Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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OPERA DUEMILA SS. MESSE

La Casa S. Paolo, per ricompensare i suoi Benefattori, celebra ogni anno ed in perpetuo, DUEMILA MESSE. Sono considerati benefattori quanti offrono una volta tanto L. 10. E’ una grazia poter partecipare a tanto bene ed assicurare a se stessi ed ai proprii cari i più preziosi suffragi.
Con una sola offerta può partecipare a tutte le Messe anche un’intera famiglio con i vivi e defunti.
Gli inscritti partecipano a tutte le Messe in perpetuo ed anche dopo morte.
Le zelatrici di quest’opera sparse in moltissimi paesi si acquistano preziosi meriti pel cielo ed hanno un dono dalla Casa S. Paolo.
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UNIONE COOPERATORI
APOSTOLATO-STAMPA

Apostolato-Stampa e Stampa Buona

La stampa, di cui si è parlato sin qui, è il vero e proprio apostolato. Essa si differenzia infatti dalla stampa buona:
1.o Pel fine: l’apostolato-stampa mira a fine soprannaturale, eterno anzi. La Stampa buona invece mira a fine naturale e temporale su questa terra (per es. le nozioni di agricoltura).
2.o Per l’oggetto: l’apostolato-stampa ha per oggetto la verità cattolica, dogmatica-morale; la stampa buona ha per oggetto le verità naturali: per es. le leggi meccaniche.
3.o Per le persone: l’apostolato-stampa è affidato ufficialmente alla gerarchia ecclesiastica, e subordinatamente vi cooperano i laici cattolici; la stampa buona è patrimonio comune a tutti gli uomini, come ogni altro mezzo di progresso.
4.o Per lo spirito: l’apostolato-stampa si appoggia particolarmente sulla grazia, tanto per chi lo esercita, quanto per chi lo riceve; alla Buona stampa sono in generale, sufficienti i doni di natura, almeno come per altre cose di ordine naturale.

Stampa buona
Ha un campo immenso comprendendo tutte le verità di ordine naturale, mirando immediatamente alla perfezione dell’uomo su questa terra.
Perciò tutto quanto merita realmente nome di scienza od è cognizione che migliori l’uomo può essere oggetto di questa scienza.
Vi sono cognizioni che tendono a perfezionare la mente dell’uomo, specialmente; altre tendono a perfezionare l’uomo nei costumi morali; altre la sua vita privata; altre la sua vita sociale; altre mirano al corpo, altre all’anima, ecc. ecc. di qui una varietà stragrande di scienza e di buona stampa. Per far qualche esempio: abbiamo le scienze filosofiche, le scienze sociali, le scienze esatte, la medicina, l’astronomia, la letteratura, ecc. ecc.
Ognuno vede quali benemerenze siasi acquistata quella buona stampa che, procedendo con i veri criteri scientifici, ha diffuso tante cognizioni ed ha reso popolari tante dottrine, invenzioni, verità, che migliorano la vita dei popoli e degli individui sopra questa terra.

Stampa e Scrittura

Conviene notare che alla parola «stampa» potrebbe esattamente sostituirsi «scrittura», in questi articoli. Ciò che sostanzialmente principale nell’apostolato-stampa si è: la mente, il cuore sacerdotale, che ricorre alla scrittura come ricorrerebbe alla parola, per la gloria di Dio, per la pace degli uomini.
Il fissare su carta con la scrittura la verità è l’opera di questa mente, di questo cuore. L’invenzione della stampa è un mezzo buono, rapidissimo di moltiplicazione, che sostituisce il lavoro di copiatura usato dagli antichi, da S. Paolo, dai Benedettini, ecc. ecc. Domani
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può essere ancora reso più perfetto e rapido; da qualcosa che rassomigli alla fotografia in distanza; e che forse unifichi parola e stampa.
La differenza fra apostolato-stampa e apostolato-parola sta in questo, che il primo comunica indirettamente, cioè a mezzo di un’impressione (scritto, stampa, fotografia, incisione ecc.) il secondo comunica direttamente, ed a voce.

Stampa e Parola
Vi sono le differenze fra parola scritta (o stampata) e parola orale. Eccone qualcuna:
1. La parola scritta è più meditata, studiata, elaborata e dà meglio il riflesso della ragione; la parola orale meglio riproduce tutta la persona con i sentimenti di cui è animata, la convinzione che l’accompagna, la condotta che la precede.
2. La parola scritta è una forma più solenne, diretta anche agli assenti, ai lontani nello spazio e nel tempo; la parola orale si dirige soltanto ai presenti.
3. La parola scritta ha più efficacia sul pensiero, meno sul cuore; quella orale invece più efficacia sul cuore, meno sul pensiero.
La scrittura ha maggiore gravità in se stessa così nella Sacra Scrittura basta una parola chiara; i patti solenni si scrivono; i testamenti si scrivono. Gli errori scritti, le calunnie registrate sono maggior peccato; mentre le verità, le cose sante maggior merito.

