Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Anno XII N. 20 — 17 Ottobre 1930 — Conto C. Postale

UNIONE COOPERATORI
APOSTOLATO STAMPA

PIA SOCIETÀ SAN PAOLO

Opus fac Evangelistæ (II Tim. IV, 51)


Vie e mezzi della Divina Provvidenza

«Ascolta il mio consiglio, - dice il Signore nella Sacra Scrittura - redimi i tuoi peccati con la beneficenza, e le tue ingiustizie cancella con la carità verso i poveri; e così Iddio perdonerà le tue colpe».
«Che gran conto hanno da rendere a Dio coloro che scialacquano il denaro invece di fare l’elemosina!» (Prov. 28).
Cooperatori! nessuno dei vostri denari sarà speso tanto bene quanto quello che darete per l’Apostolato della Stampa, oggi sommamente necessario.
Gli oblatori devono ricordare che è una grande grazia che fa loro il Signore permettendo che impieghino il loro denaro per un’opera così santa.

L’Altare
DELL’ ANGELO CUSTODE

Carissimi Cooperatori,
La Chiesa di San Paolo, cari Cooperatori e Cooperatrici, come già sapete, avrà pure una cappella con altare dedicato all’Angelo Custode. Questo sarebbe uno dei primi favori che vorremmo iniziare non troppo tardi, anzi molto presto; la spesa è rilevante, sorpassa le 100 mila lire.
Ma noi, oltre al confidare nel grande Apostolo delle Genti, confidiamo pure nella generosità dei nostri diletti Benefattori: noi più volte abbiamo con gioia constatato con prove di fatto che i nostri Cooperatori per il Signore, per la Casa San Paolo sanno fare sacrifizi non indifferenti, e sono sempre pronti a portare il loro sassolino per la Casa di Dio: ebbene, cari Cooperatori, noi in questo mese, dedicato alla Madonna del Rosario, vi supplichiamo a venirci in aiuto e con preghiere e con offerte perché il nostro sogno, che è pure il vostro, sia entro il 1932 dolce realtà: ossia che nella fausta ricorrenza
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delle Nozze d’Argento Sacerdotali di quello zelante Sacerdote che è il Teol. Alberione, Fondatore e Superiore della Società S. Paolo, possiamo fare a Lui questo grande regalo.
Carissimi, ci riusciremo a raggranellare 100 mila lire in un anno e mezzo? od in due anni? Noi speriamo di sì. Se tutti gli Zelatori e le Zelatrici ci trovassero anime buone che volessero sottoscriversi per una Azione: L. 25, o per una mezza Azione: L. 15. nel giro di 2 anni il nostro Angelo Custode avrebbe il suo Altare.
Intanto riapriamo la sottoscrizione che ebbe una certa stasi. Anime pie hanno risposto di sì alla lettera-circolare loro inviata. Qui incominciamo ad elencare le prime offerte, sicuri che tanti altri faranno anch’essi il possibile perché nel 1932 possiamo presentare all’Angelo Custode ed al Rev. Teologo Alberione il prezioso dono di un Altare.

Un Maestro della Pia Società.


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Ricordiamo i nostri defunti: tra di loro dobbiamo forse enumerare il padre, la madre, fratelli, sorelle, forse la sposa, lo sposo od un figlio: ricordiamoli specie in questo tempo: mandiamo loro qualche suffragio: la carità usata per gli altri altre persone l’useranno per noi. Ascriviamo tutte le care persone defunte alle due mila Messe: hanno così il suffragio di 6 Messe al giorno. Basta mandare l’offerta di L. 10 alla Pia Società S. Paolo - Alba (Piemonte).
Le famiglie intere possono partecipare al frutto delle due mila Messe con una unica offerta di L. 10.
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30 Messe Gregoriane Lire 300. Novena di Messe L. 90, una giornata di cera al Divin Maestro L. 15, una giornata di luce alla Regina degli Apostoli L. 2, Triduo di Benedizioni L. 6, Novena di Benedizioni L. 18.
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UVA – VINO - VINELLO

Anche quest’anno chiediamo questa carità ai nostri amici, cooperatori, e benefattori; specialmente a quelli che ci sono più vicini e che si dimostrarono già tanto generosi negli anni passati.
L’offerta in natura va a nutrire direttamente i piccoli apostoli della buona stampa, e il Signore non mancherà di ricompensare gli offerenti benedicendo e prosperando anche le loro campagne e i loro interessi materiali in ordine alla vita eterna.
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OPERA DELLE DUEMILA SS. MESSE

Il popolo ebreo per placare la giustizia divina e rendere a Dio quel culto che si meritava, gli offriva sacrifìzi. Con questi il popolo ebreo diceva al Signore: «Vedi, noi non siamo capaci di ringraziarti come meriti, né siamo meritevoli di grazie; perciò ti offriamo questa vittima; tu accettala in ringraziamento e concedici i tuoi favori».
Ma quale valore poteva esservi in quei sacrifici, in quegli animali, in quei beni naturali per adorare Dio, ringraziarlo ed impetrare perdono? Passarono lunghi anni, ma il Paradiso rimaneva sempre chiuso e la giustizia di Dio era ancora insoddisfatta, per l’insufficienza di quei sacrifizi.
Quando piacque al Signore giunse il giorno della liberazione, della infinita misericordia di Dio. Ecco che Gesù, calunniato, condannato a morte prese la croce sulle spalle e tra acerbissimi dolori, salì il Calvario. Su quella vetta Gesù fu crocifisso su di una croce, agonizzò per tre ore. Il sangue uscì dalle sue piaghe, scese a terra, che bagnò ed inzuppò... con quel Sangue.
Gesù lavò e purificò le anime degli uomini e, quando tutto il sangue fu versato morì. - Il sacrificio era compiuto. Gesù era la vittima offerta al Padre celeste in espiazione dei peccati degli uomini. Egli era la Vittima di valore infinito perché Gesù è il Figlio di Dio, è Dio stesso. Da allora il Paradiso è aperto agli uomini di buona volontà, i peccati sono perdonati.
Qual differenza tra il Sacrificio del Calvario ed i sacrifici del popolo ebreo!
Tutti gli altri sacrifici erano soltanto figure, simboli del grande sacrificio di Gesù, erano come ombre, come ritratti dal vero sacrificio che si compì sul Calvario. Da quel giorno cessarono tutti i sacrifici antichi, da quel giorno vi sarà un solo unico sacrificio, quello del Calvario, che si perpetuerà per tutti i secoli, con la S.ta Messa.
Facciamoci un dovere di assistere ad un maggior numero di Messe possibile per adorare, per ringraziare, per chiedere perdono e le grazie a nostro Signore.
Se vi ascrivete all’opera delle due mila Messe che si celebrano ogni anno presso la Pia Società S. Paolo di Alba avete il bene di sei Messe quotidiane e perpetue. L’offerta è di L. 10 una volta in vita.
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UNIONE COOPERATORI
APOSTOLATO-STAMPA

Opus fac Evangelistæ (II Tim. IV, 5)


La Vocazione Religiosa

LO STATO RELIGIOSO

È lo stato di vita più perfetta e sublime che l’uomo possa abbracciare e vivere su questa terra, perché oltre l’osservanza dei Comandamenti, le anime religiose s’impongono quella dei Consigli Evangelici e fanno professione di santità.
Colui che abbraccia questo stato, sceglie un modo di vivere stabile, obbligandosi a lavorare attorno all’edifizio della propria santificazione, oltre che con i mezzi comuni, e l’osservanza dei Comandamenti, anche con i tre Voti di castità, obbedienza, povertà, nella vita comune, in un Istituto approvato dalla Chiesa.
Vi sono Religiosi di vita contemplativa, altri di vita attiva e altri di vita mista. I primi si dedicano principalmente alla propria santificazione, compiendo però anche tanti altri lavori per il sostentamento proprio e in favore del prossimo, p. es. i Trappisti. I secondi, oltre a santificare se stessi, lavorano in modo speciale per il bene del prossimo, p. es. i Missionari. I terzi uniscono la vita attiva alla vita contemplativa, e mentre curano la propria santificazione, lavorano in servizio del prossimo con la predicazione, la scuola, attendendo alla cura degli infermi, all’Apostolato della Stampa ecc.
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Lo Stato Religioso apporta innumerevoli vantaggi, sia all’individuo che alla Società.

