Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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XIX. MISTERI DOLOROSI(1)
La settimana della passione questa /e poi la settimana santa/ (a). Prima [la settimana di] passione e poi /la santa settimana/ (b). Intanto prepararci sia per il giovedì santo, come per il venerdì santo e poi [per] la resurrezione di nostro Signore Gesù Cristo.
Preparazione.
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Credo che serva un pensiero, cioè il primo mistero doloroso, il secondo mistero doloroso, così il terzo, così il quarto, così il quinto: [i] misteri dolorosi. E in questo tempo è bene considerarli, i misteri dolorosi. Considerarli /e ricavare/ (a) pensieri, sentimenti e quindi quella pratica [che è] la imitazione.
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Primo mistero /è Gesù che/ (a) entra nell'orto del Getsemani e poi si ferma /per la/ (b) preghiera e /poi suda sangue/ (c). E poi, dopo la preghiera si è alzato, /è andato incontro agli avversari/ (d).
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Gesù /aveva celebrato la Pasqua e consacrato e distribuito l'eucaristia ai discepoli/ (a), ai dodici che hanno avuto la prima comunione. E poi dopo /i discepoli/ (b) hanno accompagnato Gesù /al giardino/ (c). E Gesù volle che i discepoli fossero un po' allontanati da lui, perché ecco: «/Vado/ (d) a pregare là» [cf. Mt 26,36]. Sì. E pregò lungamente.
E poi andò a svegliare i discepoli, che si erano addormentati anziché pregare. /Si sono svegliati/ (e), ma poi Gesù tornò alla preghiera la seconda volta, e di nuovo ha dovuto svegliare gli apostoli, e così fino alla terza volta. Ecco, era una preghiera particolare, sì. «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice della passione, ma non che io lo voglia, no; sia fatta la tua volontà» [cf. Mt 26,39 e par].
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La meditazione di questo mistero: mentre che recitate il Pater e le dieci Ave Maria, ricavate sempre dei buoni pensieri e dei buoni desideri e delle buone domande da fare a Gesù. Pensare, sì: /il signore si prepara/ (a) al grande sacrificio; erano ormai le ore della giornata ***. E poi dopo, al venerdì, le /tre ore di agonia e la morte/ (b) di Gesù in croce.
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Gesù fu preso /dai nemici/ (a), i quali vollero condannarlo ad ogni costo, Gesù. E poi, /dopo averlo condannato/ (b) quelli che erano gli ebrei, i capi, /vollero/ (c) portare Gesù a Ponzio Pilato che fosse poi lui /a fare la grande condanna/ (d).
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E quindi, /la prima - quella che possiamo dire - condanna/ (a): Gesù condannato /ai flagelli di sangue/ (b), fino al numero delle verghe, e poi il sangue che percorreva dalle parti del corpo. Bisogna considerare che noi abbiamo da imparare, e cioè di dominare il corpo. Quindi dare al corpo quel che è necessario, ma non permettere al corpo che commetta ordini, disordini. No! Né ordini, né disordini. Sì.
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Quindi è grande cosa conservare la immacolatezza e, se piace al Signore, la verginità. Sì! Quindi il secondo mistero doloroso in modo particolare vi interessa, secondo la vostra vocazione. In particolare!
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E il terzo mistero doloroso: è un'invenzione nuova /per far soffrire Gesù/ (a), un nuovo modo /di far soffrire/ (b) in due maniere, e cioè la corona di spine e poi /l'umiliazione/ (c). In quei luoghi le spine sono molto lunghe e dure, e così hanno formato come una corona di spine /che/ (d) hanno fatto portare nella volta attorno al capo a Gesù. E poi lo vestirono /come un/ (e) re di guardia, di onore, /e lo schernivano facendo genuflessione/ (f) e chiamandolo: Ave Re, come disprezzo. L'ultima sofferenza di umiliazione!
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Il quarto mistero poi, /Gesù è condannato/ (a), morte di croce. E dovette prendere la croce e portarla, e /il viaggio al luogo del supplizio, della immolazione/ (b). Allora è necessario che noi pensiamo che dobbiamo amare la mortificazione e nello stesso tempo che noi compiamo quello che Gesù ci ha insegnato. Accettare le nostre piccole croci, anche le piccole croci.
E nonostante che molti lo seguivano disprezzandolo, /vi/ (c) erano le pie discepole /le quali/ (d) seguivano il Maestro Divino un po' da lontano, sì. Anche a noi le piccole croci. E camminare. E camminare sulla via che porta alla croce sì, alla morte sì, ma al gaudio eterno in paradiso.
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E poi /il quinto/ (a) mistero: Gesù crocifisso.
Tre ore di agonia, morte di croce: «Nelle tue mani rimetto il mio spirito» [cf. Lc 23,46]. Sì. E in modo particolare in questo ultimo mistero vedere quali grazie volete chiedere a Gesù crocifisso, dolente e /morente e morto/ (b) sulla croce.
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/Pensare quali bisogni/ (a) ci siano per ciascheduno di noi. Chiedere le grazie che noi /sappiamo e desideriamo/ (b). Chiedere al Signore proprio le grazie che ci son più necessarie. Molte volte si chiedono cose che non hanno molto vantaggio. Non sono di molto vantaggio spirituale. Ma che si chiedano [in] particolare le grazie che sono spirituali. Particolarmente, sì. Ognuna secondo /sente/ (c) nell'intimo le necessità.
Allora con la corona del rosario /esprimere/ (d) i bisogni e insieme /le domande/ (e) di cui noi sentiamo il bisogno. Sì.
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Quindi in questa settimana e nella settimana santa, del rosario preferire i misteri dolorosi. E recitarli con raccoglimento e anche un po' - diciamo - adagiamente, voglio dire adagio, adagio. E quindi avere tempo /per/ (a) ricavare pensieri santi e chiedere le grazie di cui abbiamo bisogno. Sì.
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Quindi la preparazione al giovedì santo eucaristico, al venerdì, il sacrificio della croce, e poi la messa successiva per la risurrezione finale e il gaudio, il trionfo di Gesù Cristo che /risuscitando ha vinto tutti i nemici/ (a). Oh.
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Quindi prepararsi bene alla santa Pasqua e poi estendere i desideri e i pensieri che in tutte le parrocchie dove stanno le suore pastorelle /si/ (a) preghi tanto, perché il popolo, gli uomini particolarmente, /facciano/ (b) la Pasqua. E poi, pregando un po' per tutta l'umanità per tutta la cristianità in particolare, sì. Pregare per tutti.
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Bisogna avere un grande cuore! E quindi, alle volte /si fermano/ (a) persone per qualche affetto particolare, oppure considerano solamente un picccolo gruppo di persone attorno. Avere un cuore grande: il cuore di Gesù per tutte le anime del mondo!
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E allora pregare noi per tutte le anime: questo è spirito pastorale. Questo è spirito pastorale! Gesù buon Pastore ha dato la sua vita, sì. Buon Pastore. E allora chiedere lo spirito pastorale. Chiedere lo spirito pastorale. E sempre si ha da chiederlo, ma in particolare in questo tempo.
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Il Signore vi benedica e che abbiate una Pasqua lieta e santa. Lieta e santa, /e/ (a) in letizia religiosa. In letizia religiosa per la santa Pasqua (1).

