Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Molto sentito l'impegno da parte del Fondatore per la formazione spirituale e tecnica dell'apostolo: «È un orizzonte che si allarga dalla predicazione orale a quella scritta, stampata», adeguata anche ad altri mezzi. Si intravede la possibilità dell'uso della radio e si parla già del cinema. Talvolta affiorano alcuni temi teologici che rispecchiano la riflessione del tempo.

1933
La predicazione è sollecitata dalla liturgia, sovente sono meditazioni, istruzioni sull'apostolato. Tra le ore di adorazione, cinque hanno come tema la Bibbia, undici i novissimi. Vi sono tre ritiri di cui uno è solo una traccia. I temi più trattati sono: Eucaristia11, Maria12, S. Paolo13, vocazioni14, cooperatori15.
Quando verso la fine di quest'anno le FSP si stabiliscono nella loro Casa Madre, Don Alberione incoraggia sulla fedeltà alle direttive e auspica: «La nuova sede deve essere un centro di luce, un centro di virtù, un centro di grazia». Per le FSP è un ricominciare il cammino fiduciose nel Patto.
Seguono due Appendici: nella prima sono riportati testi di ore di adorazione pubblicati in UCAS e nella seconda Brevi lezioni sulla Sacra Scrittura.


II. ATTUALE EDIZIONE

Si è tardato ad affrontare la pubblicazione della predicazione di Don Alberione degli anni 1929-1933, giunta a noi quasi esclusivamente in dattiloscritti e ciclostilati, soprattutto per la difficoltà di stabilirne l'autenticità.
Con coraggio le curatrici hanno affrontato la situazione e si sono attenute ai criteri stabiliti per la pubblicazione dei volumi precedenti dell'OOA, convinte del valore della parola del Fondatore anche se scarsa, specialmente per gli anni 1929 e 1930, e arrivata in forma frammentaria.

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1. Criteri seguiti

a) Il materiale è stato ordinato e pubblicato in ordine cronologico, mantenendo l'unità dei corsi di Esercizi spirituali già pubblicati in volume.
b) Sotto il titolo Meditazioni varie sono raccolti i dattiloscritti e i ciclostilati in cui si riscontra la struttura della meditazione o dell'istruzione. Alcuni hanno la forma di appunti o di conferenza.
Sono stati esclusi i testi che non risultavano espressament di Don Alberione perché nell'originale o non era indicato o non era deducibile dal contenuto del testo.
Talvolta l'incertezza rimase dubbio: in questo caso si è scelto di pubblicare il testo ed è stato riportato in nota il motivo che ha fatto propendere per la pubblicazione.
c) Per le ore di adorazione sulla Scrittura, sui Novissimi, esistono già volumi della SSP che hanno editato per intero la predicazione su questi argomenti. Nella presente raccolta sono pubblicate solo le ore di adorazione giunte fino a noi e si sono considerati come originali i ciclostilati.
d) Ogni gruppo di Meditazioni varie e ogni corso di Esercizi spirituali è preceduto da una breve presentazione che sottolinea i destinatari, il tema, le fonti quando è stato possibile individuarle.
Nella nota contrassegnata da asterisco (*), che ogni intervento porta a piè della prima pagina, sono indicati i dati desunti dall'originale: luogo, data, autore, ecc.
e) La presente raccolta, che si riferisce agli anni della prima espansione (1929-1933), è stata suddivisa in due volumi per l'abbondanza del materiale e per praticità di consultazione.
Nel primo volume, contrassegnato da un asterisco (*), è raccolta la predicazione del 1929, 1930, 1931, 1932.
Il secondo volume contrassegnato da due asterischi (**) riunisce la predicazione varia del 1933.
Seguono 2 Appendici. Nella Appendice I sono pubblicate tre ore di adorazione sulla fede, speranza, carità con i testi pubblicati in UCAS. Nella Appendice II sono riportate Brevi lezioni sulla sacra Scrittura. Il testo appare una sintesi di lezioni sulla Bibbia tenute probabilmente negli anni precedenti al 1929.
f) Questa Introduzione presenta ambedue i volumi: 1929-1932 (*) e 1933 (**).
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I singoli volumi sono corredati ciascuno da: prontuario delle Sigle, Sommario, Indice delle citazioni bibliche, dei nomi di persona, dei nomi di luogo, dei nomi di autori e libri citati, Indice analitico, Indice cronologico, per facilitarne la consultazione.