Vantaggi individuali

Nello stato religioso, l’anima, liberata da ogni legame terreno e dalle cure materiali per la vita, si sente spinta ed è insensibilmente portata dalla grazia divina a raggiungere con molta facilità le più alte vette della santità. In ogni tempo, i conventi furono giardini e oasi fecondissime di santità.
E questo perché il Religioso ha meno pericoli: avendo chiusa la via al mondo, può assai più facilmente schivare le occasioni del male, e questo è capitale nella vita.
Da una parte, con il voto di castità, frena di più la carne e le passioni, dall’altra, sale ad altezze sublimi nell’amor di Dio, come un S. Francesco d’Assisi, un S. Francesco Saverio, una Santa Teresa, un S. Paolo ecc.
Mortifica l’attaccamento alle cose materiali, con il Voto di povertà, rinunciando al possesso e al libero uso del denaro.
Domina la superbia con il voto di obbedienza. L’obbedienza che valorizza al cospetto di Dio anche le azioni più indifferenti.
Nella vita comune, ha più mezzi per la propria santificazione, guadagna
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maggiori meriti; cade più raramente in peccato, si rialza più facilmente, vive più tranquillo, ha una morte più serena, un’eternità più gloriosa.

Quali i segni di vocazione allo stato religioso

Primo segno di vocazione religiosa è la FERMEZZA DI VOLONTÀ NEL FARSI SANTI. «Siate perfetti come il Padre vostro celeste», disse il Divin Maestro Gesù: e con queste parole invita tutti alla santità; santità che si raggiunge in alto grado nello stato religioso. E ancora: al giovanetto del Vangelo, dopo di avere indicata la via dei Comandamenti, soggiunse: «Se vuoi essere perfetto, va', vendi quanto hai, dallo ai poveri e poi vieni e seguimi, e avrai un tesoro nel Cielo».
Se vuoi essere perfetto, disse Gesù, quindi chiunque aspiri alla perfezione, commenta S. Tommaso, dà segno di vocazione a questo stato. Non è come lo stato sacerdotale, in cui più pochi sono i chiamati; allo stato religioso i chiamati sono in grandissimo numero, molto di più di quanto generalmente si crede, e si corrisponde.
S. Tommaso quindi, insiste di mettere le anime nell’occasione di sentire la voce di Dio; il che si ottiene educando i giovanetti e le giovani allo spirito di pietà, di mortificazione e di ritiratezza da tutto ciò che è mondano e occasione di peccato.

Altri segni rivelatori seno i seguenti:

1. Quando si parla a certi ragazzini di Gesù, della Mamma Celeste, fissano i loro occhietti in chi parla, restano impressionati, capiscono e ritengono.
2. A scuola sono diligenti, puntuali, puliti, preparati alla lezione e ai lavori, attenti, rispettosi, obbedienti, sopratutto obbedienti e sottomessi, e schivano certi compagni.
3. Talvolta fatti segno a frizzi, si rimangono calmi e piuttosto fuggono.
4. Studiano volentieri il Catechismo, non tanto per farsi vedere, ma con un certo gusto diverso, anzi pur sapendo, spesso lo recitano con un senso di timidezza.
5. Vanno volentieri alla S. Comunione: basta dirglielo e la fanno con un certo contegno, tale che lasciano trasparire che qualche cosa di grande occupa e sta passando nella loro anima.
6. In casa obbediscono, pur con qualche scappatella, ma facilmente se ne pentono e restano colpiti a dire loro: questo non piace a Gesù; o ai primi rimproveri: indizio di cuore sensibile e delicato.
7. Vengono a servire la Messa, e la servono con un contegno in cui vi è qualche cosa di diverso da altri loro compagni, sono più seri, più raccolti.
8. Stanno attenti in modo particolare alle prediche o avvisi e ne fanno conto.
9. Sono innocenti e lieti, sovente anche timidi, schivano i compagni più alteri e si accompagnano coi più timidi o vanno da soli, andando e venendo da scuola, dal Catechismo, da Messa.
Sovente i giovanetti che danno questi segni, sono chiamati alla vocazione Religioso-Sacerdotale.
E queste Vocazioni, che sono le migliori, si incontrano:

I. - Nei Circoli della Gioventù Catt. Maschile

Spesso si incontrano giovanetti ed anche giovanotti, che inclinano assai alla pietà: sarebbe una buona carità avviarli alla vita religiosa, ove i loro meriti si moltiplicherebbero! Si incontrano fanciulli innocenti, candidi; è gran carità suggerire una casa religiosa, ove facilmente si salveranno da molti pericoli e svilupperanno il germe divino di una vocazione. Talvolta si incontrano giovani che sono soli, oppure in famiglia sono quasi di troppo: se possedessero pure tale fondo di pietà e docilità in cui si possa coltivare una speranza di vocazione religiosa, ecco l’occasione di una bell’opera che Dio ci presenta.
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II. - Nel piccolo Clero, tra i Crociatini, gli Aspiranti della G. C. I., i fanciulli del Catechismo.

Vi sono fanciulli almeno di mediocre intelligenza, che frequentano volentieri le funzioni ed i SS. Sacramenti: amano la S. Madonna, fuggono il peccato, evitano i pericoli, desiderano far del bene. Ecco dei segni di vocazione alla vita religioso-sacerdotale.

Vocazioni Femminili

Tra le Figlie di Maria, della Gioventù Cattolica Femminile, nelle Classi Superiori di Catechismo ecc. si trovano le migliori vocazioni da studiare, coltivare, avviare alla vita religiosa. I Genitori, i RR. Parroci, i Direttori di Istituti pii, le Suore, le Maestre, le Presidenti e le Priore ecc., quante bellissime occasioni hanno di conoscere le anime fortunate che il Divin Maestro chiama a Sé in una vita più perfetta, quale è quella dell’osservanza dei Consigli evangelici!
Il Signore farà ricadere sul loro capo tutte le grazie che essi procureranno alle figlie da Dio prescelte.

