Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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XV
GESÙ VIA

[125] Stamane abbiamo detto che la direzione spirituale, in quanto è strettamente connessa con la confessione, può venire dal confessore; questa è una direzione assai generica.
Ma la direzione specifica è necessario venga dalla Congregazione stessa che sa come formare i suoi membri. Questa è la vera direzione: unitaria e formativa secondo lo spirito paolino. Per essa guadagnerete tanto tempo. Infatti, supponiamo che doveste recarvi ad Ostia: se prenderete subito la via giusta in men di un'ora vi sarete, mentre se andrete avanti per una via qualunque sarete poi costrette a tornare indietro, perdendo tempo e fatica.
Abbiamo altresì considerato come l'Istituto debba rappresentare Gesù Maestro che disse: «Io sono la Via, la Verità e la Vita»1. Gesù Verità, esso lo manifesta al mondo per mezzo della stampa e Gesù Via, dando l'esempio di quelle virtù religiose che Gesù esercitò per primo. Infatti, egli trascorse trent'anni nel nascondimento per insegnare a noi le virtù domestiche: obbedienza, umiltà, laboriosità.
[126] Obbedienza. «Et erat subditus illis»2. Il Vangelo riassume in questa frase la vita di Gesù nella casetta di Nazaret. Mirabile cosa! Il Creatore dell'universo soggetto a due sue creature! Umiliazione maggiore di quella di un padre che si sottomette al proprio figlio, di un padrone che soggiace ai propri servi! Gesù obbedì perfino ai carnefici quando gli venne ordinato di stendere le braccia per essere crocifisso.
Inoltre, Gesù lasciò esempi di umiltà. Nel presepio si mostrò bambinello, debole, insufficiente a se stesso e perciò bisognoso di aiuto. Quanta umiltà c'insegna da quella greppia, da quella povera capanna solo scaldata dal fiato di due animali, nella sua fuga in Egitto, quasi fosse incapace a difendersi da Erode! Egli, Dio, il Re dei Re!
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Gesù ci dà esempi di profonda umiltà nella sua casa di Nazaret. Povera, misera casa, nemmeno i più poveri hanno un'abitazione simile! Vitto, vestiti da semplice operaio, lavoro per vivere, trattamento da povero artigiano.
Chi avrebbe immaginato, se egli stesso non lo avesse detto, che sembianze sì umili nascondevano il Figlio di Dio?
Contempliamo Gesù negli anni della sua fanciullezza. È ancor tenero bambino e già va ad attingere acqua, già scopa la casa, già serve da garzoncello nella bottega di S. Giuseppe.
Consideriamolo mentre è intento a raccogliere i trucioli3 di legno che cadono dal bancone del padre suo, mentre maneggia la sega e la pialla. Il suo lavoro è continuo fino a trent'anni; prima sotto la guida di S. Giuseppe, poi come capo di bottega.
[127] Gesù è ancora esempio di carità, di mortificazione, d'ogni virtù religiosa e in più d'ogni virtù morale. Quanta bontà in Gesù! Quanta premura per i sofferenti! Nella sua vita pubblica egli guarisce gli infermi, moltiplica i pani, fa camminare gli storpi.
Quanta pazienza nell'educare gli Apostoli i quali si mostrano tardi a capire! Egli è il vero modello dei Maestri!
Esempio di mortificazione. Cibo scarso, lavoro faticoso, contraddetto da tutti, cercato a morte. Ah, la mortificazione di Gesù durante la sua passione! Mansueto come un agnello fu condannato a morte!4.
«Io sono la Via». Non la via dell'alterigia, delle ricchezze, del capriccio! Gesù non disse: Prendete la vostra croce, ma abbracciandola per primo esclamò: «Chi vuol venire dietro di me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua»5.
Che cosa dobbiamo dunque concludere? La vita religiosa deve imitare le virtù di Gesù.
Consideriamo ora tre virtù caratteristiche della vita religiosa: umiltà, pazienza, silenziosità.
Umiltà. Essere umili significa avere un basso concetto di noi stessi, ossia conoscere le nostre piccole miserie e disprezzarci: «Sui ipsius vera cognitio et despectio»6.
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L'umile è descritto da Gesù nella bella parabola del fariseo e del pubblicano. «Due uomini ascesero al tempio a pregare: uno era fariseo, l'altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, così | [128] dentro di sé pregava: O Dio, ti ringrazio di non essere io come gli altri, rapaci, ingiusti, adulteri, come anche questo pubblicano. Io digiuno due volte alla settimana, pago le decime di quanto possiedo. Il pubblicano invece, stando da lungi, non ardiva nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore. Vi assicuro che questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell'altro; perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato»7.
L'umile se riceve dei torti dice: Ne merito di più. Se ha qualcosa da soffrire: Dio mi usa misericordia. Se è tenuto in disparte o dimenticato, dice: Va bene, questo è il mio posto. E si trova veramente al suo posto. L'umile, quando prega, muove il cuore di Gesù a misericordia, perché Gesù resiste ai superbi e dà le sue grazie agli umili8.
«Qui se exaltat humiliabitur et qui se humiliat exaltabitur»9. L'umiltà è dunque la virtù che ci rende grandi davanti a Dio. L'umile, quando prega, quasi non osa alzare i suoi sguardi al cielo ed è stupito che Dio lo sopporti. S. Caterina da Siena di tanto in tanto guardava la casa in cui abitava e si meravigliava nel non vederla sprofondare per i suoi peccati.
