Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Anno IV - N. 6 - 6 Maggio 1922 - Bollettino Bimensile Conto Corrente posta

Unione Cooperatori Buona Stampa


Opus fac evangelistae (II Tim. IV 5)


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300 Ss. Messe ogni anno
per i Cooperatori Buona Stampa



I lettori avranno fatto un gran guadagno se non ometteranno una sola riga di questo bollettino.
Chiunque offrirà L. 10, parteciperà al frutto di 300 messe che ogni anno si celebreranno nella Cappella della Scuola Tipografica (Pia Società S. Paolo) finché essa durerà, con preghiere speciali pei benefattori.
Si possono ammettere al frutto delle 300 messe i vivi ed i defunti, le famiglie in corpo o i singoli loro membri, i bambini, i parenti, gli amici anche lontani, anche a loro insaputa, versando per ciascuna L. 10.
Anche varie persone possono unirsi per formare l'offerta di L. 10.
Teniamo moduli per raccogliere offerte anche minime, invitiamo le persone zelanti a chiederceli ed a volersene occupare.
È opera santa e di gran merito.
I Cooperatori già conoscono quest'opera; questa volta la illustriamo, perché sia maggiormente stimata.

Opera cara a Dio

Due cose fa Dio nel mondo: cerca la gloria sua e salvezza delle anime nostre. Tutto quello che Iddio ha creato, l'ha creato per la sua gloria, e tutto quello che noi facciamo, dobbiamo farlo per la gloria di Dio, come ci avverte S. Paolo: "Dio vuole che tutti gli uomini si salvino e pervengano alla vita eterna". Per questi due fini Gesù Cristo è venuto nel mondo ed è morto sulla croce; e niente ha mai dato tanta gloria a Dio, quanto il Sacrificio della Croce, e niente nel mondo dà ora a Dio tanta gloria quanto il Sacrificio della S. Messa, che è la rinnovazione del Sacrificio della Croce. Per imprimerci questa verità, il rito della S. Messa fa segnare dal Sacerdote almeno 45 croci su sé, sull'oblate, e sull'altare.
Senza la passione e la morte di Gesù Cristo, noi saremmo tutti perduti, niente vale a scancellare la pena dei nostri peccati e a salvar le anime nostre quanto il Sacrificio della S. Messa, che ci applica il sacrificio della Croce. Dio gradiva gli olocausti degli ebrei che sacrificavano bovi e pecore: quanto più torna accetto a Dio il sacrificio del suo Figliuolo che si presenta a Lui col suo sangue!
L'istituire 300 Messe di più all'anno è quindi un'opera che sale al cospetto di Dio come incenso soave, odoroso e graditissimo.
L'opera delle 300 messe è per aiutare per attirare la benedizione di Dio sulla Buona Stampa, e sui cooperatori Buona Stampa: e la Buona Stampa oggi è il mezzo più potente, più fruttuoso per far del bene.

Il più gran tesoro e il più bel regalo

Noi non abbiamo fede e siamo ignoranti. Del resto esulteremo di gioia e porteremmo il cuore gonfio per la infinita misericordia che Dio ci ha usato nel concederci la S. Messa.
Carlo IX di Francia possedeva una gemma preziosissima: per far
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comprendere il suo valore inestimabile vi fece incidere sopra queste parole: Chi mi possederà non sarà mai povero.
La S. Messa è il tesoro più prezioso e più grande; in confronto ad essa tutte le gemme e i beni della terra sono quisquilie e senza valore: i santi ne avevano questo concetto: Dio ne fa e ne ha fatto questa stima.
Salomone aveva immolato al Signore ventidue mila buoi e centoventimila capretti: eppure il profeta Isaia a nome del Signore dice che tutto questo era ben poco per la maestà di Dio: e che per offrire a lui degni olocausti non bastavano tutti i cedri del Libano e gli animali che lo popolavano. Anzi il Signore in vista della S. Messa, già aveva predetto che avrebbero rifiutato i ricchi e svariati olocausti degli ebrei. Io non accetterò più i vostri doni, poiché dal levante al ponente in ogni luogo, sarà offerta a me un'ostia monda. E questa è l'Ostia consacrata.
Gesù Cristo ci ha amati, e quindi si offre per noi: nella S. Messa è Gesù che prega, Gesù che paga, per noi, il valore della S. Messa è quindi un valore infinito.
Porre nelle mani di una persona il tesoro più ricco, è certamente fargli il più bel regalo. La Messa è il più bel regalo che Dio abbia fatto a noi: ed è il più bel regalo che noi possiamo fare a chi amiamo.
Nelle occasioni di battesimi, nozze, onomastici, si sogliono fare regali, ma l'affetto non finisce qui.
Molti, tutti abbiamo persone che ci sono carissime, vive e defunte; persone cui vorremmo pensare tutti i giorni, cui vorremmo fare qualcosa di bene tutti i giorni, come testimonianza del nostro affetto e della nostra riconoscenza. Or non sempre ci troviamo in grado di compiere quello che il nostro dovere, o il nostro cuore esigerebbero.
Se facciamo ascrivere queste persone che ci sono tanto care nell'opera delle 300 Messe, poniamo nelle loro mani tutti i giorni un tesoro di valore infinito, un regalo di prezzo inestimabile. Oh! specie per le anime del Purgatorio, l'argento, l'oro, i fiori sono ben piccole testimonianze e cosa ben vile; essi hanno solo più fiducia nel sangue di Gesù Cristo: e questo sangue è posto nelle loro mani colla S. Messa.

