Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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CARITÀ VERSO DIO

[83] Approfittiamo dei santi Esercizi, grazia straordinaria che il Signore ci concede per la santificazione dell'anima nostra! Gli Esercizi sono otto giorni, i più fortunati di tutto l'anno; non sono | [84] i più fortunati i giorni di Pasqua, di Natale e di Pentecoste, ma i giorni degli Esercizi perché giorni di grazie particolari. È bene che durante l'anno si celebrino quelle solennità, ma più di tutto si curino questi giorni. Sì, molto silenzio, preghiera; non parlare cogli uomini ma con Dio.
Silenzio e silenzio profondo! Non si mettano vicine quelle che sono inclinate a scambiarsi le impressioni. Non si trattino le cose della Congregazione, delle librerie, delle case e soprattutto si osservino i segreti d'ufficio.
Negli Esercizi di S. Ignazio si legge, fra le avvertenze, che è bene non versarsi nemmeno il vino in tavola perché, anche così piccolo atto, può essere una distrazione.
O Figliuole di San Paolo, specialmente le Maestre e le suore della propaganda, la vostra lingua che di solito accumula tanti meriti col parlare, ora ne accumuli tacendo! Mi pare che anche la comunità abbia dato speciale importanza a questi giorni. Si è voluto vi radunaste a Roma nonostante le ingenti spese, si è voluto riassumere tante cose per rinfrescare le memorie! Quelle specialmente che dovranno guidare, approfittino, si nutrano bene! In certe case sarebbe utile fare un passo avanti. Approfittate della parola di Dio e ricavate il maggior frutto da questi giorni santi!
Ora consideriamo la carità verso Dio.
Che cos'è la carità verso Dio? È l'amore a nostro Signore, che si può manifestare in tanti modi.
Vi sono anime che amano molto la santa Madonna. L'amore alla santa Madonna è amore verso Dio. Noi l'amiamo perché sappiamo che l'affetto per | [85] Maria santissima è anche per il Signore. Amate pure la Madonna, senza timore di volerle troppo bene!
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Altre anime amano tanto la Comunione e fanno di essa, della santa Messa e della Visita il centro della loro vita.
Alcuni santi hanno amato il Crocifisso, altri il Sacro Cuore. Queste divozioni sono belle manifestazioni di amor di Dio.
L'amore alle piaghe di Gesù, ai diversi misteri della passione è amor di Dio. Se queste divozioni vi servono, usatele pure. E se a voi giova, siate pure tanto divote dello Spirito Santo!
Avete timore del peccato? Siete nell'amor di Dio.
Vi sono anime che sono divote della santa volontà di Dio. Per farle star contente bisogna dir loro: Ciò è volere del Signore. Va tanto bene; quando si arriva alla perfetta conformità con la volontà di Dio e si sa pregare, si è giunti all'amor pieno, all'amore più vero. Amiamo il Signore con tutta la mente, la volontà e il cuore. Imitiamo specialmente quelle sante anime che all'amore per la divina volontà aggiungono il dolore dei peccati ed una vera predilezione per la sacra Scrittura. Sebbene tentate sulla fede esse lottano e vivono di principi1 soprannaturali.
Ricordiamo poi che nell'altezza e nella profondità dell'amor di Dio si può sempre crescere. S. Paolo dice che le dimensioni dell'amor di Dio sono quattro: lunghezza, larghezza, altezza e profondità2.
Lunghezza perché la carità non ha fine nemmeno con la morte. Larghezza perché l'amore di Dio è senza confini. | [86] Altezza e profondità sono tanto maggiori quanto più si tende a Dio ed è perfetto il dono di noi stessi al Signore.
Questa carità verso Dio può avere, come abbiamo veduto, le più svariate manifestazioni. In tutte però si nota come essa sia ben diversa da quel complesso di semplici pratiche di pietà, a volte buone, ma che sono soltanto mezzi di santificazione.
L'amor di Dio è un dono soprannaturale il quale cresce con l'esercizio. Vedete le cuoche: se non hanno zolfanelli non possono accendere il fuoco ma, acceso che esso sia, lo fanno divampare.
È necessario che lo Spirito Santo accenda l'anima. La carità è dunque un dono soprannaturale infuso dallo Spirito Santo
