Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Anno X N. 16 — Bollettino Quindicinale — 30 Settembre 1928 — C. C. P.

UNIONE COOPERATORI
APOSTOLATO - STAMPA

(Opus fac Evangelistae
Tim, IV. 5.)


ALBA - PIA SOCIETÀ S. PAOLO - ALBA
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I Cooperatori si fanno la loro Chiesa

Con soddisfazione lo diciamo: un mese ancora e poi la Chiesa si apre al culto. La notizia tornerà gradita massime a quelle persone che seguirono lo svolgersi dei lavori, che vennero ad ammirarla, che concorsero colle offerte.
Nell’interno intanto si è compiuta la riquadratura delle volte, delle cappelle e delle pareti fino all’altezza di circa due metri. Si sono collocate le prime cinque grandi vetrate di magnifico effetto e che sono l’ammirazione e lo stupore di quanti vengono a visitare la Chiesa e altre otto si stanno collocando.
Confidiamo nella carità dei cooperatori, giacché i bisogni sono veramente grandi.

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LE VETRATE DEL TEMPIO A S. PAOLO – ALBA

Le finestre sono 22 in alto: di cui:

1. Quattro a forma di conchiglia con un vetro di quattordici metri quadrati. Esse avranno vetri istoriati rappresentanti: la lettera di S. Paolo ai romani, la conversione di S. Paolo, il martirio di S. Paolo, la gloria di S. Paolo.

2. Quattro ad elissi ovali, di circa metri quadrati otto. Esse avranno vetri istoriati rappresentanti gli Evangelisti con i rispettivi simboli, cioè: S. Matteo coll’Angelo; S. Marco col leone; S. Luca col bue; S. Giovanni con l’aquila.

3. Dodici finestre di forma rettangolare - barocca, di metri quadrati 6 e parte di metri quadrati 4. Avranno pure vetri istoriati, e vi si metteranno i dodici Apostoli.

4. Due altre finestre a forma di uovo di conchiglia, di metri quadrati otto i cui vetri istoriati rappresentano due discepoli di S. Paolo: S. Tito e S. Timoteo. S. Timoteo nell’atto in cui viene ordinato Sacerdote da S. Paolo; S. Tito nel momento in cui spira l’anima sua «plenus dierum ac meritorum».

Così i giovani che dovranno essere un giorno gli apostoli del Vangelo a mezzo della Stampa avranno continuamente sotto i loro occhi gli esempi dell’Apostolo per eccellenza, S. Paolo; e dei dodici altri Apostoli, scelti dal Signore, e degli Evangelisti che ci hanno lasciato questo tesoro inesauribile del Vangelo.
Il lavoro riesce degno per quanto umanamente si può dire. Lo stile è in intonazione giusta colla chiesa; i colori sono distribuiti con ricchezza e proporzione; le figure sono vive, parlanti; la posizione d’ognuno ha un proprio significato.

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Un esemplare delle vetrate istoriate

Ed una parola ai Cooperatori e divoti di S. Paolo: le finestre costano L. 200.000 (duecentomila), cioè in media L. 900 per metro quadrato, così divise:
1. Ognuna delle

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quattro finestre grandi di S. Paolo costa L. 20.000 (ventimila); totale 80.000 (ottantamila).
2. Ognuna delle quattro elissi-ovali costa L. 8.000 (ottomila); totale lire 32.000 (trentaduemila).
3. Ognuna delle dodici finestre degli Apostoli costa L. 5.000 (cinquemila); totale L. 60.000 (sessantamila).
4. Le due finestre di S. Tito e S. Timoteo costano L. 14.000 (quattordicimila), totale L. 28.000 (ventottomila).
Vi sarà certo tra i devoti di S. Paolo chi acquista una finestra, chi almeno un metro di finestra.
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OPERA DELLE DUEMILA MESSE

Vantaggi della S. Messa

Ascoltando devotamente la S. Messa:
1. Rendiamo a Dio il culto di Adorazione che gli è dovuta.
2. Togliamo la pena dovuta ai nostri peccati.
3. Ringraziamo Dio dei benefici ricevuti.
4. Otteniamo le grazie di cui abbiamo bisogno.
5. Otteniamo la liberazione dalle disgrazie.
6. La Messa ci libera dai peccati
7. La Messa ci apporta fortuna.
8. Ci procura una buona morte.
9. Ci abbrevia le pene del purgatorio.
10. È il più grande suffragio che noi possiamo mandare ai nostri morti.
Vedete che tesoro è la S. Messa? Sentite dunque la Messa tutte le volte che vi è possibile, anche tutti i giorni, e procurate di fare anche la S. Comunione.
Se non potete sentire sovente la S. Messa sarebbe bene dare il vostro nome all’opera delle due mila Messe che si celebrano ogni anno dai sacerdoti della Pia Società S. Paolo: così partecipate al frutto di due mila Messe ogni anno. L’offerta è di L. 10 una sola volta in vita.
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UNIONE COOPERATORI
APOSTOLATO STAMPA

Opus fac Evangelistae (II Tim. IV, 5).


La Benedizione della Chiesa a San Paolo

Settimana di solenni funzioni
28 Ottobre - 4 Novembre 1928

Deo Gratias! il nuovo tempio a San Paolo si può aprire al culto! Non si farà la consacrazione per ora, non essendo finito; ma sarà benedetto! sarà funzionato, echeggerà delle nostre preghiere e delle nostre lodi.
La benedizione avrà luogo il 28 ottobre, giorno sacro a Gesù Cristo Re, l’ultima domenica del mese del Rosario, in prossimità alla festa di tutti i Santi, ed alla Commemorazione dei cari Defunti.
Col cuore riboccante di gioia, voi che avete dato, recitate il GLORIA PATRI.
Celebreremo la cara festa in modo tutto intimo come piace alla pietà. Daremo inviti speciali. Deo gratias!

Orario delle funzioni

DOMENICA
28 Ottobre: Ore 15 benedizione della Chiesa, predica, benedizione eucaristica.

LUNEDÌ – MARTEDÌ – MERCOLEDÌ29, 30, 31 Ottobre: Dalle 4 alle 12: Messe continuative. Alle ore 9: Messa cantata con predica infra Missam. Dale 12 alle 15: Esposizione del SS. Sacramento. Ore 15: Vespri solenni, Predica, Benedizione eucaristica.

