Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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24. DISTRAZIONI NELLA PREGHIERA1


La più grande potenza del mondo è la preghiera, non è l’elettricità, non sono le armi, ancorché modernissime, potentissime, non è il denaro, non è neppure l’organizzazione: la maggior potenza è la preghiera. La Chiesa si munisce di questa arma, di questa potenza. Quanto valgono le mani giunte! Quanto valgono le persone che nella semplicità fanno scorrere la corona! In primo luogo non è la scienza che vale. La scienza ha il suo valore, ma in primo luogo la preghiera può superare tutte le forze e non è superata da nessuna forza, da nessuna potenza.
La preghiera ha un valore meritorio, soddisfattorio, impetratorio e un valore che S. Tommaso chiama di nutrizione, di alimentazione, di cibo. Contro la preghiera vi sono vari nemici che tentano di impedire o la preghiera stessa oppure che si faccia bene la preghiera. Particolarmente due sono gli impedimenti perché la preghiera sia fatta bene: le distrazioni e le aridità di spirito.
Vediamo questa mattina la difficoltà della preghiera che ci viene dalla distrazione. Distrazione vuol dire pensare ad altro. Ma bisogna subito ricordare che ciò che impedisce la fedeltà alla preghiera è che sia fatta in modo gradito al Signore ed eserciti il suo potere. La mancanza di stima della preghiera è quando non si capisce bene l’importanza, quando non si ama la preghiera; quando non la si crede la prima e principale azione della giornata, il primo e principale tempo più fruttuoso per noi, per la Congregazione e per le anime in generale; quando noi non crediamo praticamente che abbia il maggior potere. Il denaro e la propaganda, la scuola e tutto quello che importa e che occupa la giornata, è superato sempre immensamente dalla preghiera quanto a valore e quanto a frutto spirituale per la santità e per il progresso esteriore in qualunque senso.
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Quali sono le cause delle distrazioni nella preghiera? Vi sono le cause involontarie e vi sono le cause volontarie2. Cause involontarie sono: il temperamento, la stanchezza o la salute, la direzione spirituale non condotta bene e il demonio.
Il temperamento o l’indole: quando si è impegnati in cose esterne, quando non si sa ancora dominare la fantasia, il cuore. Se è solamente la fantasia che porta la distrazione, una può ancora pregare con raccoglimento. Ma quando entra la mente, allora la distrazione è piena, si pensa ad altro, non a quel che si dice. Quei Padre nostro, quei rosari vanno avanti senza che ci sia l’applicazione della mente. Il temperamento, l’indole: uno è molto dominato dalla fantasia; un altro è molto dominato da pensieri, da preoccupazioni; un altro è dominato dal cuore che non è ancora tenuto sempre a posto nella sua giusta misura, e allora, la distrazione.
Altra causa di distrazione può essere la stanchezza, quando uno rimanda la Visita alla sera, all’ultimo momento. Stanchezza fisica o anche mancanza di salute o stanchezza mentale, allora come ci si può impegnare nella preghiera? Si sono esaurite le forze dello spirito e anche le forze fisiche.
Vi può essere una direzione spirituale che impedisce realmente il raccoglimento nella preghiera. Per esempio, se si insiste sulla meditazione discorsiva e non si va più avanti mentre l’anima è già preparata alla meditazione che invece è di un grado superiore, che in parte è infusa, allora si trova impigliata, incerta. Occorre che l’anima sia assecondata dalla persona che la dirige! Vi sono persone che impediscono il frutto della meditazione, vogliono imporre il loro metodo e adattarlo come se ci fosse una misura sola per tutte le persone. Allora si fa uno sbaglio. Non si può fare l’abito lungo uguale per tutte le persone. Fare una misura unica, perché allora potrebbe essere corto per una persona e troppo lungo per un’altra. La direzione spirituale, se ben fatta, rispetta l’azione dello Spirito Santo in un’anima. Persone che dirigono meditazioni e danno a tutti avvisi, sbagliano! Persone che dirigono la meditazione e
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vorrebbero imporre pensieri conformi ai loro, no! Bisogna dare i principi generali, le verità fondamentali e poi lasciare alla persona il tempo per pensare! Perché se si disimpara a pensare, nella vita non si forma più né una personalità, né un carattere, né un santo.
