Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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XVI. PROGREDIRE
Provatevi un po' a far un bel componimento sopra l'altare nuovo. Tutto quello che potete dire e... perché l'altare nuovo? Perché le iscrizioni? Perché i simboli sopra il tabernacolo? Perché deve star la croce e croce ben visibile sopra l'altare? A che cosa servono le varie parti dell'altare? ecc.
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Il primo articolo delle costituzioni dice che il fine dell'istituto è la gloria di Dio e la perfezione nostra.
La perfezione, cioè la santificazione mediante l'osservanza dei tre voti e della vita comune, conformata cioè alle costituzioni.
Quindi l'istituto ha da attendere alla perfezione, non solo le singole persone, ma l'istituto.
Ogni persona che viene nell'istituto deve avere di mira di santificarsi; se non viene per questo non ha vocazione perché la vocazione alla vita religiosa è vocazione alla santità. Se si desidera veramente di santificarsi con i mezzi che l'istituto presenta, di cui l'istituto dispone, allora c'è la vocazione.
E naturalmente occorre che questo sia dimostrato e non solamente perché lo si dice, ma con i fatti: ci sono le attitudini, ci sono i segni esterni di pietà ad esempio, di buon carattere.
Bisogna che sia mostrato con le attitudini e le abitudini di vita e le qualità intellettuali, morali e fisiche.
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Ma essenziale e più fondamentale è questo: voler tendere alla perfezione, cioè alla santificazione.
Quale è la disposizione che indica che una figliuola fa bene a prender la carriera di maestra? E' di voler insegnare.
E qual è la disposizione di una figliuola la quale si dedica alla medicina supponiamo? Adesso anche un certo numero di figliuole scelgono la via della medicina oppure la via dell'avvocatura, ecc. E se gli istituti femminili avessero un medico, o cioè una medichessa, andrebbe molto bene - domandatela al Signore perché sarebbe di grande vantaggio per tutte, intanto incominciate ad avere delle buone infermiere -.
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Sì, che ognuna entrando debba voler far quello: è essenziale! Cioè: santificarsi, altrimenti sarebbe come una figliuola che andasse presso una sarta, presso un laboratorio dove si insegna qualche cosa e non volesse impararlo, non avesse intenzione di imparare. Va a imparare a fare la sarta ma non vuole imparare, non vuol farlo; ecco allora è come chi è mandato a studiare e che non voglia studiare.
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Occorre assolutamente che ci sia nel fondo dell'anima l'impegno di santificarsi, la volontà di santificarsi perché il mestiere primo della religiosa è di tendere alla perfezione, e il dovere fondamentale è questo: di tendere alla perfezione e lavorare per raggiungere, quanto è possibile umanamente, la perfezione.
Notare però che stamattina volevo dire che anche l'istituto deve tendere a progredire.
Perfetti non si sarà mai né la persona, la suora, né sarà perfetto l'istituto: la perfezione non è di questo mondo. Perfetto [è] solamente Iddio, essere infinito, perfettissimo, eterno.
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Lavorare tutti per il progresso dell'istituto.
Il progresso nelle sue quattro parti e cioè: nella parte spirituale, poi nella parte intellettuale, poi nella parte apostolica, poi nella parte formativa umano-religiosa che comprende anche la povertà.
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Progredire nello spirito: il che vorrebbe dire di essere sempre più osservanti delle costituzioni e essere sempre più impegnati al lavoro interiore. Osservanza delle costituzioni per essere buone religiose e lavoro interiore per eliminare quanto è possibile i difetti, e mettere quanto è possibile di virtù, di amor di Dio.
Ai nostri ragionamenti sostituire lo spirito di fede; alle nostre debolezze di cuore sostituir l'amor di Dio; alle nostre mancanze sostituire le virtù, le virtù, e tra esse s'intende sempre che vi siano le virtù teologali e cardinali ma, particolarmente per la religiosa, povertà, castità, obbedienza.
Lavoro quindi interiore di perfezionamento in maniera che nell'istituto l'osservanza sia sempre più bella, sì; poi il lavoro interiore che riguarda lo spirito di fede, che riguarda la carità, l'umiltà e lo zelo per la salute delle anime, ecc.
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Secondo, il progresso intellettuale.
Il progresso intellettuale significa progredir nello studio, nelle cognizioni di cui avete bisogno per la vita e per l'apostolato.
Nelle cognizioni: e lì ci stan le scuole, ci sta lo studio, si capisce, ma oltre alle scuole e allo studio vi sono innumerevoli cose da imparare, particolarmente quello che riguarda l'istruzione religiosa, il catechismo, quello che riguarda l'ascetica, quello che riguarda la mistica, quello che riguarda la liturgia e tutto quello che poi si dovrà insegnare nell'apostolato e si dovrà fare: il modo di tener le bambine, i bambini, il modo di accudire, aiutare nella chiesa, nelle associazioni, e poi presso il letto degli infermi e nelle opere caritative, ecc.
Istruzione, quindi il lavoro intellettuale.
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Progredire, essere sempre più perfette pastorelle nelle parrocchie.
