Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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XX. LEGGERE LA BIBBIA (1)
In principio del mese facciamo la settimana delle divozioni. E le meditazioni quindi sopra san Paolo e san Pietro, sopra le anime purganti, sopra san Giuseppe, l'Angelo Custode, Gesù buon Pastore, la Madre del divin Pastore, e infine la settimana si conchiude con un grande Gloria Patri alla santissima Trinità: la domenica.
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Nel salmo 118 (a) si leggono tre versetti importanti che noi sacerdoti recitiamo frequentemente. Nel primo versetto si dice: "Signore, meditando la tua parola, io divengo più sapiente dei maestri dei maestri di qualsiasi scienza, qualsiasi altra scienza". Poi si dice: "Meditando la sacra Scrittura, la Bibbia, io divengo più sapiente dei miei nemici e più forte dei miei nemici che sono il mondo, la carne, il demonio. E leggendo la sacra Scrittura, meditandola, io vengo più istruito che non gli stessi vecchi che magari han già veduto tante cose nella vita". Ecco leggere e meditare la parola di Dio.
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<Le la> La Bibbia che cos'è? La Bibbia è il complesso dei settantatre [libri] - settantadue- settantatre, secondo che uno si divide o no - che compongono la Scrittura. Settantatre libri che compongon la Scrittura. E' come una piccola biblioteca di settantatre volumi, volumetti: quarantasei dell'antico testamento, ventisette del nuovo testamento.
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La Bibbia. Primo: non è un libro come un altro, no. Dei libri ce ne sono tanti, ma se ci mancasse il libro - Bibbia vuol dire il libro - noi veramente saremmo sprovvisti di libri, se mancasse quello che è il libro per eccellenza. E se in un convento si trovassero tanti libri di varie meditazioni e di vita di santi, ecc., e non si trovasse la Bibbia, sarebbe un'umiliazione e una deviazione.
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Siamo figliuoli di Dio, leggiamo la lettera che il Padre ha scritto agli uomini. Perché la Bibbia è anche chiamata la lettera di Dio agli uomini.
Che cosa contiene? La scienza più necessaria, cioè: il Signore scrive agli uomini che li aspetta in paradiso e dice agli uomini che strada tenere per arrivarci.
Indica la via.
Quindi è la scienza più necessaria, assolutamente necessaria, quella che serve per tutti e quella che è utile per l'eternità.
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Quando si leggesse bene la Bibbia, il catechismo si fa molto meglio: tanti esempi, tante parole del Signore, tante parabole, paragoni. E poi si ricavano quelle espressioni che sono più adatte al cuore dell'uomo, quelle espressioni che scendono al cuore dell'uomo. Poiché il Signore parla al cuore dell'uomo e sa come è fatto l'uomo perché l'ha fatto lui. E quindi adatta nella Scrittura le sue parole ai bisogni e ai sentimenti e a quello che è capace di sentire il cuore.
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La Bibbia è un libro tutto diverso dagli altri perché l'autore è Dio. Come si intende questo, che l'autore è Dio?
San Paolo per lo più non scriveva le lettere, le dettava. Aggiungeva poi alla fine delle lettere qualche sua espressione o almeno qualche saluto e la firma soltanto. Ora però colui che scriveva sotto dettatura non è l'autore, l'autore è san Paolo che dettava i suoi pensieri e le sue parole.
Oh, così è della Scrittura.
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Dio è autore.
Primo: perché sebbene siano tanti gli scrittori della Bibbia in quanto che vi son molti libri - eh, un agiografo può avere scritto /un/ (a) libro o può averne scritto due o di più come san Luca ha scritto il Vangelo e ha scritto il libro degli atti degli apostoli. O anche il pentateuco, eh, son cinque libri <e allo> e son scritti da Mosè meno alcune espressioni, specialmente la conclusione - il Signore quando ha voluto che si scrivesse un determinato libro, cosa ha fatto? Ha illuminato la mente, illustrato la mente a conoscere quello che doveva scrivere. Conoscerlo o perché l'aveva veduto o perché gli vien rivelato o l'ha sentito.