Altro impedimento alla preghiera e causa di distrazione: il diavolo che si avvale di tutte le altre cause, di tutte le altre difficoltà, soffia nel fuoco, e cioè aumenta la difficoltà alla preghiera.
Ci sono poi anche le cause volontarie che si possono però togliere. La prima è la mancanza di preparazione, quando una da una occupazione o da una preoccupazione intensa vuol passare immediatamente alla preghiera: come potrà essere raccolta? «Ante orationem praepara animam tuam3. Se anche devi partire per la propaganda, andare a far la scuola, a fare un altro ufficio, prima della preghiera, mettiti in calma. A poco a poco possiamo arrivare a dominarci in una misura più o meno grande: faccio questa azione come fosse l’unica azione importante che devo fare in questo tempo determinato, per esempio, mezz’ora di meditazione. Ma se già prima ci sono delle preoccupazioni: Come faremo?. Poi partiremo?. Poi che cosa dirò?. La preparazione prossima alla preghiera non c’è, non resta il tempo! Sempre fare, fare, fare! Man mano, però, che la persona sa che fino a questo momento, supponiamo dalle 6 alle 6,30, bisogna che la mente sia calma, serena e possa quindi arrivare a una meditazione raccolta.
Altra causa è la mancanza di preparazione remota, oltre la preparazione prossima. Chi vive abitualmente raccolto è preparato. Chi vive abitualmente distratto, chi vuol leggere, vuol sentire, vuol vedere, vuol assistere, vuol far discorsi, chi vuol pensare un po’ a tutto… non è possibile che si trovi raccolto nella meditazione, nella Visita al SS.mo Sacramento, ecc. Ci vuole abituale raccoglimento.
Vediamo di disporre le cose in modo tale che l’orazione abbia il primo posto, la prima considerazione, la meditazione e la preghiera in generale abbiano quel tanto di tempo in cui nessuno
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è disturbato, tutte devono parlare con il Signore, entrare nell’intimità con Dio, discorrere familiarmente con Dio. Diversamente si dà udienza a un pensiero, si dà udienza a un’altra cosa, si disturba chi sta pregando, e allora? Allora tu non sarai mai persona di orazione. Mai si formerà in te la persona di orazione, che è la cosa più necessaria per vivere da buoni religiosi. Facciamo questo: consideriamo le cose nel loro giusto valore, pensando che, in primo luogo, si ha da attendere alla santità che è il primo articolo delle Costituzioni, e il secondo poi è l’apostolato.
Rimedi alla facilità delle distrazioni. In primo luogo non si toglieranno mai tutte, non si riuscirà; quindi l’impegno a diminuirle. Però ci può essere una grazia straordinaria, per cui S. Luigi ha ottenuto di non avere distrazioni neppure un istante durante un’ora di orazione, ma è una grazia straordinaria. Poi il raccoglimento si può sempre domandare al Signore come grazia: lo spirito di orazione. Vi può essere qualche anima che è già passata a un grado più alto di meditazione o di contemplazione o che è già vicina alla contemplazione, in una meditazione e in una preghiera meno discorsiva e più contemplativa. Vi sono allora condizioni speciali.
Tuttavia, vi sono due pensieri che consolano molte anime. Il primo: se vai a pregare e ti metti bene alla presenza di Dio con buona volontà, se poi vengono distrazioni e le combatti, e quella preghiera riesce così così, e cioè una preghiera che è tramezzata da parecchie distrazioni, la distrazione combattuta non toglie il merito della preghiera, quindi hai il medesimo valore come se fosse riuscita bene. La distrazione però è combattuta all’inizio raccogliendosi, mettendosi alla presenza di Dio, è combattuta poi quando nel bel mezzo della preghiera, la distrazione si è fatta un po’ strada nell’anima. Ancorché combattessi fino alla fine, e tuttavia fino alla fine sei sempre tentata di distrarti, combattendo non perdi alcun merito, quindi il merito è come se la preghiera fosse stata raccolta.