Qui voi già... ho sentito che state facendo un passo nuovo, quello di aver tutte le scuole in casa, e sta bene, e si avranno del tutto quando anche si siano superati i corsi di teologia, poiché allora vi sarà la disposizione e l'attitudine per insegnare a far un catechismo buono e anche un catechismo un po' alto per quelle persone che già non sono più bambine ma hanno raggiunto una certa istruzione.
Si dovrà ben parlare alla gioventù femminile nella quale ci può essere anche qualche persona istruita; si dovrà pur parlare alle donne, alle madri di famiglia; e si dovrà pure confutare qualche volta qualche obiezione contro la religione e specialmente le più fondamentali, le obiezioni che son suggerite dall'ateismo o dal protestantesimo o dal comunismo.
Questo vi occorre per potere compiere più perfettamente la vostra missione e questo richiede allora che almeno un certo numero abbiano potuto superare i corsi teologici. Progredire!
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Terzo, progredire nell'apostolato. Sì. L'apostolato /sapete quanto/ (a) sia nobile, alto, appunto perché richiede che si collabori col parroco, umilmente, cooperatrici, e allora quanto è largo l'apostolato!
Occorre sapere tanto per compierlo bene e particolarmente quando si debba passare al lavoro nelle città, e lavoro a servizio dei vescovi, cooperatrici dei pastori della diocesi, delle diocesi.
Allora progredire.
Questo, si capisce, richiede da una parte lo studio che ho detto di teologia, ma poi richiede ancora tante altre cose: le attività pratiche, l'abilità negli uffici, ad esempio, lo spirito di organizzazione...
Oh, allora: progredire nell'apostolato.
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Nessuna pensi di saperne abbastanza; noi non ne sappiamo mai abbastanza per far completamente la nostra missione e dobbiamo quindi sempre andare avanti con umiltà, tuttavia tendere a camminare, tendere a progredire, tutto l'istituto insieme.
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In quarto luogo si deve progredire anche nella formazione umano-religiosa, si.
Umana: la donna, quando diviene suora [e] si consacra a Dio, non perde i doveri umani, anzi aggiunge ai doveri umani, ad esempio ai doveri sociali, aggiunge tutto quel complesso di impegni che riguardano la vita religiosa.
Le suore pastorelle non devono considerarsi al livello di altre suore dedicate, supponiamo, agli ospizi, ai vecchi, agli ospedali, ecc.; devono mostrarsi così compite, così educate, così ben riservate e così, nello stesso tempo, generose e essere gentili, per usar la parola - si potrebbe dire «ben educate», ma la parola gentile qualche volta è più compresa, ecco -.
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San Francesco di Sales, il pastore ideale, vescovo, dicevano di lui che era il perfetto gentiluomo, oltre che essere il pastore zelantissimo e poi l'uomo dottissimo, lo scrittore così capace, ecco... Allora operava tanto bene nel modo, anche perché trattava con dignità, con umiltà, con amabilità e con riguardo tutte le persone, con riguardo.
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Occorre abituarvi a trattarvi bene tra di voi affinché dopo si prenda quel modo di comportarsi che non è da dirsi sussiego, oppure da paragonarsi a quello che vuol dire in società ipocrisia, gentilezza solo esterna, ma ha un modo di comportarsi che è frutto della carità interiore, dell'amore di Dio e del rispetto a ogni persona perché è l'immagine di Dio. Oh.
Tutto deve uscir dall'interno e cioè da due amori: l'amore a Dio e l'amore alle anime.
Comportarsi bene!
E vedete come allora bisogna apprendere tante cose, dall'economia domestica al buon galateo, a tutto quello che riguarda il comportamento in società onde lasciare sempre il buon odore di Cristo.
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E' stato scritto di san Giovanni Bosco questo: sebbene figlio di contadini - e sua madre contadina lo ha accompagnato anche nei primi anni di sacerdozio e lo aiutava ad esempio per il bucato, le pulizie, la rammendatura ai bambini che egli ricoverava - , dicevano dunque, sebbene figlio di contadini sapeva trattare anche con i senatori, i ministri, il re stesso, con dignità, con disinvoltura e tuttavia con quel rispetto e con quella umiltà che lo rendeva caro e stimato. Oh.
Molte cose aveva acquistato man mano che gli anni passavano e man mano che egli aveva atteso alla sua formazione o educazione umana.
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Dal modo di sapere far la cucina e presentare... presentare un piatto a tavola e fino al modo di condurre bene, con rispetto, i bambini alla comunione e di procurar che siano puliti; e poi il modo di trattare con le autorità civili, le autorità ecclesiastiche e specialmente con il popolo il quale, appunto perché è più umile e riceve già tanti torti da quelli che sono potenti o sono ricchi, sappia almeno che la pastorella lo ama, il povero, lo ama l'ammalato, lo ama il bambino, come il buon Pastore, come il buon Pastore! E tuttavia con quella libertà con cui Gesù chiamava Zaccheo: «Discendi dalla pianta, perché oggi vengo a pranzo a casa tua» [cf. Lc 19,5]. Si invitava, quando c'era, e sapeva quello che voleva operare in quella casa.
