Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Anno IV - N. 14 [stampato 13] - 23 Dicembre 1922 - Bollettino Bimensile Conto Corrente posta


Unione Cooperatori Buona Stampa


Opus fac evangelistae
(II Tim. IV 5)



ALBA - Scuola Tipografica Editrice - ALBA

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Mentre l'anno si chiude

Termina il 1922 e fra breve noi ci troveremo sbalzati avanti, in un altro anno. E pensiamo:
Che l'anno è passato e forse riteniamo con noi molte responsabilità innanzi a Dio, giacché per la Buona Stampa potevamo fare assai più!
Che l'anno più non torna; è perduto per il seminatore pigro che poteva spargere molta semente evangelica, e non l'ha fatto! è invece in vista un'ottima raccolta pel buon seminatore che a larghe mani ha gettati pensieri, idee sane con la Stampa Buona.
Che noi abbiamo fatto qualche piccola cosa: le persone in casa sono accresciute di cento e più sopra l'anno scorso.
Che la piccola cappella fu costruita e che in essa ogni giorno si celebrano sei o sette Messe e si fanno molte preghiere.
Che fu terminato un altro tratto della casa, divenuta così capace di 236 persone.
Che i bollettini parrocchiali sono saliti al centinaio, da cinquanta del 1921.
Che la Gazzetta d'Alba ha cresciuta la tiratura e che si è migliorata parecchio nella tecnica.
Che la collezione di letture amene è giunta a 30 volumi.
Che la collezione di libri ascetici è giunta a una dozzina di volumi.
Che più di mezzo milione di catechismi furono spediti in ogni parte dell'Italia.
Che la collezione di libri apologetici s'è di molto accresciuta.
Che la potenzialità della tipografia è giunta a poter produrre giornalmente un libro di circa 300 pagine.
Che dalla nostra libreria sono ogni giorno venduti in media oltre 2000 libri.
Di tutto questo: grazie a Dio solo! non siamo servi inutili.
Eppure si è fatto nulla! se si guarda a ciò che è da farsi; e pure noi non vediamo ancora tutto.
Anche attualmente avremmo già il lavoro non per 200 persone, ma per 200 mila! Ci manca il personale che scriva, che stampi, che sparga.
Sono 8.000 cooperatori? Sì, ma ne occorrerebbero 800 mila che preghino, che aiutino, che diffondano la Stampa Buona.
La Gazzetta d'Alba dovrebbe essere il giornale di ognuna delle quarantamila famiglie della diocesi nostra.
Le biblioteche popolari hanno un bisogno urgente di letture sane, amene, educative: e per stare a confronto con tanta colluvie di libracci noi abbiamo ancora da percorrere un cammino immenso.
Le tipografie e librerie cattoliche muoiono di miseria e di tisi; hanno
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bisogno di sangue nuovo e tutto apostolico.
I giornali quotidiani del mondo sono circa cinquemila e sono serviti quasi tutti da personale non nostro, perciò vivono di stenti e del sacrificio di pochi eroi.
Fate un confronto fra l'abbondanza e l'attrattiva dei giornali illustrati e di sentimento, ma avversari: con la scarsità e poco fascino esercitati dai nostri: diretti specialmente ai giovani.
V'è da sentirsi avviliti, quando non si avesse la fede.
L'Europa è inondata di stampa malvagia; l'Asia ha poca stampa, ma è in gran parte stampa cattiva; nell'America i sette ottavi della stampa sono contrari ai principi cattolici: l'Australia, l'Africa esse pure sono prese di mira dallo spirito del male.
I testi di scuola sono spesso più veleno che educazione per i ragazzi. Noi cattolici abbiamo una dottrina dogmatica, morale, sociale, giuridica, artistica, filosofica, ecc. ecc. che è la più vera, la più santa, divina! capace di dare la felicità temporale ai popoli ed eterna alle anime.
Gli avversari hanno errori e vizi: miseria temporale ed eterna pei loro seguaci. Ma noi cattolici non sappiamo ancora vendere la nostra merce: non valorizziamo i nostri tesori: teniamo la lucerna sotto il moggio.
Filii tenebrarum prudentiores:... Oh! Ci insegnino gli avversari stessi. Diamo pascolo salutare alla mente ed al cuore: diamo la verità e la giustizia: diamo pace e salute ai popoli: diamo stampa buona: diamola con fede, con sacrificio, nella carità di Cristo.

Lavoro compiuto

Nel 1922 dalla Scuola Tipografica della Pia Società San Paolo uscirono 350.000 copie della Gazzetta d'Alba; 482.000 copie di bollettini parrocchiali d'ogni formato e periodicità; 120000 copie di Vita Pastorale (rivista per il clero); 150.000 copie di catechismi piccoli e grandi; 9 libri di divozione per un totale di 27.000 copie; 36000 copie di "Dottrina e fatti"; 12000 copie di "Armonie Sociali" rivista sociologica del Pontificio Ateneo di Bergamo.
Due collezioni di romanzi "Tolle et lege" e "Fons aquae" per un totale di 69.000 copie; undici libri di vario genere fra tutti 27.500 copie. Si sono inoltre pubblicati 70000 calendari; biglietti pasquali di tipo differente, circa 75000; 75000 foglietti volanti religiosi; una immensa quantità di circolari, fogli, manifesti, registri e biglietti per catechismi. Eppure si è fatto nulla! Nel campo della stampa e di fronte alla stampa cattiva non siamo che una infima minoranza, un punto impercettibile!
Vocazioni ci vogliono, tipografie, aiuti.

