Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

Vie e mezzi della Divina Provvidenza

OFFERTE

La Pia Società San Paolo ringrazia pure tutti quei cari nostri cooperatori che contribuirono a farci passare allegramente le nostre feste: S. Paolo li benedica e ricompensi tanto: e tra essi la Pia Società Figlie di San Paolo (Torino) ringrazia in modo particolare le dist. Fam. Dentis Andiberti e Mottura; Sigg. Fratelli Martino e la Sig.ra Rosa Maria e prega per essi le più copiose benedizioni.
Il Divin Maestro renda al presente il centuplo ai nostri Benefattori su questa terra e la vita eterna in futuro.
Due grazie chiediamo ogni giorno al Signore per i nostri Benefattori: 1.o Che nessuno si danni, tutti si salvino: 2.o Che sia a tutti abbreviato e possibilmente rimesso il Purgatorio.
~
UNIONE COOPERATORI
APOSTOLATO-STAMPA

L’Apostolato-Stampa


E’ la predicazione della Divina Verità, fatta col mezzo della stampa; come l’Apostolato della parola è la predicazione delle medesime verità, fatta con la voce.
L’Apostolato-stampa scrive, imprime, divulga.
L’Apostolato-stampa adopera la penna, la macchina, l’ufficio postale.
L’Apostolato-stampa parte dal Vaticano, dall’Episcopio, dalla Parrocchia.
Nelle mani di Dio fu il comando «Scrivi in questo libro, scrivi quanto ti suggerirò», come l’apostolato-parola «andate e ammaestrate».
«In molti modi e molte volte Iddio ha parlato nei tempi antichi per mezzo dei profeti; ultimamente ci ha parlato per mezzo del suo Figlio».
La parola e la stampa in mano a Dio, della Chiesa, del Sacerdozio sono due modi di un unico apostolato «ut luceat omnibus», la Divina Verità.

La stampa divina

Comprende: la collezione di libri che, scritti sotto l’ispirazione dello Spirito Santo, la Chiesa ha ricevuti, conservati, proposti ai fedeli come quelli che hanno Dio per autore.
Essi sono il modello, la norma, la regola d’ogni libro religioso; formano la Bibbia o libro per eccellenza.
Dio stesso è l’istitutore dell’Apostolato-Stampa: «prendi un libro grande e scrivi in esso» (Is.VIII-I)
Ogni scrittura divinamente ispirata è utili a correggere, ad istruire, ed erudire nella giustizia.
Gli Ebrei li chiamavano Mikrà o lettura o scrittura; poi nomi molto usati, sono: Scrittura, Scritture, Sacre Scritture, Sacre Lettere, Biblioteca divina, i due Testamenti ecc. Infatti comprendono 72 libri di cui 27 del Nuovo Testamento, 45 della Antico Testamento. Sebbene scritti materialmente da uomini varii di indole, di nome, di tempo, formano un unico e ben coordinato chiamato «libro divino».
Di questo libro è custode ed interprete la Chiesa e solo da essa lo si può ricevere con sicurezza. Ma quando con l’approvazione ecclesiastica, ci è messo fra le mani la Bibbia, o parte di essa, (come sarebbero il Vangelo e le epistole di San Paolo) noi abbiamo ogni sicurezza che in essa leggiamo la vera parola di Dio.
Qui l’Apostolato della Stampa è divino! Ogni altra stampa deve essere da tal libro illuminata come ogni uomo che viene al mondo è illuminato dal Verbo-Dio.
Di essi non cadrà mai jota; perché la vita essenziale è in essa racchiusa.
Ogni cattolico ne abbia almeno parte in casa. Ma ognuno apra gli occhi, poiché le bibbie non cattoliche che circolano sono innumerevoli. L’approvazione ecclesiastica è per i fedeli garanzia che il libro è sicuramente cattolico.

La stampa infallibile

Comprende: il complesso dei canoni dei Sacri Concili, definizioni, proclamazioni che vennero promulgati con l’approvazione del Sommo Pontefice lungo i secoli.
La Chiesa è infallibile nelle cose che
~
riguardano la fede e i costumi, nella canonizzazione dei Santi, nell’approvare un ordine religioso, come atto per le sue regole a guidare alla perfezione ecc. E la Chiesa parla non solo come corpo, quando è adunata in concilio, ma anche più spesso per la bocca del suo capo il Papa.
E perciò: un gran numero di definizioni, proposizioni, insegnamenti morali o dogmatici, che leggiamo nei catechismi, libri di insigni Vescovi e Sacerdoti, e in genere di tutti coloro che ci ripetono il senso genuino della Chiesa, formano un complesso di stampa infallibile.
Leggono i fedeli il libro, che forse corre sotto il nome di questo o quell’autore, in realtà però leggono la dottrina della Chiesa, Madre e Maestra infallibile di verità.
Il suo magistero è il dovere e il dritto insieme di insegnare le verità cristiane con autorità suprema, alla quale tutti devono piegarsi con la mente e col cuore.
Quattro uffici importa tale magistero:
di teste, avendo diritto di predicare in ogni tempo ed in ogni luogo;
di custode avendo il diritto di condannare ogni falsa dottrina;
di interprete dovendo interpretare la Sacra Scrittura, la tradizione ed i dogmi stessi;
di giudice per definire le controversie e stabilire la dottrina da seguirsi. Ogni volta che non la sentenza di un uomo, ma tali insegnamenti sono riportati dal libro, dalla rivista, dal periodico, noi ci troviamo innanzi ad una stampa infallibile in quella parte, in quel tratto speciale. Là non vi è disputa, ma occorre piegare la fronte: l’Apostolato della Stampa ci ha presentata una dottrina infallibile; tanto quanto è riportato esattamente il senso genuino della Chiesa.

La stampa dell’apostolato gerarchico

Vi è una stampa che ci viene dalla Gerarchia Ecclesiastica in generale. Come il Papa tiene un discorso, così invia le sue encicliche; come il Vescovo tiene l’Omelia così invia le sua pastorali; come il Parroco espone a voce l’istruzione parrocchiale, così la scrive sul foglietto che distribuisce alle famiglie. I cattolici, i buoni fedeli si distinguono subito dalla venerazione che portano ad ogni predicazione sacra, massimamente alla parola del Vescovo, ed in modo tutto superiore alla parola del Papa. Essi la leggono, la meditano, la portano nella loro mente, nel loro cuore, vi uniformano la vita.
Queste varie forme di stampa sono, così in generale, la interpretazione, l’applicazione, la divulgazione delle stesse verità eterne del Vangelo alla vita, agli uomini, ai bisogni d’oggi.
Ad esse si possono aggiungere tanti libri e articoli, opuscoli e periodici scritti dai Sacerdoti, massime se nella Chiesa ebbero già qualche riconoscimento ufficiale o meritarono la massima lode ed aureola di dottore.
L’ordinazione sacra, la regolare autorizzazione a predicare e scrivere conciliano speciale riverenza. Essa proviene dal testimonio che il Sacerdote possiede scienza, pietà, zelo convenienti all’apostolato della parola ed all’apostolato della penna. Chi sa rimanere non solo fedele interprete, ma anche aderente con il cuore alla Chiesa ne succhia la dottrina, la fa sua propria e la comunica con convinzione, fervore e zelo.
Perciò gli scritti di S. Beda erano già letti in Chiesa durante la sua vita con tal riverenza che il popolo lo soprannominò «il Venerabile».

