 96 ore e cioè dalle ore 12 di Giovedì 26 Ottobre alle ore 12 di Lunedì 30 dello stesso mese. Tutta la Comunità della Pia Società San Paolo partecipò all'Ufficio funebre celebrato per il suo primo fiore toltole dalla terra e trasportato nelle aiuole del cielo, nella speranza, anzi nella certezza che il santo Giovinetto dal Paradiso voglia far discendere abbondante pioggia di grazie su tutta la Pia Società San Paolo e sui Cooperatori e specialmente sui giovanetti che essa forma alla vita religiosa - Sacerdotale
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nell'Apostolato della Buona Stampa.
La Cassa, viene provvisoriamente deposta in un loculo del Cimitero d'Alba, offerto dall'On. Municipio, in attesa della sua sistemazione definitiva nella tomba della Pia Società San Paolo, oppure. come è voto unanime, nella Chiesa della stessa Pia Società.
Si sottoscrivono .lui i tre Sacerdoti presenti all'esumazione della Salma ed al trasporto della medesima in Alba.
Sac. Desiderio Costa;
Sac. Maggiorino Povero;
Sac. Francesco Peira; Visto:
Sac. Teol. Alberione. Esequie commemorative di Maggiorino
(Alba. venerdì 27 ottobre 1933)
La mattina del 27 Ottobre 1933, nel tempio di S. Paolo, ove s'era adunata, attorno alla cassa delle ossa di Maggiorino Vigolungo, tutta la comunità, il M. Rev. Primo Maestro Sig. Teol. Giacomo Alberione ricordava a comune esempio e stimolo
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le virtù dell'esemplare giovanetto. Trascriviamo il testo della commemorazione:
«Noi salutiamo il primo fiore della Pia Società San Paolo che venne trasportato dalla terra al cielo. La sua memoria, quest'oggi, è più viva in mezzo di noi, perché anche le sue ossa sono qui presenti: «Exultabunt Domino ossa humiliata»; esultano davanti al Signore le sue ossa umiliate, umiliate nella polvere. Ecco, stamattina in qualche modo egli rivive non soltanto per la sua anima bella ed immortale, ma rivive nella nostra memoria e nel nostro pensiero; rivive nel nostro cuore e nel nostro affetto; rivive nelle nostre parole e nelle nostre preghiere, rivive in tutta la vita, perché noi vogliamo imitarlo, vedete, la vita degli uomini è così: chi muore a se stesso, mentre che vive, - Beati mortui qui in Domino moriuntur - vive anche dopo la morte. Vive nell'affetto di chi lascia; vive nell'estimazione di chi lo ha conosciuto; vive in cielo e vive eternamente. «La memoria del giusto non perisce».
Io stamattina vorrei che vivesse proprio in una maniera più sensibile, non vorrei
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dire nessuna parola mia, ma solamente le sue parole, e che egli facesse una predica a tutti noi, immaginando quasi che egli salisse su questo pulpito e ci dicesse quello che egli ha praticato.
Desidero di leggervi l'ultimo libretto dei suoi propositi. Avrei potuto portarvi anche il libretto dell'esame di coscienza, ma credo che sia più istruttivo questo.
«Propositi da osservarsi assolutamente». Egli si trovava ancora nelle condizioni di spirito di uno che deve farsi più violenza che dolcezza, appunto per riuscire più facilmente a dominarsi, e non vi è quindi da stupire di certe frasi molto energiche. 1. «Propongo di fare sempre silenzio in tipografia ». 2. «Di non parlare in tempo di studio e di non perdere tempo; e anche in tipografia di non perdere nemmeno un minuto di tempo ». 3. « Di trattare sempre con carità i compagni, anche quando mi offendessero». 4. «Di essere sempre allegro nel Signore; di non fare mai più, mai più, mai più
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un peccato, cioè di non offendere il buon Dio».
«Pensa che è cosa facile che da qui ad un'ora tu possa essere morto». E sotto a questa parola, per renderla più sensibile, aveva disegnato una cassa da morto, e neppure farlo a posta, il disegno corrisponde alla piccola cassa che avete voi stessi formato.
«Bisogna che sii sempre preparato».
Seconda parte.- La Stampa.