Cooperatori!

Trovateci delle zelatrici e degli zelatori dell'OPERA delle MILLE MESSE, specialmente fuori diocesi d'Alba: meglio ancora se in Francia, Svizzera, America e Spagna; quanti hanno amici, parenti, conoscenti in quelle regioni che si presterebbero volentieri a quest'opera appena la conoscessero. Almeno mandateci l'indirizzo di quelle persone, noi spediremo loro questo foglio che spiegherà l'opera.
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Le origini della Buona Stampa

Il Redentore divino diede agli Apostoli l'incarico di predicare il Vangelo a tutte le genti, incarico che essi si affrettarono ad attuare. Si divisero il mondo ed andarono anche nelle terre più lontane a portare la lieta novella. Ma l'Apostolo non rimaneva a lungo in un dato luogo; abbandonava il sito per recarsi altrove, e nei cristiani, ch'esso aveva generato alla grazia, rimaneva vivissimo il desiderio di avere la predicazione dell'apostolo affidata alla carta; molti poi non accorrevano alle prediche apostoliche, né gli apostoli li potevano avvicinare; ma dove l'apostolo non poteva arrivare, arrivava il libro. Ed ecco apostoli e scolari di apostoli scrivere i Vangeli, ecco San Paolo ed altri Apostoli vergare le loro lettere e queste venire rapidamente copiate e diffuse.
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Allora l'arte della stampa non era stata ancora scoperta. I libri venivano copiati su carta di papiro e più di spesso su pergamena; lavoro questo lungo, faticoso, costoso.
Per dare ai buoni libri grande diffusione i vescovi avevano di spesso un gruppo di giovanetti, i quali, per amor di Dio, si consacravano esclusivamente alla copiatura dei libri: molte pie vergini, pur rimanendo nelle case, ché durante le persecuzioni non si poteva pensare a fondare conventi, copiavano a casa libri; i vescovi potevano disporre così di molte copie, che potevano vendere a basso prezzo o donare e fare molto del bene.
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L'opera del buon libro si intensificò nella Chiesa, quando i nemici del vero incominciarono ad aggredire col libro la fede cattolica ed i suoi dogmi. Gnostici e manichei, montanisti e nazareni, ebrei e pagani, combattevano la Chiesa col libro. Questa oppose ai cattivi libri buoni libri. Siamo nell'evo delle apologie: Clemente di Roma, terzo successore di San Pietro, Clemente di Alessandria, Giustino il Grande martire, Taziano, Diognete, Erma ed altri scrittori dotti più del primo e del secondo presero la penna in mano e scrissero: opposero libro a libro; difesa ad aggressione; la verità all'errore; e mani diligenti copiavano, copiavano.
Origene, l'uomo di acciaio, ebbe una di queste grandi "scuole tipografiche" diremmo noi ora; ove centinaia e centinaia di cristiani e di pie cristiane copiavano, copiavano, e l'officina di Origene fornì il mondo di Bibbie, di altri libri; uscirono libri giganteschi, per gli scienziati, libriccini per il popolo. Di certe opere, come la Scrittura o singole sue parti, si facevano fin cinquanta e più copie allo stesso tempo, ciò che richiedeva il lavoro di cinquanta e più ammanuensi.
Anche in Alessandria, a Roma, a Cartagine, altrove, il Papa, i vescovi, pii privati avevano delle officine per la moltiplicazione del buon libro: ed erano questi gli antenati dell'opera della Buona Stampa.
* * *

L'opera del buon libro si intensificò nel terzo secolo e nei seguenti: a quest'opera si deve in buona parte la dilatazione grande della fede cristiana. Il
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buon libro conservava nelle fede i buoni, dissipava i dubbi, guadagnava alla fede gli erranti, e molti pagani giunsero a Gesù, attraverso il buon libro.
Ma i mezzi per questa propaganda del buon libro?
I mezzi li fornivano i fedeli, i quali, consci dell'importanza del buon libro facevano sacrifizi enormi per la sua propaganda. Non v'era cristiano che non desse il suo obolo per i buoni libri; molti fecero di più. Origene sacrificò fin l'ultimo centesimo per i buoni libri; S. Melania, la ricca romana, aprì i propri tesori par facilitare a S. Girolamo la diffusione dei buoni libri.
Un libro costava allora almeno quattro o cinque volte più che ora; eppure i fedeli si sacrificavano, davano e l'opera del buon libro si diffuse sempre e più, fino al giorno, nel quale Gutthemberg inventò la stampa.
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L'opera della Buona Stampa ha origini antiche quanto la Chiesa; il fondatore ne è Gesù, i primi membri dell'opera gli Apostoli.
Già allora troviamo la divisione netta tra l'opera stessa ed i cooperatori.
All'Opera, strettamente presa, appartenevano coloro che scrivevano il libro e lo copiavano. Erano cooperatori coloro che offrivano il loro obolo e lo diffondevano.
E questi e quelli benedetti da Dio, cari alla Chiesa; continuatori dell'opera degli apostoli i primi, e perciò meritevoli del premio degli apostoli; cooperatori degli apostoli gli altri meritevoli pure del premio degli apostoli.
All'opera del buon libro corrisponde la Pia Società San Paolo, che è fiera di annodare la propria attività alla più remota antichità cristiana e di continuare l'opera divina di Gesù, degli apostoli e dei primi cristiani; aiutino i cooperatori l'opera nostra in un modo sempre più efficace come gli antichi cristiani aiutavano chi scriveva e copiava il buon libro, e saranno partecipi del premio promesso da Gesù agli Apostoli.