Per l’Apostolato Stampa

Molti sono gli Istituti religiosi nella Chiesa; antichi e recenti, venerandi tutti e ricchi di frutti per le anime.
Oggi conviene in modo specialissimo un Istituto, che si dedichi al divino e necessario Apostolato-Stampa.
L’Apostolato-Stampa è nella sua sostanza antico quanto la Bibbia; però ha assunto una forma ed efficacia nuova, date le necessità e le condizioni sociali odierne e le recenti invenzioni.
Per tale Apostolato sono stati approvati, come Congregazioni religiose, a norma dei Sacri Canoni, due Istituti.
Sono distinti nella loro Direzione ed Amministrazione; affini tra di loro per la comunità del fine, per la comunità di molti mezzi, per la comunità dello spirito.
Sono:
PIA SOCIETÀ S. PAOLO (ramo maschile);
PIA SOCIETÀ FIGLIE DI S. PAOLO (ramo femminile)

FINE

Entrambi si propongono di predicare con la Stampa, come vengono predicate con la parola, le verità cristiane, allo scopo di santificare i propri membri; attirare le anime alla scuola del Divin Maestro per condurle al cielo.

MEZZI

La vita comune, i voti religiosi, le pratiche di pietà, l’Apostolato quotidiano, la pratica delle virtù ecc., sono i mezzi per la santificazione propria.
Per la diffusione della dottrina cristiana i Membri si occupano: a) a scrivere giornali, opuscoli, libri, fogli, con lo spirito di comunicare, commentare, diffondere il Santo Vangelo e i suoi insegnamenti; b) a stampare, cioè compiere il lavoro, tipografico di composizione, impressione, brossura, legatura ecc.; c) a spargere e diffondere, con varie iniziative, biblioteche, bollettini parrocchiali, opere bibliche, settimanali ecc.

SPIRITO

È comando del Maestro Divino che il suo insegnamento sia predicato ad ogni creatura, secondo viene custodito ed insegnato dalla Chiesa Cattolica, Maestra infallibile di verità. La predicazione deve essere fatta in semplicità e manifestazione intera di Gesù Cristo Via, Verità, Vita, secondo l’esempio e sotto la protezione dell’Apostolo San Paolo, vaso eletto e dottore delle Genti.
Il Signore, gli Scrittori sacri, gli Apostoli, i SS. Padri, i Dottori, la Chiesa, sono i maestri, i modelli di questo Apostolato, esercitato unicamente perché questa è la vita eterna, che conoscano Te (o Padre) e Colui che hai mandato.
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PROGRAMMA

PIA SOCIETÀ S. PAOLO

Si compone di Sacerdoti e Laici, come gli ordinari istituti religiosi. Ai Sacerdoti in modo speciale è commesso l’ufficio di scrivere, insegnare, oltre gli ordinari ministeri; ai Laici sono commessi gli uffici di composizione, stampa, propaganda che non si potrebbero fare dai Sacerdoti senza pregiudizio di un bene maggiore.
Per formare il personale ossia gli Apostoli della Stampa, la Società San Paolo accoglie giovanetti; sono perciò divisi in due classi:
a) Studenti; b) Coadiutori laici (Discepoli).

GLI STUDENTI

Gli Studenti: sono quelli che tendono alla vita religioso-sacerdotale, come scrittori. Essi possono percorrere tutti i corsi: quinta elementare e preparatoria al ginnasio, tutti i corsi di ginnasio, liceo, teologia, con studi ed esercizi speciali per imparare l’arte tipografica e quanto è specifico per la loro vocazione di aspiranti alla vita religiosa come sacerdoti-religiosi. L’arte della stampa, l’apostolato di essa, l’arte dello scrivere e del propagandare sono per essi materia di insegnamento.
A tempo debito vengono ammessi al noviziato: compiutolo bene, possono chiedere di emettere i voti e di entrare nella Pia Società San Paolo. Allora emetteranno i voti prima temporanei, poi perpetui.

CONDIZIONI PER L’ACCETTAZIONE
1. Diano segni di vocazione religioso-sacerdotale.
2. Che abbiano compiuto o compiscano i dodici anni almeno durante l’anno di entrata e facciano domanda a mezzo del proprio Parroco.
3. Abbiano compiuta almeno la quarta classe elementare e riportato attestato di promozione.
4. Attestati di nascita legittima, studio, Battesimo, vaccinazione, buona condotta e sana costituzione con esenzione da malattie ereditarie.
Gli alunni pagano L. 50 d’entrata, che non si restituiscono più anche se il giovane si fermasse un solo giorno; inoltre pagano L. 60 mensili nel primo anno; L. 40 mensili nel secondo anno; L. 20 mensili nel terzo anno; in seguito sono tenuti gratuitamente. Però restano sempre a carico dei parenti, fino a studi compiuti: vestiario, biancheria, bucato, rammendatura, libri, medico.
Si accettano pure anche giovani che si trovino già nei corsi di ginnasio o di liceo o di teologia; questi però quanto più sono avanzati negli studi, tanto maggiormente occorre siano decisi e dimostrino vocazione religiosa.

COADIUTORI LAICI (DISCEPOLI)

I Coadiutori laici (detti Discepoli) aspirano alla vita religioso-laica, nell’Apostolato-Stampa.
Il loro primo lavoro è la preghiera, l’esercizio delle virtù cristiane, la formazione alla vita religiosa.
Il secondo è lo studio teorico-pratico del lavoro tipografico di composizione, della carta, degli inchiostri, dell’impressione, legatura, propaganda ecc.
All’età conveniente possono essere ammessi al noviziato, e successivamente ai voti religiosi di castità, obbedienza e povertà; sempre che lo chiedano e dimostrino attitudini alla vita religiosa.

CONDIZIONI PER L’ACCETTAZIONE
1. Che diano segni di vocazione religiosa e facciano domanda per mezzo del proprio Parroco.
2. Che abbiano compiuto o compiscano durante l’anno di entrata almeno i dodici anni.
3. Siano forniti almeno dell’attestato di promozione dalla quarta alla quinta elementare.
4. Presentino attestati di vaccinazione, buona condotta e sana costituzione fisica con esenzione da malattie ereditarie.
Gli aspiranti pagano L. 50 di entrata, che non si restituiscono più anche se il giovane si fermasse un solo giorno; e inoltre: L. 60 mensili il primo anno, L. 40 mensili il secondo anno, L. 20 mensili il terzo anno. In seguito non sono tenuti ad alcuna pensione; ma restano a carico dei parenti le spese dei vestiti, bucato, medico, libri, finché abbiano emessi i primi voti. In seguito l’Istituto provvede a tutto.
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Se però entrano dopo compiuti i sedici anni, sono dispensati dalla pensione e pagano soltanto L. 50 di entrata e le spese del bucato, vestiti, medico, libri fino all’emissione dei primi voti. In seguito l’istituto provvede per tutto.

PIA SOCIETÀ FIGLIE DI S. PAOLO

È una congregazione religiosa femminile, approvata a norma dei Sacri Canoni. Essa è affine alla Pia Società San Paolo, avendo comune con questa molti mezzi, il fine, lo spirito.

FINE

Anzitutto: tende alla santificazione delle Figlie con la vita comune, la pratica dei voti di castità, povertà, obbedienza, gli esercizi della vita devota.
Inoltre: tende alla salvezza delle anime con l’Apostolato-Stampa. Si propone di diffondere la dottrina e la vita del Vangelo con la Stampa, come la catechista con la parola. Perciò vi sono le scrittrici, le tipografe, le propagandiste.