I frutti di una Messa

La S. Messa ci porta fortuna, una prosperità anche materiale; ci libera dai peccati veniali e ci preserva dal peccato grave, perché è appunto fatta per cancellare il peccato; ci libera dalle disgrazie; ci ottiene una buona morte e questa promessa l'ha fatta Gesù Cristo stesso; e libera le anime dal Purgatorio e preserva noi dal cadervi.
S. Agostino, S. Girolamo, S. Gregorio Magno, ci assicurano che le Anime del Purgatorio non soffrono nel tempo, in cui si celebra per loro la S. Messa. Ed è specialmente col sacrificio della Messa che si aprono le porte del Purgatorio alle anime, per mandarle in Paradiso.
Tutti questi beni inapprezzabili e infiniti altri, è destinata a portare ai Cooperatori Buona Stampa l'Opera delle 300 Messe che si celebrano ogni anno per gli ascritti.

Doveri

Verso Dio abbiamo quattro doveri fondamentali. Dovere di adorarlo: ora tutte le creature avanti a Dio sono meno che una goccia di acqua nel mare, sono come se non fossero: una S. Messa dà a Dio una gloria infinitamente maggiore,
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che se tutte le creature si prostrassero per dargli gloria.
Dobbiamo ringraziare Iddio: per la sua infinita misericordia, per le sue innumerevoli grazie, per la sua continua Provvidenza.
La Ven. Francesca Farnese era tutta desolata, perché non sapeva come ringraziare Dio degnamente: Le comparve allora Maria SS. e, ponendole fra le braccia il Bambino Gesù, le disse: prendilo, offrilo a Dio in ringraziamento: Egli farà ciò che tu non puoi e Dio sarà soddisfatto. Lo stesso noi facciamo nella S. Messa.
La Chiesa ci fa pregare così: Che cosa darò a Dio per tutti i benefizi che mi ha fatto? prenderò nelle mie mani e Gli offrirò il calice della salvezza.
Dobbiamo soddisfare la giustizia di Dio per i peccati, e propiziarci la sua misericordia. Noi siamo stati comprati col sangue dell'Agnello immacolato Gesù Cristo: e solo con questo grande prezzo soddisfiamo Dio. È lui, che s'immola nella S. Messa, la propiziazione per i nostri peccati e per quelli di tutto il mondo. Leonardo da Vinci ha dipinto a Roma una tela assai significante che rappresenta l'ultima Messa. Nello sfondo un Sacerdote che sta per terminare la S. Messa, mentre gli Angeli, curvati sulle loro trombe, aspettano che finisca per suonare l'ora tremenda della divina giustizia. È la S. Messa che trattiene i fulmini di Dio sdegnato, che vorrebbe castigare il mondo.
Abbiamo necessità di continue e abbondantissime grazie: nella S. Messa Gesù Cristo fa lui il nostro avvocato presso il Padre Celeste. Il vescovo San Porfirio doveva ottenere dall'imperatore Arcadio un grande favore. Si portò alla capitale. In quel giorno venne portato al Sacro Fonte Battesimale un bambino dell'imperatore. Il vescovo scrisse un foglio su cui era la grazia e lo pose in mano del grazioso bambino. L'Imperatore vista la carta, la lesse; e non volle negare al suo bambino la prima grazia che chiedeva: e concesse al Vescovo Porfirio tutto quanto desiderava.
Se così fanno gli uomini che sono cattivi, quanto più il Padre celeste, ascolterà ed esaudirà il suo Figliuolo Gesù Cristo, che prega per noi nella S. Messa!...
Non vi è grazia che colla S. Messa non si possa ottenere perché Gesù Cristo è sempre esaudito.

