Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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ANNO VII — 20 Luglio 1925 — Bollettino Mensile - Conto Corrente colla Posta


UNIONE COOPERATORI
BUONA STAMPA


Alba — Scuola Tipografica Editrice — Alba

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UNIONE COOPERATORI BUONA STAMPA


Opus fac Evangelistae (II Tim. IV - 5).



LA SOLENNITÀ DI S. PAOLO


Alba si è veduta quasi inconsapevolmente portata a festeggiamenti nuovi, simpatici, concordi: «Le feste di San Paolo».
S. Paolo è un santo che esercita attrattive speciali sul cuore e sulla mente dei popoli. Egli ha del Cuore e della mente del Divin Maestro compreso gli intimi sensi: e del cuore e della mente dei popoli col Vangelo e colla grazia si è fatta una conquista imperitura; egli fu e resterà nei secoli come una calamita potente che attirerà dolcemente e fortemente le nazioni.
Motivo? Egli si è trasformato in Cristo e partecipa quindi del suo potere.
È stata la festa dei Cooperatori che sono 12 mila sparsi un po' dappertutto.
È stata la festa di tutti gli offerenti per la Chiesa nuova: e sono già tanti gli offerenti!! Tra il banco di beneficenza ed i sottoscrittori crediamo essere sotto il vero, calcolandoli 25 mila.
È stata la festa degli Amici della Casa che tanto si interessano: col cooperare alle vocazioni, col dare offerte, colle preghiere. È stata la festa di quelli che sono abbonati ai periodici della Casa: per esempio «L'Aspirante» ha 18.000 lettori, il Giornalino 25.000, Vita Pastorale, 11.000, i Bollettini oltre 160.000 ecc. ecc.
È stata la festa degli ascritti all'Opera delle Duemila Messe, la festa dei divoti di S. Paolo, la festa dei parenti degli Alunni, dei Benefattori tutti. Essi sono sparsi un po' dappertutto: Italia, Francia, Svizzera, America.
Alba ha consacrato a S. Paolo il borgo principale e più bello della città: nel luogo dove S. Paolo ha posto la cattedra del suo apostolato per la Buona stampa, e la sede delle sue misericordie e delle sue grazie.
La solennità di S. Paolo è stata festa cittadina: tutte le autorità erano unite in Comitato d'onore. Vorrei dire: è stato un tributo grandioso di riconoscenza dei poteri e del popolo a San Paolo, l'Apostolo chiamato a conquistare il cuore delle genti: e questo fascino S. Paolo ha esercitato quest'anno. E vi dominò anche lo spirito di San Paolo: mentre ebbe lustro dalle autorità, interesse dalla fiera, divertimento dai tornei, allenamento e vita dalle corse: e le alte cariche cittadine, e il Reggimento e gli ufficiali, e l'Unione
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Sportiva e il Comizio Agrario si unirono al Comitato nell'intento della buona riuscita, e le case imbandierate, e i pennoni della gran piazza, e l'illuminazione delle vie, e i fiori al monumento e i concerti di ogni giorno emovevano a letizia: non giochi di risse, non sporcizia di balli, non versi di ubriachi deturparono gli onori che si intendevano tributare a S. Paolo: che anzi: le lezioni del Vangelo, i misteri della Redenzione, messi in scena nel «Dramma di Cristo» di Umberto Mozzato, riuscirono il godimento maggiore della importantissima festa.

L'APOSTOLO SAN PAOLO


SANPAOLO è chiamato:
La Voce di Dio (S. Giov. Grisost.).
Gran vascello dello Spirito Santo (Dante).
Va so d'Elezione (Lo Spirito Santo).
L'Apostolo delle genti (I cristiani).
Dottore dei gentili (La Chiesa).
Maestro del mondo (S. Agostino).
Tromba di Cristo (S. Giov. Grisost.).
«L'umanità sarà sempre più orgogliosa per una lettera di S. Paolo, che per tutte le pagine dei migliori ingegni, dei più smaglianti scrittori» (Bossuet).
S. Giovanni Grisostomo amava teneramente S. Paolo. Lo chiamava:
Anima celeste,
Dottore delle Genti,
Lingua del mondo,
Dottore esimio,
Più illustre di tutti i re,
Paraninfo di Cristo,
Pronubo di Cristo,
Vaso di elezione,
Voce della terra che vola sul cielo e sul cielo dei cieli,
Che supera le cose celesti, le terrestri, le presenti, le future, quelle che sono e quelle che non sono,
Dottore del mondo,
Terribile ai demoni,
Medico,
Che corre sopra e sotto, che va in Paradiso, che ascende al terzo cielo,
Ninfa ornata,
Più onorato dei re,
Più ricco dei ricchi,
Più forte di un esercito,
Più sicuro di una fortezza,
Pieno di grazia,
Tempio di Dio,
Bocca di Cristo,
Lira dello Spirito Santo,
Maestro dei fedeli,
Muro che mai cade.
L'amore di S. Paolo, diceva, mi fa saltare. Io brucio di amore per questo uomo.
La lingua di Paolo supera in dolcezza il miele più soave: il solo pensare a Paolo mi ridona la fiducia. Le sue lettere sono metalli e sono fonti. Metalli che ci rivelano ricchezze più preziose dell'oro: fonti che mai vengono meno; più v'attingi e più vi puoi attingere.
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BENEDIZIONE E POSA DELLA PIETRA FONDAMENTALE
DEL TEMPIO A S. PAOLO