La stampa d’azione cattolica

L’Azione Cattolica nella sua sostanza antica come la Chiesa e moderna nella sua attuale organizzazione, è la partecipazione del laicato all’opera dell’Apostolato Gerarchico.
L’Apostolato Gerarchico ha un compito essenziale e primario nella diffusione, illustrazione, difesa dei principii evangelici.
Ed ecco perché l’Azione Cattolica ha fra i suoi svariati compiti la stampa. Molti scrittori cattolici hanno messo a servizio della Chiesa la loro penna buona; molti giornali, periodici, riviste sono veri
~
fari di luce nella cattolicità; attive organizzazioni per biblioteche, per la diffusione, per il necessario sussidio alla stampa cattolica lavorano con zelo degno della santa causa.
Quella di formazione dove predomina [...] del suo autore: la dottrina e lo spirito cattolico dello scrittore garantiscono più o meno il lettore.
Nel giornale cosidetto cattolico vi sono spesso due parti ben distinte: l’una di formazione, l’altra di informazione.
Quella di formazione dove predominano i principii spesso è scritta dal Sacerdote: allora gode di una sicurezza e autorità maggiore, per ordinario. E tanto più se riportasse scritti di gravità speciale come sarebbero quelli di Vescovi o della Santa Sede!
Quella di informazione: il giornale cattolico non può sempre controllare la verità delle notizie. Esse hanno quindi l’attendibilità che meritano la scienza e la veracità dei reporters. Generalmente il giornale cattolico sa conservare maggiore riservatezza e maggiormente controllare la verità delle notizie prima di trasmetterle ai lettori.
Quindi nel suo complesso il libro ed il giornale cattolico sono di vantaggio inestimabile alle famiglie tutte.

Onoriamo il Divin Maestro

La festa del Divin Maestro o del Vangelo è la festa tutta propria dell’Apostolato Stampa che ha il suo cuore e il suo centro nel Vangelo e trova la sua ragione d’essere nella grande necessità che i cattolici penetrino, meglio capiscano e sentano con tutta la forza e la potenza che sgorga dal tabernacolo che la Stampa Sacerdotale, portavoce del pensiero di Gesù Cristo e della Chiesa deve pur avere una festa in cui la origine soprannaturale di tale Apostolato, la fonte da cui deriva, il fine a cui mira tutto abbia una sanzione, una specie di consacrazione, anche davanti agli occhi dei semplici fedeli. Tale festa può avere tre scopi: onorare Dio come verità, permettere al Parroco, al Sacerdote di agire sul popolo con tutte la forze della liturgia cristiana, e terzo offrire al popolo la possibilità di avvicinarsi ai Sacramenti e quindi a Gesù Cristo verità attraverso la stampa resa così sacra e santa come la predicazione, come il Vangelo, come la Scrittura.
Le occasioni che più si presentano per tale festa sono gli Esercizi Spirituali, le quarantore, giornate della buona stampa o domeniche opportunamente scelte, facendole precedere da una preparazione apposita.

COME CELEBRARE LA FESTA DEL DIVIN MAESTRO

1.o - Triduo di predicazione sull’obbligo di stare al Divin Maestro, al suo Vangelo, alla sua scuola di santi esempi; e di aborrire l’inimicus homo, i falsi profeti, i cattivi esempi del mondo, i cattivi libri, giornali, ecc.
2.o - Confessione e Comunione generale che ci portino ad aborrire le false dottrine, il mondo colle sue massime ed esempi, i discorsi cattivi, ecc.; e ci uniscano a Gesù Cristo, unico Maestro, al vangelo, al Sacerdote.
3.o - La benedizione del Vangelo esposto sulla balaustra in forma solenne; il bacio dei piccoli e degli uomini a Gesù Cristo-Verità nel Vangelo, dopo che lo ha baciato il Sacerdote.
4.o - Un’ora eucaristica per cui si espone il SS. Sacramento ed il Vangelo sul leggio; quindi preghiere e predica sulla necessità che tutti aderiscano con tutta la mente, il cuore, le forze a Gesù Cristo.
5.o - Chiudere con una promessa solenne di essere i veri discepoli di Gesù Cristo, credergli, imitarlo, seguirlo: venire alle prediche; istruire i fanciulli e mandarli al catechismo; tenere il Vangelo in casa al posto d’onore leggerlo alla famiglia. Inoltre: evitare ogni contatto con chi ha dottrina contraria alla Chiesa, a Gesù C., al Sacerdote cattolico, distruggere e allontanare ogni libro perverso o giornale cattivo; non permettere discorsi o letture, in quanto sta a noi, che non siano edificanti.
Si tratta insomma di una festa che conchiuda col lasciare questa persuasione: Vi è il Divin Seminatore e vi è l’uomo nemico che soprasemina la zizzania.
Noi vogliamo guardarci da quest’uomo nemico. In realtà nel mondo vi sono solo due scuole: l’una con Cristo e l’altra contro Cristo: io voglio restare colla scuola di Cristo Maestro Divino
~
ed unico, odio e detesto ogni altra scuola.
In tale giorno è bene che tutti acquistino il Vangelo. Meglio se in Chiesa, dal Parroco, alla balaustra o in sacrestia; diversamente nelle famiglie, a cui lo potranno portare i fanciulli, i giovani, le figlie, gli ascritti all’Apostolato Stampa.
Il Vangelo sia tenuto nel luogo d’onore; letto dal capo-casa, o da un fanciullo innocente alla presenza di tutti i membri della casa: baciato con riverenza da tutti.
Frutto pratico: formare il «Gruppo o Sezione Cooperatori Apostolato Stampa», che curi la distribuzione del Bollettino, Biblioteca parrocchiale, il giornale diocesano o quotidiano, il vangelo in ogni famiglia, ecc.
Consigliare persone che potrebbero far stampare il Vangelo, la Bibbia ed altri libri santi.