La stima dei grandi

Il B. Cottolengo, mentre scrivo ne celebriamo la festa, non lasciava visitare gli ammalati dal medico della Piccola Casa, se prima questi non aveva sentita la S. Messa.
Il B. Giovanni d'Avila interrogato in fine di vita quale bene maggiormente bramasse gli fosse fatto dopo morte, rispose: Messe, Messe, Messe!
L'Abate Faà di Bruno, il più celebre professore di Europa di calcolo sublime, per celebrare la S. Messa vestì l'abito da Chierico e ricevette l'Ordinazione Sacerdotale a 51 anno. Egli, svelto in tutte le sue molteplici faccende, impiegava tre quarti d'ora nel celebrare la S. Messa.
Benedetto XV, durante la sua malattia desiderava e voleva che accanto alla sua camera si celebrassero le SS. Messe da mezzanotte fino a tardi.
Napoleone I, nei giorni della sua massima gloria, in un regolamento di educandato che prescriveva la Messa due volte alla settimana ordinò che fosse scritto: Tutti i giorni!
Alessandro Manzoni, il più celebre scrittore italiano in prosa, già vecchio
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e malaticcio voleva assistere tutti i giorni alla S. Messa, comunque fosse il clima.

Suffragi

Le penitenze, le elemosine, i Rosari, i De profundis, le Comunioni sono tutte ottime pratiche per suffragare le Anime purganti: il suffragio più efficace è però la S. Messa: questa è una moneta veramente capace di pagare:
E il bene delle anime purganti ricade su noi.
S. Pier Damiani rimase molto presto orfano di padre e di madre: e soffriva i maltrattamenti di un fratello senza cuore: un giorno trovò una moneta: con quella fece celebrare una messa in suffragio dei suoi genitori e dopo Messa fu ricevuto da altro fratello, ebbe vocazione religiosa, divenne vescovo e santo.
S. Bernardo una mattina celebrava la S. Messa presso la Chiesa delle tre fontane di S. Paolo a Roma, e vide una scala che dal Purgatorio andava fino al cielo: per essa gli Angeli scendevano e salivano dal Purgatorio, togliendo, durante la S. Messa le Anime e conducendole belle al Paradiso.
Un principe polacco aveva composto un libro contro la immortalità dell'anima.
Un giorno lo rivedeva, quando entrò alla sua presenza e gli si prostrò ai piedi una povera donna che esclamava: Principe, mio marito è morto, ed io non ho una moneta per fargli celebrare una S. Messa.
Il principe, pure compassionandola nel suo cuore come vittima di superstizione, le diede una piccola somma. Cinque giorni dopo il principe era seduto a tavolino, quando gli si presenta, a porte chiuse, un uomo sereno, vestito modestamente e gli dice: Principe sono venuto a ringraziarvi: Io sono il marito di quella donna, cui avete consegnato l'elemosina per celebrare la Messa. La vostra carità è stata gradita a Dio.
L'ombra disparve, e il manoscritto del principe volò in pasto alle fiamme.

Le 300 Messe ogni anno

Una fortuna inestimabile e immensa offre la misericordia di Dio a chiunque non la voglia rifiutare: l'occasione di poter partecipare al frutto di 300 Messe che ogni anno vengono celebrate e applicate a chi sostiene in qualche modo l'opera della B. Stampa. Vi possono partecipare i vivi, e vi si possono fare ascrivere i defunti.
E questo vuol dire che ogni anno e tutti i giorni dell'anno gli ascritti, ossia i Cooperatori della Buona Stampa possono beneficiare per sé o per i loro cari del tesoro di valore infinito, dei beni incommensurabili e innumerevoli, delle grazie copiosissime di cui è origine e fonte la S. Messa.
Un parroco ci scrive: Ho tre anime che mi sono carissime, mio padre, mia madre, e mio fratello, e prego di ascriverle tutte e tre alla Messa perpetua che si celebrerà costì.
Un altro Parroco ci mandò l'offerta perché fossero ascritti il papà e la mamma.
Un altro Parroco ancora fece inscrivere sé e nove persone carissime, e primi il padre, la madre, i fratelli tutti defunti.
Ricordiamo queste iscrizioni perché sono di ieri.

