Beato Giacomo Alberione

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Anno XXXII
SAN PAOLO
Aprile 1957
Roma Casa Generalizia,

AVE MARIA, LIBER INCOMPREHENSUS, QUAE VERBUM ET FILIUM PATRIS MUNDO LEGENDUM EXHIBUISTI (S. EPIPHANIUS EP.)

INTRODUZIONE AL CAPITOLO

Il Capitolo ha compiuto il suo ufficio principale. Il suo frutto è quanto di meglio si potesse sperare; servirà a tutti i paolini; sarà la base su cui edificare. Questo nella sua «singolare» qualità di

PRIMO CAPITOLO

Si trattava di fare il punto sopra quarantatré anni di vita. Il Capitolo ha fatto un buon esame sopra il suo spirito; e lo ha approvato per mezzo di Fratelli rappresentanti dei Fratelli, santificati da un buon corso di Esercizi SS.
Lo spirito con cui è nata e cresciuta la Congregazione ha ricevuto il suo definitivo sigillo. Altri successivi Capitoli avranno il compito di crescere il buon albero, piantato lungo il corso delle acque eucaristiche: raccoglieranno altri ed abbondanti frutti.
Per tale ragione: siano benedetti Gesù Maestro, la Regina Apostolorum, San Paolo Apostolo.


Mentre si prepara la comunicazione degli Atti del Capitolo pubblichiamo alcune parti, che servono come indirizzo, delle esortazioni tenute dal Primo Maestro nel corso degli Esercizi dei Capitolari.
Sia benedetto Gesù Maestro; sia benedetta la Regina Apostolorum; sia benedetto S. Paolo! Che ci hanno cresciuti nel corso di quarant'anni, e ci hanno preparato questo giorno e a questo incontro desiderato e fraterno. Possiamo dire: «quam jucundum habitare fratres in unum»; in unum, ad un compito sommamente utile. Uno sguardo al passato, uno sguardo al futuro; meglio conseguire i due fini per cui siamo paolini: la santificazione e l'apostolato nostro.
Era stato predisposto nel 1946; ma non fu volontà di Dio che si eseguisse. Poi, praticamente pensato, ora è un anno; quindi si è arrivati all'attuazione nel mio ultimo ritiro spirituale del novembre u.s., col permesso della Santa Sede.
Compio in questi giorni quanto pubblicato nella circolare di indizione del presente Primo Capitolo Generale. In nome di Dio l'Istituto viene rimesso nelle mani vostre, che sono buone mani. L'Istituto, quale è: con il suo essere, ricchezze, difficoltà, difetti, finalità, mezzi, membri.
Il grande dovere di quest'ora è di dare all'amatissima Congregazione un Superiore Generale fornito delle qualità richieste dalle Costituzioni; e trattare gli argomenti e prendere sotto l'azione dello Spirito Santo le decisioni che saranno di maggior bene per l'Istituto: «Congregavit nos amor unus».

***

In questo solenne momento la mia fervida supplica è quella del Salmo 79 v. 15: «Domine, respice de coelo et vide; et visita vineam istam; et protege eam quam plantavit dextera tua; e surculum quem roborasti tibi». Poiché io devo confessare che «vineam meam non custodivi»; almeno non sempre e in tutto.
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Ringrazio tutti i Fratelli che hanno creduto alla particolare missione chiaramente affidatami dal Signore; hanno operato in tante maniere, col pieno dono di se stessi; ebbero l'umiltà di sopportarmi per tanti anni. Specialmente sono riconoscente ai Fratelli della prima ora; e a quelli che hanno aperte le case all'estero, dedicandovisi con i sacrifici dell'inizio.
L'inizio è sempre più difficile; sul loro fondamento altri costruiscono generosamente: «Unusquisque mercedem accipiet secundum suum laborem».