«La Stampa è la prima potenza, quella che dirige la volontà; voglio perciò averne la massima importanza». - La morte: Prepararmi con una buona vita, stare sempre in grazia di Dio, cosicché in qualunque momento essa venga, mi trovi pronto». La vocazione: «La vocazione è cosa di massima importanza, bisogna che io l'assecondi in tutto». Il giudizio universale: «Il giudizio universale è altissimo, bisogna pensare alla vergogna che ci farebbero allora i nostri peccati: guai se allora dovessimo trovarci alla sinistra»! L'Inferno: « E' cosa certa che l'inferno esiste, e guai a noi se morissimo in peccato mortale, perché
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vi dovremmo stare per sempre. Ovunque vi saranno tormenti, il fuoco entrerà nel midollo delle nostre ossa e ci brucerà. Si starà sempre, non si uscirà mai». La Confessione: «La Confessione per essere valida deve contenere specialmente il dolore. Nella preparazione io voglio procurare specialmente il pentimento ed il proposito. Bisogna vincermi specialmente nelle cose più importanti. Bisogna studiare le mie inclinazioni cattive e fermare il proposito su di esse ogni giorno». La Comunione: «Nella Comunione riceviamo Gesù Cristo, il suo Cuore viene nel nostro. Ricordiamo perciò quando siamo per peccare, se noi acconsentiamo al peccato, di nuovo cacciamo Gesù dal nostro cuore. Sono i nostri peccati che hanno crocifisso Gesù, e perciò io non ne commetterò mai più. «Anche i miei peccati hanno pesato sulle spalle di Gesù nel viaggio al Calvario». Purità: «La virtù bella è la purezza. L'impurità è l'iniquità nel giovane, stiamo belli come vorremmo entrare in Paradiso». Unione santa. «Dobbiamo essere tutti uniti insieme, amarci tutti, pensare tutti quanti col
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nostro Maestro, unirci col capo, insomma obbedire a tutti i nostri Superiori, ed ancora fra di noi essere con un solo cuore». Preghiera: « La preghiera è indispensabile per salvarci. Colla preghiera posso ottenere da Dio tutto quanto riguarda l'anima mia. Voglio togliere dal mio cuore ogni peccato. Voglio diventare l'uomo operaio della Buona Stampa». Chiusura degli ultimi Esercizi spirituali: «Voglio che l'anima mia sia innamorata di Gesù. Non più confessione e peccati, ma confessione che sia una risurrezione definitiva; avanzare in virtù. sino alla morte». Specialmente questo merita di essere ricordato: «Avanzare un tantino in virtù ogni giorno, sino alla morte». Che cosa abbiamo da prendere dalla nostra Casa? Lo spirito di Dio che ci viene comunicato per mezzo dei Superiori. E che cosa debbo fare io? Devo obbedire in tutto ai miei Superiori, o meglio assecondare i loro desideri. Peccati non più, meriti e meriti da oggi e colla grazia che mi viene da Dio e dalla Santa Madonna. Voglio farmi santo, grande santo, presto santo. Il premio
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che mi aspetta è grandissimo: devo dunque guadagnarlo».
Poi seguono le giaculatorie che recitava lungo la giornata per farsi presto santo: «Gesù mio, misericordia, - Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato, - Gesù Sacramentato, abbiate pietà di noi; - Dolce Cuore di Maria, siate la salvezza mia; - Dolce Cuor del mio Gesù, fa ch'io t'ami sempre più».
Poi vi è ancora un proposito che è indefinito, perché lo ha scritto da letto e quindi la scrittura non so decifrarla, ma in sostanza il senso mi pare questo: «Voglio che Iddio sia contento di ogni mio minuto».
Si può conchiudere colla parola della Sacra Scrittura: «In memoria aeterna erit justus»; oppure coll'altra: «Defuncuts adhunc loquitur»: questo defunto ci ha parlato stamattina.
Questi propositi di un fanciulletto sono degnissimi anche di un chierico adulto, di un'anima che già si è consacrata a Dio.
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e anche di un Sacerdote il quale sia già andato innanzi e nella virtù e nelle opere buone e nei meriti. Particolarmente quello che forma ed indica la vera strada della santità: «Progredire un tantino ogni giorno», che corrisponde, ed egli lo aveva fatto dopo la meditazione su S. Andrea Avellino, corrisponde al proposito che aveva fatto quel Santo di progredire costantemente nella virtù: «Quotidie proficiendi»
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