GIOVEDÌ1 Novembre: festa dei Santi. SS Messe continuative dalle 4 alle 12. Ore 6: Messa della Comunione. Ore 9: Messa solenne con discorso. Ore 15: Vespri solenni, Predica, Benedizione eucaristica.

VENERDÌ 2 Novembre: Messe continuative dalle 4 alle 12. Ore 9: solenne funerale pei defunti Cooperatori; Amici della Casa. Ore 15: Vespri solenni, Predica, Benedizione eucaristica.

SABATO3 Novembre: Messe continuate dalle 4 alle 12. Ore 9: Messa solenne con Predica infra Missam. Dalle 12 alle 15: Esposizione del SS. Sacramento. Ore 15: Vespri solenni, Predica, Benedizione eucaristica.
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DOMENICA4 Novembre: Messe continuate dalle 4 alle 12. Ore 9: Messa solenne con Predica infra Missam. Dalle ore 12: solenne supplica a San Paolo. Dalle 12 alle 15: Esposizione del SS. Sacramento. Ore 15: Vespri solenni, Predica, Te Deum, Ben. eucaristica.

(Nei giorni 3-4-5 Esercizi SS. chiusi per i giovani che si prenoteranno presso la Direzione della Pia Società S. Paolo).

a) Ogni giorno comodità di accostarsi ai SS. Sacramenti.
b) Ogni giorno i devoti di S. Paolo troveranno nei locali un’esposizione di oggetti, libri, regali fatti alla Chiesa di san Paolo e premi pei Cooperatori con vendita al pubblico d’oggetti religiosi e libri (Banco di Beneficenza).
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Indulgenze del mese

Indulgenza plenaria: 21 settembre: S Matteo Apostolo; 29 ottobre: Ss. Simone e Giuda.
Una speciale indulgenza plenaria viene concessa ogni volta che i membri e i cooperatori faranno un’ora di adorazione davanti al Santissimo Sacramento e pregheranno secondo i fini della Pia Società.
Indulgenza plenaria in articulo mortis ai membri e cooperatori che confessati e comunicati o almeno contriti, diranno devotamente colle labbra e col cuore il santo nome di Gesù ed accetteranno pazientemente la morte dalle mani del Signore in pena dei propri peccati.
Parziale di cento giorni da lucrarsi dai membri e dai Cooperatori ogni qualvolta diranno col cuore contrito qualche preghiera secondo il fine della Pia Società o presteranno un qualche aiuto: (lavoro, elemosine, offerte).
7 ottobre: 1.a domenica del mese: (comunione riparatrice pei peccati della stampa cattiva).

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SERVA DELLA SACRA FAMIGLIA
Desiderando darLe notizie più precise circa i suoi protetti, preghiamo ritirare presso il portinaio della Società S. Paolo una lettera indirizzata: Serva della Sacra Famiglia.

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Borsa di Studio S. Natale

L’ottima Signora Lusso Natalia è una Cooperatrice della Buona Stampa, per la quale si presta in una delle forme migliore di cooperazione.
Dopo aver istituita una borsa di studio per uno studente povero, venuto il giorno in cui questo beneficato dové fare la vestizione chiericale, ella si offerse a sostenere tutte le spese non lievi.
È una nuova e benedetta veste nera che si avanza verso l’Altare di Gesù Maestro, una veste nera che ravvolge un’anima di giovane «chiamato», il quale ricorderà sempre, pregando, la Benefattrice che l’aiutò tanto generosamente nel cammino intrapreso.
L’esempio dell’ottima Cooperatrice possa avere degli imitatori.
Sono tante e tante le vocazioni di Dio tra i poveri e tanto grande è la necessità di aiutarle!
Preparare un apostolo del Vangelo per il mondo d’oggi che ne abbisogna, come non mai, è certo la più meritoria e la più alta carità che un’anima cristiana possa compiere.
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S. PAOLO
Vita e Viaggi

Capitolo X – Discorso di Paolo alla Sinagoga – Fatiche del loro ministero – Maledizione agli Ebrei – Fuggono da Antiochia. (Continuazione)

