Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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1. L'APOSTOLATO*

Il divino Maestro Gesù aveva mandato gli Apostoli a predicare; era la prima volta che li inviava e, tornando a casa, gli Apostoli avevano cose da raccontare. In qualche luogo erano stati ben ricevuti, in altri invece no, ma in generale erano contenti, specialmente Pietro dal cuore grande, pieno d'entusiasmo.
Gesù ascoltò tutti pazientemente, poi cominciò a dar loro un avviso in generale, e fu questo: «In hoc nolite gaudere quoniam spiritus subiiciuntur vobis: Non incominciate a insuperbirvi perché vi è andata bene, e gli spiriti vi obbediscono»1.
[187] | Secondo avviso: «Venite in desertum locum: Venite con me, ritiratevi un po', vi riposerete»2; ho qualche cosa da dirvi; e poi.... «Misit binos in omnem civitatem et locum quo erat ipse venturus: Ed infatti rimandò gli Apostoli a due a due in ogni luogo»3.
Anche voi siete state a due a due in molti luoghi, diffondendo la dottrina del Maestro, con frutto discreto. Ed ecco che gli stessi avvisi vi giovano.
Non insuperbirvi è il primo insegnamento del Maestro. Noi abbiamo la vocazione, la forza di compiere l'apostolato, ma tutto ci viene da Gesù: «Sine me nihil potestis facere»4.
Secondo avviso. Ora fate il ritiro mensile, e poi se vi rimanderanno a due a due, andrete ancora in ispirito di carità. Vi è poi un terzo avvertimento del Maestro, dato allorché gli Apostoli si lagnavano di non aver potuto cacciare un certo demonio: «Hoc genus demoniorum non ejicitur nisi in oratione et jejunio»5.
In questo ritiro mensile vi dirò anzitutto come voi in questa diffusione entrate nella terza parte della vostra vocazione; in
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secondo luogo vi dirò come bisogna disporre l'anima per compier questa parte del vostro apostolato; in terzo luogo vi parlerò con quale prudenza e carità bisogna esercitare l'apostolato della diffusione. [188] |

[I. Importanza della diffusione]