Illustrazione della mente. Capire!
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Secondo: lo Spirito Santo, Iddio, ha mosso lo scrittore a mettersi a scrivere, lo ha deciso, gli ha dato tanta grazia e tanta spinta con la sua grazia da portarlo a decidersi.
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E terzo: lo Spirito Santo assiste perché nelle espressioni e in quello che si dice non ci sia affatto errore, /ma/ (a) lo Spirito Santo conduce lo scrittore a scrivere tutto, solo quello che Dio vuole e nel modo che vuole, così che è proprio Dio l'autore.
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Oh! Vedete, allora quando si prende in mano la Bibbia, bisogna prenderla con gran rispetto non come si adoperano gli altri libri. Voi già siete abituate a conservar bene i libri e [a] metterci una copertina e custodirli bene, evitare le macchie, lo sciupio inutile. Eh, sì! Ma quando si tratta del libro divino, prenderlo con riverenza, con rispetto, e tenerlo nel posto più onorifico, più onorifico!
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Vedete che noi usiamo mettere il Vangelo in chiesa o la Bibbia, e nelle case della Società san Paolo in tutti gli ambienti possiamo dire, negli ambienti dove si lavora, dove si studia, dove si prega vi è il Vangelo aperto, oh, perché la Scrittura è il modello per quelli che hanno da scrivere, che hanno da diffondere la parola di Dio, da predicarla.
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Nella benedizione del Vangelo si domanda al Signore la grazia di conservare in debito onore, in bel posto la Scrittura, il Vangelo almeno, e di meditarla assiduamente e di diffonderla largamente. Diffonderla largamente. Sì!
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Come leggere la Scrittura? Come leggere la Bibbia? Se vi fate un programma di leggerne un capitolo ogni giorno - i capitoli non sono tanto lunghi - in quattro anni si legge tutta la Bibbia perché sono milletrecentotrentacinque capitoli. Qualche giorno non si potrà, e allora in quattro anni circa si legge tutta la Scrittura, tutta la parola di Dio che è scritta.
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Leggere la Scrittura e con quali disposizioni? Prima una disposizione di fede: credo Signore che quello che qui è contenuto è la verità. Nel tabernacolo ci sei tu, o mio Gesù Maestro, e qui son notate le parole tue, le parole dello Spirito Santo, sì. C'è la tua sapienza.
Tanto che alla Scrittura si deve un culto.
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E due concili della Chiesa vogliono che si dia questo culto alla Scrittura: non è solamente una reliquia di un santo e non è neppure soltanto il crocifisso. Lì c'è la sapienza di Dio, non solo un'immagine come è un crocifisso, l'immagine di Gesù Cristo. Ecco, prenderla in mano con fede. Con fede sapendo che contiene quello che è necessario per la nostra santificazione. Con fede!
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Quando si legge abbastanza la Scrittura, una persona acquista <una super> una spiritua[lità] distinta, superiore, un modo di parlare che è più elevato.
Quando si legge la Scrittura, si riempie la spiegazione del catechismo, si riempie di Bibbia, anche nei discorsi.
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Poi leggendo la storia della rivelazione e tutta la storia dell'umanità da Adamo a Gesù Cristo e leggendo le stesse profezie che riguardan la Chiesa fino alla fin del mondo come son contenute nell'/apocalisse/ (a), si acquista una mente più larga. Si acquista una cognizione della provvidenza di Dio. Si capisce come il Signore fa passar tutti per le pene e le prove della vita, ma che egli per chi è docile figliuolo assiste, ispira, guida, sostiene con la sua grazia e poi prepara il premio nella vita eterna (b).