La Domenica 28 giugno, alle ore dieci, presenti le Autorità Politiche, Cittadine, Militari, Giudiziarie, i Cooperatori B. Stampa, e il Comitato dei festeggiamenti a S. Paolo, S. Ecc. Mons. Giuseppe Francesco Re, Vescovo di Alba, benedisse e pose la pietra fondamentale della nuova Chiesa a S. Paolo.
Mons. Vescovo arrivò sull'automobile dell'amico Sig. Sinistrero: le Autorità e il Comitato dei festeggiamenti già erano presenti sull'area della nuova Chiesa.
San Paolo vi attirò un numerosissimo popolo: da Alba e dai paesi dell'Albese, e da paesi lontani: e vennero per ossequio a San Paolo e per divozione. Mons. Vescovo celebrò il Rito: e benedisse la pietra, e suggellò il sepolcreto, e la pergamena, che firmò Lui e firmarono con lui le autorità e il Comitato, e i padrini e i costruttori e la Società San Paolo. Era padrino il Cav. Montanaro Sebastiano e madrina la Signora Ester Vico: e la pietra fu collocata; il capomastro Barberis la murò sul fondamento: assisteva pure l'ing. Gallo Giuseppe, architetto, e sulla pietra fu murato il
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mattone della porta Santa di S. Paolo a Roma, aperta nell'anno santo 1925: e il Vescovo l'aperse: e asperse le fondamenta e l'area, e il posto dove sorgerà l'altare maggiore, in mezzo alla Chiesa, determinato dalla Croce issata nel centro: e mentre il Vescovo benediceva, e i Sacerdoti salmodiavano le lodi di Dio, e lo invocavano propizio sulla nuova Casa di orazione, i chierici e gli alunni di S. Paolo, e le Figlie e le Suore, pregavano la misericordia di Dio e la copiosità dei suoi doni e il patrocinio di S. Paolo sulla Chiesa della buona stampa. Mons. Vicario, Abate Molino, celebrò all'aperto, sull'area della Chiesa, la S. Messa sull'altare innalzato nel fondo, ben visibile e ben ornato.

IL TEMPIO A SAN PAOLO

Il disegno è dell'illustre Ing. Giuseppe Gallo, tra i principali artisti di sacre costruzioni: il lavoro di costruzione viene eseguito dall'impresario capomastro Barberis Giovanni Battista.
Riproduciamo la pianta, sebbene incompleta, persuasi che lo slancio di amore che i Cooperatori Buona Stampa hanno finora mostrato, verrà anche maggiormente acceso dai solenni festeggiamenti per la benedizione e posa della pietra fondamentale.
Lo stile è basilicale: atto a ispirare divozione e raccoglimento, pur rimanendo possibile un graduale compimento. Perciò l'altare delle funzioni più importanti
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dovrebbe essere nel centro della Chiesa; eretto a modo di tavola, sormontato da baldacchino, portato da quattro colonne.
Esso avrà un sotterraneo ampio circa 1600 mq. e alto m. 4. La lunghezza massima all'interno sarà di m. 60; la lunghezza esterna di m. 67, oltre la sacrestia di m. 714. La larghezza massima interna sarà di m. 41, e la esterna di m. 43. La larghezza della facciata sarà di m. 40; e la facciata comprenderà a destra l'entrata alla Società San Paolo, a sinistra alle Figlie di San Paolo. L'altezza interna sarà di m. 32; l'altezza della facciata di m. 28. La superficie interna del pavimento sarà di mq. 1650 e, compresa la sacrestia, di mq. 1750 circa.
Avrà, oltre l'altare al «Divin Maestro» otto cappelle per le principali divozioni della Casa: Regina degli Apostoli, S. Paolo, S. Giuseppe, Anime del Purgatorio, Angelo Custode, ecc.
Sarà aperta al pubblico specialmente per comodità di accostarsi al Sacramento della penitenza: vi si farà l'adorazione continuata, notte e giorno innanzi a Gesù esposto; servirà particolarmente per il servizio religioso della Pia Società San Paolo, di cui sarà il centro di Via, Verità e Vita.
Sarà la Chiesa della Buona Stampa, e dei giornalisti cattolici.
Per questo vien costruita in modo che per mezzo di coretti e di aperture si possa rimanere come in continua comunicazione col Divin Maestro.