Stampa e stampa
Di ogni cosa buona può abusare l’uomo; non esclusa la scrittura e la stampa. In ogni tempo perciò abbiamo iscrizioni e libri buoni; come iscrizioni e libri cattivi.
Avendo reso rapidissimo il mezzo della impressione la invenzione di Gutemberg dei caratteri mobili che ne seguì?
Che è divenuta facilissima cosa, moltiplicare il bene; e parimenti facilissima cosa moltiplicare il male. Cosa tanto facile ed agile quanto facile ed agile si è possedere una macchina ed azionarla con le potenti forze della natura.
Lo scrivere bene o male sono sempre uguali: moltiplicare il buon scritto è in proporzione del calore spirituale dell’amore di Dio e del prossimo che vi è in un’anima. Chi avrà l’amore molto vivo al denaro, al piacere, alla gloria umana, avrà molta energia per la macchina moltiplicatrice.
Siamo innanzi a un mondo da conquistare: Satana con i falsi profeti muovono alla conquista; Gesù Cristo l’ha comprato con il suo Sangue, manca che sia conosciuta la sua dottrina, la sua vita la sua grazia.
Chi avrà calore, energia, cioè amor di Dio e delle anime?
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L’inondamento protestante
E’ un inondamento che soffoca la fede; è un inondamento limaccioso, putrido, che corrompe i costumi e uccide i germi delle virtù; e, più grave, è così deleterio, così mortifero questo inondamento di libri e dottrine protestanti, che i poveri naufraghi, quanti non se ne liberano, ma vi annegano, periscono di morte eterna, e non perverranno più alla salvezza. Non è questione di partiti politici, o di interessi economici: è questione della salvezza dell’anima.

Come è possibile in Italia?

Il Santo Padre si è fatto più volte, in più solenni udienze, questa domanda la quale è un grave interrogativo e un severo monito: come può in Italia farsi questa propaganda, mentre le leggi, appena ammettono o tollerano nell’Italia cattolica, la presenza di individui di religione protestante? E il Papa, custode delle anime nostre, alza la voce di allarme; e dice: «La persistente propaganda dei protestanti si conduce con protervia provocante ed è permessa e lasciata fare! Tale proselitismo gode di così ampia libertà che i protestanti medesimi se ne meravigliano.
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E ieri annunciavano un pellegrinaggio in Italia: e oggi danno notizia di un loro sinodo in Italia».
O che un’altra volta il mondo si sveglierà e gemerà, meravigliandosi di essere diventato troppo protestante? Facciamo un argine al dilagare dell’onda rovinatrice.

Bravate incivili

E i pubblici poteri si invocano, perché resistano non solo con l’autorità politica a una sfrontatezza morale, ma colla forza resistano alla fraudolenza e alla violenza dei protestanti.
Se qualche famiglia protestante, in Italia, in buona o in mala fede, si mantiene tale, chi la disturba?
Ma è un grave attentato contro la religione del popolo italiano, che lo stato deve difendere, e contro la religione dello stato, per cui la religione e il più sacro e più grande patrimonio, l’opera di propaganda protestante: le scuole e gli asili che si aprono; i terreni che si comprano e le case che si edificano e le chiese che si ergono a scopo di far proseliti all’eresia; e i treni di libri eretici che si versano in Italia, e si spargono nelle famiglie per intorbidare e ingannare la fede dei figli della Chiesa.
Ed è un sopruso, un calpestare l’educazione civile, il modo subdolo, ingannevole di presentarsi alle case; si annuncia per es. che in una Parrocchia passeranno le Figlie di S. Paolo a distribuire il Vangelo: ed ecco le figlie dei protestanti, che precedono il passo, e si annunziano, proprio esse, le protestanti, per quelle che non sono, e si dicono agnelli, mentre sono lupi!
Ma se avete fede nel vostro commercio diabolico, perché cercate di nascondervi, e di coprirvi? Perché simulate quello che non siete; e per questo è la condanna della loro esecrabile condotta.
Altrove, come ultimamente negli Abruzzi, i protestanti ricorrono addirittura alla violenza, che vuol dire alle bastonate, alle sassate, alle percosse. Ritorniamo ai sistemi di partenza: perché così fu imposta la riforma protestante; con una rivoluzione del popolo, contro i principi per avere in mano il popolo; e con una guerra dei principi contro il popolo per avere in mano i principi. Ma la violenza non è il Vangelo!


Sono contenti?