Fervide approvazioni di Vescovi alla Pia Società San Paolo

Ecc.mo Mons. TRIFONE PEDERZOLLI
Vescovo di Parenzo e Pola


Per mezzo di Mons. Dott. Ugo Mioni ora membro di codesta Pia Società, sono venuto a conoscere gli Statuti di codesta Pia Congregazione. Non posso che salutare gli alti scopi della Società, siccome quelli che mirano a divulgare tra le popolazioni il pensiero cristiano per mezzo della Buona Stampa. Mentre la stampa cattiva, quale un micidiale diluvio, innonda le nostre città e campagne cristiane, semina discordie, produce stragi tra le anime, ruba la pace, l'ordine e la felicità alle famiglie, e tanto più alla cristiana società; non posso che lodare l'iniziativa e la benemerita impresa di codesta Pia Congregazione, di porre un argine alla diffusione di tanto male e di dare anzi alla luce e propagare pubblicazioni e libri atti a rischiarare l'intelligenze e mantenere incorrotti i cuori di tanti che pure sarebbero inclinati ed innamorati della virtù e dei buoni costumi.
Faccio voti perché il Signore benedica l'opera sua e di tutti i Suoi Collaboratori nell'Apostolato della B. Stampa, ed i Loro sforzi siano coronati da molti successi, e così i loro libri penetrino non soltanto nelle biblioteche circolanti, ma anche tra le pareti delle

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Famiglie cristiane. Certo la parola stampata, che difende il diritto della verità e della Religione, e l'alta missione della Chiesa Cattolica, sarà capace di colmare le anime, educandole all'amore di Dio e del prossimo, nonché di incoraggiarle nella confessione privata e pubblica della fede, come pure nella pratica del dovere, del buon costume e del lavoro.
Coi sensi della più alta considerazione. Di Vostra Paternità devotissimo

Parenzo, 26 ottobre 1922.

+ TRIFONE PEDERZOLLI
Vescovo di Parenzo e Pola.



Ecc.mo Mons. FRANCESCO BORGIA SEDEI,
Arcivescovo e Principe di Gorizia e Metropolita dell'Illiria.


La lotta che oggi si combatte contro la nostra Chiesa è lotta di idee, che reggono il mondo. Queste trovano il miglior mezzo di propaganda nella stampa avversaria, che ha allagato, come un torrente impetuoso, non solo le città ma pur anche le più umili borgate.
Per porre un freno al dilagare dell'immoralità e dell'errore, per tutelare la Chiesa Cattolica nei suoi sacrosanti diritti, per smascherare le frodi e le ingiustizie dei nostri avversari, e per promuovere infine il benessere non solo della Chiesa, ma anche quello dell'intera società, è necessario che noi opponiamo stampa a stampa, cioè libri a libri, giornali a giornali, biblioteche a biblioteche, e via dicendo. Contraria contrariis curantur.
Egli è perciò che io saluto con intima gioia questa opera tanto provvidenziale pei nostri tempi, facendo voti, ch'essa abbia a piantare le sue tende anche nella mia archidiocesi, apportando dei copiosi frutti. Possa essa passare tutte le barriere e penetrare anche fra i popoli slavi per salvaguardarli dalla funesta propaganda che la massoneria va compiendo in quei paesi in danno della nostra santa Religione.
Colgo l'occasione per benedire all'Opera Loro sì benefica e necessaria e salutandola caramente mi creda

Gorizia, 6 Ottobre 1922.

Suo dev.mo
+ Francesco Borgia SEDEI
Arcivescovo.


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Un caso pietoso e un'opera buona da fare

V'è un bravissimo giovane il quale aspira alla carriera ecclesiastica e frequenta con buona volontà, buona condotta e pietà schietta il terzo corso di ginnasio.
I suoi sono poverissimi: non pagano la pensione e neppure i libri ed i vestiti. Per la pensione ha provveduto una ottima maestra che dà tutti i suoi gravi sacrifizi che s'impone sul vitto e spese quotidiane colla fiducia di poter dare al Signore un Buon Ministro. Per i vestiti s'è offerto di sostenere le spese un bravo contadino vicino di casa che conosce i bisogni della famiglia e come il giovane meriti di essere aiutato. Stendo ora la mano per le spese dei libri (circa 100 lire ogni anno). Il Signore ispiri a qualche anima di compiere quest'opera buona: ho fiducia di trovare presto, come ho potuto trovare per il rimanente.