Qual è la vostra missione? È la diffusione del Vangelo per mezzo della stampa: diffondere la sapienza celeste di Gesù. Ora questo apostolato lo considereremo dal lato morale-tecnico dell'apostolato stampa.
Esso si divide in tre parti: la prima è lo scrivere; la seconda è il lavoro tipografico; la terza è la diffusione.
Per la prima parte, cioè scrivere, occorrono molti studi per rendersi capaci; questo è molto difficile.
Che cosa scrivere? Per esempio: il Vangelo non si può dare in mano al popolo, alla moltitudine dei fedeli, senza che abbia delle note esplicative; se il Vangelo è in lingua volgare occorre sia commentato e questo non è compito tanto semplice, ci vuole del tempo e molto studio per riuscire a farlo. Del resto tutta la nostra missione è molto alta e per compierla occorre studio in tutto. Noi dobbiamo istruire gli altri nella religione, nel catechismo: e questo si fa con la parola e con la penna.
Seconda parte: il lavoro tipografico. Importa: fare gli inchiostri, stampare, rilegare, cucire, piegare, brossurare, ecc.; questo è il lavoro più semplice ed è perciò che qui voi siete arrivate più presto. [189] |
Terza parte: la diffusione. Lo capite bene anche voi; sarebbe inutile scrivere, far commenti, stampare, se poi i libri non venissero letti. I libri in magazzino sono tanti maestri chiusi in una scatola, proprio come le mummie d'Egitto. La diffusione è l'apostolato mediante il quale s'arriva direttamente alle anime.
Ora parliamo soltanto di questa terza parte che è quella che vi tiene più in movimento. La diffusione si deve cercare di esercitarla: o per mezzo dei cooperatori; o esercitandola voi stesse. Quando noi riuscissimo ad avere un numero importante di cooperatori attivi, zelanti, sarebbe certo molto facilitata la diffusione. La Società San Paolo deve essere un esercito grandissimo: primi i religiosi che formano i battaglioni più importanti, poi
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tutti gli altri, grandi e piccoli, uomini e donne, tutta una folla di persone. Si sta appunto pregando d'avere la grazia d'ottenere un buon sviluppo nei cooperatori. Per questo si lavora molto. «O quam speciosi pedes evangelizantium pacem, evangelizantium bona!»6, esclama S. Paolo.
Ma veniamo alla diffusione fatta per nostro mezzo, supplendo per ora alla mancanza ed allo zelo dei cooperatori. Ripeto, sarà questo un lavoro principalissimo sia se verrà fatto da voi e sia se si compirà a mezzo dei cooperatori.
Ripensiamo alla meravigliosa vostra missione. Qual è la vostra vocazione? L'apostolato svolto [190] | a mezzo della stampa: diffondere la dottrina di Gesù. Voi siete state chiamate da Dio a questo splendido apostolato. Due sacerdoti parlavano di suore che non compivano bene il loro dovere di religiose e uno dei due spiegò la cosa così: Sai perché capita quello? Perché pensano troppo poco alla ragione, al perché esse sono religiose. «Ad quid venisti?»7. Per far che cosa sono qui? Perché, Dio mi ha chiamata? Son domande che soventissimo dobbiamo farci anche noi, sull'esempio di S. Bernardo8.
S'incontrano alle volte delle persone che ci chiedono se in religione stiamo bene, rispondiamo così: Vi siamo entrate per andare un giorno a star bene, per fare a noi e agli altri del bene, non per star bene. Si stampano e si diffondono i libri buoni non solo per far del bene agli altri ma per farne tanto anche a noi: i meriti che ci facciamo sono tutti nostri e nessuno può comperarli e prenderceli. «In reliquo reposita est mihi corona justitiae»9.
Ecco il pensiero che deve dominare in questo ritiro. Pensare che il Signore ci chiederà conto del nostro apostolato: come l'avremo compiuto. Il Beato Cafasso10 diceva: Io tremo pensando a
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quel gran giorno in cui voi, o Signore, mi chiederete conto di questa grande vocazione».
Figliole, voi sarete giudicate dal come diffondete il Vangelo, la buona stampa; questo divin Maestro che vi ha mandate, vi chiederà conto. [191] | Se fossimo morti a sette, dieci, dodici anni, saremmo sbrigate presto nel giudizio di Dio. Ma oramai, essendo adulti, avendo una così bella vocazione, renderemo conto anche delle anime. Il Signore, siatene certe, ci chiederà ben conto della nostra missione. S. Paolo scrivendo a S. Timoteo diceva: «Pensa bene a queste cose che ti dico perché facendo questo farai salvo te e farai salvi quelli che ti ascoltano»11. E noi diremmo forse: Oh, se fossi morta a sette anni!.... No, non diciamolo questo. Non sapete che così avrete due premi: uno per il bene fatto da noi, l'altro per quello fatto fare agli altri? Son fortunati i passi di coloro che portano il Vangelo!
S. Paolo dovendo fare l'elogio d'una figliola che aveva su per giù trenta, trentacinque anni, scriveva: «Ricevila bene, perché ha già lavorato molto nel Vangelo»12. «Qui fecerit et docuerit, hic magnus vocabitur in regno coelorum»13.
Vi può essere anche un giudizio durissimo: quelli che son stati chiamati, troveranno misericordia se avranno realmente fatto del bene. A questi il Signore dirà: «Avevo fame e m'avete dato da mangiare, avevo sete e m'avete dato da bere...». «Ma quando, o Signore, t'abbiamo sfamato e dato da bere?». «Tutto quanto avete fatto di bene agli altri è come se l'aveste fatto a me»14.
Il popolo, le turbe hanno fame di Vangelo, di [192] | verità, della dottrina di Gesù Cristo. In giro vi sono tanti giornalacci ed in più passano i protestanti che avvelenano le anime. Il pane dell'anima è la parola di Dio. «Non di solo pane vive l'uomo»15, ma di ogni parola che viene da Dio. Quando si dovesse dire: «Il popolo, i piccoli chiedevano pane e non c'era chi lo spezzasse loro»16,
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come ce la caveremo noi al giudizio? Purtroppo molte volte anche noi abbiamo un cuore tanto duro. Quante, quante anime sono nutrite di veleno! Facciamo un buon esame di coscienza, se davvero per parte nostra mettiamo tutto il possibile per cambiare questo veleno in pane sostanzioso. «Vae autem mihi si non evangelizavero!»17. Ebbene, Gesù ci giudicherà secondo la nostra vocazione, tanto più che a noi il Signore fa delle grazie speciali. Un tempo voi non sapevate neppure cosa fosse la vocazione, l'apostolato della stampa. Eppure il Signore ha fatto nascere nelle vostre anime un segreto incitamento, una segreta ispirazione e vi ha chiamate. Non sono io né siete voi la causa della vostra vocazione, ma è il Signore solo. E a tali grazie speciali, non corrisponderà uno speciale rendiconto?
S. Paolo diceva: «La parola di Dio non è legata»18 cioè non dovrebbe esserlo; ma purtroppo non è più così. Gesù è chiuso nel Tabernacolo e parlano i falsi maestri. E voi con la vostra vocazione, cosa fate? Dove si pone un argine a tutto [193] | il dilagare del male? Pensiamo: saremo giudicati secondo la nostra vocazione. Facciamo l'esame di coscienza: Mi sono preparata bene al mio apostolato? Con preghiera, con fiducia, con umiltà? Vigilo mentre sono nel mondo per non avere nessuna sinistra impressione? Ogni tanto cerco di scuotere la polvere del mondo che necessariamente s'è posata sulla mia anima? Faccio tutto con retta intenzione? Invidio ancora il mondo? Ho usato tutti i mezzi per fare bene il bene, per me e per gli altri? Ho curato tutte le iniziative: Vocazioni, Opera delle 2000 Messe19, Borse di studio, Cooperatori, ecc.? Badate che la vostra missione è difficile: preparatevi bene.
Questa giornata di ritiro dev'essere la giornata più fruttuosa. Per parte nostra dobbiamo vincere le difficoltà.
Come fate ad investirvi della sapienza di Dio e vincerla sul demonio? «La fede è la vittoria che vincerà il mondo»20. Andate
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per diffondere la parola buona: i mezzi materiali verranno da sé, di conseguenza. Chi diffonde la Messa ha diritto di vivere della Messa, chi diffonde il Vangelo ha diritto di vivere del Vangelo. Abbiate fede. Non parlate in un modo ancor umano, quasi da negoziante; pregate che il divin Maestro vi riformi le idee. Voi dovete andare per le anime e cercare le anime, e non pel denaro; e vedrete che così non vi mancherà il cibo. Ognuno deve vivere della sua opera: «Ho mangiato delle mie fatiche»21, diceva S. Paolo. «Quando vi mandai senza bisaccia, vi mancò forse qualcosa? [194] | chiedeva il Maestro ai discepoli. Questi rispondevano: Nulla!»22.
Più fede, così si moltiplicheranno le grazie nelle nostre mani.
Questo ritiro mensile vi faccia molto pensare e v'istruisca molto. Pregate il Maestro che vi illumini, che vi insegni, che vi dia le parole adatte; ed ancora, il Signore vi dia i frutti della vostra buona volontà. Ma ricordate: siete ancor troppo umane e avete ancor poca fede. Certo dovete anche voi chiedere il denaro che è il prezzo del lavoro. S. Paolo in tutte le sue lettere l'aveva con la colletta. Perché? Lo sapeva bene lui il perché! I protestanti hanno i denari e diffondono il male! E dovremmo dire che il diavolo debba vincerla contro Gesù? E di chi la colpa? La Germania era tutta cattolica; ed in nove o dieci anni è diventata quasi tutta protestante. Di chi è la colpa di questi sconvolgimenti? Troppa tiepidezza, rilassamento; poca pietà, poco amore di Dio. Il Signore ci chiederà conto delle anime dei nostri fratelli.
La terza parte del nostro apostolato è destinata ad essere la parte trionfante; è proprio qui, nell'arrivare alle anime, arrivare ad ogni famiglia con la stampa buona!
Il Signore vi benedica. Egli che vi ha chiamate! «Euntes in mundum universum praedicate evangelium omni creaturae»23.
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[II. Disposizioni per compiere bene la diffusione]

