Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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X. SANTITA' (1)
(Siete un po' lontane). E la lode che avete cantata finisce con quelle belle parole: poter salire al cielo. Il desiderio del cielo l'avete tutte? E' nato proprio, è venuto fuori dall'intimo del cuore: "Possa al ciel salir?" (a). Sì? Volete salire al cielo? (b). Allora siete tutte celine? E dovete diventarlo tutte. Mica che dobbiate tutte prender lo stesso nome; ma tutte destinate e tutte impegnate a arrivare al cielo.
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Perché: la fate bene la novena dell'Assunta? La fate bene? (a). Molto bene! E cosa chiedete? Cosa chiedete? Di diventar celine, cioè cuore rivolto al cielo: sursum corda. E poi non solamente i cuori, ma un giorno le anime! E Maria è in cielo con l'anima e col corpo. Allora ecco: il gran giorno della risurrezione salire al cielo con l'anima e col corpo, quando sarà il giorno della risurrezione finale.
Ma mi sentite? (b). Mi sembra di parlar in un luogo sordo! Sentite dal fondo? (c). Va bene!
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Oh, adesso vi dico una cosa difficile, questa: in che cosa consiste la santità? Consiste nello sviluppare la grazia del battesimo. Il bambino è nato: è il figlio dei suoi genitori; eh, padre e madre: egli il figlio! Ma i genitori ci hanno fatto questo grande favore: ci hanno mandati al battesimo, dove siamo nati la seconda volta. Nati della vita divina, la vita della grazia. E difatti se il bambino muore dopo il battesimo è salvo, perché ha la vita soprannaturale, la vita di grazia.
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Ora, questa vita del bambino è duplice: il bambino allattato, nutrito dalla mamma, ecc. si allunga, si ingrossa, cresce, arriva a cinque, sette, dieci anni.
La vita spirituale è così, perché sopra il nostro organismo naturale - anima e corpo - si inserisce un organismo spirituale, cioè: vita divina, soprannaturale con la fede, la speranza e la carità. Quindi le potenze che sono in noi.
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E poi il bambino arriva a cinque anni, a sei anni, e a otto anni. Allora può fare degli atti di fede, di amor di Dio: può confessarsi, può comunicarsi. Si sviluppa quella vita interiore che è nata nella seconda nascita, cioè nel battesimo.
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Ricordiamo sempre con riconoscenza il luogo, là in fondo alla parrocchia generalmente, dove ognuno ha ricevuto il battesimo dal sacerdote, là dove siamo nati spiritualmente. /Oportet nasci denuo/ (a)[Gv 3,3] dice Gesù. E' necessario nascere una seconda volta.
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Ora, se arrivati all'uso di ragione, noi siamo stati buoni, abbiam pregato, eravamo obbedienti ai genitori, andavamo alla chiesa, alla scuola, avevamo paura del peccato veniale, paura delle cattive compagnie, amavamo la preghiera, amavamo di frequentare i catechismi, la confessione, la comunione ecc.: è la vita spirituale che cresce!
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Quanto a vita umana: eh, ha dieci anni quel fanciullo, quella fanciulla, ha dieci anni, ha dodici anni, ha quindici anni... Spiritualmente si è cresciuti?
Adesso: chi corrisponde alle grazie, certamente cresce fino all'età matura, cioè quando noi arriveremo ad essere pronti per il paradiso, cioè quando noi avremo accumulato i meriti. Cresciuti spiritualmente dentro, anche se, essendo vicini alla morte, il corpo s'indebolisce, ma l'anima s'irrobustisce sempre di più.
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Quali sono i punti fondamentali di questo crescere? (Questo serve per introduzione agli esercizi prossimi e serve come pensiero per la novena dell'Assunta).
I passi sono questi: prima ci son le tre virtù teologali che ha anche il bambino che ancora non ragiona. Poi, dopo fede speranza e carità, vengono le quattro virtù cardinali. In mezzo ci sta la virtù della religione che è quella che il religioso soprattutto pratica; sta fra le tre [virtù] teologali e le quattro cardinali. Poi <ci so> c'è il corteo delle altre virtù, come sono l'umiltà, l'obbedienza, la pazienza, ecc.
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Quando poi queste virtù son difficili, ecco il passo importante: i doni dello Spirito Santo - sette - aiutano l'esercizio delle sette virtù, cioè tre teologali e quattro cardinali. Sì.
I sette doni dello Spirito Santo perfezionano e rendono più facili le virtù della fede, speranza e <carità> carità, giustizia, prudenza, fortezza e temperanza. Quando le virtù, aiutate da questi doni dello Spirito Santo - che sono: la sapienza, l'intelligenza, la scienza, il consiglio, ecc. - quando queste virtù sono giunte a una certa perfezione, è l'opera dello Spirito Santo che ha aiutato.