C'è stata qualche incertezza se inserire o meno alcune meditazioni o perché non era indicato chiaramente l'autore, o per il modo in cui si presentava l'originale: abbreviato, malscritto, ecc. Si è preferito inserirle, riportando in nota la difficoltà, per non perdere preziosi manoscritti o ciclostilati che, se tolti da questa pubblicazione probabilmente non sarebbero più tornati alla luce. Eventualmente potranno essere eliminate in seguito.

2. Fonti e linguaggio

Non è stato facile individuare le fonti della predicazione alberioniana. Quanto Don Alberione aveva letto, ascoltato, studiato abbondantemente negli anni giovanili, è andato a mano a mano integrandosi nella sua esperienza di vita, e per l'Istituto che andava costituendosi, è divenuto magistero. Il Fondatore ha soprattutto assimilato il patrimonio teologico del tempo che si apriva a nuovi orizzonti specialmente attraverso la mediazione del can. Francesco Chiesa (1874-1946), la cui dottrina permea anche la sua antropologia e la visione della realtà.
Don Alberione, quando predica, cita a memoria e sovente in latino. I riferimenti più frequenti sono derivati dalle letture patristiche del Breviario e soprattutto dai brani della Parola di Dio presentati nella liturgia, sovente dall'Imitazione di Cristo, da agiografie e opere di S. Francesco di Sales, S. Bernardo, S. Agostino, S. Alfonso, Diario spirituale, Alfonso Rodriguez in Esercizio di perfezione e di virtù cristiane, S. Pietro Giuliano Eymard, e da altre biografie che si preparavano per la stampa o da opere in fase di traduzione. Spesso fa riferimento a documenti ed encicliche del magistero pontificio.
Gli argomenti gli sono suggeriti dalla liturgia o dalla realtà dell'uditorio, da situazioni particolari o da temi formativi di cui avverte la necessità. Usa un linguaggio semplice, familiare, accompagnato da esempi, e non tanto curato, ma forse quest'ultima connotazione dipende da coloro che hanno preso gli appunti.
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Talvolta è stata richiesta alle curatrici particolare attenzione per rendere comprensibile il pensiero del Primo Maestro ed essere nello stesso tempo fedeli all'originale. Il linguaggio tuttavia ha il carattere della comunicazione, dell'immediatezza, della spontaneità e, pur in forma disadorna, ha sempre un carattere convincente, sia quando è rivolto alle figlie, sia quando è indirizzato a tutta la FP.

3. Sorgente spirituale: conformazione a Gesù Maestro Via, Verità e Vita

Punto di riferimento della predicazione alberioniana già in questi anni è la persona di Gesù, Maestro divino che «dalla greppia incomincia la sua scuola di esempi, in attesa di incominciarla a suo tempo con le parole, là sul dorso della montagna»16. La grotta di Betlemme, la casa di Nazaret sono questa scuola dove s'impara il silenzio, il raccoglimento interiore e la preghiera17; la pratica delle virtù familiari, soprattutto della carità e dell'umiltà, la sincerità, la lezione del lavoro18.
Don Alberione esorta le FSP a frequentare questa scuola come discepole del Maestro divino, ad ascoltarlo, imitarlo, a tenere abitualmente lo sguardo su Gesù e «domandarsi ad ogni azione: Come farebbe Gesù, se fosse al mio posto?»19. Il Fondatore mostra a quelle giovani assetate di bellezza interiore e ardore apostolico l'eccellenza della vita religiosa, di cui Gesù, camminando nell'obbedienza, nella povertà, nella castità «ha segnato la via»20.
L'itinerario di crescita in Gesù è in sintesi un lasciarsi modellare dal Maestro, attraverso l'azione della grazia, fino ad arrivare con Paolo a dire:»Vive in me Gesù Cristo»21.
Da questa sorgente attingono slancio e vitalità i dinamismi della vita e della missione paolina. E su questa linea ritorna frequente il magistero del Fondatore che invita a camminare, a progredire fino al protendersi in avanti di San Paolo.
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Dinamismo spirituale nella luce dell'eternità