Sacre Ordinazioni

Lunedì solennità dei Ss. Pietro e Paolo, S. E. Mons. Vescovo teneva solenne ordinazione nella cattedrale e promoveva pure al diaconato il suddiacono Paolo Bartolomeo Marcellino della Pia Società S. Paolo.
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L'ARTICOLO DEL DOTTOR VICO


Il Dottor Cav. Uff. Vico Giovanni è dei primissimi, e maggiori Cooperatori di S. Paolo.
La Casa deve per il Dottor Vico molto ringraziamento a Dio: da principio infatti quando in Casa si era in due, ad ora che si è in quattrocento, il Dottor Vico ha sempre prestato gratis e per motivo di carità cristiana la sua assistenza sanitaria paterna, preziosissima e valentissima. Oltre tutto l'appoggio morale.
Il Dottor Vico è Sindaco di Alba.
È ancora tutto pieno di buona volontà, e di generoso desiderio di continuare l'opera sua. Un malore improvviso lo colse: le molte preghiere dei molti amici, ottennero da Dio la grazia della salute. La Pia Società San Paolo e i Cooperatori erano uniti a queste preghiere: Il Dottor Vico confidò assai e confida nella protezione di San Paolo.
Doveva essere il Padrino della Pietra fondamentale: all'ultimo momento il medico curante non lo credé opportuno.
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Doveva pure tenere il discorso: e, appena convalescente, dettò al figlio i pensieri che avrebbe voluto esprimere al pubblico.
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Il Convegno dei Cooperatori B. Stampa


Più che un convegno è stato una visita di famiglia.
Una visita dei cooperatori alla loro Chiesa, alla loro Società San Paolo: una conoscenza nostra con loro.
E gli amici che vennero a visitare San Paolo pregarono con noi: presero il cibo della Divina Provvidenza con noi: e vi fu in Casa anche per loro un posticino per riposare. Doveva essere così.
La solennità di San Paolo sorpassava i confini di Alba, della Diocesi, del Piemonte e dell'Italia. Il cuore di quindicimila Cooperatori della Pia Società San Paolo batteva in quel giorno col nostro cuore: rivolgeva ad Alba l'affetto a S. Paolo, di dove ricevono il bollettino dell'Unione Cooperatori: e dove è il centro della preghiera e delle grazie per loro.
Le adunanze e conferenze si tennero nell'attuale Chiesa di S. Paolo: nel mattino e nel pomeriggio di lunedì e di martedì: due ogni giorno. Vi furono cooperatori di Alba costanti ad ogni adunanza: vi furono cooperatori che vennero con sacrificio di tempo e di spesa da lontano, in questi giorni di pressione assillante dei lavori. Avranno il merito.
Il tema delle conversazioni famigliari è stato la nostra carissima Unione Cooperatori Buona Stampa.
E prima il Superiore della Pia Società San Paolo rivolse a tutti gli amici, a nome di San Paolo, il saluto affettuoso e paterno: e li invitò a considerare e a visitare quanto già la misericordia di Dio ha fatto per mezzo loro, e quanto ancora vuole compiere la divina bontà: e li incoraggiò a sperare il premio degli apostoli, assicurandoli che la famiglia
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della Pia Società San Paolo continuamente prega per loro il Signore.
Si conversò quindi sui vari argomenti, e furono quattro.

1. L'Unione Cooperatori Buona Stampa.

Abbiamo discorso famigliarmente della sua origine e del suo sviluppo.
Due chierici che avevano messo in mano al sig. Teologo tutte le loro preghiere: una signora che veniva due volte la settimana a correggere le bozze e scriveva articoli da pubblicare: un pio sacerdote di vasto e profondo sapere, che venne a far scuola: un contadino che offrì alla Casa la prima somma di danaro furono i primi elementi della famiglia dei cooperatori: che oggi diventa sempre più numerosa ed affezionata.
Abbiamo pure discorso sui doveri dei cooperatori: e sui vantaggi.
I doveri sono i tre che si conoscono: dovere della preghiera, dovere dell'aiuto materiale, dovere dell'aiuto morale.
Si ricordarono molti esempi di cooperatori veramente esemplari in ciascun dovere: e si fecero rilevare alcune cose importanti. E cioè: che non tutti potranno cooperare ugualmente in tutti tre i campi dell'apostolato dei cooperatori, ma tutti in qual cosa possono cooperare, e prima di tutto pregare: che poi l'essere entrati nell'Unione Cooperatori Buona Stampa è una grazia che Dio ci ha fatto nella sua misericordia infinita e nel suo amore eterno ed è la nostra via: e sentiamoci perciò affezionati, e contenti: che per questa via Dio ci ha chiamati a far del bene e a salute: in ultimo si rilevò i frutti che producono i cooperatori dove sono in sezione Trieste, Benevello, ecc.
I vantaggi sono non valutabili; perché
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sorpassano di assai i meriti ordinari: vi sono le indulgenze: vi sono le preghiere: vi è il merito dell'apostolato promesso da Dio a chi coopera coll'apostolo: vi è il bene, la grazia di Dio che si comunica a tutti: e questa grazia è grande perché la stampa oggi è regina; e forma le coscienze, ed è la grande arma di evangelizzazione e di difesa della Chiesa.
L'Unione Cooperatori è il gran mezzo e il corpo sano e forte della missione della buona stampa, cui Dio ha chiamato la Pia Società S. Paolo.