Gli ebrei di questa città, come in tutte le altre più illustri dell’Asia, avevano la sinagoga, ove nei giorni di sabato si adunavano per attendere alla lettura del Pentateuco introdotta da Mosè, e rinnovellata da Esdra, il quale vi aggiunse ancora qualche capitolo dei profeti. Quivi stando, al primo sabato i due apostoli andarono alla sinagoga, ove, secondo l’abituale costumanza giudaica di accogliere con singolare affetto i fratelli pellegrini, massime quelli che venivano dalla città di Davidde, furono accolti Paolo e Barnaba con segni di grande stima: fàttili quindi sedere, cominciarono tosto in loro presenza a dar lettura ai libri santi. Questa terminata, come atto di sommo rispetto, i principi della sinagoga, fattisi innanzi ai due forestieri, li invitarono a voler fare all’adunanza un discorso, dicendo loro: «Fratelli, se voi avete a fare qualche esortazione al popolo, parlate». A questa favorevole occasione, da Paolo ardentemente desiderata per manifestare agli uomini la divinità di Gesù Cristo, prontamente si acconsentì, e sapendo dove parlare ad un popolo addottrinato nella Scrittura, da questa esordì, laonde levatosi in piedi, e fatto segno con la mano affinché tutti tacessero, cominciò a dire: «Uomini israeliti, e voi che temete Iddio, udite:
«Iddio del popolo d’Israele elesse i padri nostri, ed esaltò il popolo, mentre abitavano pellegrini nella terra di Egitto, e con la potenza del suo braccio lo trasse fuori di essa, e per lo spazio di 40 anni sopportò i loro costumi nel deserto. Distruggendo poi sette nazioni nella terra di Canaan, loro distribuì a sorte le terre di quelle, quasi quattrocento quaranta anni dopo; di poi diede loro dei giudici fino al profeta Samuele. E poscia domandarono un re; e Iddio diede ad essi Saulle, figliuolo di Cis, uomo della tribù di Beniamino, il quale regnò sopra loro quaranta anni, e morto questo, diede loro per re Davidde, al quale rendendo testimonianza, disse: ho trovato Davidde figlio di Jesse, uomo secondo il cuor mio, il quale farà tutti i miei voleri. Della stirpe del quale trasse Iddio, secondo la promessa, il Salvatore per Israele, Gesù, avendo Giovanni suo precursore predicato a tutto il popolo d’Israele il battesimo di penitenza. E terminato Giovanni la sua carriera, diceva: chi credete voi che io mi sia? Non sono io quel desso; ma ecco dopo di me viene colui al quale non sono degno di sciogliere i sandali da’ suoi piedi.
«Uomini fratelli, e figliuoli della generazione di Abramo, e chiunque tra voi teme Iddio, a voi è stata mandata questa parola di salute. Perocché gli abitanti di Gerusalemme ed i suoi principi, non conoscendolo né intendendo le parole dei profeti che si leggono ogni sabato, condannato lui, le adempirono. E non trovando contro di lui ragione di morte, chiesero a Pilato che fosse
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ucciso e dopo che furono compiute tutte le cose che di lui erano state predette, depostolo dal legno il posero in un monumento. Ma Dio lo risuscitò da morte il terzo giorno, e per molti giorni fu veduto da coloro, i quali erano andati insieme con lui dalla Galilea a Gerusalemme, e che fino a questa ora sono suoi testimoni presso il popolo. E noi vi annunziamo questa promessa che fu fatta ai nostri padri, e l’ha Iddio compiuta ai vostri figliuoli, risuscitando Gesù, come nel secondo salmo sta scritto: «Tu sei il mio Figliuolo, oggi ti ho generato». Come poi lo ha risuscitato da morte, e come non debba più ritornare nella corruzione, lo disse in questo modo: «Farò che siano ferme per voi le promesse fatte a Davidde». Per la qual cosa altrove ancora ha detto: «Tu non permetterai che il Santo tuo vegga la corruzione». Perocché Davidde avendo nella sua età servito alla volontà di Dio, morì e fu sepolto co’ padri suoi, e vide la corruzione. Ma colui il quale Dio risuscitò non vide la corruzione.
«Siavi dunque noto, uomini fratelli, come per questo si è annunziato la remissione dei peccati, e da tutte quelle cose dalle quali non potesse essere giustificati nella legge di Mosè, in lui (cioè in Cristo) è giustificato chiunque crede. Guardatevi dunque che non sopravvenga a voi quello che è detto nei profeti: «Vedete, disprezzatori, e stupite, e disperdetevi, perocché io fo un’opera nei vostri giorni, opera che voi non crederete, se alcuno ve la racconterà».
Questo discorso non poteva non produrre grande impressione nell’animo degli ascoltatori, i quali perla cognizione che avevano delle Scritture e dei profeti attendevano appunto nell’epoca corrente il grande avvenimento della venuta del Messia. Nondimeno, a seconda dei loro diversi sentimenti entrarono a vicenda in collisione, poiché i buoni ascoltando da Paolo la lieta novella del venuto Messia, l’accolsero con gioia: ma la maggior parte di essi, vergognandosi di riconoscere per Messia colui che era stato condannato ad ignominiosa morte, accolsero con interno disdegno le parole di Paolo, e mostrandosi in apparenza soddisfatti, lo invitarono per il prossimo sabato a parlare nuovamente sopra lo stesso argomento.
Nondimeno dopo questo primo discorso molti illuminati dalla grazia, fattisi seguaci dei due apostoli, andavano a trovarli nella loro casa, a fine di meglio istruirsi nella verità da loro annunciate: e i due apostoli ben volentieri al pietoso ufficio si affaticavano per ammaestrare i nuovi fedeli nella dottrina di Gesù Cristo. Il restante del tempo poi impiegavano nel lavoro, per sostenere la vita, non servendosi di quella libertà che permetteva affidare a donne divote la cura delle faccende domestiche secondo l’usanza degli altri apostoli: dal che si può inferire qual fosse l’austerità della loro vita, e la fatica del loro ministero.
Intanto la fama di questi due uomini annunzianti il compimento delle profezie nella morte di Gesù crocifisso sul Gòlgota, divulgatasi per la città, fece sì che quasi tutta si mosse nel seguente sabato per ascoltare da Paolo la parola di Dio di modo che la sinagoga in quel giorno riboccava di popolo. Alla vista dello straordinario concorso, gli ebrei più ritrosi si turbarono fortemente, e nella secreta rabbia onde erano invasi, cercarono ogni mezzo per distornare la sacra funzione. Perciò come Paolo si pose a predicare, alcuni dottori della sinagoga si levarono contro di lui, opponendogli delle difficoltà: ma quando si avvidero che contro la verità annunziate da Paolo nulla valevano i cavilli ed i sofismi, come è proprio dei vili e malvagi, dominati da sentimenti superbi trascorsero allo schiamazzo, alle ingiurie, alle bestemmie.
Innanzi a tanto strepito i due apostoli vedendosi soffocato sulle labbra il discorso, con animo forte e ad alta voce, rivolti ai giudei perturbatori esclamarono: «Conveniva pria di tutto annunziare a voi il Vangelo di Dio; ma poiché lo rifiutate e vi giudicate indegni della vita eterna, ecco, noi ci rivolgiamo ai gentili; perocché così ci ha comandato il Signore, dicendoci: Io ti
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ho posto e dato in luce delle genti affinché tu sia in salute fino all’estremità della terra».
Queste severe parole che avevano per fine di giustificare pubblicamente la loro condotta, produssero da una parte l’allontanamento dei giudei pertinaci, dall’altra l’accrescimento dei gentili, i quali allegri nel cuore per il lieto annunzio della divina misericordia a loro favore, in gran folla domandavano di essere ammessi nell’ovile di Cristo, così che glorificando l’Altissimo ed ascoltando con rispetto la sua parola, tutti coloro che erano preordinati alla vita eterna ricevettero la fede e si fecero cristiani.
I giudei però al vedere la ricca messe che raccoglievano gli apostoli con la predicazione, cresciuti nell’odio e nella rabbia, mossero contro loro fiera persecuzione. Attizzarono costoro alcune nobili matrone, mogli o congiunte dei principali cittadini; e queste, zelantissime della religione giudaica, con femminile influenza indussero i loro mariti a fare espellere dalla città Paolo e Barnaba. Allora gli apostoli obbedendo al precetto di Gesù Cristo, scossero dai loro piedi la polvere, in segno di non avere più commercio con essi, ed uscirono da Antiochia di Pisidia, della quale non altra memoria è rimasta fuori di quella stampata sulle carte, non trovandosi nei moderni geografi che ella sussista neppure sotto altri nomi.