L'ISTITUTO

L'Istituto nel suo spirito e nel suo apostolato ha molto del nuovo per il suo particolare fine apostolico, per la spiritualità, per l'unione tra Sacerdoti e Discepoli. Non è solo imitazione di altri con semplice variazione di pratiche di pietà, o per un maggiore o minore rigore; così come altri hanno adottato la regola di S. Basilio, S. Benedetto, S. Agostino, S. Francesco, introducendovi adattamenti propri. La Congregazione paolina vuol vivere e dare interamente Gesù Cristo come lo interpretò, visse e lo diede al mondo intero S. Paolo apostolo: e tutto sotto la protezione e imitazione di Maria Regina degli Apostoli e degli apostolati, avendo dato al mondo Gesù Maestro, Via Verità e Vita; ha mezzi originali e propri del tempo.
Ha una ricchezza larghissima di mezzi; ha un apostolato universale; ha un facile adattamento ai tempi e luoghi; attinge sempre alle fonti «Haurietis aquas de fontibus Salvatoris»: Chiesa, Scrittura, Tradizione, Tabernacolo.
È annoverato tra gli Istituti clericali, nella forma descritta dalle Costituzioni.
Ai Sacerdoti spetta la predicazione con la parola e con lo scritto, la santificazione nei Sacramenti, e quanto è compreso nelle parole di Gesù Maestro: «Insegnate a fare quanto vi ho comandato». Ai Discepoli spettano la parte tecnica e la propaganda.
Il Discepolo da sé è un operaio, non un paolino; il Sacerdote da sé, anche se scrittore, non è un paolino. Sacerdote e Discepolo assieme, uniti nello stesso apostolato, sono entrambi paolini.
Il Sacerdote scrive; il Discepolo con la tecnica moltiplica lo scritto e con la propaganda lo diffonde. È l'uso dei mezzi moderni, più celeri ed efficaci, che caratterizza nel suo apostolato l'Istituto. La redazione del Sacerdote conferisce al Discepolo, con lui operante, la dignità e merito di apostolato; e sono la tecnica e la diffusione del Discepolo che conferiscono al Sacerdote scrittore la caratteristica specifica di apostolato paolino.
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NORMALITÀ

Il concetto pieno dell'Istituto è questo: famiglia religiosa modellata sulla Casa di Nazaret e regolata da norme canoniche. Finora fu prevalentemente famiglia spirituale; Membri uniti al Padre e il Padre unito ai Membri. Ma le famiglie religiose sono parte della Chiesa e hanno per supremo Superiore il Sommo Pontefice, che governa con il Codice di Diritto Canonico. Facciamo ora un passo prudente e santo, pervenendo alla maturità o maggiore età in Gesù Cristo: sempre famiglia spirituale vivente nella forma canonica.

1) Il Superiore Generale opera col suo consiglio e con gli altri ufficiali secondo le Costituzioni, e docilissimo alla S. Sede conduce l'Istituto nella lettera e nello spirito nativo; trattando con i Superiori Provinciali e Regionali dove vi sono. Man mano che sarà possibile, costituirà altre Province e Delegazioni regionali.
2) I Superiori Provinciali, osservanti delle Costituzioni, docilissimi al Superiore Generale, svolgono la loro azione paternamente, ma con la mira di portare la Provincia al pieno sviluppo sino a maturità e capace di fornire personale, anche fuori di essa. Ora le Province sono piuttosto abbozzate, eccettuata l'italiana. Abbiano tutto il personale e i mezzi di formazione, svolgano con successo l'apostolato, sia in vigore l'osservanza religiosa.
3) I Superiori locali, docilissimi al loro Provinciale o Regionale, cooperino con lui per la Provincia, mentre guidano la loro casa secondo le Costituzioni e nello spirito paolino di paternità e fraternità.

Non si verifichi mai che un Membro cerchi di ingannare il Superiore lontano, o più elevato, per non obbedire al vicino o immediato.
Tuttavia, tutti i Superiori non si mostrino malcontenti allorché i sudditi si rivolgono a Superiori più alti per i loro bisogni, secondo la libertà loro concessa dai Sacri Canoni.
In tutto l'Istituto (Curia Generalizia, Province, Delegazioni, Case ed anche talvolta per reparti) occorrono frequenti adunanze o perché prescritte dalle Costituzioni o perché la necessità lo richiede o consiglia: per lo spirito, lo studio, l'apostolato, la povertà.
L'obbedienza appresa dall'esempio e insegnamento del Divino Maestro: in una docilità che suona collaborazione cordiale e venerazione di Dio Padre nel Superiore; e si può risolvere in un ben inteso amor proprio, trattandosi di società o famiglia.
Il massimo «bonum sociale» è l'unione. Gesù Maestro nella sua «oratio sacerdotalis» lo domandò: prima per gli apostoli; poi tre volte ripetè la domanda «ut unum sint» per quelli che avrebbero creduto agli apostoli.
La sollecitudine dei Maestri-Superiori per tutti; la bontà vicendevole tra fratelli; l'obbedienza nei membri realizzano l'unum sint; se domina la carità.
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VOCAZIONI