Nelle Parrocchie
Festa del Divin Maestro
a Monte Rocchette del Cengio

Rev.mo Signore,
Grazie infinite della sua proposta per la festa del DIVIN MAESTRO.
Come già le ho scritto, nei tre giorni ultimi di carnevale sono solito celebrare nella mia chiesa il triduo Eucaristico, e quest’anno approfittando della sua proposta, per renderlo più solenne ho stabilito di dedicare il 1.o giorno (15 febbraio) al DIVIN MAESTRO per diffondere il Vangelo nelle famiglie della mia Curazia. Il 2.o giorno l’ho dedicato per celebrare la festa della S. Purezza, e il 3.o giorno della famiglia cristiana e sempre in riguardo all’Eucaristia. Per la festa del Divin Maestro seguo quanto il foglietto inviatomi suggerisce. Coi più rispettosi ossequi, dev.mo

D. Gabriele Sormani


Riprendendo una consuetudine che riscosse già un largo favore presso i parrocchiani, avrà inizio, a cominciare da domani, una «Settimana del Vangelo» nel salone parrocchiale del Suffragio. Verranno svolti i seguenti temi:
Giorno 9 febbraio ore 20,45: Che è e come si legge il Vangelo; Sac. Mario Busti. – 10, ore 20,45: il Vangelo e la vita sociale; rag. Piero Malvestiti. – 11, ore 20,45: Il Vangelo e la famiglia; avv. G. B. Migliori. – 12, ore 20,45: Il Vangelo e il problema educativo; prof. Maria Magnocavallo. – 13, ore 20,45: Il Vangelo e il lavoro: prof. C. C. Secchi. – 14, ore 20,45; solenne adorazione eucaristica che sarà tenuta in Chiesa dal nostro R. Sig. Prevosto.

Nelle famiglie

Per onorare il Divin Maestro nelle famiglie di tutti i nostri Cooperatori si legga il Vangelo o la Bibbia cattolica.
Il Vangelo L. 1,50 la copia.
La Bibbia delle Famiglie: Nuovo Testamento L. 5; Vecchio Testamento L. 10.
Giaculatoria in onore del Divin Maestro: O Gesù Maestro, via, verità e vita abbiate pietà di noi. (Indulgenza di 300 giorni).
In riparazione della stampa cattiva: Un bacio al Crocifisso o all’immagine di Gesù incoronato di spine.
Il Divin Maestro: Vuoi tu essere mio amico?
L’Anima: Sì Maestro buono, perché tu hai parole di vita eterna.
Il Divin Maestro: Fammi conoscere, fammi credere e fammi amare.
Come ossequio prendetevi l’impegno di diffondere: 2, 4, 6, 8, 10, 14, 16, 18, 20, 22, 24, 26, 28, 30 copie del Vangelo, fra i vostri vicini, amici, conoscenti e dovunque possiate arrivare colla vostra santa attività.
Una Cooperatrice ci scrive: come ossequio al Divin Maestro mi impegno a diffondere 10 copie del S. Vangelo.
Una Maestra: in onore del Divin Maestro volentieri mi assumo l’impegno di diffondere 15 copie del S. Vangelo.

Il mese di Marzo in onore di S. Giuseppe

Si avvicina il mese di marzo che la pietà dei fedeli dedica al grande Patriarca, al purissimo Sposo di Maria SS., al Protettore dei moribondi e Patrono della Chiesa Universale: S. Giuseppe.
Quante anime devotissime di questo gran Santo gli innalzano in questo mese le loro preci ferventi!
Per aiutare questo slancio di divozione, la Pia Società S. Paolo ha curato la ristampa del bellissimo libretto già diffuso l’anno scorso in migliaia di esemplari col titolo

Preghiamo S. Giuseppe

In esso i devoti troveranno le più belle istruzioni e preghiere sul Grande Santo.
In nessuna famiglia dei nostri Cooperatori dovrebbe mancare questo prezioso manualetto.
Il libretto, tipograficamente ben riuscito è arricchito di numerose illustrazioni fuori testo. Costa pochissimo: in brossura L. 1,-; rilegato in tela L. 2,-; rilegato in pelle, taglio oro L. 5.
~
Una tradizione pia e gentile

Visitando Messina ho trovato in diversi istituti un quadro che attirò subito la mia attenzione. Particolarmente mi parve degno di interesse l’averlo veduto anche nel Seminario, là esposto ai Ven.di Chierici.
Rappresenta in alto la SS. Vergine seduta in atteggiamento dignitoso ma umile e di singolare bontà, in atto di leggere una pergamena; in basso: alcuni uomini, vestiti distintamente secondo il costume romano del secolo di Augusto, inginocchiati, supplichevoli, veneranti la S. Madonna; a metà l’Apostolo S. Paolo, il quale, come persona che conosce quei personaggi ed è in confidenza con la S. Vergine, a Lei li presenta, a Lei li raccomanda, per loro parla.
Maria SS.ma si compiace, Maria SS.ma esaudisce.

***

Domandai spiegazione del quadro in Arcivescovado al Rev.mo Rettore del Seminario. Mi fu data con tanta carità e con molta risolutezza di particolari più che il cuore e la mente desidererebbero, confermati da convenienti studi.
San Paolo, liberato dalla sua prima prigionia, nel ritornare in Oriente, visitò molte città marittime dell’Italia inferiore ed anche della Sicilia.
In Sicilia si fermò a Messina. Questa era già un centro di primo ordine a quei tempi e città eminentemente marinara. I suoi cittadini, ricca colonia romana, si può dire passavano parte notevole della loro vita sul mare; quali dediti alla pesca, quali alle armi, quali specialmente, al commercio con l’oriente. Dal commercio, anzi, con l’oriente traevano buona parte del loro sostentamento: la posizione infatti della città facilitava gli scambi delle merci in tutto l’Adriatico.
Essi erano anche molto pii: udirono la predicazione di S. Paolo con grande interesse. La tradizione, anzi, narra che dalle città marinare, di Pozzuoli, Reggio Cal. ecc. accorrevano ovunque arrivava l’Apostolo molti cittadini per udirne la parola santa. Parecchi l’avevano sentito quando, prigioniero di Gesù Cristo, da Malta era transitato colà per andare a Roma; molti prodigi Egli aveva anzi operati, e la Divina Grazia li aveva guadagnati al Vangelo.
Interessò moltissimo i Messinesi la narrazione della vita di Gesù Cristo; la sua nascita da una pia, umilissima Vergine, che ancora viveva.
Tanti sia per devota ammirazione a questa straordinaria, fortunata Creatura, sia per avere una conferma di quanto l’Apostolo predicava desiderarono vedere la Madre di Dio.
L’Apostolo ne fu contentissimo e si offrì ad accompagnarli mentre essi si offersero a trasportarlo con le loro navi mercantili, di porto in porto, fino all’Oriente; desiderando appunto S. Paolo di rivedere molte comunità cristiane fondate e riconfermarle nella nuova vita.
Dai Messinesi si decise di consacrare le città alla S. Vergine, pregandola ad accettarla sotto la sua singolare protezione: fu scritta e firmata dagli anziani e dai maggiorenti una pergamena di dedica e di preghiera; vennero eletti alcuni dei principali cittadini a recarsi con S. Paolo, in forma ufficiale, alla S. Madonna.
La benedetta Madre di Gesù, si trovava allora al termine della sua carriera. Tanti erano i cristiani che venivano a Lei in devoto pellegrinaggio; ma l’Ambasciata Messinese sarebbe stata una delle più solenni ed anche più gradite. Ella vedeva i primi frutti raccolti nelle lontane terre romane dalla predicazione del Vangelo; rivedeva S. Paolo che da persecutore del nome cristiano era diventato il più ardente apostolo del suo Divin Figlio; da lui e da quei fervorosi discepoli le meraviglie dalla grazia fra i gentili.
Erano queste le singolari consolazioni che il Signore, come quella dell’adorazione dei Magi, dava per conforto alla Regina dei Martiri.