FIGLIE O SUORE DI S. PAOLO

In questa sezione si accettano figlie dai 14 ai 25 anni, desiderose di consacrarsi a Dio nella vita religiosa. Tanto le figlie patentate quanto le provenienti dalla campagna o dagli opifici, troveranno mezzi di santificazione convenienti, e ciascuna avrà un’occupazione secondo le sue inclinazioni e capacità.
Nel tempo di probandato, nel noviziato, negli anni di voti temporanei la figlia impara a conoscere l’Istituto, prova la sua vocazione e si forma allo spirito suo proprio.
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CONDIZIONI PER L’ACCETTAZIONE
Attestati di nascita legittima, Battesimo, vaccinazione, buona condotta, sana costituzione fisica con esenzione da malattie ereditarie.
Attestato di aver superato almeno la quarta elementare, di aver dimostrato inclinazione alla vita pia e religiosa, con il consenso dei genitori se non hanno ancora compiuto il ventunesimo anno di età. Si trovino fra i 14 ed i 25 anni, abbiano un corredo conveniente.
Non pagano alcuna pensione, ma sino all’emissione dei voti sono tenute alle spese di vestiario, bucato, medico, libri ecc.

ALUNNE

Per formare le religiose scrittrici, l’Istituto ha un collegio di figlie che istruisce sino alle patenti di maestre elementari.
I corsi di studi comprendono le complementari e le magistrali.

CONDIZIONI PER L’ACCETTAZIONE
1. Che abbiano compiuto o compiano i 12 anni almeno durante l’anno di entrata.
2. Che dimostrino pietà e vocazione (per quanto si può prevedere in figliuoline di 12-14 anni).
3. Che abbiano compiuta almeno la quarta elementare e riportato l’attestato di promozione.
4. Attestato di nascita legittima, Battesimo, vaccinazione, studio e buona condotta rilasciato dal Parroco.
La domanda deve essere fatta dal Parroco.
Le alunne pagano L. 50 di entrata, che non si restituiscono più anche se la giovane si fermasse un solo giorno; inoltre pagano L. 60 mensili per il primo anno; L. 40 per il secondo; Lire 20 per il terzo; in seguito sono tenute gratuitamente. Però restano sempre a carico dei parenti, fino a studi compiuti: vestiario, biancheria, bucato, rammendatura, libri, medico ecc.
Abbiano inoltre un corredo sufficiente e si uniformino al programma che verrà consegnato ai genitori di ognuna.

PIE DISCEPOLE

In questa sezione si accettano le figlie che amano di preferenza la vita di adorazione e di amore a Gesù-Ostia, ritirate dal mondo, dedicate alla riparazione dei peccati della stampa cattiva, che rinnova la Passione di Gesù.
Vivono sotto la guida del Superiore della Pia Società San Paolo.
Devono essere scelte fra le figlie che più inclinano alla pietà, specialmente eucaristica. Siano sane di mente e di corpo e non oltrepassino i 25 anni; entrando non pagano pensione di sorta, ma devono essere fornite di un corredo sufficiente.
Molti Reverendi Parroci si fanno un santo impegno di mandare una figliuola adoratrice, che rimarrà come una candela vivente accesa innanzi al Santo Tabernacolo per la propria Parrocchia.
Negli anni che precedono la emissione dei voti sperimentano la vita che desiderano abbracciare e danno prova della loro vocazione.

CONDIZIONI PER L’ACCETTAZIONE
Attestati di nascita legittima, Battesimo, vaccinazione, buona condotta, sana costituzione ed esenzione da malattie ereditarie.
Attestato di aver superato almeno la quarta elementare, di aver mostrato pietà eucaristica; il consenso dei genitori se l’aspirante non ha ancora compiuto il 21 anno di età.
Si trovino fra i 14 e i 25 anni di età; abbiano un corredo sufficiente.
Non pagano alcuna pensione; ma sino all’emissione dei voti sono tenute alle spese di vestiario, bucato, medico.
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I migliori Cooperatori

Sono quelli che danno vocazioni maschili e femminili: genitori, parroci, maestre ecc, saranno perciò ascritti all’«Unione Cooperatori Apostolato Stampa» ed avranno i vantaggi spirituali loro concessi.
Inoltre: Vantaggi sociali: la Stampa è il grande mezzo odierno di bene. Iddio penetrerà nei cuori, e si vedrà un risveglio religioso, la Chiesa trionferà e santificherà i suoi membri. Vantaggi individuali: per quelle che entrano: si acquistano tutti i meriti della religiosa: tutti i meriti dell’apostolato sociale, perché la loro attività è diretta alla salute delle anime: tutti i meriti delle anime ferventi e l’amor di Dio ed alle anime aumenterà straordinariamente la loro santità.
Tutti coloro che manderanno vocazioni, avranno il premio dell’apostolato, e Dio benedirà largamente quelle Parrocchie che procureranno missionari all’Apostolato-Stampa.
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DATE ALLA CHIESA
un Sacerdote dell’Apostolato-Stampa

Oro del Paradiso

Era l’affitta-sedie d’una chiesetta di religiosi in una città del Piemonte. Una vecchietta umile e buona. Tutti i frequentatori della chiesetta, specie i più generosi, le davano una bella monetina d’argento dicendole: – Il resto per voi.
Ed amava le sue sedie come se fossero state un tesoro: le spolverava, le lisciava, le accarezzava, le capovolgeva con accuratezza l’una sull’altra.
In tutto non erano che cinquanta, ma i frequentatori della chiesetta sostenevano che quelle cinquanta sedie avevano la virtù di cambiare i soldoni di rame le monetine di argento in monete d’oro.
– Oro del Paradiso – diceva la vecchietta, ed era vero.
Tutte le domeniche dopo la messa di mezzogiorno nonna Ghita raccoglieva gelosamente le sedie lasciate in giro per la chiesa, ne ripuliva le traverse, dava due colpetti sull’impagliatura per scuoterne la polvere, le chiudeva a chiave nel sottoscala del pulpito, poi si sedeva su d’uno scalino e faceva il conto dell’entrata. Da una parte i soldini della tassa, dall’altra le monete bianche con – il resto per voi – faceva il calcolo del suo e del non suo sulle dita, tre, quattro volte; finalmente dava un sospiro di sollievo, legava in una punta del fazzoletto il suo, portava il resto in sacrestia.
E si recava a desinare.
Se lo procurava fin dal giorno innanzi, poiché la domenica non le sarebbe stato possibile: due soldi di latte e di pane come tutti i giorni, e in più un bel pacco di frutta della stagione; ma faceva onore al latte ed al pane e non toccava la frutta, s’accontentava di rimirarla estatica, di
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premerla leggermente con un ditino per assaporare attraverso alla sensazione tattile quella gustativa della freschezza, e rifaceva il pacco, se lo cacciava nella gran tasca del grembiule ed eccola di nuovo a trotterellare frettolosa per la via ancora deserta.
Percorreva due o tre vicoli del quartiere vecchio della città e sbucava verso il seminario.
La vecchietta suonava il campanello. Il portinaio corso ad aprire l’accoglieva con un saluto da vecchia conoscenza:
– Buon giorno, nonna Ghita.
– Buon giorno; come stanno i miei pretini?
– Ve li chiamo subito. Han già fatto tre o quattro volte capolino dal fondo del corridoio, perché sanno che sareste venuta. Entrate pure in parlatorio.
I due occhietti di nonna Ghita cominciavano a luccicare commossi, mentre il portinaio s’allontanava per ritornare un istante dopo seguito dai due fanciulli, che correvano incontro alla vecchietta salutandola:
– Buon giorno, nonna.
Nonna Ghita li baciava, se li faceva sedere vicino e cominciava con la sua vocina fessa:
– Ebbene siete stati buoni? Come va di latino? Non avete sbagliato d’aritmetica? V’ho portato questo po’ di frutta, ma prima voglio sapere i vostri punti. Quanto di religione?
Ricordatevi che da quando do le sedie in chiesa ne ho visto passare dei preti, e sapete chi fa più bene? Chi è più buono.
E i fanciulli:
– Nonna Ghita, noi siamo buoni.
– Siete contenti di farvi preti?
– Sì nonna Ghita, e quando saremo preti ti faremo fare la signora.
– Io non desidero far la signora; le sedie mi danno il pane necessario alla vita e mi permettono di pensare anche per voi; che volete di più?
E mentre nonna Ghita s’allontanava discorrendo con quei due orfanelli ch’ella aveva raccolto dalla strada, il portinaio diceva al rettore del seminario:
– C’è in parlatorio quella santa donna delle sedie con i suoi due protetti; chi ha mai visto un cuore così generoso in un corpo così meschino?
E il rettore rispondeva:
– Dio mette nel cuore dei poveri il tesoro delle sue grazie.
Il segreto venne scoperto.
Nonna Ghita si meravigliò dell’ammirazione di cui si vedeva oggetto. Che c’era di straordinario a mantenere due orfanelli in seminario dacché i suoi buoni affari glielo permettevano? Non era giusto che i quattrini guadagnati in chiesa ritornassero alla chiesa?
Di una cosa sola gioiva; i frequentatori della chiesetta s’eran fatti molto generosi, e quasi tutti pagavano la sedia con una monetina bianca dicendole:
– Il resto per voi.
Ed ella numerava, accarezzava, spolverava le sue sedie con una tenerezza quasi materna cullandosi nella dolce speranza ch’esse avrebbero fruttato due buoni sacerdoti alla Chiesa.
Il metallo della terra si mutava nelle sue mani in «oro per il paradiso».

