Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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FONDO PAOLINO

1- È stabilito presso la Casa Generalizia ed ha lo scopo di raccogliere aiuti per dare aiuti: come S. Paolo chiedeva offerte per soccorrere la Chiesa di Gerusalemme.
2.- Serve a dare meglio il senso di Famiglia e di Congregazione, ad incoraggiare iniziative, a soddisfare in qualche misura il desiderio del Primo Maestro di sostenere i Fratelli che si spendono nell'apostolato.
3.- Silenziosamente hanno dato sostanziali apporti varii Fratelli; per prima la Casa-Madre col ricavo dell'ex-cartiera; ed hanno beneficiato di essa una diecina di case nostre.
4 - Il Fondo Paolino fa pure i seguenti servizi:
a) cura di accettare dalle case le offerte di Ss. Messe che fossero in sovrappiù, e di passarle alle case che non ne ricevono a sufficienza;
b) accetta depositi e prestiti a moderato interesse, che poi passa a case paoline in necessità;
c) raccoglie Borse di Studio, depositi a fondo perduto, vitalizi, ecc.
Per i prestiti tra casa e casa occorre il permesso della Casa Generalizia.
S. Paolo fu anche in questo spirito, fattivo e operoso amore fraterno, un grande modello. La lettera ai Corinti dal capo 8° al 10° ed in altri luoghi esorta vivamente ed opera efficacemente perché i fedeli delle Chiese meno disagiate pensino e diano largamente per soccorrere le Chiese che sono in strettezza e povertà. Loda i fedeli di Macedonia col dire: «fra le numerose afflizioni... la loro gioia sovrabbondante e la loro profonda povertà si sono manifestate con effusione nella loro generosa libertà. Essi hanno dato liberamente, lo devo attestare, secondo i loro mezzi e più dei loro mezzi, chiedendoci anche con viva insistenza di poter partecipare a quest'opera di carità a favore dei santi, i poveri di Gerusalemme». Poi rivolto ai Corinti scrive: «Ora siccome voi primeggiate in tutto, nella fede, nella parola, nella scienza e nell'amore da noi suscitato nei vostri cuori, fate sì di primeggiare anche in quest'opera di carità... Non si tratta di ridurvi nell'indigenza, ma di seguire una regola di uguaglianza». Più innanzi: «Chi semina poco, mieterà poco; e chi semina molto mieterà anche molto... Dio poi è potente per darvi in abbondanza ogni cosa».
S. Pietro scrive: «Ciascuno di voi metta a servizio degli altri il dono ricevuto, come si conviene a buoni dispensatori delle diverse grazie concesse da Dio» (I Pietro, 4,10).
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Specialmente dopo l'ultima guerra gli Ordini e Congregazioni religiose hanno dato magnifici esempi: le nazioni ricche acquistarono il merito di soccorrere le nazioni povere. A parte altre considerazioni, spesso questo si risolve in atto di giustizia; poiché si tratta di una famiglia, moralmente; e chi dà preghiere, chi dà attività apostolica, chi dà personale, chi dà aiuto materiale.
Dio darà più sapienza, più grazie, più vocazioni, più beni spirituali, più gloria. Chi riceve, poi, sia riconoscente ed abbondi in preghiere, ed in saggio uso adoperi l'aiuto ricevuto.
In questo spirito: quando secondo le Costituzioni ed il Diritto Canonico nel Capitolo venne proposto di determinare la somma che le Province e le Regioni devono dare per le spese generali, il Primo Maestro si espresse così:
a) il diritto che ha la Casa Generalizia di erigere tale somma è chiaro e deve essere ammesso sempre e da tutti; è inalienabile.
b) Finora io non me ne sono valso; ma ho accettato libere contribuzioni dalle case materialmente più provvedute. Se i Capitolari acconsentono, continuerei così: per non gravare le case principianti; poi, perché il dare in questo principio dell'Istituzione sia spontaneo, libero e più meritorio.
Aggiungo ora: le spese generali furono sinora molto forti; ma si è elemosinato tanto! Unica pena non aver dato di più. Tuttavia tutti sanno che in qualunque nazione si vada e si ha lo spirito di povertà, e si è prudenti, vi sono sempre sufficienti mezzi di vita: essi provengono da tre fonti: ministero, apostolato, beneficenza. E queste sono le vie di Dio.
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