Secondo pensiero che consola è questo: la grazia che si voleva ottenere si ottiene ugualmente, perché il Signore vuole la nostra applicazione, poi quando ci vede bisognosi e di buona volontà, le grazie vengono ugualmente per la misericordia di
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Dio che supplisce lui dove coloro che sono deboli dimostrano buona volontà.
Tuttavia, per combattere le distrazioni e ridurle a poco a poco, ci sono alcuni mezzi: il primo mezzo è stimare l’orazione e abituarsi a questo: Age quod agis4, azione per azione, applicati a fare quello che devi fare. Se in quel momento fai le spedizioni devi applicare la mente a farle bene, e così quando si va all’orazione, applicare la mente, il cuore, il desiderio, la volontà, lo sforzo per attendere a discorrere con Dio. Quindi sapersi dominare. Applicarsi alla preghiera come se fosse l’unica azione da fare, poi verranno le altre e allora ti applicherai alle altre: Age quod agis! Quindi il mezzo: preparazione prossima, cioè raccoglimento, e dirigere le intenzioni. Non si può, dopo una conversazione distraente, passare subito a una intima comunicazione con Dio.
In generale, per la nostra debolezza, eccetto che ci sia una grazia speciale, ci vuole la preparazione remota: vivere in abituale raccoglimento, in fervore di spirito, nell’abitudine di dominarsi, escludendo letture, conversazioni, sguardi e preoccupazioni di ciò che non ci è richiesto: «Attende tibi»5, abituati a badare a te stesso. Stare a guardare cosa fanno le altre, a giudicare coloro che stanno sopra, quelli che stanno sotto e quelli che stanno attorno è tutta forza che si sottrae a Dio, cioè alla preghiera. L’abitudine di preoccuparsi di cose che non ci riguardano, può essere poi anche colpevole, per esempio, giudicare gli altri. Giudichiamo noi stessi!
Fissare poi le intenzioni nella preparazione prossima: In questo mese che cosa voglio ottenere? Che cosa ho proposto nel ritiro mensile? Vi sono persone che hanno il proposito generale dell’anno, ma mese per mese, nel ritiro mensile, si scrivono quei punti particolari che sono parte del proposito, dell’impegno generale, dove in quel mese ci si impegnerà. Esempi: sulla pietà. Questo mese farò bene l’esame di coscienza; quest’altro mese conserverò il raccoglimento e userò le giaculatorie durante la giornata, ecc. Per diminuire le distrazioni
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o renderle meno frequenti o anche diminuirne l’intensità, quando portano molto lontano, domandare l’aiuto di Dio e il raccoglimento. Poi l’umiltà: Valgo così poco, sono così misero nella preghiera! Nell’anno se facessi il conto delle ore perdute per distrazioni nella preghiera, oppure anche il conto del tempo che ho impiegato nell’orazione, come mi troverei tra l’attivo e il passivo? Inoltre, occorre imparare a dominarsi! Ma anche chiedere la grazia del raccoglimento. Chiedere sempre questa grazia di saper parlare con Dio e saper pensare alle cose sante. Ecco allora, si vince già il demonio che è una delle cause importanti, una delle cause principali delle distrazioni.
Vi sono persone che possono arrivare anche allo scrupolo. S. Luigi, da principio, pativa anche lui di distrazioni, come un po’ tutti. Ma quando la preghiera veniva interrotta, il raccoglimento era interrotto da qualche distrazione, riprendeva da capo, quindi ricominciava l’ora di preghiera, e così invece di un’ora venivano anche tre ore. Questo non fatelo, però cercare le cause! Quali sono le cause di queste distrazioni? È il temperamento, la vivacità, la fantasia troppo vivace, ecc.? Poco a poco dominarsi, vincersi.