La cupola dipinta

Il pittore aveva finito di dipingere la cupola della nuova chiesa parrocchiale ed era stata tolta l’impalcatura.
Naturalmente i parrocchiani vennero a frotte ad ammirare il capolavoro.
Un vecchio, dopo aver guardato e riguardato, strette le labbra e socchiusi gli occhi da buon intenditore, lisciandosi la bella barba d’argento, s’avvicinò al Curato, anch’egli col naso all’insù, e gli chiese:
– Mi dica, signor Curato, quello rappresenta il Paradiso, no?
– Avete indovinato, nonno. Difatti ecco là in centro la Santissima Trinità, poco sotto la Madonna, poi gli Apostoli e gli altri Santi.
– Ma, perché proprio più vicino a Dio, nei posti più belli, non ha dipinto che frati e monache? Vuol dire che noi non potremo andare fin lassù? Dovremo stare più in basso?
Il Curato sorrise dolcemente e battendogli dolcemente sulle spalle, disse:
– Ah, nonno! Vicino a Dio stanno quelli che l’amano di più, e se voi lo amerete di più arriverete al posto più bello. Ma, vedete, i religiosi e le religiose in tutta la loro vita non hanno cercato che Dio, e tutto hanno sacrificato per amarlo e farlo amare di più. Volete ora che Dio li tenga lontani da sé? Eh! son furbi loro! Hanno scelto la parte migliore in questa vita e nell’altra, come dice il Vangelo.
Il vecchio chinò il capo e si lisciò la barba lentamente. Poi conchiuse:
– Be’, se non ci arriverò io, ai primi posti, arriverà mia figlia suora. E penserà lei a trovarmi un posto conveniente.

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L’Opera delle opere si è la cura delle Vocazioni: 1.o religiose maschili; 2.o religiose femminili; 3.o sacerdotali PIO X.
Infatti: tale fu l’esempio del Divin Maestro che ebbe, come primo pensiero e prima cura: chiamare e formare i 12 Apostoli, i 70 Discepoli, le Pie Donne.
Formare i fedeli è cosa buona; formare i maestri dei fedeli, anche migliore.
Buono lavorare nelle varie opere di zelo; ottimo preparare i lavoratori che faranno ogni opera.
Vi è la massa dei fedeli in ogni parrocchia: ma, fra la massa, vi sono gli eletti del Signore.
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Il Cooperatore Paolino

Il Cooperatore Paolino è persona che, restando nel mondo, partecipa quanto maggiormente può alla vita di pietà e di apostolato dei religiosi e delle religiose della Pia Società San Paolo.
Il religioso e la religiosa di San Paolo intendono di seguire totalmente il Divin Maestro «Verità, Via, Vita » sull’esempio di San Paolo Apostolo.
Il Cooperatore Paolino cerca di imitare il Divin Maestro nella sua povertà, purezza, obbedienza.
Due specie di pratiche di pietà specialmente coltiverà il Cooperatore Paolino. 1.o L’esame di coscienza, la meditazione, la direzione spirituale; 2.o La visita al SS. Sacramento, la lettura del Vangelo, la Santa Messa, la Comunione.
I) Spiritualmente:
Il Cooperatore Paolino coopera alla Società San Paolo:
a) con il culto e l’amore a Gesù Divin Maestro, alla Regina degli Apostoli, San Paolo Apostolo; b) con l’Opera delle SS. Messe; c) con la cura e l’aiuto alle Vocazioni Paoline.
II) Con le opere:
a) con l’adesione alla Sezione biblica della Pia Società San Paolo; b) nell’Apostolato del Libro; c) nell’opera Bollettini Parrocchiali; d) nell’Unione Scrittori, Disegnatori, Collaboratori ai periodici; e) nelle Sezioni Parrocchiali o Diocesane dei Cooperatori Paolini; f) nelle Associazioni G. Biblioteche; g) nei Centri di diffusione, e negli abbonamenti; h) con tutte quelle sante industrie che tendono ad allontanare ogni dottrina dell’unico Maestro ed a diffondere ogni stampa della Dottrina Cattolica.
III) Con le Offerte:
a) assumendo le spese di pubblicazione di scritti (Vangeli, fogli, libri) di molta gloria di Dio e pace agli uomini; b) Assumendo le spese per gli studi di un aspirante al Sacerdozio, o all’ufficio di Maestra-scrittrice nella Pia Società San Paolo; o per la formazione di un Religioso laico o Religiosa per l’Apostolato-Stampa (borse di studio, vestizioni, pensioni); c) donando in natura o denaro quanto occorre per il Culto, l’Apostolato, la vita dei Paolini o delle Paoline (vitalizi, depositi a fondo perduto, macchinari, cibarie, oggetti sacri ecc. ecc.).