(Continua).

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Zelatrici!
Conosciamo che in questi mesi vi sono maggiori difficoltà per diffondere l’opera delle due mila Messe: non scoraggiatevi; fare è necessario, pregare di più. Lavorate con intensità maggiore. Gesù sorride dal cielo, vede, nota e vi darà il premio. Noi ogni giorno vi ricordiamo tutte nella S. Messa.
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Unione di Preghiere
Per tutte le persone che si raccomandano alle nostre preghiere offriamo al Signore tutto il bene e le azioni che si fanno in Casa, e le raccomandiamo alle preghiere dei Cooperatori.

– Il Tempio a S. Paolo – S.S. Pio XI – La libertà della S. Sede e della Chiesa – L’Apostolato della B. Stampa – L’incremento della Pia Soc. San Paolo – I bollettini Parrocchiali – L’opera delle duemila Messe – I centri di diffusione di libri e oggetti religiosi – Le Biblioteche – La diffusione del Vangelo – I periodici settimanali – Gli scrittori cattolici – Un povero bambino ammalato – Due madri di famiglia – Per quattro studenti che abbisognano di maggior salute – Alcuni giovani per la loro vocazione – Una Chiesa in costruzione – Una famiglia per miglioramento economico – Il buon esito di due cause importanti.

Borsa di Studio
Sant’Isidoro agricoltore

S. Isidoro nacque a Madrid nella Spagna. I suoi genitori, poveri di beni, ma ricchi di pietà, gli ispirarono coi loro esempi orrore al peccato e amore a Dio.
Fu di una pazienza somma, di una dolcezza inalterabile, esatto e fedele nell’obbedire. Univa ai lavori campestri gli esercizi di pietà e spesso mentre la sua mano guidava l’aratro, la sua mente conversava con Dio e con gli angeli.
Egli si alzava tutti i giorni assai di buon’ora per soddisfare alla sua pietà e ai suoi doveri. In mezzo ai lavori agricoli, pei quali tanti lasciano la preghiera e strapazzano le feste, egli si fece santo e grande.
Compì molti miracoli in vita e dopo la sua morte: oggi è il patrono della città di Madrid.
Bella pertanto e nobile l’idea di onorare il santo degli agricoltori.
Voglia S. Isidoro ottenere tante grazie a chi ha iniziato la borsa di Studio in suo onore e a quanti vi si vorranno unire per completarla.

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Per i nostri nuovi Chierici

Sono una quarantina i giovani della casa che alla fine di ottobre p.v. vestiranno l’abito chiericale.
È per certo questo un numero considerevole, una grazia grande che il Signore fa alla casa: un segno di buona e ferma volontà dei giovani. Deo gratias!
Tra questi giovani ve ne ha dei poveri: chi penserà alle spese della loro vestizione? anime buone, amici cari, a voi rivolgiamo l’invito, a voi tendiamo la mano e ricordate che quanto farete per uno di questi giovani il Signore lo tiene come fatto a sé.
Diamo qui appresso un elenco di persone che già offrirono o promisero offerte allo scopo:
La Signora Maestra Lusso Natalia recandosi alla nostra Pia Società volle far visita al suo protetto per la prima volta; s’intrattenne un po’ con lui e visto nelle miserie finanziarie in cui si trovava quel giovane e d’altra parte la buona volontà e costanza nel seguire la sua vocazione gli disse:
«Ebbene, continui così e confidi d’ora innanzi per tutto quanto le occorre ci penserò io, lei preghi solo per me, e preghi tanto, affinché il Signore mi aiuti a farmi un po’ di bene in questa vita e guadagnarmi il Paradiso.
Io stimo una grande grazia l’aver un’anima che prega per me e m’invoca le benedizioni del Signore.
Che il buon Dio mi conservi in vita finché lo veda salire all’altare!..
Per ora dica quanto le occorre per la vestizione: abito, pastrano, cappello, rocchetto ecc. che glielo voglio provvedere io, della stoffa migliore, perché il primo abito deve essere quale conviene ad una persona che riveste le divise di Nostro Signor Gesù Cristo.
Una Signora che fece l’offerta di un paio di scarpe nuove di cui abbisognava il suo protetto disse:
Io non posso fare tanto assieme nelle condizioni in cui mi trovo, ma quel poco che posso lo faccio sempre volentieri anche a costo di qualche sacrificio per provvedere quanto abbisogna al mio protetto.
Anche la Signorina Teresa Coraglia vuole lavorare per i chierici poveri e non potendo far altro ci aiuta da casa sua a fare gli abiti per essi.
La signorina Maria Debernardi occupa continuamente il suo tempo in lavorarci e provvederci rocchetti e camici al filé per i nostri sacerdoti e chierici.
La Signora Scapino e la Signorina Achino fecere l’offerta di percalle per rocchetti ai nuovi chierici.
Le nostre buone cooperatrici Signora Viglino Margherita e Achino Margherita s’interessano per trovare altre nuove cooperatrici, nulla risparmiando pur di aiutare le vocazioni, e continuamente come pure fanno la Signora Gasverde Maria, la Signora Vigolungo Secondina e altre rammendando calze e biancheria per i nostri giovani.
La benemerita ditta Sartoriss di Brà, affinché S. Paolo benedica il loro negozio e le loro imprese e affinché i giovani di S. Paolo preghino per questo e per tutte le grazie che abbisognano, ci provvede la calzatura di tutti i giovani e chierici poveri.
Ecco alcune persone che comprendono cos’è e cosa vuol dire aiutare le vocazioni povere!... Speriamo che altre ancora ne seguano l’esempio.
Alle buone ed ottime nostre cooperatrici giungano da parte nostra e specialmente da parte dei giovani beneficati i più sentiti ringraziamenti, e specialmente il continuo ricordo nelle nostre preghiere.
S. Paolo e il Divin Maestro non mancheranno di ricompensarle con speciali grazie e celesti benedizioni.
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Quando pregate

L’Imperatore Carlo V stava un giorno a pregare quando gli fu annunziato che un ambasciatore straniero chiedeva di parlargli soltanto per pochi minuti, aggiungendo che doveva comunicargli cose della più alta importanza. Ma l’imperatore ricusò di ascoltarlo e si accontentò di dire: «Io sono occupato dietro affari infinitamente più seri, perché sono all’udienza del Re del Cielo».
Non v’interrompete, non distraetevi volontariamente, né prendete posizioni meno rispettose verso la maestà Divina, quando pregate.
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SAN GIROLAMO

Suoi Natali
Il nome di S. Girolamo rappresenta uno dei Padri e Scrittori più illustri della Chiesa Romana.
Egli nacque nel 342, da genitori Cristiani a Stridone, cittadella sui confini della Dalmazia, che gli storici s’arrabattano d’identificare con qualche località odierna dell’Istria, o della Dalmazia o della Bosnia.

