Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Anno I – N. 4 – 20 Ottobre 1923 – Bollettino mensile – Conto corrente colla Posta

SAN PAOLO
BOLLETTINO DELLA PIA SOCIETÀ SAN PAOLO
PER L'APOSTOLATO DELLA BUONA STAMPA


Opus fac Evangelistae
(II Tim. IV 5)



ALBA – Scuola Tipografica Editrice - ALBA

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SAN PAOLO
BOLLETTINO DELLA PIA SOCIETÀ SAN PAOLO
PER L'APOSTOLATO DELLA BUONA STAMPA


Opus fac Evangelistae (Tim. IV – 5)



«SONO NECESSARIE LE PERSONE»


Intendiamo per la Buona Stampa.
È la parola del Papa, di Pio XI: è quindi la voce della chiesa che narra le sue necessità: è l'anelito del cuore della fede cristiana. II Santo Padre lo ha espresso così: «In questo genere di apostolato, non basta la cooperazione del denaro, sono necessarie le persone».
La condizione del denaro non può quindi essere la condizione «senza della quale non» si possa assolutamente fare nulla: gli industriali, gli affaristi, i commercianti pensano cosi, e giudicano con questa misura tutte le cose. La Buona Stampa non è un industrialismo.
Le anime si salvano con anime, il popolo si santifica con delle vocazioni: i mezzi debbono essere proporzionati.
Il Salvatore si è scelto a testimoni, a predicatori del vangelo, a mezzi di diffusione della vera Religione non gli scrigni forniti, non le splendide quadrighe, non le macchine, ma degli uomini: voi sarete testimoni a me; voi io ho eletti: a voi ho assegnato il posto, perché riportiate frutto. Ordinò anzi: andrete senza bisaccia e senza calzari: io sarò con voi: quasi volesse dire: non vi basto io per tutto quello che vi potrà occorrere? E non deve applicarsi specialmente per gli Apostoli la promessa: Cercate prima il regno di Dio, e tutto il resto avrete per giunta?
Diamo prima di tutto e sopratutto vocazioni, vere vocazioni alla Buona Stampa: indirizzatele alla Pia Società S. Paolo. Oh. Dio ne ha sparse tante! occorrerà trovarle, occorrerà curarle, occorrerà indirizzarle. Se ne legga il programma in copertina.
Il mezzo più efficace è la preghiera: domandare al padrone della messe buoni operai per Lui: domandare apostoli; apostoli sacerdoti e apostoli operai.
Ricordiamolo: e meditiamolo, il non averci pensato non sarà scusa. L'insegnamento ha cambiato titolare, ed ha cambiato spirito. Dalla cattedra del maestro che aveva imparato la dottrina della Chiesa è passato al redattore dei giornali, allo scrittore dei romanzi.
Il romanzo infrollisce i caratteri, accende i bassi voleri, fa preda delle innocenze ma può anche essere un apologista della fede, un educatore di cuori, un volgarizzatore di dogmi. Le armi che in mano ai turchi tenevano soggetta la Terra Santa e minacciavano Roma, in mano ai cristiani conquistarono il Santo Sepolcro e vinsero a Lepanto e a Vienna.
Uniamoci e facciamo assieme la preghiera a Dio; nel lavoro poi, voi, Cooperatori, illuminati da Dio, ci manderete, e noi coll'aiuto di Dio, coltiveremo le tenere pianticelle, destinate ai più ubertosi e più preziosi frutti.
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I Paolini dei tempi Apostolici
S. Dionigi Areopagita - 9 Ottobre


Dionigi di Atene, magistrato dell'areopago,fu personaggio profondo in ogni genere di dottrina. Questo uomo, mentre ancora si trovava nell'errore del paganesimo, quel gran giorno, in cui nostro Signore Gesù Cristo fu crocifisso, vedendo la natura venir meno, esclamò: O il Dio della natura patisce, o la macchina del mondo rovina.
Ma quando l'Apostolo venne ad Atene, e nell'Areopago diede ragione della dottrina che predicava: che cioè Cristo Signore è risorto da morte, e che i morti ritorneranno in vita, Dionigi e molti altri credettero in Gesù Cristo.
Fu dunque battezzato da S. Paolo, educato nella fede, e creato vescovo di Atene.
Venne a Roma e dal Papa Clemente fu mandato a portare il Vangelo nella Gallia: e pose la sede del suo apostolato a Parigi. Il bene che operava era molto, e molti i Cristiani che guadagnava a Gesù Cristo: Il prefetto Fescennio lo fece battere colle verghe: ma Dionigi perseverava con più ferma costanza nella predicazione della fede. Fu allora buttato su una graticola rovente sui carboni incandescenti, e cruciato assieme ai compagni con ogni genere di supplici. I martiri subivano quei tormenti con animo forte e giulivo: e il prefetto fece loro tagliare la testa. Dionigi contava 101 anno: e morì della morte del suo maestro: da se stesso raccolse da terra il suo capo troncato e lo portò in mano a due mila passi. Scrisse libri ammirabili e pieni di celeste sapienza sui nomi divini, sulla gerarchia ecclesiastica e angelica e molti altri.

S. Luca evangelista -18 Ottobre

Luca era un medico di Antiochia; nella Troade l'Apostolo lo prese con sé, e lo fece suo discepolo: e S. .Luca lo seguì a Filippi, poi a Gerusalemme, e fu con lui a Roma nelle due prigionie.
S. Luca scrisse il terzo Vangelo, il Vangelo predicato da San Paolo.
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S. Paolo scrive che il Vangelo di San Luca era letto in tutte le chiese, e che procurava gran lode al suo Autore. Scrisse ancora S. Luca un altro egregio volume: «Gli Atti degli Apostoli» che narrano la conversione e la missione di S. Paolo fino alla prima prigionia di Roma: è la più bella agiografia di S. Paolo, quella inspirata, dettata dallo Spirito Santo, e scritta con vero amore figliale.
S. Luca aveva appreso la storia evangelica dalle labbra di S. Paolo, che ne aveva avuto da Dio diretta rivelazione, e dalla bocca degli altri apostoli e della S. Madonna, che gli narrò i particolari dell'Annunziazione e gli dettò il cantico del Magnificat.
S. Paolo amò molto questo discepolo carissimo, e ne parla più volte nelle sue lettere.
S. Luca visse fino a ottantaquattro anni: Fu vescovo di Filippi. Morì in Acaia: le sue ossa nell'anno 20 dell'impero di Costantino furono trasportate a Costantinopoli.