Un Sacerdote faceva un suo viaggio nei paesi del nord, in Germania, dove vi sono città di cattolici e città di protestanti. Lo colpì un fatto curioso: egli trovava la gente di una città tutta allegra, festiva contenta: trovava poi la gente di altre città col muso lungo, fredda, pensierosa: osservò e domandò: perché? e gli risposero: Che? non sa? quelli sono cattolici, questi protestanti.
E i protestanti vorrebbero proprio per questo addurre le dense nuvolaglie, il grigio della loro aria sulla bella terra d’Italia? Questo è il grande peccato della propaganda protestante: non riusciranno a far protestante il nostro popolo, ma lo distaccano da Dio, lo rendono freddo nella religione: e lontani da Dio, distaccati da Dio, non vi è pace, non vi è più gioia. Un grande peccato contro Dio commettono i protestanti, che vogliono correggere la Chiesa, e purificare la religione; un grande peccato contro Dio, e contro la pace delle anime.
Il Natale ha portato gloria a Dio nel più alto dei cieli, e pace in terra agli uomini di buona volontà: la comparsa dei protestanti soffoca in terra la pace dei cuori, e disperde ogni senso di gloria che a Dio si innalzi. Non dal Cielo quindi essi vengono: essi sono gli emissari di satana e dell’inferno.


Rantolo di agonia

Il protestantesimo va in consunzione, perchè è morto: ed è morto perché è un tralcio strappato dalla vite: è la morte di tutti i tralci tagliati; così andarono in rovina e disparvero le eresie antiche: quella di Nestorio, quella di Eutiche, quella di Marcione, quella di Macedonio, quella di Ario: eppure fu un tempo, attesta S. Girolamo, in cui il mondo si stupì d’essere come diventato tutto ariano! Anche i Protestanti si squaglieranno: quale
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sintomo sono mai questi spasimi, non la vita tranquilla, benefica, piena di vigoria della Chiesa cattolica, ma questi spasimi agitati, convulsi, pieni di sforzi, dei protestanti di oggi: non sembrano gli sforzi supremi del moribondo?
E questo polverizzamento di Sette che segno è mai? Il protestantesimo in vero appare ora diviso in due o trecento organismi, ciascuno dei quali attua a suo modo il libero esame. Soltanto negli Stati Uniti di America vivacchiano 167 varietà di protestantesimo registrate, e 40 non elencate: varie, più di 150, han nome diverso, altre non trovano più nome proprio. Mentre invece i tanti milioni di cattolici si chiamano da per tutto: cristiani cattolici; cristiano è il mio nome, cattolico è il mio cognome.
E se per la Chiesa il crescere dei fedeli nella stessa unità è segno di vita: per il protestantesimo, il dividersi e il moltiplicarsi delle sette è segno di morte.
Come in una pianta il crescere del tronco, delle radici, dei rami sempre più numerosi è segno di vitalità; e invece il cadere delle foglie, dei rami, della corteccia, lo sfasciarsi insomma delle varie parti è segno che la pianta non ha più vita, è segno che è morta.
La religione protestante non è una religione, è una religione morta, una religione che dà la morte.
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NELLA PIA SOCIETA’ SAN PAOLO

ALBA

Ritiro mensile. - «La morte» fu l’argomento delle meditazioni. Il pensiero della morte ci deve accompagnare nel corso della giornata. Oh, se facessimo tutte le nostre azioni come se fossimo in punto di morte! Che cosa ci renderà contenti in quel punto? Che cosa ci darà fastidio? La buona volontà, la corrispondenza alla grazia, unite alla fedeltà all’esame di coscienza miglioreranno la nostra vita da cui dipende una buona morte e una eternità felice.
Le devozioni del mese. - S. Paolo ci dà esempio di zelo e di impegno per guadagnare il Paradiso e salvare un maggior numero di anime. «Sic currite ut comprehendatis» Correte in modo di guadagnare il premio.
Le Anime Sante del Purgatorio ci invitano a pregare: pregare per la nostra salvezza, pregare per aprire loro le porte di quel carcere in cui gemono, mentre esse non potendo pregare per se supplicano il Signore per noi.
S. Giuseppe ci dà esempio di assiduità e di diligenza nelle cose comuni, quotidiane. In tempo di Quaresima: «Mea maxima penitentia, vita communis – La mia più grande penitenza, la vita comune».
Gli Angeli Custodi ci invitano all’obbedienza, come essi obbediscono sempre e con la massima celerità alla volontà di Dio.
Davanti al Divin Maestro Gesù solennemente esposto, nel primo Venerdì del mese, abbiamo meditato sulla penitenza che per noi deve essere la più grande: l’esame di coscienza; ed abbiamo pregato e chiesto la grazia di un vivo dolore dei nostri peccati.
Nel primo Sabato del mese, due furono gli argomenti meditati: La divozione alla S. Madonna e S. Tommaso d’Aquino di cui celebrammo la festa. Il Dottore Angelico, devotissimo della S. Madonna, ci insegna a mettere in Lei tutta la nostra confidenza, per qualsiasi necessità e bisogno.
La prima Domenica del mese. Abbiamo chiesto a Gesù, Divin Maestro le grazie per gli Scrittori cattolici e per l’Apostolato-Stampa. Egli è la Verità: negli scritti alla luce del S. Vangelo; è la Via: nell’Apostolato, seguire gli esempi di Gesù; è la Vita: la grazia che dà forza al nostro operare. «Sine me, nihil potaestis facere – senza di me potete fare nulla»; e d’altra parte S. Paolo ci fa coraggio dicendo: «Omnia possum in eo qui me confortat – posso tutto in Colui che mi dà la forza».
Ritiro mensile alle Giuseppine. – Anche le buone signore ritiratesi vocino a San Paolo per trascorrere gli ultimi anni della loro vita in maggior preghiera ed eccitarsi nel bene preparandosi il tesoro per il Cielo, hanno avuto la loro giornata di ritiro. Pensarono alla morte e al modo migliore di prepararvisi. Meditarono sopra una delle principali loro devozioni: il Crocifisso, seguire Gesù al Calvario offrendo tutte le croci ed i patimenti a Gesù per poi godere con Gesù in Cielo.

