Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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XXII. MADRI DI CENTO (1)
Avete /recitato/ (a) la formula della professione dei voti, (b). L'avete recitata davanti a molti testimoni qui presenti, persone care a voi. La avete recitata davanti alle sorelle della congregazione. L'avete recitata innanzi al cielo, a tutta la corte celeste dei santi e degli angioli, di Gesù, di Maria e dei santi apostoli Pietro e Paolo.
633
Avete detto con animo generoso le parole: "Tutta mi dono, offro, consacro" (a). Tutta. Il valore dell'offerta sta specialmente in quest'aggettivo: tutta, che vuol dire amare il Signore con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutte le forze, con tutta la volontà.
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I buoni cristiani danno a Dio i frutti della loro vita e della loro fede. Voi date al Signore anche la pianta. Tutto, non solo i frutti. E credete di aver dato proprio più di quello che ricevete? No, perché la risposta del sacerdote, il quale recita soltanto, - non son mica sue le parole - la risposta del sacerdote è di Gesù Cristo: /Voi che avete lasciato tutto e mi avete seguito riceverete il centuplo/ (a) [cf. Mt 19,27-29].
Che bel contratto fate! Ricevere il centuplo per quel poco che siamo e doniamo al Signore!
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Se il mondo capisse questa promessa che fa Dio, che non è un uomo Dio, - gli uomini possono mancar di parola, Dio non manca di parola - se il mondo conoscesse che per quel poco che si dà al Signore si riceve il centuplo, correrebbero tutti ai conventi.
Oh, ma questo non [è] il voler di Dio. Perché san Paolo dice: "Vi vorrei tutti come sono io, però ognuno ha il suo dono" [cf. 1Cor 7,7] e cioè chi è chiamato per una strada e si salverà se fa bene la sua strada, e chi è chiamato per un'altra strada e si salverà se fa bene la sua strada, e /arriverà/ (a) ad un gran premio chi si consacra a Dio e si dà tutto a Dio.
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Oh, quando arrivate secondo la vostra vocazione alle parrocchie, in primo luogo avvicinandosi al paese, alla parrocchia, sempre invocare l'angelo di Dio, l'angelo del paese, l'angelo della parrocchia che assista e il pastore e il gregge. E poi la prima visita è al buon Pastore Gesù in chiesa. Si va subito a salutare Gesù e lì chi ha già la professione, rinnovi i voti. Sì. Rinnovi la professione, sentendo che si obbliga a viver secondo le costituzioni cioè: santificazione e apostolato nelle opere parrocchiali.
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Poi il saluto va al pastore della parrocchia che rappresenta Gesù che sta nel tabernacolo, <il buon> il Pastore divino, il parroco al quale voi vi sottomettete e vi mettete come a servizio. Umilmente accompagnare e compiere le opere che il parroco indica, con tutto il vostro zelo, con tutta la generosità con la quale finora avete fatto l'atto di consecrazione al Signore.
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E poi dopo passate ai vivi: salutare i bambini che sono i primi, i cari a Gesù, i poveri, poi tutta la popolazione specialmente i sofferenti e i malati.
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E poi la visita al camposanto perché la pastorella oltre che spendersi durante la vita per il servizio delle anime in una parrocchia, accompagna quelle anime e non solo sul letto di morte oppure al camposanto con <un> una bella sepoltura, una pia sepoltura, una devota sepoltura, ma la suora continua a pregare per quelli che son già passati all'eternità.
640
Ogni parrocchia certamente ha dei figli, tra quelli che son già passati al di là, che son già defunti, ha dei figli in paradiso. E conviene invocare questi parrocchiani che son già in paradiso; specialmente i bambini della parrocchia che son morti dopo il battesimo e non hanno ancor raggiunto l'uso di ragione quindi son sicuramente in paradiso, e si possono invocare privatamente.
641
E poi il pensiero che nel purgatorio possono trovarsi dei parrocchiani, i quali devono ancora finire la preparazione al cielo, quello che è mancato di preparazione sulla terra, e allora mandate i suffragi e li ricordate nella messa.
642
E poi vi sono i parrocchiani viventi e tutti li raccogliete nel vostro cuore.
Il mio direttore spirituale, il canonico Chiesa (a) quando è entrato in parrocchia, ha fatto la visita a tutte le famiglie e si è scritto in caratteri piccolissimi sopra un foglio i nomi di tutte le famiglie <e li por> e lo portava sempre sul petto. E si è trovato dopo morte ancora sul petto quel foglio che era /custodito/ (b) convenientemente.
E aveva detto tante volte: "Io li porto tutti i miei parrocchiani a Gesù al mattino nella messa e me li tengo tutti presenti. Non posso nominare, per non prolungar troppo la messa, ogni famiglia, ma Gesù li conosce tutti e io intendo di raccomandar tutti".
643
Così voi portate man mano che conoscete le famiglie al mattino a Gesù. Qualche volta siete poche a sentir la messa del parroco nelle parrocchie, ma spiritualmente voi che avete un cuore, un cuore donato a Gesù e che volete che si conformi al massimo a Gesù, chiudete nel vostro cuore tutti i parrocchiani.