La cura del Rosario

Leone XIII lo ha additato, e inculcato come il più efficace rimedio per guarire la società agitata, e sconvolta prostrata dall'oppressione religiosa degli stati, dalla materialità della vita, dalle discordie sociali.
I cooperatori Buona Stampa hanno da compiere nella chiesa e nel mondo un'opera grande e meritoria: ma debbono prima santificare pure se stessi e ottenere grazie da Dio.
In tutte le Parrocchie del mondo ogni giorno di ottobre si recita dal popolo il Rosario davanti al SS. Sacramento.
Il primo sovrano dei popoli e delle nazioni è il Signore: che non solo è re, ma è anche padre, ed è prima di tutto il loro Dio. Beato il popolo che Lo venera vero Dio, e vero Signore, e Gli professa l'ossequio della sua dipendenza.
Le riforme dei ministri non varranno a riformare la famiglia e la società.
Molti secoli fa la chiesa e la società erano minacciate dagli albigesi: cinque secoli fa la religione e la civiltà cristiana erano minacciate dai turchi. Oggi la stampa cattiva, le migliaia di biblioteche guaste, i romanzi passionali, i giornali settari e antireligiosi hanno fatto alleanza coll'inferno e assaltano furibondi la fede cattolica, il suo sacerdozio, il suo Papa. È la vostra ora, o amici della Buona Stampa: Il Rosario di Maria disperse gli Albigesi a Montfort: il Rosario di Maria sgominò a Lepanto i Turchi; il nome di Maria riportò sui Mussulmani definitiva vittoria a Vienna.
Il Rosario di Maria rende forte e vittorioso il cuore contro le passioni, fa lo spirito terribile, e vittorioso contro il demonio.
Le fortezze si conquistano a colpi di cannoni; i cuori e le anime si possono conquistare e si difendono a colpi di Rosari.
Abbiamo bisogno di una madre: siamo bambini; abbiamo bisogno di sentirci protetti da una madre: è molto dura la prova della vita: il Rosario ci fa sentire che Maria, la madre di Dio, è la nostra madre, che ha cura di noi.
Il Rosario pone Maria, la Regina del cielo, a protezione dei popoli, mediatrice tra noi e Dio: e ciò che Maria domanda ottiene.
In ottobre si reciterà il Rosario davanti all'Ostia Santa per i bisogni della Chiesa; in novembre si dirà in famiglia il Rosario dei Morti; negli altri mesi d'inverno si reciterà il Rosario nelle case per una vita più cristiana. Ma perché non si potrà continuare in appresso?
Una buona cura di Rosario potrà infondere un nuovo spirito in molte popolazioni, dopo forse lunghi anni di faticoso lavoro; potrà trasformare una parrocchia; potrà dare fecondo impulso al risalire spirituale della società.
Una buona cura di Rosario sarà la salute, la vittoria, la riabilitazione, la liberazione di molte anime. Amici, proviamo questa cura.
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S. Paolo non fu di peso ad alcuno e si sacrificò per tutti

Glielo fa scrivere lo Spirito Santo ai Corinti: S. Paolo era Apostolo: poteva, come gli altri predicatori del Vangelo, portar con se una sorella nella fede per i servizi comuni: non lo fece. Lavorava per il Vangelo: aveva diritto a vivere del suo lavoro; non volle usufruirsi di questo diritto. Ecco le sue parole:
«Non sono io Apostolo? Non dovete voi forse alla mia predicazione l'esser cristiani? e se anche per altro io non fossi Apostolo, lo sono per voi, e voi siete il sigillo del mio Apostolato nel Signore.
Non abbiamo noi il diritto di condur con noi una sorella che ci assista nei nostri bisogni come fanno gli altri Apostoli e lo stesso Pietro?
Chi è mai che pianta una vigna e non mangia i frutti di essa? Chi pasce un gregge e non ne beve il latte? E sono infatti scritte per noi le parole: Chi ara deve arare colla speranza e chi trebbia con la speranza di partecipare del frutto.
E se noi abbiamo seminato in voi semenza spirituale, è forse gran cosa se mieteremo qualcosa dei vostri beni terreni?
Gli altri usano di questo diritto. Ma noi non abbiam mai fatto uso di questo nostro diritto; anzi sopportiamo tutto affine di non porre impedimento al Vangelo di Cristo. Non sapete voi che quelli che servono all'altare, partecipano dello stesso altare? Così pure ordinò il Signore a quelli che annunziano il Vangelo, di vivere del Vangelo.
Io però non ho profittato di nessuna di queste cose. Io non ho scritto questo perché così si faccia a mio riguardo.
Se io evangelizzo, lo faccio per un bisogno, e guai a me se non evangelizzassi.
Qual è adunque la mia mercede? Che evangelizzando io dia gratuitamente il Vangelo e che non abusi del mio diritto nel predicarlo».
E lo Spirito Santo lo fa continuare: S. Paolo non fu di peso ad alcuno, ed egli prestò se stesso e adattò se stesso alle necessità di tutti. Così predicava agli altri: «Non dobbiamo cercare di piacere a noi: ognuno si renda grato al suo prossimo nel bene; poiché Gesù Cristo non cercò di piacere a se stesso; e questa era la sua condotta apostolica».
«Io sono libero da tutti e mi sono fatto servo di tutti per salvare più gran numero di anime. Mi son fatto Giudeo coi Giudei per convertire i Giudei con quelli che sono sotto la legge mosaica come se fossi sotto la legge anch'io affine di guadagnare quelli che erano sotto la legge; con quelli che non sono sotto la legge mosaica come se io fossi senza legge (pur non essendo senza legge di Dio ma avendo la legge di Cristo). Mi sono fatto debole coi deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto con tutti per salvare tutte le anime.
E tutto io faccio pel Vangelo, affine di avere parte alle promesse del medesimo».
San Paolo quindi, quasi uscendo da uno stato di soggezione e di pena; che gli cagionava il dover scrivere di sé, riprende d'un tratto la sua autorità di parola che crea là dove cade: e si rivolge ai fedeli che lui evangelizzò, e a quelli che hanno cura dei fedeli, e stimola al bene fare con una efficacissima similitudine: «Non sapete voi che quelli che corrono nello stadio, tutti corrono per prendere il premio, il quale poi toccherà ad uno solo? Voi correte tutti in modo da far vostro il premio.
Ognuno poi che lotta nell'arena da tutto ciò che può indebolirlo si astiene: ed essi per ricevere una corona corruttibile, noi invece per una corona incorruttibile.
Io adunque corro, ma coll'occhio fisso la meta; io combatto, ma non per battere l'aria: e castigo il mio corpo e lo riduco in servitù, affinché predicando agli altri, non diventi un reprobo io».