Abbiamo considerato come la diffusione è una parte del nostro apostolato, anzi, è lo scopo delle altre due parti: bisogna
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scrivere, bisogna stampare, ma soprattutto bisogna diffondere. Abbiamo considerato che un giorno dovremo rendere conto a Dio, il quale ci domanderà se avremo dato pane ai piccoli. «Andate nel mondo intero!».
Noi abbiamo una missione alta, tanto alta e tanto bella, ma che ha pure molti pericoli; occorre dunque che esaminiamo questi pericoli per evitarli o superarli. E per questo dovremo vedere tre cose: come preparare l'anima alla missione, come tutelarla nel mondo, come purificarla al ritorno. Considereremo, quindi tre tempi: Prima, mentre, dopo, la nostra anima in relazione alla diffusione.

Prima. Il Padre Segneri24 porta un bel paragone che torna a proposito: Figuratevi che vi sia un bel campo dove il padrone è passato ed ha seminato il grano; ed ecco il passerotto che ha tanta voglia d'andare a mangiare il grano, ma teme; ha paura che quel fantoccio che è là in mezzo al campo si muova e lanci una pietra. E allora cosa fa il passerotto? Prima di calarsi giù a beccare, si ferma sulla pianta vicina e sta bene attento se il fantoccio si muove, e poi quando si arrischia a discendere si ferma [196] | poco e sta all'erta; e dopo? Appena può, se ne vola e ritorna sulla pianta vicina e si pulisce bene i piedini e il becco. Occorre: qualche cosa prima, qualche cosa mentre, qualche cosa dopo. Anche voi così. Dovete andare nel mondo dove il Maestro semina il buon grano, ma c'è però il demonio che vi semina la zizzania. Dunque, prima preparare l'anima con la preghiera e con l'umiltà. Pregare: Signore, sostenetemi, aiutatemi perché mentre cerco di far del bene agli altri non faccia del male a me. S. Alfonso25 porta questo paragone: La candela illumina e mentre fa luce, attorno a sè, si consuma. Anche le anime dissipate fanno così: si divagano facilmente, prendono ed ascoltano tutti i discorsi inutili, vanno ad illuminare e si consumano lo spirito. Il Maestro divino ci dice: «Vi mando come agnelli in mezzo ai lupi, siate prudenti come i serpenti»26.
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Spieghiamo questo suo avviso. Voi che siete andate in giro, in montagna, al mare, in collina, avete trovato realmente i lupi? E voi siete realmente agnelli? Ecco: in senso figurato questo si verifica. Infatti non avete trovato forse della gente che vi diceva: O povera figlia, così giovane si è fatta suora!, ed altre simili frasi? Quante sciocchezze! Vi ricordate cosa vi dicevano alle volte certe persone quando volevate farvi suore? Ebbene, è ciò che vi dicono i lupi quando andate a portare il libro. Una [197] | persona ha parlato apertamente ed ha detto ad una suora: Non hanno paura che perda la vocazione a mandarla in giro così?. Vi sono lupi. Ma da questa specie di lupi voi stesse state più in guardia, avete più paura, li conoscete subito. C'è un'altra specie di lupi che non vi fanno paura, sono quelli che cercano di rubarvi lo spirito. Qual è il vostro spirito? È Paolino! E voi non ne dovete guardare nessun altro. Altrimenti cosa capiterebbe? Sentite. C'era un Vescovo, Mons. di Belley, compagno e amicissimo di S. Francesco di Sales27, un ottimo vescovo: erano due santi. S. Francesco di Sales era molto dolce e quando predicava, predicava adagio, calmo, sereno, mentre invece Monsignor di Belley, carattere tutto diverso, nelle prediche era focoso, irruente, pieno di slancio. Un giorno avendo sentito S. Francesco di Sales parlar così calmo, venne in mente a Monsignor di Belley d'imitarlo pensando di far molto bene e nella predica prese il tono di S. Francesco di Sales; parlò pacatamente e giunse ad imitarlo persino nel gesto. V'era a quella predica lo stesso Sales che ascoltava stupito e sorridendo. Alla sera i due santi vescovi si ritrovarono a cena e Monsignor di Belley attendeva con desiderio un giudizio da S. Francesco di Sales sull'esito della predica, ma questi non ne parlava; vi girava attorno ma non veniva all'argomento. Allora Monsignor di Belley si decise a rivolgere lui la domanda: Quale impressione ha fatto alla gente la predica di stasera?. Agli altri [198] | abbastanza buona, ma a me poco, non m'ha accontentato, rispose il Sales; al che, l'altro vescovo commentò con rincrescimento: E dire che l'unica persona ch'io desideravo accontentare eravate voi!. Ecco, rispose S. Francesco, questa sera
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non siete stato il buon Monsignor di Belley, ed avete fatto un cattivo Francesco di Sales». Avete capito? A ciascheduno il proprio spirito: non invidiate nessuno, ammirate tutti ed amate il vostro Istituto. Ammirate gli altri più di tutti, ma amate il vostro più d'ogni altro. Sicuro, voi dovete fare le buone Figlie di San Paolo. Io non so se con questo ho detto abbastanza, ma volevo dire abbastanza.
Pregate che i lupi non mangino lo spirito vostro, paolino. Perdere la vocazione, perdere la castità è cosa più difficile, ma è facile perdere lo spirito vostro. Pregate, pregate, dite così: Cara e tenera mia Madre Maria, tenetemi la vostra santa mano sul capo...28, prendete la benedizione di S. Paolo e poi andate, se vi mandano.
Cercate di fare la volontà di Dio dovunque, sempre. Ecco il grande bene e la prudenza dove sta: Comunque sia voglio fare la volontà di Dio. Possiamo fare bene o male dappertutto. Temiamo di far male. S. Filippo Neri29 si raccomandava ogni mattina alla Madonna di aiutarlo e diceva proprio così: Vergine Maria, custodiscimi tu, altrimenti io prima che sia sera mi faccio turco o ebreo. Persin il mondo si stupisce di vedervi così [199] | giovani in mezzo ai suoi pericoli, e se il mondo capisce questo, saremo noi a non capire? Non confidate in voi stesse. Chi si fida di sé, si fida di una canna rotta. Diffidiamo di noi, poiché c'è il demonio che ci aspetta per tentarci.
Dunque in primo luogo: molta preghiera e molta umiltà.