~
S. Paolo nel presentare i Messinesi a Maria SS.ma li raccomandò come uomini che avevano abbracciato generosamente il Vangelo; insistette perché Maria accogliesse la donazione che per la prima volta veniva fatta: una città che si consecrava a Maria SS.ma! E la benedetta Vergine udì le espressioni di affetto, accolse le preghiere, promise le sue orazioni sulla terra e dal cielo che oramai Le era vicino premio.
Nessuno può descrivere la commozione pia dei Messinesi, ammirati di tanta dignità e umiltà insieme; e che potevano considerarsi come tra i più fortunati dei cristiani.
Tornarono i Messinesi a narrare ai loro concittadini quanto avevano visto ed udito. Fu una gioia ed un conforto indescrivibile: Maria SS.ma si ebbe qui una delle prime Chiese.
E questa tradizione è confermata da documenti antichi?
– Sì, mi si rispose; ma gli Spagnoli, divenuti padroni della Sicilia, trasportarono nella loro patria molte memorie.
– Sarebbe tanto bello e caro uno studio di ogni particolare a gloria della Santa e di S. Paolo ed anche come singolare ricordo per Messina.
– Sì, e quante volte il nostro amatissimo Arcivescovo disse: io devo e desidero inviare qualcuno nella Spagna perché consulti i musei e le biblioteche e veda di trovare quanto può di memorie antiche e documenti su questa narrazione, che risale su nei secoli e si perde nei tempi. Egli spera di avere la grazia di farlo. Noi volentieri preghiamo qui si faccia quanto si può di luce!
Quando udii questa narrazione era il primo giorno della novena della conversione di S. Paolo.
-------------

L’Apostolato del Libro

Contro i Protestanti

L’Apostolato delle Figlie di S. Paolo si è rivolto in questi ultimi mesi specialmente a questo: chiarire bene ai cattolici la dottrina della Chiesa vera ed unica.
Il lavoro dei protestanti, invero, come solennemente ha denunciato il Papa, si fa sempre più intenso, in Italia. I Cattolici nostri sono avversi anche per sentimento e per natura alle dottrine protestanti; ma hanno bisogno di molta luce e saper distinguere bene quello che insegna la Chiesa Romana da quello che insegnano gli avversari.
A Cagliari, a Messina, Palermo, Torino, Verona, Fiume, Firenze, Roma, Bari, Salerno, Catania, Roma ecc ovunque le Figlie di S. Paolo arrivano portano fogli illustranti la verità cattolica di fronte agli errori protestanti. Il Divin Maestro parla! Le note caratteristiche della Chiesa sono chiarite: si mostra che Cristo è con la Chiesa Romana, perché solo questa è UNA, SANTA, CATTOLICA, APOSTOLICA. I protestanti invece vanno subendo la triste sorte del tralcio separato dalla vite.
La reazione protestante si è fatta sentire ovunque contro le Figlie di S. Paolo. Fu alle volte una reazione contenuta in forme legali; altre volte ha oltrepassato anche le forme civili. Comunque l’apostolato di San Paolo illumini le menti, guidi le anime alla salvezza.
Beati i passi di chi evangelizza il bene, di chi evangelizza la pace!

~
Il Cooperatore Paolino

Il Cooperatore Paolino è persona che restando nel mondo, partecipa quanto maggiormente può alla vita di pietà e di apostolato dei religiosi e delle religiose della Pia Società San Paolo.
Il religioso e la religiosa di San Paolo intendono seguire totalmente il Divin Maestro «Verità, Via, Vita» sull’esempio di San Paolo Apostolo.
Il Cooperatore Paolino cerca di imitare il Divin Maestro nella sua povertà, purezza, obbedienza.
Due specie di pratiche di pietà specialmente coltiverà il Cooperatore Paolino.
1.o L’esame di coscienza, la meditazione, la direzione spirituale; 2.o La visita al SS. Sacramento, la lettura del Vangelo, la Santa Messa, la Comunione.
I) Spiritualmente:
Il Cooperatore Paolino coopera alla Società San. Paolo:
a) con il culto e l’amore a Gesù Divin Maestro, alla Regina degli Apostoli, a S. Paolo, Apostolo; - b) con l’Opera delle SS. Messe; - c) con la cura e l’aiuto alla Vocazioni Paoline.
II) Con le opere:
a) con l’adesione alla Sezione biblica della Pia Società San Paolo; - b) nell’Apostolato del Libro; - c) nell’opera Bollettini Parrocchiali; - d) nell’Unione Scrittori, Disegnatori, Collaboratori ai periodici; - e) nelle Sezioni Parrocchiali o Diocesane dei Cooperatori Paolini; - f) nelle Associazioni G. Biblioteche; - g) nei Centri di diffusione, e negli abbonamenti; - h) con tutte quelle sante industrie che tendono ad allontanare ogni dottrina e ogni stampa contraria alla dottrina dell’unico Maestro ed a diffondere ogni stampa della dottrina Cattolica.
III) Con le offerte:
a) assumendo le spese di pubblicazione di scritti (Vangeli, fogli, libri) di molta gloria di Dio e pace agli uomini; b) Assumendo le spese per gli studi di un aspirante al Sacerdozio, o all’ufficio di Maestra-scrittrice nella Pia Società San Paolo; o la formazione di un Religioso laico o Religiosa per l’Apostolato-Stampa (borse di studio, vestizioni, pensioni); - c) donando in natura o denaro quanto occorre per il Culto, l’Apostolato, la vita dei Paolini o delle Paoline (vitalizi, depositi a fondo perduto, macchinari, cibarie, oggetti sacri ecc. ecc.).