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Anime zelatrici! riflettete a quanti preziosi meriti pel cielo vi potete guadagnare cercando, trovando inscritti all'opera delle Mille Messe!
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Il giornale e il giornalismo dei cattolici
formano lo spirito cattolico


Al congresso degli abbonati e dei lettori della «Croix» l'illustre Mons. Gaillard ha pronunciato un importante discorso sulla funzione del giornale cattolico nella vita sociale e politica.
«I benefici che ci rende la stampa cattolica li riassumo – disse Mons. Gaillard – in una sola frase: Essa forma lo spirito cattolico. Nella grande massa dei cattolici di nascita e di battesimo ce ne sono ancora, grazie a Dio, molti che sono cattolici di tendenza, attaccati alla loro religione e alla vita della Chiesa.
Ce ne sono molti pure che sono praticanti e sinceramente praticanti. Ma quanti ce ne sono che hanno veramente lo spirito cattolico, che pensano, che giudicano, che decidono, che si comportano in ogni caso della loro esistenza quotidiana da veri cattolici? E perché è un fatto indiscutibile che sono ancora pochi quelli che posseggono una coltura sufficiente e un patrimonio saldo di idee apprese sui libri e nelle scuole di alti studi religiosi, gli altri sono portati, anche inconsciamente, a pensare secondo il loro giornale. Se il giornale loro porta, ogni mattina, non dico gli attacchi contro la religione, ma semplicemente la cronaca e i prodotti, anche elevati, della povera sapienza umana: se il giornale tace abitualmente della dottrina e della vita della nostra Chiesa, o ne parla a vanvera o superficialmente: se esso accenna alle opere del clero anche con qualche leggera insinuazione sulla loro attività spirituale e sulla loro intransigenza, i lettori meno preparati resteranno necessariamente impregnati di naturalismo e di laicismo: e la loro intelligenza ne subirà un grave danno: e ciò si verificherà anche tra le persone più buone e bene intenzionate. I cattolici che dicono di leggere i giornali laici e profani per le ricche informazioni e per i belli articoli, affermano di non subirne le influenze laicistiche così dicendo errano gravemente, perché anche le informazioni più banali all'apparenza e più insignificanti possono deformare o male informare la mentalità cattolica. Gli uomini d'affari specialmente affermano che sentono la necessità di leggere il giornale d'informazioni e l'organo del partito al quale aderiscono. Nulla di più legittimo. Ma mi sembra che, senza, dimenticare i proprii affari, si dovrebbe avere, anche da parte dei signori uomini, il desiderio e l'orgoglio di leggere il foglio schiettamente cattolico, che vuol conservare la fede, che esce ogni giorno con lo scopo di far conoscere a fondo la vita e l'attività della loro Chiesa. E mi pare anche che prima di appartenere a questo o a quel partito, l'uomo cattolico debba sentirsi fiero di appartenere al grande partito di nostro Signor Gesù Cristo, di appartenere devotamente alla Chiesa. Membro di questa grande società egli ha molti doveri da osservare nei confronti di essa. Ora per poter compiere bene questi doveri, egli deve essere non soltanto informato ma anche richiamato da un organo che pensi e che parli come vuole la Chiesa».

Le promesse eseguite

Una signorina, introdotta nel parlatorio delle figlie, chiese di parlare alla Maestra. Son venuta a mantenere una promessa, – dice appena questa si presenta, e sì dicendo si toglie dalle orecchie un paio d'orecchini d'oro fino. – La S. Madonna mi ha concessa la grazia desiderata, ed eccomi subito qui a dare quanto ho promesso. Quest'altro paio d'orecchini poi – continua togliendoli da una scatoletta, e consegnandoli entrambi, – devo darglieli per una grazia ottenuta da S. Paolo.
E raccomandatasi alle preghiere delle figlie, se ne va esclamando: Oh, la Regina degli Apostoli e S. Paolo non s'invocano invano!
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Nella Pia Società S. Paolo