ROMA

Qui dove il Signore ha posto il suo Calvario di redenzione non manca la partecipazione quotidiana alla Croce di Gesù, ma neppure vien meno l’abbondanza della consolazione. Il gaudio di trovarci presso la sorgente stessa dei rivoli della grazia, s’alimenta e cresce per la frequente visita e comunione colle persone della nostra famiglia che lavorano alla Casa madre,
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o guadagnano i loro meriti in altre città d’Italia.
I Cooperatori più intimi hanno adornato l’abitazione di Gesù, la Cappellina con razzi, con pizzi preziosi, e con una devota statua di San Paolo.
Altri cooperatori, con affetto fraterno, ci danno mano, quando la nostra piccolezza è davvero troppo piccola di fronte a difficoltà di varia natura. E il Divin Maestro li benedica, e conceda loro centuplicata la mercede.
In Città la parola di Dio non s’è arrestata, né è legata: il bollettino parrocchiale è entrato anche in tutte le famiglie di S. Teresa al Corso d’Italia, e di S. Gioacchino in Prati. La propaganda protestante però, specie in periferia, fa l’impressione di un turbine di cavallette.
Ci conceda il Divin Maestro di poter cooperare a consolare il suo cuore e il cuore del Santo Padre, che lamenta, nella sua Roma, i mali della propaganda eretica, della violazione del giorno del Signore, della empietà del cinema, e, prima, di una stampa delittuosa.
Ora San Paolo ci ha portato, dopo le diocesi latine, falische, etrusche, umbre, marsiche, sabine, e sabelliche, anche a Napoli. Pur qui, nella città di Maria Cristina, visita alle famiglie, sospinta dalla carità di Cristo, e un centro di libri, illuminato dal Vangelo di Gesù Cristo. La volontà di Dio nell’obbedienza è la sola guida dei nostri passi.
Un’anima sacerdotale di un piissimo funzionario ha incominciato, per continuare a finire egli stesso, una borsa di studio per un chierico della Casa di Roma. La ricompensa del Sacerdote eterno Gesù, sarà certo molto superiore al nostro grazie, e al fervore delle nostre preghiere. E sia l’esempio di buon esempio! E’ cosa tanto sacra il bene che si compie a Roma o per Roma; è cosa tanto preziosa partecipare da vicino, venire iscritti, colla carità, alla sorgente di ogni grazia spirituale; è cosa di tanta felicità venir portati sul vertice dei monti del bene, di dove il bene irraggia per il mondo intero.

