Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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VI. LA PRIMA PASTORELLA (1)
Gesù buon Pastore ha portato la salvezza all'umanità. Ma all'inizio troviamo Maria e alla fine troviamo Maria. Maria, che ha dato al mondo il buon Pastore; Maria, che ha assistito il buon Pastore quando metteva il sigillo alla sua missione, là sul calvario. E poi prese in cura l'umanità, cioè la Chiesa, e continuò il suo ufficio verso gli apostoli come colei a cui il Signore [li] aveva affidati. Sì.
Quindi: Maria all'inizio, Maria tutto il seguito, tutto lo sviluppo; e Maria al termine, alla conclusione. E lassù in cielo, con Gesù glorioso, Maria, la madre del divin Pastore gloriosa.
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Ecco allora, quando si entra nell'istituto: Maria, rosari. Nella formazione: Maria, rosari. Nello sviluppo e specialmente nell'apostolato parrocchiale: Maria, rosari. E poi nella opera della nostra santificazione: Maria, rosari. E quando non saremo più in grado forse di compiere altro ministero: Maria e rosari ancora.
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"Possa chiamarti e poi morir", l'ultima parola, per cantarla in eterno questa parola, per unirci al cantico del Magnificat lassù in cielo. L'anima nostra magnifica il Signore, loda il Signore.
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Allora, per conchiudere bene questi santi giorni, quest'oggi in particolare le nostre preghiere siano rivolte a Maria madre del divin Pastore. Abbondare in giaculatorie e più fervore nei rosari, affidando a lei tutti i propositi che si sono fatti e tutti gl'insegnamenti che si sono ricevuti. Ecco! Ora: "Che possiamo eseguirli, praticarli con la tua grazia", affidando tutto a lei.
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La Madre del divin Pastore vi ama come ha amato il suo figliuolo, in modo simile, il buon pastorello Gesù. E vi custodirà. E sarà lei che <vi> farà piegare tante volte le anime al vostro apostolato, al vostro ministero, al vostro insegnamento. Sì.
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Ricordare che la suora ha in ogni tempo una missione nella Chiesa di Dio. Ma in questo tempo la missione della suora si fa sentire più necessaria. Non vogliono ascoltare il buon Pastore: ascoltino Maria! E non vogliono ascoltare il prete: ascoltino la suora! Sì. <In tante co>.
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In tante cose voi dovete dare aiuto all'opera sacerdotale: non siete voi ad amministrare i sacramenti, né voi alla predicazione propriamente detta; ma preparare le anime ai sacramenti, e invitare le anime a udir la parola di Dio. E intanto distribuire questa parola, secondo la vostra condizione e il vostro apostolato.
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Ecco allora, Maria, specialmente per tre cose, per tre intenzioni e fini.
Primo: per la santificazione. Siate tante Marie. Siate tante Maria, ecco. Imitarla nell'unione di mente, di spirito con Gesù; nell'assennatezza e nella vita interiore; nella custodia del cuore e nell'aumento, accrescimento di grazia, di unione con Dio.
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La santificazione secondo le costituzioni: primo fine. Che la congregazione abbia delle sante autentiche! Non delle parole, ma delle anime che hanno tanto e profondo spirito di fede e di fiducia in Dio e di amore a Gesù! Anime docili! Sì, docili, cioè abbandonate sempre nel volere di Dio, senza fare eccezioni, senza preferire né il posto né l'ufficio!
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Oh, tutto, solo e sempre come vuole Gesù! In modestia, in umiltà, in coraggio, in fortezza. Ecco: come Maria! La donna forte, ad assistere la tremenda agonia del Salvatore, del buon Pastore Gesù.
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Maria, per la vostra santificazione! Non basta che questa sia una congregazione molto bella, gradita al Signore, che piace alla Chiesa, che può far dei santi, delle sante. Non basta tutto questo. Ma che si arrivi a vivere la congregazione, le costituzioni, la professione. Delle sante! Delle sante vuole la congregazione. E saranno lì quelle che fanno veramente il bene all'istituto: non chi parla molto, ma chi si santifica molto!