Cenni storici generali della Pia Società S. Paolo

Una buona pratica introdotta in Casa fin da principio fu la lettura del Vangelo prima della scuola. Se ne leggevano due o tre versicoli per volta in italiano, o in latino, o in francese, o in greco, secondo era dominante o l'uno o l'altro studio di lingua.
Gli alunni leggevano per turno, e, quando si leggeva in altra lingua, si doveva pur tradurre quanto aveva letto. Una brevissima parola di commento del maestro serviva a far penetrar nelle piccole anime la dottrina e gli esempi del divin Maestro. Cosi ogni giorno.
Letti i Vangeli e gli Atti degli Apostoli, gli alunni, col medesimo metodo, a due versicoli al giorno, studiano le Epistole di San Paolo sul testo latino, e di questo studio subiscono l'esame. Così quelli, che incominciarono i primi hanno già ora mandate a memoria le lettere a Timoteo, a Tito, a Filemone, ai Romani e la prima ai Corinti: nell'ultimo esame portarono colle materie scolastiche anche quattordici capitoli della lettera ai Romani.
Per rendere più interessati e più responsabili i giovani sul lavoro, si cominciò fin d'allora ad attuare nei principii rudimentali l'idea dei reparti. L'assistente faceva il proto: e vi era il gruppo che componeva la Gazzetta e i bollettini, e un altro gruppo che aveva cura dei lavori vari. La Gazzetta di Alba era ancora sempre il lavoro principale: si componeva tutta a mano: e al venerdì sera, quando tutto era spedito, si leggeva sui volti la soddisfazione d'aver compiuto con piccole forze un lavoro destinato a creare molto bene.
L'idea, il valore e l'efficacia della B. Stampa penetravano, trovavano posto e operavano nei nuovi apostoli: era Dio che operava, e trovava cuori docili alla sua azione. Una specie di festa era la sera di quei venerdì, quanto si faceva in tipografia la veglia per ultimare la spedizione del giornale: tanto più che, finita la spedizione, seguivano immancabilmente le caramelle o i cioccolatini del Sig. Teologo.
Cresceva il sentimento di responsabilità e maturava il carattere. Liberi da tutti gli esterni, cadde quella certa indifferenza che si era notata talvolta in quelli che erano gli eletti. Si comprese il fine nobile e grande per cui si lavorava. Si capì che la Casa di San Paolo non era un qualunque istituto, ma una Casa per la formazione di apostoli della buona stampa veri e zelanti. «Ciascuno di noi, mi diceva l'assistente, comprese come al presente non vi sia mezzo più bello, più grande, sublime ed efficace per fare del bene che il lavorare per l'opera della buona stampa».
Ogni domenica il sig. Teologo veniva un'ora nello studio, e, Padre e figli assieme, si teneva la «conferenza» sugli argomenti e le applicazioni più pratiche di pietà, di disciplina, ordine, igiene, galateo, tipografia. Il Signor Teol. dava gli avvisi che riteneva del caso, poi gli alunni incaricati della pietà, dello studio, del galateo, della tecnica del giornale, ecc. riferivano sul proprio argomento.
Le conferenze erano di efficacia immediata.
Una volta la settimana si dava ai giovani una lezione generale teorica di arte tipografica: il lavoro di ogni giorno, e la correzione del medesimo ne costituiva l'applicazione.
Un'altra buona pratica educativa fu questa: la domenica sera i giovani facevano loro per turno ai compagni il sermoncino della sera. I piccoli leggevano; i più adulti dicevano: alcuni si contentavano di un minuto, di esporre un pensiero copiato dal Giovane Provveduto o da un libro di pietà; altri facevano più lungo, alcuni anche molto
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lungo: e si udirono delle conferenzine proprio belle sull'ubbidienza, l'umiltà, la stampa, la Madonna, che era l'argomento di molti. I giovani d'allora ricordano ancora l'impressione fatta, per tacere di altri, delle predichine di Maggiorino sul Paradiso e sulla buona Stampa. Queste cose avvenivano sotto gli occhi di S. Paolo, che voleva bene a' suoi figli e li benediceva.

NOTIZIETTE MENSILI


Diaconi.

Domenica, 14 ottobre, i nostri Suddiaconi Borrano Pietro e Chiavarino Giovanni furono promossi al Sacro Diaconato: e portarono per la prima volta in Casa, e agli amici l'augurio della Chiesa del Do-minus vobiscum.

Reduce.

Il nostro Paolo Marcellino del 1902, dopo dodici mesi di vita militare al Comando del Corpo d'Armata a Bologna, è ritornato pieno di buona volontà e di energie fisiche e morali, che consacrerà ora tutte a Dio e alla Casa nel molteplice lavoro per la Buona Stampa.

Il lavoro dei giovani.

È il tempo utile per la propaganda. Sono varie le iniziative: biblioteche, settimanali, bollettini parrocchiali, catechismi, calendari; per ciascuna si è fatta, con gruppi di giovani, un comitatino di preghiera e di azione. Questi fastidi e queste occupazioni all'infuori del dovere ordinario aiutano molto lo spirito. Gli interessati si sono dedicati con sentimento di responsabilità: e pregano e lavorano.

Rosario.

Il Rosario si recita tutto l'anno in Casa, e da molti giovani intero tutti i giorni: in ottobre se ne fa una cura speciale.
La S. Madonna conosce le molteplici grazie di cui abbisogna la Casa e tutta la famiglia dei Cooperatori: e sa le vie più brevi e segrete per comunicarle. Nella Santa Madonna non si confida mai invano.

Piccola sacrestia.

Alla piccola Cappella di S. Paolo, si è addossata una piccola sacrestia: vi sarà così più spazio in Chiesa e per la famiglia accresciuta: e vi saranno nuovi posti per le confessioni: Il quadro della Regina degli Apostoli è ricollocato a suo posto ultimato e verniciato.

Nelle scuole.

Si riprese il corso di quarta elementare, che era stato sospeso: quindi si potranno accettare gli alunni prosciolti dalla terza elementare.
Ai Santi si daranno i primi esami e si manderanno i voti ai parenti.

Molino e forno.

Avremo tra poco in funzione anche il molino ed il forno: l'impastatrice funziona da mesi. Sarà un'economia: anche perché gli Amici e i Cooperatori ci fanno più volentieri le loro offerte di grano.

La buona propaganda


Con quattro soldi

— Un catechismo — disse Carlo nel porgere la moneta da quattro soldi all'Arciprete.
Possessore d'un ventino dopo un'infinità di progetti sul modo di spenderlo; aveva accettato il consiglio della nonna, ed era subito corso in Canonica per avere una copia dei primi elementi.
— Che vuoi farne? — gli chiese il Parroco.
— In paese si vendono i catechismi, molto più cari, e non contengono il modo di servire la Messa. Io voglio imparare a servire ogni mattina il S. Sacrificio; Carlino compierà quell'ufficio che gli Angeli invidiano, leggendo sul Catechismo, finché le saprà, le risposte a memoria.
Il Parroco aveva acquistato il piccolo Catechismo in Alba, alla Pia Società S. Paolo, la quale, per la forte tiratura, li cede a prezzi irrisori.
Le scuole si sono riaperte: l'insegnamento catechistico è obbligatorio nelle elementari.
RR. Parroci, dirigete le ordinazioni alla Pia Società S. Paolo, a lire 16 al cento si avrà edizione completa, secondo la tipica vaticana; a L. 12 al cento per l'edizione economica di 32 pagine.
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ASSOCIAZIONE GENERALE BIBLIOTECHE
Pia Società S. Paolo – ALBA (Piemonte)