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Si considera allora la vita per quel che è la storia dell'umanità, per quello che è e per quello che deve essere.
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Da una parte ecco: i primi fatti della Bibbia sono la creazione dell'uomo e la caduta. Poi c'è la preparazione alla venuta del Figliuolo di Dio, all'incarnazione del Figliuolo di Dio e quindi l'annuncio che ha dato del Messia il Signore là dopo che Adamo ed Eva erano caduti nel peccato e poi tutto quello che è stato scritto e detto dai profeti. E poi si legge come finirà il mondo dopo tutto questo avvicendarsi di avvenimenti vari: che tutto il mondo, tutti gli uomini saranno radunati davanti a Dio per esser giudicati. E discenderà dal cielo il figliuolo di Dio <con> con la sua croce portata dagli angeli, il simbolo della redenzione, la sorgente delle grazie, la croce. E la sentenza finale.
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Qui si vive tutti assieme buoni e cattivi, allora i posti son distinti: da una parte tutto ciò che l'umanità ebbe di più cattivo, di peggiore; e dall'altra parte il paradiso, tutto quel che l'umanità ha avuto di bene, dagli angeli puri spiriti a tutti gli uomini che son vissuti rettamente, tutti i santi.
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Leggerla con fede e inoltre con umiltà. Perché? Stare come la bambinetta davanti alla maestra, la bambinetta che non sa ancor neppure scrivere o la bambinetta che è già un po' più avanti, ma ha bisogno che la maestra spieghi un po' tutto: e la aritmetica e la storia e la geografia ecc. Sta umilmente, apprende, sta attenta la buona scolara. Sta attenta a prender tutto ciò che viene insegnato. Sì!
E mettendosi davanti al Signore: "Tu sei la sapienza ed io son l'ignoranza stessa e se qualche cosa so, è perché tu l'hai rivelato e poi me lo hai fatto insegnare da maestri, da quelli che mi hanno istruito". Con umiltà di figliuoli docili.
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Pensare, come?
Maria bambina si metteva in ginocchio davanti a sant'Anna, la mamma. E sant'Anna spiegava davanti a lei le pergamene, la Scrittura. E Maria guidata da sant'Anna leggeva quelle parole e le sentiva spiegate da sant'Anna e le meditava. Eh, sì! Come è detto due volte nel Vangelo che Maria meditava quelle parole sante che aveva udito che si dicevano di Gesù, ecco. E allora le meditava nel suo cuore. Conservava nella sua mente e meditava nel suo cuore parole sante. Maria, modello delle buone meditazioni: meditava sulla parola di Dio!
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Oh, con umiltà. Ma poi con questo senso: Signore io voglio capire, illuminami. Signore voglio che mi riempia il cuore dei sentimenti, delle cose <che> che son qui notate, scritte. Signore io voglio vivere come tu mi dici qui, voglio far strada come tu me la insegni qui, la strada della mia vita fino che potrò dire: cursum consummavi [2Tm 4,7], fin che potrò dire: ho fatto la mia strada e sono arrivata a te. Sì.
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Nella Scrittura si dice che quando vi è un uomo saggio, questi pensa a domandare l'aiuto a Dio per far bene il cammino della vita. E domandare <la> l'aiuto a Dio e nello stesso tempo mirare al luogo, alla mèta, al paradiso dove si vuol andare. Sacra itinera (a) [Sal 83,6].
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Abbiamo un gran viaggio da fare. Avete un viaggio triplice e primo è il seguir la vocazione fino al termine della vita, perché gli scoraggiamenti e /il diavolo/ (a) e la carne e le parole del mondo portano scoraggiamento tante volte. Sì. Fino al termine della vita!