Allo studio dei classici pagani
All’età di diciotto anni, il nostro Girolamo era a Roma, dove si diede intensamente allo studio dei classici pagani sottola direzione di valenti maestri. La passione del sapere era così grande in lui, che passava le intere notti a trascrivere libri, tanto che poté formarsi una biblioteca non disprezzabile.

Non ancora battezzato
Benché nato da genitori cristiani, egli in quest’epoca non era ancora battezzato perché allora era accettata da tutti la massima, che era più prudenza attendere che sbollissero le passioni giovanili, prima di ricevere il Battesimo. Massima evidentemente falsa, equivalente a quest’altra che è ripetuta come un assioma ai giorni nostri: la gioventù ha diritto di sbizzarrirsi.

Ad altri studi. Un’occasione lo mette sulla buona strada. La passione del sapere
Da Roma Girolamo passò a Treviri, capitale delle Gallie e centro di studi. Quivi colpito dalla tragica morte di Giuliano l’Apostata, decise di voltare le spalle al mondo e di consacrarsi a Dio. Infatti ritornato a Roma, ricevette il Battesimo dal Papa Liberio.

Una salutare visione divina gli fa dimenticare la lettura di Cicerone e lo consacra agli studi biblici
Una malattia però lo costrinse ad interrompere il viaggio ideato ad Aquileia, poi a Stridone e poi ad Antiochia, diretto a Gerusalemme si ritirò nel deserto della Calcide ove rimase cinque anni, quivi si era prefisso di far penitenza dei suoi peccati di gioventù. Anche qui però egli non poteva dimenticare i suoi autori prediletti specialmente Cicerone pel quale nutriva un culto fanatico, tanto che non lo leggeva se non digiuno. Un sogno lo guarì almeno parzialmente da questa sua colpevole mania. Gli parve di essere steso sul letto di morte e di venire improvvisamente rapito e trascinato davanti al trono di Dio. Gli fu chiesto chi fosse e rispose d’essere cristiano. «Tu sei ciceroniano e non cristiano».e fu staffilato senza misericordia. Allora Girolamo giurò di non conservare più presso di sé, né di leggere libri pagani: così fu liberato e poté ritornare al mondo.

A Roma presso il Papa S. Damaso un incarico difficile e delicato
Questo sogno fu per lui salutare perché da quel tempo incominciò a darsi agli studi biblici, che fino allora aveva trascurati per la forma rozza e trascurata con cui sono scritti.
Il Papa S. Damaso intuì la meravigliosa capacità di Girolamo e lo elesse a suo segretario dandogli al pari tempo l’incarico di rivedere la traduzione dei Vangeli, la quale era zeppa di aggiunte e di alterazioni con grande pericolo per l’integrità della fede. Egli seppe compire egregiamente, con grande soddisfazione del Papa, questo lavoro e passò anche a rivedere la traduzione latina dei Salmi.

A Betlemme scrive, traduce, commenta
A Betlemme il fiero Dalmata trovò finalmente la pace. Padre Spirituale di tanti conventi, sorti all’ombra della Santa Grotta di Betlemme, vi era S. Girolamo il quale al tempo stesso teneva scuola di grammatica ai fanciulli, scriveva frequenti lettere agli amici lontani e, soprattutto, si dedicava allo studio della Bibbia, per meglio comprendere la quale riprese lo studio dell’Ebraico e del Caldico. Così man mano traduceva e commentava i libri sacri.

Attività e Apostolato di S. Girolamo. Mentre incomincia la lotta, la sua penna scorre veloce contro Origene
Ed eccoci giunti all’anno 400, l’anno della polemica origeniana, che segna il periodo più interessante della vita di S. Girolamo. La lotta comincia a svolgersi nei suoi vari aspetti e il carattere veemente, irascibile di S. Girolamo si dispiega in tutta la sua interezza. La sua penna scorre veloce nel profondere tutte le dovizie del suo genio potente che incitato dall’accanimento dei suoi nemici assurge ad altezze inaspettate per la difesa della sua ortodossia. Il solitario di Betlem nulla risparmia per difendersi; il suo linguaggio di fuoco e
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alcune volte evidentemente mordace e satirico, non sempre è contenuto nei limiti dovuti, ma la perfidia e l’ingiustizia dei suoi nemici lo giustificano ponendolo in una posizione di legittima difesa. La produzione geronominiana durante la polemica origeniana ci dà il vero aspetto del genio, del grande scrittore; il suo stile ci fa conoscere tutto l’animo suo che nell’asprezza e diuturnità della lotta non cessa di emanare un profumo veramente cristiano.
Gli errori attribuiti ad Origene e combattuti da S. Girolamo sono:
a) la negazione della consustanzialità del Verbo.
b) la negazione dell’eguaglianza delle tre Persone divine.
c) la preesistenza delle anime relegate nei corpi umani per causa delle loro colpe.
d) la negazione del domma della risurrezione.
L’eresia origeniana fu vinta nell’Oriente da Epifanio e da Teofilo d’Alessandria e nell’Occidente per opera di San Girolamo che quantunque amico ed ammiratore di Origene ad un tempo, non mancò di lasciarlo e di combattere la sua eresia accanitamente con ogni suo potere.