Cooperazione di preghiera
Pratiche che si consigliano
I religiosi della Pia Società San Paolo hanno queste pratiche di pietà: Meditazione, Messa e Comunione, Visita al SS. Sacramento (un'ora al giorno), esame di coscienza (preventivo, particolare e generale), lettura quotidiana della S. Scrittura. Le devozioni sono: Divin Maestro, Regina degli Apostoli, San Paolo, Angelo Custode, San Giuseppe, Anime Purganti. I Cooperatori Paolini dovranno avvicinarsi quanto più possono a queste pratiche di pietà ed a queste devozioni, in modo da formare un’unica famiglia spirituale.

La meditazione nella forma:
Gesù Maestro, Verità, Via, Vita
Nel libro «l’Anima dell’Apostolato» si legge così: La meditazione è il braciere dove si ravviva la custodia del cuore. Con la fedeltà alla meditazione saranno vivificati tutti gli altri esercizi di pietà. L’anima acquisterà a poco a poco la vigilanza e lo spirito di orazione, ossia l’abitudine di ricorrere e con più frequenza a Dio. L’unione con Dio nell’orazione produrrà l’unione intima con Lui anche durante le occupazioni più assorbenti.
L’anima che vive così unita a Dio con la custodia del cuore, attirerà sempre di più sopra di sé i doni dello Spirito Santo e le virtù infuse, e forse Iddio la chiamerà, ad un grado di orazione più elevato.
«La meditazione – dice S. Teresa – non è altro che una conversazione amichevole con Colui dal quale si sente amata».
~
E’ tanta l’importanza della meditazione che è impossibile rimanere nel peccato, quando seriamente si medita. «Memorare novissima tua – ci avverte lo Spirito Santo – et in aeternum non peccabis, ricorda i tuoi novissimi e non peccherai in eterno».
Durante la meditazione l’anima viene sempre più alla conoscenza di Dio per amarLo come Egli vuole e merita.
Senza la meditazione non si conoscerà sé stesso, né gli affetti, le inclinazioni viziose del nostro cuore, le miserie e quel fondo di corruzione che è in noi nascosto. Infine non si conosceranno gli obblighi e i doveri del proprio stato, senza ricordarli spesso (il che si fa nella meditazione); e stimolare con serie riflessioni se stesso a praticarli.
Con la meditazione costante, quotidiana, fatta con metodo, l’anima si orienta decisamente sulla via del bene e progredisce; senza la meditazione, l’anima farà mai alcun progresso, anzi illanguidisce nella tiepidezza e non avrà la forza di resistere agli assalti del demonio.

***
Che cosa meditare, e come?
Tanti sono i soggetti di meditazione e parecchi i modi di meditare. Noi possiamo fermare la nostra considerazione sulle massime eterne, sui novissimi: morte, giudizio, inferno, Paradiso; sul peccato; sulla importanza della salvezza dell’anima; sullo spirito di pietà, ecc.
Libri di meditazione ne conosciamo tanti: gli Esercizi Spirituali di S. Ignazio; l’apparecchio alla morte di S. Alfonso, la pratica di amare Gesù Cristo e il gran mezzo della preghiera pure di S. Alfonso, la Filotea di S. Francesco di Sales, l’Imitazione di Cristo, il S. Vangelo, ecc. Libri riportanti, meditazioni adatte per ogni classe di persone di ogni età e condizione.
Il metodo di ben meditare è pure vario ed è pure dato dai diversi libri suaccennati. Per es.: Prendere un libro spirituale (S. Vangelo, o Imitazione di Cristo, ecc.), leggere ad intervalli alcune righe: meditare un poco su quanto si è letto, cercando di penetrarne il senso e di imprimerlo nella mente. Trarne qualche santo affetto, amore o pentimento ecc. e proporsi di praticare all’occasione la tale virtù. Evitare di leggere o meditare troppo: fermarsi ad ogni pausa finché la mente trova colloquio piacevole e utile.
Secondo modo: viva rappresentazione dei Novissimi. Considerarsi nell’agonia tra il tempo e l’eternità, fra la vita passata e il giudizio di Dio. Che cosa vorrei aver fatto? Come vorrei aver vissuto?
Pena che se ne sentirà. Ricordare i peccati, i disordini, gli abusi della grazia. Come si vorrebbe essersi diportati in quelle occasioni. Proporre di rimediare efficacemente a ciò che si ha ragione di temere. Figurarsi di essere sepolti, in putrefazione, dimenticati da tutti: dinanzi al tribunale di Gesù Cristo, nel Purgatorio, nell’inferno. Quanto più viva sarà la rappresentazione, tanto maggior profitto si farà di tale meditazione.

***
Altri metodi assai pratici e utili vi sono ancora per fare la meditazione.
Il Cooperatore Paolino uniformerà il suo metodo, più che potrà, a quello di «Gesù Verità, Via, Vita».
Nella prima parte della meditazione applichiamo la nostra mente alla considerazione di quelle verità che il Divin Maestro ci somministra con abbondanza nel S. Vangelo. Gesù Verità illumina la nostra mente a comprendere il senso altissimo della sua Parola. Che belle e sode meditazioni si possono ad es. fare sopra le parabole del Regno dei Cieli! Il negoziante che vende tutto quanto possiede per riacquistare la perla preziosa; il lavoratore che ha trovato il tesoro nascosto nel campo, e che per la grande gioia, va, vende tutto e poi compera il campo e fa suo il tesoro, ecc. Chi non vede qui sotto nascosta la verità che ci dice di essere sempre pronti a dare tutto per il Regno dei Cieli, per il Paradiso?
Nella seconda parte si viene all’applicazione pratica.
~
Che cosa ci insegna il Divin Maestro con questo tratto di Vangelo?
Egli è la Via che noi dobbiamo seguire, che cosa mi dice con i suoi insegnamenti! Con i suoi esempi? Ad es. per questo Paradiso, che noi dobbiamo ad ogni costo raggiungere, che cosa fece Egli? Basta ricordare la sua Passione e Morte, in cui diede tutto sé stesso. E noi che cosa facciamo? Ed eccoci al proposito pratico, fermo sul lavoro spirituale per l’anima nostra, per togliere i difetti ed acquistare la virtù.
Nella terza parte, dopo aver condannato ciò che vi è di male in noi, e fatto il proposito, ci rivolgiamo al Divin Maestro Gesù che è la Vita dell’anima, cioè grazia santificante, affinché si degni di infonderne tanta grazia per operare il bene, perché già sappiamo che noi da soli nulla possiamo: lo abbiamo tante volte sperimentato e ce lo ricorda S. Paolo scrivendo ai Corinti: «…nemo potest dicere Domine Jesu, nisi in Spiritu Sancto», nessuno può pronunciare neppure la parola Signore Gesù, meritoriamente, se non prende la sua efficacia dallo Spirito Santo, cioè dalla grazia.
Si chiude quindi pregando con molto fervore ed umiltà, convinti del grande bisogno che abbiamo dell’aiuto di Dio.