<Come Gesù dic> Come san Paolo diceva: "Il mio cuore si è allargato, vi contiene tutti" [cf. Fil 1,7]. Mica che contenesse <tutti> tutti i cuori, ma conteneva, il suo cuore, tutte le anime.
644
Oggi ricordiamo di raccomandare alla Madonna tutte le anime alle quali andrete, che ancora non conoscete in massima parte, ma Gesù già lo conosce dove andrete e quali anime dovrete aiutare.
Raccomandare i genitori vostri, i parroci vostri alla Madonna. Raccomandare poi tutto il vostro apostolato, sì a Maria madre del divin Pastore, oggi sua festa. Sì! Oh.
645
E raccomandare tutte le persone che vi hanno preparato questo giorno così solenne, decisivo della vita. Perché veramente non è la funzione della vestizione che conta davanti a Dio veramente e che impegna voi. Il contratto che avete fatto con Dio di darvi tutte e di ricevere il centuplo: è la professione che conta per la vita religiosa, l'impegno, la donazione.
646
Raccomandare al Signore tutti quelli che vi han preparato questo giorno con la direzione spirituale, coi catechismi, come insegnanti, e tutte le vostre madri e tutte le vostre sorelle e tutte le aspiranti e tutte quelle su cui Gesù ha posto una vocazione per venire ad aumentar la vostra famiglia: egli le conosce.
647
Poi ricordare che quest'oggi la messa secondo la liturgia è a san Pio X, il grande Pastore. Pastore prima come cappellano, pastore poi come parroco, pastore poi dei chierici come direttore spirituale. Pastore come vescovo di Mantova. Pastore come cardinale patriarca di Venezia. Pastore sommo, eletto dal collegio cardinalizio al massimo grado della gerarchia: il pontificato.
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Quando fu eletto ero ragazzo, capivo poco ancora. Ho incontrato un sacerdote anziano molto molto <ist> colto, molto istruito, studioso della storia <in> tanto della storia della Chiesa e <dei pa> del papato. Mi disse: "Guarda, oggi è avvenuto un gran miracolo, l'elezione di questo sacerdote, di questo cardinale al sommo Pontificato. E' un miracolo perché nessuno se lo aspettava in primo luogo: lo si credeva il buon parroco soltanto. E vedrai che cosa farà" ha soggiunto.
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E' proprio Iddio che l'ha voluto, né lui lo voleva né gli altri se lo aspettavano. E' Dio, lo Spirito Santo.
E che cosa ha fatto? Mentre che ha lasciato di esser sepolto giù nella basilica di san Pietro, ecco che un giorno è venuto su: la sua reliquia posa sotto un altare, altare che si trova nella basilica entrando a sinistra.
Oh, invocatelo!
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Quando è spirato san Pio X - ecco: era il 20 agosto del 1914 - io avevo appena finito la prima benedizione alla prima casa della Società San Paolo. Adesso son duecentocinquantacinque le case, cioè trecentocinquantacinque. Oh. E allora persuaso che si trattava davvero di un santo, ho messo anche sotto di lui la Famiglia Paolina, sotto la sua protezione. Persuaso che un giorno sarebbe stato elevato agli onori degli altari.
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Invocatelo sopra il vostro ministero, voglio dire sopra il vostro apostolato e poi: guidati da Gesù buon Pastore, protetti da Maria, madre del divin Pastore, sotto gli esempi di Pietro e Paolo, dietro gli esempi di san Pio X, avanti nel vostro apostolato. Sì. "Prudenti come i serpenti - dice Gesù, sì - e semplici come le colombe" [Mt 10,16], e portate la pace e la consolazione, la luce in ogni anima che il Signore vi mette sulla vostra strada. E poi al giudizio di Dio /avrete/ (a) daccanto a voi quelle anime che avete beneficato. Sì, tutte daccanto a voi.
652
E allora sentirete come avrete ricevuto il centuplo. Non siete madri di famiglia di una piccola famiglia; diventate /le madri/ (a) di più di cento. E in quante parrocchie <trove> passerete tante famiglie conoscerete e i bambini specialmente che verranno a voi, e i poveri e gli infermi e gli sconsolati e quelli che lottano specialmente nel tempo della gioventù dai quindici ai vent'anni, venticinque, perché se uno supera bene quel periodo della vita, eh, la vita poi passerà bene.
653
Adesso invochiamo quindi la benedizione sopra tutti quelli <che con> che chiudete in questo momento nel vostro cuore. E certamente vi sono in primo luogo le vostre famiglie, i vostri parroci e tutte le persone dell'istituto e quelli che sono qui e <quelli che> quelle che sono lontane e nel Brasile e nell'Australia.
Tutte le [chiudete] nel vostro cuore e Gesù farà arrivare a tutte la sua larga benedizione.

Albano Laziale (Roma)
3 settembre 1960

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(1) Albano Laziale (Roma), 3 settembre 1960.
633 (a) R: recitata.
(b) Prima professione di 21 novizie e 7 professioni perpetue.

634 (a) Cf. Rituale delle Suore di Gesù buon Pastore prima edizione, senza data, EP, pag. 34.

635 (a) Cf. n. 634 (a).

636 (a) R: arrivarà.

643 (a) Cf. nota 275(a).
(b) R: custodite.

652 (a) R: avete.

653 (a) R: la madre.