Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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2. BENEDIZIONE DELLA CASA*

Il sacerdote nella funzione della benedizione delle case e ogni giorno nella Compieta, dice quest'Oremus: «Visita, quaesumus, Domine, habitationem istam, et omnes insidias inimici ab ea longe repelle; Angeli tui sancti habitent in ea, qui nos in pace custodiant; et benedictio tua sit super nos semper. Amen»1. Esso ci serve di argomento alla nostra considerazione.
1) «Visita, quaesumus, Domine, habitationem istam». Nel Vangelo leggiamo che Gesù visitò la casa di Zaccheo e vi portò pace e benedizione2. Leggiamo ancora che egli andò a Betania in casa di Marta e di Maria. Fu ricevuto molto volentieri: Marta pensò subito a ristorargli il corpo affaticato; Maria invece gli si assise ai piedi e ne ascoltò le parole di vita. Il rimprovero che Gesù fece a Marta: «Marta, Marta, t'affanni e t'inquieti di troppe cose: una cosa sola è necessaria!»3 le fece imparare che bisogna attendere ai doveri della casa con spirito soprannaturale.
Il Signore abiti nella nostra casa! Egli vi è sacramentalmente, ma sia l'Ospite gradito. Amatelo, non offendetelo mai e trattatelo con diligenza affettuosa. Gesù, però, non viene tanto per ricevere la nostra carità, quanto per farcela. Egli non è Ospite ingrato, ma sa ricompensare chi lo accoglie. Preparate bene l'alloggio a Gesù perché le propagandiste possano sempre trovare ospitalità santa e cioè: ospitalità decorosa, raccolta, conveniente per le suore in maniera che ovunque trovino da edificarsi. Le suore siano ospitali e riconoscenti dell'ospitalità. Lo sapete come
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si compensano le persone che vi accolgono, soprattutto ottenendo loro grazie. Il vostro comportamento sia umile ed affettuoso, ma sempre decoroso. Non perdete la Visita, non abbreviate le pratiche di pietà per inutili parole; non perdete l'abitudine di andare presto a letto; vi gioverà alla salute dell'anima e del corpo.
Le Pie Discepole preghino per le Figlie di San Paolo: tutte per chi deve comunicare con le persone estranee alla comunità. Finora per le suore propagandiste si è constatato la benedizione e l'assistenza dello Spirito Santo, dovuta, io penso, alla sollecitudine che avete per le cappelle. Non si fa mai un bene senza ricevere bene. Gesù bisogna ospitarlo guardando di più al cuore che non all'esterno; imitando Maria, e assieme Marta. In ognuna delle vostre cappelle vi siano sempre lampade viventi, lampade di cuori accesi per Gesù.
2) «Et omnes insidias inimici ab ea longe repelle». Diamo ospitalità a Gesù e non al diavolo. Alla Piccola Casa di Torino4 si presentò un giorno un signore vestito con eleganza. Cercava del Padre, perciò senza badare alle domande della suora, s'avviò per la scala che metteva alla camera del Cottolengo. Non vedendolo tornare, la suora andò a chiedere informazioni al Padre. Quel signore non aveva bisogno della tua chiave, né della porta per uscire! Non hai visto che sotto il cappello aveva le corna?, le disse il santo. Ma non passa solo dalla porta il diavolo: egli trova sempre il modo di entrare e non c'è che Iddio che possa difenderci dai suoi assalti. Può entrare per mezzo di una persona, di un libro, di uno sguardo; può prendere tanti aspetti: quello dello scoraggiamento, dell'amor proprio; sa vestirsi anche di cose spirituali, di cose sante; per questo non è sempre facile scoprirlo: ci vuole l'aiuto di Dio, occorre molta preghiera. Nessuno è sicuro. Vi può essere il pericolo proprio là, dove meno si sospettava. «Fratelli, siate sobri e vigilate, perché il vostro avversario, il demonio, va in giro, cercando [di] divorare le anime»5.
