Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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XXIII
MARIA E GLI APOSTOLATI DEL CINEMA E DELLA RADIO

«Ti servano tutte le tue creature
perché tu dicesti, e furono fatte,
mandasti il tuo spirito e furon create,
e non v'è chi possa resistere al tuo comando.
I monti ed i mari si moveranno
dai fondamenti; le pietre si struggeranno
davanti a te come cera». (Gd. 16, 17-18)


PROBLEMI ODIERNI


È dolorosamente vero: che ogni invenzione, ritrovato, progresso umano, viene sfruttato per la diffusione dell'errore, del vizio e dell'empietà. E, spesso, prima che i buoni ne usino per il bene! È la malizia umana che rende astuti i cattivi. Eppure il cinema e la radio hanno aperto nuove e larghissime possibilità all'apostolato religioso. Occorrono apostoli! Cristiani che professano una falsa ritiratezza, una prudenza che malamente cela l'indifferenza, che non capiscono i tempi, che non sanno professare un cattolicismo integrale... si prestano al gioco del diavolo: lasciando occupare il campo da seminatori di zizzania.
Bisogna opporre stampa a stampa; film a film; radio a radio. Il Papa precede con l'esempio e con la parola.
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SANTA RIVOLUZIONE


Maria, perché fu l'anima più interiore, fu anche l'Apostola del suo tempo. Quello era un tempo di profondissima rivoluzione: nientemeno la transizione tra il vecchio e il nuovo Testamento. Gesù Cristo compì la più grande rivoluzione sociale, spirituale, religiosa, legale, morale In tutti i campi e settori operò come al tempio quando, dato di piglio alle funi, cacciò tutti quei profanatori. Maria Lo seguì. Cooperò. La Sinagoga tramontava; nel Cenacolo, con Maria, nasceva la Chiesa, figlia di Maria. La predicazione del Divino Suo Figlio aboliva la Legge, il culto rivelava misteri inauditi, preannunziava una nuova Religione con Ministri, Sacramenti, Legislazione sua. Maria vi prendeva la parte riservata alla Maestra, Modello, Regina degli Apostoli; alla Madre di Gesù, alla Corredentrice, alla Mediatrice... in poche parole: Gesù l'Apostolo; Maria l'Apostola.
Sante audacie nella forma più umile e più forte. Santa speranza contro ogni umana previsione. Amore più forte della morte: Donna forte, Apostola forte.
Sorgano i cattolici, perché salgono le acque putride del mare e minacciano di sommergere ogni istituzione, ogni verità santa!
Il Roschini, stimato scrittore di Mariologia, si domanda: «Seguì la Vergine SS. il suo Divin Figlio nelle varie peregrinazioni apostoliche? II Vangelo non risponde nulla almeno espressamente. La risposta comune, però, e meglio fondata, è che Maria abbia seguito, ordinariamente, il suo Divin Figlio nelle varie peregrinazioni
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apostoliche, attraverso la Galilea, la Giudea, la Transgiordania, ecc»; e porta le varie ragioni a conferma. Le «molte donne» che seguivano il Maestro Divino secondo ogni probabilità «dovevano raggrupparsi istintivamente attorno a Maria, come gli Apostoli e i Discepoli attorno a Gesù». «Non era forse Maria la indivisibile Compagna di Gesù?» «Ella seguiva Gesù non come Madre ufficialmente, ma come tutte le altre Pie Donne, come l'ultima di esse per ascoltarLo e per servirLo, nascondendosi più che fosse stato possibile tra la folla, onde evitare di attirare sopra di sè gli sguardi della moltitudine e far sì che Gesù solo emergesse, mentr'Ella rimaneva nell'ombra. Del resto il suo contegno modesto, la sua delicata finezza, il suo parlare sobrio, il suo amore per il nascondimento, la sua passione per il sacrificio servivano non poco a rafforzare, specialmente nel gruppo delle Pie Donne che seguivano Gesù, i mirabili effetti della divina Parola».
La vita di Maria doveva apparire a tutti come l'eco fedele della parola di Cristo, il Vangelo in atto. Seguì dunque la SS. Vergine, ordinariamente il suo Divin Figlio nei tre anni circa del Suo apostolato, condividendo, nei vari luoghi (a Betania, per esempio) la ospitalità accordata a Gesù. Tale è la sentenza di S. Epifanio (IV secolo) il quale scrisse «Maria fu la perpetua compagna di Cristo e non fu divisa dalla Sua compagnia». Divenne così anch'essa, nei limiti acconsentiti alla sua condizione, la Conquistatrice di anime, con l'apostolato della preghiera, dell'esempio, e della parola. Gesù agiva in pubblico; ed ella, come Cuore della Chiesa - nascosto ed
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attivo - agiva in segreto. Ambedue votati al servizio dell'umanità. Del suo apostolato della parola è un bel saggio l'esortazione da lei rivolta ai servi nelle nozze di Cana: «Fate tutto quello ,che Egli vi dirà». Oltre il mirabile intervento di Maria alle nozze di Cana, nel Vangelo quattro volte soltanto viene fatta menzione di Maria durante la vita pubblica di Gesù (esclusa la Passione); due volte nel primo anno della medesima, e altre due volte verso l'ultimo. Ne ricordiamo due.
Gesù aveva predicato (Lc. 8, 12): «Or vennero a trovarLo Sua madre ed i Suoi parenti; ma per la gran folla non potevano avvicinarsi a Lui; allora Gli riferirono: Tua Madre e i Tuoi parenti Ti vogliono parlare». E Gesù prende occasione per dire che Egli ha pure una famiglia spirituale; della quale sono membri quanti ascoltano e praticano la parola di Dio. Appartenere a questa famiglia, diventare membri di essa, è più meritorio ed onorifico che essere congiunti a Gesù Cristo con il vincolo del sangue.
Altra volta una donna, avendo veduto i prodigi e udito la parola divina del Maestro, esclama in una devota gioia ed ammirazione per Lui e per la Madre: «Beato il seno che Ti ha portato e il petto che Ti ha nutrito»; ed Egli aggiunse: «Beati ancor più quelli che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica». In questi due episodi si ricorda che Maria, oltre all'onore di essere Madre naturale, ebbe la fortuna ancor più grande: di udire e praticare la parola di Dio. Maria seguendo ordinariamente Gesù nella Sua predicazione, ebbe così una doppia esaltazione del suo Divin Figlio, mentre Questi elevava gli
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uditori tutti a desiderare l'immensa dignità di figli adottivi di Dio «quicumque fecerit voluntatem Patris mei, Qui in caelis est, ipse meus frater, et soror et mater est»114 (Mt. 12, 50). Il compiere la volontà di Dio ci rende fratelli e sorelle di Gesù Cristo. Ma l'apostolato costituisce padri e madri delle anime.