Cooperazione di preghiere

Nella piccola frazione di Dongiovanni (Villanova Mondovì) fu tenuta da una Suora della Pia Società Figlie di S. Paolo una breve conferenza sul modo di cooperare all’Apostolato Stampa in generale e sulla cooperazione di preghiere in particolare: la buona popolazione di quella borgata accorse numerosa, sia perché conoscevano la Nostra Casa da diverso tempo, sia perché alcune di quelle buone famiglie ebbero la fortuna di poter dare una Figlia a S. Paolo: l’esito del quale non si poteva dubitare, fu ancora superiore all’aspettazione. Parecchi vollero anche dare il loro contributo ed in breve si ebbe per la Buona Stampa la somma di L. 140. Inoltre una trentina di persone si unirono per la cooperazione in preghiera: dicono le preghiere della Casa la Sig.a Garelli Fr. Garelli M. di Antonio: offrono una Messa settimanale le Sig. Boasso M. Bertola M.; Comino M.; Bongiovanni A..; Bongiovanni M.; Bongiovanni A.; Mandrie G. Filippi M. Ved. Rebaudengo; offrono una Messa mensile: Rulfi M. e Bongiovanni A.; offrono preghiere giornaliere: Garelli L. una Ave Maria; Bongiovanni T. due Ave Maria; Bertola G. un’Ave Maria; Comino M. un’Ave Maria; Bruno P. tre Ave Maria; Rulfi M. un’Ave Maria; Boasso M. un’Ave Maria; Cauda G. tre Ave Maria; L. Boasso un'Ave Maria; Bongiovanni G. un’Ave Maria; la Sig Lanza Fr. offre azioni e preghiere; la Sig. Bongiovanni M. un Rosario settimanale; lo stesso la Signora Bertolotto M.; la Sig.a Bongiovanni M. offre azioni e preghiere; la Sig.a Morisacco M. un Rosario settimanale; la Sig.a Bertolino M. un Rosario al mese, i Sigg. Coniugi Ambrosio offrono azioni, preghiere, sacrifici e tutto.
Il Sem. Carmelo Lingualessa, offre Messe, Comunioni, Visite al SS. Sacramento, comunioni spirituali, lettura del S. Vangelo, mortificazioni e sacrifici; la Sig.a Barbara Pettinelli offre la Comunione ogni primo Venerdì del mese; la Sig.a N. N. offre una giornata settimanale, Comunione, preghiere, patimenti, terza parte di Rosario, la Visita al SS., l’Ora di Adorazione mensile nella terza domenica del mese: essa poi segue tutte le devozioni della nostra Casa, col libro delle preghiere e secondo lo spirito suggerito dal bollettino Unione Cooperatori.

Nuove Borse di Studio

Borsa di studio SPIRITO SANTO

Lo Spirito Santo, la terza persona della gloriosissima Trinità, lo Spirito di Gesù Cristo, Amore del Padre e del Figlio, che abita in noi, di cui noi siamo templi viventi e che fu a noi mandato dal Padre e dal Figlio e ricevuto in modo speciale nella Cresima spande sempre più la sua azione santificatrice e le sue attrattive nelle anime.
Egli cerca anime che gli lascino svolgere tutta la sua azione santificatrice per versare in loro i suoi doni e i suoi frutti di Paradiso. Una generosa benefattrice con gran desiderio di ricevere i doni suoi, fonda in suo onore una borsa di studio. I doni suoi speciali sono: la sapienza, l’intelletto, il consiglio, la fortezza, la scienza, la pietà e il timor di Dio. I suoi frutti sono: la carità, la gioia, la pace, la pazienza, longanimità, la benignità, la bontà, la mansuetudine,
~
la fede, la modestia, la continenza, la castità. Qual giardino di ogni virtù produce lo Spirito Santo nella Chiesa, nei Santi e in tutti coloro che lo onorano e lo pregano.
Voglia il Benigno Spirito concedere la pienezza dei suoi doni coronati dai frutti suoi più copiosi alla generosa fondatrice ed a quanti sacerdoti saranno con la medesima formati.

Borsa di StudioSANTA CATERINA

N. N. Offre L. 1000 (mille) per dare principio ad una nuova borsa di studio, da intitolarsi a Santa Caterina Vergine e Martire.
Il buon pensiero speriamo venga seguito; confidiamo che la Pia Persona avrà grazia di portare più innanzi tale Borsa; oppure che altre anime penseranno a compier l’opera a gloria di Dio, a pace degli uomini.