L'esempio del Maestro Divino che fin dall'inizio della vita pubblica chiamò a sé i primi apostoli e il suo lavoro per formarli alla loro missione, segnano per noi la via da seguire.
Nei primi tempi dell'Istituto, e anche in parte quando si incomincia il lavoro in una nazione, sono più difficili la ricerca, la scelta, la formazione, ma poi, di anno in anno, la percentuale di riuscite potrà e dovrà elevarsi e diventare normale. Possiamo già infatti presentare i programmi, le Costituzioni, le case, i risultati, l'apostolato, perché chi vi aspira sia conscio del suo passo; e chi riceve comprenda le qualità dell'aspirante ed il modo di formarlo.

1) Il ruolo dei novissimi. Nella formazione fissare la meta da raggiungere, descriverla così bene che impressioni. Chi si mette in viaggio deve prima determinare dove vuole arrivare. Ora i novissimi servono a questo nel viaggio della vita: morte, giudizio particolare, paradiso, inferno, risurrezione finale, giudizio universale, eternità. Predicarli spesso e in modo accetto e pratico, perché hanno un buon effetto anche psicologico; Gesù Maestro ce ne è il sapiente modello.
2) La direzione spirituale accompagna il giovane aspirante, perché presa la strada buona, non pieghi né a destra né a sinistra. In generale ogni mese l'aspirante deve essere sentito. L'umiltà da parte sua e la carità paziente da parte del Maestro meriteranno dal Signore la luce e la fortezza necessaria. Vi sono cosidette aperture che in realtà risultano vere chiusure.
3) Formare la coscienza è il supremo impegno dell'educatore. Vi sono nel mondo uomini di coscienza e uomini senza coscienza; come vi sono uomini di carattere e uomini senza carattere. L'uomo è formato quando ha costituita una retta coscienza cristiana; il religioso è formato quando ha in sé profondamente impressi i princìpi di una buona coscienza religiosa.

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La formazione è in Cristo e nella Chiesa. Veniamo da Dio uno e trino. Dio uno e trino formò il Cristo come formò l'uomo. Come Dio diede l'essere; come trino ogni Persona divina impresse qualcosa di proprio nel Cristo e nell'uomo. Cristo mente perfetta, sentimento perfetto, volontà perfetta: Egli è divenuto per l'uomo causa esemplare, causa meritoria e causa comunicante. Così l'uomo diviene per Cristo, con Cristo, in Cristo il virum perfectum; la più sublime personalità. Fuori di tale personalità vi è orgoglio, bizzaria, deviazione e perciò vera mancanza di personalità per un religioso.
È utilissimo a metà del cammino della vita rivedere i nostri ideali, studi, passi, esperienze; e prepararsi alle nuove responsabilità nel ritiro, preghiera, studio. A questo fine è introdotto un periodo che si intitola «requiescite pusillum»; secondo la circolare a suo tempo pubblicata.
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GOVERNO

È da intendersi secondo lo spirito e la pratica di governo nella Chiesa: è un insegnare, reggere e santificare in ordine al perfezionamento ed apostolato; è l'ufficio ed autorità stabilita per la realizzazione dei primi due articoli delle Costituzioni.

Governare è un largo esercizio di carità.
Governare è un «praeesse» stabilito per il «prodesse».
Governare è un più ampio e profondo sacrificarsi.
Governare è precedere in santità, preghiera, esempio: essere primi in ogni cosa.
Governare significa raccogliere le forze ed organizzarle a vantaggio della comunità e dei singoli.

Dai frutti si conosce la pianta: «ex fructibus cognoscetis eos». Le opposizioni sistematiche sono in distruzione; le critiche moderate, prudenti e pie sono di carità e costruttive.
La parola governo è infelicemente adoperata per riguardo alla Chiesa; agli Istituti Religiosi, alle diocesi, che ne sono parte. Gesù ebbe il suo collegio apostolico, cui fu Maestro unico: facendosi Via, Verità, Vita.