PALERMO

Giunge impressionante la notizia del gran ciclone scatenatosi sull’Isola di Sicilia, ed in particolare su Palermo e dintorni il giorno 21 e 22 Febbraio. Il ciclone accompagnato da frequenti e forti raffiche di vento mutò in breve le piazze e vie della città in torrenti, che allagarono ovunque, cagionando danni gravissimi e producendo nell’animo di tutti una gran costernazione e paura. In vari punti l’acqua raggiunse i due metri, tre e fino a cinque, tanto da obbligare gli abitanti bloccati nei primi piani delle case a trovare salvezza nei piani superiori. In tanto disastro che ebbe pure le sue vittime, le Figlie di S. Paolo poterono notare visibile la protezione del loro caro Padre San Paolo.
Unite tutte in preghiera per il Ritiro Mensile, sopraggiunto l’enorme ciclone, furono impossibilitate a muoversi e rimasero così chiuse al riparo per due giorni. In tanto terrore non trovarono altro conforto che nella preghiera e piena disposizione alla morte che pareva imminente. Ma S. Paolo vegliava su di loro, e mentre trepidanti volgevano spesso dalla finestra lo sguardo alla Libreria sottostante, per vedere se rimanesse allagata con gran meraviglia notarono, che le acque, quasi ostacolate da invisibile diga procedevano nel loro corso senza toccare la porta, né le mura della casa. E quando poterono muoversi e scendere nella Libreria, si accertarono, che davanti a tanto terrore e danno cagionato, S. Paolo aveva per loro provveduto. Quale fosse la loro gioia e riconoscenza è indescrivibile e solo si può ben affermare che ovunque i Paolini possono riposare certi della protezione del loro caro Padre, che sempre accompagna e sostiene.
Un altro fatto. – Una Suora Figlia di S. Paolo, colpita in breve da un dolore acuto al piede sinistro fu sottoposta ad una visita medica, che richiese subito un esame ai raggi da cui si notò una Periostite del secondo metatarso, che esigeva immediatamente un apparecchio gessato
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al piede e alla gamba, cura non indifferente che costringeva la paziente a vari mesi di riposo.
Si applicarono cure preventive e si pregava con fervore. Era vicina la solennità della Conversione di S. Paolo e si e si attendeva un aiuto senza manifestarlo. S. Paolo, che vede la volontà ed il cuore dei suoi divoti ottenne la grazia, ed il giorno stesso della Conversione di S. Paolo, l’ammalata si sentì perfettamente guarita; non più dolori e gonfiore, ma un gran desiderio di provare presto la realtà della grazia. Si procedette con cautela, temendo una ricaduta, ma S. Paolo non compie le cose a mezzo, e la Figlia continuò nel suo stato di perfetto ristabilimento.
Deo gratias! A S. Paolo, che vuole attirarsi nuovi cuori e devoti, tutta la riconoscenza e l’amore.

Leggete tutti questa pagina!

I Cooperatori hanno un Padre
E lo sapete chi è: egli ha dato vita all’Unione Cooperatori per l’Apostolato della Stampa: e abbiamo una grande riconoscenza a quelli che ci guidano a compiere il bene. Ha curato lo sviluppo dell’Unione Cooperatori, perché, essendo molti a compiere il bene, più largo sia il frutto di ciascuno. Ha ottenuto per i soci dell’Unione Cooperatori le molte benedizioni dei Vescovi e del Pappa, e le indulgenze, per cui il nostro zelo non è solo meritorio, ma abbondantemente soddisfatorio per noi e le anime Purganti. E il Padre di tutti i Cooperatori, è lo stesso Sacerdote che chiamano Padre e i Sacerdoti e gli alunni della Pia Società San Paolo; e ancora le Figlie di S. Paolo: il Teol. Alberione.

I Cooperatori hanno una Chiesa
E’ la Chiesa di San Paolo, in Alba: centro delle speranze, fonte di continue copiosissime grazie: qui infatti, in unione di spirito e di intenzione, con i Cooperatori si celebrano già ogni giorno venticinque sante Messe: e saranno di più. Qui si fa in unione di spirito e di intenzione con i Cooperatori la visita perpetua a Gesù Sacramentato: qui si prega senza interruzione uniti di spirito e di intenzione con tutti i Cooperatori. E, quando gli amici vengono in Alba a visitare la loro Chiesa, un effluvio copioso di grazie riporta la loro fede.

Ora, il Padre comune
che da venticinque anni Iddio ha consacrato a sé, offrirà nella Chiesa dei Cooperatori, l’anno venturo, per noi e per loro, la santa messa del venticinquesimo anniversario della prima S. Messa.

Ma la Chiesa
ha solo altari di legno provvisori: insomma non ha ancora l’altare, non ha ancora un altare: come non ha ancora i banchi, chi prega, se ne rimane in piedi il più spesso; come non ha ancora il pavimento e lo zoccolo: è quindi una casa senza arredi.