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per mezzo del santo Battesimo ed accresciuto dagli altri sacramenti. Ma io sento sempre lo stesso amor di Dio, sia che m'accosti alla Comunione, sia che ne resti priva. Il sentire non vuol dir nulla. Questo fuoco può crescere in modo poco sensibile, sempre però viene dallo Spirito Santo il quale l'aumenta nell'anima in grazia, specialmente quando questa s'accosta ai santi sacramenti. Molte volte si crede vi sia grande amor di Dio nelle opere che si fanno per entusiasmo, mentre lo Spirito Santo è più abbondante nelle opere compiute con sacrificio, come quando Gesù accettò dal Padre l'amaro calice. Perché il tesoro è più nascosto, non vuol dire che manchi e non si può dire che non c'è quando si custodisce gelosamente.
L'amor di Dio non solo è dono dello Spirito Santo, ma è anche frutto di lavoro. Ogni volta che una persona fa la Comunione, ogni volta che | [87] si applica all'adempimento esatto dei propri doveri, lo Spirito Santo cresce in lei prendendo possesso di tutte le potenze della sua anima.
Carità, grazia e merito sono la stessa cosa: amor di Dio. La gloria poi è il merito svelato.
La carità verso Dio è importante perché è il compendio di tutte le virtù di cui è fonte lo Spirito Santo: «Fructus autem Spiritus charitas»3. Infatti la fede è destinata a mantenere viva la speranza e la carità; e la speranza eccita la carità.
Certe anime compiono tutte le loro azioni per il Paradiso. Esse sono astute mercantesse.
Se si arriva ad amare il Signore per se stesso più che per la felicità che ne viene a noi, si ha la carità perfetta. La casa è perfetta quando è abitabile. Tutti gli atti che si fanno in precedenza (compera del terreno, dei laterizi, ecc.) sono mezzi per raggiungere il fine.
Lo stato religioso è il perfezionamento della carità perché termina al cielo. Si cesserà di credere, cesserà la speranza, e che cosa resterà? La carità. «Tria haec: fides, spes, charitas. Major autem est charitas»4. «Charitas manet in aeternum»5. Ciò
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che rimane in Paradiso è l'unione con Dio. Nell'unione l'anima consegue ed ama ciò che ha bramato.
A che vale il martirio se non si ha la carità? Non valgono le elargizioni e le elemosine, non gli atti più grandi di generosità.
La carità ci riveste di Gesù Cristo e: «Qui manet in me et ego in eo hic fert fructum multum»6.
La vite è Gesù: noi siamo rami innestati nella vite. Ora, è la carità che ci innesta in Gesù Cristo. | [88] La carità ci trasforma in altri Gesù, cosicché in verità Gesù dice: Io predico quando parlano i predicatori; Io soffro quando soffrono i martiri.
Qualunque buona opera fatta in grazia acquista un gran valore in quanto noi siamo innestati in Gesù Cristo e per lui in Dio: «Si quis diligit me… ad eum veniemus et mansionem apud eum faciemus»7.
A nulla varrebbero tutte le giaculatorie di questo mondo senza la carità.
Gesù disse a S. Paolo sulla via di Damasco: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?»8. Saulo non aveva perseguitato Gesù Cristo in persona, però aveva perseguitato i cristiani, membra del Corpo mistico di Gesù stesso. Vedete quanto è perfetta la carità? Essa ci unisce a Gesù Cristo e ci fa suoi membri; inoltre, ci rende templi dello Spirito Santo.
La Comunione porta in noi l'umanità di Gesù per poco, ma la presenza della Divinità è continua nell'anima in grazia. «Non vogliate contristare lo Spirito Santo che è in voi»9 dice S. Paolo. L'anima in grazia ha Dio e Dio è in lei. Essa diviene un vero Cristoforo, ossia una apportatrice di Gesù. Il suo cuore è un tabernacolo con la differenza che nel tabernacolo vi è sempre Gesù Dio e uomo, mentre nel cuore umano, una volta consumate le specie eucaristiche, vi è solo la Divinità.
La carità è il fine di tutto, ci unisce a Dio, e rende l'anima felice. Anche in mezzo ai dolori si vive contenti con Gesù, tanto più se si pensa che il dolore è sorgente di meriti, quindi favorisce
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| [89] la nostra unione con Dio. Ah, l'anima che ama Dio, quanti conforti avrà anche in mezzo alle tribolazioni!