Cooperazione di preghiera
Pratiche di pietà che si consigliano

I religiosi della Pia Società San Paolo hanno queste pratiche di pietà: Meditazione, Messa e Comunione, Visita al SS. Sacramento (un’ora al giorno), esame di coscienza (preventivo, particolare e generale), lettura quotidiana della S. Scrittura. Le divozioni loro sono: Divin Maestro, Regina degli Apostoli, San Paolo, Angelo Custode, San Giuseppe, Anime Purganti. I Cooperatori Paolini dovranno avvicinarsi quanto più possono a queste pratiche di pietà ed a queste divozioni, in modo da formare un’unica famiglia spirituale.
1 - Ora di Adorazione nella forma: «Gesù Verità, Via e Vita».
2 - Opera delle 2000 SS. Messe.
3 - Bacio riparatore.
4 - La prima Domenica del mese ad onore del Divin Maestro.
5 - Coroncina alla Regina degli Apostoli.
6 - Festa del Divin Maestro.
7 - Libretto delle Preghiere.
8 - Novena a S. Paolo.
9 - Lettura del Santo Vangelo.
10 - Benedizione di S. Paolo.
11 - Coroncina a S. Paolo.
12 - Opera delle Vocazioni.
13 - Vangelo nel luogo d’onore della casa, ogni sera leggerne e baciarlo.
14 - Portare il Vangelo sulla persona.
15 - La Comunione, offrire i sacrifizi, le mortificazioni, le pene per la diffusione della Stampa Buona e per la prosperità della Casa San Paolo.
Le persone che cooperano in questo modo partecipano a tutte le preghiere ed a tutto il bene che si compie nella Pia Società San Paolo.
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Durante lo scorso mese promisero la cooperazione di Comunioni N. 20 persone; di Messe N. 20; con l’offrire opere buone N. 10; con le sofferenze N. 14
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Sezioni Apostolato-Stampa

OTTOBRE - NOVEMBRE - DICEMBRE - GENNAIO sono i mesi più adatti per gli abbonamenti ai giornali, periodici, riviste, ecc. ecc.
Una colluvie di stampati immorali circolano nelle famiglie, letti con avidità dai giovani, dagli adulti e da persone anche avanzate in età.
Quanti in questi mesi, rinnovando o facendo il loro abbonamento si comperano il veleno con quello stesso denaro guadagnato con tanti stenti e sudori durante l’anno! Con l’abbonamento al giornale cattivo, si procurano il passaporto per l’inferno.

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COOPERATORI! Voi che comprendete assai bene questa strage di anime, Voi che desiderate dare una riparazione al Cuore SS. del Divin Maestro Gesù all’opera! In questi mesi è il tempo di intensificare la propaganda per gli abbonamenti ai giornali e settimanali cattolici.
È questo l’Apostolato delle Opere più adatto e più fruttuoso di bene.
È il lavoro di tutti i Cooperatori, ma in modo speciale dei Membri delle Sezioni Apostolato-Stampa.
Leggete attentamente «Suggerimenti pratici per la propaganda».

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Ogni Cooperatore dovrebbe industriarsi di raccogliere ALMENO UN ABBONAMENTO AD OGNUNO DEI SETTIMANALI SEGUENTI: «La Domenica Illustrata» per le famiglie: L. 15 all’anno - L. 8 al semestre; «Il Giornalino» per i piccoli: L. 10 all’anno - L. 5,50 al semestre; «La Domenica» foglietto religioso L. 3 all’anno: «La Buona Parola» foglietto religioso: L. 2 annue; «Unione Cooperatori Apostolato-Stampa» periodico mensile: L. 5 annue, L. 100 per abbonamento perpetuo.
Si spediscono copie di saggio gratis: fatene richiesta presso la PIA SOCIETÀ SAN PAOLO DI ALBA (Piemonte).

Suggerimenti pratici per la propaganda

La Pia Società San Paolo, ALBA (Piemonte), ha stabilito in questi ultimi giorni un nuovo metodo di propaganda per i suoi periodici, che interessa tutte le persone di zelo.
Nessuno dei nostri Cooperatori (per quanto permette il suo stato) deve lasciar oltrepassare questa propizia occasione senza incominciare o aumentare il suo lavoro per l’Apostolato della Stampa.
È un metodo per nulla costoso, ma facile e utile a coloro che desiderano fare del bene a sé e agli altri.
La Pia Società S. Paolo a chiunque li richieda spedirà saggi dei suoi periodici e ne spedirà gratis per un mese continuo anche 5 o 10 copie ognuno, secondo il desiderio che ci verrà espresso.
I RR. Parroci o Vicecurati possono incaricare un Aspirante, una Circolina... o altri, i quali, ogni Domenica, si dedichino alla distribuzione dei sotto elencati giornali presso le persone che si spera far abbonare.
Dopo alcune settimane il distributore passerà a raccogliere gli abbonamenti presso le persone a cui portò il saggio e manderà l’ordinazione in Alba.
Gli Zelatori e le Zelatrici dell’Opera 2000 Messe, i Membri delle Sezioni Apostolato-Stampa, e gli altri Cooperatori hanno qui modo di svolgere un largo e fruttuoso apostolato di bene.
Si legga sotto il prezzo d’abbonamento e le altre condizioni di ogni periodico.
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Nuova Borsa di Studio
S. AGOSTINO

Nacque a Tagaste, cittadina della Numidia, nel 354 d. C. Trascinato negli anni giovanili, dalle passioni, dai cattivi compagni e dalla lettura di libri pagani nel vortice tenebroso dell’errore dei Manichei, non ostante l’occhio vigile, le preghiere ed i pianti della mamma S. Monica, si convertì infine a Dio, all’età di 38 anni.
Egli è un convertito da S. Paolo: difatti il Signore parlò a Lui per mezzo delle Lettere dell’Apostolo.
Ricevuto il Battesimo a Milano dal Vescovo S. Ambrogio, si diede tutto al Signore con una vita pia e mortificata, riparando il tempo trascorso nelle vanità e nell’errore. Compiuti gli studi, fu ordinato Sacerdote e poi Vescovo di Ippona. Con zelo indefesso e con un sapiente ministero pastorale, illustrò la Chiesa, combattendo con la predicazione e con la penna i funesti errori che serpeggiavano ai suoi tempi e che facevano strage immensa di anime.
Cinquecento circa sono i libri scritti da questo atleta della fede cattolica, da questo profondo filosofo, illuminato asceta e teologo per eccellenza e fondatore ad un tempo di un Ordine Religioso. Qualcheduno di principali suoi
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scritti sono: Il trattato della Grazia, della SS. Trinità, De Civitate Dei, le «Confessioni», in cui narra con grande sapienza e profonda umiltà, tutto il suo passato lontano da Dio e il lavorio e il trionfo della grazia nell’anima sua.
Egli è il più grande dei Santi Padri, l’aquila dei Dottori, il martello degli eretici; grande apostolo della penna.
Mori nell’anno 430, consunto più dalle fatiche e dal dolore di vedere la Chiesa perseguitata da tanti nemici, che dalle malattie.
E, quest’anno in cui la Chiesa celebra il XV Centenario della sua morte, un nostro già tanto benemerito Cooperatore volle fondare e completare una «Borsa di Studio» in suo onore, affinché questo gran Santo susciti ancora oggi tanti illuminati e ferventi apostoli della penna, che sappiano combattere efficacemente gli avversari odierni della nostra santa Religione. E noi, mentre ringraziamo pubblicamente il nostro Benefattore, preghiamo e facciamo voti che si adempia appieno il suo desiderio.
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Roberto Martelli