Esempi di buona volontà

Altra volta abbiamo già parlato dell'azione di un gruppo di Zelatrici costituitosi appositamente per la diffusione delle buone letture e nella città di Alba.
Ci piace ora riferire, ad esempio di tutti quanti studiano i mezzi migliori di riuscita, quanto proprio in questi giorni hanno fatto per aumentare i fondi necessari ad una delle iniziative a cui hanno posto mano: quella di procurare una Biblioteca gratuita ai Carcerati ed agli infermi dei nostri ospedali.
Ci vediamo una sera capitare in Tipografia le due fondatrici del gruppo, che, tutte contente come lo può essere chi ha fatto un'opera buona, ci sorprendono e ci rallegrano con una bella improvvisata. Ci domandano se per la mattinata del giorno seguente possiamo stampare alcuni avvisi reclame per una rappresentazione di beneficenza. Leggiamo il manoscritto per vedere di che cosa si tratta e vediamo uno splendido, interessante programma di serata di beneficenza pro Buona Stampa. Una bella conferenza sui benefizi delle letture buone e sui danni delle cattive, tenuta da una delle Zelataci, operaia in una ditta della città. Segue una serie di proiezioni sulla Terra Santa. Chiude la serata una conferenzina comica, seguita da una piccola Lotteria per la Biblioteca.
Senza avercene mai parlato, di propria iniziativa, hanno organizzato questa bella rappresentazione per la Biblioteca degli infermi e carcerati, da tenersi in un grosso borgo dei dintorni della città. Ed ora godono della nostra meraviglia, liete di averci preparato una così gradita sorpresa.
Ci raccontano come hanno ottenuto dal Parroco il grande Salone delle Associazioni Cattoliche. Una di esse, incaricata di ottenere il permesso, si era presentata al Parroco, il quale non la conosceva ed era già mal disposto per una conferenza tenutasi pochi giorni prima, che aveva deluso l'aspettazione degli intervenuti. Solo dopo un cumulo di difficoltà, che la Zelatrice seppe sciogliere coll'eloquenza che le dettava il suo desiderio di far del bene, il bravo Sacerdote le diede l'autorizzazione richiesta.
Da notare che si tratta di tutte operaie, le quali non hanno fatto altri studi all'infuori di quelli che si fanno nelle scuole elementari. Non hanno altro maestro che il loro zelo e questo dà a loro il potere di persuadere e di entusiasmare gli uditori. Non si può nelle loro conferenze cercare l'arte di oratore, ma si trova l'ardore di anime buone che parlano sotto l'impressione vissuta di tante rovine morali, che vedono tutti i giorni causate tra le loro compagnie specialmente, da quella colluvie di libracci che ci ha inondati.
E intanto il numero di volumi che formano la Biblioteca gratuita degli Infermi e dei Carcerati va sempre crescendo; così diventa possibile procurare qualche po' di sollievo allo spirito oppresso dalla disgrazia fisica o dalla caduta morale.
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Un'arma di battaglia

Alla madre era balenata un'idea vedendo in Libreria, i calendari antiblasfemi. Suo figlio bestemmiava continuamente: non voleva sentir prediche al riguardo. «Chissà che appendendo in casa un Calendario, quelle genialissime figure allegoriche antiblasfeme non giovino al figlio più di qualsiasi esortazione? e ne volle uno, e lo portò a casa piena di speranza.
E non sperò invano; quei disegni vivaci, quelle sentenze, fecero impressione sul figlio, sorse in lui orrore per il vizio infame, e lo richiamarono alla virtù!
Il calendario antiblasfemo è una ottima ed efficacissima arma di battaglia, e la Pia Società S. Paolo la fornisce a quanti la desiderano a L. 16 al centinaio.
Lo raccomandiamo ai cooperatori, lo diffondano presso tutti coloro che fanno guerra alla bestemmia, e presso tutte le famiglie dove regna l'infernale linguaggio.
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DEPOSITI E RIVENDITE
di libri buoni e oggetti religiosi


È trascorso il tempo dei lavori eccessivi nelle nostre campagne; è ritornato l'autunno e con esso le nostre famiglie possono raccogliersi un tantino, riposare dalle dure fatiche sostenute e attendere di più alle necessità della vita spirituale, religiosa e morale...
Così pure si sono riaperte o stanno riaprendosi le Scuole di Catechismo, gli Oratori festivi sono più frequentati, ed i nostri ragazzi han bisogno di provvedersi i libri di testo, libriccini di pietà, piccoli oggetti religiosi, come corone, medaglie, immagini,....
Si sente quindi la necessità di chi ci dia comodità di provvederci di libri adatti per vita interiore; libri di pietà, per meditazioni, per letture spirituali; libri da Messa; per i ragazzi; di libri di testo per la Scuola di Catechismo, libri di devozione per gli Oratori... per le mamme necessità di oggetti religiosi onde adornare la casa, per piccoli premi ai ragazzi...

Come si provvede?

Col Deposito-Rivendita di libri ed oggetti religiosi, che ogni Parroco farebbe bene ad iniziare nella sua parrocchia, affidandolo a qualche pia persona, che lo facesse con vero spirito di Apostolato.
Quanto bene si può fare con esso, fornendolo di quei libri ed oggetti più pratici ed adatti per i bisogni speciali delle singole popolazioni!
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La preghiera

Un avvocato si trova con noi alla sera. È l'ora della preghiera: le figlie pregano nel loro studio, i giovani in cappella: chi è fuori, nel cortile riceve un'impressione profonda: ed egli esclama: Questa casa è un esercito in preghiera: gli si risponde: Abbiamo bisogno di acquistare molta misericordia.

Le grazie

Un canonico ci porta a ora tarda le ultime bozze di un nuovo libro: La Casa recitava le orazioni della sera; il Canonico entra in Cappella, e riceve la benedizione: comunica il suo sentimento: «Sono entrato in Casa e là si pregava, sono sceso in cortile ed ho sentito pregare: sono entrato in Cappella e qui si pregava: voi vi prendete le grazie tutte per voi».
Gli si risponde: «Per noi e per la numerosa famiglia dei Cooperatori Buona Stampa».

Originali?

I giovani escono di Cappella dopo le orazioni della sera: vanno in ordine, sparso, e stanno insieme, e fanno silenzio, e molti sgranano raccolti la corona. Un sacerdote che fu con loro durante la preghiera, vuol dire ad un superiore: « Siete originali in tutto! questi ragazzi han meno rigore e stanno più buoni degli altri!».
«Sicuro han l'Angelo Custode vicino e debbono terminare il Rosario...».
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MILLE Ss. MESSE ANNUALI
per i nostri Cooperatori


Zelatori e Zelatrici!