È assai commovente la visita al carcere Mamertino10 ove dimorò stretto in catene il nostro padre S. Paolo. Che cosa dolce è restar lì in preghiera per una Figlia di San Paolo! Ebbene, è in quel carcere che egli scrisse: «Sovrabbondo di gaudio in ogni mia tribolazione»11.
In un'anima che corrisponde alla divina vocazione e ogni anno migliora, la carità va sempre aumentando e quando verso la fine della vita le verranno meno le forze, essa sentirà più vicino il momento in cui si unirà al suo Dio.
S. Francesco Saverio12 infiammato d'amore anche nelle ore del riposo, diceva con famigliarità a Dio: Signore, lasciatemi dormire!, tanta era l'abbondanza dell'affetto del suo cuore.
L'amor di Dio cresce assai negli Esercizi spirituali. Alcune volte però verso la fine si è un po' inclinati alla dissipazione. «Non in commotione Dominus: Il Signore non viene nella commozione»13, ma nel silenzio. Viene quando l'anima è aperta, quando il cuore è docile.
Una volta tolto l'impedimento del peccato nella confessione, sembra che lo Spirito Santo voglia porre l'anello in dito all'anima purificata; lasciatevi lavorare molto dalla grazia. Siate docili. Il Signore è misterioso nelle sue vie. A volte, in un momento manda degli sprazzi di luce così potenti che servono ad illuminare tutta una vita. Alcune anime, ad esempio, dopo la professione, sembra tocchino il cielo. Altre, nel silenzio, tendono continuamente l'orecchio, per sentire la voce del Signore. Le pioggerelline ammolliscono la terra | [90] facendole del bene, mentre gli acquazzoni sono a volte dannosi.
E chi amerete voi? Il giorno della professione avete detto: «Il Signore è la porzione della mia eredità»14. La religiosa che di continuo corrisponde alla grazia è un vero giardino fiorito,
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ma non sarà più tale se darà adito alla dissipazione. Essendo la carità il fine della vostra professione, vedete se vi è lecito fermarvi!
Datevi a Dio, non dite mai di no, al Signore bisogna sempre dir di sì! Questo è un gran segreto per crescere nei meriti man mano che passano gli anni. Non dev'essere il più fervoroso della vita il giorno della professione, sebbene l'ultimo!
In Paradiso quanto sarai in su? Quanto sarai salita sulla terra. Oh, la religiosa tiepida, quanto male arreca a se stessa! Carità e tiepidezza sono opposte tra loro. La tiepidezza nel sacrificio, nell'adempimento dei nostri doveri, ci rende nauseanti dinanzi a Dio. S. Agostino dice che il tiepido diviene simile al vomito. Del resto questa espressione la troviamo anche nella sacra Scrittura15.
Mai tiepidezza! Esaminatevi: confessandovi, ogni sabato, sentite crescere in voi il fervore sino all'altro sabato? Ovvero verso il giovedì siete meno fervorose? Il fervore che segue la Comunione dura fino alla sera? Fate come si fa per il fuoco. Se verso le dieci del mattino il fuoco illanguidisce, riattizzatelo con giaculatorie, con comunioni spirituali. E se dopo quattro mesi dagli Esercizi venisse meno il fervore, si faccia qualche mortificazione che costi.
Crescete sempre più nell'amor di Dio. Il Cuore sacratissimo di Gesù accenda col suo fuoco il | [91] nostro cuore, poiché egli disse: «Ignem veni mittere in terram: Son venuto sulla terra a portare il fuoco dell'amore»16.
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1 Originale: principii.

2 Cf Ef 3,18.

3 Gal 5,22: «Il frutto dello Spirito invece è amore».

4 1Cor 13,13: «Queste le tre cose che rimangono: la fede, la speranza, la carità. Ma di tutte più grande è la carità».

5 1Cor 13,8: «La carità non avrà mai fine».

6 Gv 15,5: «Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto».

7 Gv 14,23: «Se uno mi ama... noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui».

8 At 9,4.

9 Cf Ef 4,30.

10 Carcere situato presso il Foro romano, alle pendici del Campidoglio.

11 2Cor 7,4.

12 Francesco Saverio (1506-1552), gesuita spagnolo, missionario in India e Giappone.

13 Cf 1Re 19,11.

14 Cf Sal 16,5.

15 Cf Ap 3,16.

16 Cf Lc 12,49.