Il frutto specialissimo

Insistiamo, per essere rettamente intesi: per i Cooperatori non si fa solo una memoria durante la S. Messa; ma le 300 Messe vengono appositamente celebrate
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per loro: ossia sono applicate a loro, in modo che ciascuno ascritto può dire: oggi si dice la Messa per me.
I frutti della Messa sono tre: uno generale va a tutti i fedeli cristiani vivi e defunti, e quindi anche agli ascritti: l'altro speciale, va al Sacerdote celebrante, a chi la serve, e a chi l'assiste; il terzo specialissimo ossia l'applicazione, il frutto principale della Messa, va a chi ha dato l'elemosina: questo frutto specialissimo delle 300 Messe è quello che si applica a chi vi si è ascritto.
Oh! consolazione ineffabile: vicini o lontani, sani o giacenti nel letto dei dolori in vita o in punto di morte e dopo la morte, quando abbiamo bisogno di grazie o quando abbiamo dovere di ringraziare, in ogni circostanza gli ascritti, i cooperatori, possono sempre consolarsi nel pensiero: oggi vien detta la Messa per me: oggi è posto nelle mie mani l'infinito tesoro della S. Messa.

Come si partecipa

Sono ammessi a partecipare al frutto delle trecento Messe tutti i Cooperatori che faranno per la Buona Stampa una piccola offerta: l'offerta cioè di tre centesimi al giorno per un solo anno: ossia l'offerta di L. 10 per una sola volta. Un così piccolo e trascurabile sacrificio ci fa realizzare un guadagno così grande! Oh! come tutti gli uomini dovrebbero correre a darvi il loro nome e a portare la loro piccola offerta!

Come sono nate le 300 Messe

Nel 1914 è stata aperta in Alba una Scuola Tipografica per l'avviamento di alunni alla B. Stampa: fin d'allora persone generose, intuendo il bene che si intendeva fare aiutarono il Direttore con offerte ed aiuti nella salutarissima opera. Per manifestare la sua riconoscenza e per ricompensare in qualche modo i benefattori il Direttore propose di celebrare per loro una Messa ogni mese.
I cooperatori crebbero, e crebbe anche il dovere della riconoscenza: le Messe allora diventarono due, poi tre; poi furono portate a quattro, poi a sette ogni mese.
Ora i giovani più adulti della Scuola Tipografica si sono uniti in Pia Società San Paolo: vi sono due Sacerdoti, tre prossimi al Sacerdozio, e diversi chierici: il campo del bene si è moltiplicato: abbiamo in casa quasi cento alunni. La sezione femminile prospera essa pure.
I benefattori dei cooperatori, delle anime che intendono la Buona Stampa è cresciuto.
Le Messe allora si sono portate a 300 all'anno, e si applicano tutte per i cooperatori che fanno una volta l'offerta di lire 10.

Le Messe saranno di più

Trecento non è l'ultima cifra: il numero delle Messe crescerà crescendo il numero degli ascritti, e quando i Chierici della Pia Società San Paolo saran consacrati sacerdoti diventeranno mille, duemila, e più ancora: e vi parteciperanno tutti i Cooperatori Buona Stampa vivi e defunti.

Messa perpetua

Gli ascritti non beneficeranno una sola volta, o un anno solo del frutto delle trecento Messe, e di tutte quelle che si addizioneranno in seguito.
Il numero dei cooperatori, delle a […] finché dura la Pia Società San Paolo e la partecipazione anche perpetua: così tutti i giorni della nostra vita si dirà che si celebra la S. Messa per noi, e quando saremo spirati, e forse gemeremo in purgatorio, e quando saranno morti anche i nostri figli, e quando più nessuno
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ricorderà l'anima nostra, tutti i giorni ancora si celebrerà la Messa per noi: che sarà di ringraziamento a Dio, se saremo in Paradiso: di suffragio se ancora in purgatorio. Quale fortuna sarebbe per i nostri morti, se facessimo ascrivere pure essi.