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Anche se fate le professioni la prima volta, in cuore, in cuore già avere il proposito di perseverare e di osservarli per sempre i voti non sol per un anno come se fossi in una prova. Niente più prova, dopo la prima professione. C'è sol da pregare e da lavorare per esser fedeli e percorrer la via che il Signore ci ha assegnato, così che quando siamo sul letto di morte, possiamo dire come san Paolo, sì: fidem servavi [2Tm 4,7]. Sono stato fedele. Fedele.
Ma chi non fu fedele si pentirà, piangerà. Ma era meglio che con la sua fedeltà avesse acquistato le ricchezze dei meriti che poteva fare in vita. Questo viaggio fino: "/Nelle tue mani Padre rimetto il mio spirito/" (a) [Lc 23,46].
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Secondo: il viaggio del perfezionamento. Quando si inizia la vita religiosa, si entra nel campo del lavoro spirituale. E' proprio di lì che comincia il lavoro di santificazione, perché prima è stato una preparazione. E l'aspirandato e il noviziato e le varie prove <di antis> di prima della professione son tutte una preparazione. Ora proprio il lavoro di santificazione, il cammino del perfezionamento: quel cammino che si fa tutti i giorni un tantino. Tutti gli anni un pochettino di più: più umili, più fede, più carità, più fiducia nel Signore, più applicate agli uffici, ai doveri. Più di Dio in una parola! Summe Deo! Sommamente, completamente al Signore. Il gran cammino della perfezione!
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E terzo, l'altro cammino: l'apostolato che si comincia con una certa titubanza alle volte, ma con cuore, con fede, ma che tutti i giorni dev'essere perfezionato.
Chi dice che ne sa abbastanza rinuncia già alla vita religiosa, o che ne sa abbastanza <oppu> oppure che dice: io ormai sono virtuoso, /mi/ (a) basta, non ho più da far progressi e <nella> nello studio e nell'apostolato. Ah! Quando si è così uno si ferma.
E il cammino della perfezione? E il cammino della vocazione? E il cammino dell'apostolato migliorando tutto e passando di opera in opera sempre maggiormente preparati?
Sì, mettersi davanti alla Bibbia per imparare il cammino giusto.
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Se volete un paragone proprio conforme /alla/ (a) capacità che ognuna ha: prepararsi come alla comunione, per iniziare la lettura della Bibbia, con sentimenti di fede, di speranza, di umiltà.
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Secondo: leggerla con la massima attenzione, meditarla. E quando poi lo Spirito Santo invade la vostra anima e già l'ha presa e sta ammaestrandola e sta suscitando pensieri, sentimenti, desideri e propositi: assecondare l'azione dello Spirito Santo perché non è ozioso Iddio in noi. E' al massimo attivo purché noi non lo impediamo, purché noi non gli leghiamo le mani.
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E poi ricavare il frutto <dalla medita> dalla lettura della Bibbia e conservare questo frutto, questi pensieri per il corso della giornata.
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Leggere quindi la Bibbia come si va alla comunione. Lì c'è il corpo, sangue, anima e divinità di Gesù Cristo nell'ostia; e lì [nella Bibbia] c'è la sapienza di Gesù Cristo che ci insegna la verità da credersi, ci insegna la via da tenere e ci comunica quella grazia per seguire, perché la lettura della Bibbia è un sacramentale e quindi <con> per la misericordia di Dio conferisce una grazia all'anima. Perciò il culto, la devozione alla sacra Bibbia.

Albano Laziale (Roma)
1° settembre 1960

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(1) Albano Laziale (Roma), 1° settembre 1960.

573 (a) Cf. Sal 119 (118). Vv. 98-100.

579 (a) R: uno.

581 (a) R: ma che.

589 (a) R: apocalissi.
589 (b) Tono grave, scandito in tutta l'espressione.

596 (a) La citazione segue la nuova versione del salterio curata dal Pontificio Istituto Biblico e approvata da Pio XII nel Motu proprio "In cotidianis precibus" il 24 marzo 1945.

597 (a) R: i diavoli.

598 (a) V: Padre, nelle tue mani raccomando lo spirito mio.

600 (a) R: ne ho.

601 (a) R: a la.