Girolamo pubblica la traduzione della Bibbia secondo i Settanta
Circa l’anno 380-91 S. Girolamo cominciò a pubblicare la traduzione della Bibbia secondo i Settanta. Il lavoro fu cominciato sui primi tempi della sua dimora in Betlem ed è una revisione critica della Volgata secondo gli Esapla di Origene. Compiuta tale revisione la correzione dell’Italia fatta in Roma per ordine del Papa S. Damaso rimase superflua. Il primo libro riveduto fu il Salterio; il nostro esegeta lo ebbe in mira prima d’ogni altro perché più usato dalle liturgie e dai fedeli ed anche più diffuso nel testo. Questo Salterio s’usa dalla chiesa Romana nella Recita dell’ufficio divino, mentre per il Messale usa il testo del Salterio Romano. Di questa traduzione secondo i Settanta noi possediamo solamente la Prefazione ai Paralipomeni, al libri di Salomone e il Libro di Tobia con la prefazione e il Salterio. Tutto il restò andò perduto per l’inganno di uno sconosciuto che rubò a Girolamo una buona parte dei suoi lavori (Ep. CXXXIV ad Ang).

La Volgata è la vera e grande opera geronominiana
Il frutto dei suoi lunghi e faticosi studi. La filologia, la critica e l’esegesi vi raggiungono tale uno sviluppo che fece meravigliare tutti gli scrittori ecclesiastici contemporanei e del suo autore fece l’uomo più celebre in tutto l’Occidente. Questo lavoro fu compiuto entro il giro di quindici anni. La VULGATA ci si presenta come un’opera compiuta a varie riprese e non del tutto eguale nelle singoli parti. I libri del Vecchio Testamento, vi sono tradotti integralmente secondo l’originale, mentre che nel Nuovo rappresenta una sapiente revisione critica della vecchia versione latina.

Il suo carattere
Sapeva d’impetuosità. L’ardore della sua eloquenza, l’insofferenza in lui naturale, di contraddizione, il flagellare i vizi senza pietà, non erano certo dati da concigliargli l’affetto e la simpatia dei Romani. Pur non di meno fu sempre ammirato ed ebbe attorno a sé un gruppo di amici devoti.

Tra gli scritti di S. Girolamo
Scrisse una lettera ad un Eustachio, De custodia virginitatis, e la Vita di S. Paolo Eremita, il De viris illustri bus, il Commento sul Profeta Abdias, i tre commentari sulle Epistole di S. Paolo, commentario sull’Ecclesiaste, tre trattati circa il valore e il progresso degli studi ebraici, De vita Vespasianum, sette trattati sopra i Salmi, tradusse trentanove Omelie di Origene: De studio Scripturarum, ecc. ecc.

Sua preziosa morte
Verso la fine dei suoi ultimi anni la fibra di S. Girolamo era ormai disfatta dalle fatiche sostenute. I suo occhi non gli servivano più: era divenuto uno scheletro ambulante. Una lunga e gravissima infermità aveva già resa morte quella mano e l’atleta di Cristo anelava il riposo. Sul povero giaciglio del suo dolore, in preda all’ardore della febbre, volgevasi ai discepoli da lui amati che ne raccolsero il supremo ammaestramento e precisamente il 30 settembre 420 il nostro santo rendeva la sua anima al Creatore sull’età di 76 anni.
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NELLA PIA SOCIETÀ S. PAOLO
NOTIZIETTE MENSILI

La Chiesa
Ormai si può dire, è terminata, quantunque all’atrio non sia ancora finito l’intonacatura alle navate; però è già a buon punto.
È già sgombra dai ponti e si lavora attorno allo zoccolo. Belli i capitelli delle colonne con lo stemma di S. Paolo: uno scudo con in campo una spada; bello il cornicione cogli innumerevoli stucchi; belle le arcate, le cappelle, le nicchie. Allettano la vista i fregi, gli stucchi artisticamente disposti; non un contrasto, non un apice che degradi la bellezza e la magnificenza della Chiesa.
Quando sarà benedetta, oh, come allora saliranno più fervorose e potenti le nostre preghiere per voi benemeriti cooperatori, che, con offerte e preghiere, vi avete edificata «la vostra Chiesa». Come sgorgheranno più spontanee e calde quando, raccolti nel magnifico tempio, assisteremo alle cerimonie celebrate con pompa regale!...
S. Paolo non mancherà certo di sorridervi dal Cielo e allargare le sue mani.
Intanto si è già cominciato a mettere a posto i vetri delle rimanenti vetrate e speriamo che per le feste tutti i vetri siano appostati.
Sotto la Chiesa ferve lo sterramento, e metà del sotterraneo è già sgombro.

Anniversario
Il giorno 20 Agosto si celebrò, nella più perfetta unione di spirito di tutti, giovani e figlie, il quattordicesimo anniversario della fondazione della nostra Casa. La Pia Società S. Paolo nacque l’anno 1914, auspice il grande Padre e Dottore S. Bernardo. Il nostro amatissimo signor Teologo, la sera precedente al lieto avvenimento, ci fece considerare le grandi e innumerevoli grazie largiteci dal Signore in questi soli quattordici anni, esortandoci ad una più pronta e totale corrispondenza, onde attirare sempre maggiori benedizioni su tutti noi e sui nostri cari Cooperatori. Il 20 fu una giornata di comune e reciproca propiziazione e di santi propositi, collocati ai piedi di S. Bernardo, affinché egli c’impetrasse, colla sua potente intercessione, la grazia di osservarli fedelmente.

Cartiera
Anche qui i lavori procedono colla massima intensità. Il fabbricato, consistente in un solo piano, è già tutto coperto; appena sarà possibile a questo piano ne saranno aggiunti altri quattro. Alla fine dello scorso Agosto è arrivata una buona parte del macchinario e le grandi macine che pesano quaranta quintali cadauna e che serviranno per trasformare la carta, gli stracci ed altre materie in pasta. Il nostro reparto meccanici da un mese lavora a provvedere i telai in ferro delle spaziose finestre e delle porte, e ve ne sono già parecchi pronti. È qui fra noi da un mese un abile meccanico, incaricato per la montatura delle macchine. In questo lavoro si dovranno spendere non meno di tre o quattro mesi, e noi, con i nostri Cooperatori, dovremo rassegnarci a non vedere la cartiera a funzionare, se non nel prossimo anno 1929.
Noi invitiamo i Cooperatori a venirci in aiuto anche in questa grave spesa: e ricordiamo loro che Iddio rimunera sempre i benefattori delle Sue opere.
Altro lavoro iniziato in questi giorni è la costruzione di una cabina elettrica che dovrà essere finita per le prossime feste. Quella che sino ad ora ci ha servito si trova proprio nel centro e a un passo della facciata della nuova Chiesa, e per le feste quindi finita la nuova questa verrà atterrata e sarà così sgombra l’entrata della chiesa.