È passato al premio da molti anni, e ne leggiamo con soavità ancor oggi le pie memorie.
Di nobilissima famiglia fiorentina, respirò tra le pareti domestiche l’aura salubre di quella pietà cristiana, che elevando l’uomo alle cose celesti, gli ispira l’amore efficace al bene, la semplicità della vita, lontana da ogni sensualità anche in mezzo ai comodi e ai pericoli delle ricchezze, e mentre lo prepara per il cielo, lo rende idoneo a compiere sulla terra la missione, che a ciascuno viene assegnata dalla Provvidenza.
La fede, da cui germina la pietà, non fu in lui solamente dall’impulso dell’educazione ricevuta, ma divenne ben presto un convincimento profondo, onde anche nelle pubbliche scuole e nelle università di Pisa e di Roma, anziché far naufragio, come sovente accade, o perdere di vigore, si fece più riflessa, più ferma e robusta. Nell’ultimo anno di sua vita, quasi lo attirasse un vago e lontano invito al Paradiso, prese anche più vigore in ogni esercizio di religione e nonostante la molteplicità degli studi, che nella scuola d’applicazione degli ingegneri a Roma assorbivano tutte le sue energie intellettuali, egli era notato per le frequenti visite a S. Agostino.
Né la Matematica lo attirava per le pure e fredde formalità del calcolo, ma sì bene come mezzo alla percezione della bellezza, che, quanto alle cose naturali, è ordine d’armonia nel numero e nella misura.
Dotato di forte volontà, mentre i genitori debbono confessare di non aver memoria di una notevole disobbedienza di questo carissimo figliuolo, egli ebbe tanta coscienza del diritto suo ad eleggersi la professione e a regolare la propria vita, che pur chiedendo consiglio ai genitori e ad altre persone prudenti, riserbava esclusivamente a sé l’ultima decisione.
Era bello e commovente il vedere questo caro giovane adoprarsi con lo studio più diligente in tante piccolissime cure ad aiuto e conforto della buona signora colpita miseramente da cecità; così che venuto a Roma con i genitori e la mamma, in occasione del giubileo del 1900, anche i forestieri che erano nel medesimo albergo, guardavano col più vivo interesse a questo spettacolo gentile, che eccitava in loro curiosità al tempo stesso e meraviglia edificante.
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Egli pensava, non già per vani ed astratti ragionamenti, bensì per un’intima e quasi innata persuasione derivante in lui dal sentimento evangelico dell’amore, che la disuguaglianza della fortuna è ordinata da Dio al mutuo vantaggio delle diverse classi sociali.
Fu di carattere lieto e piacevole, ma per la compostezza dell’animo non aveva mai esagerate espansioni d’allegria; volentieri celiava, ma sempre con lepidezza rifuggente da ogni volgarità e veramente signorile; e meglio che di ogni altra cosa si dilettava, e con vivo entusiasmo, degli spettacoli delle natura e delle bellezze dell’arte.
Amò d’intenso amore i suoi amici, pochi e bene scelti, perché egli ebbe la prudenza d’accettarli dai genitori.
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Ma un male improvviso veniva a chiudere ogni speranza terrena.
Quale strazio per la infelice famiglia! Non solo un giovane esemplare e degno di tutto l’amore, non solo un figlio dilettissimo, che dava di sé le più belle speranze, ma anche una nobilissima stirpe, che un’orma così vasta e profonda aveva impresso nella storia fiorentina, veniva ad estinguersi in quest’ultimo rampollo, ormai prossimo a cadere sotto la falce della morte! Egli solo parve rimanere imperturbato, e quando la sera del 30 Luglio fu avvertito dal suo Confessore di ricevere i conforti religiosi, accettò senza rimostranze o vane paure. Si confessò e già si preparava per la mattina di poi al S. Viatico.
Aveva piena conoscenza del gravissimo pericolo, e memore di uno speciale proposito fatto l’ultimo giorno di villeggiatura a Gricigliano, nell’oratorio che serba le avite sepolture, di evitare tutto ciò che fosse di offesa al Signore e disdoro alla famiglia, dimandò al padre se gli sembrava se da lui si fosse mantenuta la promessa. Rincorato dal padre, egli si volse al Can. Brettoni, ora Vescovo di Reggio E., e con le più vive espressioni di affettuosa sollecitudine gli raccomandò i genitori. Poi chiese al Confessore se vi era più alcuna speranza per lui, e questi, pure esortandolo a confidare in Dio per la propria guarigione, non gli nascose la estrema gravezza del caso. Al che Roberto rispose:
«Posso io pregare il Signore per la mia salute, proponendomi di vivere anche più cristianamente e di darmi tutto al bene?». Il Confessore affermò. Ma ad un’anima così pura ed elevata non volendo impedire il merito di un generoso sacrifizio della vita, suggerì di abbandonarsi tutto alla volontà del Signore. «Ebbene, conchiuse il caro giovine, fiat voluntas tua…». Poi, dopo una pausa soggiunse: «Ma che sarà dei miei poveri genitori?».
Difatti il pensiero trepidante di amore, che ai genitori tributava nelle ore estreme, fu l’unico che gli amareggiasse la morte.
Spirò nel bacio di Dio il primo dell’agosto seguente, 1906, a 21 anno: e la sua memoria è in benedizione.
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Nella Pia Società S. Paolo

Alba

ESERCIZI SPIRITUALI. Furono tenuti lo scorso mese per i Discepoli, i quali passarono otto giorni di Paradiso fortificandosi nello spirito, per intraprendere un nuovo anno spirituale più ricco di bene e di meriti.
Le famigliola va pure aumentando in questi giorni notevolmente. Sono altri giovanetti che sentono il desiderio di farsi del bene e di stare più vicino a Gesù. Nel mondo, troppi sono i pericoli e le insidie del demonio e del male.
ANCHE TRA GLI STUDENTI sono parecchi i nuovi arrivati, alcuni anche delle classi superiori, ma la gran maggioranza piccolini che entrano a frequentare le prime classi di preparazione al latino. Tutti vengono affidati agli anziani incaricati di far loro da angeli custodi.

Torino

CON L’AIUTO DEL SIGNORE si portarono libri buoni nelle Valli di Susa e d’Aosta. Preziosissimo ci fu l’incoraggiamento di S. Ecc. Mons. Rossi, Vescovo di Susa. Più volte in diverse circostanze ci concesse la sua benedizione ed approvazione; non solo, ma tenne egli stesso una predica apposita sull’Apostolato della Stampa, nel tempo in cui le Figlie di San Paolo si trovavano in propaganda.
I R.R. Parroci ed i loro bravi parrocchiani andavano a gara nel facilitare la propaganda.
Ne rendiamo nota la diffusione come risultò nei seguenti paesi:
Santena, Leyni, Trofarello, Pessione, Riva, La Loggia, Vinovo, Settimo, Bardonecchia, Melezet, Arnaud, Bolleres, Sause Cesana, Champlas du Col, Fenil, Belard, Sause d’Oulx, Oulx, Salbertrand, Exilles, Desertes, Bousson, Savoulx, Cesena Torin., Clavires, Susa, Bussoleno, Novalesa, Venans, Chiamonte, Giaglione, Bruzolo, Chianoc, Borgone, S. Didero, Maffiotto, S. Ambrogio, Chiusa S. Michele, Vayes, S. Antonino, Maisonetto, Folatone, Benale, Villarfioccardo, Foresto di Susa, Mattie, S. Giorio, Nichelino, Avigliana, Rosta, Vayes, Condove.
Si esitarono i seguenti libri:
Bibbie, copie 206; Vita di Gesù 1488; Vita di Santi 2105; Libri ascetici 1248; Libri di cultura 633; Romanzi 950; Corone 300; Oggetti religiosi 250.