T. Alberione Giacomo.



Feste Natalizie e Capodanno

Proponiamo ai Cooperatori Buona Stampa e Benefattori i doni che tornerebbero più utili per la Pia Società S. Paolo, per gli alunni della Scuola Tipografica di Alba, per l'opera della Buona Stampa:
1. Una pianeta nera o rossa o verde per la celebrazione della S. Messa.
2. N.o Sei amitti di tela lino, di fattura semplice: ne occorrono molti, dovendoli cambiare spesso.
3. Lire trenta per l'argentatura di un calice che ha il piede di metallo e deve di nuovo inargentarsi.
4. Lire venti per l'indoratura della patena per la S. Comunione.
5. L'adozione di un alunno povero della Scuola Tipografica. Tanto se l'alunno è studente come se operaio: l'adozione si fa pagando L. 960 (pensione) in una o più volte (purché in tre anni).
6. Un cesto di frutta o panettone per procurare un po' di gioia agli alunni (sono 200) dalla Scuola Tipografica nelle feste natalizie e capodanno che passano lontani dalle loro famiglie.
7. Farsi zelatori (cercando cinque, o dieci, o venti adesioni) dell'opera delle mille Ss. Messe.
8. Cercare un zelatore o una zelatrice dell'opera delle Mille SS. Messe specialmente fuori dalla diocesi, o meglio ancora, in Svizzera, in Francia, nella America dove per ora sono ancora poche.
9. Assumersi la piegatura di un considerevole numero di fogli per il catechismo.
10 - Fornitura di clichès: si vorrebbe d'or innanzi illustrare questo foglio ed il Buon Angelo della Famiglia. Ogni clichès viene a costare in media Lire 20.
11. Rinnovare l'abbonamento e cercare abbonati nuovi all'Unione Cooperatori Buona Stampa.
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La Festa della Buona Stampa

celebrata Domenica 17 nelle 108 parrocchie della Diocesi di Alba toccò molti cuori, e impressionò molte anime. Affidiamo allo zelo e alle preghiere dei Cooperatori questi semi, perché fruttifichino una messe copiosa.

Centri di offerte

Parecchie persone e parecchie famiglie di vari paesi, ci manifestarono la volontà di mandare offerte in natura per i nostri giovani. La difficoltà sta nel farcele avere.
In ogni paese si trovano persone che potrebbero ricevere queste offerte di vino o frutta, ecc. e avrebbero comodità di condurcele.
Questo servizio sarebbe a sua volta una preziosissima offerta, e saremmo gratissimi a quelle persone che prendessero questo incarico.

Un modo di cooperazione

Abbiamo tante calze, giubbe, flanelle, camicie da rammendare!
Chi ci vorrà dare una buona mano? Si tratta dei piccoli e futuri apostoli della stampa buona: si tratta di un'opera buona. Le persone che hanno volontà buona si presentino alla Scuola Tipografica d'Alba.

La diffusione del giornale

Questa è l'ora: questo è il lavoro del giorno per i Cooperatori e gli Amici della Buona Stampa. Noi infelici, se staremo sotto alla colluvie spaventosa di stampa anticristiana. L'opinione pubblica è guastata dai milioni di giornali cattivi, liberali, irreligiosi.
Chi legge il giornale cattivo è un pericolo serio per la Parrocchia: è un membro che passa in cancrena. Chi non legge il giornale cattolico è anch'egli un pericolo, perché non si premunisce contro l'epidemia dilagante. Bisogna che almeno il giornale settimanale cattolico entri in tutte le famiglie.
Lavorino tutti i Cooperatori e quanti sentono amore a Dio e alle anime. In un paese sono le madri che passano casa per casa: altrove son i giovani e le giovani che in Diocesi d'Alba han ricevuto e mantengono questa consegna.
La loro fronte sarà cinta in cielo di doppia corona, i loro piedi splenderanno di luce fulgente.

Le industrie di chi vuol bene alla Casa

Il M.o Benso Dalmazzo s'è incaricato di scrivere i diplomi che si danno in premio a chi lavora per la B. Stampa.
Una sarta di Alba, vedova, offrì la fattura di un pastrano.
I Sigg. Giaccardo Stefano e Giaccardo Lorenzo di Narzole ci confezionarono gratis un vitello e due maiali, facendoci salami ottimi ed economici.
Il Sig. Cordero Stefano di Priocca, regala spesso alla casa una giornata di lavoro.
Certamente queste giornate sono per i nostri Benefattori le più redditizie; perché Dio non si lascia vincere in generosità. Più di tutto: chi aiuta l'apostolo avrà il premio dell'apostolo.
L'offerta che fate per la Buona Stampa è il grano buono che cade nel più fecondo terreno, e produrrà il cento di frutto per uno, per la gloria di Dio e per le anime.
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Unione di preghiere

Raccomandiamo alle preghiere dei Cooperatori una famiglia; una signora di Bra; una signorina molto provata dal dolore; una vedova con due piccini; una persona inferma; un peccatore.