Nuova Macchina
Una nuova fonditrice di caratteri è giunta alla metà dello scorso mese e subito ha iniziato il suo lavoro.
Ha già fusi i caratteri grandi per i nuovi Calendari delle Missioni e della Moralità, che usciranno quanto prima.
Due sono così ora le macchine fonditrici che preparano il carattere per le tipografie nostre di Alba, di Roma, e di Torino.
Il carattere aumentato e rinnovato nella tipografia, oltre ad accelerare ed aumentare il lavoro è pure di grande utilità per la bellezza estetica delle edizioni onde più facilmente si possono diffondere e far leggere. Le stampe cattive in ciò sono modello ammirabile di perfezione, d’eleganza e d’attrattiva, ed è questo uno dei tanti motivi della loro diffusione. Noi siamo ancora bambini nell’arte e ci rimane ancora tanto da fare. E ogni giorno chiediamo questa grazia al Signore nella bella preghiera del «Segreto di riuscita» in cui appunto tra l’altro imploriamo dal Signore il cinque per uno di abilità nell’Apostolato.
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Dalla casa di Roma

Le nuove macchine che ora tanto celermente si moltiplicano nella nostra Casa sono aiuto e mezzo potente per sempre più aumentare e diffondere e far leggere le nostre stampe e sviluppare così il nostro Apostolato.
Nello scorso mese un nostro caro Chierico essendosi recato per un breve soggiorno in famiglia, fu di passaggio a Roma e si fermò qualche giorno presso quei nostri indimenticabili compagni. Tornò fra noi portandoci i saluti tanto graditi del Rev. Direttore Teol. Giaccardo, del Suddiacono Signor Luigi e di tutti gli altri ed ancora le più liete notizie riguardo la salute di tutti.
A Roma, nel corrente e nello scorso mese, si recò pure il M. R. D. Paolo Marcellino, allietando colle sue due visite tutta la piccola famiglia. Ed anche D. Marcellino tornò portandoci care notizie e i saluti di tutti. Noi contraccambiamo ai cari compagni di Roma i saluti e li assicuriamo che siamo sempre uniti a loro col vincolo della preghiera.

L’otto settembre si iniziò lo scavo per la casa di Roma nella Vigna di San Paolo.
Proprio questo giorno la S. Madonna ha scelto, forse perché questa casa sia un aiuola tutta sua; forse, perché cresca ogni giorno come il suo cuore in grazia, ed espande la fragranza del buon odor di Cristo; forse, perché anche la Casa nostra sia per molte anime gaudio di verità e d’amore.
E bene sia tutto questo. Preghiamo la santa Bambina che sia così.
E per amor di Maria Bambina, gli amici e i cooperatori vogliano tutti un po’ aiutare la casa a crescere.

Il Santo Rosario
È la preghiera, più soave, più bella, più efficace, che venne insegnata dalla Madonna stessa al grande Apostolo del medio evo Domenico di Guzman; preghiera che Egli diffuse in mezzo ai fedeli di quei tempi così agitati da fazioni ed eresie.
S. Domenico col Rosario sconfigge l’eresia degli Albigesi; i Crociati nelle acque di Lepanto riportano completa vittoria sui turchi che tentavano di venir in Europa a seminare la distruzione di ogni civiltà e inalberarvi, al posto della Croce, la Mezzaluna di Maometto.
Chi dice il Rosario ottiene la protezione della Madonna anche sui propri interessi materiali.
Chi dice il Rosario vincerà sempre il demonio e le proprie passioni.
Chi dice il Rosario (ed anche la sola terza parte) in chiesa davanti al SS. Sacramento, sia esposto in alto sull’Altare, sia rinchiuso entro il Tabernacolo acquista l’indulgenza plenaria.
Chi dice il Rosario colla corona benedetta dal Sacerdote con facoltà speciale, acquista 1.000 (mille) giorni d’indulgenza ogni Ave Maria, ossia 50.000 giorni d’indulgenza; 150 mila dicendolo intero, cioè tutti i 15 misteri.

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Vinello
Ce ne occorrono pel prossimo anno 2500 brente. Preghiamo di nuovo caldamente quanti già ce lo vollero preparare, gli altri anni con tanta generosità, a volercene preparare anche quest’anno: anzi, vorremmo farlo in confidenza, preparatecene un po’ di più. La famiglia è ancor cresciuta: saranno in più a pregare per voi e maggiore sarà il merito vostro.
Si passerà di nuovo a ritirarlo come gli altri anni.
Fin d’ora a tutti e di tutto: «Deo gratias».
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Alle Seminatrici della Buona Stampa


CENTRI DI DIFFUSIONE
di libri buoni ed oggetti religiosi

In ogni centro di qualche importanza sarebbe tanto utile sorgesse un deposito di libri buoni, giornali nostri, di oggetti religiosi.
In questi mesi ne abbiamo aperti parecchi, ovunque è possibile istituirli: basta vi sia una bottega, un sacrestano, un sacerdote, un parroco, una figlia di Maria, ecc.
Siamo disposti a fornire tutto il necessario: libri, corone, medaglie, quadretti, crocifissi, ed a fare tutte le facilitazioni possibili.
In questi giorni ci è giunto molto materiale: le seminatrici possono scegliere e farne propaganda.
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LE FIGLIE DI S. PAOLO