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Inoltre: mettere sotto la protezione di Maria l'apostolato parrocchiale. Sì, Maria è stata sempre la vergine prudentissima, in tutto: Virgo prudentissima. Ora, come bisogna pensare? Primo, che sia un grande amore alle anime. Un grande amore alle anime: che si salvino! Tante persone incamminate per la via della perdizione, la via che inganna, perché sembra la più comoda, ma dove conduce? Lo spirito di apostolato: amare le anime.
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Amare le anime e prenderle come la mamma riceve il bambino. Sì: lo riceve e lo ama e lo educa. Così il Signore vi consegna tante anime. Fare la statistica, nella parrocchia, degli obbligati al catechismo.
Curare che intervengano.
Curare che la lezione sia fatta bene.
Curare che ne approfittino e ne ricavino frutto.
E le pecorelle, i bambini che non vengono? Se c'è la statistica, si vanno a cercare, perché s'individuano quali mancano. E questo non è tanto difficile.
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Sotto la custodia di Maria il vostro apostolato. Il quale è vario, e certamente tra gli apostolati affidati alle suore, il vostro è uno dei più difficili. Difficile per il pericolo spirituale, ma difficile anche nell'esercizio.
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E quante cose bisogna sapere?! E bisogna sapere il canto e bisogna sapere il suono e bisogna sapere bene il catechismo e anche una teologia se non altro un po' elementare. E bisogna sapere essere infermiere; e bisogna allo stesso tempo sapere trattare anche con gli uomini. E aver cura della chiesa e nello stesso tempo procurare che ai bambini, alla gioventù femminile si dia il tempo necessario. E poi, il tanto buon esempio!
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Dovete essere come il sale nella minestra, che rende la minestra più saporosa e digeribile. Perché? Perché il sale sembra che aggiunga niente di sostanza, non aggiunge la pasta ad esempio, ma dà il gusto e rende il cibo più digeribile e quindi più assimilabile. Sale!
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E anche: lievito nella parrocchia. Ecco, lì abitano le suore. Lì c'è un gruppo di anime che son diverse da tutti gli altri della parrocchia. Il loro unico intento: amare il Signore. La loro occupazione è tutta nella preghiera e nel lavoro spirituale.
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La loro presenza ci ricorda che c'è un paradiso da raggiungere e che esse, per raggiungere sicuramente più bello il paradiso, vivono una vita di povertà, di castità, di obbedienza.
Un rispetto, un'aureola, attorno a quella casetta delle suore, di stima. Che la casetta stessa sia una predica per chi passa davanti. E quando il popolo poi avvicina le suore, la gioventù, i fanciulli: che riportino sempre un'impressione spirituale. Spirituale!
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Sotto la protezione di Maria il vostro apostolato: che sia coraggioso e sia umile. Sia adatto alle circostanze, sia un servizio alle anime. Non pretendere rispetto e volere che usino a noi tanti riguardi. Servizio! Servizio! Alle anime! Tutto l'apostolato. Ma nella prudenza. Prudenza, quale avete sentito certamente in questi giorni, e tuttavia la saggezza che guidi tutto. Tutto.
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Oh, molti passi ha ancor da far l'istituto. E qui veniamo al terzo punto: sotto la protezione di Maria: l'istituto intiero. Con queste intenzioni: Primo: le vocazioni e vocazioni scelte. Più hanno qualità belle di intelligenza, di carattere e di docilità e di sapere, ecc., più hanno qualità buone e meglio serviranno il Signore e meglio faranno nell'apostolato, se sapranno usare i doni ricevuti da Dio.
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Poi: la formazione delle vocazioni all'apostolato. La formazione, che vien data sempre più sapientemente e con ogni cura. E nessuno pensi che sia troppo lunga la formazione.
Avevano presentato al Papa Pio XI, i gesuiti, una domanda: se potevano abbreviare di qualche anno la formazione perché la loro formazione è lunga. Il Papa ha risposto: piuttosto un anno di più che uno di meno. Quindi la formazione: che non sia soltanto un apprendere, ma che abbia il tempo questa formazione a penetrare il cuore, l'anima, lo spirito, in modo che trasformi l'essere. L'essere: dove c'era una buona cristiana, che divenga una buona pastorella.
