Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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ISTRUZIONE IV
LA FEDE

[120] Il divin Maestro Gesù aveva parlato ai suoi discepoli della santissima Eucarestia, dicendo e promettendo che avrebbe loro dato la sua carne in cibo e il suo sangue in bevanda ed aggiungendo: «Chiunque mangia la mia carne e beve il mio sangue avrà la vita, poiché la mia carne è veramente cibo ed il mio sangue è veramente bevanda»1. Gli Ebrei, materiali nel loro pensiero, non capivano; anzi credettero che questa fosse una follia, una demenza, promettere che avrebbe dato a mangiare la sua carne ed a bere il suo sangue, e dicevano fra loro mormorando: «Chi può sentire tali cose ed ascoltare tali promesse?»2. Ma Gesù rispose confermando quanto aveva detto. Molti se ne andavano e non volevano più sentirlo. Gesù si vide abbandonato dai più dei suoi discepoli e, rivolto agli Apostoli, | [121] disse loro: «Volete andarvene anche voi?»3. Pietro rispose per tutti dicendo: «E da chi andremo, o Signore? Tu solo hai parole di vita eterna»4; cioè le tue parole portano la vita eterna, la salvezza all'anima, e se noi ci allontaniamo da te, da chi riceveremo la salute eterna?
Ecco, dobbiamo spesso rivolgere al Maestro divino questa espressione: «Gesù, tu hai parole di vita eterna». Noi crediamo fermamente alla tua parola.
È necessario che noi chiediamo al Signore ogni giorno aumento di fede. La recita del Credo non è solo un atto di fede, atto molto meritorio, ma è anche una supplica perché il Signore accresca in noi la fede; così pure l'Atto di fede. La fede è il primo dono spirituale che ci dà Iddio nel S. Battesimo. Da esso dipendono la speranza e la carità.
Perciò se vogliamo crescere nella speranza e nella carità, domandiamo prima al Signore aumento di fede. Infatti, che cosa ci insegna la fede? A credere a Dio ed alle sue parole. Credere a Dio per la sua infinita sapienza; credere a Dio perché egli ha parlato; credere a Dio perché la parola di Dio ci è conservata e
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comunicata dalla Chiesa. Credere a Dio, cioè credere a tutte le verità che conosciamo come rivelate da Dio e che vengono proposte dalla santa Chiesa. Diciamo in principio del Credo: «Io credo in Dio Padre», cioè: io credo in Dio somma Verità, credo per Dio, cioè per la sua rivelazione.
[122] Nel Credo ci sono tre serie di verità da credersi:
1) Verità che riguardano il Padre;
2) Verità che riguardano il Figliuolo di Dio incarnato;
3) Verità che riguardano lo Spirito Santo. Tutte le altre verità si ricollegano con queste fondamentali.
I. Crediamo che Iddio è eterno, che ha preceduto i tempi e che è esistito da tutta l'eternità e, come sempre esisterà, così è esistito anche quando non c'era il tempo. Credere a questo Dio santo, perfetto, sapientissimo, onnipotente, infinitamente misericordioso, dal quale tutto fu fatto. Credere che egli è il Creatore, che ha comandato e ogni cosa fu fatta. Credere a questo Dio il quale ci governa, regola i secoli e l'andamento dei tempi. Credere che è vicino a noi, che è presente dappertutto, che tutto vede, conosce i pensieri e scruta i cuori. Credere che ci regge con la sua potenza e tutto riempie di se stesso. Credere e pensare: Dio mi vede e perciò non vi è luogo ove uno possa nascondersi allo sguardo di Dio. Se io salgo in cielo trovo Dio, se discendo nelle viscere della terra, trovo Dio, se giro ovunque, trovo Dio5. Credere a questo Dio il quale creò il cielo e la terra, (e col nome di cielo intendiamo tutte le creature del cielo), tutto il complesso degli spiriti, tutte le creature invisibili e visibili. Non esiste un filo d'erba che non sia stato creato da Dio. Niente vi è che non sia stato fatto da Dio, e noi siamo di Dio; la | [123] nostra anima è uscita dalle sue mani e la materia che compone il nostro corpo è stata creata da lui. Crediamo fermamente all'unità e alla trinità di Dio; al Padre, prima persona; al Figliuolo, seconda persona; allo Spirito Santo, terza persona.