E noi?
Facciamo tutti una bella unione di carità e diamo gli arredi necessari alla Chiesa. Diamo l’altare, diamo il pavimento, diamo lo zoccolo, e terminiamo l’opera dei banchi già incominciata.
Con più fiducia, con più speranza, con più gaudio di grazia noi pregheremo.
Celebrando il Sacerdote, che ci è Padre, celebreremo lo spirito essenziale dell’Apostolato della Stampa, che è spirito eucaristico: e Gesù, Dio con noi, moltiplicherà nelle nostre mani la spesa, che per lui è piccola cosa, e sarà grande l’onore suo e il gaudio nostro.
Tutti un poco, dar subito.
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Il Cooperatore Paolino
Il Cooperatore Paolino è persona che, restando nel mondo, partecipa quanto maggiormente può alla vita di pietà e di apostolato dei religiosi e delle religiose della Pia Società San Paolo.
Il religioso e la religiosa di San Paolo intendono di seguire totalmente il Divin Maestro «Verità, Via, Vita» sull’esempio di San Paolo Apostolo.
Il Cooperatore Paolino cerca di imitare il Divin Maestro nella sua povertà, purezza, obbedienza.
Due specie di pratiche di pietà specialmente coltiverà il Cooperatore Paolino. 1.o L’esame di coscienza, la meditazione, la direzione spirituale; 2.o La visita al SS. Sacramento, la lettura del Vangelo, la Santa Messa, la Comunione.
I) Spiritualmente:
Il Cooperatore Paolino coopera alla Società San Paolo:
a) con il culto e l’amore a Gesù Divin Maestro, alla Regina degli Apostoli, San Paolo Apostolo; b) con l’Opera delle SS. Messe; c) con la cura e l’aiuto alle Vocazioni Paoline.
II) Con le opere:
a) con l’adesione alla Sezione biblica della Pia Società San Paolo; b) nell’Apostolato del Libro; c) nell’opera Bollettini Parrocchiali; d) nell’Unione Scrittori, Disegnatori, Collaboratori ai periodici; e) nelle Sezioni Parrocchiali o Diocesane dei Cooperatori Paolini; f) nelle Associazioni G. Biblioteche; g) nei Centri di diffusione, e negli abbonamenti; h) con tutte quelle sante industrie che tendono ad allontanare ogni dottrina dell’unico Maestro ed a diffondere ogni stampa della Dottrina Cattolica.
III) Con le Offerte:
a) assumendo le spese di pubblicazione di scritti (Vangeli, fogli, libri) di molta gloria di Dio e pace agli uomini; b) Assumendo le spese per gli studi di un aspirante al Sacerdozio, o all’ufficio di Maestra-scrittrice nella Pia Società San Paolo; o per la formazione di un Religioso laico o Religiosa per l’Apostolato-Stampa (borse di studio, vestizioni, pensioni); c) donando in natura o denaro quanto occorre per il Culto, l’Apostolato, la vita dei Paolini o delle Paoline (vitalizi, depositi a fondo perduto, macchinari, cibarie, oggetti sacri ecc. ecc.).

Cooperazione di preghiera
Pratiche di pietà che si consigliano


I religiosi della Pia Società San Paolo hanno queste pratiche di pietà: Meditazione, Messa e Comunione, Visita al SS. Sacramento (un’ora al giorno), esame di coscienza (preventivo, particolare e generale), lettura quotidiana della S. Scrittura. Le divozioni loro sono: Divin Maestro, Regina degli Apostoli, San Paolo, Angelo Custode, San Giuseppe, Anime Purganti. I Cooperatori Paolini dovrano avvicinarsi quanto più possono a queste pratiche di pietà ed a queste divozioni, in modo da formare un’unica famiglia spirituale.

1 - Ora di Adorazione nella forma: «Gesù Verità, Via e Vita».
2 - Opera delle 2000 SS. Messe.
3 - Bacio riparatore.
4 - La prima Domenica del mese ad onore del Divin Maestro.
5 - Coroncina alla Regina degli Apostoli.
6 - Festa del Divin Maestro.
7 - Libretto delle Preghiere.
8 - Novena a S. Paolo.
9 - Lettura del Santo Vangelo.
10 - Benedizione di S. Paolo.
11 - Coroncina a S. Paolo.
12 - Opera delle Vocazioni.
13 - Vangelo nel luogo d’onore della casa, ogni sera leggerne e baciarlo.
14 - Portare il Vangelo sulla persona.
15 - La Comunione, offrire i sacrifizi, le mortificazioni, le pene per la diffusione della Stampa Buona e per la prosperità della Casa San Paolo.
Le persone che cooperano in questo modo partecipano a tutte le preghiere ed a tutto il bene che si compie nella Pia Società San Paolo.
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Assistere alla S. Messa nella forma:
Gesù Verità, Via, Vita


L’assistenza frequente e devota alla S. Messa, è il più grande atto della nostra santa Religione.
Quanti assistono alla S. Messa con indifferenza senza pensare e comprendere il significato altissimo dell’atto che stanno compiendo! Non così deve essere per il Cooperatore di S. Paolo: della S. Messa egli si deve servire per ottenere qualsiasi grazia, ma specialmente quella di far del bene con l’Apostolato della Stampa, con la Cooperazione efficace a quest’Apostolato. Ascoltare e far celebrare Sante esse per la diffusione della Stampa buona, per le vocazioni all’Apostolato-Stampa; diffondere l’Opera delle 2.000 SS. Messe, affinché questo grande tesoro, questo regalo di valore infinito che Iddio ha fatto agli uomini, sia da essi sempre più conosciuto ed apprezzato.
Il modo migliore di assistere la Santa Messa è quello desiderato ed inculcato dalla S. Chiesa: «Assistere liturgicamente la S. Messa». Con questo metodo si prende parte più direttamente alla celebrazione, si comprende meglio il significato delle preghiere, si segue con maggior raccoglimento il Celebrante e se ne ottengono grazie maggiori e speciali.
Per ottenere tale scopo occorre seguire il metodo spiegato dai libri di pietà ma soprattutto il metodo liturgico in conformità con la chiesa, servendosi specialmente del Messalino quotidiano. In questo modo si può assistere la S. Messa nella forma: «Gesù Verità, Via, Vita». La S. Messa si divide in tre parti:

I.a PARTE: (dall’Introito al Prefazio escluso). In questa prima parte noi ci diamo a Dio; e cioè diamo: il cuore, la mente, le opere. Il cuore: nel Confiteor, Kirie e Gloria. Unitamente al Sacerdote dobbiamo fare atti di pentimento, detestando i nostri peccati e atti di umiltà. – La mente: nell’Epistola, Vangelo e Credo. GESU’ VERITA’ illumina qui specialmente la nostra mente la quale deve aderire alle verità emananti dall’Epistola e dal Vangelo; nel credo la mente aderisce a tutte le verità rivelate e insegnate. – Le opere: nell’Offertorio, quando il Sacerdote offre l’ostia e il calice.

II.a PARTE: Costitutiva (dal Prefazio al Pater escluso). In questa seconda parte il Figlio si dà al Padre come vittima, e come vittima eucaristica, impetratoria, latreutica (petizione, adorazione: nella Consacrazione, presentazione) propiziatoria.
Ci uniamo qui a GESU’ VIA: Egli si presenta al Padre come vittima. Se vogliamo realmente seguire Gesù dobbiamo unirci a Gesù come piccole vittime. Uniformare sempre più la nostra vita alla vita di Gesù, la nostra mente, il nostro cuore. Soffrire per amore di Gesù e con Gesù; portare la nostra croce di crucci e patimenti quotidiani dietro a Gesù. Egli l’ha detto: «Chi non prende la sua croce e mi segue, non è degno di me». Morire con Gesù sul Calvario, e cioè sacrificare le nostre cattive inclinazioni, le nostre tendenze alle cose passeggere di questo mondo ed attaccarci di più alla Croce, alle cose eterne.

III.a PARTE: Completiva (dal Pater alla fine). In questa terza parte Dio si dà a noi nella S. Comunione. Apparecchio (confidenza, umiltà, carità); ricevere Gesù nel nostro cuore (sacramentalmente o spiritualmente); ringraziamento.
Ci uniamo a Gesù Vita. Egli lo ha detto:«Io sono la Vita… chi mangiala mia carne e beve il mio sangue avrà la vita…» E’ la vita vera dell’anima; grazia santificante; la fonte, l’Autore della grazia. Senza Gesù non si può nulla; con lui tutto. Oh, le azioni, la vita di quelle anime che si cibano di Gesù, come sono diverse dalle altre! E’ Gesù che opera in loro, è Gesù che dà la forza, che le vivifica.
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Suor Gesualda Eletta Maddalena
dello Spirito Santo

Nacque in Lucca dal Conte Cesare e dalla nobil Donna Clementina Martelli di Firenze, il giorno 16 luglio, sacro a N. S del Carmine, del 1879. Ebbe accuratissima la sua educazione nel R. Conservatorio delle Montalve della Quiete, e ne uscì con il Diploma superiore di Magistero.
Tornata in famiglia vi trovò le carezze più tenere e le ricambiò con tenerezza pari; ma presto le parlò dentro una voce imperiosa che la chiamava al chiostro. Ma ella, che natura e carattere aveva lasciato apparire destinata a via ben diversa, l’ascoltò, l’amò, e risoluta la seguì. La severità della regola, l’austerità della vita, non l’atterrirono; vi si compiacque, e le giurò fede. La clausura del Monastero non la separò dai suoi cari, non sminuì in lei l’amore del suo affetto per la famiglia, ma nel suo cuore grandissimo, trovò posto anche quello per la nuova famiglia, alla quale seppe dare tutta se stessa, corpo e anima, mente e lavoro, tempo e sapere. La stretta osservanza delle leggi monastiche sapeva accoppiarla alla carità più zelante e operosa in casa e fuori.
Deferente a tutti non esitava a parlar franco e sincera a tutti eppure il suo consiglio era accolto, chiesto anzi con fiducia. La grata del parlatorio, non di rado tentatrice di perditempo, la fece il suo pulpito di missionaria. Ne ha insegnato, ne ha fatto del bene, anche laddove non si crederebbe potesse arrivare la sua voce!
E chi non conosceva Suor Gesualda, e chi non l’amava! Bastava pronunciare il suo nome per sentirne un coro di benedizioni; sì tutti la conoscevano e tutti l’amavano.
Dall’illustre Cardinal Mercier che fu più volte a visitarla, che le scriveva sovente, che sul letto di morte le inviò il proprio Rosario in ricordo di sé, fino al più umile contadino che le portava un cestello di frutta in regalo; dai più celebri e più santi Sacerdoti che si compiacevano della sua conversazione, fino alla più modesta servetta ch’ella tratteneva famigliarmente al parlatorio; dai più ricchi signori di America ai quali scriveva per implorare limosina per il suo monastero in costruzione fino all’Editore più noto al quale affidava la stampa dei suoi scritti.
Perché Suor Gesualda trovava anche il tempo di scrivere e scrivere libri. Celava il suo nome il suo nome sotto quello di una «Carmelitana del monastero di S. M. Maddalena de’ Pazzi». Ma chi fosse quella Carmelitana lo sapevano tutti, ed essa ne era offesa, e stava preparando un altro nome che la nascondesse meglio.
Scriveva per doppio fine: di far del bene all’anima del prossimo e di procurare risorse al Monastero, oggi in angustie indicibili. Ha scritto una vita breve e popolare della sua Santa Maddalena; ha tradotto «La Storia di un’anima» facendo la prima, conoscere, amare, invocare in Italia la cara santa di Lisieux; ha tradotto altre vite di Santi antichi ravvivandone la memoria; di anime contemporanee che la pietà dei fedeli confida veder presto onorate sugli altari. Ne aveva non poche fra le mani e di una di queste stava scrivendo proprio nel momento in cui la morte istantanea la colse.
Già da lungo tempo un malore inesorabile la minacciava e la minava. Di frequente era confinata nel letto straziata dai dolori. Inalterata, sempre la stessa, li sopportava con virtuosa pazienza e non appena le davano tregua, riprendeva l’ininterrotto lavoro e le pratiche della Regola. La mattina stessa della sua morte era stata la prima a comparire nel Coro per cantare il Mattutino. E quella triste mattina fu il 21 ottobre 1930. La notizia fulminea corse in Firenze e fuori come forse mai della morte di un’umile ancella. Le esequie furono modeste come si confaceva a lei, ma le fece solenni il compianto delle Consorelle che ne circondavano la bara. Oggi, essa dorme nel Cimitero parrocchiale di Rifreddi; forse un giorno ritornerà a riposare nella chiesa del suo Monastero, che si sta costruendo a Careggio e la sua voce dal cielo si unirà un’altra volta a quella delle sue Consorelle inneggianti allo Sposo Celeste.