2. La cooperazione di preghiere.

È la più necessaria, la principale, che dà anima e incremento a tutto l'apostolato dei Cooperatori.
È viva nell'unione Cooperatori: uomini cooperatori anche commercianti e industriali offrono la Comunione quotidiana: donne sofferenti, malati, persone che faticano assai, offrono le pene, i travagli, il lavoro in ispirito di preghiera per i fini della Pia Società San Paolo: lavorano perciò e soffrono con pazienza, con retta intenzione, tenendo lontano il peccato: è una preghiera vitale. I primi poi a beneficare delle preghiere sono gli stessi cooperatori: perché prima di tutto la buona stampa deve santificare i suoi membri.
E qui si è fatto un rilievo importante: che il Signore fa trovare tutti gli aiuti e le grazie necessarie ad una persona nella via in cui l'ha messa lui: perciò i Cooperatori nelle divozioni dell'Unione, nella divozione a S. Paolo, nelle preghiere dei Cooperatori avranno tutti gli aiuti spirituali e materiali che loro occorrono: Dio fa le cose complete: provvede all'anima e provvede alla vita terrena, perché sia ordinata e prepari anche al corpo la vita eterna. Questo il motivo per cui da S. Paolo i cooperatori ottengono quanto loro fa bisogno: grazie spirituali e temporali, quello insomma che è necessario.
Leggiamo infatti ogni volta sui bollettini, come sono svariati e molti i casi che si raccomandano all'Unione di preghiere dei Cooperatori.
La cooperazione di preghiere ha il suo centro e la sua forza maggiore nell'Opera delle Ss. Messe, che ora sono duemila: cui partecipano tutti i Cooperatori, e quanti si uniscono ad essi coll'offerta di lire 10 una volta per sempre. Sul progredire e del frutto delle Messe per ogni necessità si discorse più a lungo.

3. Cooperazione di offerte.

Si passarono, con vivo senso di gratitudine, in una specie di rassegna le molte vie e i mezzi ammirevoli di cui la Divina Provvidenza si è fin'ora servita per alimentare, diciamo così, la sua Casa.
Si constatò come ogni mezzo sia stato invenzione dei Cooperatori.
Dei quali alcuni portano direttamente per motivo di carità somme di denaro grandi o piccole: o portano i frutti della terra, offerte in natura.
Altri fanno depositi a titolo di mutuo, o con capitale a fondo perduto, e ritirano gl'interessi.
Altri portano offerte per avere preghiere, per grazie ricevute.
Altri desiderano aiutare la formazione e lasciarsi in eredità un Sacerdote della buona stampa: e ne pagano la pensione mensile, o dan mano alle borse di studio.
Altri offrono oro, argento, indumenti sacri per la cappella.
Ora le offerte si concentrano particolarmente a favore della Chiesa a San Paolo.
I cooperatori leggono nelle rubriche di ogni bollettino la storia della misericordia di Dio e della corrispondenza alla grazia dei molti amici.
Le offerte e i depositi a San Paolo sono un atto di fede e di religione: si affida o si dà al Padre Celeste, per ricevere di nuovo dalle sue mani, per riprendere da Lui, quanto si ha bisogno: e quanta contentezza Dio infonde a quelli che danno o che imprestano: vi sono perciò cooperatori che si sono spogliati di tutto.
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4. La Cooperazione di opere.

L'opera dei Vangeli, l'opera dei bollettini parrocchiali, l'opera delle biblioteche, l'opera dei depositi e rivendite, l'opera della stampa antiblasfema... poi la cooperazione della propaganda, cooperazione nello scrivere i bollettini, i libri, tradurre, correggere... molti cooperatori possono con tempo, con efficacia interessarsi dell'una o dell'altra: si videro delle vie pratiche e degli esempi.
Abbiamo specialmente discorso nelle vocazioni: è in dovere dei cooperatori dare alla missione della buona stampa prima di tutto delle vocazioni: il dovere è principalmente dei cooperatori sacerdoti.
Vocazioni di giovanetti, vocazioni di figliuole: piccole e adulte; vocazioni di suore adoratrici.
È pure una impareggiabile eredità che si lasciano i cooperatori: un missionario o una missionaria della buona stampa, che continuerà l'opera loro e ne moltiplicherà i frutti, e ingemmerà di anime la loro corona nel Cielo!
Fortunati i genitori cui Dio chiama un figlio o una figlia! Diffondere l'idea della vocazione religiosa alla buona stampa: non trascurare i giovinetti e le figliuole che in Chiesa, in confessione, al catechismo, per via, a scuola, in casa, mostrano segni speciali di pietà, di studio, di condotta, di serietà: questi segni sono indici di grazie speciali: e di chiamate speciali: una vocazione trascurata ci può rimordere assai: certe parrocchie sono poi assai feconde di vocazioni, perché si accudiscono.