Ringraziamento

Avevamo fatto appello alla carità dei buoni per due trapunte e biancheria necessaria ad un chierico povero ed al fratello.
Le trapunte subito ci vennero mandate entrambe.
Parimenti la Sig.ra Maestra Vallauri Ved.va Racca da Cherasco ha mandato capi di buona biancheria: un'altra egregia insegnante di Serralunga ha inviate L. 100 che saranno cambiate in calze e flanelle per inverno.
Il Signore benedica i generosi offerenti! ed essi rimangano certi che i due beneficati pregheranno tanto per loro.

Sac. Alberione Giacomo.



Cooperatori!

È l'ora degli abbonamenti, ricordatevi che è dovere, e lo disse il Papa Leone XIII, di ogni cattolico sostenere il buon giornale. Tutti dunque abbonati, tutti, nessuno escluso, alla Gazzetta d'Alba o al vostro giornale diocesano.

Propiziazione per la Buona Stampa

La diffusione della buona Stampa in un paese è una grazia singolare, che si ottiene dalla divina misericordia. In molti centri le parole e le fatiche sono fin'ora riuscite inutili. Molti hanno bisogno di trovare il mezzo, aspettano ancora l'ora di grazia. Il torto è molto nostro. Si è considerata la buona stampa come un lavoro esterno, non come una missione sacra, che s'alimenta colla preghiera e cresce colla grazia.
Suggeriamo "Ore di adorazione" per la Buona Stampa, "funzioni propiziatorie, giornate eucaristiche, e comunioni generali". Dal Cuore di Gesù uscirà la luce, uscirà la forza, uscirà il mezzo, uscirà quello che noi non sappiamo, e che sarà la fortuna del Paese.

Sezione Cooperatori Buona Stampa

Si costituisca in ogni parrocchia: è importantissimo e necessario che in ogni parrocchia vi sia un organo che funzioni per la buona stampa: la missione della stampa si fa ogni giorno più grande; la buona stampa viene ogni giorno più compresa. Si uniscano in sezioni parrocchiali questi cuori che amano di far del bene con la più formidabile leva di oggi. Si può essere cooperatori colla preghiera, coll'opera, colle offerte. Tutti i cooperatori paghino poi 3 lire all'anno per ricevere il bollettino.
Almeno in ogni parrocchia si costituisca in questi giorni il Comitato B. Stampa. Ogni compagnia religiosa, ogni organizzazione designino un delegato per la Buona Stampa. Tutti i delegati costituiscono il comitato. Il Parroco ne sarà certamente l'anima.
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Le mille sante Messe ogni anno per i Cooperatori Buona Stampa

La S. Messa per la buona stampa e per i cooperatori buona stampa è proprio quello che è carissimo oggi al Cuore di Gesù, quello che dovrebbero capire tutti i cristiani, e che perciò Dio benedice, prospera e feconda.
Finché la Pia Società San Paolo esisterà si celebreranno ogni anno mille messe, per tutti coloro che faranno anche una volta sola l'offerta di almeno L. 10 alla Pia Società S. Paolo.
L'opera delle mille Ss. Messe è diffusa in tutta l'Italia e ha valicato i confini e gli oceani!
Il vantaggio è veramente infinito. Ah! se tutte le anime comprendessero qualcosa del valore e della necessità della S. Messa e capissero qualche cosa della importanza e della necessità della Buona Stampa!
Ricordino gli ascritti che le S. Messe aumenteranno di numero. La Pia Società San Paolo calcola far celebrare per i Cooperatori cinquanta Messe in media ogni anno, da ognuno dei suoi sacerdoti, man mano che vengono consacrati! E al maggior numero di Ss. Messe parteciperanno sempre tutti quelli che hanno anche prima versata la loro offerta.
Alcuni anni addietro un Parroco della diocesi di Barges (Francia) spossato e sfinito andò a consultare un professore medico di Parigi peritissimo nell'arte sua e piissimo in Religione.
- Signor Parroco, disse il dottore, dopo un esame profondo diligente e minuto. Signor Parroco, le cosa è grave. Voi avete bisogno di assoluti riguardi e di assoluto riposo. Io dunque vi proibisco, durante la cura tutte le funzioni del ministero.
- Voi mi proibite anche di celebrare la S. Messa?, rispose il Parroco allarmato.
- Oh! la S. Messa!... no, no, sig. Parroco, la Francia ne ha troppo bisogno!...
Abbiam bisogno della Messa; e aderendo all'opera delle mille Ss. Messe, noi partecipiamo a tre messe al giorno.
Un missionario era sfinito dalle fatiche e dai patimenti e appena si reggeva in piedi. Un amico gli disse:
- Se il medico conoscesse il vostro stato, vi proibirebbe di dir Messa.
- Ah!, rispose il santo prete, se il medico sapesse che cosa è una Messa mi esorterebbe per il primo a celebrarla.
S. Vincenzo de' Paoli la celebrò finché ebbe un infimo di forze tanto da poter reggersi in piedi; e Alessandro Manzoni, vecchio, malato vi si faceva condurre ogni giorno, nonostante le intemperie e il rigore della stagione.