Mentre si è nel mondo. Bisogna fare le pratiche di pietà proprio come a Casa. Al mattino la prima cosa in chiesa: lì vi potete trovare finalmente con facce e spiriti amici, sarete in buona compagnia: c'è il Maestro Gesù, la Madonna, S. Paolo, i santi, gli angeli. Deliziatevi un po' con tali persone che vi amano. S. Giovanni quando tornava a casa dai suoi giri d'apostolato, stanco, disgustato, trovava la Madonna che lo consolava, l'aiutava, lo rimetteva a posto. Finché farete le pratiche di pietà andrà bene. Solo così potrete sperare dei frutti. «Qui manet in me et ego in eo, hic fert fructum multum: Chi rimane in me ed io in lui, costui
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farà bene e darà molti frutti»30, dice Gesù. Sapete che il Maestro, è Maestro dappertutto. Lui l'ha provata questa vita di predicazione. E state col Signore: «Omnia possum in eo qui me confortat: Posso tutto in Gesù, mia forza»31, esclamava S. Paolo.
Poi cercate di vivere come a casa, il più che sia possibile. Amate la vostra Casa, le vostre [200] | Maestre, corrispondete con loro, tenetevi in relazione; e fate delle mortificazioni, quelle necessarie, come: fare silenzio per la strada, quando andate da un paese all'altro; poi fate volentieri le mortificazioni che la vostra stessa vita porta con sé, e guardatevi dall'invanirvi, quando qualche cosa va bene. E parlate poco sia di voi che della Casa; è tanto facile farvi entrare un po' d'amor proprio! Al Beato Cottolengo32 un giorno alcune sue suore chiesero: Tutti vogliono sapere chi siamo, cosa facciamo, com'è la nostra Casa...; che cosa dobbiamo dire?. E il Beato Cottolengo: Rispondete così: Noi siamo quattro teste di cavolo e il nostro fondatore i cavoli li sa piantare molto bene. Noi pure siamo umili, rispondiamo quando ci interrogano: Siamo di San Paolo, vogliamo fare qualche cosa nell'Apostolato stampa semplicemente, con tranquillità. Conviene parlar poco di noi: Ci occupiamo della stampa e basta; bisogna essere prudenti e non parlar tanto.
Per l'anima conviene non sentire e non vedere ciò che è dannoso. Se poi vi si chiedesse di cose ancor più intime, di quel tale sacerdote, o di quelle suore, ecc., rispondete: Noi non sappiamo. Soprattutto guardatevi dalle lunghe conversazioni, tagliate corto quanto si può. Guardate la Madonna, era anche a nozze e come si è comportata? Stava attenta che non mancasse niente ai convitati; ascoltava specialmente ciò che diceva Gesù e meditava quelle sue [201] | parole. Voi siete bambine riguardo alla vita religiosa. Siate santamente furbe e prudenti33, come dice il Vangelo.
Un giorno sono passate da casa mia due suore, quelle dei poveri vecchi, a raccogliere il fieno. Mia mamma ne diede loro un bel po' e quelle molto semplicemente si caricarono il loro
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fardello e se lo portarono via prendendosi anche in santa pace le derisioni e le parole cattive di certi vicini, poiché allora in quei posti, le suore erano molto mal viste. Una giovanetta, presente al fatto, ch'era proprio d'una di queste famiglie poco buone, edificata e vinta dall'esempio di quelle due suore così pie ed umili, si fece anch'ella religiosa e precisamente nel loro ordine, nella loro famiglia. Non immaginate il bene ed il male che potete fare con l'esempio, secondo vi comportate. Siate raccolte, umili, tenete gli occhi bassi come si conviene ad una suora. S. Francesco d'Assisi34 un giorno prese un suo religioso con sé, dicendogli: Vieni, accompagnami, andiamo a fare una predica e se lo portò dietro per circa un'oretta, camminando sempre per le vie e in fine l'invitò a tornare a casa con lui. Ma, e la predica?. Il santo rispose: Oh, quella l'abbiamo già fatta, camminando per la città col nostro contegno umile e serio. È la predica dell'esempio e vale assai più delle altre.
E voi le fate sempre bene queste prediche? L'abito stesso ricorda che vi sono delle persone che non pensano alla terra, ma al cielo.

