Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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12. [ALLA SEQUELA DEL MAESTRO PER SEMPRE]*

Oggi, festa di S. Bernardo1, ci ricorda il battesimo della nostra Congregazione di cui S. Bernardo fu il padrino; era il giorno in cui moriva il santo Pontefice Pio X e proprio allora la nostra Congregazione s'iniziava: era perciò piccola piccola perché quando si nasce non si è già grandi.
Proprio oggi una parte di voi ha la grande grazia di emettere i voti perpetui.
Emettere i santi voti perpetui significa impegnarsi ad amare perpetuamente il Signore di quell'amore fine, forte, intimo che inclina a seguire anche i consigli dell'amato Maestro; perpetuamente, cioè in vita, sul letto di morte, nell'eternità. Ma disponiamo l'animo a darne le prove; poiché è uso di questo Maestro prendere in parola l'anima che generosamente promette mandandole tentazioni varie. Anzi, questo Gesù suole farsi accompagnare dalle anime, che gli giurano amore fedele, su la via dolorosa, fino al Calvario. E il Calvario è una tappa del cielo, stazione eterna, Tabor dal quale non si discende... Là Maria, i santi, gli angeli, Dio!
Per conoscere ed apprezzare maggiormente la singolare grazia che oggi il Signore vi concede, diamo tre sguardi: uno al passato, uno al presente, uno al futuro.

1) Riguardo al passato. Oggi è la festa della riconoscenza. Riconoscenza alla SS. Trinità che vi ha amato con amore eterno. Da tutta l'eternità il Padre pensava a crearvi con amore particolare, avendo su di voi disegni speciali; il Figlio pensava ad unirvi più intimamente a lui ed a stringere con voi le mistiche nozze; lo Spirito Santo pensava ad inondarvi di grazie. E poi quanti benefici! Pensate all'amore col quale Dio vi ha create, vi ha fatto nascere in una famiglia buona, pensate alla grazia del Battesimo, all'educazione cristiana ricevuta, alla prima Comunione, alla Cresima, alle tante Comunioni, a tutte le volte che avete potuto accostarvi al sacramento della Penitenza, pensate attraverso a
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quali vie si sia maturata la vocazione. Chi può dire le lotte e le vittorie per la vocazione? I colloqui intimi con Gesù dopo la Comunione; gli aiuti interni ed esterni da lui ricevuti specialmente in questa santa Congregazione; i consigli del confessore, la guida dei genitori, delle vostre Maestre, la parola del predicatore: di quante grazie il Signore si è servito per condurvi fin qui!
È dovere ricordare la storia della divina misericordia in particolare verso ciascuna di voi.
Pensate ad adempiere il dovere della riconoscenza. S. Paolo ce lo suggerisce: «Et grati estote!»2.

2) Riguardo al presente. Pensate bene all'atto che state per fare; compitelo nell'amore come nell'amore Dio vi ha chiamate. Dall'atto che compite oggi, voi vedete chiaramente la differenza tra lo stato religioso e quello secolare. A ventun anni circa, nello stato secolare si arriva alla maggiore età: a quell'età in cui il figlio si sottrae dalla dipendenza dei genitori e si diventa capaci di guidarsi secondo la propria volontà. Voi invece raggiunta questa età, avete eletto di stare sottomesse in perpetuo; di ubbidire anche nelle piccole cose. Per questo la Chiesa ha definito lo stato religioso superiore a quello secolare. Ed è proprio ora che l'ubbidienza acquista gran merito. Ubbidire quando si è bambini, quando cioè si ha bisogno di tutto, è una necessità di condizione; ma ubbidire quando si sa di poter fare da soli, è elezione d'amore.
Quando vi verrà sulle labbra per l'abbondanza del cuore questa espressione: Non sono più una bambina io, perché mi si possano comandare cose umilianti!..., pensate che quello è suggerimento del demonio; ché se lo credereste sarebbe il segno che in quel giorno avrete smarrita la vostra vocazione, o almeno lo spirito di essa.
Questa è pure l'età in cui nel mondo si pensa ad eleggere uno stato, a formarsi una famiglia. Voi ora dovete porre tutto il cuore nella vostra Congregazione e non potrete più pensare ad altre cose. Né solo a voi stesse, ma dovrete lavorare per le anime: dovete dare anime a Dio, dovete formare la famiglia più grande e nobile dell'Istituto: ne assumete oggi stesso la responsabilità. In questo modo voi perfezionerete il voto di castità.
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Da questa età nel mondo si pensa a guadagnare per sé. Voi dovete lavorare, spendere anche tutto il vigore delle vostre energie, ma non per voi stesse, bensì per la vostra Congregazione.
Questo è l'obbligo di tutte quelle che hanno emesso i voti, ma è un obbligo più stretto per chi ha emesso i voti perpetui.

3) Riguardo al futuro. Voi dovete perfezionare l'ubbidienza, la castità e la povertà fino al giorno in cui, in punto di morte, metterete compimento alla vostra corona.
Fissate però il pensiero su due punti ben determinati: la obbedienza e la pietà. Queste due paroline bastano a far santo ogni religioso. Non studiate troppi metodi né lusingatevi di trovare altre vie: come Gesù, obbedienti in tutto; con Gesù, in divozione eucaristica.
Tenete sempre presenti gli obblighi della vita; ma pensate anche al premio che vi attende, al punto d'arrivo, al Paradiso.
Sul letto di morte quanta consolazione v'arrecherà il pensiero di aver perseverato fedelmente fino alla fine. Avanti: sotto lo sguardo del divin Maestro, della Regina degli Apostoli e di S. Paolo: s'adempiranno le parole di Gesù: «Centuplum accipietis et vitam aeternam possidebitis!»3.
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* Meditazione stampata in CI, 8 [1940]7-8 con il titolo “In occasione dell'emissione dei voti perpetui”. La data è desumibile dal testo: Roma, 20 agosto 1940.

1 Bernardo di Chiaravalle (1090-1153), grande mistico cistercense, dottore della Chiesa.

2 Col 3,15: «E siate riconoscenti».

3 Cf Mt 19,29: «Riceverete cento volte tanto e avrete in eredità la vita eterna».