Date alla Chiesa un Sacerdote dell’Apostolato-Stampa
Un sogno di una madre

Alberto era nato da una nobile famiglia. Suo padre ufficiale di carriera, ferito nella guerra italo-turca, era di carattere leale e generoso. La madre, donna energica e buona, era sempre rimasta fedele ai principi della pietà.
Il fanciullo primogenito, non parlava ancora, quando al solo mostrargli l’immagine del Salvatore, tendeva già con fede le piccole manine. Nello stesso giorno della nascita era stato consacrato alla Vergine Maria ed ogni giorno la madre lo portava alcun po’ di tempo alla Cappella del castello.
Parlava al bimbo prima che questi la potesse comprendere e, questo conta assai più, parlava al buon Dio della sua creaturina.
Non aveva ella in quei momenti un sogno, una lontana visione del suo Alberto?
Il fanciullo si faceva grandicello sempre assistito e protetto dallo sguardo vigile e dal cuore della mamma.
A sette anni celebrava la Messa. Ne diceva parecchie al giorno, anzi, se l’avessero lasciato fare, ne avrebbe dette dal mattino alla sera. Il calendario ecclesiastico diocesano varie rubriche non erano fatte per metterlo nei fastidi: essenzialmente non si preoccupava che di un solo dettaglio, del numero regolamentare dei colpi di campanello. Guai all’inserviente dell’altare così maldestro da sbagliare su questo punto!
Perché come potete facilmente immaginare aveva bisogno di un inserviente. Cugini, cugine, zii, zie, amici, visitatori, egli in casa requisiva i primi ospiti che capitavano. Nessuno poteva esimersi. Lo stesso zio generale non poteva esentarsi da questo servizio. Era inutile che protestasse.
– Sii ragionevole, Albertino, lascia tranquillo lo zio. Ha da far ben altro che pensare a servire la messa alle tre del pomeriggio…
– Il vecchio ufficiale sorrideva; diceva che non avendo ascoltato che raramente, lungo la settimana, la Messa, e non avendola mai assistita ad un’ora tanto avanzata, poteva far servizio. Dall’altra parte era così caro e simpatico il piccolo celebrante nei graziosi parati di seta e di pizzi, così edificante e compreso della sua funzione!...
– Dire la Messa è già una cosa. Ma il sacerdote fa anche la predica. E Alberto predicava. Gli stenografi non hanno raccolto nessun sermone del giovane oratore che, avendo grande facilità per improvvisare, non lasciò, per parte sua, alcun manoscritto. Oppure non sapeva ancora scrivere? La posterità non avrà dunque le sue celebri omelie, i suoi voli di sacra oratoria e neppure voi, lettori, non li conoscerete.
Una volta però impressionato l’uditorio e, non scandolezzatevi, lo divertì anche un poco. Una domenica, Alberto, tutto occhi e orecchie, aveva ascoltato colla
~
più grande attenzione la predica del parroco: nulla gli era sfuggito del gesto e del tono di voce. La sera, al castello volle ripetere quello che aveva sentito in chiesa. Per disgrazia, conoscendo il nome di Anisei – famiglia amica di casa – assai più che i Farisei, egli scambiò gli uni per gli altri, e minacciò gli Anisei di espulsione dal tempio, li tacciò di ipocrisia e di falsità. Il fatto non ebbe conseguenze più gravi: non vi furono denunzie al pretore, né rotture di amicizia, ma si rise molto e ancor oggi se ne parla.
Quando Alberto entrò in collegio, sua madre fece le più vive raccomandazioni al Padre Rettore. Non temeva per la riuscita negli studi, ma quello che più la preoccupava era l’anima del suo fanciullo. Ella la sapeva ancora tanto candida e domandava che venisse con ogni cura allontanato quello che avrebbe potuto oscurarla.
Venne il tempo della prima Comunione. In questo giorno benedetto, giorno di gioie senza ombre e di promesse virili, Alberto si allietò col suo Dio come sanno allietarsi le anime pure e nel cuore, colpito dalla grazia, confidò a Gesù un segreto che, soli da molto tempo, lo conoscevano la mamma e il confessore.
E gli anni passavano senza che nulla venisse a macchiare la purezza del collegiale. La madre sperava sempre e pregava. Il suo sogno stava forse per avverarsi…
Terminato con successo il ginnasio, Alberto si presentò al padre: voleva farsi prete. L’ufficiale non volle sentirne parlare e disse che mai egli avrebbe acconsentito.
Non portava nessuna ragione, fuorché il rifiuto netto e reciso:
– Mio figlio, diceva, può entrare al liceo classico, scientifico o militare, ma in Seminario no, assolutamente no.
Non che il brav’uomo fosse contrario al reclutamento del clero, anzi più volte aveva protestato contro le mene settarie massoniche, che volevano strappare la gioventù dal servizio della Chiesa, però per certe prevenzioni, motivi di classe…
Alberto soffrì e pianse in silenzio, e conservò per molto tempo l’idea sua, il voto fatto a Gesù nel giorno della prima Comunione.
Il padre ad altri tentativi, si mostrò irremovibile. Il giovane continuò gli studi classici al liceo. Si mescolò alla giovinezza studentesca e spensierata, ai figli dei ricchi borghesi, che nessuna idealità solleva fuor che il gioco e il poco studio, nell’allegria delle liete brigate.
Passarono alcuni anni e il padre di Alberto morì.
La povera madre, la vedova, assiste il figlio, l’unico tesoro che le resta e con spavento vede che il sogno d’una volta si è spezzato, le vie pericolose si sono spalancate tutte invitandovi il giovane studente. Quale vita inutile condurrà Alberto! Eppure avrebbe potuto salvare con gli scritti e colle prediche, coi consigli e colle elemosine tante anime! Nel mese di settembre in una adunanza di cattolici un vescovo venne a parlare nella chiesa del paese. Alberto vi accompagnò la mamma come faceva sempre nei mesi delle vacanze. Il Vescovo diceva tra l’altro:
– Giovani pensate! Se Dio vi fece un giorno sentire la sua voce, se l’onore del sacerdozio, che è il massimo degli onori, vi attraesse qualche volta, se nel segreto della coscienza sentiste l’attrazione alla vita dell’apostolato, se non rispondete all’appello del Signore perché impediti da cause, che non sto a cercare, pensate oggi. Siete in tempo ancora. Se avete uno slancio, se avete un resto di forza, raccoglietela e votatela a Gesù.
L’anima di Alberto fu la più scossa tra l’uditorio. Sentì un’interna lotta. Ora che era libero per la morte del padre, un nuovo legame lo teneva, la ricchezza, l’avvenire, il piacere, la gioventù.
Ma la voce del Vescovo continuava:
– Gesù disse al ricco giovane che aveva castelli e terre: «Se vuoi essere perfetto, va, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri poi vieni e seguimi».
L’anima di Alberto cedeva alla nuova conquista, alla nuova visita della grazia.
La madre pregava e ripensava al sogno
~
di una volta il sogno d’un figlio apostolo e santo!
Quando il Vescovo torno in diocesi quella sera, era accompagnato dal nostro Alberto che aveva deciso di sé e della sua vita.
…Poiché Gesù questo vuole: che vengano al suo servizio i poveri e i ricchi, pur che sentano la purezza e la poesia dell’apostolato, pur che abbiano le braccia buone e il cuore costante nel seminare e nel scendere fra le messi, che abbondanti biondeggiano e splendono al sole.
Il sogno della mamma si compie. Alberto sarà sacerdote.