Oppure è la stanchezza? Non mettere la preghiera all’ultimo momento della giornata, quando già si è giunti a una stanchezza mentale o fisica. Inoltre non prendere troppa comodità nel posto o nella posizione, ecc. La preghiera, in generale, per essere fatta bene bisogna che non sia fisicamente troppo in difficoltà, cioè non ci vuole troppa comodità nel posto e nella posizione, ma neppure troppo disagio, un qualche cosa di mezzo, come dicono i santi, e come insiste S. Francesco di Sales.
Escono continuamenti libri di ascetica, e questo è una buona cosa; ma non tutti portano veramente al progresso. Nutrirsi del pane di casa è sempre una grande cosa, stimare le nostre pratiche di pietà! E se la preghiera è riuscita poco bene, umiliarsi e chiedere al Signore che supplisca. Ma io non riesco nella meditazione!. Leggi di più e ti sarà più facile. Io non riesco nella Visita. Guarda il Tabernacolo e mettiti a parlare con Gesù; un colloquio con lui, oppure guarda un’immagine devota che ti dà pensieri di raccoglimento, sentimenti di devozione;
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oppure, se proprio quella meditazione non vuol riuscire, allora recita una terza parte di rosario per confermare i propositi per la giornata e ottenere benedizioni dalla Madonna sulla giornata e su quei propositi che desideri praticare.
Vi sono poi altri mezzi che ogni persona può scegliere, a volte anche una piccola penitenza. Meglio se alla fine della meditazione o alla fine della Visita si raccolgono alcuni pensieri che almeno abbiamo avuto. Allora nella giornata si supplisce un po’ a ciò che è mancato nella preghiera, ricordando quei pensieri, quei sentimenti pii che saranno forse pochi ma che ci serviranno, per la misericordia di Dio, durante la giornata. Mettersi poi in un posto tranquillo, per quanto è possibile. Vi sono persone che sanno scegliere il posto per la loro preghiera, sanno scegliersi bene anche le ore, ecc.
In conclusione, la preghiera, il tempo della preghiera è il migliore della giornata, il più fruttuoso per noi, per l’Istituto e per l’apostolato. Allora, quando veramente si ama una cosa e la si stima, ci si applica. Quando uno ama proprio un’occupazione ci mette tutte le forze! Quando la si stima poco e si crede che sia più importante questo o quello, allora quando si va a pregare è più facile la distrazione ed è meno fruttuosa la preghiera che si farà.
Non cambiare poi tanto frequentemente libri o soggetti o modi di meditazione. Vi sono anime, e per grazia di Dio la vostra Congregazione ne ha, che hanno abbondanza di lumi interiori, anime in cui l’azione dello Spirito Santo è viva, continua e dominante. Queste grazie che si hanno utilizzarle e assecondarle. Quando l’azione dello Spirito Santo è molto viva ed è un’azione che è ispirata alla fede insieme all’umiltà, più docilmente seguirla nella meditazione e anche nella Visita al SS.mo Sacramento. Il modo e il metodo che seguiamo è sempre buono, ma vi sono anche problemi particolari, necessità particolari per un’anima, e molte di queste necessità dipendono dall’ufficio che ognuna ha. Del resto: «Doce nos orare: Signore, insegnaci a pregare6.
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1 Meditazione tenuta a Roma il 20 ottobre 1960. Trascrizione da nastro: A6/ an 87a = ac 146b.

2 Cf Antonio Royo Marin, Teologia della perfezione cristiana, o.c., n. 368, pp. 766-768.

3 Cf Sir 18,23: «Prima della preghiera prepara la tua anima».

4 “Fa’ bene ciò che stai facendo”. Locuzione latina.

5 Cf 1Tm 4,16.

6 Cf Lc 11,1.