Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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14. LA CUSTODIA DEL CUORE*

Avete ricevuto Gesù nel vostro cuore. Quando egli vi entra apporta le sue grazie in misura del fervore, della corrispondenza che vi trova. A Dio chiedete grazie spirituali e grazie materiali: le sette domande del Pater noster.
Gesù non entra inutilmente in un'anima, vuol parlare. Se fate silenzio, se al raccoglimento esteriore corrisponde il raccoglimento interiore, sentite che Gesù vi dice parole soavissime. Oh, sentiteli i divini sussurri, e richiamateli, rievocateli durante la giornata, saranno la forza, il conforto, l'aiuto, il consiglio nell'adempimento del vostro dovere!
Quando Gesù entrò in casa di Marta e di Maria, Marta si dava attorno alle faccende di1 casa. Maria invece, seduta su di uno sgabello ai piedi di Gesù contemplava, taceva, e l'anima sua si riempiva delle dolci comunicazioni del Maestro. Siate voi altrettante Marie, per seguire dopo l'esempio di Marta.

Gesù parla alle anime anche per mezzo dei suoi ministri. Ebbene, ora vi voglio dire alcune cose, quelle che per mezzo mio, Gesù vuole comunicare alle anime vostre.
Siate davvero di Gesù, a lui date, senza riserva, tutto il vostro cuore, non dividetelo fra le creature e Dio.
Sull'altare avete disposto dinanzi a Gesù i gigli più belli, più olezzanti, più freschi, non avete posati gli sgualciti, gli appassiti. Tale sia l'offerta del vostro cuore: totale, purissima.
Nelle immagini, S. Giuseppe è quasi sempre rappresentato con il giglio fra le mani. Qui in chiesa, nel vostro quadro, S. Giuseppe, pure col giglio, tiene fra le braccia Gesù; legge la sacra Scrittura e il divino Infante ascolta. Maria è rappresentata con il giglio: piacque all'eterno Padre per la sua purezza.
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Togliete dal vostro cuore ogni amicizia particolare. Nelle comunità non devono nascere amicizie speciali. I gruppi, le amicizie sono la cancrena delle comunità religiose. Non sia mai che abbiate più simpatia per questa che per quella, perché alle simpatie corrispondono altrettante antipatie. Ripeto: non dividete il cuore, datelo puro, santo, integro al Signore.
Le giovanissime non hanno perduto ancora ciò che avevano nel mondo? Là il loro cuore non era tutto di Dio; era diviso fra le creature e il Creatore. Ma, diranno, eravamo buone. Lo convengo: se così non foste state, qui non vi avremmo accettate. Siete buone, ma non buonissime. Dice Gesù: «Siate perfetti come è perfetto il Padre mio»2; vedete dunque che dalla bontà alla perfezione il passo è lungo.
Togliete, vi ripeto, ogni simpatia. Queste tendenze non sono segno di vocazione e si contrappongono alla vita comune, perché segue che, simpatia verso qualcuna è antipatia verso altre; ed ecco la divisione. La simpatia sale poi dalle sorelle ai superiori, e allora si obbedisce solo perché ci piace chi è sopra di noi. Guai a chi obbedisce solo perché l'obbedienza corrisponde al suo piacere!
La simpatia verso i superiori è più grave, più cattiva, più condannevole ancora. Da essa provengono i disgusti che si verificano nei cambiamenti nelle case. Piccole vittorie del demonio, che possono anche diventare gravi.
Fate alla buona; siate raccolte, silenziose, contegnose, spirituali. Non stringete mai la mano, non baciatela mai ai sacerdoti, né qui né in propaganda, se non ai Vescovi e nelle eccezioni indicatevi dalla vostra Prima Maestra.
S. Francesco di Sales nella Filotea proibisce le amicizie particolari3. Si dirà: Ma, fra questo santo e quella santa... Erano santi eccezionali e voi per ora dovete ancora raggiungere la santità più elementare. Non volete mica essere eccezionali! Per ora attenetevi alla via comune.
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Siate spose dello Spirito Santo, figlie del Padre celeste, discepole del divin Maestro.
Non stringete familiarità neanche con i confessori, in nessun luogo. Ne siano anche cancellati tutti i segni. Attenetevi alla direzione delle vostre Maestre; dal confessore fatevi assolvere i peccati, ritraetene della grazia e se volete l'ottimo, andate da Gesù. Egli vi ama verginalmente.
Imitate i santi nella vita comune. Siate Figlie di San Paolo, buone discepole del divin Maestro! Fate come faceva la Madonna. Semplicità, purezza.
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Vedete ogni giorno i lavori che vanno compiendosi per la chiesa4, per quella chiesa che deve essere per voi l'oggetto più caro: l'abitazione di Gesù, di quel Gesù che da essa vuol attirare tante vocazioni, vuol santificarvi, vuol spargere benedizioni su di voi, su tutti i Cooperatori; la chiesa vostra: centro di luce, di preghiera, di santificazione.
Questa chiesa nella costruzione ha subito tante soste. Tutte le volte che si interrompevano i lavori mi sorgevano due dubbi: È disposizione di Dio o causa di tentazione del diavolo?
Avete messo custodia attorno al vostro cuore, il freno alla vostra lingua? Avete messo la rete al diavolo? Badate che non entri pei buchi.
S. Giovanni Bosco, quando nominava uno portinaio gli diceva: Custodisci la casa dal peccato e dalla morte5. Quando è volontà di Dio, la morte arriva, ed è premio alla vita operosa, santa. Custodite dunque la casa dal peccato. Se volete che la
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chiesa cresca presto, non disgustate il Signore. Chi commette peccati di lingua, di occhi, di orecchi, di gusto in luogo di portar mattoni alla costruenda casa di Dio, la demolisce. Siate vigilanti! Anche in questo mese Gesù ci ha elargito delle grazie per la chiesa; Gesù vuole venire ad abitarla, non cacciatelo.
Chi ha la mansione dell'assistenza, assista bene: stia attenta ai discorsi, cerchi di conoscere le tendenze, di evitare la dissipazione.
Vi ripeto, vi scongiuro: Non fate peccati6, non levate mattoni alla vostra chiesa. Pregate, invocate le benedizioni, gli aiuti dal divin Maestro; suffragate le anime purganti, con la bella, commovente preghiera del De profundis7 e ricordate in modo speciale le anime dei cinquecentomila caduti nostri della grande guerra 1915-1918, perché siano ammessi al più presto ai gaudi eterni.
Non vi aggiungo pratiche, siate zelanti in quelle che già avete, e puntuali sempre all'orario. Non cercate scuse pei ritardi.
S. Paolo si degni benedirvi in tutte le ore, in tutti i passi, in questo mese vi sia largo di grazie.
Io vorrei che le Figlie di San Paolo fossero le più zelanti e capaci di andare ovunque. Il vostro apostolato vi mette a contatto col mondo. È necessario che siate delicatissime e nello stesso tempo corazzate per non andar soggette a ferite.
Nelle calamità si fanno cure preventive anche ai sani, e con iniezioni e con rimedi per via orale e col far portare essenze nelle tasche. Premunitevi anche voi contro le calamità del mondo. Siate forti in modo da passar sulle spine, che inevitabilmente dovete incontrare nel mondo per esercitare il vostro apostolato, senza ferirvi.
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* Predica stampata in EC, 7[1934]4, sotto il titolo: “Altra predica del Primo Maestro”. I curatori dei dattiloscritti successivi hanno messo come titolo: “Custodia del cuore”. La data è indicata in EC nel modo seguente: “Domenica, 17 giugno 1934”.