Che cos'è la S. Messa

S. Francesco di Sales così la descrive: Il santo, il sacro, il sommo sacrifizio della Messa è il centro della religione cristiana; il cuore della divozione, il mistero ineffabile, che comprende l'abisso della carità divina, e per mezzo del quale si applicano realmente a noi, e Dio con magnificenza comunica le sue grazie e i suoi favori.
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S. Leonardo di Porto Maurizio, ha scritto sulla S. Messa un libriccino d'oro, e parla così: La S. Messa è il sole del mondo cristiano, l'anima della fede, il centro della religione cattolica: in una parola è il compendio di tutto ciò che vi ha di buono e di bello nella Chiesa di Dio.
E quanto è misericordioso Dio che ci dà modo di partecipare a questo infinito tesoro con tanta facilità!

Il mondo senza sole

"Che diverrebbe il mondo se venisse i privato del sole? Non vi sarebbero più che tenebre, orrore, sterilità e miseria spaventosa. E se il mondo venisse privato della Messa, che ne sarebbe allora di noi? Saremmo privi di tutti i beni esposti a tutti i fulmini dell'ira di Dio provocata coi nostri peccati, senza alcun riparo. Per me sono convinto che senza la S. Messa, il mondo a quest'ora sarebbe già stato inabissato sotto l'enorme peso di tante iniquità". S. Leonardo.
"Senza il divin Sacrificio della Messa già da tempo i peccati degli uomini avrebbero provocata la rovina dell'Universo. Perciò il demonio si sforza per mezzo degli eretici di togliercelo, e di impedire alle anime di assistervi". S. Alfonso de' Liguori.
E noi vinciamo il demonio coll'opera delle 1000 Ss. Messe.
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Nella Pia Società S. Paolo

Agli affezionati Cooperatori B. Stampa con tutto l'affetto augura "Buon Natale" pregando con riconoscenza per tutte le grazie più intime e i doni più preziosi del Bambino Gesù.

La Pia Società S. Paolo



I nostri Chierici

vedono realizzarsi le loro aspirazioni ed effettuarsi le promesse. Domenica scorsa, 10 dicembre, Mons. Vescovo, nella sua cappella privata benediceva e vestiva l'abito talare ai giovani Chiavarino Giovanni, Pechenino Eugenio e Borio Carlino della Pia Società S. Paolo. Ottima fu l'impressone in Casa e nelle famiglie.
Verso l'Epifania ci rallegrerà un'altra ordinazione. I Chierici Costa Desiderio, Manera Alfredo e Robaldo Giuseppe riceveranno il sacro suddiaconato.
A breve distanza seguiranno altri.
Questi cari e fortunati eletti del Signore tra pochi giorni si porteranno a Chieri per attendere agli esercizi spirituali. Li raccomandiamo alle preghiere degli amici, perché lo Spirito Santo li guidi nel passo più grave e più solenne della vita.
L'apostolato della buona Stampa, eminentemente religioso, essenzialmente sacerdotale vuole persone interamente consacrate a Dio, vuole sacerdoti, i quali colla grazia dell'ordine, col sacrificio, con la immolazione sacerdotale, rendano efficace il mandato di ammaestrare le popolazioni.
La buona stampa continua la missione di Gesù Cristo e il Salvatore era prima di tutto sacerdote: e il sacerdozio starà bene sul capo di questi giovani che trascorrono la vita tra le macchine tipografiche, veri pulpiti di fede e di bene, e del sacerdote esercitano già la gravissima parte del "docete".

I giovani

Sono circa 200, e non si lamentano considerevoli disturbi di salute. Visibilmente Iddio ha una cura speciale di questi piccoli apostoli, che affezionano sì facilmente il loro cuore a ciò che è sacrificio. I parenti, quando vengono a visitarli, ci esprimono la loro soddisfazione per la prosperità fisica, e per il progresso dei loro figli che trovano più buoni, più educati, più seri, più istruiti: fa specialmente impressione l'amore che i giovani nutrono sentito per il Direttore e i superiori, l'interessamento che dimostrano delle cose della Casa e del proprio dovere.
Molti sono i nuovi. Ne escono anche per vari motivi.
Certamente gli alunni non vengono cullati, ma educati al sacrificio e alla responsabilità. In casa non è quasi conosciuto il castigo: la via maestra seguita è quella dell'amore vicendevole. I giovani non si educano in massa; ciascuno è seguito passo passo.
Chi non risponde si stacca da sé.
Gli alunni non andranno in famiglia per il Santo Natale, ma passeranno le feste natalizie qui in Casa.
Vi saranno trattenimenti e proiezioni,
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le Messe di mezzanotte e la dolce allegria annessa alla funzione; il Presepio e le solennità religiose: lo scorso anno questo sistema ebbe ottimo risultato.