Bari

RINGRAZIANDO il Divin Maestro o lo zelo dell’Ecc.mo Mons. Laera Vescovo di Castellaneta, in questo mese si è potuto (in tutta la Diocesi di Castellaneta) far una larga diffusione di vite di santi, romanzi buoni, ma sopratutto il Vangelo (Divin Maestro) e la Bibbia delle Famiglie.
All’Ecc.mo ed Ottimo Mons. Vescovo che fin d’ora ci invitò ad un secondo giro di propaganda durante la sua visita pastorale, onde con la autorevole sua parola far conoscere la necessità ed importanza della diffusione della Buona Stampa, un vivo Deo gratias, e preghiere fervide al Signore.
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Il giorno 18 dello s. m., si incominciarono i SS. Esercizi spirituali, predicati dal Rev.mo P. Minerva, superiore dei P. Gesuiti. Nella piccola e provvisoria cappella si passarono i più bei momenti, le più belle giornate. Il Divin Maestro, la Regina degli Apostoli e S. Paolo dal loro trono, preparato modestamente ma con vivo amore, benedicevano quelle ore in cui la parola di Dio usciva dalla bocca del suo ministro per scendere nei nostri cuori a riaccendere la fiaccola del fervore dì apostolato e servizio al Divin Maestro. Ogni sera ci fu impartita dal Rev.do P. Minerva la benedizione della santa Croce di cui durante il giorno ne era esposta a venerazione sull’umile altare la santa reliquia lasciataci dal medesimo R. P. qual dolce compagnia.
Per concessione del Rev.mo Mons. Vicario Generale l’ultimo giorno il Rev.do P. celebrò in prima la S. Messa del nostro caro S. Protettore, e pregò in prima intenzione per noi, per i nostri superiori, parenti e benefattori. Si misero sull’altare in busta chiusa i nostri propositi onde il Divin Maestro nel gran momento li benedicesse.
Al momento della comunione la commozione più viva trapelava da tutti i nostri volti. Il Reverendo P. Minerva dopo averci esortato con brevi ma calde parole a ricevere Gesù si rivolse alla Divina Ostia raccomandando per nome tutti quanti i nostri amati superiori; indi esponendo i nostri bisogni ed intenzioni, e nuovamente invocando la benedizione del Divin Maestro sui nostri propositi, ci comunicò. Terminata la S. Messa si cantò l’inno a S. Paolo, fece seguito la predica di chiusura e la benedizione col S. Crocifisso.
Nel pomeriggio si ebbe la vestizione di una novella sposa di Gesù. La funzione si celebrò nella chiesa di S. Scolastica, e vi assistettero i nostri benefattori. Le R. R. Suore Benedettine resero in modo speciale commovente bella la funzione col loro canto accompagnato dal suono dell’armonium.
Terminata la funzione fece seguito una piccola festicciuola, a cui intervennero tutti i benefattori offrendo i loro doni in omaggio alla novella sposa di Gesù. Oh, il Divin Maestro spanda su tutti i nostri benefattori, e in particolar modo su Colui che tanto s’adoperò per il bene delle anime nostre, le più belle grazie e le più elette benedizioni!
A tutti i nostri più vivi e sentiti ringraziamenti uniti alle povere nostre preghiere.
Offerte: Sig. P. Ancora L. 20 e frutta; Sig.na Riccardi M 60 immagini per l’occasione, frutta; Sig.na A. Regano 1 servizio da caffè, frutta, 6 fazzoletti; N. N. rinfrescante per l’occasione; N. N. pranzo preparato, dolci; Sig.ra C. Dialparris L. 20; Sig.ra Ved. De Bellis L. 20; Sig.ra Sbisà L. 25 e conserva.
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Udine

Il settimanale «Vita Cattolica» di Udine pubblica:
LE SUORE DI S. PAOLO
Sono quasi due anni dacché hanno preso sede in città le benemerite suore di San Paolo della Casa di Alba. Tutti le vedono e nessuno le conosce, ma la loro opera silente e pertinace supera ogni encomio, sfida ogni trascuranza. Ogni mese entrano in tutte le famiglie della città, parrocchia per parrocchia, borgo per borgo portando il loro bollettino, offrendo i loro libri ed i loro romanzi. Chi non ammira questa opera, chi non esalta questo voto? Ed il loro è un voto! il voto di sacrificarsi e di farsi venditrici ambulanti per il grande apostolato della buona stampa.
Il centro di diffusione in Via Trento, 1, ha uno splendore che lo illumina; sopra un tavolino adorno di vasi di fiori, sta sempre aperto il libro santo del Vangelo. Ed intanto ad Alba le loro sorelle stampano, spediscono il «Giornalino» e la «Domenica illustrata» e domandano anime sorelle ad aiutarle in questo apostolato.
La Società di San Paolo non invade il campo di nessuno perché il campo dove semina è deserto e sterile, perché sopra di esso è già passato il soffio del paganesimo. Siate benedette, Suore udinesi di S. Paolo! Spargete a larga mano fra noi - forse dormienti ancora in questo apostolato - le vostre fatiche generose ed i buoni friulani vi confortino del loro valido consenso.

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Libri e oggetti religiosi nelle Parrocchie

Fra le varie iniziative che la Pia Società mette a disposizione a servizio dei R. R. Parroci, nessuna, crediamo, è di così facile attuazione quanto quella dei «centri di diffusione». I Parroci, lo sappiamo, spendono ogni anno centinaia e centinaia di lire per premiazioni catechistiche, ricordi di Comunione e di Cresima, Missioni, Ritiri, ecc, ecc.
Perché spendere, talora, a occhi chiusi? Perché servirsi del primo Catalogo che capita fra le mani? Perché non riservarsi il diritto di restituire quanto, all’atto pratico, non si vede utile alle necessità particolari della Parrocchia?
Le considerazioni che abbiamo finora esposto, sono, è vero, d’indole prevalentemente economica. Ma chi non sa come anche per le migliori iniziative è necessario fare i conti con la borsa? Ora noi diciamo ai RR. Parroci: Rivolgetevi alla Pia Società S. Paolo per l’Apostolato della Stampa in Alba (Piemonte).
Essa concede queste facilitazioni:
1.o Dà i libri a prezzo ridotto. (La Pia Società non è una libreria qualunque; è una Congregazione religiosa che vuole essere di aiuto ai Parroci coll’Apostolato-Stampa). Il piccolo utile che i parroci ricaveranno sarà tutto a beneficio loro o delle opere della parrocchia.
2.o Dà ai Parroci il diritto di restituire i libri invenduti. Naturalmente deve essere cura rigorosa dei R.R. Parroci l’impedire che i libri segnati in deposito si guastino o in qualche modo si deteriorino.
3.o E il pagamento? La Pia Società vorrebbe poter dire a tutti: Prendete quello che volete dai nostri Cataloghi, provate a diffondere; se vi riesce, pagherete; se non vi riesce, rimanderete il tutto ad Alba e non se ne parli più. Il peso, come si vede, peserebbe troppo sulle spalle della Pia Società. E allora diciamo: pagate solo per metà, anticipatamente o contro assegno, il valore di quello che la Pia Società vi spedisce. «Ma e se non venderemo nulla?». Se non venderete nulla, farete un bel pacco di tutti i libri e li rispedirete ad Alba; e la Pia Società a sua volta vi rimanderà il vostro denaro.
4.o E le spese di porto? Le spese di porto sono a carico del committente; questa è la regola generale per tutti depositi. Meglio sempre spedire a mezzo ferrovia, per alcune località sarà più scomodo, ma d’altra parte costa assai meno e quindi tale mezzo di spedizione è assai più conveniente.
Ed ora, all’opera! Tutti i Parroci possono tenere con sé libri e oggetti religiosi per le loro popolazioni. In caso potrebbe occuparsene anche il sacrestano, o la Perpetua, o una brava Maestra, o le Suore dell’Asilo...
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