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E allora succedono i frutti dello Spirito Santo che sono l'esercizio facile, lieto già delle virtù, la pratica: quando un'anima è già esercitata ed è abbastanza pronta tanto alle cose liete come alle cose che c'infastidiscono, che ci dan pena; quando cioè i frutti dello Spirito Santo sono arrivati a una certa maturità. E' finito? No!
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Succedono le otto beatitudini, le quali beatitudini sono il pregustamento della gloria e felicità eterna cioè della beatitudine eterna. Cioè quando l'anima è talmente unita a Dio che spera il cielo, lo vede vicino e si diletta di praticare le virtù in sommo grado, e si diletta proprio di esercitarle in grado più perfetto. Allora quali sono?
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"Beati i poveri in spirito" [Mt 5,3]. Si ama la beatitudine, si gode anche delle privazioni, dei sacrifici. Vi sono certamente anime che si allietano, godono anche delle privazioni e del lavoro, della fatica, di esser pronte anche a privazioni. Eh, quando si fanno certi sacrifici, è chiaro.
Ma la virtù della povertà è perfetta quando si gode della povertà, la si vive; quando non solo la si gode, ma si cerca di aumentare gli aiuti per lo sviluppo dell'apostolato e lo sviluppo della casa, della congregazione.
Beati allora! Spogliata di tutto l'anima non ha più affetti, non ha più desideri. Gode di essere come Gesù: nella bottega di Nazaret che lavora, moderato nel vestire, moderato con Maria <nella> nel parco desinare, casa povera. E "Il figlio dell'uomo non ha /una pietra dove posar la testa/" (a) [Mt 8,20] di suo!
Quando sentiamo la gioia della virtù.
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Poi "Beati i miti" [Mt 5,5], cioè quelli che sopportano: sono buoni con tutti, affabili, pazienti con tutti e nonostante che ci siano dei nemici, e caratteri diversi, e persone che fanno obiezioni, ecc. E sentiamo tante pene alle volte. "Beati i miti" [Mt 5,5] cioè come Gesù! E lieti sempre! Lieto Gesù con chi lo inchiodava sulla croce, mite. E subito dopo pregava per loro e offriva proprio i chiodi che avevano trapassato le sue mani e i suoi piedi al Padre e per la salute dei propri crocifissori.
Beati allora!
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Poi: Beati /quei che piangono/" (a) [Mt 5,4]: sembra una contraddizione. Ma beati quei che piangono i peccati che si commettono nel mondo, i peccati che abbiam commesso noi, il tempo perduto, la mancanza di corrispondenza alla grazia.
E beati quelli che specialmente negli esercizi, nei ritiri mensili si esercitano, si portano sino a piangere una venialità qualunque, perché è sempre un disgusto fatto a Dio. Allora son lacrime, le quali purificano l'anima. E l'anima gode di questo pianto. Si trova più beata quando piange che quando gode delle cose esterne, perché piange i peccati, piange le offese di Dio.
E saranno consolati perché Gesù poi a tutti quelli che riparano i peccati, egli offre le sue consolazioni.
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"Beati /quei/ (a) che hanno fame e sete della giustizia" [Mt 5,6] cioè di santità, perché vogliono farsi come Gesù.
Ecco, vorrebbero vivere in Gesù: Vivit vero in me Christus [Gal 2,20], e godono di essere assomigliati tutti i giorni a Gesù. Quella comunione che si fa, che cosa porta? Quella comunione porta di pensare come Gesù, amare quel che ama Gesù, fare quel che <fa> faceva Gesù. Eh, sì: Beati quei che hanno fame e sete della santità.
Cresceranno molto presto quelli che prolungano il ringraziamento alla comunione, e specialmente faranno bene l'ora di visita: quando c'è la comunicazione intima, la conversazione con Gesù buon Pastore.
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E "Beati i misericordiosi" [Mt 5,7]. Pregate per le anime del purgatorio? Avete compassione dei miseri? di quelli che sono infelici perché ammalati spiritualmente o corporalmente? quelli che sono ignoranti in religione? quelli che si credono i padroni del mondo, invece sono povere creature? Un soffio del potere di Dio li porta al di là. Cosa ci resta?
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Beati quei che hanno piena pietà delle anime purganti e di tutti gli erranti: o eretici o scismatici o peccatori o ebrei o pagani che son più ancora di mezza l'umanità.
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Anche se abbiamo sbagliato, il Signore ci userà misericordia perché siamo misericordiosi. Pensare in bene: non sospettare, non veder male, non crederci sempre chi sa cosa! Poveretti, poveretti! Se conoscessimo la nostra povertà, non ci verrebbe mai più la voglia di creder[ci] qualche cosa, di pensare che la nostra personalità merita rispetto.
