Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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2. LA CONVERSIONE DI S. PAOLO*

Confermiamo i propositi del ritiro e affidiamoli a S. Paolo. I propositi sono sempre un tentativo, una volontà, un impegno di conversione da una vita meno buona ad un'altra migliore.
S. Paolo ci dà un esempio di vera conversione. Egli proteggecoloro che hanno buona volontà, benedice ogni proposito di vita migliore, specie se si tratta di conversione da una vita tiepida ad una vita fervorosa.
La conversione di S. Paolo fu prodigiosa. In essa intervenne Gesù Cristo stesso: gli rivolse parole piene di mistero. S. Paolo in quella luce misteriosa che lo avvolse perdette perqualche tempo il lume degli occhi, ma acquistò il lume della fede; nella sua anima si delineò tutta la sintesi della teologia cristiana che in seguito egli approfondì e spiegò ai fedeli.
In secondo luogo la conversione di S. Paolo fu una conversione esemplare. Le conversioni perché siano costanti devono mutare la mente, la volontà e il cuore. Bisogna riconoscere il male che si è fatto e odiarlo, convincersi della verità della propria nullità, ad esempio del bisogno dell'umiltà: l'umiltà è la condizione della generosità verso Dio. La conversione di S. Paolo fu totale: fece diversamente da come faceva prima, incominciò a predicare Gesù Cristo che prima perseguitava nella persona dei cristiani.
Ci vuole molta luce per convertirsi: l'anima deve riflettere su se stessa, formarsi idee giuste, profonde convinzioni.
In terzo luogo la conversione di S. Paolo fu utile alla Chiesa, alle anime. Fu compagno di S. Pietro a cui è associato nella liturgia.
S. Paolo è un modello nell'esercizio di tutti gli apostolati, particolarmente di quello dell'edizione.
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Voi che siete Figlie di San Paolo dovete avere una grande fiducia in S. Paolo che vi otterrà la grazia di passare da una vita tiepida ad una vita fervorosa. Nella nostra Congregazione non si trovano bene le anime tiepide: qui ci vogliono anime attive, generose, ferventi.
Rinnovare oggi i nostri propositi e affidarli a S. Paolo. Con S. Paolo non stanno bene i tiepidi: egli vuole dei cuori ardenti, delle menti larghe, vuole generosità.
Chi vuole grazie da S. Paolo non dev'essere tiepido, ma fervoroso.
Chiedere a S. Paolo la grazia di comprendere bene le sue Lettere, questa grazia egli la ottiene volentieri.
Chiedere la grazia di passare da una vita tiepida ad una vita fervorosa, anzi ardimentosa, chiedere a S. Paolo ciò che deve starci sommamente a cuore, lo scopo della nostra vita: l'apostolato e la santità.
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* Meditazione, stampata, 1 foglio, bianca e volta (12, 5x17, 5), tenuta dal Primo Maestro a [Roma], il 28.1.1951. L'originale riporta: Meditazione del Sig. Primo Maestro, Domenica 28.1.1951 (Conversione di S. Paolo).