Parola di chiusa.

S. Paolo ebbe i suoi cooperatori: e li formò a ciascuno dei tre doveri di cooperazione, come i cooperatori della buona stampa: i quali sono i nuovi cooperatori di S. Paolo: che tengono il posto di quelli di allora.
Noi abbiamo assieme visto che San Paolo dai suoi cooperatori chiedeva preghiere, chiedeva offerte, e accettava ospitalità e aiuto.
Ma i suoi Cooperatori San Paolo li scrive tutti nel libro della vita: ossia nel libro della salvezza: per bocca sua lo testimonia lo Spirito Santo.
Ci siamo poi anche detto coi cooperatori una parola chiara cioè: ciascuno si faccia coscienza dei doveri che gli porta la grazia di essere cooperatore della Buona Stampa.
Non trasgredisce nessuna legge, non viola nessun dovere di giustizia, chi riceve la grazia di essere cooperatore e non compie quei doveri che può; ma certo lascia infruttuosa la grazia, non vi corrisponde: ora non senza grave danno si può trascurare la grazia di Dio.
Ma questa grazia di misericordia e di predilezione, se viene corrisposta, è la fortuna delle anime, la fortuna di chi l'ha ricevuta per la vita eterna e per la vita presente.

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La processione

Chiuse martedì sera la corte a S. Paolo: partendo dalla Cappella si svolse lunghissima nel centro del borgo S. Paolo: è la prima.
S. Paolo fu portato in trionfo sotto i festoni e le lampade, al canto degli inni della Casa, accompagnato dai Cooperatori, dal Comitato delle feste, dal popolo del borgo.
Tre alunne delle figlie, in veste di reginette rosse, portavano il vangelo di S. Paolo, la penna, e la spada.
Fino a tarda notte S. Paolo rimase fuori di Chiesa, sul trono, nell'area della Chiesa nuova per benedire i suoi molti amici.
La benedizione del SS. Sacramento in Chiesa prima, e poi fuori sul gran popolo, suggellò le feste colla grazia vivificatrice.

La corte a San Paolo

Un giardino di fiori: una corona di lampade: un serto di cuori palpitanti: un continuo pregare di anime.
La Corte a San Paolo si tenne nei tre giorni di domenica, lunedì e martedì; cioè nei giorni 28 - 29 - 30 giugno. Ebbe luogo nell'attuale Cappella di S. Paolo.
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I devoti ed i visitatori si succedettero in modo che, sebbene la Cappella sia piccola, tutti poterono soddisfare alla loro divozione.
Le Messe si succedevano dalle 2 alle 12: le ore di adorazione dalle 14 alle 20.
Si cambiavano le persone della Casa: e si cambiavano i Cooperatori e le persone di fuori. Di giorno e di notte i divoti di S. Paolo non mancarono mai davanti a Lui: che ci ama con un amore ineffabile, che è potente quanto ci ama.
Persone passarono con San Paolo l'intera notte, e partirono contente. San Paolo non s'avvicina per caso: né s'avvicina senza grande effetto: né si parte da lui senza grazie copiose.

