Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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ISTRUZIONE IX
L'EUCARISTIA

[87 «Servite Domino in laetitia»1; bisogna servire il Signore in letizia, ma non in letizia fracassona o divagata! Bisogna intenderla secondo lo spirito di S. Francesco d'Assisi, che ha composto il Cantico delle creature2.
Egli salutava tutti dicendo: «Pax et bonum»3; voi aggiungete: «et verum», perché Gesù ha detto: «Io sono la Via, la Verità, la Vita»4.
Abbiamo già parlato della comunione universale, continua, fervorosa, che è la vita di unione con Gesù; per alcune anime è più facile viverla per mezzo di Maria, ma in fondo è la stessa cosa: «Per Mariam ad Jesum»5.
[88] La natura della Comunione sacramentale si capisce dalle parole di Gesù e dalla teologia cattolica. La Confessione è guarigione; la Comunione è nutrimento, è cibo.
La SS. Eucaristia, prodigio dei prodigi, è preannunziata nell'Antico Testamento nell'Agnello pasquale6. Gesù dopo aver mangiato l'agnello pasquale diede se stesso a mangiare agli Apostoli7; così essi in quella sera mangiarono due agnelli: l'agnello simboleggiante e l'Agnello simboleggiato. Nell'Eucaristia mangiamo il vero Agnello.
Altro simbolo dell'Eucaristia è la manna: «Panem de coelo praestitisti eis»8. Veniva dal cielo questo cibo: doveva essere raccolto ogni giorno, eccetto il sabato, perciò il venerdì se ne raccoglieva anche per il giorno festivo9.
La manna indicava pure il fine, lo scopo dell'Eucaristia: il nutrimento.
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Gesù, verso il termine della sua vita, compie due volte la moltiplicazione dei pani e, dopo aver fatto questo miracolo, simbolo dell'Eucaristia, ne parla più chiaramente: «Cercate il cibo che non perisce: la mia carne è veramente cibo; il mio sangue è veramente bevanda»10.
Era talmente alto il suo discorso che, per farsi capire dai suoi ascoltatori dovette | [89] ripetere la stessa cosa in varie forme. Molti si scandalizzarono: «E come può darci da mangiare la sua carne e da bere il suo sangue?»11. Sospettarono che fosse diventato pazzo! Si può forse ascoltare un pazzo?... E si allontanarono! Ma Gesù non corresse, anzi confermò il suo dire; e S. Pietro per primo, confessò la sua fede nell'Eucaristia: «Verba vitae aeternae habes»12. Quando poi fu giunto il momento di istituire la SS Eucaristia, «Gesù prese il pane, lo benedisse, lo spezzò, lo presentò agli Apostoli dicendo: Prendete e mangiate: questo è il mio corpo. Similmente fece del calice; porgendolo agli Apostoli disse: Bevetene tutti: questo è il calice del mio sangue»13. Questa consacrazione era sacrificio, quindi fu la prima Messa, che fu poi compiuta sul Calvario.
Gesù celebrò ancora questa Messa, coi discepoli di Emmaus, che lo conobbero «in fractione panis»14. Di nuovo a tavola, per indicare che l'Eucaristia è cibo: prende il pane, perché è il cibo più comune, il cibo per eccellenza. Così l'Eucaristia è il nutrimento per eccellenza delle anime.
Sono tante le vie con cui Gesù si comunica all'anima, però il mezzo per eccellenza, | [90] il mezzo proprio ordinato a questo è l'Eucaristia. Non sono le preghiere varie il mezzo ordinario che la Chiesa dà per nutrimento delle anime, e specialmente delle religiose: il vero nutrimento è l'Eucaristia.
La religiosa deve spiritualmente nutrirsi bene, perché ha molti doveri. La via è lunga!
Quando Gesù fece il miracolo della moltiplicazione dei pani, disse a Filippo: «Date da mangiare a questa gente, affinché non venga meno per via»15.
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Le suore che non si comunicassero o non si comunicassero bene, verrebbero meno, cioè cadrebbero nella tiepidezza. Avendone la comodità, bisogna prendere il cibo ordinario; ché, se venisse un tempo di persecuzione in cui non si potesse più fare la Comunione, penserebbe Gesù a nutrir l'anima diversamente, anche in modo straordinario.
L'Eucaristia è nutrizione, specialmente per la suora che senza di essa verrebbe meno per via.
L'Eucaristia ripara le forze perdute; è necessaria per tutti, ma specialmente per la suora, che deve tendere alla perfezione.
L'Eucaristia è cibo spirituale; è sotto | [91] forma di pane e produce nell'anima gli stessi effetti che produce il pane nel corpo, ma è cibo spirituale, perché l'anima è spirituale. L'Eucaristia, per l'anima che è amante di Gesù, ha tra gli altri questo effetto: «delectat»16. L'anima religiosa, fosse pur triste, stanca, oppressa da tante cose, quando va alla Comunione si rinforza.
