Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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XXIV. OPORTET ORARE (1)
/Son/o (a) un poco impedito /dal/la (b) continuazione della scuola, ma vengo quando posso. Quest'oggi avete cantato: "Dammi la mano". E sì, che Maria ci conduca per mano, ci conduca a Gesù, ci conduca nell'apostolato, ci conduca in cielo. Tre viaggi: ci conduca a Gesù, ci conduca nell'apostolato e ci conduca in paradiso, sì.
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Questo è il mese del rosario. Se meditate un po' i misteri del rosario, ogni mistero è come una luce che rischiara il cammino della nostra vita. Il Papa ha detto che egli da molti anni recita il rosario intiero tutti i giorni, e il Papa ha tanto lavoro! Ma la preghiera è il primo lavoro, la prima occupazione. Allora se il Papa recita il rosario ogni giorno, quanto più cerchiamo di imitarlo, assecondiamo anche il suo invito.
Leone XIII aveva tante volte insistito per la recita del rosario.
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Le grazie che la Madonna ha concesso lungo i secoli sono tante e moltissime sono venute per il rosario.
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Del resto, la Madonna a Lourdes comparendo, l'Immacolata, ha invitato a recitare il rosario santa Bernardetta. L'ha invitata e ha insistito perché reciti il rosario e lo faccia recitare.
Così la Madonna a Fatima comparendo ha domandato ai tre veggenti che recitassero il rosario e anzi insegnò loro una giaculatoria, una preghierina meglio, affinché il rosario fosse più fruttuoso.
"Recitarlo - il Papa dice - col movimento delle labbra, ma con la pietà del cuore", e cioè riflettendo al senso dei misteri e domandando le grazie che vengono spontanee quando si considera il mistero.
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Oggi è santa Teresa. Santa Teresa (ci sarà qualche Teresa qui, no?) santa Teresa suora, la quale suora ha anche insegnato, ha scritto tanto. E quando era suora volle che le suore - e lei dava l'esempio - praticassero la regola più stretta delle carmelitane. Quindi una regola rigorosa per essere veramente suore, totalmente di Dio, secondo lo spirito con cui erano state fondate le suore carmelitane.
Ora che cosa insegna questo? Insegna che bisogna che anche noi siamo veramente di Dio, che anche voi siate osservanti delle costituzioni.
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E per voi piccole (a) che aspirate un giorno [a] essere consecrate a Dio: prepararvi. Adesso cominciare a praticare per virtù quello che dopo praticherete poi per i voti, per la professione.
Quelle che hanno già fatto i voti, facendo l'obbedienza acquistano sempre doppio merito perché esercitano insieme la virtù della religione e la virtù dell'obbedienza.
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E allora imparare da giovani: obbedire. Qualche volta è un po' dura l'obbedienza, ma essere puntuali agli orari e prender tutto quello che vi viene insegnato: questo è tanto prezioso. Tanto prezioso.
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Oh, per essere sante suore, amare molto la preghiera e aver fiducia nella preghiera. La preghiera che noi facciamo a Dio è sempre ascoltata, perché il Signore l'ha detto: "Qualunque cosa chiederete al Padre /in mio nome, ve lo darà/ (a) [Gv 14,13].
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Ma perché la preghiera nostra sia ascoltata, sono necessarie quattro condizioni:
Primo: che si preghi per noi. La preghiera per noi sì. Ma per gli altri non bisogna pregare? Sì. Però se preghiamo per noi abbiamo già il cuore disposto alla grazia. Se preghiamo per altri può essere che non abbiano il cuore disposto.
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Per esempio, se uno va a confessarsi e domanda prima di avere il dolore, il pentimento dei peccati, è disposto a ricevere la grazia: il Signore infonderà il pentimento, il dolore dei peccati.
Se noi invece preghiamo per un peccatore che si converta, eh, può esser che l'altro non sia disposto e cioè si opponga alla grazia. Il Signore ascolta la preghiera, ma l'altro non la vuol accettare la grazia. Sì.
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E si ostinano. Ma almeno pregare perché con la divina grazia si dispongano. Se non sono ancor pentiti almeno che ci entri nella loro anima il desiderio di rimettersi in grazia di Dio, di non offender più il Signore. Allora cominciano ad esser disposti.
Primo che preghiamo per noi: allora la preghiera è sicura.
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Secondo: che nella preghiera domandiamo cose per la vita eterna. Necessaria ad salutem domandiamo, le cose necessarie per la salvezza: il dolore dei peccati, la grazia di esser santi, la grazia di non offender mai più Gesù, la grazia di aver più fede, più speranza, più carità, più pazienza, più obbedienza. Queste grazie il Signore le dà perché si desiderano e l'animo nostro è già pronto a riceverle.
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Poi: pregare piamente. Piamente vuol dire: con umiltà, con fiducia, con desiderio buono di esser sempre più intime con Gesù, con fede di ricever le grazie.
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E quarto: perseverantemente. Pregare con perseveranza: non un giorno, ma tutti i giorni della vita, non una settimana bene e poi non più, ma tutti i giorni, tutte le settimane. Oportet semper orare [Lc 18,1].
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Quindi quattro condizioni per avere le grazie spirituali per noi: che uno preghi per sé, domandi per sé le grazie spirituali; secondo: domandi quello che è necessario per salvarsi e santificarsi; terzo: che si domandi piamente, con pietà; e quarto: con perseveranza, sempre tutti i giorni e pregando con raccoglimento.
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Domandar la grazia di imparare a pregare è buona e santissima cosa. Domandar la grazia di imparare a parlar con Dio. Che bella cosa trattenersi con Dio, con Gesù, con la Madonna! Sì! Oh! La divina Pastora, che conduce le nostre anime ai pascoli salutari, ai pascoli della salvezza, sì. Avere molta fede.
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Quattro condizioni dunque e così le vostre preghiere per le grazie spirituali saranno esaudite sicuramente. E' promessa di Dio! E poi ci appoggiamo ai meriti di Cristo. Dio ha promesso di ascoltare chi prega e noi sappiamo che Gesù ha sofferto e ha meritato per noi le grazie. Quindi preghiamo il Signore: per Christum Dominum nostrum, cioè per i meriti di Gesù Cristo stesso.
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Quattro cose dunque: <che doman> pregar per noi; secondo, che chiediamo le grazie spirituali specialmente la salvezza; terzo, che preghiamo piamente, con fiducia, con umiltà; e quarto: con perseveranza. E' di fede che il Signore ascolta chi prega.
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Abbiate fiducia! E vi darà anche le grazie necessarie per arrivare a compiere il vostro ministero, a rispondere alla vostra vocazione: il vostro ministero, il vostro apostolato parrocchiale e rispondenza alla vocazione che il Signore vi ha dato.
Bella la vostra vocazione!
Siate liete di questo gran dono del Signore.

Albano Laziale (Roma)
15 ottobre 1960

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(1) Albano Laziale (Roma), 15 ottobre 1960.
677 (a) Così T. Omette R.
(b) Così T. Omette R.

682 (a) Si rivolge alle aspiranti e alle Immacolatine; cf. n. 12 (a).

684 (a) V: in nome mio, la farò.