Entriamo nella stagione più propizia per diffondere l'opera; alleggeriti dai lavori si può pensare di più all'anima: la parola dell'amico che invita al bene può essere più ascoltata. Cercate, insistete. Parlate dell'opera delle Messe ai parenti, agli amici, ai conoscenti, pregate; il Signore benedirà il vostro lavoro Apostolico.

Preghiamo

caldamente gli zelatori e le zelatrici, che da tempo hanno ricevuto il bollettario delle Mille Messe a volerci, cortesemente notificare al più presto i nomi degli iscritti che già hanno dato le loro adesioni.

La Messa è il mezzo più conveniente per adorare Dio.

La S. Messa non solo è la rinnovazione del sacrificio della croce e ce ne applica i frutti; ma è ancora il mezzo più eccellente per soddisfare ai doveri che abbiamo verso Dio.
Dapprima dobbiamo a Dio onore ed adorazione.
Dio ci ha dato la vita, Dio ce la conserva; se per un istante si dimenticasse di noi, subito piomberemmo nel nulla. Dio ci dà la grazia, Egli è nostro fine ultimo: da lui dipendiamo totalmente. Da questo il nostro dovere di adorazione a Dio, di onore e di venerazione.
Le nostre azioni però, i nostri omaggi, le nostre preghiere sono limitate, piccole ed imperfette; sono perciò insufficienti per tributare a Dio un'adorazione degna di Lui.
La Messa, invece, dà un conveniente onore a Dio: nella Messa Dio è onorato, è adorato da Gesù Cristo, Dio e Uomo. Gesù, offrendosi per noi, l'adora per noi,
e noi partecipando alla Messa, ci uniamo a Gesù e adoriamo Dio con Lui e per mezzo di Lui.
S. Alfonso de' Liguori scrive: «Una Messa dà più onore a Dio che non gli hanno dato e gli daranno tutte le orazioni e penitenze dei Santi, tutte le pene dei Martiri e tutti gli ardori dei Serafini e della Madre Celeste».
Nostro Signore, ad una santa anima, che sfogava il suo amore con desideri ardenti di carità, disse: «Consolati, figlia, perché una Messa sola mi rende tutta quella gloria, che mi desideri, anzi me ne rende infinitamente di più».
Questo è, pertanto, la Messa: Un'adorazione profonda, infinita, universale, perpetua e proporzionata a Dio.
Ma allora dovremmo noi partecipare a quante Messe sia possibile per soddisfare al nostro dovere di adorazione: questo l'otterremo con facilità, mandando un'offerta di lire 10 alla Pia Società S. Paolo; si partecipa così a tre messe al giorno.
Le zelatrici hanno il compito nobilissimo di suscitare adoratori perenni attorno a Gesù, di riaccendere la fede di coloro che adorano male il Signore, di aiutare tante anime nell'adempiere il loro dovere di adorazione.
Qual opera santa hanno esse tra le mani! Qual sorgente di meriti! Oh, se andassimo all'eternità lasciando migliaia d'iscritti alle mille messe!

Anime zelanti

All'opera delle Mille Messe aumentano le adesioni dei partecipanti da ogni parte d'Italia, della Francia, della Svizzera e della lontana America, e aumentano le adesioni dei cuori che benedicono all'opera santa, e ne zelano la diffusione per avere grazie e meriti.
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Ultimo discorso

Han portato fuori di chiesa i vasi di fiori, e vanno a dormire. Sono due a mici, e si parlano di aiutarsi spiritualmente per farsi più buoni.
Uno interrompe: — Bisogna ch'io vada presto, perché ho ancora quattro misteri di Rosario da recitare e li dirò sotto le lenzuola.
— Ma non hai detto il Rosario con tutti gli altri alla visita?
— Sì, ma io dico ogni giorno il Rosario intiero, ed ora ho ancora quattro misteri.
— Ah! tu dici ogni giorno il Rosario intiero? Lo dirò anch'io.
E cominciò l'indomani.

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Amici Cooperatori! usateci questa carità: inviateci il nome di quelle persone che possono farsi zelatrici della tanto salutare opera delle Mille Messe!
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LE VIE E I MEZZI DELLA DIVINA PROVVIDENZA


Chi domanda e chi riceve

La preghiera non manca mai di ottenere quando chiediamo grazie utili alla vita eterna : Dio allora ascolta sempre, egli non fa distinzione tra grazie temporali e grazie spirituali; purché la grazia ci conduca al cielo. A Dio diamo piacere, quando confidiamo in lui: egli dice queste parole: «Il Signore è buono verso coloro che confidando in Lui: è meglio confidare in Dio, che confidare negli uomini: poiché questo uomo ha sperato, in me, io lo libererò, io lo proteggerò, io lo esaudirò, io lo tirerò fuori dalla tribolazione, io lo glorificherò».
Le offerte unite alle preghiere, ne purificano la intenzione.
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AVETE PROMESSO GRANO...??


Col Signore

— Sentite, Giacolino, ieri sei andato alla Madonna dei Fiori per farvi la Comunione e sentire la S. Messa?
— No, mamma; ero stanco, mi sono levato tardi, mi spiaceva restare digiuno così tardi...
— Oh! per la Madonna un po' di sacrificio dovresti farlo: tanto più dopo la grazia che hai ricevuta.
— Ma conto di andare presto, sai: ho promesso e voglio mantenere la parola con la Madonna, perché se sono stato promosso agli esami è sua grazia.
— Va bene che vuoi mantenere la promessa, ma invece di dire presto, bisogna fare subito. Con il Signore e la Madonna, ricordalo bene: bisogna andare adagio a promettere e far presto a mantenere.
— Capisco, mamma, hai ragione, domani andrò alla Madonna dei fiori, come ho promesso, farò la Comunione ed anche l'offerta di denaro.
— Bravo! in questo modo ti meriterai altre grazie.

Dal Vangelo.

Dieci lebbrosi erano stati risanati dalla loro malattia schifosa e tanto umiliante, per grazia di Gesù.
Uno di essi corse subito al Salvatore per dirgli un bel grazie.
Gesù lo guardò con affetto. Ma poi soggiunse con amarezza: dieci furono i guariti ed uno solo compie il suo dovere di mostrarsi riconoscente.
La riconoscenza è un dovere.

Malignità?