Muovendosi nella scia della tradizione ascetica cristiana del tempo, il Fondatore fa del progresso spirituale l'oggetto costante della sua predicazione. La forza che mette in movimento la vita spirituale è la grazia: «Con la grazia di Dio, ricorda il Fondatore, diventiamo potenti, senza la grazia siamo un niente»22.
«Quando la grazia investe un'anima, la fa crescere tanto da cambiarla in Gesù», così essa «parla come Gesù, pensa come Gesù, guarda come Gesù, ama come Gesù; non è più lei che vive, è Gesù che vive in lei»23. La grazia santificante, detta nella Scrittura veste nuziale cresce mediante i sacramenti, la preghiera, le opere buone, la vita religiosa ben vissuta, e dopo la morte si trasforma nel lume di gloria24. Anche il corpo beneficerà dei suoi effetti25.
Il peccato è il solo «grande unico male», perché distrugge la vita divina in noi. Occorre perciò una lotta costante per sradicarlo dalla mente, dalla volontà, dal cuore, dalla casa, dal mondo,26. I mezzi che favoriscono la vittoria sono specialmente l'esame di coscienza, la preghiera, l'impegno, la meditazione, la Visita.
La grazia è il gran tesoro contenuto però in vasi di creta, è necessario quindi confidare in Dio, diffidare di noi, compiere il bene27.
Questo cammino nella luce dell'eternità è guidato dalla predicazione frequente sui Novissimi, specialmente sul Paradiso28.

Dinamismo apostolico

Don Alberione parla dell'apostolato stampa con un linguaggio che si arricchisce progressivamente e con direttive adatte al tempo, ma aperte ad un grande sviluppo futuro: «Passano gli anni, si sviluppano le facoltà intellettuali e fisiche, il Signore ci
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dà sempre nuovi tempi, altri anni e l'Apostolato Stampa bisogna che cresca e che progredisca»29. Egli, che da sempre ha esortato i suoi figli e le sue figlie a pensare in grande, ribadisce che l'apostolato ha come confini il mondo30, ha un respiro universale e richiede un cuore grande, rivolto a tutti i popoli31. È la continuazione dell'apostolato del divin Maestro32. «È il prendere dalla Chiesa, da Gesù Maestro le verità più importanti e darle alle anime»33. «Per intenderlo - afferma il Fondatore - bisognerebbe ascendere fino alle parole di S. Giovanni: «In principio erat Verbum, et Verbum erat apud Deum, et Deus erat Verbum»34. In quanto alla sostanza l'apostolato stampa è di «istituzione divina»»35. Un apostolato così grande richiede nell'apostola paolina l'impegno di servire Dio con tutta la mente, la volontà, il cuore36, continuo progresso, zelo per prodigarsi in tutti i modi per arrivare a tutti; lo studio necessario per esercitare con competenza la missione e per servire la Chiesa37.
L'ampiezza dell'apostolato paolino richiede la collaborazione dei cooperatori: persone che comprendano l'apostolato, vivano la spiritualità dell'Istituto e collaborino alla diffusione della buona stampa con opere, preghiere e offerte38. Una privilegiata forma di cooperazione è sentire la necessità del lavoro vocazionale, occuparsi delle vocazioni, cercarle, formarle come Gesù. Questa «è l'opera dei fervorosi», è «cooperare con Dio per salvare le anime», è corrispondere alla propria vocazione39.

