Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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1. EPIFANIA*

Alla nascita di Gesù il mondo in massima parte era pagano. Il paganesimo o culto degli idoli era sparso in tutta la terra; eccettuata la piccola Palestina, tutti gli altri popoli erano chiamati gentili e noi eravamo tra essi.
Ma Gesù alla sua culla volle chiamare anche i gentili, rappresentati dai Magi.
Un'antica profezia diceva che alla nascita del Messia sarebbe comparsa nel firmamento una stella più fulgida di tutte le altre. Ed ecco che mentre gli angeli annunziano ai pastori che Gesù era nato, la stella comparendo l'annunziava pure al mondo intero. I Magi, uomini studiosi, la videro, videro in essa l'avveramento della profezia e si misero in viaggio in cerca del nato re. Si fermarono a Gerusalemme perché la stella che li aveva preceduti, a quel punto disparve. Domandarono ad Erode, se sapeva ove era nato il Messia. Si turbò egli a questa domanda e, avendo chiesto spiegazione ai sacerdoti, seppe che Betlem era la terra indicata dalle profezie. Mandò ivi i Magi dicendo loro: «Andate, cercate con diligenza del fanciullo e quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, affinché io pure venga ad adorarlo»1.
I Magi partirono, rividero, appena usciti da Gerusalemme, la stella che li condusse sino al luogo ove era Gesù, essi entrarono, adorarono il Bambino e gli offrirono in dono: oro, incenso e mirra. Poco si fermarono ivi e pensavano al ritorno, quando avvertiti da un angelo in sogno di non ripassare da Erode, ritornarono ai loro paesi per altra via. Essi divennero santi. Sono S. Gaspare, S. Melchiorre, S. Baldassarre e le loro reliquie hanno un culto particolare in Europa ove furono trasportate.
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Andremo anche noi al Bambino? Sì, perché Gesù è venuto a salvare tutti gli uomini; nel suo gran cuore ci comprese tutti. E che cosa porteremo al Bambino? In questa giornata deve avvenire uno scambio di doni tra lui e noi. Come i Magi offrirono oro, incenso e mirra, così dobbiamo fare noi.
Dobbiamo offrirgli l'oro che simboleggia la fede, cioè l'omaggio della mente; l'incenso che simboleggia la preghiera, cioè l'ossequio del nostro cuore, con una pietà sempre più sentita; la mirra che simboleggia la sottomissione della volontà mediante una perfetta obbedienza. Dobbiamo quindi offrirgli in ossequio la mente, la volontà, il cuore e dire a Gesù che aumenti la nostra fede, che ci faccia sempre più obbedienti e ci faccia amare sempre più la preghiera. Lasciamo che il Bambino ponga la sua manina e prema bene sulla nostra fronte, sulla nostra volontà e sul nostro cuore. Ci darà egli i suoi doni? Indubbiamente. Come ai Magi diede la santità o, meglio, i sette doni dello Spirito Santo, che come già diceva una profezia, Gesù possedeva in sommo grado, così concederà pure a noi in abbondanza questi doni. «Sopra di lui si riposerà lo spirito del Signore; spirito di sapienza e d'intelletto; spirito di consiglio e di fortezza; spirito di scienza e di pietà; lo riempirà lo spirito del timor di Dio»2. Sono essi che ci fanno santi. I Magi ricevendoli nella loro anima furono convertiti e si santificarono, poiché come osserva S. Agostino, la frase: «Ritornarono ai loro paesi per altra via» indica pure che se ne andarono trasformati e vissero una vita più perfetta, santificandosi. Diciamo dunque a Gesù Bambino che vogliamo i suoi sette doni divini ed egli non mancherà di risponderci. Abbiamo tanto bisogno dello spirito d'intelletto, di sapienza, di consiglio, di fortezza, di scienza, di pietà, di timor di Dio; perciò domandiamoli con insistenza a Gesù, specie durante la santa Messa.
E preghiamo anche tanto per i popoli infedeli. Tutti sono stati chiamati alla fede, ma ancora metà dell'umanità, cioè un miliardo, non conosce il vero Dio.
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Pensiamo ai tanti infelici che pur sono buoni, come ci scrivono dalla Cina3, ma che non conoscono Gesù. Che colpa ne hanno essi? Oggi sarebbe la vera giornata della propagazione della fede4; facciamo quindi carità di preghiera e diciamo: «Ut omnes errantes ad unitatem Ecclesiae revocare et infideles universos ad Evangelii lumen perducere digneris, te rogamus, audi nos»5.
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* Meditazione stampata in CI, 1[939]3. L'autore è riportato come sottotitolo: “Meditazione del Primo Maestro”. La data si ricava dal titolo: 6 gennaio 1939.

1 Mt 2,8.

2 Is 11,2.

3 Allusione ai sacerdoti paolini, don Agostino Ghione e don Giuseppe Bertino che si trovavano in Cina dal 1934, a Shanghai e poi a Nanchino.

4 Nel giorno dell'Epifania si celebra la giornata della Pia Opera della propagazione della fede, della Santa Infanzia, dell'Opera San Pietro apostolo per il clero indigeno.

5 Invocazione delle Litanie dei Santi: «Ti preghiamo perché ti degni ricondurre tutti gli erranti all'unità della Chiesa e guidare tutti gli infedeli alla luce del Vangelo. Ascoltaci».