L'Eucaristia porta luce, forza, gioia, coraggio, grazia, santità; ma bisogna riceverla con la mente, con la volontà e col cuore.
Per ricevere con frutto la Comunione, quali disposizioni ci vogliono? Occorre pensare che la giornata deve essere tutta indirizzata all'Ostia. Una palla di piombo perfettamente sferica, se si mette su di un piano perfettamente orizzontale, poggia tutta sul punto che è a contatto col piano; così la nostra giornata di ventiquattro ore deve poggiare tutta sull'Ostia: tutto dev'essere preparazione o fruttificazione della Comunione.
La Confessione è preparazione alla Comunione, anzi tutta la nostra vita dev'essere ordinata alla Comunione.
Lo scopo della nostra vita è acquistare meriti e unirci con Gesù. Ma dove si acquistano più meriti? Nell'Eucaristia. Dov'è che | [92] Gesù comunica maggiormente le sue grazie? Nell'Eucaristia. Dov'è che si stringe di più la nostra unione con Gesù? Nella Comunione in cui riceviamo l'autore della grazia!
La Comunione per sé ha valore infinito, ma da essa ognuno prende quanto è capace. Sta a noi il prendere quanto ne vogliamo di grazia, di luce, di meriti, di santità; il dono per sé è infinito: figuratevi un oceano senza confini: «Ego fons aquae»17, ognuno
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Iperò ne prende a seconda delle disposizioni che vi porta. Altro che cercare chiacchiere, mezzi di qua e mezzi di là, e inventare metodi! Il miglior metodo è quello di fare buone Confessioni e buone Comunioni.
C'è molto da compiangere che la vita sia ancora molto dissipata in tante parole; direzioni che sono perdite di tempo, e a volte mormorazioni, mentre bisogna passare per Gesù, per la purificazione, e poi unirsi a lui intimamente nella Comunione.
Tutte le altre cose allora sono inutili? No. Se non poteste fare la Comunione per giusti motivi (ad es. una malattia che non lo permetta, un viaggio, ecc.) Gesù farebbe passare la grazia per altri mezzi: le comunioni spirituali, il rosario o altre pratiche, ma questi sarebbero mezzi | [93] straordinari; il mezzo ordinario è la Comunione e tutte le altre cose sono mezzo di preparazione ad essa. Il mezzo per stabilire la nostra anima nell'unione con Gesù, per prendere i suoi meriti e ricevere la sua grazia, è la Comunione. Bisogna però prima disporre bene il cuore.
Se un'anima domandasse: Come devo fare per avere consolazione, meriti, forza? Fa' la Comunione.
Tutto quello che ho detto sulla Confessione, bisogna che abbia sempre di mira la Comunione. Allora si dirà: Dal mattino alla sera, devo pensare alla Comunione? Sì, prepararti se ti avvicini ad essa: fare il ringraziamento se l'hai già ricevuta.
Per sé basterebbe una Comunione a fare un santo. Vi sono a volte delle madri di famiglia, che fanno la Comunione solo alla domenica, ma hanno una fede così viva, una delicatezza di coscienza, una forza così grande, da andare avanti in silenzio, col sorriso sulle labbra, fra mille difficoltà. Ma chi le sostiene? Quello stesso Gesù eucaristico che sostenne i martiri, che dava la forza ai primi cristiani, che i pagani dicevano di non poter comprendere.
Così si dirà di non poter comprendere | [94] come voi possiate obbedire sempre, vivere mortificate, ecc. Come avviene questo? C'è la Comunione da cui ricevete le grazie; chi ne ha poche, dica che dipende da sé; chi ne ha molte, dica grazie a Gesù!
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1 Cf Sal 100,2.

2 S. Francesco d'Assisi, Cantico delle creature o di frate sole, composizione poetica della spiritualità del santo.

3 «Pace e bene».

4 Gv 14,6.

5 «A Ge sù per mezzo di Maria». Sintesi della devozione e consacrazione a Maria di S. Luigi M. Grignion da Montfort, autore di: Trattato della vera devozione alla Santa Vergine.

6 Cf Es 12,1ss.

7 Cf Mt 26,26-28.

8 Sap 16,20: «... sfamasti il tuo popolo con un cibo degli angeli».

9 Cf Es 16,15.21-22.

10 Gv 6,27.55.

11 Cf Gv 6,52.

12 Cf Gv 6,66.68: «Tu solo hai parole di vita eterna».

13 Cf Mt 26,26-27.

14 Lc 24,35: «... nello spezzare del pane».

15 Cf Mt 14,16.

16 «Dà gioia».

17 «Io sono la fonte dell'acqua». L'espressione richiama anche la collana di spiritualità delle Edizioni Paoline, dal titolo: “Fons aquae”.