Passeggiata a Priocca
Fu la meta delle Figlie che non avevano preso parte alle precedenti passeggiate.
Il 9 sett. verso le quattro l’allegra comitiva si dirigeva alla volta dell’ospitale paesello. Il lungo percorso lasciò il tempo per gli scherzi, la recita dell’intero Rosario e la preparazione alla S. Comunione.
Alle sette arrivo, messa cantata in parrocchia, accompagnata dall’organo, Comunione con molti fedeli, benvenuto del Parroco e breve meditazione fatta dal medesimo.
Liete accoglienze da parte del Parroco: il 9 settembre era per lui una data cara: era il 19.o anno della consacrazione della nuova parrocchia. Definì un vero regalo la visita, era contento delle preghiere che le Figlie avevano fatto per lui e per la parrocchia. Offrì a tutte il caffè. Poi visite ai parenti. Cinque famiglie han dato alla Società parecchie figliuole. Colsero quest’occasione per festeggiarle quali spose del Signore. Le buone mamme da parecchi giorni erano in faccende per preparare un pranzo di nozze. Avevano fatto festa per le figlie che andate a marito, vollero far festa a quelle che avevano scelto per loro sposo Gesù.
Accompagnate dal V. Curato e dal Parroco si passò in casa del sig. Tarabra, del buon Guispa, nostro ottimo cooperatore. Vi fu una colazione provvista di ogni ben di Dio. Tanta gentilezza commosse: si ringraziò di cuore l’amico di S. Paolo che tanto s’adoprò per rendere piacevole la gita.
Visita all’ospedale, all’asilo cortesemente accolte dalle Suore del Cottolengo e dei bambini che recitano poesie.
E di nuovo in parrocchia per la visita giornaliera e benedizione impartita dal Rev. Arciprete che volle esser tutto a disposizione delle gitanti. Sull’ampio campanile un magnifico panorama si offerse agli sguardi e mentre la visita vi si delineava, i sonori rintocchi del campanile al quale si era vicinissime, ci scossero. Recita dell’Angelus sul campanile, poi in casa del signor Giovanni Cordero per il pranzo, fornito dalla famiglia Cordero Stefano, Pietro e Giovanni Binello e Grasso. Il Parroco e il Rev. D. Coppa lo allietarono colla loro presenza. Erano presenti tutti i genitori: le figlie festeggiate presero posto presso le loro mamme. Servivano le altre sorelle sposate.
Alla frutta il buon Pastore invitò i genitori ad essere orgogliosi di aver dato le figlie in ispose non ad un principe terreno, ma al Principe dei principi, di gioire ed esultare per aver figlie nella Pia Società che fa tanto bene con la diffusione del Vangelo, bene a cui partecipano essi pure. Commosse tutti. Si passarono ore di gioia intima. Ancora nelle vigne, in squadre per uva, ecco cestelli di frutta che si riempiono destinati a rallegrare le rimaste a casa.
Verso sera i babbi vollero essi stessi condurre ad Alba sui birocci le Figli, pensiero che rallegrò le girtanti perché si sentivano stanche. Ai rev. D. Casetta e D. Coppa, alle famiglie Tanabra Giuseppe, Binello, Grasso, Cordero Giovanni, Pietro e Stefano che già tanto fanno per la nostra Casa, i più sentiti ringraziamenti.

Esercizi spirituali figlie esterne
Sono uno dei benefici più grandi che Iddio ci ha fatto.
L’anima lontana dagli strepiti e cure mondane attende unicamente al massimo negozio della sua eterna salute e ne trae un salutare profitto: ne esce desiderosa di mutar costumi e di avanzare nella virtù.
Più forte è in quei giorni il dolore dei peccati e più grazia riceve l’anima dal Signore. E con maggior sicurezza decide dell’elezione del proprio stato.
Nei giorni 28 agosto 2 settembre le figliuole che presero parte agli Esercizi dettati dalla Pia Società superarono il centinaio: ritornarono soddisfatte alle loro famiglie col proposito di nuovamente venire l’anno venturo.
E poiché molte, impedite dai lavori, mostrarono rincrescimento per non aver partecipato, la Casa è lieta comunicare a tutte le buone Cooperatrici che terrà un

Secondo corso di Esercizi Spirituali alle figlie attempate, giorni 23-27 Ottobre,
Saranno chiusi: dalla Società le partecipanti avranno tutta l’assistenza materiale e morale.
Non è bene interromperli; per chi partecipa è meglio essere presente a tute le funzioni dall’apertura alla chiusura. Se le occupazioni lo impediscono si può partecipare ad un altro corso.
Non è fissata alcuna pensione: si accetta qualunque offerta.
Le prenotazioni si devono inviare entro il 15 ottobre.
E speriamo che a questo secondo corso, un terzo, un quarto e molti altri corsi abbiano ad aver luogo per figlie, per giovani, per madri di famiglia. Al Signore domandiamo una Casa adatta e la Divina provvidenza ci verrà certo in aiuto in questa opera di bene.

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Teologo Alberione Giacomo Direttore Resp.
– PIA SOCIETÀ SAN PAOLO –
ROMA via Ostiense 75 ALBA Via S. Paolo TORINO Via Belfiore 66
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LE OFFERTE DEI DIVOTI DI S. PAOLO

Ma voi chiedete sempre! Ci dicono alcuni buoni amici. E sì, chiediamo e più volentieri ancora RICEVIAMO. Sono tanti i bisogni, sono tante le spese di somma necessità per compiere la nostra missione, per mantenere tanti giovani. Ai benefattori tutti Deo gratias di cuore.

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Per il pane
È anche questo un bel mezzo della divina provvidenza per soccorrere i suoi figli: lo additiamo specialmente ai parenti degli alunni ed in particolarissimo modo a quelli che non pagano più pensione. È bene si sappia che le spese sono altissime per il solo vitto e che il guadagno dell’apostolato è INSUFFICIENTISSIMO anche per queste sole spese. Ed allora tendiamo la mano a quanti ricevono beni immensi dalla Casa.

Offerte per la Cappella
Una buona signora aveva un elegante vestito di seta nera, il più bello che aveva e volle privarsene per fare un dono alla casa di Dio, affinché il suo vestito prezioso servisse a fare una preziosa Pianeta per la S. Messa e così ci diceva: Questo è il vestito più bello che ho, è la seconda volta che l’indosso, la mia intenzione si era che dopo di me fosse destinato per la chiesa, ma pensai che non è gran cosa privarsi degli oggetti che abbiamo preziosi, quando dobbiamo lasciarli per forza e perciò sento che Gesù mi chiede ora questo sacrificio ed io non posso rifiutarmi deporrò giunta a casa questo vestito, per non più indossarlo e così loro se ne potranno servire subito per far le paramenta di cui abbisognano, ed io sarò felice che questa seta ogni mattina s’adoperi dal ministro di Dio per celebrare la S. Messa.
Quante altre signore non potrebbero imitarla?
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