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La Chiesa governa: insegnando la verità, dirigendo nelle vie di Dio, santificando con i mezzi di grazia (Messa, Sacramenti, ecc.). È l'attuazione del docete omnes gentes, cioè fatemi Discepole le Nazioni; «docentes servare quaecumque mandavi vobis: baptizantes in nomine...».
Nella Famiglia il governo è in Cristo Maestro Via, Verità e Vita: perciò domina il nome di Maestro, non di superiore. Il Maestro fa come Gesù che venne a servire: somministrare la verità, portare le anime nelle vie di Dio, comunicare la grazia. È superiore chi ha maggior sapienza celeste e la impartisce; chi precede e attira le anime nel volere di Dio; chi è ricco di grazia e la comunica con tutti i mezzi che vi sono nella Congregazione.

PIETÀ NOSTRA

Le nostre pratiche di pietà sono abbondanti e tutte necessarie, se pur in diverso grado. Sono in proporzione dell'attività apostolica. Esse devono avere un colore paolino ben definito perché preparano alla vita paolina. La pietà in sé è prompta voluntas se tradendi ad ea quae pertinent ad Dei famulatum.
Nel nostro libro di preghiere vi sono introduzioni e formule: sono più importanti e da meditarsi le introduzioni. Così per le pratiche in generale; poi per la meditazione, l'esame di coscienza, la Confessione, le Comunioni, la Messa, la Visita, il Rosario, ecc.
Le pratiche eucaristiche (Messa, Comunione, Visita) considerano Gesù Maestro Via, Verità, Vita; tendono a stabilire e ad accrescere Cristo in noi, vivit vero in me Christus: finché pensiamo come Gesù, amiamo col cuore di Gesù, vogliamo in Gesù.
Le pratiche di pietà mariana si ispirano al titolo sotto il quale preghiamo Maria «Regina Apostolorum»: Maria che è l'Apostola, che fu data come madre all'apostolo Giovanni, la cui vita è il vangelo vissuto.
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Le pratiche di pietà ad onore di S. Paolo lo considerano come il primo interprete del Maestro divino, il santo che lo visse in ogni suo atto e nell'apostolato, colui che è divenuto per noi forma e padre.
Ugualmente consideriamo le varie formule e azioni liturgiche in quanto esprimono insieme la legge del credere, del pregare, del vivere nostro, considerando che come religiosi i nostri atti sono della natura della pianta cioè religiosi.

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La meditazione è la sola pratica che si fa in comune; è necessario che intervengano tutti, e sia diretta dal Superiore della casa, che, poi, prende l'occasione di dare l'indirizzo da seguirsi, pur guardandosi di cambiarla in un tempo dedicato ad avvisi particolari. Chi abitualmente trascura la meditazione in comune non è nello spirito dell'Istituto sebbene abiti nell'Istituto.
La meditazione in comune guidata dal Superiore insieme alla Visita hanno un ruolo di massimo ordine nell'Istituto: tralasciando si arriverebbe all'individualismo, che è la distruzione della società.
La Visita è la pratica che assicura il buon risultato per la Messa, la meditazione ecc. È il tempo in cui si utilizza lo studio, l'apostolato alla gloria di Dio e alla nostra santificazione. La fedeltà alla Visita è uno dei migliori mezzi per vivere in fervore e progredire.
Nella prima parte della Visita leggere specialmente la Bibbia in generale e il Vangelo con le lettere di San Paolo in particolare.
Il lavoro interiore di emendazione e conquista è il primo necessario, essenziale per un religioso.
Per il lancio e continuato rilancio occorre vivere il patto o segreto di riuscita nelle quattro parti.

POVERTÀ

La povertà è intesa nel senso evangelico-paolino; è insieme mortificazione, giustizia, provvidenza, lavoro, produzione.
La economia ha come base naturale e soprannaturale la virtù e il voto di povertà. In generale il paolino vive del suo apostolato; e per le spese straordinarie ricorre alla beneficenza dei Cooperatori.
Per mia norma nel dare il necessario sviluppo contrassi solo spese e debiti che si era moralmente sicuri di coprire con le ordinarie entrate almeno ogni cinque anni. Il medesimo avviso sia per tutti i Superiori ed economi: per molte ragioni naturali e di ordine soprannaturale.