APOSTOLATI NUOVI


Una santa rivoluzione insegna dunque Maria. Pensate ai tre fecondi apostolati: stampa, cine, radio. Il Papa ci chiamò:
1) Il Santo Padre Pio XI scrive in merito nella Enciclica «Divini illius Magistri»115:
«Ai nostri tempi si fa necessaria una più estesa ed accurata vigilanza quanto più sono cresciute le occasioni di naufragio morale e religioso... segnatamente nei libri empi o licenziosi (molti dei quali diabolicamente diffusi a vil prezzo), dagli spettacoli del cinematografo ed ora anche nelle audizioni radiofoniche; le quali moltiplicano e facilitano per così dire, ogni sorta di letture come il cinematografo ogni sorta di spettacoli.
«Il problema della necessità di questi nuovi ed urgenti apostolati, ha già suscitato, fra i cattolici di ogni parte, un lodevole fermento di pensiero e di azione. I risultati sono già consolanti e molto c'è ancora da ripromettersi. La voce della Chiesa che è Maestra e Modello di ogni apostolato, e i vari bisogni della società, indicheranno i mezzi adatti e le forme convenienti perché la parola di Dio si propaghi e sia glorificata».
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Il Santo Padre Pio XII, parlando ai giornalisti degli Stati Uniti ricorda il dovere di diffondere sempre la verità con la parola scritta e parlata:
«Un editore, scrittore o conferenziere che sia conscio della sua elevata vocazione e delle responsabilità annesse, è sempre memore dell'obbligo che egli ha verso le migliaia e i milioni di persone che possono essere fortemente influenzate dalle sue parole, di dar loro la verità, null'altro che la verità per quanto egli è riuscito ad accertarla.
«Ma che dobbiamo dire della falsità deliberata e della calunnia? Il Signore odia la lingua menzognera come pure le mani che spargono sangue innocente: ed ogni uomo giusto detesta una parola menzognera (Prov. 6, 17; 13, 5). La calunnia è fornita di piedi veloci, come voi sapete, specialmente sia detto, a vergogna dei colpevoli, quando è diretta contro la Religione ed i campioni delle più rigide esigenze della moralità cristiana; il diniego e la difesa della vittima spesso non sono ascoltati o tutt'al più possono trovare un angoletto dopo una settimana o circa nella pagina interna di un giornale.
«I membri di tale professione che non esitano ad imbrattare le loro pagine o a corrompere l'atmosfera con la falsità, arrecano un grande svantaggio ai loro simili; essi dirigono un colpo mortale allo spirito dei figli dello stesso Padre celeste e mettono la pace delle nazioni in un serio pericolo. Se la competente autorità civile, quando la necessità lo richiede, non riesce a frenare una tale licenza, la società civile ne sconterà senza dubbio la pena.
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«Il mondo trema, oggi, nel contemplare la massa di calamità da cui è stato schiacciato. La causa di tutto ciò non potrebbe essere la corrente di errori e di false massime morali propagate dalla parola scritta o parlata di uomini superbi ed ambiziosi? Possa Dio rafforzarvi nel vostro proposito di servire la vostra professione ed i vostri simili in una maniera degna; possa Egli aiutarvi a contribuire alla santificazione della famiglia e alla difesa dei fondamenti morali della società umana».
2) «Tutti sanno - afferma Pio XI nella Vigilanti cura116 - quanto danno producono le cattive cinematografie nelle anime. Esse divengono occasioni al peccato: inducono i giovani nella via del male perché sono la glorificazione delle passioni; espongono sotto una falsa luce la vita: offuscano gli ideali, distruggono il puro amore, il rispetto per il matrimonio, l'affetto per la famiglia. Possono altresì creare facilmente pregiudizi tra gli individui e dissidi tra le nazioni, tra le classi sociali, fra le intere razze».