1 Originale: per.

2 Cf Mt 5,48.

3 Francesco di Sales (1567-1622), vescovo di Ginevra, Dottore della Chiesa. Suoi capolavori: Introduzione alla vita devota o Filotea e Trattato dell'amore di Dio o Teotimo. Insieme a santa Giovanna Francesca di Chantal fondò l'Ordine della Visitazione. Cf Filotea, parte III, capp. 17-21.

4 “Verso la metà di maggio si sono ripresi i lavori della nuova chiesa” (cf EC 6[1934]3). È la chiesa del Divin Maestro (dedicata ai caduti della grande guerra mondiale: 1915-1918), Alba, Borgo Piave (cf Martini C. A., Le Figlie di San Paolo… o. c., p. 194). Approvazione del progetto da parte del Vescovo il 15 agosto 1915; posa della prima pietra il 21 agosto 1927; aperta al culto il 25 ottobre 1936.

5 Giovanni Bosco (1815-1888), piemontese. Nel 1859 fonda la Pia Società di San Francesco di Sales per l'educazione cristiana dei ragazzi e più tardi le Figlie di Maria Ausiliatrice per le ragazze. Cf Mioni U., San Giovanni Bosco, Apostolo della gioventù, Pia Società San Paolo, Alba-Roma 1934, biografia che certamente Don Alberione aveva presente anche riguardo alle parole qui riportate.

6 Esortazione caratteristica di Don Alberione: quando c'erano cose importanti da realizzare o grazie particolari da ottenere, chiedeva la purificazione dello spirito.

7 Sal 130: «Dal profondo…».