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Ci fu sempre consigliato: un terreno, una casa, una macchina si calcola nell'attivo solo nella misura che è pagata, e ciò che è da pagare non è ancora debito. Veri debiti sono costituiti da denaro che si consuma in cose che sono «usu consumptibilis».
Non si facciano acquisti, costruzioni, ecc. che non siano subito redditizi; giova un buon disegno, ma l'esecuzione sia graduale.
Gioverà all'Istituto un fondo paolino, altra volta servì un «piccolo credito».
La saggezza amministrativa è voluta e insieme regolata dalle Costituzioni: né avarizia, né lusso, ma il necessario per un vivere decoroso e secondo lo spirito religioso. Debito moderato è stimolo; debito esagerato è oppressione.
Pericoli:
la tendenza al peculio personale;
la tendenza negli economi a farla da padroni od alla indipendenza amministrativa;
la tendenza a cercare lavori estranei all'obbedienza per far proprio un denaro da spendere indipendentemente.

(Continua)

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Anno XXXII
SAN PAOLO
Maggio 1957
Roma Casa Generalizia,

AVE MARIA, LIBER INCOMPREHENSUS, QUAE VERBUM ET FILIUM PATRIS MUNDO LEGENDUM EXHIBUISTI (S. EPIPHANIUS EP.)

INTRODUZIONE AL CAPITOLO
(Continuazione)

APOSTOLATO

È dare all'umanità la salvezza: Gesù Cristo, Via Verità Vita.
L'apostolato paolino è universale per i luoghi e i tempi.
Le case devono vivere del loro apostolato.
Predicare con i mezzi moderni, ripetendo quanto il Papa, l'Episcopato, il Sacerdote insegna.
La Pia Società S. Paolo ha qualcosa da dire al mondo; ci siam messi sopra una strada non per andare a zonzo, ma con meta fissa e mezzi studiati e perfezionati.
Il Vangelo è con le lettere paoline la guida:
a) vi è in esso la materia;
b) vi è il modo di presentarla;
c) vi è il fine «Gloria a Dio e pace agli uomini»;
d) sono segnate le disposizioni di chi scrive;
e) è accompagnato dalla grazia di Dio;
f) è diretto: prima alle masse, poi a tutti i settori e categorie sociali;
g) è in complesso dare la dogmatica, la morale, il culto: quello di cui l'uomo ha bisogno per la vita eterna.
Un ordine:
a) Catechismo e istruzione religiosa in generale;
b) la Scrittura presentata al mondo di oggi;
c) la Tradizione cattolica e gli scrittori ortodossi;
d) tutto quanto o prepara, o dispone, o spiega, o concilia, o accresce forza alle verità divine secondo quanto scrive S. Paolo: «De cetero fratres, quaecumque sunt vera, quaecumque pudica, quaecumque iusta, quaecumque sancta, quaecumque amabilia, quaecumque bonae famae, si qua virtus, si qua laus disciplinae, haec cogitate. Quae et didicistis et accepistis, et audistis et vidistis in me, haec agite» (Ad Phil. IV, 8-9).
L'Ideale: un centro-ufficio-edizioni dipendente dalla Casa Generalizia che precede, illumina, opera nello spirito paolino e compie un'alta direzione.
In collegamento: Ogni nazione o provincia ha un suo ufficio-edizioni che si ispira al centro generalizio. Quando più nazioni o province hanno la medesima lingua vi può essere un centro coordinatore.
Così che si veda la luce dal centro diffondersi ed illuminare ogni uomo; e il centro illuminato da Cristo e dal suo Vicario.
Come importanza in sé è prima la redazione; come ampiezza di frutti la diffusione; come modo caratteristico e specifico la tecnica.
La parola edizione significa opera o parola che procede da un pensiero umano: stampati, pellicole, proiezioni di radio e televisioni, un'opera d'arte, un trattenimento musicale ecc.
Quanto più cercate cooperatori e simpatizzanti e movimenti collettivi tanto più opererete largamente e penetrerete nelle masse.
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SPIRITO DI APOSTOLATO