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E poi dopo: l'istituto intiero che progredisca in apostolati. La parola veramente "apostolato parrocchiale-pastorale" abbraccia tutto, ma abbracciando tutto vuol dire che sotto ci son varie cose da compiere. E certamente dovete ancora servire alla Chiesa in altre cose, man mano che l'istituto si sviluppa e che tutte si corrisponde al volere e ai disegni di Gesù buon Pastore.
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L'istituto consolidato! L'unione nell'istituto. L'unione! Che [è] fondamentale questo, dell'unione, appunto perché si cammini. Se si è in fila e una si sbanda di qua e l'altra di là, e una vuol passare per una strada, e l'altra per un'altra, che cosa si fa? <Si> Si cammina poi? Un disordine! Allora l'unione. L'unione stretta che si ha nella docilità e nell'amore fraterno. Fraterno!
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Il progresso dell'istituto: sì, che produca delle sante, e che ci siano anime di spirito elevato; anime di alta orazione, di orazione trasformante. Umili; ma piene di Dio, ricche di Dio, ricche di meriti.
Ne avete già qualcheduna che è passata all'eterno riposo (a) e hanno lasciato buone e sante memorie: invocare anche quelle. Non si possono invocare con culto pubblico, ma privatamente sì: affinché si possano imitare i loro esempi, e affinché non soltanto /i loro esempi/ (b) vengano imitati, ma che ancora le loro virtù si trasfondino nelle loro anime, cioè nelle anime che entrano poco per volta nell'istituto. Le loro virtù si trasfondino in queste anime che entrano: che siano docili a riceverle. Docili.
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Vi sono tra le alunne, delle persone che sono molto recettive e cioè assimilano, prendono tutto! E alle volte s'incontrano delle persone che non ricevono quello che viene dato, non accettano: hanno già i loro pensieri, <i lo> le loro abitudini e non intendono di correggersi e di uniformarsi allo spirito dell'istituto.
Che siano quindi persone recettive.
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Oh, dunque Maria in tutto: nella santificazione individuale, nell'apostolato e nel progresso dell'istituto. E' bello l'istituto. Piace al Signore. Ma, come piace? Le costituzioni piacciono al Signore. Rimane che noi piacciamo al Signore.
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Che ogni mattina la madre possa presentare al Signore nella messa tutte le anime che appartengono all'istituto e quelle che il Signore già ha destinato all'istituto: che siano come un'ostia santa, immacolata, gradita a Dio. Tutte spiritualmente radunate attorno alla messa, all'altare. Sì.
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E allora vi è un momento grande in cui tutto l'istituto si sente raccolto. Unito non corporalmente perché siete distribuite in tante parrocchie, ma spiritualmente, ma secondo il cuore, secondo le intenzioni, secondo le finalità, cioè le intenzioni: santificazione e salvezza delle anime, santificazione e salvezza di voi stesse.
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Vi dò la benedizione, perché il Signore vi accompagni sempre in letizia, in serenità, ma in fede e umiltà insieme.

Albano Laziale (Roma)
7 aprile 1962

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(1) Albano Laziale (Roma), 7 aprile 1962

208 (a) Da Sois Carolina - sr. M. Claudia, nata a Puos d'Alpago (Belluno) il 9-7-1921, entrata in congregazione il 15-8-1943 e deceduta il 14-2-1957, fu vocazionista dal 1950 e consigliera generale dal 1954.
Franchi Speranza - sr. M. Elisabetta, nata a Gargagnago (Verona) il 12-2-1934, entrata in congregazione il 17-3-1954 emette la prima professione il 3-9-1957 e muore il 22-7-1961. Nazari Valentina - sr. M. Rosaria, nata a Rezzato (Brescia) il 6-10-1912, entrata in congregazione nel 1937 e deceduta a San Paolo (Brasile) il 2-1-1950. Era superiora di quella comunità.
(b) R: i loro esempi che.