E dopo. Passate sempre ogni settimana un [202] | giorno di raccoglimento con Gesù per riposarvi, per spolverarvi un po' lo spirito. Ed anche quando vi trovate in giro, fermatevi un momento, ne avete tanto bisogno e per lo spirito e per il corpo. Ma più di tutto non restare molto nel mondo, non lasciare trascorrere un mese senza almeno una giornata intiera di ritiro. Dobbiamo amare gli altri, ma più di tutto l'anima nostra.
Cosa si fa nel ritiro? Un buon esame di coscienza, per fare bene la confessione. Fuori confessatevi pure ogni otto giorni; andate di preferenza dai religiosi più fervorosi, e se non trovate quelli, andate dai parroci.
E ricordate le parole di S. Paolo: «Venisse anche un angelo dal cielo e vi dicesse il contrario di quanto v'ho detto io, non credetegli»35. E a Casa cercate di riempire nuovamente il cuore di santo fervore.
Concludendo: Primo: non insuperbirvi, umiliarvi molto pensando
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al bene che potevate ancor fare e non avete fatto. Secondo: non nascondete nulla alla vostra Maestra, ditele tutto, non le chiacchiere, s'intende, ma ogni vostra difficoltà incontrata, soprattutto se si tratta di cose esterne; aprite interamente il cuore; guardate che questo è di una grande importanza. Gli Apostoli quando tornavano dai loro viaggi raccontavano tutto a Gesù.
Se farete così, non riporterete certamente danno dal contatto col mondo, ma sarete più fervorose, perché comprenderete maggiormente [203] | la bruttezza ed il male che avete lasciato; avrete più zelo nel vostro apostolato; sentirete più grande e più bella la vostra vocazione ed avrete per Gesù che vi ha chiamate, una riconoscenza più viva, più profonda.

[III. Necessità della diffusione e iniziative prioritarie]