— Siamo rovinati! tante spese, tante fatiche, tante imposte ed ora le uve non si possono vendere, prezzi di disprezzo.
— Vero, pur troppo, non si è mai vista una cosa simile: tanta uva che non si sa, più dove metterla, tutto pieno; e si trovasse almeno a vendere, a qualunque prezzo... invece...
— Io però, a farti una confidenza, devo confessarti una verità: l'anno scorso i miei raccolti erano stati scarsi: niente fieno, poco grano, uva pochissima: mi ero fatto dei debiti... allora ho pregato, ho fatto promesse al Signore se mi andavano bene i bachi, se facevo molto grano... I bachi sono andati bene, grano ne ho fatto tanto! ma da un giorno all'altro non ho mantenute le ne promesse finora. Ora sembra proprio che il Signore si faccia sentire.
— Ed io dovrei quasi dirti le medesime cose... perché, anzi, mi ero affatto dimenticato di mostrare la mia riconoscenza al Signore.
Contadini! se avete fatto promesse di grano ricordatevi, che, mantenendole voi guadagnerete altre grazie.

Il vino pel 1924

È una preghiera caldissima che rivolgiamo ai nostri Benefattori ed Amici ed abbiamo la ferma speranza, anzi la certezza che essi non ci lasceranno inesauditi. L'esperienza basta da sola a farci pensare così e a darci coraggio a chiedere sempre nuovi favori.
Vogliamo parlare del vino per il nuovo anno. Ce ne occorrerà un minimo di 400 brente; si intende: di vinello. L'anno sc. il fabbisogno fu provveduto in massima parte dagli amici. E quest'anno? La vendemmia è abbondantissima e, disgraziatamente, le uve hanno un prezzo assai basso; i nostri Amici in massima parte sono viticultori. Ci aiutino dunque e concorrano tutti nel limite del possibile a provvederci il vino per l'anno venturo. Fu messa a nostra disposizione anche quest'anno una cantina a Priocca: qui potremo collocare circa 150 brente di vino e lo faremo noi stessi con offerte di graspi, di vinacce, di uve e comperando il quantitativo che sarà necessario. Sarà questo un fondo di riserva. Delle altre 200 brente circa mancanti, oltre un centinaio sono già promesse, anzi assicurate dai Benefattori che hanno già fatta la loro offerta anche l'anno passato. Rimarrebbero così un centinaio di brente per cui ci raccomandiamo a tutti i Benefattori: È un'opera buona, che frutta preziosissimi meriti e benedizioni dal Cielo e di più, data l'annata, è relativamente facile a compiersi.
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Chi non troverà un piccolo fusto, qualche damigiana da riempire e mettere a nostra disposizione? Se è necessario, lo verremo anche a ritirare presto: anche se è vinello allungato, ci torna utilissimo. Ci raccomandiamo adunque di cuore: poco per uno e la nostra riconoscenza e le benedizioni del cielo saranno assicurare per tutti con grande vantaggio per gli interessi spirituali e temporali.
Chi ci scrivesse rendendoci noto se e quanto vino o vinello può mettere a nostra disposizioni ci farebbe una carità fiorita perché noi sapremmo cosi regolarci e prendere i provvedimenti opportuni.
Benefattori e Amici! Confidiamo nella vostra generosità!

Un'altra nuova!

Questa poi non la pensavamo proprio, ma c'è stata suggerita in questi giorni da persone che ci vogliono bene. Quindi se secchiamo colle nostre domande, stavolta non ne abbiamo proprio colpa, non siamo noi.
Sentite: Ci hanno offerta della mostarda fatta proprio per noi ed in buona quantità e ne faranno ancora con mosto e frutta. Una trovata magnifica questa e certo ci sarà subito chi vorrà imitare queste famiglie generose. Deo gratias! È quello che volevamo dirvi. Dell'uva ne avete tanta e avete pure tanta frutta: fateci un po' di mostarda: ci servirà per l'inverno come frutta per i nostri giovani. Se non potete confezionarla voi, non fa nulla: portateci l'uva e la frutta e la faremo noi in casa. Così hanno già fatto altri. Attendiamo dunque e ci raccomandiamo in modo particolare alle buone Madri, alle ingegnose massaie: questa iniziativa l'affidiamo alla loro generosità.

Le cassettine della Buona Stampa

Sono state sparse già in buon numero nei negozi, negli uffizi, presso gli Amici. È una curiosità graziosa: i fanciulli non si stancherebbero mai di vedere il piccolo bambinello inchinarsi con tanta cortesia... ed anche gli adulti danno volentieri il loro soldino per la Buona Stampa e gradiscono il segno di ringraziamento che è premessa del premio divino.
Alcune furono già aperte — santa impazienza! — ed i detentori furono solleciti a versarci i primi frutti.

Galletto impertinente

La mamma si porta con volto un po' oscuro in giardino: da qualche giorno ha affidate dei semi alla terra; un galletto impertinente viene a distruggere co' suoi sproni l'opera sua.
Che farne di quella bestiola?
E la figliuolina sorridendo: Mandalo alla Pia Società S. Paolo; colà imparerà a stare a Casa.
La proposta è accettata, il volatile fa il suo ingresso in Cassa.
È contento della nuova dimora; e col suo frequente cicchirichì invita altri compagni a seguirlo. Quante buone persone sentendo l'invito, vorranno aiutarci ad aumentare la nostra famiglia di bipedi?

Certi dicono...