II. Crediamo in Gesù Cristo, Dio come il Padre, seconda persona della SS. Trinità che si incarnò nel seno purissimo di Maria, prendendo una natura umana alla quale unì la sua natura divina nell'unità della persona. Crediamo alla sua nascita in Betlemme, alla sua vita di preghiera, di sacrificio, di pazienza; al
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suo ministero pubblico della predicazione; a tutte le sue parole che sono registrate nel S. Vangelo. Quando prendiamo in mano il Vangelo, sappiamo che è parola di Dio! Crediamo a tutti gli insegnamenti della Chiesa, la quale ha la missione di custodire e dispensare quello che Gesù Cristo le ha affidato. Crediamo alla passione di Cristo, alla sua morte, alla redenzione, alla sua risurrezione, alla sua ascensione, alla sua gloria eterna. Crediamo che egli siede alla destra del Padre e che verrà a giudicare il mondo e separerà i buoni dai cattivi e regnerà su tutti nella pace, nella verità, nella luce eterna.
III. In terzo luogo crediamo allo Spirito Santo. Crediamo che egli è Dio come il Padre, Dio di amore, che discese sugli Apostoli nel giorno di Pentecoste; che illumina e rende infallibile la Chiesa, che vivifica e santifica le anime, che per la sua grazia opera nei sacramenti e comunica alle anime la vita eterna. Crediamo a tutta la | [124] dottrina della grazia, a tutti gli insegnamenti della Chiesa.
Crediamo alla remissione dei peccati, alla risurrezione della carne, alla vita eterna nello Spirito Santo.
Crediamo che siamo fatti per il cielo, e che saremo glorificati, rivestiti di grazia, crediamo che saremo ammessi alla visione beatifica e che godremo la stessa felicità che gode Dio.
Crediamo a quello che riguarda la S. Vergine, la canonizzazione e il culto dei santi.
Crediamo a tutto quello che lo Spirito Santo comunica per mezzo del magistero perenne, solenne e comune della Chiesa.
Crediamo perché Iddio ha parlato, Iddio non può ingannarsi né ingannare perché egli è la stessa Sapienza e la stessa Santità.
Dall'aumento di fede dipende l'aumento di speranza e di carità, e perciò la perfezione. Un'anima sale tanto in perfezione, in quanto crede. Una pianta produce foglie, fiori e frutti, si irrobustisce a misura che per mezzo delle radici succhia dal terreno gli alimenti necessari. Se non ci fossero le radici, la pianta non esisterebbe e, tagliate le radici, la pianta a poco a poco perde e fiori e foglie e non darà più frutto. Nella vita spirituale la fede è la radice e noi cresceremo nella virtù, nella santità, nella speranza, nell'amore vero del Signore tanto quanto avremo di fede. Un'anima che ha fede viva e che pensa: Dio mi vede, quanta vigilanza | [125] adoprerà per non peccare, quanta attenzione a servire Dio con delicatezza!
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Aver fede in Cristo giudice: Dovrò rendere conto di tutte le grazie che mi ha fatto, di tutte le istruzioni, Comunioni, Messe, avvisi, consigli, prediche! E allora l'anima si tiene vigilante ed attenta per corrispondere alle grazie del Signore e non vorrebbe lasciare passare inutilmente neppure una grazia: «Temo che il Signore passi e che io non approfitti della sua grazia!»6. L'anima che teme il giudizio di Dio, teme che gli Esercizi passino senza frutto, che nell'apostolato non raccolga tutto il frutto che può raccogliere, teme il peccato.