Il Dramma di Cristo
nelle feste di S. Paolo


Il «dramma di Cristo» è un sunto del Vangelo, sono bei quei quadri del Vangelo, è la passione e la morte di Gesù Cristo, è la risurrezione del Salvatore, è l'istituzione della chiesa, la missione della carità.
Ed entrava proprio nello spirito, e ci stava proprio bene nella prima solennità di S. Paolo, il prigioniero di Gesù Cristo, posto nella difesa del Vangelo, ad insegnare il Vangelo, a predicare la redenzione.
Il «dramma di Cristo» si rappresentò nel cortile della Pia Società San Paolo; ed era proprio a suo posto: la Pia Società San Paolo è chiamata da Dio a portare colla stampa il Vangelo nelle famiglie.
Vi assisterono tutta la famiglia di S. Paolo, gli Albesi, accorsero da tutte la diocesi di Alba intere carovane, fu il più nobile e il più soave e il più impressionante godimento delle feste, fu ripetuto per insistenti generali richieste ben otto volte!
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Essendo operaio meccanico a Ginevra, in un dramma venne a mancare un attore. «Mozzato, ci andrai tu», gli dicevano da ogni parte. Stupito della proposta, si oppose quanto poté, ma poi accettò. La sua parte era quella di un operaio che descriveva la sua miseria in patria e che, emigrato, soffriva ingiustizie lontano dalla patria. Riuscì splendidamente: un uragano di applausi salutò il debuttante. Di lì incominciò a conoscersi la sua singolare abilità. Passo di compagnia in compagnia, sempre desiderato, sempre più applaudito. La stessa compagnia di Sem Benelli lo chiamò con insistenza. Umberto Mozzato si persuase sempre più che il teatro, poteva dire una parola al popolo, di meravigliosa e trionfante efficacia. Venne la guerra, cui prese, parte; vennero i fatti susseguenti, ed egli sempre più si persuase che quella parola la poteva solo dire la religione.
Un giorno, un suo figliolo che frequentava le Scuole dei Fratelli delle Scuole Cristiane, viene a casa portando un Vangelo. Il Padre lo prende, legge e man mano che leggeva, si entusiasmava. «Ah, e si dicessero queste cose al popolo! E perché non si potrà combinare un dramma? Di lì l'idea del Dramma di Cristo. Cercò, reclutò compagni, spese tutto il suo per combinare la prima ruota. La quale ebbe splendida riuscita. S. E. il Card. La Fontaine, Patriarca di Venezia, ne fu pieno di ammirazione, e ne fu il primo Mecenate. Allora, di città in città, il Dramma percorse l'Italia. Quasi 200 città ormai ebbero la fortuna di udirlo. E così la parola di Gesù Cristo ebbe occasione di suonare in ambienti in cui né il predicatore, né la stampa l'avrebbero potuto portare.
Il Mozzato che ha tastato il polso al popolo italiano ha conosciuto che il popolo ha sete, sete di verità, di pace: verità e pace che solo il Vangelo di Cristo può dare. Egli presenta l'acqua viva che spegne quella sete. Di qui la ragione dei suoi trionfi.
L'anno venturo, a San Paolo, Umberto Mozzato ci rappresenterà il dramma: Paolo di Tarso il nostro San Paolo.
Ce l'ha promesso. Sta preparandolo con divozione e con arte.
Lo annunziamo fin d'ora ai cari, ai molti amici di S. Paolo.
L'Apostolo ci conduca la cosa a buon fine: lo preghiamo.

Questa è veramente l'ora!

Questa è veramente l'ora!
L'estate per i più di molti Sacerdoti è tempo di minor lavoro pastorale. Ma è il tempo del maggior lavoro per le vocazioni!
Le scuole sono finite e i fanciulli si godono spensierati le vacanze. Ma il nuovo anno scolastico non tarderà molto. E tanti giovani che hanno finiti i corsi elementari o i corsi ginnasiali devono decidere: studio o lavoro? carriera nel mondo o carriera ecclesiastica o carriera religiosa.
Ed ecco il Parroco, il Sacerdote, il Maestro, l'Assistente del Circolo, il Direttore dell'Oratorio, i genitori davvero cristiani farsi gli Angeli del buon consiglio per quei giovanetti, per quelle giovanette. Essi studiano in essi le inclinazioni, le attitudini, le difficoltà... essi sanno che cos'è la vita e nella preghiera hanno appreso quale sia il destino divino su quei cuori, su quelle anime... essi mormorano all'orecchio di quei cari e innocenti (poiché il Signore si sceglie sempre il meglio) una parola misteriosa, che scende fino a scuotere le più intime fibre del cuore: forse il Signore ti vuole per sé... senti la sua voce?!
Ecco l'ora delle vocazioni, la grande ora. Quanto bene forse la Provvidenza ci concederà di fare; ecco il tempo opportuno; non passi da noi la grazia, inutilmente.
Una meditazione, una Messa, una Visita al SS. Sacramento almeno per riflettere qualche momento.
L'interesse della Chiesa, i diritti di Dio, il sentimento sacerdotale, il bene delle anime, la natura stessa del prete chiedono che egli si occupi delle vocazioni. La società S. Paolo di Alba, con grave sacrificio, si dedica a facilitare la via ecclesiastica e religiosa ai poveri.
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OPERA DELLE DUEMILA MESSE
PER I NOSTRI COOPERATORI E BENEFATTORI