Albano Laziale (Roma)
14 marzo 1967

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(1) Albano Laziale (Roma), 14 marzo 1967.
381 (a) R: la pass[ione] e la settimana santa.
(b) R: la sa la santa settimana.

382 (a) R: e quindi ricavare.

383 (a) R: è il primo mistero che è Gesù che.
(b) R: con la alla.
(c) R: poi il sangue che spunta spuntava dalla dal corpo.
(d) R: è andato in front di fronte è andato fronte in fronte ai nemi[ci] agli avversari.

384 (a) R: aveva con aveva stabilito e formata e consecrata la prima comunione ai di ai discepoli.
(b) R: sia quello che è Gesù e quelli che erano i discepoli.
(c) R: al li al dino.
(d) R: veng[o] vado.
(e) R: si sono li si sono svegliati.

385 (a) R: il Signore che si preparava.
(b) R: tre agonie fino alle tre agonie della morte.

386 (a) R: dai nami dai nemici.
(b) R: dopo che averlo condo condannato.
(c) R: e vollero.
(d) R: che facesse il grande il grande cosa.

387 (a) R: la prima condan condan la prima quella che possiamo dire condanna.
(b) R: alla flagella di sangue ai flagelli di sangue.

389 (a) R: per dare per soffrire a Gesù.
(b) R: di far castig[are] di fare soffrire.
(c) R: l'umiliazione a Gesù.
(d) R: e che le.
(e) R: come uno un.
(f) R: e scami e scar scarminare in cer facendo genuflessione.

390 (a) R: era condannato Gesù.
(b) R: il viaggio il viaggio al luogo del suppl del suppl[izio] della immol[azione].
(c) R: e vi (d) R: la qual le quali.

391 (a) R: il quar[to] il quinto.
(b) R: morì e morente e dif e morto.

392 (a) R: pensare a quali pens a quali bisogni.
(b) R: sap sappiamo e e desideriamo di.
(c) R: sento.
(d) R: espre esprimere.
(e) R: le chi le domande.

393 (a) R: a.

394 (a) R: mor[endo] risuscitando ha vent ha vinto tutti i pec[catori] tutti i nemici.

395 (a) R: che si.
(b) R: che facciamo.

396 (a) R: ci si fermano.

398 (a) R: e vi.
(1) Al saluto di commiato segue la benedizione.