Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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11. [FIDUCIA E SPERANZA]*

La virtù che si deve praticare in modo speciale in questi tempi è la virtù della confidenza, della fiducia, della speranza. Confidiamo nella protezione di Dio e recitiamo fiduciosi la preghiera che da oltre un anno la S. Chiesa fa recitare nella S. Messa: «Dio, autore e amatore della pace, cui conoscere è vivere, cui servire è regnare, proteggi da ogni attacco coloro che ti supplicano; affinché noi che confidiamo nella tua difesa, non abbiamo a temere nessun'arma ostile»1.
Confidiamo: Iddio è buono e, qual Padre amoroso, difende i suoi figli da ogni pericolo. La fiducia, la confidenza, la speranza, sono il riposo dell'anima tra le braccia di Dio, sono il riposo filiale di chi abbandonandosi sul cuore paterno del Padre celeste, è persuaso che questo buon Padre lo libererà dai pericoli.
Iddio ordina tutte le cose al nostro bene soprannaturale e, secondo afferma S. Paolo, è fedele e non permette che siamo tentati sopra le nostre forze, affinché possiamo resistere2. A Timoteo scrive: «Molte persecuzioni e tribolazioni mi travagliarono, ma da tutti i mali mi ha scampato il Signore»3. «Il Signore è l'asilo del povero, il suo rifugio nei giorni dell'afflizione; in lui sperano quanti conoscono il suo nome, perché egli non abbandona mai coloro che lo invocano»4 canta il salmista.
Iddio ci libera dalle tentazioni e dai pericoli dell'anima, non solo, ma anche dai pericoli del corpo. Ecco perché la Chiesa ci fa pregare: «A peste, fame et bello; Ab omni malo; A subitanea et improvvisa morte ecc., libera nos Domine»5.
Confidiamo in Dio ed egli ci libererà da ogni male; state tranquille, ve lo ripeto, confidate in Dio e non vi succederà nulla.
La nostra confidenza è fondata sulla misericordia di Dio, sulle sue promesse e sui meriti di Gesù Cristo.
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Iddio ama i suoi figli e tutto quello che permette, lo permette per il nostro bene6. «Poniamo ogni fiducia in Dio e abbandoniamoci nelle sue braccia, dice S. Agostino7, perché egli non cesserà d'innalzarci a lui e non permetterà che ci accada cosa se non utile».
Da tutto possiamo ricavare tanti meriti; le Figlie di San Paolo possono fortificarsi come il loro Padre in questi tempi, il quale enumerò in una lettera le numerose e grandi pene da lui subite per il Vangelo: «Dai giudei cinque volte ho ricevuto quaranta colpi meno uno; tre volte sono stato battuto con le verghe; una volta sono stato lapidato; tre volte ho fatto naufragio; ho passato una notte e un giorno nel profondo del mare ecc.»8. Ma in mezzo a tutti questi pericoli S. Paolo confidò in Dio e Dio lo salvò.
Confidiamo e cerchiamo di imitare la fortezza ed il coraggio delle grandi sante martiri; è nella sofferenza che si prova la vocazione. Preghiamo per ottenere la perseveranza nella fortezza. Temiamo il peccato, evitiamo l'offesa di Dio, stiamo sereni e sappiamo affrontare il pericolo con fortezza.
Santifichiamo questo tempo con una maggior delicatezza di coscienza, con la serenità, con grande carità vicendevole. Mettiamoci sotto il manto di Maria e cerchiamo di praticare le virtù che convengono a questo tempo.
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* Meditazione stampata in CI, 6 [1940] 2. E' riprodotta con la meditazione precedente, sotto il medesimo titolo: “Meditazioni del Sig. Primo Maestro”. Per il riferimento alla guerra, anche questa meditazione si può senz'altro collocare dopo il 10 giugno 1940.

1 Cf Orazione dopo la comunione, Messa per ottenere la pace.

2 Cf 1Cor 10,13.

3 2Tm 3,11.

4 Cf Sal 9,10-11.

5 Cf Litanie dei santi: «Dalla peste, dalla fame, e dalla guerra; da ogni male; dalla morte inaspettata e improvvisa ecc., liberaci, Signore».

6 Cf Rm 8,28.

7 Aurelio Agostino (354-430), convertito, vescovo di Ippona, è uno dei più grandi Padri della Chiesa d'Occidente.

8 Cf 2Cor 11,24-25.