È necessario che noi esercitiamo l'apostolato perché questa è la nostra vocazione, precisamente come è necessario che i confessori confessino e i maestri insegnino. Questo è quanto dice S. Paolo: «Guai a noi se non evangelizziamo»36, e noi possiamo dire: Guai a noi se non corrispondiamo alla nostra vocazione; la nostra vocazione vuole appunto servirsi dei mezzi moderni pur di far arrivare il Vangelo nel minor tempo possibile a tutte le creature. È necessario però che mentre andiamo per fare del bene agli altri non perdiamo l'anima nostra. E tutti gli Apostoli quando partivano per le missioni si raccomandavano bene: «Pregate per noi perché non abbiamo a perderci» e S. Paolo: «Perché mentre cerco di salvare gli altri non diventi reprobo io stesso»37.
Noi dobbiamo, prima di partire, meditare bene che la nostra forza è Gesù solo e solo lui può sostenerci, può compiere il bene per mezzo [204] | nostro e persuadere. Lui solo può fare tutto, noi senza di lui saremmo come rami senza la vite, quindi seccheremmo: «Io sono la vite e voi i tralci»38, l'ha detto il Maestro, e i tralci senza la vite non portano frutti. È dunque necessario andare con molta preghiera, molta cautela ed umiltà. Le difficoltà sono grandi nel nostro apostolato. Vi sono stati alcuni che hanno
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predicato agli altri e poi hanno perduto se stessi. Specialmente trattandosi di suore, il pericolo è maggiore. Inoltre: mentre si è in giro ricordarsi degli avvisi di Gesù: mortificazione, preghiera, vigilanza. Tutte le pratiche di pietà fatele, sarà questo il vostro riposo spirituale nel Signore. Per via non fermatevi in chiacchiere: «Neminem per viam salutaveritis»39. Se incontrate dei cattivi non stupitevi; se vi riceveranno, va bene! E se no?... Gesù quando volle andare a predicare il Vangelo in Samaria fu respinto; gli venne chiusa la porta in faccia. Dunque se così hanno trattato il Maestro, cosa faranno ai discepoli? Pietro, Giacomo ed anche Giovanni, gli Apostoli più pronti, più impetuosi, vedendo come Samaria aveva respinto Gesù, rivolgendosi a lui, dissero subito: «Maestro, vuoi [che] chiamiamo il fuoco dal cielo a consumarli?». Ma Gesù rispose sorridendo: «Non sapete che il nostro spirito è di bontà?»40. Ripeto: se vi ricevono, va bene, e se no, partite di lì scuotendo prima la polvere dalle [205] | vostre scarpe; quella polvere sarà il giudizio di Dio, sarà il loro giudizio poiché non hanno accolto la parola del Signore. Gesù pianse su Gerusalemme, che non lo volle ascoltare; pianse prevedendo i castighi che sarebbero toccati a questa città. E voi quando non siete ricevute, siatene addolorate non per voi, ma per loro, recitate per loro il rosario. Dei maltrattamenti a voi siatene contente poiché ricordate sempre che prima hanno odiato il Maestro. Vi odiano perché portate la verità, mentre il mondo è falsità, è menzogna, inganno.
Quando ritornate, mettetevi davanti a Gesù, pregatelo, raccoglietevi con lui, chiedetegli perdono.
Non basta che il Vangelo o quel tal libro buono sia penetrato in una casa, occorre sia letto, praticato; questo lo farà colui che ha detto: «Io sono la Vita»41, io sono la grazia, ma ci vogliono le nostre preghiere perché il Signore compia l'opera sua.
I Cherubini, i Serafini infiammando gli altri s'accendon loro ancor più, e voi pure portando il Vangelo santificatevi maggiormente.
Quali sono le opere che propagherete di più? Non vi dico una cosa completa perché non mi sarebbe possibile per molte ragioni.
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Anzitutto se volete che il Signore benedica i vostri passi, cercate che ciascuna di voi, andando in giro, o presto o tardi, faccia fiorire una vocazione. Lì si conosce se veramente amate S. Paolo, il vostro genere di vita. Il vostro lavoro [206] | sarà dunque diretto in primo luogo alle vocazioni. E quando le troverete? Quando vorrà il Signore, ma intanto sia un vostro principale pensiero. Non intendo dire con questo che si debba parlare a tutti, in tutte le case, di vocazione, ma sarà un lavoro che compirete gradatamente. Tocca a voi saper discernere: chi ha occhio, qua vede una cosa e là un'altra, e nulla si lascia sfuggire. Pio X42 diceva: Sì, sì, gli infermi, i poveri, ecc., tutte opere sante, ma l'opera delle opere è sempre quella che riguarda le vocazioni. Se metterete in pratica questo, e potrete trovare anche una sola vocazione, sarete sicure di non perdere lo spirito. Parlate poco e con parole assennate, giudiziose. Il Giusti43 diceva che le teste di legno fan sempre gran chiasso; sicuro, le teste di legno perché appunto sono di legno.
Seconda opera: le adesioni all'Unione Cooperatori, per far partecipare tanti al frutto delle Duemila Messe annue. È un'opera questa salutarissima. Io vorrei che vi fossero ascritte tutte le anime del purgatorio e che al mattino, in chiesa, durante la celebrazione delle sei Messe, fossero presenti in spirito tutti i morti, i moribondi e tutti i viventi; come vi è tutto il paradiso, poiché la santissima Trinità viene a ricevere le anime salvate dal Sacrificio divino celebrato. E qui quali sono le difficoltà che vi fanno? Lasciamo stare quelli che vi dicono: Oh, dieci lire è troppo, non posso; non le ho. Un po' meno di lusso; vi sono di quelli che dieci lire le fumano in un [207] | giorno. Si canta miseria, ma nel lusso non si risparmia.
Chi dà, riceverà. In punto di morte tornerà vantaggioso il pensiero d'aver speso in opere buone.
Qualche persona chiede se le Messe si applicano o se solo vi si mette l'intenzione, dite pure che si applicano; vi sono sei sacerdoti che ogni mattina celebrano appositamente la santa Messa.
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Terza opera: la stampa! E prima di tutto cercare di diffondere la Bibbia e il Vangelo; le due opere regine. Avere il Vangelo in casa, come si cerca di avere il Crocifisso. Il Vangelo cura lo spirito, mette il fervore, guarisce i mali. Il Vangelo è più che la medaglia: quando sono ammalati tengano, tengano il Vangelo! Bisogna sentire cosa han detto su questo, S. Giovanni Crisostomo44, S. Girolamo45 e i Papi! Inoltre: la Bibbia delle famiglie, fatta proprio con questo scopo; in essa si trova solo ciò che può far del bene e può essere compreso in ogni famiglia, anche in quelle dove non vi è tanta istruzione e pur v'è tanto bisogno di buone letture spirituali. Qualche cosa già si è fatto, ma quanto resta ancora da fare! Dunque, diffondere di preferenza il Vangelo e la Bibbia, e poi vite di santi. Essi hanno letto e praticato molto bene il Vangelo e per certe anime che si trovano ancora molto lontane da questo aureo libro può essere efficacissima la vita di S. Giovanni Bosco46, di S. Luigi47 o di altri santi.
[208] | Vi sono poi i libri di ascetica, le biografie dei Papi, le opere dei santi Padri e Dottori della Chiesa e, in generale, ciò che hanno scritto i santi i quali insegnano pure come si può praticare il bene nel mondo; poi i libri di cultura religiosa.
Dico anche una parola sui romanzi. Vi sono romanzi scritti per spiegare una verità o per combattere i vizi; alcuni, combattendo questi vizi, parlano un po' chiaro e per questo non si possono dare in mano a tutti. V'è poi una certa quantità di romanzi
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che non sono né buoni né cattivi: questi sono per coloro che leggerebbero invece libri dannosi. È come dare il bigliardo o mettere il canto ricreativo nei Circoli cattolici; e questa è l'iniziativa dei romanzi onesti: dare ricreazione onesta onde impedirne un'altra pericolosa48.
Volevo ancora parlare dell'opera dei Bollettini parrocchiali49, delle biblioteche, dei calendari, ecc. Ma come fare? Tra queste cose voglio fermarmi almeno un minuto sui nostri periodici e specialmente sulla Una Buona Parola50, sulla Domenica Religiosa51 e su quelli di lettura ameno educativa che sono: Il Giornalino52 e La Domenica Illustrata53.
Che cosa sono queste letture? Sono la predica che arriva a casa domenica per domenica. Con una somma abbastanza piccola si paga la predica a domicilio. Far dunque abbonamenti a questi giornali è opera più proficua che la visita che fate voi nelle case; poiché con l'abbonamento la parola di Gesù vi arriva non una volta sola, ma [209] | ogni volta che giungerà a loro il giornale, ogni settimana o ogni quindici giorni. Fra le opere più buone che potete fare, ripeto, c'è proprio quella degli abbonamenti. Io non vi parlo adesso degli altri periodici perché non ho tempo, dovrei rimaner qui a parlare ancora tutta una giornata.
E i Bollettini parrocchiali? Voi sapete quale aiuto possono dare in una parrocchia quando sono ben fatti: possono far fiorire tutte le opere che in essa hanno vita.
Inoltre vi sono i centri di diffusione, e se potete lasciare dietro di voi una persona amica della nostra opera, che s'interessi
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di propagandare tutte le nostre iniziative, farete non solo un gran merito, ma getterete un seme che moltiplicherà buoni frutti.
Cosa dire poi delle altre iniziative che abbiamo in Casa?
Diciamo una parola sulla beneficenza. L'opera della stampa richiede spese incessanti per i macchinari. La nostra Casa deve essere come il mare: ricevere da tutte le parti e a tutti dare. Fatevi sapienti, istruitevi bene, leggete il Bollettino Cooperatori54 per saper cosa dire e dire bene, giustamente, a proposito.
Ricordiamo sempre che il frutto del nostro lavoro non dipende da noi ma dalla grazia. Anche l'asina di Balaam ha fatto una profezia55.
Quindi la preghiera preceda, accompagni, segua il nostro apostolato. Che sia ricolmo di frutti di vita eterna, prima per noi, poi per gli altri.
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* Ritiro mensile, in dattiloscritto, carta vergata, fogli 17 (21x28), tenuto ad [Alba] dal 29 al 30 agosto 1929. Il dattiloscritto sembra essere il testo preparato per la tipografia e lo si deduce dall'impostazione, dai testi sottolineati, ecc. È stato stampato con il titolo “L'Apostolato” in Haec Meditare I,1, Figlie di San Paolo, Roma 1939, pp. 186-209. Si è assunto come originale il suddetto stampato.