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3) «Angeli tui sancti habitent in ea». Questa casa sia abitata dagli Angeli del cielo! Essi ci porteranno i loro doni, i doni propri di ogni coro: la luce, l'amore, lo spirito di pietà, la sollecitudine, la fiducia, ecc.; e terranno lontano il demonio. Allora sta l'avvertimento di S. Bernardo: «Usa riguardo agli Angeli che abitano qui»6. E quello di S. Paolo: «Le donne in chiesa vadano velate per riverenza agli Angeli»7. Per riguardo agli Angeli, dunque, non fate peccati, né di giorno né di notte, né da sole, né in compagnia, poiché ovunque vi è l'Angelo custode.
4) «Qui nos in pace custodiant». Regni la pace in ogni casa, regni la carità. Quando il cuore è turbato è segno che non è ancora tutto di Dio. Via perciò le invidie, le gelosie, le maldicenze, le parole offensive e mordaci: tutte cose che offendono la carità e tolgono la pace. «Beati i piedi di chi evangelizza il bene, di chi evangelizza la pace!»8. Ognuna cerchi di spargere ovunque la gioia: nelle varie difficoltà anziché lamentarci, ricorriamo a Gesù, a lui diciamo le nostre ragioni che il più delle volte sono dettate dall'amor proprio. Ah, l'amor proprio! Talvolta annulla le vocazioni, e fa perdere tante iniziative! Togliete l'amor proprio per intero, consigliava un santo sacerdote, e sarà tolto tutto il nero. Passiamo sopra a tante cose: l'essenziale è che Gesù sia conosciuto e che le anime siano salvate; ciò che a noi importa si è di farci, sempre ed ovunque, dei meriti.
5) «Et benedictio tua sit super nos semper». Nella Scrittura si legge: «Sarai benedetto nella città e benedetto nella campagna. Benedetto il frutto del tuo seno, il frutto della tua terra, il frutto dei tuoi bestiami, le mandre dei tuoi armenti, i greggi delle tue pecore. Benedetti i tuoi granai, benedette le tue riserve. Sarai benedetto nell'entrare e nell'uscire»9. Se amate il Signore, egli vi benedirà nello studio e nell'apostolato, nelle parole e nelle opere, nella preghiera e nel lavoro,
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in casa e per la strada, sempre e ovunque. Benedizione! Significa che Dio dice bene delle nostre opere perché gradite ai suoi occhi; significa che Dio dà beni in modo che la grazia sempre ci accompagni; significa che Dio darà premio, quando sentiremo: «Venite, o benedetti dal Padre mio, prendete possesso del regno preparato per voi»10.
Conosco sacerdoti che ripetono questa preghiera ogni volta che entrano in una casa, propria o altrui, comprendendo nelle intenzioni tutti i membri della casa, vivi o defunti, presenti o temporaneamente assenti. Essa conviene assai quando trattasi di casa religiosa.
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* Meditazione stampata in CI, 2[1939]5 e in foglio che porta ugualmente l'intestazione “Circolare Interna”; la composizione è la medesima. Al posto del titolo c'è: “Predica del Sig. Primo Maestro”. Non è stato possibile precisare ulteriormente la data, oltre quella del Bollettino. I dattiloscritti sono successivi.

1 «Ti preghiamo, o Signore, visita questa dimora e allontana da essa tutte le insidie del nemico; abitino in essa i tuoi santi Angeli che ci custodiscano nella pace; e la tua benedizione sia sempre su di noi. Amen».

2 Cf Lc 19,5.

3 Lc 10,41-42.

4 Piccola Casa della Divina Provvidenza, fondata da S. Giuseppe Benedetto Cottolengo.

5 Cf 1Pt 5,8.

6 Cf Breviarium Romanum, 2 ottobre, Santi Angeli custodi, II Nocturno, Lectio V, S. Bernardo, Discorso 12 sul Salmo 90: «Qui habitat», in SBO, IV, 457.

7 Cf 1Cor 11,10.

8 Cf Rm 10,15.

9 Dt 28,3-6.

10 Mt 25,34.