La bianca Madonna del giardino.

La statua dell'Immacolata, giunta la vigilia della sua novena, è divinamente bella e divota nell'espressione e nel gesto. E' alta m. 2,80: in cemento con verniciatura platinata. Fu benedetta la sera del giorno che arrivò tra noi: durante la novena rimase in cappella tra i vasi di gigli: fu quindi collocata sul piedestallo appositamente costruito nel giardino: il giorno della festa venne scoperta e inaugurata con una funzione solenne e carissima; con la processione, coi canti, con un eletto discorso di Mons. Mioni.
Presero parte tutte le famiglie del vicinato: accorsero molte persone della città: Maria, la bianca Signora, vigila su questa terra, già santificata dalla virtù dei religiosi nel medioevo: vigila sulle famiglie e sulle case che le fanno corona: vigila e prega per i nostri giovani, li assiste specie nelle ore di ricreazione, ch'essi trascorrono sotto i suoi occhi; e benedice i lavori dei figli e delle figlie di S. Paolo e i cooperatori B. Stampa che la onorano sotto il titolo di Regina degli Apostoli!

La Cappella di San Paolo

Alla Cappella di S. Paolo in Alba sono molto scarsi gli amitti: ne occorrono una dozzina. Confidiamo che qualche persona pia vorrà provvederne almeno alcuni: altri penseranno poi, confidiamo, ad altri.
Così della S. Messa, i più oblatori avranno una più larga partecipazione.
Parimenti sono troppo poche le pianete: specialmente ne occorrerebbero una bianca, una rossa, una nera.
Quante signore avranno qualche veste preziosa che non portano più, ovvero qualche piccolo taglio di stoffa adatta che non serve. Ne facciano una offerta al Signore, che pagherà bene.
Un'ottima persona s'è offerta a tingere la stoffa, se occorrerà, ed a compire il lavoro di fattura gratuitamente.

Una piccola novità.

Nella Cappella di S. Paolo vennero collocate tre cassettine per le offerte: portano la rispettiva scritta: "per il culto", "per la Buona Stampa", "per il pane". Sono là a disposizione dei Benefattori.
Dice il B. Vianney. - La banca che non può far fallimento, e dà interessi superiori a tutte le altre è quella dei poveri.
E S. Giovanni Grisostomo: Fra le grazie più preziose che Dio possa concedere ad un cristiano, tiene un posto distinto, quella di conoscere il valore della elemosina.
Ecco il resoconto delle offerte di questi ultimi giorni:
Cassetta per il culto L. 0,75.
Cassetta per la B. Stampa L. 5,85.
Casetta per il pane L. 4.

Gigli

La signorina Novarino ha procurato
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per la Cappella di S. Paolo dieci ricchi vasi di gigli in fine e consistente tela.
Serviranno per il culto dell'Agnello immacolato, e di stimolo ai giovani a servire l'Agnello divino con purezza di cuore.
R. Ritiro, Corneliano: pizzo per tovaglia da altare. - Rev. D. Mancardi di Farigliano: un pizzo per camice.

Per la Via Crucis.

La spesa ammonta a L. 2200. Le zelatrici dell'Angelo raccolsero L. 1403. Rimangono ancora scoperte L. 797 che il Signore manderà certamente.

La Novena del Santo Natale.

Viene celebrata anche quest'anno con solennità nella Cappella della Pia Società San Paolo. Vi assiste ogni sera tutta la famiglia, e dopo la recita del Santo Rosario si cantano le profezie e si riceve la benedizione del SS. Sacramento.
È celebrata con entusiasmo e divozione per avere dal Bambino Gesù nel giorno del Santo Natale i suoi doni preziosi, doni di grazie e di amore.

Presepio.

Una novità che attirerà alla Cappella di San Paolo tanti visitatori durante il tempo del Santo Natale, è un bellissimo presepio, fattura della Ditta Ravasio di Bergamo, portatoci dal Rev.do Don Biennati.
Consta di numerosi personaggi in scaiola, alti 40 cent. Sarà preparato la notte di Natale ed il Bambino verrà scoperto nel momento più solenne della Messa di mezzanotte, e rimarrà esposto per tutto il tempo di Natale.
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Le Figlie di San Paolo