1 Cf Lc 10, 20.

2 Cf Mc 6,31.

3 Cf Lc 10,1.

4 Cf Gv 15,5: «Senza di me non potete fare nulla».

5 Cf Mt 17,21: «Questa razza di demoni non si scaccia se non con la preghiera e il digiuno».

6 Cf Rm 10,15: «Quanto son belli i piedi di coloro che recano un lieto annuncio di bene!».

7 Cf Serm. 76,10 su Cantico dei Cantici, SBO, II, 260. S. Bernardo utilizza questa espressione rivolta da Gesù a Giuda: «Che sei venuto a fare?» Volgata, Mt 26,50, per invitare i religiosi a una revisione delle proprie intenzioni.

8 Bernardo di Chiaravalle (1090-1153), francese, monaco, cistercense, Dottore della Chiesa. Scrisse opere di teologia, omelie in onore della Madonna e trattati di spiritualità.

9 Cf 2Tm 4,8: «Ora mi resta solo la corona di giustizia».

10 S. Giuseppe Cafasso (1811-1860), piemontese, sacerdote. Si dedicò alla formazione dei sacerdoti presso il Convitto della Consolata in Torino, al ministero delle confessioni, all'assistenza dei carcerati e condannati a morte, all'insegnamento della morale alfonsiana. È uno degli autori più letti e seguiti da Don Alberione (cf AD 133).

11 Cf 1Tm 4,16.

12 Cf Rm 16,1.6.

13 Cf Mt 5,19: «Chi li osserverà e li insegnerà agli uomini sarà considerato grande nel regno dei cieli».

14 Cf Mt 25,35-40.

15 Cf Mt 4,4.

16 Cf Lam 4,4.

17 Cf 1Cor 9,16: «Guai a me se non predicassi il Vangelo!».

18 Cf 2Tm 2,9.

19 Presso la Società San Paolo è stata istituita fin dal 1922 l'Opera delle Messe Perpetue, celebrate ogni anno da sacerdoti della Società San Paolo per tutti i Cooperatori Paolini e gli altri iscritti vivi e defunti. Fu voluta da Don Alberione come segno di riconoscenza verso tutti coloro che aiutano gli apostolati della Famiglia Paolina.

20 Cf 1Gv 5,4.

21 Cf At 20,34.

22 Cf Lc 22,35-36.

23 Cf Mc 16,15: «Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura».

24 Segneri Paolo (1624-1694), romano, padre gesuita, oratore sacro e scrittore. Sue opere principali: Quaresimale, La manna dell'anima, Il divoto di Maria.