Il pensiero è potenza per l'individuo e per la società: ad ruinam vel ad aedificationem. Dare il pensiero divino significa costruire il regno di Dio e del suo Cristo e fargli discepole le nazioni perché prosperino nella civiltà del Maestro Gesù. Dare l'errore significa costruire il regno di satana o dell'errore. Perciò la più grande carità «veritatem facientes in charitate».
Ogni paolino farà anche qui come proprio il detto del Maestro: «Ad hoc veni in mundum ut testimonium perhibeam veritati».
La prima parte sta nel riparare l'errore, ché è inganno, peccato, idolatria.
Si ripara astenendosi dalle letture e spettacoli cinematografici, televisivi e dalle audizioni non buone di radio: con la mortificazione. Le tendenze malsane in questi punti aggiungerebbero nuove offese al Maestro che è verità; mostrerebbero mancanza od incorrispondenza alla vocazione.
Si ripara con le letture, lo studio, audizioni, spettacoli sani, educativi, formativi.
Si ripara con Messe, Comunioni, Via Crucis, adorazioni, santificazione della prima domenica del mese, con mortificazioni della curiosità malsana.
Si prega nello spirito dell'orazione: «Signore io vi offro con tutti i Sacerdoti che oggi celebrano la S. Messa...». Recitarla all'offertorio, possibilmente.

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Dopo viene il lavoro di costruzione: all'errore opporre la verità, alla ignoranza opporre l'istruzione, a giornale opporre giornale, a pellicola opporre pellicola, a radio opporre radio, ad organizzazione opporre organizzazione.
Oggi si sta dimenticando alquanto la parte di riparazione.

STUDIO

Lo studio è necessario per il perfezionamento individuale e per l'apostolato: per il Sacerdote in primo luogo; per il Discepolo in secondo luogo.
Il perfezionamento dell'individuo come uomo cristiano, religioso, paolino; e come sacerdote per chi vi ascende. Esso è sempre da indirizzarsi a conoscere meglio Gesù Cristo Maestro, nella mente, cuore, volontà; e predicarlo nell'apostolato paolino.
Il fine determina ed impone mezzi proporzionati.
Per l'aspirante al Sacerdozio si eseguano le disposizioni della S. Sede, tenendo insieme sempre presente le particolari esigenze del nostro apostolato. «Non scholae sed vitae discimus». L'apostolato sacerdotale del paolino (oltre il ministero), è prevalentemente redazionale.
La preparazione e l'esercizio tecnico accompagneranno l'Aspirante nel curriculum degli studi.
Preparare alla redazione gli aspiranti sin dai primissimi anni per la forma, il contenuto, la lingua nazionale.
L'Istituto mira a propri studi accademici per molte ragioni.
L'anno di pastorale è la iniziazione alla redazione e al ministero.
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Secondo la Costituzione «Sedes Sapientiae» si introducono gli esami per i Sacerdoti novelli per cinque anni secondo le materie in essa stabilite. Incaricato è il Segretario Generale Prefetto degli Studi.

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L'aspirante alla vita paolina del Discepolo avrà la cultura religiosa e civile proporzionata alla sua vita paolina e a una tecnica propaganda progressiva, in modo di adoperare i mezzi più celeri ed efficaci che il progresso dei tempi mette a servizio del Vangelo.
Per Sacerdoti e Discepoli è sempre necessario l'aggiornamento. Così dopo compiuti i corsi regolari di studio, ognuno è sempre tenuto ad istruirsi in varie maniere.
La pietà ha profondo collegamento col sapere. Amare una pietà derivata dalla Teologia, amare una Teologia che genera la pietà.
Nella prima parte della Visita, letture della Bibbia: specialmente Vangelo e Lettere di S. Paolo.
Mirare alla sintesi, utilizzando tutti i materiali che gli studi da S. Tommaso hanno ammassato e che ora mancano di organizzazione, come membra sparse.
Il sapere è compiuto soltanto quando allo studio si unisce l'esperienza: libro e pratica ben fusi formano il paolino umile ed efficace nel suo apostolato.
Dopo l'Ordinazione i novelli Sacerdoti attendono per un anno a un corso di pastorale o avviamento pratico al ministero e all'apostolato paolino. Di questo corso hanno responsabilità e cura diretta i Superiori Provinciali, che terranno possibilmente presso di sé i giovani sacerdoti. Se per ragioni transitorie ciò non fosse possibile, il Superiore Generale con il Superiore Provinciale si accorderanno per una via o una casa perché il buon frutto di tale corso sia assicurato.