Oh, abbiam sempre dato il rispetto dovuto al Signore? Ho visto anche delle genuflessioni mal fatte e qualche <se> segno di croce non tanto ben fatto. Non parlo mica di voi, ma ci può essere qualche qualcheduna qui, no?
"Beati i misericordiosi, perché /avranno/ (a) misericordia" [Mt 5,7]. Il Signore avrà pietà di noi.
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E "Beati i /mondi/ (a) di cuore perché vedranno Dio" [Mt 5,8]. Quando il cuore è ancora impregnato di terra: affetti qua, desideri là, voglie nostre personali, preferenze di stare qua, di stare là, di far questo, di far quello, allora il cuore è ancora avvolto in cose umane. Come si libererà di questo complesso di cose umane come di tanti stracci che avvolgono il cuore? E si libererà con il purgatorio! Ma beati quei che passano al di là già giudicati e già messi a posto riguardo a Dio. Allora beati questi mondi di cuore, perché vedranno il Signore.
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E "Beati i /pacifici/ (a), perché saran[no chiamati] figli di Dio" [Mt 5,9]. Oh, vi sono persone che non san portare molte cose al mondo, ma sanno seminar la pace. Deus auctor pacis, Gesù è chiamato il Rex pacificus.
Ecco, quando siamo arrivati a vivere le beatitudini, noi siamo già avvicinati al cielo. E la beatitudine che si sente qua, la gioia è l'anticamera o preparazione immediata al cielo.
La morte è la porta che spinge di là. La morte spinge la porta. E allora di là la beatitudine eterna!
305
Ecco, come dallo sviluppare la grazia di Gesù del battesimo fino a quel momento lì quando l'anima arriva a quei punti che son le otto beatitudini, allora è matura per il cielo: è una vera Celina. Volete esserlo? Si sviluppa dunque <la vita> la vita spirituale che abbiam ricevuto nel battesimo, si sviluppa la grazia. Si sviluppa con l'esercizio poi pratico delle tre virtù teologali, delle quattro cardinali; in mezzo c'è <la religione> la virtù della religione.
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Poi vengono in aiuto i doni dello Spirito Santo, i sette doni dello Spirito Santo.
Quando poi le virtù sono praticate e lietamente già, allora si è fatto l'abito e ci sono i frutti dello Spirito Santo.
Se poi queste virtù si perfezionano e questi frutti si maturano meglio, allora ecco l'anima preparata per il cielo. O si chiami Celina o si chiami con altro nome, è un frutto celino, cioè di cielo. Così Maria! Così anime sante!
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Quando san Luigi era vicino alla morte, si rivolse al confessore - che era un santo che lo assisteva - , domandò: "Vi sono forse anime che passano dalla vita presente subito in cielo senza toccare il purgatorio, senza bisogno di purificazione?". E il sacerdote che l'assisteva, santo anche lui: "Sì, ce ne sono di queste anime". Era tanto lieto di soffrire san Luigi!
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Santa Teresina, che diceva: "Mi pare persino che il paradiso non mi piacerà molto, perché non si soffre lassù. Io non posso star senza sofferenza". Allora è segno che godeva, era in questa beatitudine qua, sulla terra. Godeva, e temeva che in paradiso non ci fosse più sofferenza. E noi siamo ben lontani, eh, purtroppo!
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Oh, allora ecco: la preparazione al cielo! Facciamola qui e mettiamo l'intenzione nelle preghiere che possiamo farla tutti qui questa preparazione di purificazione e di accrescimento, di sviluppo pieno della grazia ricevuta nel battesimo.
Allora si può dire che non c'è più gran diversità fra l'essere in sacrestia e entrare in chiesa: è tanto vicina, eh? Tu sei a letto (figura della sacrestia), entri in chiesa e contempli Gesù. E la chiesa è il tempio santo di Dio, il paradiso.
310
Se potete meditarlo un po' a lungo, vedrete tutto il cammino verso il cielo, il cammino che è cominciato là, quando il sacerdote, versandoci l'acqua, ha detto: "Io ti battezzo nel nome del Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo". E i sacramenti della penitenza, del viatico e dell'olio santo sono l'ultimo perfezionamento.
Già c'è la beatitudine, ma con l'olio santo si sente di più che il paradiso è vicino: si è contenti di offrire poi i nostri mali al Signore per purificazione e per entrar subito in paradiso, se c'è questa pregustazione della beatitudine <temperanea> temporale.
311
Il Signore ci voglia dare questa grazia nella novena e nella festa dell'Assunta: che diventiamo tutti, tutte anime celine.

Albano Laziale (Roma)
10 agosto 1962

312

285 (a) Canto alla Vergine. Cf. Preghiere, pag. 240.
(b) Risposta: sì.
(1) Albano Laziale (Roma), 10 agosto 1962

286 (a) Risposta: sì.
(b) Risposta: sì.
(c) Risposta: sì.

290 (a) V: nisi quis renatus fuerit denuo...

297 (a) V: dove posare il capo.

299 (a) V: gli afflitti.

300 (a) V: quelli.

303 (a) V: otterranno.

304 (a) V: puri.

305 (a) V: pacificatori.