— Domandate troppo, domandate sempre, ne avete sempre una nuova...
Rispondiamo: È vero, ma intanto quanto abbiamo domandato fin'ora, il Signore ce l'ha sempre mandato; perché non dovremmo domandare tanto più quando una cosa ci e necessaria? perché non dar occasione di farsi dei bei meriti a chi lo può?
Continueremo quindi a domandare: piuttosto constatiamo: Come va che quelli che si lagnano che domandiamo troppo sono proprio quelli che offrono meno? Non sembra un'ironia?
In Domino adunque: Noi domandiamo ma voi da parte vostra date: così il Signore sarà contento e di voi e di noi.
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LE FIGLIE DI S. PAOLO


CHE SONO? È una istituzione in cui buone figliuole vivono in comune, ed a modo dei religiosi, consacrando la loro vita al lavoro per la B. Stampa.
CHE FANNO? Chi lega, chi compone, chi stampa, chi spedisce, chi tiene la contabilità, chi fa scuola, chi attende alla biancheria, alla cucina ecc.
SON TUTTE ADULTE? No: le figlie hanno le alunne, le quali mentre occupano parte del loro tempo nell'apprendere ed esercitare l'arte tipografica, compiono i corsi che si devono percorrere per le aspiranti al diploma di maestre.
QUANTI ANNI SI RICHIEDONO? Come per gli studi in una scuola pubblica.
E DOPO GLI STUDI? Tanto le maestre quanto le tipografe, possono uscire di Casa ovvero rimanervi, e legarsi con promesse, e vivere la vita delle religiose, consacrandola tutta al lavoro della Buona Stampa.
COME SI TROVANO IN CASA? Vitto sano ed abbondante, uso famiglia, pietanza a pranzo e cena, pane e minestra a volontà.
Educazione paterna, basata sui principi religiosi.
L'orario distribuito in modo da passar bene dallo studio al lavoro, alla preghiera, alla ricreazione, al riposo, al passeggio.
Abitazione costruita in questi ultimi anni appositamente, a cinque minuti dalla stazione, unita alla città, ed aperta alla campagna con otto giornate di terreno.
LA RETTA MENSILE? Le alunne studenti o tipografe pagano: L. 50 d'entrata che non si restituiscono più anche se la giovane si ferma un solo giorno; inoltre pagano L. 30 mensili per i primi due anni, e L. 20 mensili per il terzo anno; in seguito son tenute gratuitamente. Restano a carico dei parenti il vestiario, la biancheria, il bucato, i libri, il medico, ecc.
LE CONDIZIONI DI ACCETTAZIONE? Undici anni compiuti.
Attestato di nascita, studio; Battesimo, Cresima, vaccinazione, buona condotta e sana costituzione.
QUALI I VANTAGGI? Vantaggi sociali: La Buona Stampa è il gran mezzo odierno di bene: Dio penetrerà nei cuori, e si vedrà un risveglio religioso, la Chiesa trionferà e santificherà i suoi membri. - Vantaggi individuali. Per quelle che entrano: Si acquistano tutti i meriti delle religiose, avendo i voti che costituiscono la vita religiosa: tutti i meriti dell'apostolato sociale, perché la loro attività è diretta alla salute delle anime: tutti i meriti delle anime ferventi e l'amore a Dio ed alle anime aumenterà straordinariamente la loro santità.
TUTTI COLORO CHE MANDERANNO vocazioni, avranno il premio dell'apostolo, e Dio benedirà largamente quelle Parrocchie che procureranno una missionaria alla Buona Stampa.


Un po' di storia

Delle meditazioni del Teologo Alberione la prima delle figlie scrive così: «Egli ci spezzava amorevolmente il pane affine di nutrire le nostre anime bambine e la nostra debole volontà. Come scendevano dolci nel cuore quelle verità, quei consigli, quelle parole dette col cuore alla mano!».
La missione delle figlie di San Paolo è complemento, e in molti punti, è parallela
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alla missione della Pia Società san Paolo. Erano tre le prime figlie e dovevano prepararsi le alunne, e prepararle nel lavoro nello spirito e nell'istruzione... e intanto delle prime figlie nessuna aveva titoli di studio. Una Domenica, dopo la solita conferenza di indirizzo, il Teologo Alberione parlava alle figlie del campo vasto e della messe che attendeva le operaie della B. Stampa: e venne fuori il discorso sulla scuola.
La Boffi uscì a dire: Pensare ch'io avevo tanto desiderato di diventar maestra, per poter fare più bene!
— Il Teologo Alberione rispose: Perché non si potrebbe ancora adesso?
— Oh! se fosse vero!
— Si metta a studiare, sarà aiutata, e poi il Signore penserà Lui.
Si era verso la metà di luglio; ad ottobre quella figlia subì felicemente a Nizza i primi esami: l'anno seguente studiò e diede l'esame delle altre materie, e ad ottobre del 1917, pur non venendo meno alle cure della Casa e alle occupazioni dell'ufficio, conseguì le patenti di maestra e cominciò in casa l'insegnamento. Un gran passo aveva aperto la porta alle vocazioni sparse in molte piccole anime.

Il lavoro che ferve

In legatoria è un grande affaccendarsi. Da ogni parte arrivano ordinazioni di catechismi grandi e piccoli; le legatrici sono in continuo movimento: chi piega, chi cucisce, chi rifila, chi fa pacchi. Ogni atto è compiuto con fervore: son mosse da un unico desiderio: vogliono far presto per accontentare i richiedenti ed anticipare il bene.
Son felici nel poter contribuire al ritorno di un'Italia cristiana mediante il catechismo reso obbligatorio in tutte le scuole.
Presentemente è pure loro affidato un compito urgente: La propaganda del calendario antiblasfemo. Esse son deboli, ma hanno un'arma formidabile nelle loro mani: la stampa. Col calendario antiblasfemo, che penetra in milioni di famiglie, chiuderanno la bocca a tanti vulcani eruttanti bestemmie, perché il calendario, dalle case e dagli uffici griderà continuamente contro il turpe vizio, disonore dell'Italia: la bestemmia! Questo calendario uscirà in centinaia di migliaia di esemplari.
Un altro reparto è stato istituito: quello delle compositrici. Dopo qualche giorno inteso a ordinare i caratteri, a pulir casse, hanno felicemente iniziata la composizione dell'ottima rivista per signorine: Matelda, e il nuovo lavoro che compiono le figlie nel campo della stampa, due altri ne intensifica: la correzione delle bozze e lo scrivere.
In ogni reparto il lavoro è molto, immenso il bene da compiere: si ha bisogno di aiuto, non sono sufficienti i denari, sono necessarie delle apostole.
Quanti R. Parroci vorranno rendersi benemeriti della Chiesa, ed acquistarsi le benedizioni dell'apostolo indirizzando buone figliuole alla Pia Società S. Paolo d'Alba.
Il sacerdote non è solo dignità è potestà di ordine, è anche essenzialmente apostolato: gli apostoli sono partecipanti al sacerdozio santo e regale lo dice S. Pietro e san Paolo: la buona stampa è di questo sacerdozio.


Scuola Tipografica – Alba
Teol. Giaccardo G. - Dirett. Respons.

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