Si vanno a far delle visite che sembrerebbero alle volte visite non giustificate a chi non tutto sa, ma che invece hanno un fine altissimo, nobilissimo.
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Formazione religiosa, poi. Oh, si comprende: la religiosa deve esser una buona amministratrice, saper maneggiare anche il denaro, saper praticare la povertà e saper produrre sia col suo lavoro, sia coll'ottener la beneficenza e sia nell'amministrare santamente secondo le costituzioni quello che ha in mano.
Non deve lasciar nulla infruttifero, anche se ha solamente un metro di terra, esprimiamoci così, solamente un metro di terra dove potrà seminare quattro pomidori, supponiamo. Oh!
Deve essere curante e nello stesso tempo saper provveder per la salute, prevenire certe malattie, saper curare le cose più semplici e poi saper dubitare nei casi più difficili e così chiedere i consigli e stare ai competenti.
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La vita religiosa poi è tutta uniformata alle costituzioni, tutta conformata alle costituzioni.
Allora occorre che si badi a tutto l'insieme.
Vedete, il santo Padre alcuni giorni fa ha tenuto un discorso ai gesuiti, ai padri gesuiti raccolti in congregazione per trattare delle cose principali, è disceso sino all'applicazione: chiedere i permessi per uscire; è disceso fino ad applicazioni particolari: e il modo di far vacanza, e il modo di tenere le cose che non siano mai a uso privato ma siano sempre a uso comune perché la povertà lo esige, ecc.
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Allora discendere anche alle particolarità della vita religiosa e in casa madre e nelle case filiali, sì, nelle case filiali.
Vi sono persone che sono piene di prudenza anche nel disporre le cose nelle case filiali e si entra e si vede subito che lì abitano le pastorelle: tutto l'insieme lo mostra.
E alle volte avviene anche il contrario, anche il contrario...
Sono stato nei giorni scorsi in due case <c'era> - non vostre, eh! - c'era proprio l'esempio di quello che è fatto bene e l'esempio di quello che non è fatto bene, subito, entrando.
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Oh, allora, vedete, progredir l'istituto intiero. Bisogna però dire che se progredisce ogni persona: l'istituto è fatto di persone; perché se ogni persona, supponiamo, canta bene, eh!, il canto riesce bene in chiesa, non è vero?
Se ogni persona canta male il canto riesce male, così è dell'andamento dell'istituto.
Vivere questa vita sociale, interessarsi del progresso di tutto l'istituto. Molte preghiere per le vocazioni, per la loro formazione; molte preghiere perché le case siano sempre composte nello spirito religioso e conformate precisamente alle costituzioni e agli avvisi e agli indirizzi che vengono <date> dati.
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Poi, dopo, tanto impegno perché da nostra parte non manchi nulla, che il Signore non abbia da rimproverarci: «Tu eri in una famiglia religiosa ma non ti interessavi della famiglia religiosa a cui appartenevi».
Eh, se invece di pensare alla propria famiglia religiosa pensasse a distribuire quel che ha senza... senza i debiti permessi, secondo vede meglio, fosse pure in elemosina; occorrono i permessi.
E quando entra nel cuore l'egoismo uno pensa solo a sé, allora questo è contrario alla carità verso l'istituto il quale merita più carità che non i singoli.
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Ad esempio può essere che una figliuola vorrebbe aspirar alla vita religiosa ma non mostra tutte le attitudini, vi sono dubbi: allora la carità che cosa vuole? La carità vuole che prima si pensi al vantaggio dell'istituto e poi si pensi al vantaggio di ogni singolo, di ogni singola, ecco.
I doveri sociali, sentirli! I doveri verso la congregazione, che è una società di persone che si mettono insieme per farsi sante; persone che quindi cercano di formare un ambiente, un andamento il quale favorisca il perfezionamento, la santificazione nel proprio stato.
E una non è mai santa dopo che ha fatto i voti nella congregazione delle suore [di Gesù] buon Pastore; non è mai santa se non è una buona pastorella, sia nella sua vita, diciamo, individuale, sia nella sua vita sociale, sia nel suo apostolato.
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Dunque domandare al Signore questa grazia: che tutti siamo tesi verso il progresso dell'istituto. Ditelo a Gesù adesso, egli è qui: «Ci impegnamo verso il progresso dell'istituto».
Progresso spirituale, progresso intellettuale, progresso apostolico, progresso umano, progresso anche economico - voglio dire - e progresso di tutta la vita religiosa nel suo complesso; la vita religiosa come è descritta nelle costituzioni e come avete già imparato a vivere perché, quando in un istituto si formano delle tradizioni, allora: Tenete traditiones vestras [cf. 2Is 2,14s].
I buoni usi bisogna tenerli, conservarli, e perfezionarli.
Molte cose non sono scritte ma vengono determinate dall'uso degli anni.
In casa madre si fa così? E allora così si fa in una casa filiale, così si fa in Italia e così si fa in Australia, supponiamo.
Ovunque si va si è pastorelle.

Albano Laziale (Roma)
20 settembre 1957

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407 (a) R: sapete che quanto.