La giaculatoria
Regina Apostolorum ora pro nobis


L’ultimo numero degli «Acta Apostolicae Sedis», che è il periodico ufficiale per gli atti del Papa e della Santa Sede, porta a comunicazione, quanto mai cara, che il Santo Padre si è benignato di concedere 300 giorni di indulgenza a coloro che reciteranno con cuore contrito, la giaculatoria «Regina Apostolorum, ora pro nobis».
La concessione di questa indulgenza preziosissima risale fin dal 22 aprile 1926. (V. Unione Cooperatori, maggio, 1928).
Il S. Padre Pio XI, che si compiace invocare e di affidare alla Regina degli Apostoli l’Opera delle Missioni cattoliche e l’apostolato dei giovani, ha voluto aggiungere efficacia al titolo eccelso di Maria Santissima, a questo titolo primogenito della dignità di Madre di Dio, come l’apostolato è primogenito della Redenzione. E ha reso la litania non solo propiziatoria di grazie, ma espiatoria dei peccati.
Chi invoca Maria Regina degli Apostoli colla giaculatoria: Regina degli Apostoli, pregate per noi, riceve quindi i soavi favori di Maria, e acquista ogni vola 300 giorni di indulgenza. Ripetiamola spesso!
Per i ministri del Signore. Quanto bisogno di sacerdoti, di sacerdoti illuminati, fervorosi, ben guidati nel ministero della gloria di Dio e della salvezza dei fratelli. A Roma, Maria Regina degli Apostoli è la patrona del seminario giuridico pontificio: collegi e istituti la invocano protettrice e patrona.
A Bologna, tutto il Seminario è posto sotto l’amorevole occhio della Regina degli Apostoli; a Torino, a Mondovì, a Volterra a Maria Regina degli Apostoli è affidata l’opera delle vocazioni.
Nella Chiesa un intero istituto religioso fiorisce sotto l’amorevole cura della Regina degli Apostoli: la Pia società delle Missioni del Ven. Sallotti.
Mentre in Francia fiorisce un istituto di Suore Missionarie della Nigrizia, le Suore Missionarie di Nostra Signora degli Apostoli.
Anche l’Unione Cooperatori dell’Apostolato Stampa e la Pia Società San Paolo coltivano una specialissima divozione e invocano per compatrona Maria Regina degli Apostoli, a cui han dedicato e cuori e persone e opere e apostolato.
Ripetiamo la pia invocazione per le opere dell’apostolato; per le missioni, come infatti ci insegna il Santo Padre; per la Stampa, che è la grande opera apostolica; per l’Azione Cattolica, che è l’apostolato laico, il provvidenziale ausilio del ministero sacerdotale per il regno di Gesù Cristo.
L’amore per i poveri fratelli separati dalla Chiesa Cattolica: l’unica vera Chiesa, l’unica arca di salvezza, l’unica via che conduce al fine, al cielo: perché nella sola Chiesa cattolica, è viva la tradizione apostolica; perché la Chiesa cattolica è fondata sugli Apostoli; e nella sola Chiesa vi è l’apostolato, cioè il mandato di Gesù Cristo, di predicare il vangelo e di salvare le anime. I fratelli separati sono morti e danno la morte: perché loro non hanno il comando di predicare e la loro predicazione è mortifera; perché non discendono dagli apostoli e quindi non sono di Gesù Cristo; perché non possiedono la tradizione apostolica, ma sentenze naturali o fatte dal loro cervello e non dal Vangelo. Che la Madonna, Regina degli Apostoli provveda ai ministri di Dio, provveda all’apostolato, ci mantenga nella apostolica Chiesa, vi richiami i fratelli erranti.
~
Dare al Signore, ossia fare della carità, della beneficenza, è una bella fortuna, una grazia che il Signore non concede a tutti. Quanto si dà in nome del Signore, perchè si estenda il suo regno, frutta il cento per uno in benedizioni su questa terra e per la felicità eterna.
~
Unione di suffragi

Raccomandiamo ai Cooperatori la pia anima di
Marchisio Bernardo
di Monteu Roero. L’abbiamo conosciuto personalmente, ed egli ha aiutato l’Apostolato Stampa, e l’Unione Cooperatori. Iddio gli dia la pace eterna, consolando anche la figlia che rimane sola.

L’anima della Sig.a
Petralia Maria
di Cattolica Eraclea. Essa lascia un figlio avviato agli studi presso la Pia Società S. Paolo. Preghiamo i Cooperatori ad unire ai nostri i loro suffragi.
~
MESSE PERPETUE

Le SS. Messe annuali sono ora duemila; si spera però di poterle aumentare gradatamente.
Le prime furono così stabilite: una persona lasciava alla Pia Società S. Paolo L. 1000 coll’obbligo di una Messa mensile, finché durerà la Pia Società S. Paolo, cioè 12 Messe ogni anno, con la facoltà che altri, cioè i nostri Benefattori e Cooperatori vi partecipassero nel frutto.
Chi volesse lasciare un simile lascito a vantaggio dell’anima sua farebbe un gran bene a sé, ai nostri Benefattori e Cooperatori ed alle vocazioni che si coltivano. Con l’offerta di L. 1000 avranno una Messa ogni mese, cioè 12 Messe all’anno; con l’offerta di L. 2.000 avranno due Messe ogni mese, e cioè 24 Messe all’anno.
Vi sono persone che potrebbero destinarvi senza sacrificio e altre con sacrificio, però ben prezioso, mille - due - quattro - dieci - venti - cento mila lire. Questo ad insaputa di tutti, anzi qualora loro occorressero, potrebbero ritirare gli interessi del denaro fino alla morte. Tutto confidenzialmente.
La S. Messa è la divozione delle divozioni: queste finiscono con la vita, la S. Messa invece accompagna anche dopo la morte. Perciò tutte le anime buone amano lasciarsene in vita quanto è loro possibile non fidandosi troppo di quelli che rimangono, e per dare a Dio l’onore e la gloria e la riparazione che si merita.

DEPOSITO A FONDO PERDUTO

E’ un bel modo di farsi del bene in vita e assicurarsi i suffragi dopo morte, in modo segreto, sicuro e prudente. Si offre per le opere della Pia Società S. Paolo una somma di denaro su cui volendo si può ritirare l’interesse, ed in caso di necessità, lo stesso capitale. – Alla morte del depositario, la somma rimane definitivamente alla Pia Società.

ALCUNI ESEMPI

«Siamo due sorelle Maestre; non abbiamo molto denaro, poiché i poveri, i fanciulli del catechismo, la mamma nostra e tanti malanni ci hanno consumato quasi interamente ogni anno lo stipendio.
Vorremmo provvedere tuttavia con i piccoli risparmi alla nostra vecchiaia ed all’eternità. Perciò Le mandiamo L. 10.000 (in consolidato); sono a fondo perduto e ci riserviamo gli interessi nostra vita natural durante…
Ci faccia il Signore un bravo Sacerdote con questa cifra… che sia nostro figlio di adozione e celebri per noi, con gran cuore, qualche Messa dopo il nostro transito…
Due Coniugi che da lungo tempo sono tra i più affezionati cooperatori con l’intenzione di fondare poi una borsa di studio ciascuno per formarsi dei Sacerdoti, depositano a fondo perduto L. 8.000 di cartelle del Consolidato al cinque per cento. Il Signore benedica le loro sante intenzioni.
Altri due Coniugi nella fiducia di poter ancora aiutare molto San Paolo per averne la sua potente protezione, depositano a fondo perduto L. 2.000.
Una Maestra cooperatrice la quale si è acquistata già molte benemerenze col diffondere il Vangelo, la Bibbia, Vita di Gesù, e Vite di Santi, volle pure cooperare alla pubblicazione del Vangelo, depositando a fondo perduto L. 6.000.
~