25 Alfonso M. de' Liguori (1696-1787), napoletano, Vescovo, Dottore della Chiesa, fondatore dei Padri Redentoristi. Scrisse opere di morale e di spiritualità. Don Alberione attinse spesso ad esse e ne consigliò la lettura.

26 Cf Mt 10,16.

27 Francesco di Sales (1567-1622), Vescovo di Ginevra, Dottore della Chiesa. Suoi capolavori: Introduzione alla vita devota o Filotea, e Trattato dell'amore di Dio o Teotimo. Insieme a S. Giovanna Francesca di Chantal fondò l'ordine della Visitazione.

28 Cf Le preghiere della Famiglia Paolina, ed. 1996, p. 28.

29 Filippo Neri (1515-1595), fiorentino, sacerdote, apostolo di Roma, fondò la Congregazione dell'Oratorio.

30 Cf Gv 15,5.

31 Cf Fil 4,13.

32 S. Giuseppe Benedetto Cottolengo (1786-1842), piemontese. Sacerdote, fondatore della Piccola Casa della Divina Provvidenza (1832) per accogliere tutti gli abbandonati. Fondò pure una Congregazione clericale, una di fratelli e una di religiose.

33 Cf Mt 10,16: «Siate prudenti … e semplici…».

34 Francesco di Assisi (1181-1226). Visse e predicò la povertà evangelica. Diede origine al movimento francescano articolato in tre ordini: frati, clarisse, laici.

35 Cf Gal 1,8.

36 Cf 1Cor 9,16.

37 Cf 1Cor 9,27.

38 Cf Gv 15,5.

39 Cf Lc 10,4: «Non salutate nessuno lungo la strada».

40 Cf Lc 9,54-55.

41 Cf Gv 14,6.

42 S. Pio X, Giuseppe Sarto (1835-1914), Papa dal 1903. Il suo pontificato fu caratterizzato dalla lotta contro il modernismo. Riformò la liturgia, operò in campo catechistico e pastorale. Promosse la Comunione quotidiana.

43 Giusti Giuseppe (1809-1850), poeta calabrese, prosatore abile e ammirato, di idee repubblicane.

44 Giovanni Crisostomo (347-407), nativo di Antiochia, monaco, Vescovo di Costantinopoli. È uno dei quattro maggiori Padri della Chiesa orientale e Dottore della Chiesa. Sono pervenute di lui numerose omelie di contenuto biblico sul Vangelo di S. Matteo e di S. Giovanni. Commentò le Lettere di S. Paolo di cui fu un grande devoto.

45 Girolamo (340-420), dalmata, sacerdote, Padre e Dottore della Chiesa latina. Papa Damaso I gli affidò la traduzione latina della Bibbia (Volgata). Tra le sue opere esegetiche ricordiamo il Commento al Vangelo di S. Matteo e omelie sul Vangelo di S. Marco.

46 Giovanni Bosco (1815-1888), piemontese. Nel 1859 fonda la Pia Società di San Francesco di Sales (Salesiani) per l'educazione cristiana dei ragazzi e più tardi le Figlie di Maria Ausiliatrice per le ragazze. Beatificato il 2 giugno 1929. Le FSP iniziano la diffusione a domicilio portando la biografia di Don Bosco: Zarbà D'Assoro, Il Beato Don Bosco, PSSP, Alba 1929.

47 Luigi Gonzaga (1568-1591), mantovano; entrò nella Compagnia di Gesù a Roma. Durante la peste del 1590 nell'esercizio della carità contrasse il morbo che lo portò alla morte. Nel 1929 esisteva già stampata la biografia: Cepari, S. Luigi Gonzaga, Roma 1926.

48 Già nei primi mesi del 1929 sul periodico Unione Cooperatori Apostolato Stampa (UCAS) sono pubblicati nutriti elenchi di romanzi storici, vari e fantastici, raccomandati per biblioteche e famiglie.

49 Bollettino parrocchiale, periodico mensile di poche pagine, con la liturgia delle domeniche e brevi articoli religiosi e morali, redatto in forma facile (cf Damino A., Bibliografia di Don Giacomo Alberione, EAS, Roma 1994, p. 134).

50 Una Buona Parola, semplice foglio “che dice a tutti la verità e a tutti una buona parola” (cf Damino A., o. c., pp. 134-135).

51 La Domenica, giornaletto settimanale con istruzioni religiose e morali, intercalate da fatti, notizie di attualità e nozioni varie. Riporta sempre il Vangelo domenicale con un breve commento (cf Damino A., o. c., pp. 135-136, 143).

52 Il Giornalino, settimanale illustrato per ragazzi, con varie rubriche, racconti e formazione, di lettura facile, attraente (cf Damino A., o. c., pp. 203-204).

53 La Domenica Illustrata, settimanale per famiglie, con lo scopo di dare al popolo una lettura sana, semplice, utile e piacevole (cf Damino A., o. c., p. 182).

54 Bollettino mensile o bimensile che nel 1929 ha come titolo Unione Cooperatori Apostolato Stampa (UCAS). Porta a conoscenza dei lettori le attività, le iniziative dell'Istituto alternate con cronache di vita interna ed elenchi di offerte. Permette così di seguire il multiforme sviluppo dell'intera Congregazione (cf Damino A., o. c., p. 147).

55 Cf Nm 24,5.17.