I frutti della S. Messa

Che s'intende per frutti della S. Messa?
I frutti della S. Messa sono quei beni, quelle grazie che in vista della S. Messa il Signore concede.
Quanti sono?
I frutti da parte delle persone che partecipano al S. Sacrificio sono quattro: generalissimo, generale, speciale e specialissimo.
Al frutto generalissimo partecipano tutti i fedeli tanto vivi che defunti.
La Messa è il medesimo Sacrificio della Croce e come tutti partecipano dei frutti della passione e morte di Nostro Signore così tutti i fedeli partecipano ai frutti di tutte le Ss. Messe che vengono celebrate ogni giorno per tutto il mondo.
Al frutto generale partecipano le persone che assistono alla S. Messa, la servono ed in qualche modo vi concorrono.
Al frutto speciale partecipano le persone per cui si celebra il S. Sacrificio.
Il frutto specialissimo è proprio del sacerdote celebrante.
Tutti gli ascritti all'opera delle due mila Messe godono del frutto speciale di due mila Messe ogni anno perché vengono celebrate proprio per loro. Al giudizio comprenderemo che vuol dire aver partecipato a tante messe. Ora dobbiamo credere, credere che ci arricchiamo di meriti, credere che è per noi il maggior bene, che è una grazia del Signore poter aver parte a tante messe. S. Monica, prossima a morire pregava suo figlio, S. Agostino, che sempre facesse memoria di lei nella S. Messa di cui tanto apprezzava la inenarrabile efficacia.
S. Luigi, Re di Francia assisteva fino a quattro messe al giorno. Noi possiamo partecipare a sei messe al giorno con una piccola offerta.
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Che cosa si deve fare
per essere nostre zelatrici o zelatori?


Rispondiamo brevemente a questa domanda già fattaci da tante buone persone che desiderano acquistarsi molti meriti pel paradiso e fare del bene a tante anime. Per diventare tali è necessario diffondere almeno una di queste opere:
1.o Cercare iscritti alla partecipazione delle duemila messe che si celebrano nella nostra cappella per tutti i nostri benefattori.
2.o Diffondere «il giornalino» la «Domenica» «l'Aspirante» il «Vangelo».

Vantaggi per le zelatrici o zelatori.

1.o Gli zelatori o zelatrici partecipano alle due mila messe in vita e dopo morte.
2.o A tutto il bene che si compie con le opere della Casa nostra.
3.o A tutte le preghiere, ore di adorazioni, che si fanno in Casa.
4.o Ogni mattina sono ricordate particolarmente nella S. Messa.
Chi potrebbe rifiutare tanto bene?
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LE VIE E I MEZZI DELLA DIVINA PROVVIDENZA


Offerte in danaro

Le mandano amici e cooperatori in ossequio a S. Paolo e per far carità alla sua casa.

Per la pensione ai ragazzi

Sono offerte delle anime che vogliono lasciarsi l'eredità di un missionario della buona stampa.

Offerte in natura

Qui tutti possono portare qualcosa: il necessario non venire colle mani vuote.
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Altro modo facile per cooperare

Nell'adunanza dei Cooperatori, alcuni si sono interessati di questo modo.
È gran merito depositare presso il Signore quello che sopravanza ai nostri quotidiani bisogni: e ritirarlo di nuovo dal Signore, quando ci occorre quel che fu depositato.
Perciò in questi giorni, dopo la raccolta dei bozzoli e amici vecchi e nuovi fecero visite a S. Paolo e portarono a custodire a lui i primi ricavi dell'anno. E avranno benedizione e assistenza.
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Il grano di S. Paolo

Gli amici hanno già incominciato a portare la loro offerta di grano nuovo. Altri la porteranno, perché l'hanno promesso.
Altri; vedendo il raccolto abbondante, penseranno che è cosa buona mostrare la loro riconoscenza a Dio, da cui è venuta l'abbondanza: per assicurarsi la continua protezione del Padre Celeste. Fatela a S. Paolo l'offerta di un po' di grano.
Invitate i vostri amici a fare come voi.
È una bella ricompensa l'essere ricompensati colla preghiera: e a San Paolo quattrocento anime pregano ogni giorno Iddio peri benefattori!

Il Banco di beneficenza

Gli amici si mostrarono generosi nell'offrire i doni, e sul banco preparato nei locali della nuova Casa, facevano bella mostra e invitavano ad estrarre la macchina da cucire della ditta Bernardoni, il servizio d'argento del comm. Fascio, presidente della Calissano quello del Sig. Allemano, l'elegante necessaire del dott. Vico, due grossi ceri della cereria Petiti, il formaggio della ditta Cavallo, le molte bottiglie di vino, ecc...
Albesi, militari e forestieri furono assidui, ed il banco fu svaligiato. Le urne vennero completamente vuotate domenica sera, mentre a poco a poco il banco andava spogliandosi dei doni, e fra un'esclamazione generale di meraviglia la macchina veniva portata via dal meccanico Bert.
Vada a tutti un grazie di cuore con l'augurio che ad una seconda apertura di banco (forse l'anno venturo) gli amici continuino ad essere generosi.

Depositi a fondo perduto

È un segreto di farsi del bene, e molto bene, pur continuando a percepire in vita il frutto del proprio denaro.
È un trovato di scaricarsi della preoccupazione del denaro, e di averne il merito, pur continuando a goderne gli interessi, se si vuole; e restando in facoltà di ritirare il capitale, se si viene in necessità.
È un modo prezioso di mandare avanti a noi meriti per il cielo, ad attenderci davanti alla porta del Paradiso.