OPERE DI SUOR GESUALDA

Vita di S. Teresina del Bambino Gesù L. 5; Vita di Gemma Galgani L. 5; Vita di S. Giovanni della Croce L. 5; Vita di Santa Maria Maddalena de Pazzi L. 4; Un fiore del Carmelo: Angelina Squilloni L. 4; Madre Maria di Gesù L. 7.
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Cooperazione di preghiere

Sig.ra Galli A. offre Messa sett., sacrifici giornalieri; Abba M.: rosario sett, e Comunione mensile; Sandri A.: rosario sett, e Comunione mensile; M. Biccaloni: Comunione ogni lunedì; A. Sabbioni: Ora di adorazione mensile; Rosini G.: Ora di adorazione mensile; Rusca P.: Ora di adorazione mensile; Nini Rice: rosario sett. e Comunione I. Venerdì; Rosini P.: rosario sett.; Buffagni C. e Notai A.: rosario quotidiano, messa sett., i nove Venerdì; Appendino R. ed A.: Messa e rosario quotid.; S. Sattomino: messa sett.; Vigna R.: Comunione sett., ora di adorazione mensile; C. Vallosio fu Guido: tre Ave Maria mattino e sera; E. Piccinini: tre Ave Maria mattino e sera; R. Parotti: preghiere e Azioni quotid., si unisce alle nostre preghiere, S. Comunione e Messa sett., I. Lunedì ad onore di San Paolo, Ora di adorazione sett.; Casinelli T.: Comunione ogni lunedì, preghiere giorn. e offerte di patimenti; M. Sartoris: Messa e Comunione sett., preghiere quotidiane, Ora di adorazione mensile, Comunione e Messa il primo Venerdì, offerta quotidiana di tutte le azioni; Sartoris A.: Santa Comunione e Messa mensile, offerta quotidiana delle azioni; Sartoris Adele: Santa Comunione e Messa mensile, offerta quotidiana delle azioni; Fasano A.: Comunione e Messa mensile, offerta quotidiana azioni; Ingarano M.: Comunione e Messa mensile, offerta quot. azioni; Giacomo G.: Tre Comunioni e Messe mensili; Virano A.: offre azioni, preghiere e sacrifici tutto e sempre.

UNIONE DI SUFFRAFGI

Raccomnandiamo caldamente ai Cooperatori la pia anima di
BERTERO MARIA
di S. Stefano Roero, che dopo aver compiuto tanto bene a favore della nostra Pia Società, volava a Dio per ricevere il premio delle sue fatiche, lasciando tra di noi due Figlie Suore, che per lei pregano.

L’anima di
CATTONI TERESA
di Rodero (Como), che nel breve tempo che potè conoscere la Casa volle generosamente unirvisi quale attiva zelatrice.
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