Delle alunne dovremmo ripetere quanto è scritto sopra per i giovani. Insistiamo sul metodo di educazione: le alunne non sono trattate con una cura generale in massa, ma ciascheduna è sorvegliata, è guidata, è lavorata, diciamo, con un metodo proprio. Si vuol pure formare in loro il senso di responsabilità, e lo spirito di sacrificio, e renderle capaci a compiere veramente del bene e sapersi disbrigare in ogni occupazione della vita.
Ciò che più impressiona le mamme ed i papà è l'affetto che queste tenere bambina mettono per la Casa e a tutto il loro dovere: e i genitori non sono capaci ad uscire senza manifestare ai Superiori la loro compiacenza.
Ogni giorno è una prova più chiara che Dio si trova in questa strada, e che la strada conduce a magnifico termine.
Nell'Opera della Buona Stampa le Figlie di San Paolo dimostrano di capire, e riescono ogni giorno meglio. Oggi fanno uscire giorno per giorno un volume di 2000 copie e di 300 pagine, piegato, cucito, brossurato, pronto: oltre tutto il lavoro di cucina, biancheria, spedizione, contabilità, scuola. Sono troppo poche. È Dio, sempre Dio e solo Dio che opera: Dio che ha suscitato Ester e Giuditta; Agnese, Cecilia e Lucia; Scolastica, Clara e Teresa; Lui ancora prende ora la figlia e crea in essa le grandi virtù e le grandi qualità per renderla maestra di educazione sociale-cristiana; beate quelle che hanno umiltà per sentire il Signore e docilità per seguirne l'azione.

Breve vita di San Paolo
Capitolo I
Sulla via di Damasco


In una magnifica giornata di primavera una piccola cavalcata scendeva le aspre giogaie del Libano per recarsi a Damasco. Alla testa di alcuni armati cavalcava un uomo sulla trentina, piccolo di statura, magro, macilento, ma con una magnifica testa quasi leonina, dalla fronte ampia, spaziosa, il naso aquilino e la lunga barba corva, fluente. Egli osservava con rabbia infinita la bella città, che spuntava sul lontano orizzonte, e preassaporava le catture, che voleva fare colà ed il sangue cristiano che avrebbe sparso, perché egli odiava tanto, tanto i cristiani che voleva estirpare dalla faccia della terra.
Egli ricordava il suo passato. Era nato trent'anni fa a Tarso, nobilissima città della Cilicia, da un genitore il
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quale, abbenché fanaticamente ebreo, aveva ottenuto l'ambita cittadinanza romana.
Giovanetto, sentendosi chiamato agli studi, aveva abbandonato la casa paterna e si era recato a Gerusalemme presso una sorella, che era passata colà a marito, ed aveva frequentato le scuole fiorenti in quella città. Gamaliele era stato il suo maestro, ed alla di lui scuola egli aveva fatto sì rapidi progressi da ultimare, poco più che ventenne, gli studi e dare gli esami di rabbino. Si era ascritto alla setta dei farisei ed aveva appreso anche l'arte del fabbricatore di tende, perché il suo spirito, fremente di libertà, non voleva dipendere da nessuno, ed egli era deciso di guadagnarsi, più tardi, il pane col proprio lavoro, per potere, in piena indipendenza da tutti, insegnare ciò che avrebbe ritenuto vero e perciò da seguirsi.
La legge allora non permettendo a nessuno d'insegnare se non avesse raggiunto il trentesimo anno di età, egli era ritornato in patria, dove lo aveva raggiunto la notizia che il Messia era venuto nella persona di Gesù di Nazaret e che Gesù voleva tutto il mondo partecipe della redenzione: ciò destò il suo sdegno. Ebreo fino al fanatismo, egl'era persuaso, che il Messia doveva venir soltanto per gli ebrei e che i pagani non dovevano essere partecipi delle sue benedizioni. Incominciò perciò già allora ad odiare Gesù. Il suo odio aumentò quand'egli arrivato all'età di trent'anni e ritornato a Gerusalemme per insegnare, trovò che Gesù era stato crocifisso qualche mese prima, ma che i suoi seguaci lo dicevano risorto e che il numero di coloro che credevano in lui aumentava rapidamente.
Pieno d'odio contro Gesù ne volle distrutta la Chiesa: incominciò perciò una terribile campagna contro il cristianesimo nascente: sfoderò tutte le armi della sua scienza, ed eloquenza per denigrare il cristianesimo e mostrarlo falso, né questo giovando, egli ricorse alla violenza brutale.

(Continua)



Vigolungo Maggiorino
aspirante all'apostolato B. Stampa


L'anima.

Anzi tutto una vivacità che talvolta lo trascinò a qualche piccolo passeggero alterco coi compagni e coi fratelli, a momentanei atti di collera, a parlare fuori di tempo, ecc. In secondo luogo: pretendere d'imitare quanto di geniale o ingegnoso vedeva fatto dagli altri con tanto di audacia da parere qualche volta strano: così era il pretenderla a meccanico, l'atteggiarsi a carabiniere, il formare progetti grandiosi.
La sua anima e le sue forze avevano bisogno di qualche cosa in cui esaurirsi; e non bene incanalate avrebbero straripato, chi sa, in quali eccessi. Tanto è vero che due delle sue maestre dissero più volte alla mamma di Maggiorino: Maggiorino vi darà dei grandi dolori o delle grandi consolazioni, secondo che sarà allevato.

Chi desidera avere raccolto in un volumetto la vita di questo piccolo apostolo della Buona Stampa, si rivolga alla Scuola Tipografica di Alba: L. 0,50 per copia, L. 40 per 100 copie.


Teol. Alberione G. - Direttore Respons.
Scuola Tipografica - Alba

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