LE COLLETTE DI S. PAOLO


Scrive: Il Concilio di Gerusalemme ci ha raccomandato di ricordarci dei cristiani poveri di Palestina! e questa cosa io fui sollecito ad eseguire nella seconda e nella terza sua grande missione una parte importante del suo ministero e delle sue istruzioni furono dedicate a questa opera di carità; dev'essere quindi ben cara a Dio, e ben degna dell'Apostolato!
Aveva ordinato alle chiese: Ogni primo giorno della settimana, ognuno di voi rimetta da parte quello che meglio gli parrà.
Fatta la colletta, S. Paolo mandava con lettere testimoniali persone di sua fiducia a portare le oblazioni alla Chiesa di Gerusalemme, e due volte vi andò egli stesso. Scrive ai Romani da Corinto: «Adesso io andrò a Gerusalemme in servizio dei Santi (fedeli) poiché la Macedonia e l'Acaia (Grecia) hanno stimato bene di fare qualche colletta per i poveri che sono tra i Santi di Gerusalemme: hanno, dico, stimato bene: e sono debitori ad essi; poiché se i Gentili sono stati fatti partecipi delle cose spirituali di essi, debbono anche servirli colle temporali. Terminato dunque questo, e consegnato che avrò loro questo frutto, partirò per la Spagna, passando da voi.
La prima grande colletta l'organizzò
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in Galazia: e questa servì da modello tecnico alle altre.
La seconda in Macedonia: modello di generosità assai lodata da S. Paolo e scrive: Vi facciamo sapere, o fratelli, la grazia di Dio concessa alle Chiese di Macedonia: come in mezzo alle molte afflizioni colle quali sono provati, il loro gaudio è stato abbondante, e la profonda loro povertà ha sfoggiato in ricchezze del loro buon cuore, poiché sono stati spontaneamente liberali (rendo ad essi questa testimonianza), secondo la loro possibilità e sopra la loro possibilità: e ci domandarono con molte preghiere la grazia di prender parte a questo ministero, che si fa tra i santi. E non (han solo fatto) come speravamo: ma hanno consacrato se stessi al Signore primieramente, poscia si sono messi a nostra disposizione per volontà di Dio, talmente che noi abbiamo pregato Tito il quale, conforme ha già cominciato, conduca a termine questa grazia anche tra voi.
Queste cose scriveva ai Corinti e ai Greci: nelle chiese di Acaia e di Corinto, dispose per la terza colletta: i Corinti da un anno bramavano ed erano pronti a dar prove della loro carità; e San Paolo gliene dà lode.
Al tatto prudente ed alla sollecitudine del cuore del Discepolo Tito, San Paolo aveva affidato la colletta fra i Corinti: mandò con Lui due altri discepoli presentandoli ai Corinti con queste lodi: «Tito gradì l'esortazione, ed essendo molto sollecito spontaneamente si è portato tra voi: con lui abbiamo mandato un altro fratello, lodato nelle chiese, pel suo vangelo, e che le chiese hanno eletto a compagno del vostro pellegrinaggio per (portare) questa beneficenza (ai santi) della quale ci prendiamo impegno a gloria di Dio, e per mostrare la propria volontà, evitando che alcuno abbia a ridire di questa abbondanza di cui siamo dispensatori. Provvediamo infatti al bene non solo davanti a Dio, ma anche davanti agli uomini».

(Continua)



L'armatura di Dio

Prendete tutti l'armatura di Dio, acciò possiate resistere nel giorno cattivo, e siate preparati a sostenervi. State adunque cinti i vostri lombi colla verità, e vestiti della corazza di giustizia, e calzati i piedi in preparazione al Vangelo di pace: sopra tutto date di mano allo scudo della fede, col quale possiate estinguere tutti gli infocati dardi del maligno: E prendete l'elmo della salute, e la spada dello Spirito (che è la parola di Dio): con ogni sorta di preghiere e di suppliche orando continuamente in ispirito: e in questo stesso vegliando con tutta perseveranza pregando per tutti i santi.
Onde non siamo più fanciulli vacillanti e portati qua e là da ogni vento di dottrina pei raggiri degli uomini, per le astuzie, onde seduce l'errore.
Ma seguendo la verità nella carità, andiamo crescendo per ogni parte in lui che è il capo (cioè) Cristo: da cui tutto il corpo compaginato e connesso per via di tutte le giunture di comunicazione, secondo un'operazione proporzionata a ciascun membro, prende l'aumento proprio del corpo per la sua edificazione nella carità. Questo adunque io dico, e vi scongiuro nel Signore che non camminiate più, come camminano le nazioni, nella vanità dei loro pensamenti.

S. Paolo


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Tutte le zelatrici dell'opera delle due mila messe ogni mattina sono ricordate a Gesù durante la S. Messa.


Teologo Alberione Giac. — Dirett. Respons.
Scuola Tipografica Editrice - Alba

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