L'umile ama sentire le opinioni degli altri, sta sempre bene quando è dimenticato e si trova a disagio quando qualcuno lo loda.
Disse Gesù ai farisei che nei conviti cercavano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non ti mettere al primo posto, ché forse non sia invitato uno più degno di te e chi ha | [129] invitato te e lui non venga a dirti: Cedigli il posto; e allora tu non cominci a stare con vergogna all'ultimo posto. Ma quando sei invitato, vatti a mettere nell'ultimo posto affinché, venendo chi ti ha invitato, ti dica: Amico, sali più in su. E allora ne avrai onore presso tutti i commensali»10.
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L'umile, in una famiglia religiosa, fa l'ufficio dell'olio. L'olio si mette alle macchine perché non si consumino gl'ingranaggi con l'attrito. L'umile in comunità toglie gli attriti, dissipa i malintesi, è un elemento di pace.
L'umile è simile alla viola mammola che si nasconde fra le erbe ed è pur sempre tanto bella nel suo colore, nel suo profumo. Nessuna moneta al mondo potrà mai pagare l'umiltà. D'un cuore umile tutti sono amici. L'umile è ricercato. Nei giorni in cui tutto va bene, i superbi si fanno largo per comparire, mentre l'umile preferisce far la parte di Marta11.
L'umile verrà cercato nel giorno del dolore da chi ha bisogno di far le confidenze, da chi ha l'anima agitata.
Beata umiltà! Maria santissima riconosce che questa virtù è il principio di ogni sua gloria: «Respexit humilitatem ancillae suae, ecce enim ex hoc beatam me dicent omnes generationes»12. Infatti fu la grande umiltà che attirò alla Madonna le predilezioni di Dio il quale la scelse a Madre sua: «Virginitate placuit, humilitate concepit»13. Spesso basta una figliuola umile per rendere un ambiente sereno, pieno di gioia e di pace, come basta una figlia altera per far sentire a tutti un certo peso, una strana molestia, spesso una tristezza invincibile.
[130] Pazienza. Oh, santa pazienza... là; ci siamo!
Perché si dice santa? Perché la pazienza fa i santi. Difficilmente si dice santa obbedienza, santa castità. E santa pazienza l'avete detto qualche volta? Avete soprattutto esercitato questa virtù? La facciamo praticare, ovvero la pratichiamo noi!? Se la pratichiamo, facilmente ci accorgiamo che esiste, ma se la facciamo praticare, il più delle volte non vi pensiamo. Lo vedremo poi il giorno del giudizio. Al giudizio i più grandi saranno i veri pazienti, coloro che avranno imitato Gesù che sale il Calvario portando la croce: «Jesus patiens»14.
Vi sono persone che pare abbiano fatto il proposito di sopportare
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tutto ed altre che pare l'abbiano di farsi sopportare. In una casa religiosa non mancano gli incomodi. Nella pietanza v'è la parte più scadente; fra la biancheria, la più rammendata; fra le scarpe, le meno nuove..., ma spesso tutte le privazioni sono di una sola, dell'anima innamorata di Dio che trova tutto sufficiente per sé. Se non vigilate, vedrete che gli avanzi sono sempre i suoi, che la biancheria più logora è la sua, il vestito più scolorito il suo, i lavori più faticosi sono i suoi. Oggi si ha un po' di libertà? Bene, essa ne approfitta per far maggiore pulizia alla casa. Le altre vadano pure al riposo, non si stanchino se no diverranno ammalate... Lascino fare a lei che è resistente, che non patisce il sonno!
Ah, le cose piccole sono proprio di quell'ape industriosa la quale non conosce le grandi virtù! Essa sa fare solamente delle piccole cose, ma queste tante piccole cose messe insieme formano una | [131] gran cosa: il continuo martirio quotidiano. Ape industriosa, cara a Dio e preziosa in una famiglia; cara agli angeli e agli uomini! Sì, sì, ve ne sono di queste anime!
La pazienza è più che la fortezza. Ci vuol pazienza per essere forti! «Melior est vir patiens viro forti: È da preferirsi l'uomo paziente all'uomo forte»15.
Perché non riesci, butti là... E chi è che riesce senz'altro nelle cose? Non essere impetuosa, non forzare la mano alla Provvidenza!
Ma vi è quella tal difficoltà!. Aspetta che si sciolga. Per questo molte opere si incominciano, ma poche se ne portano a termine! Occorre un grande spirito di sacrificio e di mortificazione.
Silenziosità. Gesù è il gran modello dei religiosi specialmente nella sua vita nascosta in Nazaret. La vita religiosa copi dunque costantemente gli esempi di Gesù in famiglia. Questo faranno le Figlie di San Paolo. E le loro case grandi o piccole saranno nidi di virtù. Istituto di fede è adunque il vostro; istituto di santificazione. Santificate la vita quotidiana imitando sempre meglio Gesù, perché si manifesti in voi la sua vita: «… donec formetur Christus in vobis»16.
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1 Gv 14,6.

2 Lc 2,51: «E stava loro sottomesso».

3 Originale: truccioli.

4 Cf Is 53,7; Ger 11,19.

5 Mt 16,24.

6 Cf Imitazione di Cristo I, II, 2: «Vera conoscenza e disprezzo di sé».

7 Cf Lc 18,10-14.

8 Cf 1Pt 5,5.

9 Lc 18,14: «Chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato».

10 Cf Lc 14,8-10.

11 Cf Lc 10,40.

12 Lc 1,48: «Ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata».

13 Cf S. Bernardo, Lode alla Vergine Madre, Omelia 1, n. 5: «Piacque (a Dio) per la sua verginità, ne divenne madre per la sua umiltà».

14 «Gesù paziente».

15 Cf Pr 16,32 (Volgata).

16 Gal 4,19: « ... finché non sia formato Cristo in voi».