Per i COOPERATORI

I «Cooperatori» nell'apostolato edizioni sono una famiglia di secolari che:

a) imitano la vita religiosa dei Paolini secondo la loro condizione e nell'apostolato;
b) contribuiscono all'apostolato-edizioni con la preghiera, con le opere, le offerte.
Costituiscono una famiglia sul tipo di un Terzo Ordine moderno.

Perciò:

1) Mediante istruzioni, esortazioni, funzioni religiose si devono formare a una vita cristiana elevata, nello spirito paolino. Praticheranno la povertà, castità, obbedienza e zelo secondo il loro stato.
2) Incoraggiarli a collaborare alle edizioni: con la preghiera, specialmente con la Comunione; meditazione e adorazione nella prima domenica del mese; con le opere, per esempio dare vocazioni, redazione, propaganda, ecc.; con le offerte, per es. pensioni, doni in natura o in denaro, lavori ecc...
3) In ricompensa li facciamo partecipi del frutto di 2.400 Ss. Messe che per loro si applicano ogni anno; incominciano a parteciparvi il giorno in cui arrivano alla Casa generalizia i nomi degli iscritti e la percentuale dell'offerta come stabilito.
4) Ogni casa paolina abbia un Ufficio Cooperatori, vi sia chi lo dirige con intelligenza e amore.
5) Il bollettino «Cooperatore Paolino» della Casa generalizia è l'organo ufficiale; sul modello si possono nelle altre Nazioni e Province avere pubblicazioni simili, periodiche o occasionali.
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UT UNUM SINT

Il Superiore Generale, i Provinciali, i Delegati Regionali, i Superiori locali devono insieme curare le quattro parti: spirito, studio, apostolato, povertà. Ogni Visita canonica o paterna ha lo scopo di esaminare e provvedere alle quattro parti assieme, eccetto il caso di una visita disposta per un oggetto particolare.
È relativamente facile occuparsi e far progredire una o due parti; ma è il complesso da curarsi, come assieme devono muoversi le quattro ruote di un carro. Per questa considerazione occorre preghiera, consiglio e riflessione nell'eleggere agli uffici di maggior responsabilità chi sia equilibrato.
Tutti siamo molto limitati; ma se il Superiore al mattino si offre e chiede i lumi di Gesù-Ostia, poi nel giorno sente lo Spirito Santo nel suo intimo, ascolta i Sacerdoti e Discepoli nelle conferenze e consigli prescritti dalle Costituzioni... procederà sempre meglio nel compimento completo delle sue quattro responsabilità.
Ciascuno dei Superiori (Generale, Provinciale, Regionale, locale) mediterà quanto è scritto nelle Costituzioni rispetto al suo ufficio. Lo farà specialmente nella Visita per apprendere teoria e pratica di governo dall'insegnamento ed esempio di Gesù-Maestro.
Castità ed obbedienza costituiscono la base, la coesione, la forza dell'Istituto, mentre assicurano la santificazione dei membri e la forza dell'apostolato.
Vi è un'unione canonico-costituzionale tra membri ed apostolato della Pia Società S. Paolo. Il «San Paolo» ed il «Calendario Paolino» sono organi di collegamento. Si proverà anche il nastro o filo magnetico?
Le relazioni tra la Pia Società S. Paolo e le famiglie paoline femminlli sono indicate ufficialmente nelle Costituzioni, al capitolo «Particolari uffici del Superiore Generale verso le Congregazioni femminili paoline» (Decreto 19 Marzo 1956 della Congregazione dei Religiosi).
Tutti dobbiamo sentire l'umanità, la Chiesa cattolica e lo spirito universale di S. Paolo; togliere i regionalismi e i nazionalismi malintesi che sono elementi di divisione.
L'Italia ha una propria missione nella Chiesa e nella umanità: tutti da contribuire alla sua vocazione e tutti hanno da ricevere da essa.

SAC. ALBERIONE

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