Lo scopo

Il fine delle 300 Messe è di dare maggior gloria, riparazione a Dio: quell'onore e quella soddisfazione che gli sono dati col valore infinito della S. Messa.
Il secondo fine è di aiutare le anime a santificarsi più presto, a salvarsi più facilmente, di metter loro in mano questa moneta di infinito valore.
Terzo scopo è di aiutare la Buona Stampa. La Pia Società S. Paolo, le Figlie di S. Paolo, gli alunni ed i Cooperatori hanno bisogno di grazie, di buona volontà, di luce, di zelo, di santità: tutte queste cose le farà crescere il Sangue di Gesù, cadendo giorno per giorno su di loro per l'Opera delle 300 Messe. E il Sangue di Gesù feconderà i libri ed i giornali, e le anime che leggeranno saranno nutrite e bene avviate.
L'offerta servirà per erigere la nuova Chiesa a S. Paolo di cui è già quasi ultimata la Sacrestia che servirà per ora come Cappella.
L'Apostolato Buona Stampa è oggi la voce, il sostegno, l'anima di tutti gli apostolati. L'avvenire della società è nelle sue mani: è il più efficace mezzo di predicazione: il mezzo a cui si dedicherebbe San Paolo se tornasse al mondo: la forma di evangelizzazione in cui specialmente si concretizza oggi il comando di Gesù: Insegnate a tutte le genti, predicate ad ogni creatura.
Il male operato dalla stampa cattiva è immenso: perciò i cattolici di azione, i Vescovi, il Papa, i santi di oggi guardano alla B. Stampa come alla missionaria del tempo nostro, la promuovono, l'incoraggiano, la comandano.
Chi si ascrive alle 300 messe concorre colla preghiera e colla offerta a nutrire a sviluppare, a far prosperare l'opera della Buona Stampa e entra nelle viscere più intime del Cuore di Gesù.
E i nostri Ven. Superiori, gli Angeli della nostra Diocesi, ben compresi dal valore della Buona Stampa, e dalla santità dell'opera delle 300 Messe la incoraggiano e la raccomandano vivamente: ecco quello che scrivono:

La voce dei superiori

Non solo approviamo la santa e salutare opera ma la raccomandiamo vivamente ai fedeli.
Alba, 22 aprile 1922.

Ab. Molino, Vic. Gen.


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Nella Pia Società S. Paolo


PER LA CAPPELLA la Sig.na Novarino Domenica di Monteu Roero giusta estimatrice dell'Apostolato Buona Stampa, e perché il Sangue di Gesù fecondi le buone volontà offre una cartella del consolidato da L. 1000.

LA NUOVA CAPPELLA riesce abbastanza ampia e bella: in settimana saran collocati i tetti, e costrutta la volta. Entro verrà appeso il quadro dei partecipanti alle 300 Messe e degli offerenti.

ANCHE LA CASA NUOVA cresce con soddisfazione. Questa sarà il nido delle Figlie di S. Paolo e delle loro Alunne.

L'ITALIA MEDIA e MERIDIONALE han mandato alla Buona Stampa un chierico, un giovane adulto, un ragazzo e una figliuola.

IL MESE DI MAGGIO è solennizzato in casa con particolari funzioni, e con molto affetto: La Madre celeste è onorata sotto il particolare titolo di Regina degli Apostoli.

OPERA SALUTARISSIMA e meritoria farebbero quelle persone che si incaricano di raccogliere le sottoscrizioni per le 300 Messe. Abbiamo a disposizione bollettari.

Le figlie di S. Paolo

Hanno parecchie domande di alunne, che si dedicherebbero volentieri allo studio e al lavoro per la Buona Stampa.
Si accettano Figlie adulte dai 16 ai 25 anni di inclinazione religiosa, le une e le altre potranno appartenere alle Figlie di S. Paolo, alla sezione delle sorelle o Coadiutrici.
La necessità delle Religiose della Buona Stampa è sentita come quella degli Apostoli della Buona Stampa: e occupano molto bene il loro posto nel campo della Chiesa.
Esse fanno quello che non potrebbero compiere gli uomini: e ottengono la diffusione minuta dell'idea della Buona Stampa, o vanno a trovare i cooperatori e le cooperatrici nascoste e orientano al grande apostolato le umili energie trascurate. La soddisfazione e la buona riuscita in questo campo della figliuola che si è consacrata a Dio e alle anime coi voti religiosi è la prova dei fatti che la via è retta, e il campo è benedetto da Dio. Deve dirsi di più: questa è la vigna dell'umiltà, del sacrificio, della santità, delle anime generose.


Teol. Alberione G. - Direttore Respons.
Scuola Tipografica - Alba

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