«Le buone rappresentazioni - continua il Papa - possono esercitare un'influenza profondamente moralizzatrice su coloro che le vedono. Oltre a ricreare, possono suscitare nobili ideali di vita, diffondere preziose nozioni, presentare la verità e le virtù sotto una forma attraente, creare, o per lo meno favorire, una comprensione tra le nazioni e le classi sociali, promuovere la causa della giustizia, ridestare il richiamo della virtù e contribuire quale aiuto positivo al miglioramento morale e sociale del mondo».
Ad un gruppo di esponenti della Cinematografia Pio XII dice:
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«È quindi su di voi, signori, e sugli altri colleghi di professione, che incombe la non leggera responsabilità di salvaguardare e difendere lo schermo dagli uomini di poca coscienza, che potrebbero desiderare di servirsene per propagare mezze verità, per dare una sproporzionata e irragionevole preminenza a certi dettagli, appena toccando od omettendo gli altri, cosicché coloro che vedono le pellicole, saranno necessariamente condotti a conclusioni false e forse disastrose per la concordia che dovrebbe regnare fra tutti i membri della cara famiglia umana».
E, a proposito di una scena cinematografica, aggiunge:
«A volte viene da chiedersi se i dirigenti delle industrie cinematografiche valutano appieno la vasta potenza che essi hanno d'influenzare la vita sociale sia nella famiglia o nelle più estese comunità cittadine. Gli occhi e le orecchie sono come spaziose strade che conducono direttamente all'anima dell'uomo, ed essi sono spalancati senza esserne invitati, dagli stessi spettatori dei vostri film.
«Che cos'è quello che entra dallo schermo negli intimi recessi della mente dove il fondo di sapere della gioventù cresce e le norme ed i motivi dell'agire che modelleranno il carattere definitivo sono formati ed acuiti? È qualche cosa che contribuirà a farne dei cittadini migliori, industriosi, amanti della legge, timorati di Dio, che trovano la loro gioia e ricreazione nel piacere e nel sollievo sano? S. Paolo apprezzava Menandro, antico poeta greco, quando scriveva ai fedeli della sua Chiesa a Corinto, che i cattivi discorsi corrompono i buoni costumi (I
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Cor. 15, 33). Ciò che era vero allora, non è meno vero oggi, perché la natura umana non cambia molto coi secoli. E se è vero, come certamente è, che i cattivi discorsi corrompono i costumi, quanto più efficacemente non sono essi corrotti dai cattivi discorsi, quando questi sono accompagnati da una condotta dipinta al vivo, la quale si prende beffa delle leggi di Dio e della decenza. Oh! l'immenso cumulo di bene che può essere prodotto dalla cinematografia! Ecco perché lo spirito cattivo, sempre così attivo nel mondo, vuole pervertire questo strumento per i suoi scopi empi».
3) La parola del S. Padre Pio XII ad esponenti della radio, riportata a pag. 156.

SOTTO IL MANTO DI MARIA


Occorre mettere sotto la protezione di Maria questi tre apostolati. Saremo ancora, dopo tante prove e tante illusioni, persuasi che la vita possa essere data dalla materia? Vivere senza una vita? Le anime, come l'apostolato, hanno la vita solo da Gesù Cristo: e la fonte è sempre nel seno di Maria. Non avrete figli senza una Madre.
Oh, vorrete voi, piccoli uomini, trovare altra migliore via che Gesù Cristo Apostolo? Ora Egli c'insegnò con l'esempio, passando in Maria, e poi con le parole dell'Apostolo Giovanni: «Ecco tua Madre». E Maria, perché conobbe che Giovanni era non l'unico apostolo cui dovesse far da madre, ma il rappresentante di tutti, subito dopo l'Ascensione, nel Cenacolo, si prese cura di tutti i Dodici. E poi, nei secoli, di migliaia e milioni di apostoli.
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114 “Chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre”.

115 “(Rappresentanti in terra) di quel Divino Maestro”.

116 “Con cura vigilante”.