L'anima che ha fede pensa spesso al cielo, al Signore ed alla ricompensa eterna, e spesso dice: Quello che faccio adesso è poca cosa, ma il premio sarà eterno!. Poco il soffrire, eterno il godere; poco il lavoro, eterno il premio!
Il Signore darà una misura piena. Il nostro cuore è piccolo per godere nell'eternità, ma Iddio lo dilaterà perché la felicità dell'anima sia stragrande.
Credere al Paradiso, credere che vi è una vita più perfetta della comune, a cui Iddio ci ha chiamati, credere alle parole del confessore.
L'anima religiosa è certa che quanto più si distacca dal mondo e da se stessa, tanto più si avvicina a Dio e riceverà le sue grazie; crede davvero che Gesù dà il centuplo, crede a quel premio sovrabbondante che il Signore le ha preparato, crede ai comandi dei superiori e solo | [126] nell'adempimento esatto della volontà di Dio essa è contenta; vede nei superiori i rappresentanti di Dio, pensa che quello che viene ordinato è il meglio per lei e, in una parola, vive di fede. E fa questo e quello perché così è disposto e sa che in tutto quello che è disposto dall'obbedienza, vi è la mano di Dio.
Il giusto è colui che vive di fede7 e la religiosa santa è quella che vive di fede: negli orari vede la voce di Dio, nelle occupazioni vede un gran mezzo di accrescere meriti, nella vita comune vede una fortuna, non un peso odioso e si sforza di far vita comune, nelle sorelle rimira l'immagine di Dio e le considera come tempio dello Spirito Santo, perciò le rispetta, ne parla bene, le ama soprannaturalmente. Vede negli uomini del mondo creature
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fatte per il cielo, chiamate alla vita eterna, e perciò prega per loro, lavora con zelo nell'apostolato.
La Figlia di San Paolo deve vivere di fede, come il padre nostro, il quale tutto ha operato nella fede ed è il gran predicatore della fede.
Egli ha sopportato per la fede flagelli, persecuzioni, le pene del carcere ed ha dato la sua stessa vita per la fede. La Figlia di San Paolo deve avere una fede speciale, amare il Vangelo, la Sacra Scrittura, le Lettere di S. Paolo, e nutrirsi ogni giorno di questa fede.
La religiosa che vive di fede vorrebbe escludere tutti gli altri discorsi di vanità o di notizie strane che disturbano, per parlare sempre di Dio. Diceva una suora inferma alle consorelle | [127] che l'assistevano: «Parlatemi di Dio, fatemelo conoscere un po'».
Nutrire la fede con lo studio del catechismo, ma più di tutto esercitarla, il che vuol dire: vivere alla presenza di Dio, aver sete e fame della sua parola, amare il Vangelo. La vita di fede ci porta anche a desiderare aumento di grazia, quindi ad adoperare tutti i mezzi per aumentare la grazia. Desiderio di aumentare la grazia, di perfezionare la nostra unione con Dio in Gesù Cristo.
Credere non solo nel Padre, nel Figliuolo e nello Spirito Santo, ma anche alla presenza di Dio e al premio che egli ci riserba; credere in Gesù Cristo ed a tutte le parole pronunziate dalla sua bocca santissima e registrate nel Vangelo; credere all'azione dello Spirito Santo e desiderare che discenda sempre più abbondante nei cuori, per accenderli della divina carità.
È necessario esaminare la nostra fede onde ravvivarla sempre in noi. Il languire della fede è il languire di tutte le virtù ed è il principio di una vita tiepida che ci mette facilmente nel pericolo di peccare.
Quelli che hanno molta fede si fanno santi. Preghiamo affinché la nostra fede cresca ogni giorno: «Credo, o Signore, ma tu aumenta la mia fede»8, diceva il centurione a Gesù. Diciamo anche noi: «Credo, o Signore, ma tu aumenta la mia fede».
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1 Gv 6,54-55.

2 Cf Gv 6,60.

3 Gv 6,67.

4 Gv 6,68.

5 Cf Sal 139,8s.

6 S. Agostino, Sermones, Sermo 88.

7 Cf Rm 1,17.

8 Cf Mc 9,24.