Dinamismo mariano

La predicazione alberioniana è pervasa da un vivo afflato mariano, Maria è sempre presente anche nelle meditazioni che non trattano espressamente di lei ed è contemplata perfettamente
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associata all'opera di Gesù Cristo40. Il titolo con cui va delineandosi, per i Paolini, la figura di Maria, è quello di Regina degli apostoli. Considerata nel continuo adempimento della sua missione essenziale, di dare Gesù al mondo, Maria entra nella spiritualità paolina come uno degli elementi più dinamici: «È la madre di ogni apostolato, ha dato al mondo l'apostolo Gesù»41; continua ad offrire al mondo suo Figlio, e lo offre per mezzo dei nuovi apostoli. La missione dell'apostola paolina è di continuare la missione di Maria: come ella ha dato al mondo l'apostolo Gesù, così la Figlia di San Paolo s'impegna a portare Gesù a tutti con la stampa42.
Maria è anche madre e maestra spirituale di tutti coloro che seguono Gesù per cui «l'anima che mantiene viva la sua filiale devozione e unione con la Madre di Dio, non solo riceverà aiuto e protezione, ma anche sentirà crescere il suo amore verso Dio»43. Si rivolgerà a lei e invocherà la sua materna protezione e nutrirà verso di lei una tenera devozione che si esprime nella preghiera. Il Fondatore raccomanda spesso la preghiera del rosario come mezzo per crescere nella vita spirituale e apostolica44.

Dinamismo eucaristico, biblico

La predicazione del Fondatore è attraversata da un profondo spirito eucaristico e biblico. Eucarestia e Bibbia sono le solide fondamenta su cui egli costruisce la vita spirituale e apostolica delle Figlie di San Paolo: «Dio ha lasciato sulla terra due conforti, egli dice, l'Eucaristia e la Bibbia», i «due cibi» che «nutrono l'uomo» in tutte le sue facoltà: intelligenza, sentimento e volontà. «L'Eucaristia, deve essere il centro della nostra fede, il centro della nostra devozione e di tutto il culto, e dobbiamo vivere in maniera di potere ogni giorno accostarci alla santa Comunione»45.
Anche la Scrittura è sorgente di un forte dinamismo spirituale-apostolico avendo la Bibbia in sé «una forza, una spinta al
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11 Cf nn. 25, 33.

12 Cf nn. 10, 17, 20, 21, 40.

13 Cf n. 28.

14 Cf n. 39.

15 Cf n. 15.

16 Cf Meditazioni varie 1929, n. 2.

17 Cf Meditazioni varie 1931, n. 1.

18 Cf ibid., nn. 27, 29.

19 Cf Meditazioni varie 1930, n.1,III.

20 Cf Meditazioni varie 1931, n. 23.

21 Cf Meditazioni varie 1932, nn. 1, 29.

22 Cf Meditazioni varie 1933, n. 1.

23 Cf Meditazioni varie 1932, n. 29, II.

24 Cf ibid., n. 29,I.

25 Cf ibid., n. 29,II.

26 Cf ibid., n. 29.

27 Cf ibid., n. 1.

28 Cf Meditazioni varie 1933, nn. 19, 26, 27, 32, 47.

29 Cf Esercizi spirituali, agosto 1932, IX.

30 Cf Meditazioni varie 1933, n. 15.

31 Cf ibid., n.2.

32 Cf Meditazioni varie1931, nn. 2, 5.

33 Cf Esercizi spirituali agosto 1932, IX.

34 Cf Meditazioni varie 1932, n. 25,I.

35 Cf Meditazioni varie 1931, nn. 5, 11, 13.

36 Cf Meditazioni varie 1932, n. 19.

37 Cf Meditazioni varie 1933, n. 30.

38 Cf ibid., n. 5.

39 Cf ibid., n. 39.

40 Cf Meditazioni varie 1930, n. 2.

41 Cf Meditazioni varie 1932, n. 1.

42 Cf Meditazioni varie 1931, n. 3.

43 Cf Meditazioni varie 1932, n. 1.

44 Cf Meditazioni varie 1931, n. 15,II.

45 Cf Meditazioni varie 1933, n. 25.